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Legge sulle cave, iniziata la votazione

Tipologia articolo Comunicati stampa

Materia Ambiente

Data pubblicazione
Con i tempi contingentati ha preso il via l’esame del testo. Maggioranza a favore, opposizione contraria.
Con i tempi contingentati ha preso il via l’esame del testo. Maggioranza a favore, opposizione contraria.

Il Consiglio regionale ha iniziato ad esaminare la modifica della legge che disciplina le attività estrattive e consente la formulazione del relativo Piano (Prae). È stato poi votato il primo articolo sui due totali.

“Il Prae è uno strumento di programmazione territoriale per il settore estrattivo – ha spiegato nell’illustrazione l’assessore Andrea Tronzano - che non ha precedenti in Piemonte e che permetterà agli operatori del settore di avere chiarezza rispetto agli sviluppi futuri delle attività e di programmare gli investimenti sul fronte dell'innovazione tecnologica, della transizione ecologica e del recupero naturalistico. Il disegno di legge di modifica della 23/2016 consente di approvare il Prae (approvazione che avverrà successivamente) per stralci, ovverosia a comparti, dal momento che sul primo e terzo è stato concluso l’iter, mentre per il secondo, quello dedicato alle pietre ornamentali, è necessario svolgere ulteriori approfondimenti”.

I lavori d’Aula si svolgono con i tempi contingentati su richiesta della Giunta regionale.

Sono intervenuti diversi consiglieri in discussione generale.

Alberto Preioni (Lega) ha parlato di “un disegno di legge fondamentale per un comparto importantissimo che riguarda i poli del Vco e di Bagnolo della Luserna che sono gli unici due poli estrattivi di pietra ornamentale rimasti in Piemonte. In Val d’Ossola c’erano oltre 200 cave ma adesso ne è rimasta solo una ventina. Si tratta di aziende solide, con un importante indotto, che esportano in tutto il mondo”.

Silvana Accossato (Luv) ha affermato che “gli stralci previsti da questo Ddl snaturano la visione d’insieme prevista dalla legge 23 del 2016. Più che entrare nel merito dei problemi viene dato un brutto segnale elettorale”.

“Il Ddl è stato contingentato anche se non vi è stata discussione in Commissione – ha lamentato Giorgio Bertola (Ev) -. Le ragioni di questa proposta della Giunta risiedono nel disastroso tentativo di stesura del Prae che si era incagliato e nelle promesse elettorali”.

Questo Ddl consacra cinque anni fallimentari – ha detto Maurizio Marello (Pd) –. A fine legislatura in tutta fretta proponete gli stralci pur di riuscire a fare qualcosa, snaturando la legge del 2016”.

Secondo Domenico Rossi (Pd), “le poche righe di relazione al Ddl, che non entrano nel merito, sono al limite dell’offensivo. Si ignorano gli anni di lavoro che hanno portato all'approvazione della legge regionale e alla prima versione del PRAE e i rilievi della VAS. In questa maniera avremo settori coperti dalla pianificazione altri no creando una discriminazione tra le imprese senza contare i problemi di natura paesaggistica".

“Con questo provvedimento si crea confusione – ha dichiarato Sean Sacco (M5s) – e la Regione non si comporta da arbitro tra le necessità di tutela ambientale e le richieste imprenditoriali e si è sbilanciati a favore delle esigenze del mercato”.

Francesca Frediani (M4o-Up) ha sottolineato la necessità di affrontare la modifica della legge sulle cave “con grande attenzione e responsabilità perché si tratta di un comparto facilmente nel mirino della criminalità, al di là della onestà degli imprenditori”.

L’assessore Tronzano ha replicato: “Il Ddl non modifica l’impianto della legge sulle attività estrattive. Poter disporre di una programmazione di ampio respiro da qui a dieci anni da non solo sicurezza a chi opera nel settore ma tutela gli interessi della Regione da tutti i punti di vista, anche quelli della tutela ambientale”.

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