Tipologia articolo Comunicati stampa
Materia Affari istituzionali
Come annunciato in Aula dal presidente Davide Nicco, la conferenza dei capigruppo ha deciso il contingentamento per il Disegno di legge 51 “Disposizioni in materia di ordinamento del personale”, sul quale l’opposizione ha presentato oltre 4mila emendamenti.
Con tale decisione sono stati fissati i tempi d’intervento per ciascun gruppo. La maggioranza ha a disposizione un numero massimo complessivo di 280 minuti (Fdi 117, Fi 63, Lega 55, Lista Cirio 45), mentre all’opposizione spettano 200 minuti totali (Pd 130, Avs 30, M5s 30, Sue 10).
È quindi intervenuto l’assessore Gianluca Vignale per illustrare il provvedimento, mentre la mattinata è trascorsa con l’illustrazione e la votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e di merito, tutte respinte.
“Il provvedimento nasce dalla volontà di rendere omogenea la legge dello Stato, vale a dire la Bassanini del 2001 - ha ricordato Vignale - quindi vigente da molti anni e mai modificata, che sostanzialmente prevede uno degli aspetti più discussi oggi dall’opposizione: quello per cui accedere all'incarico di direttore non sia necessario il quinquennio di esperienza pregressa. Abbiamo però, a maggior tutela, richiesto la professionalità e le attitudini affinché i candidati possiedano i requisiti. Le vecchie posizioni organizzative sono sostituite con gli incarichi di elevata qualificazione, perché così sono definiti dal nuovo contratto nazionale”.
Vignale ha aggiunto che negli ultimi anni la Regione ha fatto un alto numero di assunzioni, con oltre 900 nuovi dipendenti, sui 2000 che oggi lavorano al grattacielo. “In tutto il mondo del lavoro normale, la capacità di progressione è necessaria a mantenere il personale più capace: dobbiamo rendere la nostra macchina flessibile, meritocratica e con sistemi di performance”, ha concluso.
È quindi iniziata la discussione generale, con Daniele Valle (Pd), che ha criticato la scelta di non terminare la discussione in commissione, richiamando subito in Aula il provvedimento: “Avremmo avuto degli spazi per trovare un’intesa. Il nodo per noi è il numero degli anni per raggiungere l’incarico direzionale. Una scelta che ci espone a rischi di competenza”. Domenico Rossi (Pd) ha aggiunto di “non condividere il vizio di non terminare i lavori in commissione e di contingentare i tempi, così si comprime la funzione dell’Assemblea”. Secondo Mauro Salizzoni (Pd) è “curioso che questa legge sul personale sia stata calendarizzata prima di quella sull’esercizio provvisorio della Regione. Spiace che non approfittiamo di questa riforma per migliorare la situazione dei dipendenti, ma lo fate per agevolare lo spoil system”.
Roberto Ravello (Fdi) ha ribattuto ricordando che Bassanini, autore della riforma cui oggi il Piemonte vuole adeguarsi, “faceva parte del Pd. Vorrei capire perché questa regola che va bene a livello nazionale e va bene anche a livello comunale a Torino, oggi non sia a vostro avviso adeguata per la Regione Piemonte. Considero tutto questo cinema un sistema per individuare un leader all’interno del vostro campo largo: state mettendo il vostro interesse di parte davanti a quello del buon funzionamento della Regione. Sentire la contrarietà a tale Ddl da parte di chi ha nominato un concorrente del grande fratello portavoce del presidente del Consiglio, è bizzarro”.
Alice Ravinale (Avs) è intervenuta ricordando che “si è arrivati a un muro contro muro su un provvedimento sul quale noi non ci siamo impuntati per capriccio, ma perché riteniamo che gli attuali requisiti di esperienza siano necessari. In particolare non condividiamo l’eliminazione del quinquennio da dirigente per la nomina dei direttori”.
La capogruppo M5s Sarah Disabato ha parlato delle “criticità di questo Ddl, intanto l’urgenza: non mi pare che questa sia un’emergenza per il Piemonte”. E Pasquale Coluccio ha aggiunto che "le nostre ragioni sono chiare e sono quelle che le organizzazioni sindacali hanno esposto in commissione". Alberto Unia ha ironizzato: "Ho chiamato Rocco Casalino per chiedere un consiglio su cosa dire, ma se la maggioranza attacca l'opposizione invece che governare, riporta alla mente periodi che non vorremmo ricordare".
Vittoria Nallo (Sue) ha posto l’attenzione sul welfare aziendale, sugli asili nido aziendali, sull’attenzione alla parità uomo donna, per rendere più attrattivo l’impiego in Regione.
Per il Pd è intervenuto anche Alberto Avetta, tornando sulle motivazioni già esposte, così come Monica Canalis, che ha stigmatizzato “l’eccessiva discrezionalità per le scelte dei direttori che questa norma implica”. Anche la capogruppo Gianna Pentenero è intervenuta in senso critico sul provvedimento, così come Emanuela Verzella e Nadia Conticelli, che ha parlato di “situazione surreale in chiusura di anno, con la prospettiva di andare in esercizio provvisorio e ci fermiamo su questo Ddl”. Fabio Isnardi, poi, ha contestato la “pretesa urgenza per questo provvedimento”. Mauro Calderoni ha proseguito dicendo che "si può anche pensare che si mortifichino le professionalità interne, aprendo le opportunità per quelle esterne". Simona Paonessa ha chiosato che "l'interesse di parte è il vostro, forse per beneficiare alcuni amici".
In replica, Vignale ha apprezzato "che in queste sedute si sia parlato di personale. Il capitale umano per noi è centrale: perché discutiamo di una piccola modifica normativa? Perché abbiamo la necessità di essere competitivi rispetto al settore privato. Iniziamo ad avere le prime dimissioni di dipendenti validi che trovano situazioni di lavoro migliori. I piccoli Comuni hanno difficoltà nei concorsi. Modifichiamo in questa sede l'articolo 22 perché tutto il resto non necessita di un intervento legislativo. Ero convinto che questa norma passasse con due o tre sedute di commissione. L'opposizione ha fatto la scelta legittima di bloccare tutto prima in commissione, poi in Aula e ha fatto bene dal suo punto di vista, ma altrettanto bene abbiamo fatto noi a portare avanti il Ddl".
L'Aula è quindi passata all'esame dell'articolato.