Tipologia articolo Comunicati stampa
Nei Comuni riconosciuti ad Alto disagio abitativo - quando sarà approvata la delibera dalla Giunta - i residenti potranno rivolgersi ai Comuni per accedere ai vari benefici previsti (edilizia agevolata, sovvenzionata, Aslo, Fimi, residenze temporanee) con le nuove regole: presentazione dell'Isee, permanenza temporanea massima per 8 anni (con il successivo accompagnamento verso altre soluzioni abitative) e la verifica periodica dei requisiti e della sostenibilità del canone d'affitto.
La Commissione Urbanistica, presieduta da Nadia Conticelli, ha approvato oggi all'unanimità la delibera della Giunta regionale sui criteri da utilizzare nelle politiche di welfare abitativo. Il documento, presentato ai commissari dall'assessore Augusto Ferrari, comprende anche la classificazione dei Comuni del Piemonte secondo le classi di disagio abitativo, la definizione degli ambiti e dei Comuni capofila per le politiche di welfare abitativo (vedi tabella allegata).
La programmazione si basa su alcuni principi fondamentali: le azioni legate alla casa fanno parte a tutti gli effetti delle politiche sociali nel loro complesso, tutte le persone hanno diritto ad una casa, il sostegno pubblico deve essere temporaneo e legato al momento di necessità.
Dai documenti allegati alla delibera emergono alcuni dati: sia a livello nazionale che in Piemonte si registra un surplus di abitazioni, questi alloggi però in molti casi non sono utilizzabili. In Piemonte il 55% degli alloggi si trova infatti all'interno di edifici che hanno più di 40 anni (soprattutto nelle città grandi e medie dove arrivano oltre al 70%): Il fabbisogno abitativo censito dalla Regione nel 2011, contando gli sfratti, le domande per le case popolari e le situazioni di indigenza, superava già le 50mila unità.
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