Europa, migranti, frontiere. Diritti fondamentali e accoglienza dei profughi nell’Unione europea
20
agli Stati membri di agire in questo senso, vale a dire di trasformare la sfida dell’immigrazione
in un’opportunità.
Per quanto riguarda l’Italia, l’Istat prevede un calo di 11,5 milioni di abitanti entro i
prossimi cinquant’anni. Nello stesso periodo, i flussi migratori dovrebbero riequilibrare la
situazione, con un bilancio positivo di 12 milioni, composto da 18 milioni di ingressi contro 6
milioni di uscite. Da cui se ne deduce che l’immigrazione è funzionale a un livello minimo di
equilibrio demografico.
Un altro vantaggio sociale apportato dall’immigrazione riguarda l’aspetto contributivo: nel
2015 in Italia, il saldo tra i contributi versati dagli stranieri e quanto questi hanno ricevuto dai
fondi pubblici, evidenzia un saldo a favore dell’erario di ben 2,2 miliardi di euro.
Infine, sulla presunta pericolosità sociale degli stranieri, la convinzione che gli stranieri
delinquano più degli italiani è contraddetta dai fatti. Come risulta dalle statistiche della
Direzione centrale di Polizia criminale del Ministero dell’Interno, il tasso di criminalità tra gli
stranieri è decisamente inferiore rispetto che tra gli italiani. Tra il 2004 e il 2014 le denunce per
gli italiani, che sono nel frattempo diminuiti di 300.000 unità, sono aumentate del 40%, mentre
per gli stranieri, che nello stesso periodo sono più che raddoppiati passando da 2,4 a 5 milioni,
sono aumentate del 34%.
Tenendo conto di tutti questi fattori, sarebbe auspicabile abbandonare la logica
emergenziale e passare a una seria programmazione di inserimento e di accoglienza, iniziando a
considerare anche i nuovi venuti, cioè i profughi, come persone da inserire nel mondo del lavoro
e nella società.
D i r i t t i un i v e r s a l i
v e r s u s
d i r i t t i d i c i t t ad i n a n z a
I diritti umani sono tra i principali elementi con cui si caratterizzano le democrazie
moderne. Tuttavia, il carattere relativo degli stessi diritti rende problematica la loro tutela.
Come vedremo oltre, i principali fattori sono due: da un lato il limite che per ciascun diritto
pone la tutela di altri diritti concorrenti; dall’altro lo status giuridico della persona. Se poi si
considerano i diritti da un punto di vista storico, ci si rende conto che il valore universale di
certi diritti può essere successivamente negato secondo l’occorrenza.
Con una formula possiamo dire che oggi viviamo nell’età dei diritti; l’espressione riprende
il titolo di un volume che raccoglie gli scritti sul tema di Norberto Bobbio, a cui ci rifacciamo
per un loro inquadramento teorico. La concezione dell’individuo come soggetto di diritti non è
un’invenzione della modernità. Infatti è già presente nel diritto romano, dove però si tratta di
diritti che competono all’individuo in quanto soggetto economico: la sfera è quella dei rapporti
economici interpersonali. Invece, la svolta della modernità consiste nel concepire l’individuo
come soggetto di diritti nell’ambito della sfera dei rapporti di potere tra governanti e
governati. Sono i diritti pubblici soggettivi a caratterizzare lo Stato di diritto, che è lo stato
costituzionale.