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In 48 scuole si studierà il cyberbullismo

Tipologia articolo Comunicati stampa

Data pubblicazione

Cyberbullismo: saranno 48 le scuole piemontesi coinvolte nella prima ricerca sul campo, che punta a studiare in modo approfondito il fenomeno delle molestie tra minori attraverso la rete. Si tratta di una ricerca pilota, voluta dal Corecom Piemonte e coordinata dall’Università, che rientra tra le iniziative al via grazie all’approvazione del protocollo d’intesa, promosso appunto dal Corecom, e sottoscritto da Giunta regionale, Università degli Studi di Torino e del Piemonte Orientale, Tribunale dei Minorenni, Garante regionale per l’infanzia e Ufficio scolastico regionale.
“Come Corecom ci siamo sempre occupati della tutela dei minori in rapporto ai media tradizionali”, ha sottolineato il presidente del Comitato Alessandro De Cillis. “Le problematiche che emergono dai nuovi media ha richiesto un passo in più, come ci è richiesto dalla legge regionale. Per questo motivo, come coordinatori dell’osservatorio, abbiamo voluto sottoscrivere un’intesa con alcune delle più importanti istituzioni piemontesi con l’obiettivo di portare avanti un lavoro corale che affronti il fenomeno da tutti i punti di vista”.
In questa prima fase di sperimentazione verranno raccolti i dati con metodologia scientifica, “mettendo al centro i ragazzi e il loro punto di vista”, ha spiegato la professoressa Anna Rosa Favretto che coordinerà la ricerca.
Il protocollo impegna i soggetti a mettere in rete tutte le loro competenze per organizzare iniziative pubbliche, attività di monitoraggio, attività di approfondimento e ricerca.

Per il consigliere segretario delegato al Corecom, Gianluca Gavazza, "in passato una maldicenza impiegava anni a diffondersi, oggi con internet, viaggia tutto velocemente, a volte troppo. Noi rappresentanti delle istituzioni dobbiamo essere di supporto alle forze dell’ordine e alla scuola. È bene fare informazione e prevenzione, ma è fondamentale promuovere l'educazione al rispetto dei valori della Costituzione, della religione e della famiglia attraverso cui costruire delle forti identità. Il male non è solo di chi lo fa, è anche di chi, potendo impedire che lo si faccia, non lo impedisce”.
“Per noi è un bel giorno - ha spiegato il consigliere segretario Giorgio Bertola, delegato al Corecom - perché confermiamo il nostro impegno contro il cyberbullismo. Ci siamo dotati di una legge nel 2018 che ha dato un ruolo ai soggetti coinvolti, questo protocollo ci spinge non solo a dare attuazione alla norma ma anche a trovare risorse all’interno del bilancio, specie in un momento in cui non è facile reperirle. Maggioranza e opposizione insieme devono continuare a tenere alta l’attenzione”.“I nostri ragazzi - ha sottolineato l'assessore regionale all'Istruzione, Elena Chiorino - sono sottoposti a importanti stimoli provenienti dalla rete, positivi per molto aspetti, ma anche pericolosi per altri versi. I dati in aumento sui fenomeni del bullismo e del cyberbullismo impongono alle Istituzioni uno sforzo maggiore e condiviso per fronteggiare i rischi e soprattutto per prevenire reati oggi perseguibili, grazie all'approvazione di leggi specifiche. Le famiglie degli studenti hanno il diritto di sapere che i propri figli, all'interno delle scuole piemontesi, sono tutelati anche da questo punto di vista, così come per tutto il resto. Obiettivo dell'assessorato è infatti quello di  garantire un ambiente scolastico sereno, finalizzato alla normale funzione educativo-formativa della scuola”.
"Come assessorato alla Sanità siamo disponibili a collaborare ai programmi di sostegno rivolti ai minori vittime di bullismo e di cyberbullismo ed ai progetti finalizzati all’inclusione e alla responsabilizzazione degli autori di questi atti - ha sottolineato l'assessore Luigi Icardi - è un fenomeno, purtroppo in crescita, che può essere contrastato, con un approccio multidisciplinare, solo attraverso un forte intervento preventivo e un’azione congiunta tra i vari soggetti che si occupano di questi temi.”
“La legge sta camminando e non è rimasta sulla carta, questo ci conforta -  è la riflessione di Domenico Rossi, primo firmatario della legge 2/2018 - questo protocollo ci metterà in condizione di fare ancora meglio. Il “patentino” nell’uso dello smartphone è un’esperienza che sta crescendo, anche questo elemento potrà essere valorizzato”.
“Come Università di Torino abbiamo il dovere di promuovere tra i giovani maggiore consapevolezza per contrastare il fenomeno del cyberbullismo che è purtroppo sempre più diffuso ed esteso fra le giovani generazioni con cui ci confrontiamo quotidianamente” è l’impegno del rettore Stefano Geuna. “È volontà del nostro Ateneo avviare una politica di contrasto ai bullismi e diffondere la conoscenza del fenomeno delle violenze di rete, con la ricerca che avvieremo con l’Università del Piemonte Orientale costruiremo un modello di monitoraggio del fenomeno da estendere alle scuole del territorio piemontese”.
Per la procuratrice per i Minori presso il Tribunale di Torino, Emma Avezzù, “la procura interviene quando il danno è fatto, cioè quando c’è un reato. Non sempre il cyberbullismo può dar luogo a reati. Grazie a questo protocollo saremo attivi nella formazione e nell’informazione, sarà fondamentale il lavoro continuo nelle scuole sui rischi che si corrono. Le famiglie lamentano ancora qualche elemento di minimizzazione da parte degli istituti, che invece devono essere in prima linea”.
La neo Garante regionale per l’infanzia, Ylenia Serra, ha richiamato il suo compito di “messa a disposizione tutte le informazioni e le segnalazioni che arriveranno, collaborando con le scuole sui temi del rispetto dei diritti dei fanciulli e degli altri. È fondamentale non colpevolizzare la rete, che invece è uno strumento importante, ma dobbiamo diffondere la cultura dell’uso consapevole. Dobbiamo principalmente evitare l’isolamento delle vittime”.
Per Leonardo Filippone dell’Ufficio scolastico regionale “questo protocollo arriva nel momento giusto, non avevamo uno strumento di monitoraggio quantitativo e qualitativo che ci potesse aiutare a comprendere meglio il fenomeno e a capire la bontà dei nostri interventi. Non dobbiamo nascondere il rischio che alcuni istituti minimizzino per non finire sui giornali”.
Elena Ferrara, già parlamentare e prima firmataria della legge nazionale, ha concluso con “la soddisfazione del lavoro fatto di concerto tra le due norme, centrale e regionale. Da anni sto lavorando per raccogliere il messaggio di Carolina, una delle vittime del fenomeno. Con la ricerca vogliamo rendere protagoniste le scuole anche nella seconda fase, responsabilizzando istituti e studenti”.

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