Europa, migranti, frontiere. Diritti fondamentali e accoglienza dei profughi nell’Unione europea
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Nonostante numerosi tentativi di scindere l’analisi delle realtà migratorie dalle
penetrazioni terroristiche e dai processi di radicalizzazione islamista, la connessione tra i due
fenomeni sembra essere prevalsa nel senso comune, al punto da condizionare le risposte
politiche rispetto alla gestione delle migrazioni (anche di quelle dei profughi) nel senso di un
rafforzamento del loro controllo.
Nel suo
Discorso sullo stato del’Unione
del 14 settembre 2016
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, il Presidente della
Commissione europea ha usato espressioni assai diverse da quelle adottate l’anno precedente,
ripiegando verso un indirizzo securitario per il quale la difesa dalle minacce del terrorismo
islamista deve passare innanzitutto attraverso il rafforzamento del controllo delle frontiere
esterne dell’Ue e degli ingressi migratori irregolari. A tal fine, Parlamento europeo e Consiglio
dell’Unione europea hanno istituito, con il Regolamento (UE) 2016/1624
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del 14 settembre,
l’
Agenzia della Guardia costiera e di frontiera europea
, ulteriore dispositivo per la sicurezza
delle frontiere che va a integrare le attività di Frontex.
La Riunione informale dei 27 capi di Stato o di governo dell’Ue, svoltasi a Bratislava il 16
settembre 2016
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e il successivo Consiglio europeo del 20-21 ottobre 2016
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hanno ulteriormente
consolidato l’indirizzo securitario. La sicurezza delle frontiere esterne è stata riaffermata come
perno di tutta la politica migratoria europea, da concretizzarsi nei seguenti obiettivi:
Non
consentire mai la ripresa dei flussi incontrollati dello scorso anno e ridurre ulteriormente il
numero dei migranti irregolari; assicurare il pieno controllo delle nostre frontiere esterne e
tornare a Schengen
[…]
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. Obiettivi che dovrebbero dare corso alla creazione di nuovi dispositivi
operativi di controllo, come l’ETIAS, ossia un
sistema di informazione e autorizzazione ai viaggi
per consentire i controlli preventivi e, se necessario, negare l’ingresso ai viaggiatori sprovvisti
di visto
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o la
piena capacità di reazione rapida della guardia costiera e di frontiera europea,
ora istituita ufficialmente
.
Complessivamente, viene accettato il postulato per cui i flussi migratori sarebbero da
affrontare prevalentemente attraverso
politiche di difesa
capaci di dissuaderne l’arrivo e
contrastarne la permanenza, anziché attraverso
politiche di effettiva integrazione
, che
mettano al centro i diritti delle persone.
L’incidenza di queste indicazioni sembra già avere effetto su alcune scelte politiche
nazionali, più propense ad adottare strumenti securitari che ad attivare dispositivi di inclusione
sociale. In questo quadro, il solco rispetto a quanto affermato nella
Carta di Nizza
si sta
facendo nuovamente profondo: il rischio è possa diventare irrecuperabile.
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State of the Union 2016. Towards a better Europe - A Europe that protects, empowers and defends
3
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Dichiarazione e Tabella di marcia di Bratislava:
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Conclusioni del Consiglio europeo, 20 e 21 ottobre 2016
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Dichiarazione e Tabella di marcia di Bratislava:
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Dichiarazione e Tabella di marcia di Bratislava: