Tipologia articolo Comunicati stampa
Materia Sociale
Divari salariali e criticità nell’ accesso delle donne alle posizioni lavorative apicali, welfare ancora insufficiente per la conciliazione di famiglia e lavoro, barriere culturali e sociali nel conseguimento della parità di diritti. Di questi problemi, ma anche di possibili strade e soluzioni per risolverli si è parlato oggi nel convegno “Lavoro al femminile, dal Quarto Stato a oggi. Fra diritti acquisiti e prospettive future”, organizzato al Museo nazionale del Risorgimento dal Consiglio regionale con il Comitato Resistenza e Costituzione, la Consulta delle Elette e la Consulta femminile regionale. Il titolo dell’incontro, moderato dalla giornalista Mariateresa Martinengo, faceva esplicito riferimento al celebre dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo che colse magistralmente lo spirito delle prime rivendicazioni di diritti da parte di lavoratori e lavoratrici. “Il Quarto Stato è un’opera non descrittiva di un episodio particolare ma assolutizza un valore collettivo e lo fa guardando indietro a illustri precedenti della storia dell’arte aprendosi al tempo stesso al futuro. È realista, moderno ma inserendosi all’interno di un discorso culturale dà dignità alla classe lavoratrice”, ha spiegato la storica dell’arte Aurora Scotti, già ordinaria di Storia dell’architettura al Politecnico di Milano, illustrando la genesi del dipinto. Dall’arte alle leggi la riflessione è poi proseguita con Valeria Marcenò, ordinaria di diritto costituzionale all’Università di Torino che ha messo l’accento sulla necessità di non dare per scontati i diritti acquisiti: “I diritti bisogna sostenerli e viverli, non è solo un fatto di leggi ma anche di cultura. E promuovere la parità non significa cercare l’omologazione fra uomo e donna bensì mettere in evidenza le differenze”. Le trasformazioni avvenute nel mercato del lavoro dal 1970 in poi sono state tracciate da Sonia Bertolini, ordinaria di sociologia del lavoro all’Università di Torino, che ha messo in evidenza come la maggiore permanenza delle donne nel mercato del lavoro abbia modificato i modelli familiari, benché ancora permangano divari nei carichi di lavoro e cura fra uomo e donna, nei livelli di guadagno, nella possibilità di fare carriera. “Occorre quindi agire con leggi e regolamentazioni sia sugli aspetti culturali, sia sulla diffusione di maggiori servizi per la cura, oppure rivedere il posto del lavoro nella società”, aggiunge la sociologa.
A introdurre i lavori sono stati i saluti istituzionali del vicepresidente Domenico Ravetti, della consigliera segretaria Valentina Cera, della presidente della Consulta femminile regionale Ornella Toselli, della sottosegretaria alla Presidenza della Giunta regionale, Claudia Porchietto e infine della presidente del Museo nazionale del Risorgimento Luisa Papotti, che ha osservato il gesto importante della donna dipinta in primo piano nel Quarto Stato, un gesto che invita ad avanzare, consapevole dei propri diritti.
Dichiarazioni
Davide Nicco, presidente del Consiglio regionale del Piemonte
“Le donne hanno un ruolo ed un valore insostituibile nella costruzione e nella tenuta sociale delle nostre comunità. Per questo le iniziative organizzate dal Museo Nazionale del Risorgimento, insieme alla Consulta delle Elette e Consulta Femminile, e al Comitato Resistenza e Costituzione, sono occasioni di riflessione sul cammino delle donne nel mondo del lavoro, dai primi movimenti di rivendicazione sociale, fino alle sfide attuali legate alla parità di genere, all’equità salariale e alla conciliazione tra vita e lavoro. Festeggiare l’8 marzo significa rinnovare un impegno concreto per abbattere disuguaglianze che ancora oggi limitano il pieno riconoscimento delle capacità delle donne all’interno della nostra società. Il Consiglio regionale è convintamente impegnato a promuovere politiche di valorizzazione del talento femminile e sostegno al lavoro dignitoso, affinché il loro contributo sia pienamente riconosciuto come volano di crescita per tutto il nostro Piemonte”.
Domenico Ravetti, vicepresidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione
“Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo è uno dei dipinti più famosi della storia, simbolo delle lotte operaie e dei grandi cambiamenti sociali ed economici a cavallo tra Ottocento e Novecento. In quella tela è ritratta in prima fila una figura femminile. Quella donna, che tiene in braccio un bambino, si chiamava Teresa Bidone, ed era la moglie e la musa del pittore. Oggi a Volpedo, in piazzetta Quarto Stato, possiamo vedere la mattonella che indica la posizione esatta in cui Teresa posò durante la realizzazione dell’opera. La sua figura ha avuto uno straordinario successo, è stata ripresa in tanti manifesti sindacali e politici durante tutto il Novecento. Ora come allora quella donna è un simbolo universale dei diritti dei lavoratori. Sono felice che tra i relatori del convegno dedicato all’8 marzo vi sia la professoressa Aurora Scotti, presidente dell’associazione Pellizza da Volpedo, che porta avanti con rara competenza e grande passione lo studio e la divulgazione dell’opera, della vita e degli ideali del grande artista tortonese”.
Valentina Cera, consigliera segretaria del Consiglio regionale, delegata alla Consulta Elette e alla Consulta Femminile
“Quando si parla della condizione lavorativa delle donne e della parità di genere, i dati continuano a evidenziare un divario significativo: le donne, pur essendo in media più istruite, guadagnano meno, faticano ad accedere a posizioni dirigenziali e si fanno carico in misura prevalente del lavoro di cura familiare. È fondamentale che le istituzioni si facciano carico del contrasto a queste disparità con misure concrete, investendo nelle politiche attive di parità, nel contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere. L'8 marzo non deve essere solo una giornata retorica, ma un'occasione per rinnovare l’impegno collettivo nella costruzione di una società più equa e giusta”.
Ornella Toselli, presidente della Consulta Femminile del Piemonte
“Questo convegno ci fornisce lo specchio di quanto avviene nel nostro paese in tema donne e lavoro. Un tema complesso in cui si intersecano le esigenze del mondo produttivo, le esigenze familiari, le ambizioni delle donne, la loro ricerca di indipendenza economica, gli stereotipi e i condizionamenti che portano a un tutt'ora persistente divario nell'affermazione e nella presenza di donne e uomini nel mondo del lavoro. La strada per favorire l'indipendenza delle donne e il pieno riconoscimento dei loro talenti e del loro ingegno è ancora lunga".
Claudia Porchietto, sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale
“I diritti non sono mai acquisiti ma bisogna sempre difenderli. Le donne con i loro molteplici ruoli hanno un carico di responsabilità sempre più grande e quindi dovrebbero guadagnare il 20% in più degli uomini e non il 20% in meno come spesso ancora accade. Il mio augurio alle giovani è quello di non dover più combattere come hanno fatto le generazioni di donne e di lavoratrici precedenti per qualcosa che dovrebbe essere naturale”.