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“Quella dell’operatore-socio sanitario è una figura che offre importanti sbocchi occupazionali, soprattutto a livello femminile, come rivelano gli ultimi dati. Ai nostri corsi partecipano soprattutto donne: sono il 77 per cento. Il dato occupazionale ci dice che le persone che trovano lavoro entro tre mesi dalla fine della formazione sono circa l’80 per cento”. Lo ha detto l’assessore alla Formazione Elena Chiorino, nell’informativa alla Terza commissione, presieduta da Claudio Leone.
“La Regione Piemonte sta sostenendo degli sforzi importanti, perché parliamo di corsi che formano all’incirca millecinquecento Oss all’anno. Solo da parte regionale ci sono investimenti dedicati per 31 milioni di euro, per il periodo di programmazione europea 2014-2020, con una cifra di circa quasi 6 milioni per 52 corsi di formazione su tutto il territorio regionale”, ha detto l’assessore. Considerato lavoro pesante e faticoso, ma non usurante, quello dell’Oss crea un elevato turnover e tra il personale circa il 30 per cento sono immigrati stranieri e il 40 per cento persone a bassa scolarità.
“C’è da evidenziare anche ai cittadini, ovvero a chi poi usufruisce direttamente di questa figura professionale, che da parte della Regione c’è la massima attenzione, visto che in tutte le province i corsi sono standardizzati ed è prevista una certificazione che solo noi e gli enti accreditati con noi possono rilasciare. Il nostro obiettivo è infatti quello di fornire le massime garanzie sia a chi frequenta i corsi e sia a chi usufruisce poi dei servizi” ha aggiunto Chiorino.
Sono quindi intervenuti nell’ordine i consiglieri Maurizio Marello e Domenico Rossi del Pd, Mario Giaccone (Monviso) e Giorgio Bertola (M5s). In particolare Rossi e Giaccone si sono soffermati sulle competenze in relazione agli infermieri professionali, sul tema del fabbisogno e sul fenomeno dell’abusivismo.
La Commissione ha quindi espresso parere negativo alle proposte di legge di Bertola e Giaccone, entrambe per chiedere l’istituzione dell’elenco regionale degli operatori sociosanitari.
“Favorirebbe la regolamentazione del settore. Inoltre, dal punto di vista procedurale trovo irrituale esprimere oggi un parere mentre non si è ancora conclusa la discussione in Quarta commissione” ha detto Bertola.
L’assessore Andrea Tronzano ha quindi illustrato il Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2020 – 2022 per le materie relative alle Attività produttive.
“Il Defr è stato approvato nel luglio 2019, quindi subito dopo le elezioni regionali e l’insediamento della nuova Giunta. Non contiene ancora l’impronta di quello che vogliamo fare in futuro. Abbiamo però apportato alcune modifiche al documento nella direzione dell’accoglienza delle imprese” ha spiegato Tronzano.
L’obiettivo è quello di fare in modo che il Piemonte sia attrattivo e in grado di trattenere anche le multinazionali già presenti.
Nel Defr si parla di micro e piccole, medie e grandi imprese, della collaborazione fra di loro, dei Distretti territoriali che devono puntare ad un distretto unico regionale, per essere più forti e competitivi a livello nazionale. Attenzione anche all’artigianato e alle attività estrattive, per andare dalle cave all’aerospazio.
“Dentro questo enorme comparto rappresentato dalle aziende piemontesi, inseriremo il Piano della competitività, che non è ancora previsto in questo Defr e che sarà soprattutto dedicato all’innovazione, la parola chiave. Ci saranno poi anche altre declinazioni e presenteremo il programma completo entro il mese di febbraio” ha aggiunto l’assessore.
Raffaele Gallo (Pd) ha chiesto un approfondimento sulla crisi del commercio.
Lo stesso Tronzano, come era stato sollecitato da Rossi, ha quindi svolto un’informativa sullo stato di attuazione delle legge regionale che disciplina le attività estrattive e sulle disposizioni in materia di cave, approvata nel 2016.
“A febbraio dovremmo concludere il Documento programmatico, ma per il Piano regionale delle attività estrattive ci vorranno all’incirca due anni, visto che è necessario il confronto nella Conferenza di co-pianificazione, che coinvolge i tecnici, gli operatori del settore, le Università e gli enti locali. Questa è certamente una materia complessa, il dato politico è che abbiamo iniziato ad interloquire con le associazioni di categoria” ha concluso l’assessore.
Nel dibattito sono intervenuti Rossi, soffermandosi sulle verifiche e i controlli e per chiedere notizie circa il regolamento attuativo della legge; Sean Sacco e Ivano Martinetti (M5s) per ribadire l’importanza del recupero ambientale delle cave esauste e per chiedere il minor impatto possibile nell’attività di estrazione delle pietre ornamentali, settore molto importante nell’ambito dell’economia di una vasta area piemontese.