Festa del Piemonte

Peste suina, il settore in difficoltà economica

Tipologia articolo Comunicati stampa

Data pubblicazione

"Nonostante non ci siano pericoli per la salute umana, tutta Italia non sta più acquistando carne suina dal Piemonte. Non solo dalla zona dove c’è l’infezione, ma da tutto il Piemonte. Per esempio San Daniele e Parma hanno chiuso le porte, le cosce non vanno più in quella direzione, benché la carne non sia infetta. Il problema è economico, siamo in contatto con le associazioni di categoria, stiamo per convocare i tavoli volti a risolvere la situazione”. 

Lo ha spiegato il referente regionale Ivan Radice nel corso del gruppo di lavoro della quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco, convocato con al primo punto le due Proposte di legge sugli animali d’affezione presentate rispettivamente dai primi firmatari Francesca Frediani (M4o) e Raffaele Gallo (Pd).

"In merito alla peste suina africana che sta interessando l’Alessandrino e il Genovese – ha specificato Radice – la Giunta regionale sta lavorando con il Ministero affinché non si crei un vuoto sanitario che potrebbe prevedere l’abbattimento dei maialini vietnamiti e tailandesi che vengono detenuti come animali d’affezione. Non esiste infatti una legislazione precisa che li differenzi dai suini e dai cinghiali utilizzati per il consumo umano".

La consigliera Sarah Disabato (M5s), a tal proposito, ha proposto che il Consiglio regionale si faccia parte diligente per una Proposta di legge al Parlamento in materia.

Per quanto riguarda le due Pdl Enrico Rinaldi di Coldiretti ha dichiarato che “i cani svolgono un ruolo importante all’interno delle aziende agricole ed è necessario, in alcuni casi, tenerli legati alla catena per evitare situazioni di pericolo per la loro incolumità o per la sicurezza delle persone. Confinarli in uno spazio chiuso o lasciarli in ogni occasione senza catena potrebbe essere fonte di seri problemi mentre consentirgli, pur vincolato da catena, di lasciarlo libero di muoversi in sicurezza può rappresentare una garanzia per tutti”.

“Per quanto riguarda i cani da guardiania – ha aggiunto – essi rappresentano uno strumento necessario e indispensabile per le greggi e le mandrie al pascolo e non sono, di norma, tenuti a catena”.

Nel dibattito sono intervenuti Frediani (M4o) e Carlo Riva Vercellotti (Fdi), che hanno convenuto sulla necessità di stabilire un punto d’incontro che contemperi benessere animale e garanzie di sicurezza.

Per Gianluca Gavazza (Lega), invece, “il benessere animale andrebbe verificato altrove, magari dove gli animali d’affezione sono costretti a vivere per giorni interi in appartamento senza avere la possibilità di uscirne”.

Letizia Nicotra (Lega) ha chiesto che possa essere audita la Commissione interventi assistiti con animali, composto da educatori cinofili, psicologi, psicoterapeuti e altre figure del mondo sanitario “umano” reinsediatasi lo scorso dicembre.

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