Europa, migranti, frontiere. Diritti fondamentali e accoglienza dei profughi nell’Unione europea
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verso l’Europa, e garantire la pace, la sicurezza e lo sviluppo nelle aree di prossimità che
alimentano il fenomeno migratorio.
Un r i c h i amo s t a t i s t i c o
Nell’UE a 28 (ante Brexit
1
), con riferimento alle statistiche della Commissione, gli immigrati
sono stimabili in 54-55 milioni su una popolazione di 500 milioni di abitanti. Il dato comprende
gli ingressi in Europa nel corso del 2015 e quindi gli oltre 1,3 milioni di profughi siriani accolti in
Germania e Svezia, nonché gli arrivi in corso nel 2016. Con riferimento alle statistiche ufficiali
UE disponibili al 1° gennaio 2015, vivevano in Europa 52,8 milioni di persone nate in uno Stato
diverso da quello di residenza
2
. Di questi, 18,5 milioni erano cittadini di paesi UE. Essi godono
dello status di cittadini europei (rumeni, polacchi, slovacchi ecc…) e sono ormai sostanzialmente
integrati. Molti sono anche funzionari pubblici o dirigenti aziendali che lavorano in un altro
paese membro dell’UE per effetto dello stesso processo di unificazione politica e di integrazione
economica, vedi il caso del Lussemburgo, di Bruxelles o della piazza di Londra. Altri 34,3 milioni
erano cittadini nati in un paese terzo non UE e quindi rappresentano la componente extra
comunitaria. Tuttavia sul totale anzidetto ben 14,5 milioni di immigrati extracomunitari e 3,2
milioni di comunitari, in tutto 17,7 milioni, hanno acquisito nel tempo la cittadinanza del paese
di residenza. Ne consegue, sempre secondo le statistiche UE, che al 1° gennaio 2015 gli
immigrati con cittadinanza di un paese diverso da quello di residenza erano in totale 35,1
milioni, di cui 19,8 milioni extracomunitari e 15,3 milioni comunitari. I detti dati ovviamente
non comprendono i figli degli immigrati naturalizzati - immigrati di seconda o terza generazione
- che sono percepiti come estranei dalla popolazione autoctona, non possiedono più i riferimenti
comunitari originari dei propri genitori e sono portatori di una pericolosa crisi identitaria che in
svariati casi ha alimentato le fila del fondamentalismo islamista.
L’insieme degli immigrati è, inoltre, differentemente distribuito nell’UE. Tendono a
concentrarsi nei paesi centro settentrionali attratti dalla migliore assistenza sociale (il
fenomeno prende il nome di
welfare shopping
)
3
. Ovviamente hanno la possibilità di trasferirsi
legalmente solo gli immigrati che hanno acquisito una cittadinanza nazionale e quindi europea,
mentre i rimanenti ricorrono a trasferimenti infraeuropei clandestini che hanno determinato la
crisi del sistema Schengen.
1
Brexit è abbreviazione di Britain Exit. Il 23 giugno 2016 il referendum convocato nel Regno Unito sulla sua
permanenza nell’Ue è stato vinto dal NO con il 52% dei voti. In seguito all’uscita del Regno Unito, che ha una
popolazione di 60 milioni di persone, gli Stati dell’Ue scenderanno a 27 e la popolazione complessiva dell’Ue si
ridurrà a 440 milioni.
2
Table 4: Foreign-born population by country of birth, 1 January 2015 in:
3
Secondo le statistiche comunitarie al 1° gennaio 2015, vivevano in Germania 10,220 milioni di persone nate
all’estero (12,6% della popolazione). Tale componente risultava di 8,411 milioni (13%) nel Regno Unito; 7,908
(11,9%) in Francia; 5,891 (12,7%) in Spagna; 5,805 (9,5%) in Italia. In totale 38,235 milioni su 52,8. Tuttavia
anche nei paesi minori si registravano percentuali di presenze elevate e superiori al 15%. Vedi: Austria (17,2%),
Belgio (16,1%), Lussemburgo (44,2%), Cipro (20,9%), Svezia (16,4%). In Lussemburgo e a Cipro è prevalente la
componente
comunitaria.
Cfr.