Tipologia articolo Comunicati stampa
Materia Cultura

“Chiediamo a tutti gli enti interessati di accompagnarci nella configurazione di un modello culturale e un sostegno economico per continuare il nostro percorso mantenendo alto il livello teatrale, artistico e culturale”. Lo ha richiesto la coordinatrice del progetto Teatro di Comunità Maria Grazia Agricola nel corso dell’audizione in commissione Cultura, presieduta da Paola Antonetto.
Secondo gli auditi c’è il rischio di “perdere la componente partecipativa degli abitanti e della comunità malgrado il restauro degli spazi del Teatro Marchesa a Barriera di Milano”.
Agricola ha ripercorso la storia del progetto Teatro di Comunità, “nato negli anni 2000, con il mutamento delle periferie della Città di Torino, per avviare un piano di trasformazione in grado di affiancare al cambiamento dei quartieri un accompagnamento artistico e culturale che non si limitasse ad essere solo animazione o intervento culturale ma facesse incontrare gli abitanti con la dimensione artistica, raccogliendo storie e rappresentandole per renderle di patrimonio comune”.
“Dopo la crisi del 2011 – ha raccontato – abbiamo trovato ospitalità al Teatro Marchesa e la nostra missione è stata farlo diventare un luogo identitario per la comunità. Da quando è in ristrutturazione ci siamo spostati all’Auditorium della Biblioteca Don Milani alla Falchera”.
“Il Teatro Marchesa – ha aggiunto – dovrebbe riaprire nel 2026 e vorremmo diventasse un luogo riconoscibile mantenendo la mission pubblica di un vero e proprio teatro e riuscisse a diventare un riferimento per tutta la città”.
Sono quindi intervenuti i consiglieri con alcune domande.
A Nadia Conticelli (Pd), Agricola ha risposto che il modello del Teatro di Comunità è “senza dubbio esportabile in zone interne dell’intero territorio e non solo della città di Torino”.
Ad Alberto Unia (M5s) ha fatto osservare che “i livelli di partecipazione sono cresciuti nel tempo, coinvolgendo una quindicina di professionisti, dai 150 ai 160 abitanti del quartiere e dalle 2.000 alle 3.000 persone a livello di pubblico”.
A Valentina Cera (Avs) ha espresso “l’importanza di un dialogo tra Comune e Regione sul tema perché ciò che riguarda le periferie riguarda tutti gli Enti locali” e annunciato “la costituzione di un documento che preveda un piano economico e che sia partecipativo”.
A Silvio Magliano (Lista Cirio) – infine – ha dichiarato che “la vera complessità dei bandi, cui partecipiamo, consiste nel fatto che non sempre riescono a riconoscere la complessità del nostro lavoro e non di rado hanno un approccio più basato sul numero di spettacoli che sul processo partecipativo”.