Tipologia articolo Comunicati stampa
Materia Sanità

Programmare una campagna di informazione capillare sulle “Culle per la vita” che coinvolga anche i Comuni e collocare uno di questi dispositivi in ogni struttura sanitaria piemontese in cui sia presente un reparto di neonatologia e pediatria, affinché a tutte le mamme e i bambini siano assicurate le stesse possibilità di accoglienza e vita. È quanto chiede l’ordine del giorno presentato come primo firmatario da Silvio Magliano (Lista Cirio) e approvato a maggioranza nella seduta del Consiglio regionale del 22 ottobre. Il documento, votato per punti, ha ottenuto nella prima parte relativa alla campagna informativa l’approvazione anche delle opposizioni (tranne M5s che ha deciso di non partecipare al voto).
Le culle per la vita consentono alle madri in difficoltà di lasciare il proprio neonato in anonimato in un luogo sicuro e riscaldato, collegato al pronto soccorso neonatale dove potrà ricevere immediate cure.
In discussione ma ancora da votare anche un ordine del giorno, prima firmataria la consigliera Nadia Conticelli (Pd), che chiedeva alla Giunta di potenziare la rete dei consultori territoriali e di programmare una campagna informativa sul parto in anonimato.
Durante il dibattito Magliano ha precisato che “l’odg che ho presentato costituisce un piccolo atto per prevenire gesti estremi di disperazione come l’abbandono dei neonati in strada o nei cassonetti e va nella direzione del contrasto alla natalità “in Italia il calo delle nascite è stato del 3,4% dal 2022 al 2023 e oggi coinvolge anche le persone provenienti da altri Paesi. Oltre alla campagna di comunicazione, l’installazione di almeno una culla in ogni Provincia sarebbe un bel segnale di sostegno alle nascite”.
“Un lodevole supporto la culla per la vita, che però non ha registrato ad oggi accesso nel concreto”, ha commentato Conticelli. “Il parto in anonimato permette di accogliere in piena sicurezza non solo il bambino ma anche la madre, per questo è importante diffondere la giusta informazione rispetto a questa opportunità che la legge e il sistema sanitario pubblico offrono. La donna oltre a ricevere assistenza sanitaria può essere ospitata in una residenza protetta e ha 60 giorni di tempo per validare o meno la sua scelta. Ma per intercettare in anticipo queste donne in difficoltà e supportarle in modo adeguato è altrettanto importante potenziare i consultori con strutture, personale e risorse adeguate”.
La presidente di Avs Alice Ravinale ha precisato che “non c’è una vera emergenza di bambini abbandonati alla nascita che nel 2023 sono stati lo 0,07% a livello nazionale. Ben vengano le culle per la vita e, soprattutto, lo strumento dei parti in anonimato ma se si intende tutelare la vita che nasce bisogna anche affrontare il problema della normativa sull’adozione, a cui è ancora troppo difficile accedere in Italia. Proprio in questi giorni il Parlamento, con una norma di pura cattiveria, ha reso la gestazione per altri “reato universale”: lo sanno che per le coppie omogenitoriali è impossibile adottare?”
Condivisione sull’ordine del giorno di Magliano ma anche sulla diffusione dell’informazione sul parto in anonimato proposta dall’odg di Conticelli è stata espressa da Paola Antonetto (Fdi), che ha ricordato come “attraverso il fondo Vita Nascente della Regione Piemonte nel 2023 sono state assistite 478 nuove madri in difficoltà, mentre il 1 milione di euro stanziato per il 2024 contribuirà ad alzare l’asticella dei risultati. Sono 4 i progetti attivi per il parto in anonimato, finanziati con 60mila euro ogni anno”.
“Stanziare 60mila euro per il parto in anonimato a fronte invece dei quasi 2,5 milioni previsti per le associazioni antiabortiste ci sembra una sproporzione”, ha commentato Valentina Cera (Avs): “È importante informare sull’esistenza delle culle per la vita ma ciò deve essere fatto puntando sulla legge che protegge il nascituro così come la salute fisica e psicologica delle madri, cioè quella sul parto in anonimato”.
Pur non d’accordo in maniera completa sull’odg Magliano, la consigliera Monica Canalis (Pd) ha riconosciuto che la discussione ha permesso di riportare il confronto sul merito delle politiche per la tutela materno-infantile, mentre si è dichiarata contraria all’approccio dell’assessore Marrone in questo campo in quanto “cerca di sostituire i cardini delle politiche pubbliche che si fondano sui consultori, sui centri per le famiglie, sull’assegno unico, sui parti in anonimato, sui congedi parentali con una misura come Vita Nascente interamente affidata al terzo settore che non è universalistica, né strutturale ma temporanea, demagogica e poco efficiente”.
Il gruppo M5s ha deciso di non partecipare al voto sull’odg Magliano mentre si è espresso favorevolmente per l’odg Conticelli: “Il primo documento pone al centro il neonato, il secondo oltre al neonato ritiene centrale anche la salute della donna, che per noi è fondamentale, dato che la legge prevede e tutela la possibilità di partorire in sicurezza e anonimato nelle strutture ospedaliere”, ha precisato la presidente M5s Sarah Disabato.
“Il nostro interesse è quello di garantire il diritto superiore della madre di compiere una scelta nel più assoluto anonimato così come stabilito anche da un decreto del Presidente della Repubblica in strutture sanitarie. La tutela della riservatezza della madre nel compiere questa scelta e l'accudimento di tutte le parti in causa devono avvenire in strutture idonee e protette. Per questo la nostra proposta non citava genericamente strutture sanitarie, fatto salvo che anche il documento della maggioranza aveva aspetti condivisibili e non affatto in contraddizione”, ha affermato Gianna Pentenero (Pd) ribadendo la richiesta di votazione dell’odg Magliano per punti.
L'Assemblea ha anche respinto l'ordine del giorno del primo firmatario Alberto Unia (M5s) in materia di rinnovo del contratto nazionale di lavoro degli operatori del trasporto pubblico locale.
(foto di Madlen Deutschenbaur da Pixabay)