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“A Torino il Tribunale europeo dei brevetti”

Tipologia articolo Comunicati stampa

Data pubblicazione

Impegnare la Giunta regionale ad assumere ogni iniziativa utile, in collaborazione con il Comune, per avviare e sostenere la candidatura di Torino come sede europea del Tribunale dei brevetti. In particolare, il Consiglio chiede che il capoluogo ospiti la Corte di prima istanza del Tribunale unificato dei brevetti. Lo richiede l’ordine del giorno approvato questa mattina dall’Assemblea all’unanimità.

Il documento è frutto della fusione di una mozione presentata dal primo firmatario Mario Giaccone (Monviso) e sottoscritta da Pd, Luv e Moderati e di un ordine del giorno presentato dalla prima firmataria Alessandra Biletta (FI) e sottoscritto dalla Lega. Si impegna inoltre la Giunta “a supportare l’iniziativa con un’adeguata campagna d’informazione e di comunicazione e a lanciare un appello a tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale, affinché tale candidatura venga sostenuta trasversalmente a livello politico nell’interesse non solo di Torino ma di tutta la regione, ognuno facendo leva sui propri referenti a livello di governo centrale”. La questione è di stretta attualità poiché il Tribunale doveva insediarsi a Londra, ma la Brexit ha annullato la decisione.

Illustrando l’ordine del giorno Giaccone ha evidenziato che “secondo le proiezioni Ue la ricaduta del Tribunale sul territorio ammonterebbe a oltre 200 milioni di euro” e che “Torino vanta una storica tradizione in brevetti, è un’importante area di brevettazione e la sede dei più importanti studi nazionali di brevetti oltre che di importanti centri di ricerca e innovazione privati e pubblici e di organizzazioni sovranazionali quali la Fondazione europea per la formazione, l’Organizzazione internazionale del lavoro e l’Istituto internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia”.

Biletta ha posto l’accento sul fatto che “il capoluogo piemontese è stato recentemente riconosciuto ‘area complessa di crisi’ e necessita di investimenti. L’arrivo del Tribunale, oltre a stimolare un indotto che varrebbe alcune centinaia di milioni di euro l’anno, avrebbe un evidente peso tecnico e di stimolo all’innovazione per imprese, università e società di ricerca” e che “Torino dispone di numerosi spazi pubblici in zona centrale da destinare velocemente alla struttura, oltre a edifici dismessi e da riqualificare che fanno parte del progetto strategico del Comune ‘Open for business’”.

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