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Il Buono servizi lavoro aiuta l’occupazione

Tipologia articolo Comunicati stampa

Materia Lavoro

Data pubblicazione
Impiegato al lavoro

Il tasso di occupazione di chi riceve la misura del Buono servizi lavoro è, dopo 24 mesi, superiore del 26% circa rispetto a chi non ne beneficia, un dato in linea con statistiche effettuate anche a livello internazionale per simili incentivi.
È quanto emerso da uno studio di valutazione sulle politiche attive del lavoro presentato dall’Istituto ricerche economico sociali (Ires) al Comitato per la qualità della normazione, presieduto da Alessandra Biletta.
Il buono viene assegnato a persone disoccupate over 30, con ammortizzatori sociali o meno, e ha l’obiettivo di inserirle nel mondo del lavoro attraverso servizi di orientamento, attivazione di tirocini extracurricolari e incontro di domanda/offerta.
Il gruppo di ricerca Ires, costituito da Maria Cristina Migliore, Luigi Nava, Samuele Poi e Gianfranco Pomatto, ha inoltre rilevato che la quota di utenti inseriti in azienda non è differente tra chi viene preso in carico da soggetti profit oppure non profit e si attesta intorno al 23%.
Significativa è invece la differenza della modalità con cui avviene l’ingresso in azienda: 90,6% attraverso contratto di lavoro a tempo determinato fino a 6 mesi in caso di soggetti profit, 58,9% con tirocinio per i soggetti non profit. I contratti a tempo indeterminato, entro i due anni, sono invece "una quota limitata e pressocché trascurabile di casi".
Questo avviene, ha spiegato il gruppo di ricerca, perché i soggetti profit si avvicinano di più alle esigenze del mondo del lavoro, mentre il terzo settore ha minore radicamento nei settori produttivi e ha più capacità assunzione nel sociale, ad esempio nei servizi alla persona.
Sono limitate le differenze relative al titolo di studio e i soggetti non profit hanno una maggior quota di donne e over 50.
Infine, i sistemi digitali (messaggistica, videoconferenza e altro) che hanno preso piede dopo la pandemia hanno avvicinato i destinatari residenti in particolari aree geografiche che non avrebbero potuto sostenere lo spostamento e le donne, ma vanno calibrati - a detta di Ires - per non generare esclusione nei confronti delle persone con scarse competenze digitali e bassa scolarizzazione.
Durante la seduta sono intervenuti per approfondimenti la presidente Biletta e il consigliere Silvio Magliano (Moderati).

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