Tipologia articolo Comunicati stampa
Mercoledì 5 Maggio, 76° anniversario della liberazione del lager di Mauthausen, l’Associazione “La Memoria Viva - Umanità senza confini” di Castellamonte (To) presenterà il documentario “Da Adolescente a Stück 76430”, dedicato a Marcello Martini, il più giovane deportato politico italiano.
L’evento, con il patrocinio del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, si articolerà nell’arco della giornata con una serie di iniziative che si svolgeranno nel rispetto rigoroso delle norme imposte dalla pandemia.
Dalle 15.00, sui canali Facebook e Youtube del Consiglio e sul sito dell’Associazione (www.lamemoriaviva.it) verrà presentato in prima visione il docufilm che rimarrà in seguito a disposizione di tutti per la libera visione.
Al termine della presentazione (16.30 ca.), in diretta streaming sul sito de La Memoria Viva si terrà un incontro virtuale dal titolo “76430, il dovere della testimonianza”. Interverrà il vicepresidente del Consiglio Mauro Salizzoni.
Dalle ore 9.00 alle ore 13.00, presso l’ufficio postale di Castellamonte, sarà disponibile un annullo filatelico speciale predisposto da Poste Italiane per ricordare la figura di Martini.
Marcello Martini è scomparso a 89 anni il 14 agosto del 2019. Nato a Prato il 6 febbraio del 1930 fu, a soli 14 anni, il più giovane tra i deportati politici italiani sopravvissuto al campo di Mauthausen, dove era stato registrato con il numero 76430, prima di essere assegnato ai lavori forzati nell’industria bellica tedesca nel sottocampo di Hinterbrühl.
Martini si trovò coinvolto giovanissimo con la sua famiglia nelle attività clandestine di resistenza al nazifascismo, in sostegno all'emittente clandestina Radio CORA. Il padre di Marcello, Mario Martini, da sempre repubblicano e antifascista, era comandante militare della zona di Prato in rappresentanza del Cln locale, con il nome di battaglia "Niccolai".
Quando le attività della radio clandestina furono scoperte nel giugno 1944, anche l'intera famiglia Martini fu arrestata a Montemurlo (dove erano sfollati), con l'eccezione del padre che riuscì a fuggire. Mentre la mamma e la sorella furono detenute al carcere di Santa Verdiana a Firenze (dal quale furono fatte evadere dai partigiani circa due mesi dopo), Marcello fu subito trasferito al campo di Fossoli e successivamente deportato nella fortezza del lager austriaco di Mauthausen.
Pochi mesi prima della sua scomparsa, nel corso di una lunga intervista, aveva raccontato tutta la sua vita, dai giorni dell’arresto fino alla liberazione, e poi alla decisione di impegnarsi nel raccontare ai giovani l’orrore e l’infamia della deportazione. Il dovere della testimonianza lo appassionò, rendendolo protagonista di innumerevoli incontri e viaggi con gli studenti fino alla fine. Il racconto della sua vita, contenuto nel docufilm, è arricchito dai commenti della famiglia - la moglie, professoressa Mariella Meucci, e la figlia Alessandra - introdotti dall’attrice Margherita Fumero che nell’altro docufilm prodotto dall’Associazione canavesana (“70072: la bambina che non sapeva odiare”) ha interpretato Lidia Maksymowicz, collegando così idealmente Auschwitz-Birkenau a Mauthausen, l’indelebile numero 70072 di Lidia con il 76430 di Marcello. Molti giovani hanno conservato un ricordo indelebile di Marcello Martini e nel documentario lo restituiscono con una serie di testimonianze appassionate e commoventi.
Il documentario e la registrazione dell’incontro “76430, il dovere della testimonianza”, verranno messi a disposizione di tutte le scuole ed enti che ne faranno richiesta, e rimarranno per sempre negli archivi dell’ Associazione e usufruibili liberamente on line.
Riapertura della mostra "75 anni dopo. Torino liberata nelle fotografie di Felix de Cavero"
Riapre al pubblico al Polo del ‘900 fino al 16 maggio la mostra “75 anni dopo. La liberazione di Torino nelle fotografie di Felix De Cavero” curata da Luciano Boccalatte e Paola Boccalatte, con la collaborazione di Paola De Cavero.
La mostra è visitabile in Galleria delle Immagini (corso Valdocco 4/a) dalle ore 10.00 alle ore 18.00 da martedì a domenica (1 e 2 maggio chiuso), prenotazione obbligatoria 011.01120780 o receptionsancelso@polodel900.it.
Ritornano – o meglio ritorna la presenza di un artista – le immagini scattate dal pittore Felix De Cavero nel corso della sua esperienza partigiana. I torinesi dell’agosto 1945 videro qualche fotografia esposta nella prima mostra della Resistenza che De Cavero aveva allestito su incarico del Comitato di liberazione nazionale.
La mostra presenta la serie di immagini scattate dal pittore nei giorni della liberazione di Torino. È parte della produzione di De Cavero, tra i rari fotografi della Resistenza, di un eccezionale corpus di diverse centinaia di fotogrammi: con la sua Leica 1:1,2 egli ha colto con l’occhio attento e partecipe dell’artista volti, momenti e avvenimenti della vita partigiana nelle Langhe fino alla discesa su Torino nell’aprile 1945.
L’attuale esposizione vuole essere un primo passo per diffondere presso un pubblico più vasto l’intera opera fotografica, a partire dalla più consistente serie di immagini delle Langhe, di un artista della Resistenza.
Le fotografie esposte provengono dall’Archivio privato Paola de Cavero, notificato dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica per il Piemonte e la Valle d’Aosta.
La mostra è proposta da: Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea; Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà; Archivio nazionale cinematografico della Resistenza e Polo del ‘900, e resa grazie al sostegno del Consiglio regionale del Piemonte – Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e di principi della Costituzione repubblicana.
fmalagnino