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Concessioni idroelettriche, iniziata la discussione

Tipologia articolo Comunicati stampa

Data pubblicazione

È iniziato in Consiglio l’esame del disegno di legge 87 “Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico”. Il testo, che si compone di 26 articoli, intende introdurre un innovativo meccanismo di apertura alla concorrenza a cui verrà sottoposta l’assegnazione delle grandi derivazioni idroelettriche. Presentati quasi 60 emendamenti dalle opposizioni, una decina dei quali stata discussa oggi.

Iniziato l'esame degli emendamenti al testo e approvato l'art.1.

Secondo l’illustrazione del relatore di maggioranza la nuova norma consentirà alla Regione di introitare i proventi dei canoni idrici. Il Ddl 87 sarebbe un primo passo verso una legge di fiscalizzazione regionale. Un testo volto a sostenere l’ambito delle energie rinnovabili, quello delle riqualificazioni ambientali dei bacini a valle degli invasi. Sono previsti anche gli interventi di compensazione per i territori interessati, oltre alla garanzia del mantenimento della continuità fluviale e il rilascio del flusso d'acqua minimo vitale.

Sarà possibile inserire nei bandi specifici criteri di individuazione della migliore offerta. Dopo il passaggio dal Demanio alle Regioni delle infrastrutture idroelettriche, la Regione Piemonte dovrà riassegnare 67 concessioni che erano dello Stato, come primo passo verso la gestione autonoma di dighe e invasi utilizzati per la produzione di energia. Si tratta delle concessioni superiori a 3.000 kw che saranno da riassegnare con procedure ad evidenza pubblica. Undici di queste sono scadute e i bandi per le assegnazioni dovranno partire entro il 2022. Oltre ad alcuni contributi, durante i lavori di Commissione, provenienti anche dalle opposizioni, alcuni emendamenti sono derivati dagli aggiustamenti relativi all’impugnazione del Governo verso la legge “gemella” approvata dalla Regione Lombardia.

Due i relatori delle opposizioni, uno del gruppo Pd e l’altro del M5s, che hanno lamentato, in merito agli obiettivi della nuova legge, uno squilibrio tra gli interessi economici della produzione energetica e quelli ambientali e del coinvolgimento del territorio. In particolare è stata segnalata la necessità di privilegiare l’uso idropotabile e agricolo delle acque in caso di emergenza idrica. Un altro rilievo è sul pericolo di alterazioni della concorrenza, che potrebbero favorire le grandi imprese. Rilevato pure il rischio di contenziosi, anche in considerazione dell’impugnativa della similare legge della Regione Lombardia. Nella nuova legge piemontese, che governerà la materia per i prossimi 40 anni, la tutela ambientale deve essere uno degli obiettivo del provvedimento non inferiore a quello della produzione di energia idroelettrica, un obbiettivo da ritenere compatibile con le esigenze dello sviluppo.

Dopo le relazioni e il dibattito generale, è intervenuto l’assessore all’Ambiente ed energia che ha sottolineato la speranza di iniziare un percorso di condivisione con le minoranze visto che alcuni emendamenti delle opposizioni sono stati accolti già in Commissione. In caso di emergenza idrica si può intervenire con i decreti, ma per la concessione gratuita delle acque è necessaria una modifica alla legge nazionale. Con i nuovi bandi e le nuove concessioni, ci saranno investimenti da parte di chi subentra (soggetti privati o misti pubblico-privati a seconda dei casi). La Giunta ha intenzione di mettere in atto una mappatura sull’effettivo stato delle centrali idroelettriche. Probabilmente le concessioni scadute da molto tempo avranno da fare della manutenzione e chi le rileva usando ora delle tecnologie più efficienti, con queste produrrà benefici anche di tipo ambientale. La legge, quindi, porterà vantaggi non solo per le casse regionali, ma anche per l’ambiente e i territori.

N.B. La presente comunicazione è mancante di virgolettati e nomi secondo quanto disposto dall’art.9 c.1 della legge 22 febbraio 2000 n.28 in tema di par condicio nei periodi pre elettorali e referendari.

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