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In ricordo dei martiri della Benedicta

Tipologia articolo Comunicati stampa

Data pubblicazione

Domenica 7 aprile si terrà al Sacrario dei Martiri della Benedicta nel comune di Bosio (Al) la commemorazione del 75esimo anniversario dell'eccidio dell'aprile 1944, che rappresentò una delle pagine più brutali della violenza nazifascista consumate nell'Italia del Nord. Nei pressi dell'ex convento benedettino, oggi collocato nel cuore del Parco regionale delle Capanne di Marcarolo, i partigiani furono trucidati o deportati dai nazifascisti nel corso dell’imponente rastrellamento avvenuto la domenica di Pasqua del 1944.

A partire dalle 9.30, al sacrario della Benedicta, inizieranno le funzioni in ricordo della strage con il saluto dei sindaci di Bosio e Stazzema e la messa celebrata dal Cardinale e Arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco.

Successivamente, dopo i saluti del presidente dell'Associazione "Memoria della Benedicta", del presidente della Provincia di Alessandria e del presidente del Consiglio regionale del Piemonte, l'orazione ufficiale sarà tenuta dalla presidente nazionale dell'Anpi.

Il 7 aprile 1944 ingenti forze nazifasciste circondarono la Benedicta e le altre cascine dove erano dislocati i partigiani e colpirono duramente i giovani, spesso impossibilitati a difendersi per la mancanza di un adeguato armamento e di esperienza militare. Il rastrellamento proseguì per tutto il giorno e nella notte successiva. Molti partigiani, sfruttando la conoscenza del territorio, riuscirono a filtrare tra le maglie del rastrellamento, ma per centinaia di loro compagni non ci fu scampo. In diverse fasi i nazifascisti fucilarono 147 partigiani, altri caddero in combattimento;altri partigiani, fatti prigionieri, furono poi fucilati, il 19 maggio, al Passo del Turchino. Altri 400 partigiani furono catturati e avviati alla deportazione (quasi tutti a Mauthausen), ma 200 di loro riuscirono fortunosamente a fuggire, mentre i loro compagni lasciarono la vita nei campi di concentramento. Il rastrellamento della Benedicta, che nelle intenzioni dei nazisti e dei fascisti avrebbe dovuto fare terra bruciata intorno alla resistenza, non riuscì tuttavia a piegare lo spirito popolare. Anzi, proprio dalle ceneri della Benedicta il movimento partigiano, dopo aver avviato una riflessione anche spietata sugli errori compiuti, riuscì a riprendere vigore: la divisione "Mingo", attiva nell'ovadese, ebbe tra i suoi promotori proprio alcuni degli scampati alla Benedicta. Altri partigiani continuarono la loro esperienza in formazioni della Val Borbera e in altre divisioni partigiane dell'appennino alessandrino. Nel 1996 il Presidente della Repubblica ha conferito alla Provincia di Alessandria la medaglia d'oro al valore militare per l'attività partigiana, con una motivazione che fa espresso riferimento all'eccidio della Benedicta come evento emblematico della Resistenza del nostro territorio.

 

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