Europa, migranti, frontiere - page 42

Europa, migranti, frontiere. Diritti fondamentali e accoglienza dei profughi nell’Unione europea
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di
F l u s s i mi g r a t o r i , l e r e a z i on i p o l i t i c he e s o c i a l i e i r i s c h i d i
d i s s o l u z i one de l l ’ UE
I flussi migratori che interessano i paesi meridionali dell’Europa, esposti alle frontiere
esterne marittime, hanno messo in discussione i principi di solidarietà che sorreggono l’Unione e
le sue stesse realizzazioni. Il primo segnale è venuto dalla sospensione degli accordi di Schengen
da parte dei paesi dell’Europa centro settentrionale e dalla costruzione di barriere ai confini
esterni per chiudere la rotta balcanica. Il secondo segnale è dato dalle resistenze emerse
nell’applicazione del piano di redistribuzione di 160.000 mila profughi varato dalla Commissione
europea nel 2015. Il terzo segnale è dato dalla diffusione dei movimenti populisti euroscettici e
xenofobi in quasi tutti i paesi europei con il rischio di far saltare gli equilibri politici nazionali e
continentali europei che hanno sorretto il processo europeo nel dopoguerra.
Il nodo dell’immigrazione è, inoltre, una delle componenti principali del voto britannico
sull’uscita dall’UE; in Austria può favorire l’elezione di un presidente della repubblica xenofobo
nelle prossime elezioni presidenziali. In Francia il
Front National
è divenuto, secondo i sondaggi,
il primo partito del paese; nei Paesi Bassi, in Svezia e altri paesi scandinavi crescono le forze
politiche antisistema alimentate anche dalle reazioni alle manifestazioni del terrorismo
islamista che hanno interessato diversi paesi europei.
A fronte di tali reazioni sociali, è un dato di fatto che l’Unione Europea si è trovata: 1)
senza strumenti per affrontare la crisi della migrazione; 2) senza strumenti per affrontare la
crisi economica internazionale innescata dal fallimento delle istituzioni finanziarie americane
del 2007-2008; 3) senza strumenti per contrastare gli attentati terroristici che hanno colpito la
Francia, il Belgio, la Germania e quindi garantire la sicurezza. Nel vuoto di potere della
Commissione e del Parlamento europeo si sono affermati i rapporti intergovernativi e
naturalmente la gerarchia divisiva dei rapporti di forza tra Stati membri.
I flussi migratori, la crisi economica e la situazione internazionale mettono in discussione la
capacità europea di accogliere e includere socialmente i nuovi residenti, di rispondere alla sfida
del terrorismo. I cittadini europei sembrano aver perso le loro tradizionali certezze, hanno
paura e chiedono sicurezza. È questo probabilmente il terreno sul quale si giocheranno i destini
del processo europeo.
Restando nell’ambito del nodo immigrazione, un’analisi del problema deve considerare
quanti sono gli immigrati nell’UE, la pressione demografica esterna su un’Europa in calo
demografico, la sostenibilità delle politiche di accoglienza, la possibilità di una politica estera e
di sicurezza rivolta a contenere i fattori di spinta della migrazione, a rendere gestibile il flusso
Il testo è stato redatto nel settembre 2016.
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