Europa, migranti, frontiere - page 12

Europa, migranti, frontiere. Diritti fondamentali e accoglienza dei profughi nell’Unione europea
10
milioni di persone in Medio Oriente e nell’Africa settentrionale e sub-sahariana e in sostanza le
costringono a tentare di fuggire. Come è noto, ma è sempre utile ricordarlo, alla radice delle
tragedie medio-orientali e africane non vi sono solo ragioni autoctone, connesse alle specifiche
caratteristiche storiche di queste aree (si pensi ad esempio ai conflitti secolari fra islamici
sunniti e sciiti), ma vi sono anche, e in qualche caso soprattutto, le scelte fallimentari
dell’Occidente, a partire da quelle americane in Afghanistan e in Iraq dopo l’11 settembre
2001. Due guerre fallimentari dagli esiti ancora oggi disastrosi, a cui l’Europa non ha avuto né la
volontà, né la forza di opporsi.
“A valle” dei flussi migratori ci sono, come è altrettanto noto, i difficili e spesso
drammatici problemi dell’accoglienza e dell’inclusione dei migranti, dei profughi e dei rifugiati
che, dopo aver fatto una lunga e spesso tragica strada (il Mediterraneo è sempre più un mare di
morti), entrano nei paesi europei in cerca di salvezza. E ci sono, nel contempo, i drammatici
problemi del terrorismo transnazionale che colpisce in misura sempre più grave gli abitanti dei
paesi europei, alimentandone l’insicurezza e la paura. Le migrazioni in quanto tali, come è
noto, non sono per nulla all’origine del terrorismo e anzi, come si può facilmente verificare,
moltissimi migranti ne sono essi stessi vittime nei loro paesi di origine, e fuggono proprio per
questo e da questo. Resta il fatto, tuttavia, che il terrorismo sempre più “molecolare” che
colpisce gli europei (europei vecchi e nuovi anche in questo caso, come dimostra la presenza di
molti immigrati fra le vittime degli attentati) ha attori quasi sempre nord-africani o medio-
orientali, o comunque di queste origini, ha una sorta di “cabina di regia”, vera o presunta, in
Daesh (Isis o Califfato) insediato soprattutto fra Iraq e Siria, e si copre infine con un “ombrello
simbolico” che si richiama all’Islam. Dato che almeno le circostanze in sostanza coincidono, ciò
fa sì che nell’immaginario di molti europei i due fenomeni dei processi migratori e del
terrorismo transnazionale siano percepiti come connessi e in qualche modo causa l’uno
dell’altro. Questo immaginario, alimentato e legittimato dai movimenti politici xenofobi e neo-
nazionalisti, produce un progetto della medesima natura: poiché senza migrazioni non ci
sarebbe terrorismo, dunque chiudiamo le frontiere e rimandiamo a casa migranti e rifugiati,
ognuno finalmente “padrone a casa propria”. Un progetto per molti suggestivo, ma in realtà
pateticamente illusorio, dato l’inestricabile intreccio delle “case” che caratterizza ormai da
tempo l’età della globalizzazione.
“A valle” dei processi migratori, c’è poi la crisi oggettiva dell’Unione Europea e dei paesi
membri, sia dal punto di vista economico e sociale, a partire dalla crisi finanziaria mondiale
esplosa nel 2008, sia dal punto di vista politico-istituzionale con l’affermarsi, a danno di quello
comunitario, del metodo intergovernativo che favorisce i paesi più forti dell’Unione come la
Germania, che alimenta la frattura fra il Sud e il Nord dell’Europa, e che ha inoltre in qualche
caso condotto a ignorare o violare diritti fondamentali sanciti dallo stesso ordinamento
comunitario. Questo metodo ha anche prodotto, come risposta alla crisi finanziaria ed
economica, le politiche di austerità fallimentari che segnano l’Europa dopo il 2008 e che hanno
contribuito in modo decisivo alla caduta del consenso intorno al progetto europeo. Vi è ancora
1...,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11 13,14,15,16,17,18,19,20,21,22,...81
Powered by FlippingBook