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Un gruppo di lavoro per la famiglia

Tipologia articolo Comunicati stampa

Data pubblicazione

Costituire un gruppo di lavoro, all’interno della Commissione Sanità, per discutere e approfondire le politiche della famiglia. È la proposta, avanzata dal gruppo Moderati, accolta ieri pomeriggio all’unanimità dalla quarta Commissione, alla presenza dell’assessore regionale alla Famiglia e al Welfare.

L’idea, come ha spiegato il capogruppo dei Moderati, è nata in seguito all’approvazione della legge regionale 16/19 sul "fattore famiglia" ed è condivisa dal Forum delle Associazioni familiari del Piemonte: un’occasione per esaminare il corpus legislativo piemontese e lavorare a nuove proposte in grado di soddisfare le esigenze delle famiglie.

I rappresentanti del gruppi di maggioranza (Lega e Fi) e di minoranza (Pd, M5s, Monviso e Luv) hanno aderito alla proposta sottolineando la necessità di offrire sostegno, non tanto attraverso forme di assistenzialismo quanto con agevolazioni e servizi.

L’assessore al Welfare ha poi svolto un’informativa sul Piano regionale per la non autosufficienza per il triennio 2019-2021. Un Piano che la Regione presenterà per la prima volta al Ministero adeguando la propria normativa a quella dello Stato per poter accedere alle risorse del Fondo nazionale, che per il Piemonte ammontano a 102,2 milioni di euro: 56,7 per il 2020 e 45,5 per il 2021.

Lo scoglio da superare, come ha sottolineato l’assessore, è il fatto che Torino rappresenti una sorta di anomalia, non solo rispetto al resto del Piemonte ma a livello nazionale. Come previsto dalle delibere di Giunta 39/09 e 56/10, infatti, per Torino è previsto che il 50% delle prestazioni di lungoassistenza sia a carico delle Asl per la componente sanitaria (extra Lea) e il restante 50%, la componente sociale, sia coperto in tutto o in parte dal Fondo nazionale. Nel resto del territorio, invece, il 100% della prestazione viene pagata con il Fondo nazionale. Si tratterebbe, dunque, di abrogare le due delibere per eliminare la quota sanitaria e sottoporre tutte le prestazioni domiciliari a valutazione Isee.

Prima di sopprimere le due delibere, ha affermato il Pd, c’è la necessità di delineare quale scenario ci troveremmo ad affrontare.

La valutazione sociale, ha evidenziato invece Luv, dovrebbe essere successiva a quella clinica.

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