Tipologia articolo Comunicati stampa
Si sono svolte oggi in prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, le audizioni sulla proposta di legge per il riconoscimento della specificità montana della provincia del Vco, presentata da Alberto Preioni. Il provvedimento, oltre a conferirle nuove funzioni, prevede di destinare da parte della Regione al Vco un totale di 17 milioni: dieci milioni all’anno di canoni idrici, il 60% dei canoni incamerati per la gestione delle acque di quella provincia per la produzione di energia elettrica, come previsto da un decreto legge nazionale. Il restante 40%, circa sette milioni, verrebbe gestito direttamente dalla Regione per progetti di sviluppo del territorio del Vco.
Sulla proposta di legge si sono espressi nelle audizioni Mario Marocco (città metropolitana), Arturo Lincio (provincia Vco), Flavio Manavella (provincia di Cuneo) Paolo Lanfranco (consulta aree vaste) Eraldo Botta (provincia Vercelli), Franca Biglio (Anpci) Lido Riba e Gian Matteo Passuello (Uncem), Paolo Marchioni (Anci).
Il presidente del Vco Arturo Lincio si è espresso favorevolmente sulla proposta di legge: “La prima risorsa del nostro territorio è l’acqua, è giusto che ne godiamo attraverso i canoni idrici, come stabilisce un decreto legge nazionale. La legge sulla specificità montana è legge statale, le altre due province montane, Sondrio e Belluno, godono appieno dei canoni idrici, noi no. Eppure siamo l’unica provincia in Piemonte con il 100% dei comuni in territorio montano. Queste risorse ci sono necessarie, data la grave situazione finanziaria che viviamo, anche per invertire la tendenza all’esodo di abitanti che ci contraddistingue”.
Maggiori perplessità sono emerse da altri interventi. Per Flavio Manavella “non è in discussione la specificità montana, anche se il cuneese in numeri assoluti ha il doppio di popolazione montana, con gli stessi problemi. Si corre però il rischio di trattare in modo diverso situazioni analoghe. Il Decreto legge prevede che il 60% dei canoni idrici vada alle province su cui sorgono gli impianti, parliamo in Piemonte di 20 milioni, circa 4,5 milioni andrebbero al cuneese. Le province che non ne godono chiedono però di partecipare al restante 40%, circa 13 milioni. Per questo credo che un provvedimento sulla specificità montana non debba occuparsi di canoni idrici, e che la Regione debba accelerare per una legge per definire la distribuzione dei canoni”.
Mario Marocco ha ricordato che “abbiamo tutti difficoltà, tutti abbiamo problemi con strade e scuole. Non possiamo dare priorità a una provincia rispetto alle altre, creando una disparità che non potrebbe essere compresa dai cittadini delle altre province. O si considerano nel provvedimento anche le altre province che usufruiscono dei canoni idrici, o si trovi una soluzione complessiva con un confronto nel ricostituito osservatorio”.
Paolo Lanfranco ha riconosciuto che “la proposta di legge pone questioni di interesse generale. Per questo abbiamo chiesto la convocazione dell’osservatorio per affrontare queste tematiche in quella sede. Oggi con la carenza di risorse non si riescono a garantire le funzioni delle province, è necessaria una revisione del quadro normativo regionale e nazionale”.
Per Eraldo Botta i canoni idrici non sono riferibili solo ai territori che li producono, ma anche ai bacini idrici interessati. Per questo sarebbe utile ragionare sulla loro composizione ai fini di una corretta distribuzione delle risorse.
Per Lido Riba è necessario un tavolo di confronto che partendo dall’autonomia differenziata “affronti tutti questi temi, a partire dalle specificità territoriali. In questo senso la distribuzione delle risorse deve essere modulata su un ragionamento complessivo fatto su scala regionale, per evitare che diventi una occasione di contrapposizione tra i diversi territori montani”.
Anche per Franca Biglio “il Vco ha sicuramente una sua specificità, ma non per questo possiamo trascurare tutte le altre province, bisognose ognuna di una attenzione particolare sulla base proprio delle loro specificità”.
Paolo Marchioni ha annunciato che Anci prenderà una posizione ufficiale sul provvedimento nella riunione dell’ufficio di presidenza prevista per il prossimo venerdì.
Alla domanda di Carlo Riva Vercellotti se l’osservatorio possa rappresentare l’occasione per un confronto che riveda le funzioni delle province, magari irrobustendole, è venuta una risposta positiva da gran parte dei rappresentanti delle province, della città metropolitana e della consulta aree vaste.
Nel dibattito sono anche intervenuti Paolo Bongioanni (Fdi), Maurizio Marello (Pd) e Gianluca Gavazza (Lega).
Servizi funebri e cimiteriali
Nella seduta ordinaria di oggi della Commissione Bilancio, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, si è svolta anche la discussione generale sul testo unificato delle proposte di legge 5 - primo firmatario Daniele Valle (Pd) - e 75 – primo firmatario l’assessore regionale Luigi Icardi - sui servizi funebri e cimiteriali, frutto del gruppo di lavoro riunitosi lo scorso lunedì.
Sono stati nominati relatori Andrea Cane (Lega), Giorgio Bertola (M5s) e Valle.
Su richiesta del gruppo della Lega, a causa dell’assenza dell’assessore Icardi, il proseguimento dell’esame del testo è stato rinviato alla prossima seduta di mercoledì 5 febbraio.