Europa, migranti, frontiere - page 57

Europa, migranti, frontiere. Diritti fondamentali e accoglienza dei profughi nell’Unione europea
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combinato di protezione giuridica e assistenza materiale che è la vera sostanza del sistema
d’asilo?
2. Di fronte al moltiplicarsi e al mutare dei fattori di spinta, lo
status di rifugiato
definito
nella
Convenzione
del 1951 corrisponde ancora alle caratteristiche dei profughi di oggi, spesso in
fuga da conflitti a bassa intensità, calamità naturali e situazioni di povertà? La sua definizione
non rischia di escludere ampie fasce di persone bisognose di protezione, solo perché i motivi
della fuga non rientrano nei parametri della
Convenzione
?
Quella stessa coscienza europea che ha originato e sviluppato il percorso che ha condotto
l’asilo a essere riconosciuto quale diritto universale dell’individuo, è ora chiamata a rispondere
a questi quesiti, se non vuole insterilirsi in modelli politici reificati e perimetrati da vincoli
giuridici e diplomatici.
La memoria (quando non rimossa) ci restituisce un’Europa terra di perseguitati, di vittime di
guerre, di profughi che hanno trovato salvezza al di là dei suoi confini; il presente ci ribalta
quella stessa Europa, ora in pace, chiamata a ospitare masse di migranti forzati, se non vuole
rinnegare il suo stesso DNA civile. La sfida è complessa.
Si tratta, in primo luogo, di scegliere di misurarsi con le dinamiche reali del fenomeno, con
ciò che esso, oggi, è diventato, per trovare delle risposte urgenti nel solco di quella stretta
connessione che abbiamo visto esservi tra
pace
e
asilo
. Si tratta, in altre parole, di trovare il
coraggio di rimettere in discussione prassi e sistemi assurti a fondamenti del sistema d’asilo
internazionale, quando questi risultino non più idonei a rispondere agli accadimenti. Si tratta, in
ultima istanza, di aprire una nuova, ulteriore fase nella storia del diritto d’asilo.
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