Ossola, delegazione chiede di “dimezzare i lupi sul territorio”

Tipologia articolo Comunicati stampa

Materia Montagna

Data pubblicazione
Audizione in congiunta: “Come hanno fatto in Francia, poi abbattimenti annui del 20%”.
Ossola, delegazione chiede di “dimezzare i lupi sul territorio”

“La prima urgenza è quella di ridurre di almeno la metà i lupi che abitano il nostro territorio, dopodiché bisogna mantenere stabile il loro numero con le stesse modalità adottate al di là delle Alpi dalle autorità francesi”. Lo ha detto una delegazione dell’Ossola per un approfondimento sull'impatto economico, sociale ed ambientale del lupo sul territorio montano in una congiunta tra terza e quinta Commissione, sotto la presidenza di Claudio Sacchetto. La delegazione era composta da Vittoria Riboni Commissaria dell'Ente, Luca Maria Battaglini professore di UniTo, Lilia Garnier assessore del Comune di Villar Pellice, Giovanni Dalmasso presidente Coordinamento pastori d'Italia, Marco Bruzzone portavoce Agricoltori autonomi d'Italia, Gesine Otten presidente Comitato salvaguardia allevatori Vco. Riboni specifica che il suo ruolo "è stato soprattutto di tramite tra le associazioni della delegazione (pastori, agricoltori, allevatori) e la Commissione, gli abbattimenti sono una loro particolare richiesta".

“Autorizzando l’abbattimento annuo del 20% dei lupi che corrisponde alla normale percentuale di incremento dei branchi, si potrà mantenere un controllo sui numeri – hanno aggiunto -. Bisognerebbe anche consentire ai pastori di essere armati, in modo da poter difendere le greggi dai lupi che si avvicinassero eccessivamente. Sarebbe pure necessario che le visite di accertamento dei veterinari fossero espletate in tempi brevi e i risarcimenti venissero pagati rapidamente. Ristori che dovrebbero tener conto della reale entità del danno subito dagli allevatori”, hanno concluso.

Hanno preso la parola per chiarimenti il Marco Protopapa (Lega), Monica Canalis (Pd) e Sarah Disabato (M5s).

Centro di castanicoltura della Regione Piemonte

In precedenza si era svolta l’audizione del “Centro di castanicoltura della Regione Piemonte, che è riconosciuto come infrastruttura di riferimento, per diverse attività specifiche, nell’ambito della ricerca a livello nazionale. Nel 2027 il centro ospiterà i più importanti esperti internazionali per il Convegno mondiale sul castagno”, come è stato spiegato nel corso dell’audizione tenutasi in terza Commissione.

La richiesta principale della delegazione, composta dai professori di UniTo, Gabriella Mellano e Gabriele Beccaro, è che Regione e Università appoggino “il formale riconoscimento della struttura come centro nazionale, attraverso un’interlocuzione con il ministero”.

Il Centro, che ha sedi a Torino e Chiusa Pesio, è sorto nel 2003 per iniziativa di Regione Piemonte, Università di Torino e Comunità Montane locali, scommettendo sulle potenzialità della castanicoltura fortemente legate al territorio e alle sue tradizioni. La struttura è stata successivamente riconosciuta con una legge regionale del 2009 e aggrega enti e soggetti privati interessati alla castanicoltura. Lo scopo è quello della ricerca e della sperimentazione ma, soprattutto, quello di trasferire agli operatori le migliori innovazioni tecnologiche del settore.

Nel corso dell’audizione sono intervenuti per chiarimenti Protopapa e Giulia Marro (Avs).

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