Tipologia articolo Comunicati stampa
All’ordine del giorno della seduta odierna del Consiglio regionale, l’illustrazione in Aula delle relazioni annuali del Difensore civico Augusto Fierro e dei Garanti regionali per l’infanzia e l’adolescenza Ylenia Serra, per le persone detenute Bruno Mellano e per i diritti degli animali Enrico Moriconi.
Il Difensore civico regionale – Anziani legati a letti e carrozzine in alcune Rsa
In apertura del proprio intervento Augusto Fierro ha illustrato “i risultati dell’indagine svolta nel 2019, la prima del suo genere in Italia, in cui è emerso come Rsa e case di cura del Piemonte facciano ancora largo uso di strumenti di contenzione meccanica per tenere gli ospiti legati a carrozzine, sedie o letti in nome della sicurezza: una pratica illecita, condannata senza riserve dal Comitato nazionale di bioetica e che in alcune zone d’Italia è stata superata grazie e investimenti e personale adeguato”.
Il garante ha poi evidenziato “come le esigenze di cura e di assistenza soppiantino spesso qualunque altra modalità di approccio al tema della vecchiaia avanzata e della fragilità che, considerate come disabilità, vengono in troppi casi ‘istituzionalizzate’ al dichiarato scopo di proteggere gli anziani anche quando condizione sia da essi vissuta come insopportabile” e si è soffermato sulla necessità di uscire dall’abuso di istituzionalizzazione degli anziani.
Tra gli altri temi trattati, la necessità di una nuova disciplina per l’Ufficio del Difensore civico, “in grado di aggiornare le regole che ne disciplinano l’attività e di valorizzarne più marcatamente l’autonomia e l’indipendenza, requisiti irrinunciabili per garantire autorevolezza alla difesa civica”.
Nel dibattito sono intervenuti Alberto Avetta (Pd), che ha indicato “la settima Commissione come sede di confronto per una riflessione da sottoporre al legislatore nazionale sul ruolo del Difensore civico e sui suoi poteri effettivi”.
Silvio Magliano (Moderati) ha sottolineato che “i dati su Rsa e contenimento forzato indicano l’esistenza di un tema aperto sul quale la politica deve intervenire”.
Per Marco Grimaldi (Luv) “la relazione del Difensore civico rappresenta una sorta di ‘cronaca di una strage annunciata’ rispetto a quanto accaduto nelle Rsa nel corso della pandemia perché non siamo riusciti a proteggere i luoghi che dovevano essere più invulnerabili perché ospitavano le persone più vulnerabili”.
Per Giorgio Bertola e Francesca Frediani (M4o) quanto dichiarato dal Difensore “ci chiama in causa come legislatori regionali e chiama in causa anche il legislatore nazionale nella difesa dei diritti umani”.
La garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza – Il problema dell’abbandono scolastico, accentuato dalla pandemia
“Tra le attività del 2019, l’ambito del diritto all’istruzione merita un’attenzione particolare, alla luce delle ripercussioni della pandemia e del persistere delle limitazioni conseguenti” è l’incipit della relazione presentata dalla Garante per l’infanzia e l’adolescenza Ylenia Serra in Aula.
“Sono state 82 le segnalazioni pervenute, di cui 29 relative ai minori non accompagnati – ha spiegato –. Delle restanti, la maggioranza ha riguardato il diritto allo studio e l’assistenza ai minori con disabilità o problemi di salute cronici, il regime dell’affidamento e dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria, le problematiche con le strutture sanitarie e assistenziali e le questioni scolastiche di vario genere”.
Un accento particolare è stato posto alla povertà educativa e all’abbandono dell’obbligo scolastico che in Piemonte si manifesta già a partire dalla scuola media, con dati più alti del resto del paese. Nel corso dell’anno scolastico 2017-2018, secondo i dati del Miur, ha smesso di frequentare lo 0.4% degli allievi, contro lo 0.3% a livello nazionale, e nel passaggio all’anno scolastico successivo, sempre all’interno del medesimo ciclo, si è poi perduto un ulteriore 0.3%.
La situazione peggiora con il passaggio alla secondaria superiore, dove nella sola estate del passaggio alle superiori la percentuale di rinuncia alla scolarizzazione è di un ulteriore 0,51%, contro lo 0.45 del livello nazionale. Un altro 4% di ragazzi piemontesi lascia lungo l’anno scolastico o nel corso dell’estate successiva.
“È importante sottolineare quanto la pandemia abbia aggravato le difficoltà già presenti, sia di natura economica o di inadeguatezza dell’infrastruttura e delle dotazioni digitali, sia di bisogni educativi speciali, disabilità, necessità di seguire percorsi e programmi personalizzati. Inoltre il fenomeno risente anche di una crescente fragilità del welfare famigliare”, ha concluso la garante.
Gli effetti della pandemia sono stati al centro del dibattito successivo.
Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha chiesto che “nella prossima relazione vengano approfonditi, attraverso dei focus, alcuni temi emersi, in particolare la dispersione scolastica”.
Per Monica Canalis (Pd) “vedremo gli effetti sulle disuguaglianze nei mesi a venire, è fondamentale la collaborazione tra diversi attori. Apprezziamo la continuità del lavoro con la precedente garante”.
È fondamentale il lavoro in sinergia tra Consiglio e Giunta - ha spiegato Sara Zambaia (Lega) - per garantire la serenità dei bambini, qualsiasi problematica dei minori deve essere seguita tempestivamente”.
Marco Grimaldi (Luv) ha sottolineato “l’effetto detonatore della pandemia sulle disuguaglianze e ha generato problemi di disagio emotivo e comportamentale tra i giovani”.
“Abbiamo pensato troppo ai ragazzi in relazione alla scuola e alle riaperture - è la riflessione di Francesca Frediani (M4o) - a loro sono mancate anche la socialità e il divertimento”.
In conclusione Mario Giaccone (Monviso): “durante l’emergenza sanitaria la possibilità di accesso a formazione ed educazione non è stata equa, non è stata garantita a chi è in condizione di disagio”.
Il garante regionale per le persone private della libertà – in Piemonte 4.113 detenuti per 3.700 posti effettivi e 17.000 persone in esecuzione esterna
Bruno Mellano ha iniziato la propria relazione sottolineando che il suo essere “garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale implica un raggio d’azione assai maggiore rispetto ai soli detenuti includendo, per esempio, la sicurezza (fermi amministrativi e nelle camere di sicurezza), il controllo dei migranti e il monitoraggio dei rimpatri forzarti, l’area sanitaria come le Rems e, soprattutto durante la pandemia, le Rsa in cui molti parenti di ricoverati accusavano che i loro parenti fossero trattati come detenuti”.
“Quanto siamo riusciti a fare in Piemonte – ha evidenziato – è anche grazie alla Rete regionale dei garanti dei Comuni piemontesi sede di carcere, preziose ‘antenne’ sul territorio per entrare, osservare e intervenire, e alla Conferenza nazionale dei Garanti, con cui si opera in sinergia su temi sensibili”.
Sull’esecuzione penale ha dichiarato che “al momento in Piemonte ci sono 4.113 detenuti per 3.700 posti effettivi e 17.000 persone in esecuzione esterna, che a volte vivono situazioni peggiori che all’interno del carcere. Si tratta spesso di strutture vetuste, nate all’epoca del terrorismo e organizzate con criteri diversi da quelli attuali, basati sul recupero e il reinserimento”.
Una comunità, quella carceraria, “che non include solo detenuti ma operatori, polizia penitenziaria, volontari. Una comunità che necessità, per esempio, di case protette per mamme detenute con bambini, che nascerà a Torino, terza dopo Milano o Roma, di posti per lavorare, studiare, far sì che il tempo della detenzione sia soprattutto tempo di reinserimento e di rieducazione”.
Parlando della pandemia, Mellano ha sottolineato che “anche in Piemonte si stanno effettuando le vaccinazioni. Fondamentale perché spesso si pensa al carcere come a un sistema chiuso, ma che completamente chiuso comunque non è”.
Il dibattito è stato aperto dal consigliere Alessandro Stecco, presidente della Commissione Sanità, che ha sottolineato “la volontà della Commissione di riprendere, terminata l’emergenza Covid, le visite nelle carceri piemontesi. Auspichiamo che Consiglio e Giunta regionale tengano nel debito conto le considerazioni contenute nella relazione per lavorare nell’ottica di un miglioramento della sanità carceraria, di competenza regionale, e di assicurare condizioni di vita migliori”.
Raffaele Gallo e Domenico Rossi (Pd) hanno ricordato come il grado di civiltà di un popolo si misuri anche attraverso il suo sistema carcerario sottolineando “la necessità di interventi e investimenti che possano rendere il carcere sempre più luogo di rieducazione e di reinserimento”.
Francesca Frediani (M4o) ha avanzato la possibilità “per ogni Commissione di approfondire le tematiche inerenti il carcere di propria competenza per poter prevedere gli interventi necessari al miglioramento delle sue condizioni”.
Marco Grimaldi (Luv) ha osservato come “la pandemia abbia contribuito a portare in primo piano contraddizioni che erano già evidenti,esasperando situazioni di vita già difficili e vulnerabilità. Dobbiamo tenere ben presente la parte propositiva della relazione e sforzarci di uscire da una visione carcerocentrica della pena e provare a comprendere che c’è modo e modo di gestire il sovraffollamento”.
Il garante regionale per i diritti degli animali – 8mila cani persi in Piemonte, 4mila restituiti grazie al microchip
Enrico Moriconi ha esordito sottolineando come “il fatto di essere l’unico Garante regionale dei diritti degli animali in Italia confermi il fatto che il Piemonte conserva il proprio ruolo di precursore e di innovatore”.
“Sono 104 – ha spiegato – le segnalazioni ricevute e prese in carico riguardanti complessivamente 10 specie animali anche se la maggior parte hanno riguardato cani e gatti. Si è dedicato grande impegno alla valutazione del rispetto delle leggi che riguardano gli animali e, tra le attività più significative, si segnalano quella per la sterilizzazione delle nutrie nel comune di Torino e il progetto “Salviamoli insieme”, in collaborazione con il Centro animali non convenzionali (Canc) del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Torino, per il recupero della fauna selvatica ferita”.
“Dei circa 8.000 cani giunti annualmente nei canili – ha continuato – circa la metà è stata restituita perché fornita di microchip e quasi altrettanti no perché ancora molti cittadini non li registrano”.
“La zootecnia piemontese – ha aggiunto – ha visto dal 2005 al 2019 una diminuzione del 40% delle aziende di bovini con un numero di capi costante, mentre le aziende suinicole sono aumentate in un solo anno del 13 %”.
Nel dibattito è intervenuta la consigliera Sarah Disabato (M5s) che ha sottolineato “il proliferare di associazioni animaliste e la necessità che la Regione stanzi maggiori risorse per il recupero di animali feriti o in difficoltà”.
Diego Sarno (Pd) ha evidenziato che “molti argomenti proposti nella relazione sono di stimolo sia per questioni regionali sia per questioni di carattere nazionale, dal momento che manca nell’ordinamento italiano manca ancora, per esempio, un codice sul diritto degli animali o la possibilità di inserire gli animali nello stato di famiglia”.
Francesca Frediani (M4o) ha ricordato come “la nostra economia spinga sempre più verso allevamenti che non hanno il benessere degli animali tra i primi obiettivi. Alcune pandemie, però, dovrebbero ricordarci che controlli di qualità che tengano d’occhio il benessere animale vanno a vantaggio anche dell’uomo”.
Per Marco Grimaldi (Luv) “il garante rappresenta un punto di vista e una necessità, svolgendo un compito che richiede cultura, sensibilità e rispetto per la nostra umanità ed è importante dotarlo di strumenti nuovi che possano supportarlo nell’espletamento della propria azione”.
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Relazione dei Garanti e del Difensore civico
