Tipologia articolo Corecom

Azioni digitali, relazioni autentiche. Il rapporto che hanno i giovani con le nuove tecnologie. Se ne è discusso al Salone del libro in un evento organizzato dal Corecom Piemonte in collaborazione con Tuttinrete, tavolo interistituzionale che ha come obiettivo principale la promozione di una cultura condivisa della tutela dei diritti dei minori nel rapporto con i mezzi di informazione.
Moderato dal commissario del Corecom Marco Briamonte, i relatori hanno analizzato su cosa significhi oggi costruire relazioni autentiche in un’epoca dominata dai social network. Le relazioni tradizionali si basano sulla vulnerabilità, sull'ascolto, sulla fiducia. Richiedono tempo, attenzione, presenza reale. Ma soprattutto, richiedono il coraggio di mostrarsi per come si è, senza filtri, mentre questo sui social spesso non avviene.
Questo non significa demonizzare la tecnologia: i social possono essere strumenti straordinari se usati con consapevolezza. Possono connettere, ispirare, avvicinare. Ma non devono sostituire il contatto umano. Dovrebbero essere utilizzati esclusivamente come un ponte, non come un rifugio, mentre invece vengono sovente impiegati in modo distorto amplificando la diffusione di fake news, l’odio verbale e il bullismo digitale.
L’auspicio dei relatori è quello di indirizzare i giovani non alla disconnessione totale, ma alla consapevolezza. Devono imparare a distinguere tra ciò che è vero e ciò che è costruito, tra ciò che ci arricchisce e ciò che ci impoverisce. Bisogna aiutarli affinchè si riapproprino del loro tempo, perché solo così potranno utilizzare la tecnologia senza diventarne vittime.
Sono intervenuti: Alessia Caserio Vicepresidente Corecom Piemonte, Davide Fratta Magistrato, Sostituto Procuratore della Repubblica Tribunale per i Minori Torino, Barbara Solari Dirigente del Comune di Torino, Gianpiero Lo Bello Docente Liceo Cavour Torino e Alberto Parola Docente Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione Università di Torino.
Nel pubblico erano presenti gli studenti dell’Istituto Margherita Hack classe 3°C di Villarbasse e del Convitto Nazionale classe 1°C di Torino.