Tipologia articolo Comunicati stampa
Il Consiglio regionale, presieduto da Stefano Allasia, ha approvato a maggioranza la legge per lo sviluppo delle forme associative della Medicina generale. Il provvedimento, presentato per la Giunta dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi, prevede – per il biennio 2021-2022 – uno stanziamento di 10 milioni di euro annui per potenziare le attuali forme associative di “medicina di gruppo” e “medicina di rete” della Medicina generale. I medici che sceglieranno di lavorare in una di queste due modalità associative potranno essere supportati da personale di studio. In particolare, il 60 per cento dei medici potrà disporre di personale di segreteria (oggi sono il 43%) e il 40 per cento di personale infermieristico (oggi sono il 19%). Si prevede inoltre che la Regione adotti un Piano di assistenza territoriale con la costituzione di servizi a gestione infermieristica nell’ambito distrettuale delle Asl e con il potenziamento della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità per implementare i servizi territoriali e domiciliari.
Il disegno di legge, incardinato nella scorsa seduta, ha visto oggi la discussione di 25 emendamenti presentati dall’opposizione: 16 del Pd, primo firmatario Domenico Rossi, 7 di Luv, primo firmatario Marco Grimaldi, e 2 del M5s, prima firmataria Sarah Disabato. È stato approvato all’unanimità dopo modifiche, l’emendamento presentato dal Pd, per prevedere l’applicazione della clausola valutativa al provvedimento per valutarne, con cadenza biennale, l’efficacia e l’impatto sul territorio.
Durante le dichiarazioni di voto, prima della votazione finale, Rossi (Pd) ha dichiarato la non partecipazione al voto del proprio gruppo sottolineando di “non essere contrario agli obiettivi e alle finalità del provvedimento ma di ritenerlo inadeguato e incompleto. Abbiamo provato ancora oggi a migliorarlo chiedendo di includere anche i pediatri di libera scelta e implementando le borse di studio per la formazione dei medici e siamo contrari al finanziamento della legge con fondi destinati al trasporto pubblico locale”.
Il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha definito la legge “un passo per rafforzare la medicina territoriale. Un risultato raggiunto grazie all’operato della Commissione e dell’assessore. La pandemia ha messo in evidenza l’anello debole del sistema sanitario regionale e consentire a medici di base e specialisti di riunirsi e confrontarsi è certamente un servizio al Piemonte. Sarà nostro impegno rimpinguare al più presto i finanziamenti al trasporto pubblico locale perché sappiamo quanto il territorio ne abbia bisogno”.
Per Baolo Bongioanni (Fdi) è “quanto mai necessario rafforzare la medicina del territorio perché la pandemia ha messo in luce la necessità di un sistema territoriale in grado di convivere con quello opedaliero, senza contare che le forme di medicina associate e in rete assicurano una maggiore efficacia ed efficienza delle prestazioni e assicura il passaggio da una medicina d’attesa a una medicina d’iniziativa”.
Grimaldi (Luv) ha definito la legge “incompleta, perché esclude realtà importanti come i pediatri, le borse di studio e le Case della salute e attinge, oltretutto, fondi da voci che dovrebbero essere intoccabili”.
Silvio Magliano (Moderati) ha dichiarato che con “la legge saniamo una mancanza di budget non disponibile quando si cominciò a parlare di Medicina. Bene l’emendamento di minoranza sugli infermieri di comunità. Preoccupa l’assenza di strategia”.
Alessandra Biletta (Fi) ha sottolineato “l’impegno e l’abnegazione dimostrata da tanti medici di famiglia durante la pandemia. L’Assessorato ha svolto un grande lavoro per superare il cortocircuito che si è verificato in tutte le regioni: medicina ospedaliera e medicina territoriale devono essere le due gambe su cui si regge il sistema e la crisi ha offerto la possibilità di cambiare volto alla Sanità piemontese. Auspichiamo un provvedimento analogo anche per i pediatri e per rimediare ai vuoti lasciati dai pensionamenti dei medici di base”.
Per Disabato “il M5s ha dato il proprio contributo in Commissione e in Aula per rendere il provvedimento più aderente alle necessità del territorio. Questa legge non può essere considerata un tassello importante per la riorganizzazione della medicina territoriale perché molte delle proposte fatte per migliorarla non sono state prese in considerazione. Togliere risorse al trasporto pubblico locale è un rischio”.
Per Francesca Frediani (M4o) “la discussione è parzialmente mancata perché la maggioranza è intervenuta poco e ha dato l’impressione che i provvedimenti siano in qualche modo già ‘scritti’ e c’è pochissimo margine per il confronto”.
Ordini del giorno collegati
Al termine della seduta è iniziata la discussione degli undici atti d'indirizzo collegati. Quattro sono stati approvati, gli altri verranno votati nella prossima seduta.
Quello del primo firmatario Raffaele Gallo (Pd) impegna la Giunta regionale a prevedere il reintegro delle risorse regionali per il trasporto pubblico locale come priorità politica di scelta su eventuali fondi nazionali destinati alla regione e/o risorse che si libereranno da eventuali rinegoziazioni di mutui della Regione nel corso del 2021 allo scopo di salvaguardare le risorse destinate al trasporto pubblico locale piemontese, intervenendo se necessario anche nel prossimo assestamento di bilancio".
I due della prima firmataria Biletta (Fi) impegnano la Giunta rispettivamente "ad approfondire la possibilità di estendere meccanismi propedeutici al potenziamento della medicina di gruppo ed in rete anche per i pediatri" e "a ripristinare le risorse stanziate a copertura degli oneri finanziari derivanti dalla legge sullo sviluppo delle forme associative della Medicina generale attinte dagli stanziamenti per il trasporto pubblico locale".
Anche quello della prima firmataria Disabato (M5s) - infine - impegna la Giunta "affinché i fondi regionali destinati al trasporto pubblico locale siano integrati".