Europa, migranti, frontiere - page 53

Europa, migranti, frontiere. Diritti fondamentali e accoglienza dei profughi nell’Unione europea
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Per la prima volta, gestione della pace e applicazione dell’asilo sono considerati compito di
organismi internazionali, la cui prima espressione concreta e strutturata sarà la
Società delle
Nazioni
(1919).
Restringendo temporalmente l’orizzonte, la fase storica in cui si delineano i presupposti per
il riconoscimento dell’asilo come
diritto
, nonché la creazione di veri e propri sistemi di
accoglienza, è quella tra le due guerre mondiali, quando il forte aumento del numero di persone
in fuga da conflitti e persecuzioni impose una gestione del fenomeno a livello sovranazionale
mediante l’istituzione di Uffici e strumenti di protezione internazionale all’interno della
Società
delle Nazioni
. Tale incremento di profughi viene comunemente ascritto al mutato assetto
geopolitico seguito al primo conflitto mondiale, con il collasso di tre grandi stati imperiali
(Impero austro-ungarico, Impero russo e Impero ottomano) e il successivo imporsi di sistemi
nazionalistici fondati sul principio della
purezza etnico-culturale
delle relative popolazioni. È
questo il caso del declinante Impero Ottomano, in cui, nei primi due decenni del XX secolo, il
programma nazionalista del movimento dei
Giovani Turchi
ebbe come tragica conseguenza il
genocidio delle popolazioni armene, le quali furono costrette a fughe in massa verso vari paesi
europei ed extraeuropei. Contemporaneamente, in molte regioni del vecchio Impero asburgico e
della Russia si acuirono atteggiamenti fortemente antisemiti che determinarono i primi massicci
spostamenti di gruppi di ebrei verso il Medio Oriente (Palestina), gli Stati Uniti e l’America
meridionale.
L’attività forse più nota (ma non unica
4
) della
Società delle Nazioni
in materia di tutela
umanitaria fu quella svolta dall’
High Commission for Refugees
, istituito a Ginevra nel 1921, e
guidato fino alla morte (1930) dall’esploratore, scienziato e diplomatico norvegese Fridtjof
Nansen. Il suo impegno troverà immediato seguito nell’
Office International Nansen pour les
Réfugiés,
attivo sino alla vigilia del secondo conflitto mondiale (1938). Pur interagendo con gli
stati attraverso strumenti diplomatici ancora poco efficaci (p. es.: mediante specifiche
raccomandazioni, che però non avevano carattere
vincolante
), all’attività di questi due
Organismi va riconosciuto il grande merito di avere ideato un dispositivo pratico che avrebbe
permesso la fuga, e quindi salvato la vita, a migliaia di persone in pericolo. Si tratta dei
cosiddetti
Nansen passport
, veri e propri documenti d’identità-viaggio con funzioni di
lasciapassare, riconosciuti da 52 Paesi, che certificavano la condizione “individuale” di grave
pericolo in cui si trovavano persone appartenenti a
gruppi nazionali
perseguitati in patria,
facilitandone così l’uscita e il regolare ingresso (asilo) in Paesi ritenuti sicuri.
4
Nel rievocare gli organismi internazionali preposti alla protezione/assistenza dei rifugiati nel periodo tra le
due guerre mondiali, oltre al già citato Ufficio dell’Alto Commissario per i Rifugiati
[…]
ricordiamo:
- Ufficio Internazionale Nansen per i Rifugiati, creato dalla S.d.N.
[Società delle Nazioni]
nel 1930 (dopo la
morte dell’Alto Commissario) per dare una base più stabile alle attività dell’Organizzazione in favore dei
rifugiati;
- Ufficio dell’Alto Commissario per i Rifugiati dalla Germania, creato dalla S.d.N. nel 1936 per assicurare agli
Ebrei “non-ariani” e agli oppositori del regime nazista possibilità di reinsediamento in Europa o oltremare
(analoga funzione era stata affidata dalla S.d.N. nel 1933 ad un’apposita amministrazione con sede a Londra,
distaccata dalla S.d.N. ma operante in collegamento con essa)
(Ferrari G.,
La Convenzione sullo Status dei
Rifugiati
. Aspetti storici, p. 14).
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