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Le funzioni educative degli sport di strada

Tipologia articolo Comunicati stampa

Data pubblicazione

Non solo le grandi competizioni, ma esiste anche un mondo parallelo, quello degli “sport di strada”. Di questa realtà si è parlato al Salone del Libro, all’Arena Piemonte, lunedì 13 maggio 2019, in occasione del convegno “Street sport, quando lo sport è improvvisazione, spontaneità e creatività”.

L’evento è stato promosso dal Consiglio regionale attraverso gli Stati generali dello Sport e del Benessere e ha visto dibattere la filosofa Elisabetta Battaglia, la nutrizionista Felicina Biorci e lo psicologo Simone Spadarotto; sollecitati dalle domande e dagli spunti di riflessione del regista Paolo Severini.

Partendo dalla concezione che il benessere alimentare e motorio aiuta nelle relazioni sociali e a preservare la salute fisica ed emotiva, si è giunti alla conclusione che il mondo dello sport, nell’epoca attuale, si fonda su determinati parametri precisi. Essi possono essere ricondotti essenzialmente alla fama e ai soldi che si cerca di raggiungere o alle regole ferree da seguire. Al contempo, si può tranquillamente vedere come, a questi sport, possa avvicinarsi solamente una parte della società perché l’esborso economico che richiedono non è alla portata di tutti.

Per fortuna, però, esiste anche un mondo parallelo: quello che viene definito “sport di strada”, come  lo skateboard, il parkour o  la breakedance. Per praticarli occorrono spirito di iniziativa, coraggio, spiccato senso dell’equilibrio e ottima coordinazione motoria. Al contempo come si è sottolineato durante interventi, gli sport di strada, possono avere anche una funzione educativa. Tramite essi, infatti, si cercano di trasmettere modelli educativi a classi sociali che, per vari motivi, non hanno molti modi di apprendere le “regole del buon vivere”.

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Carlo Lomonte