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Suicidio assistito, la Pdl di iniziativa popolare

Tipologia articolo Comunicati stampa

Materia Sanità

Data pubblicazione
Suicidio assistito, la Pdl di iniziativa popolare
Suicidio assistito, la Pdl di iniziativa popolare

Suicidio medicalmente assistito: la Proposta di legge regionale di iniziativa popolare su procedure e tempi per l’assistenza sanitaria è stata al centro della riunione odierna della Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco.

Con il primo firmatario, Davide Di Mauro, sono intervenute Ludovica Poli e Paola Angela Stringa dell’Associazione Luca Coscioni.

“La proposta presentata al Consiglio regionale – ha spiegato Di Mauro – chiede assistenza sanitaria e tempi certi per le persone che rientrano nei quattro parametri stabiliti dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Marco Cappato e Dj Fabo: la capacità di prendere decisioni libere e consapevoli, l’essere affetti da patologia irreversibile fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputa intollerabili, l’essere tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale e l’espressione di un proposito di suicidio formatosi in modo libero, chiaro e univoco”.

Poli ha puntualizzato che "la Pdl non intende introdurre un diritto ex novo ma definire ruoli, tempi e procedure per rendere operativo un diritto già esistente, individuato nella sentenza della Corte costituzionale che ha messo in luce il principio che nella definizione del diritto alla salute di ciascuno uno spazio imprescindibile deve essere dato all’autodeterminazione personale”.

Stringa si è soffermata sul testo della Proposta di legge, che si compone di sei articoli e, in particolare, sull’istituzione della Commissione medica multidisciplinare permanente che dovrà essere istituita dalle Asl per verificare, tra l'altro, la sussistenza dei quattro requisiti in chi richieda di accedere al suicidio medicalmente assistito.

Sarah Disabato, intervenuta con Ivano Martinetti per il M5s, Stringa ha risposto che “come per la sedazione palliativa profonda, anche il suicidio volontario medicalmente assistito dovrebbe essere inserito all’interno dei livelli essenziali di assistenza”.

Domenico Rossi (Pd) Di Mauro ha spiegato che “la prima regione a portare in Aula il provvedimento sarà, il prossimo 16 gennaio, il Consiglio regionale del Veneto. Le Assemblee legislative di Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Abruzzo ne hanno avviato la discussione, quelle di Sardegna, Basilicata e Lazio hanno depositato la proposta su iniziativa di consiglieri regionali o di Comuni, mentre proposte analoghe, ma differenti da quella in discussione anche in Piemonte, sono state presentate in Puglia, Marche e Calabria“.

Silvana Accossato (Luv), ancora Di Mauro ha risposto che ove non sia presente la Commissione medica multidisciplinare permanente a verificare la sussistenza dei quattro requisiti è chiamato il Tribunale.

Rispondendo a Francesca Frediani (Misto-Up) Di Mauro ha illustrato alcune delle motivazioni manifestate più di frequente da coloro che esprimono contrarietà al provvedimento.

Gianluca Gavazza, intervenuto per la Lega con il presidente SteccoDi Mauro ha risposto che “il suicidio medicalmente assistito non necessita di strutture appositamente dedicate ma potrebbe anche essere effettuato nel domicilio del paziente”.

La Commissione ha anche audito – su proposta del consigliere Silvio Magliano (Moderati) – i rappresentanti dell’Associazione italiana nutriti artificialmente (Anna) e dell’Associazione Collare d’oro Ancass (Associazione nazionale cani d’assistenza), che hanno presentato le proprie attività.

In seduta ordinaria – infine – la Commissione ha svolto un approfondimento tecnico sulla tematica inerente i progetti di inserimento etero familiare supportato di adulti (Iesa).

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