Tipologia articolo Comunicati stampa
Materia Istruzione

Approvato con 26 sì e 20 no l’Ordine del giorno 192 presentato da Fabrizio Ricca (Lega), “Impegno della Giunta regionale per la gestione delle borse di studio universitarie e la redistribuzione delle risorse in favore della sanità e della mobilità piemontesi”.
Il documento impegna la Giunta, a partire dall’anno accademico 25/26, a prevedere stanziamenti in linea con le esigenze di bilancio e a chiedere al Governo nazionale che siano rivisti i criteri di merito, “nel rispetto dell’articolo 34 della Costituzione, che prevede il sostegno ai capaci e meritevoli anche se privi di mezzi e riconoscendo l’importante valore delle borse come prezioso strumento di attrazione”, ma “introducendo altresì una premialità” per chi “studia nel territorio di residenza, al fine di incentivare la formazione locale”.
Nella stessa seduta, è stato respinto l’Odg 195, presentato da Gianna Pentenero (Pd), “Impegno della Giunta regionale al mantenimento dei criteri di ammissione e degli attuali standard erogativi finanziari delle borse di studio”.
Nel lungo dibattito che ha preceduto la votazione, l’assessore Gianluca Vignale ha dato parere favorevole al primo e contrario al secondo, spiegando che si tratta “del tema che riguarda il rapporto tra risorse disponibili e beneficiari. Al di là delle legittime richieste che emergono all’interno dell’aula, dobbiamo tenere conto che non c’è nessuna misura che abbia risorse così ingenti per un numero così basso di beneficiari. Il secondo spunto di riflessione è l’aumento dei costi di locazione che questo sistema sta generando a Torino e in altre città universitarie piemontesi e che mette in difficoltà le famiglie in cerca di casa in affitto”.
“Non diciamo di tagliare le borse di studio – ha aggiunto – ma di renderle compatibili con il bilancio regionale. Del resto fino a quando ha governato il centrosinistra, lo stanziamento era intorno ai 40 milioni, oggi abbiamo superato i 100”.
Nel suo intervento Alice Ravinale (Avs) ha sottolineato “che i 100milioni di euro sono fondi nazionali ed europei e non regionali, per cui verrebbe solamente penalizzato il diritto allo studio e in linea generale sono fortemente contraria all’Odg presentato dalla Lega, visto che ci porterebbe soltanto indietro”.
Nadia Conticelli (Pd) ha criticato il fatto che la questione sia già uscita sui giornali, parlando di “disprezzo istituzionale. Poi è un’aberrazione che dopo l’approvazione del bilancio, si arrivi a presentare questo ordine del giorno, che oltretutto è contradditorio quando parla di residenti: lo sapete che in medicina i concorsi sono nazionali e lo studente non sa nemmeno dove sarà mandato a studiare?”.
Per Simona Paonessa Pd “Non possiamo costringere le università ad aumentare le tasse universitarie, perché così il diritto allo studio sarà sempre più un privilegio dei più ricchi”.
Secondo Sarah Disabato (M5s), poi, “Il consigliere Ricca ha fatto semplicemente un autogol, perché al suo posto avrei fatto un vanto della gestione del diritto allo studio. Il centrodestra ha fatto meglio del centrosinistra, stanziando molte più risorse, consentendo a molti studenti di venire a formarsi in Piemonte. Assurdo perdere un risultato così importante: consiglio di ritirare questo ordine del giorno e rivedere la situazione, da domani il M5s sarà collaborativo per cercare anche a livello nazionale o europeo le risorse per mantenere gli attuali livelli”.
Pentenero ha aggiunto: “Le risorse, con questa giunta, sono aumentate e questo fatto è vero. Ma se l’assessore Riboldi va in Albania per trovare infermieri, non possiamo smettere di investire sul territorio per avere persone più preparate. L’attenzione di questa Giunta era massima e, poche settimane dopo l’approvazione del Bilancio, ci troviamo di fronte a questo Ordine del giorno: che senso ha passare mesi e mesi su uno strumento di programmazione, per poi stravolgerlo con un Odg?”.
Daniele Valle (Pd) ha aggiunto: “Il mercato degli affitti a Torino è un tema complesso, c’è soprattutto la questione di una normativa farraginosa per liberare la casa, mentre con lo studente si ha praticamente la certezza che a fine anno se ne andrà. Dovrebbe intervenire la legislazione nazionale a tutela della proprietà e su questo saremmo contenti di poter dare una mano. Inoltre non è importante la spesa per le borse di studio, ma la percentuale delle borse garantite. I 40 milioni di Chiamparino garantivano il 100% delle richieste, così come fanno gli attuali 100 milioni”.
Fabrizio Ricca (Lega) ha ribattuto: “Sono stato accusato con una serie di menzogne, quindi preciso che l’ultima giunta di centrosinistra ha speso 40 milioni, noi 100 per le borse di studio. Se la prospettiva per il prossimo anno è 140 milioni, dobbiamo capire che non riusciremo a garantire tutte le richieste, altrimenti nel 2029 arriveremo a 200 milioni. Vogliamo trovare una regola, altrimenti non ci sono le possibilità economiche di andare avanti così, quindi respingo al mittente le accuse”.
Carlo Riva Vercellotti (Fdi): “Anche questa seduta dimostra una cosa, il centrodestra è unito, nelle diverse sensibilità. Abbiamo una base di valori comuni e condivisi, a differenza del centrosinistra sempre diviso tra partiti se non all’interno degli stessi. Uno dei nostri valori è il merito, che riteniamo l’unico ascensore sociale; per anni abbiamo sentito slogan come ‘uno vale uno’, mentre noi pensiamo che vadano premiati i meritevoli, del resto la Costituzione stessa prevede che i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
Silvio Magliano (Lista Cirio): “È evidente che chi utilizza un ascensore sociale a spese pubbliche debba meritarselo: bisogna pensare, a livello statale, una riforma dei criteri di merito. Oggi è chiaro che il numero di crediti richiesti non è sufficiente. Dopodiché nell’impegnativa si chiede di tener conto di tutta la finanza regionale, chi oggi ha una responsabilità di governo sa che deve fare delle scelte e questo Odg prevede una compatibilità di bilancio, che deve tener conto di diversi aspetti e fare delle scelte”.
Vittoria Nallo (Sue) ha ribatto: “Sbagliato considerare le borse di studio come una spesa e non come un investimento. Cambiare le regole adesso significa non garantire molti studenti che hanno scelto il Piemonte e che l’anno prossimo potrebbero trovarsi senza borsa, costretti a smettere o cambiare sede. Del resto già oggi esistono criteri di merito e di reddito”.
Per Giulia Marro (Avs) è “Incredibile sentire parlare di concetto di merito in modo così arrogante, fingendo che tutti e tutte partano dalla stessa condizione. Non si fa una connessione tra la condizione di partenza di svantaggio e il raggiungimento di alcuni traguardi. Ho studiato all’estero, trovando sempre la possibilità di accesso alle mense e agli studentati, senza che mi si chiedesse il mio livello di partenza”.
Valentina Cera (Avs): “Sicuramente non è meritevole, per questa destra, chi partecipa ai collettivi di sinistra, né chi arriva da condizioni svantaggiate. Questa destra che tenta di definirsi sociale ogni tre per due mette in competizione il diritto allo studio e l’istruzione, crediamo invece che si possa fare di meglio, si tratta di diritti essenziali”.
Domenico Rossi (Pd): “Abbiamo il dovere, quando parliamo di ragazzi e diritto allo studio, di essere seri, profondi e lungimiranti. Non possiamo strumentalizzare la discussione per prendere qualche like, quindi se le borse sono aumentate del 137% e avete fatto per sbaglio una cosa buona, perché cambiarla? Anche perché questo deriva dalle scelte della Giunta Chiamparino, il meccanismo messo in piedi è stato virtuoso”.
Domenico Ravetti (Pd) ha aggiunto: “Il tempo del confronto è fondamentale, ma su questa discussione se banalizziamo facciamo male. Ho sentito gli attacchi dai banchi della destra nei confronti della sinistra, il tentativo di utilizzare argomenti non semplici per sostenere le ragioni dell’Odg, parlando di merito e Costituzione. Se posso, state lontani dal merito, perché quando questo varrà, voi perderete voti”.
Secondo Monica Canalis (Pd): “Si tratta di un nuovo tentativo di chiudere la società piemontese, che naufragherà a livello costituzionale: ma per voi questi giovani che vengono da tutto il mondo sono una ricchezza o una contaminazione? A me pare li consideriate una contaminazione. Molti imprenditori dicono a chiare lettere di avere un disperato bisogno di giovani altamente formati nei nostri atenei, in Piemonte mancano i giovani, dobbiamo lavorare perché restino a lavorare qui”.
Nella replica finale l’assessore Vignale ha ringraziato l’Aula per il dibattito, “ma voglio ricordare i dati: quando inizia a governare il centrodestra ci sono 13mila studenti borsisti, per una spesa di 43 milioni, oggi siamo a circa 20mila con una spesa di 102 milioni. Siamo una delle poche Regioni d’Italia a garantire una simile misura e siamo la prima in Italia per la realizzazione di nuovi studentati, a dimostrazione del nostro impegno in questo senso: a Torino, Collegno, Savigliano e Novara. Cito queste cifre perché sennò pare che l’Odg voglia in qualche modo sopprimere e limitare il diritto allo studio, mentre l’opposizione si presenta come paladina dello stesso. Non è così, la realtà dice che con il centrodestra il Piemonte è probabilmente la prima Regione in Italia per questo diritto. Inoltre, nel coniugare quanto dice la Costituzione sui meritevoli e capaci con la mancanza di mezzi, va trovato un giusto equilibrio: oggi la nostra modalità di verifica è di zero crediti formativi al primo anno e 35 al secondo. Chiedo a voi di valutare se sia un criterio sufficiente”.
La capogruppo Pd Pentenero, intervenendo in replica per il suo Odg, ha ribattuto che “va dato atto al crescendo di fondi per le borse di studio ed è per questo che ritengo l’intervento dell’assessore Vignale un arrampicarsi sui vetri. Oggi esistono criteri di merito, perché senza 35 crediti formativi si perde il beneficio: teniamo conto che non tutti partono dallo stesso livello e non sempre le pari condizioni sono verificabili dai voti”.