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Nessun licenziamento al 118

Tipologia articolo Comunicati stampa

Data pubblicazione

“Rincresce che un’operazione come quella messa in atto dalla Regione per consentire la stabilizzazione dei medici che prestano servizio sulle ambulanze del 118 con contratti a tempo determinato sia stata impugnata dal Governo, scatenando dubbi e angosce nei lavoratori che ne avrebbero beneficiato. La Regione, comunque, non si arrende e nessuno di loro verrà licenziato”. Lo ha dichiarato l’assessore alla Sanità Antonio Saitta nel corso della comunicazione, richiesta dai gruppi Leu e Moderati, sull’impugnativa dell’articolo 135 della legge regionale 19/2018.

“La formula che abbiamo adottato – ha sottolineato Saitta – è stata condivisa da maggioranza e opposizione del Consiglio regionale e riguarda quel personale che lavora già da anni all’interno del servizio del 118 e che fino a oggi non è stato possibile assumere a tempo indeterminato. È stata impugnata perché il Ministero della Salute, riferendosi alla legge 135/2018, sostiene che per essere stabilizzati i medici avrebbero dovuto frequentare e superare, oltre al corso di Emergenza territoriale, anche quello triennale di Medicina generale. La loro stabilizzazione, però, non sarebbe andata in conflitto con chi ha sostenuto il corso triennale di Medicina generale perché i profili sono diversi”.

Il dibattito è stato aperto dalla consigliera Stefania Batzella (Moderati) che ha espresso “rabbia e rammarico” verso tale decisione, dal momento che “non si è mai visto nella storia della Repubblica impugnare una legge per stabilizzare dei lavoratori. È grave che questo sia stato fatto da un Governo che proclama di avere a cuore i temi del lavoro e dell’occupazione”.

Per Davide Bono (M5s), con l’articolo impugnato, la Regione “ha provato ad aggirare l’accordo collettivo nazionale sapendo già, probabilmente, di correre il rischio dell’impugnativa, dal momento che entrano in gioco competenze nazionali. Siamo disponibili a collaborare con l’Assessorato per rilanciare una norma concordata con il Ministero che permetta la stabilizzazione senza passare attraverso i tempi del Parlamento”.

Marco Grimaldi (Sel) ha stigmatizzato il comportamento del Governo, “che non ha avuto l’intelligenza di accogliere una proposta di buon senso come quella contenuta nella legge impugnata. Siamo disponibili a collaborare con la Giunta per risolvere il problema perché non vogliamo mettere a rischio la vita delle famiglie dei medici né il servizio offerto dal 118”.

Alfredo Monaco (Scelta civica) ha dichiarato di non essere mai stato “affezionato all’idea di sanatorie o sistemi che possano aiutare a bypassare le regole che esistono per altri. Credo però che il Governo avrebbe potuto sforzarsi per individuare una soluzione concertata per risolvere questo problema”.

Andrea Tronzano (Fi) – infine – ha chiesto all’assessore quali potrebbero essere le conseguenze se Giunta e Consiglio volessero assumersi la responsabilità di procedere comunque alla stabilizzazione.

“Non si tratta di un problema economico – ha risposto Saitta – ma normativo. Proporremo le nostre riflessioni alla Corte costituzionale e sono speranzoso che riusciremo a risolvere il problema”.
 

Pronto soccorso dell'Area metropolitana torinese e diffusione dell'influenza

L’assessore Saitta ha anche svolto una comunicazione sulla situazione dei Pronto soccorso dell’Area metropolitana torinese nel periodo di maggior diffusione dell’influenza, richiesta dal M5s.

“La Regione – ha dichiarato l’assessore – ha approntato per l'inverno 2018-2019 una serie di misure di adeguamento  per far fronte all’emergenza, che quest’anno ha avuto il suo picco a febbraio, tra cui: l'inserimento di personale aggiuntivo nelle aree del pronto soccorso e della medicina d’urgenza, l’aumento dei posti letto ospedalieri ed extraospedalieri, lo sviluppo delle Case della salute e la messa in atto di nuove procedure supportate dalla figura del bed manager”.

Il dibattito è stato aperto dai consiglieri Bono e Giorgio Bertola (M5s), che hanno sottolineato come il picco influenzale quest’anno si sia spostato di circa un mese rispetto al biennio precedente, quando cadde nel periodo natalizio, e che la cronica mancanza di posti letto favorisce situazioni di emergenza e di sovraffollamento nei periodi critici.

Per Gian Luca Vignale (Mns) i posti letto che sono stati aggiunti per dare maggiore assistenza sanitaria “rappresentano uno dei limiti della vostra riforma: avete tolto 1.500 posti letto che sono quelli che ci impediscono di arrivare alla media di 3 letti per mille abitanti prescritti dalla legge”.

Stazioni di servizio di Marene e Mondovì Ovest (Cn)

Al termine della seduta l’Assemblea ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, prima firmataria Maria Carla Chiapello (Moderati), con il quale il Consiglio regionale “impegna la Giunta a chiedere al Mit, al Mise e alla società concessionaria di salvare le stazioni di servizio di Marene e Mondovì ovest (lungo l’autostrada A6, Torino – Savona), lasciando se non altro aperto l’esercizio delle attività commerciali e ristorative, in modo da preservare i posti di lavoro e mantenere una vetrina di eccellenze gastronomiche, utile per promuovere il territorio”.

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