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Suicidio assistito, approvata la pregiudiziale di costituzionalità

Tipologia articolo Comunicati stampa

Materia Sanità

Data pubblicazione
Suicidio assistito, approvata la pregiudiziale di costituzionalità
Suicidio assistito, approvata la pregiudiziale di costituzionalità

Con 23 sì, 12 no, un astenuto e un non votante il Consiglio regionale ha approvato la pregiudiziale di costituzionalità posta dal presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia alla Proposta di legge di iniziativa popolare in tema su procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte costituzionale 242/2019, che non è stata quindi discussa.

Illustrandola, il presidente Allasia ha ripercorso l’iter della Proposta di legge che “sottoscritta da oltre 11 mila cittadini, ha ricevuto, caso unico da quando è stata istituita, parere non unanime di ammissibilità da parte della Commissione di garanzia, successivamente confermato dall’Ufficio di Presidenza e dall’Aula, prima di cominciare il proprio iter in Commissione Sanità, dove sono state svolte diverse audizioni”.

“Contemporaneamente – ha aggiunto – l’Avvocatura dello Stato, richiesta di un parere pro veritate da parte della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali, ha sottolineato la presenza di ampi elementi che potrebbero portare a impugnare la proposta di legge regionale per difetto di competenza, che la stessa sentenza della Corte costituzionale ribadisce quando auspica che sia il legislatore nazionale a legiferare in materia”.

“Per questo – ha concluso – ritengo che il provvedimento violi l’articolo 117 della Costituzione, in quanto gli atti di disposizione del corpo, tra i quali rientra il suicidio assistito, incidono su aspetti essenziali dell’identità e dell’integrità della persona e richiedano, dunque, uniformità di trattamento sull’intero territorio nazionale. L’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, inoltre, rientrano nella competenza esclusiva dello Stato”.

Il dibattito è stato aperto da Maurizio Marello – intervenuto per il Pd con Diego Sarno, Domenico Ravetti, Mauro Salizzoni e Raffaele Gallo – che ha definito la questione sull’incostituzionalità “totalmente infondata, dal momento che il provvedimento non intende stabilire il diritto al suicidio medicalmente assistito ma individuarne tempi, modalità e procedure per quanto riguarda le Asl. Lo Sato, infatti, ha già legiferato in materia, non con una legge del Parlamento ma attraverso la sentenza della Corte costituzionale, che dichiara illegittimo parte dell’articolo 580 del Codice penale”.

“La Regione è pienamente competente per legiferare in materia – ha aggiunto – e ne ha non solo il titolo ma anche il dovere. Se non votiamo questa legge, ogni Asl, già da oggi, dispone di tempi, modalità e procedure diverse per consentire ai cittadini che ne hanno i requisiti, la possibilità di esercitare il proprio diritto al suicidio assistito”.

Francesca Frediani (Misto – Up) ha sottolineato che “la Proposta di legge chiede di non prolungare la sofferenza e che ci siano modi e tempi certi per le persone che vivono una condizione difficilissima. Presentare una pregiudiziale sminuisce e fa carta straccia di 11mila firme di cittadini”.

Silvana Accossato (Luv) ha rilevato “a riprova della competenza e della legittimità del provvedimento, la Giunta regionale ha dato mandato ad Azienda Zero di istituire un gruppo di lavoro per definire linee guida di attuazione della sentenza della Corte costituzionale: linee guida che il Consiglio dovrà approvare per assicurare uniformità di trattamento sul territorio regionale”.

Ivano Martinetti, intervenuto con Sean Sacco per il M5s, ha ammesso “che il tema in discussione è altamente divisivo, ma sono convinto sarebbe necessario uno sforzo ulteriore per non ignorare le firme raccolte e portare avanti il dibattito sul provvedimento, qualunque sarà il voto finale”.

Per il capogruppo della Lega Alberto Preioni “al tema, assai complesso, si aggiunge il clima della campagna elettorale. Condivido la sentenza della Corte costituzionale, come gran parte del mio gruppo e sono convinto che se la pregiudiziale venisse approvata non significherebbe che il provvedimento non possa essere ripresentato e affrontato senza pressioni, in un clima più sereno e calmo”.

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