Europa, migranti, frontiere - page 48

Europa, migranti, frontiere. Diritti fondamentali e accoglienza dei profughi nell’Unione europea
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avviato il “Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per la stabilità e la lotta contro le cause
profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati in Africa”.
A La Valletta l’UE si è dichiarata poi pronta a sviluppare un
Programma regionale di
sviluppo e protezione per il Corno d’Africa
destinato a fermare i migranti, sostenuto da fondi
europei, nazionali e comunitari, e comprensivo di assistenza ai profughi e della costruzione di
capacità di intervento delle autorità locali. In tale ambito non è stata esclusa la possibilità di
rimpatrio da parte UE dei migranti nei pesi di origine a seguito della rimozione dei fattori di
crisi.
Inoltre, la diplomazia personale della Cancelliera Merkel ha portato all’accordo di marzo
2016 con la Turchia
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; accordo discutibile soprattutto a causa dell’involuzione interna del paese
anche prima del fallito colpo di Stato della notte tra il 15 e il 16 luglio scorso. Con tale accordo
si è cercato di assicurare un appropriato contesto di protezione umanitaria fuori dai confini
europei e di impedire alla Turchia, grazie a un aiuto condizionato di 6 miliardi di euro, di
incoraggiare i profughi siriani e iracheni ospitati sul suo territorio a partire verso i paesi UE,
com’è avvenuto nell’estate 2015.
Ciò non toglie che l’accordo contenesse svariati punti critici. Innanzitutto, è intervenuto
solo sui flussi che possono interessare quella che viene chiamata la
rotta balcanica
. In secondo
luogo, ha definito migrante irregolare ogni persona che approdi sul territorio ellenico e impone
alle autorità greche di riaccompagnarla in Turchia senza prendere in considerazione la
presentazione della richiesta di asilo come previsto dai regolamenti di Dublino. Al fine di non
violare i detti regolamenti e il rispetto della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del
1951 da parte europea, la Turchia è stata poi dichiarata incautamente
paese di primo asilo
per i
profughi siriani e
paese terzo sicuro per
i profughi non siriani. In realtà, queste due
qualificazioni sono state contestate dall’Alto Commissariato per i profughi delle NU (UNHCR) per
la discutibile protezione assicurabile ai profughi da parte di Ankara che dovrà adeguare la
propria normativa interna per garantire pienamente ai richiedenti asilo, in particolare ai non
siriani, le tutele previste dalla Convenzione di Ginevra. La disposizione restrittiva viene solo
parzialmente attenuata dalla possibilità europea di autorizzare l’ingresso nell’UE di un profugo
siriano per ogni profugo riaccompagnato in Turchia entro il tetto massimo della concessione di
72 mila visti.
L’accordo con la Turchia ha poi stimolato ad aprile di quest’anno il governo italiano,
preoccupato per i riflessi conseguenti sulla rotta del Mediterraneo centrale, a presentare il
documento
Migration Compact
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nel quale è stata suggerita una strategia di intervento sui paesi
africani e il riordino degli strumenti europei di assistenza allo sviluppo.
Il
Migration Compact
ha trovato successiva risposta da parte della Commissione che ha
presentato il 7 giugno scorso una Comunicazione sul
Nuovo quadro di partenariato con i paesi
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