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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAVETTI
(I lavori iniziano alle ore 9.46 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")
PRESIDENTE
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione ordinaria n. 9 inerente a "Uguali contributi regionali agli enti gestori piemontesi delle funzioni socioassistenziali" presentata dalla Consigliera Canalis, alla quale risponderà l'Assessore Marrone.
Ricordo che per le interrogazioni ordinarie non è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante, è prevista la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica dell'interrogante per altrettanti cinque minuti.
Interrogazione n. 9 presentata da Canalis, inerente a "Uguali contributi regionali agli Enti Gestori piemontesi delle funzioni socioassistenziali"
PRESIDENTE
Esaminiamo l'interrogazione n. 9 della Consigliera Canalis.
La parola all'Assessore Marrone per la risposta.
MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
Rispondo all'interrogazione, evidenziando subito che i contributi regionali agli enti gestori delle funzioni socioassistenziali non sono per nulla uguali, anzi proporzionati al dimensionamento di ciascuno, secondo quanto di seguito indicato.
Le risorse del Fondo regionale sono prioritariamente destinate alla contribuzione finanziaria delle gestioni locali, conformi alle indicazioni e agli obiettivi fissati dalla Regione. Il Fondo regionale per la gestione del sistema integrato degli interventi e servizi sociali, di cui all'articolo 35 della legge regionale n. 1/2004, è ripartito annualmente tra gli enti gestori delle attività socioassistenziali secondo criteri individuati dalla Giunta regionale, informata la Commissione consiliare competente.
I criteri di riparto attualmente vigenti sono stati approvati con deliberazione della Giunta regionale del 29 settembre 2010 e prevedono la suddivisione delle risorse secondo le modalità che garantiscono la proporzionalità nel modo seguente: per il 35% in base alla popolazione residente, per il 25% in base agli anziani ultrasettantacinquenni residenti, per il 25% in base ai minori residenti, per il 15% in modo inversamente proporzionale al rapporto popolazione/superficie territoriale ovvero il criterio della dispersione, sulla base di modalità di riequilibrio da adottarsi annualmente in relazione alle scelte programmatiche regionali.
Nei successivi anni 2011-2012 le deliberazioni annuali di riequilibrio hanno previsto meccanismi correttivi di perequazione sulle quote risultanti dall'applicazione della suddetta delibera di Giunta.
Dal 2013 al corrente anno, per evitare eccessive alterazioni nella stabilità di gestione locale, le quote sono state ripartite agli enti gestori delle funzioni socioassistenziali in misura proporzionale alle quote attribuite negli anni precedenti, sulla base dell'effettivo assetto territoriale degli enti medesimi.
Come chiaramente indicato, tali criteri sono proporzionali al dimensionamento territoriale dell'ente gestore e permettono anche di compensare in quota le aree geomorfologicamente più svantaggiate della Regione. La ripartizione annuale delle risorse avviene, come sempre, previo confronto e concertazione tra l'amministrazione regionale, il coordinamento degli enti gestori, l'ANCI e le organizzazioni sindacali, che non hanno mai evidenziato la non proporzionalità dei trasferimenti, così come parrebbe dal quesito posto.
In data 23 maggio 2024, tale incontro si è svolto in videoconferenza ed è stato concordato di mantenere invariati i vigenti criteri di ripartizione del Fondo indistinto regionale per l'anno 2024 e della somma per l'esercizio delle competenze previste dall'articolo 5, comma 4, della legge regionale n. 1/2004, non essendo emerse proposte alternative in grado di mettere d'accordo gli enti gestori. Per garantire la continuità nell'erogazione dei servizi socioassistenziali, la disponibilità economica è rimasta invariata rispetto agli anni precedenti.
Il trasferimento agli enti gestori delle risorse suddette per l'annualità 2024 è stato disposto per un totale complessivo di 44.374.160,80 euro secondo la seguente articolazione: 38.074.000 euro circa (di cui 22 milioni destinati per l'azione di cui alla legge regionale n. 17/2022), 6.300.000 euro per le competenze previste ex articolo 5 della legge n. 1/2004.
Per quanto concerne le risorse comunali versate dai Comuni agli enti gestori ai quali afferiscono, attraverso le quote pro capite, è evidenziata a tal proposito una notevole variabilità tra le stesse, determinata dalle diverse volontà politiche e capacità economiche dei territori. Se si analizzano a livello di singolo ente gestore le entrate dei Comuni e si confrontano le stesse con le entrate della Regione, si osserva che per 32 enti gestori le entrate relative ai trasferimenti assegnati dall'Amministrazione regionale superano le entrate derivanti dalle quote dei Comuni afferenti.
Va, altresì, evidenziato che alcuni Fondi nazionali, ad esempio il PUA come Punto Unico di Accesso, Vita Indipendente e altri, vengono trasferiti dallo Stato in forma vincolata per quote fisse, che tengono unicamente conto della numerosità degli enti gestori, quindi degli ambiti territoriali, e non della loro pesatura o composizione demografica e/o geomorfologica.
In merito alle premesse dell'interrogazione, si fa presente che, a decorrere dal 1° luglio 2022, gli enti gestiti dalle ASL da due sono passati a uno. Da tale data, infatti, i Comuni di Valenza, Bassignana Cuccaro Monferrato, Pecetto di Valenza, Rivarone, San Salvatore Monferrato ovvero tutti i Comuni afferenti all'ente gestore ASL di Alessandria distretto di Valenza, hanno conferito al regime di delega associata la gestione dei servizi socioassistenziali al Consorzio intercomunale dei servizi socioassistenziali dei Comuni dell'Alessandrino e CISSACA.
Dal 2023, l'incombenza per gli enti gestori che hanno dovuto gestire le domande per i nuovi bandi di domiciliarità e residenzialità del bonus "Scelta sociale" è stata definita sulla base di un accordo di programma concertato con gli enti gestori stessi. Tali attività hanno interessato circa 1.850 istanze che, confrontate con i dati d'accesso e i servizi di segretariato sociale, hanno un peso complessivo su scala regionale di circa l'1,2%, con un impatto minimo sull'attività complessiva realizzata.
I Comuni capoluogo di Provincia gestiscono direttamente all'interno del proprio bilancio la funzione socioassistenziale e non hanno una quota pro capite definita a priori.
Si osserva che le quote indicate per l'interrogazione fanno riferimento alla pubblicazione regionale "I servizi territoriali in cifre", curata direttamente dagli uffici regionali della Direzione Welfare, la quale evidenzia come queste derivino da prospetti di rendicontazione differenziati rispetto agli altri enti gestori dei servizi socioassistenziali.
Nelle note della pubblicazione viene precisato, infatti, che la metodologia adottata per i Comuni capoluogo è differenziata rispetto agli altri enti gestori, e che le quote dei Comuni capoluogo possono ricomprendere altresì prestazioni peculiari riconducibile a sistemi di welfare maggiormente articolati, come ad esempio le spese di personale e dei trasferimenti correnti per le prestazioni di intermediazione abitativa (assegnazione alloggi) e contributi specifici per finalità abitative a favore degli utenti presi in carico dai servizi sociali.
Nella pubblicazione viene altresì precisato che la suddivisione del territorio in porzioni, dove i servizi sociali creano il primo approccio con il cittadino, genera un costo per il personale non confrontabile con altre realtà più piccole.
Inoltre, l'acuirsi della crisi economica, l'accrescimento della povertà, la concentrazione nel capoluogo del fenomeno delle persone senza fissa dimora provenienti anche da altre zone del Piemonte e, non da ultimo, il fenomeno dell'immigrazione, sia dei minori non accompagnati sia degli adulti, fanno sorgere la necessità di predisporre servizi atti al soddisfacimento dei bisogni primari e le conseguenti politiche d'inclusione e d'integrazione nel tessuto cittadino.
La pubblicazione regionale "I servizi territoriali in cifre" edizione 2024 ha reso disponibili i dati più aggiornati relativi all'anno di esercizio 2022, comprese le quote pro capite deliberate dagli enti gestori per l'anno 2023, a eccezione di tre Comuni capoluogo, per i quali i dati si riferiscono all'annualità 2022, in ragione della metodologia differenziata sopra citata.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Canalis per la replica.
CANALIS Monica
Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la disponibilità a rispondere a queste interrogazioni in Aula e anche per il dettaglio di questa risposta, che prego di volermi sporgere, perché merita davvero un ulteriore approfondimento e studio.
Credo sia utile il chiarimento di questa mattina, innanzitutto perché c'è un aggiornamento rispetto al numero totale degli enti gestori delle funzioni assistenziali operanti in Piemonte e che, quindi, non sono più 47 ma si sono ridotti. Faccio presente che anche quello di Perosa Argentina, a partire dal 1° gennaio 2025, sarà accorpato al CISS di Pinerolo, quindi si va nella direzione della piena applicazione della legge regionale n. 1 del 2004. Seppure in ritardo, stiamo ottemperando alla legge regionale.
È anche utile aver preso contezza, grazie alla parola dell'Assessore, dei criteri che ci siamo dati per distribuire i fondi regionali: il famoso fondo indistinto di 44 milioni euro l'anno che la Regione distribuisce agli enti gestori.
Credo che su questo tema sarà necessario fare ulteriori dibattiti, anche perché sicuramente i criteri citati dall'Assessore, legati alla natura territoriale dei diversi enti gestori, alla dispersione demografica, alla presenza di anziani e alla presenza di minori sono dei criteri importanti ma credo che oggi se ne siano aggiunti altri.
Sappiamo che gli enti gestori, soprattutto dopo la pandemia, hanno dovuto farsi carico di ulteriori funzioni. Pensiamo al tema della salute mentale che non è un tema soltanto sanitario di pertinenza delle ASL; pensiamo al tema del disagio degli adolescenti e al tema dei disturbi alimentari, del rischio suicidario e via dicendo, che comportano un aggravio del lavoro per enti gestori, che invece continuano a ricevere la stessa cifra ogni anno dalla Regione.
Non farò polemica sui criteri enunciati, anche perché sono sopravvissuti a ben 14 anni di vita della Regione, se la DGR risale al 2010. Credo per possa essere utile, anche in maniera bipartisan, Assessore, riprendere in mano quella delibera per contemplare, tra i criteri di riparto dei fondi regionali, i nuovi fenomeni.
In parte l'avete già fatto attraverso la legge regionale n. 7 del 2022, la legge Allontanamento Zero, in cui avete vincolato l'utilizzo dei fondi regionali alla prevenzione degli allontanamenti per quasi la metà dei fondi di cui dispone ogni ente gestore. Tuttavia, credo che andrebbe ripreso in mano quell'insieme di criteri in maniera più complessiva, tenendo sicuramente conto del disagio dei nuclei familiari e delle priorità che i minori hanno nelle politiche sociali, ma tenendo anche conto degli altri fattori.
Su questo, come forze di minoranza - sicuramente come Partito Democratico siamo disponibili a una riflessione, considerando anche che questi criteri verranno eventualmente inseriti in una DGR che dovrà ricevere un parere della Commissione, però mi permetto di esprimere un invito a riconsiderare.
Non farò polemica perché è chiaro che, così come la Regione distribuisce in maniera diversificata i fondi, proprio sulla base di questi criteri, anche i Comuni si comportano in maniera differente: ci sono Comuni che decidono sulla base di legittime scelte politiche, di conferire una grande quantità di fondi ai loro consorzi e altri meno.
Non c'è, quindi, chi sta dalla parte della ragione e chi dalla parte del torto, però credo che alcuni fattori epidemiologici e anche sociali, nuovi rispetto al 2010, meriterebbero di essere considerati.
Pertanto, invito l'Assessore ad aprire un lavoro in tal senso.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Canalis.
Interrogazione indifferibile e urgente n. 22 presentata da Valle, inerente a "Sullo stato di conservazione delle vetrate del Grattacielo della Regione Piemonte alla luce di quanto riportato nella 'Relazione Finale' dell'ing. Marco Bagetto (8 aprile 2019)" (risposta scritta) 12002 - 44021 Interrogazione indifferibile e urgente n. 23 presentata da Valle, inerente a "Mancata pubblicazione dei risultati delle analisi di potabilità dell'acqua all'interno del Grattacielo della Regione Piemonte" (risposta scritta) 31001 - 31099 Interrogazione indifferibile e urgente n. 42 presentata da Valle, inerente a "Attuazione del decreto legislativo n. 62 del 3 maggio 2024 in materia di disabilità" (risposta scritta)
PRESIDENTE
Comunico che, in accordo con il Consigliere Valle, alle interrogazioni indifferibili e urgenti n. 22, n. 23 e n. 42 verrà fornita risposta scritta.
Dichiaro chiusa la sessione delle interrogazioni e interpellanze.
Alle ore 10.15 il Presidente Nicco aprirà la seduta ordinaria del Consiglio regionale.
(Alle ore 9.59 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO
(La seduta inizia alle ore 10.33)
PRESIDENTE
La seduta è aperta.
Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale
PRESIDENTE
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Carosso e Cirio.
Il numero legale è 25.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Canalis ne ha facoltà.
CANALIS Monica
Grazie, Presidente.
Non intervengo sulla proposta di modifica all'o.d.g., ma sull'ordine dei lavori. Siamo a inizio legislatura e mi sembra del tutto scusabile, ma questa mattina la sessione dedicata alle interrogazioni e interpellanze prevista per le ore 9 è iniziata alle ore 9.45 per assenza dell'Ufficio di Presidenza.
Per le prossime sedute chiederei all'Ufficio di Presidenza, se possibile di avvisare se sopraggiungono comprensibilissimi e umanissimi imprevisti o interloquire in qualche maniera con gli interroganti, perché anche noi possiamo avere qualche disguido.
PRESIDENTE
Consigliera Canalis, ha ragione: c'è stato un disguido in Ufficio di Presidenza e chi doveva far partire i lavori delle interrogazioni era assente. Siamo arrivati in emergenza, quindi siamo partiti in ritardo.
Vedremo di prendere le opportune precauzioni affinché non accada più.
Richieste di modifica dell'o.d.g.
PRESIDENTE
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ravinale; ne ha facoltà.
RAVINALE Alice
Volevo chiedere l'attrazione congiunta dell'ordine del giorno n. 16, già calendarizzato al punto 5) dell'o.d.g. odierno e presentato da Fratelli d'Italia, a oggetto "La scuola luogo di crescita e non di ideologia gender", con l'ordine del giorno n. 32 a prima firma della Consigliera Cera, che tratta il medesimo argomento.
PRESIDENTE
Vorrei una conferma dal Capogruppo di Fratelli d'Italia, ma pare ci sia un accordo o, meglio, una conferma di far passare in questa doppia sessione di Consiglio regionale un solo ordine del giorno per Gruppo. Quello di Fratelli d'Italia è già passato l'altra volta, quindi l'intenzione è quella di non farlo passare oggi.
Prendiamo atto dell'attrazione.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.
PENTENERO Gianna
Chiedevo l'attrazione dell'ordine del giorno n. 28, presentato dalla Consigliera Simona Paonessa.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.
DISABATO Sarah
Per la stessa ragione, chiedo l'attrazione dell'ordine del giorno n. 7.
(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)
Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)
PRESIDENTE
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: b) Comunicazione all'Assemblea Comunico che in data 8 ottobre è pervenuta la richiesta di trattazione d'urgenza, ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale, del disegno di legge n. 51 "Disposizioni in materia di ordinamento del personale. Modifica alla legge regionale 28 luglio 2008, n.
23", presentato dalla Giunta regionale in data 8 ottobre 2024.
La richiesta, come da punto 7) all'o.d.g., sarà posta in votazione al termine delle dell'odierna seduta.
c) Approvazione processo verbale È in approvazione il processo verbale n. 7 relativo alla seduta del 1 ottobre 2024.
d) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
e) Esami di leggi regionali Il Consiglio dei Ministri, in data 15 ottobre 2024, ha esaminato la seguente legge regionale e ne ha deliberato la non impugnativa: legge regionale 9 settembre 2024, n. 23 "Disposizioni in materia di assolvimento degli obblighi di finanza pubblica"
Ordine del giorno n. 20 presentato da Unia, Coluccio e Disabato, inerente a "Rinnovo del CCNL degli operatori del TPL. La Regione si faccia portavoce a livello nazionale per richiedere un aumento di risorse da stanziare nel Fondo Nazionale Trasporti"
PRESIDENTE
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 20, di cui al punto 2) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Unia per l'illustrazione.
UNIA Alberto
Grazie, Presidente, e buona giornata.
Oggi propongo questo ordine del giorno per sollecitare il Governo da parte della Regione al rinnovo del contratto nazionale degli operatori del trasporto pubblico locale.
Il contratto è scaduto da tempo, le trattative sono in stallo e questo ovviamente crea incertezza per i lavoratori. Conosciamo l'importanza del TPL per tutta una serie di motivi, che non sto nuovamente a elencare perch già fatto in altre sedute. Mi limito solo a sottolineare che la causa principale è la carenza di risorse del Fondo nazionale trasporti.
Cosa chiediamo sostanzialmente con tale ordine del giorno? Chiediamo che il Consiglio regionale si esprima e chieda alla Giunta di portare la voce del Consiglio regionale, in modo che si acceleri il processo di rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei trasportatori.
PRESIDENTE
È aperta la discussione generale. Ogni Consigliere può intervenire per un tempo massimo di dieci minuti.
Non essendovi richieste d'intervento, chiudo la discussione generale. Prima di passare alla votazione, chiedo alla Giunta di esprimere il proprio parere sull'ordine del giorno, ma non intende intervenire.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.
DISABATO Sarah
Grazie, Presidente.
Trovo veramente incredibile che un ordine del giorno calendarizzato già la scorsa seduta non abbia un parere da parte della Giunta. Con tutto il rispetto per l'Assessore Gallo, che credo sia l'unico oggi seduto tra i banchi dell'esecutivo, non abbiamo un riscontro su un ordine del giorno con un tema specifico importante per tantissimi lavoratori del settore del trasporto pubblico.
Sinceramente trovo a dir poco offensivo questo comportamento nei confronti delle minoranze. Poi, per carità, poniamolo ai voti, però penso che sia veramente fuori luogo mettere oggi in votazione un ordine del giorno con un contenuto così importante senza un parere della Giunta Cirio.
PRESIDENTE
Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.
RIVA VERCELLOTTI Carlo
Chiedo di sospendere i lavori per cinque minuti.
PRESIDENTE
Volevo proporlo io, perché penso sia solo un disguido e probabilmente avremo il parere da parte della Giunta.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 10.40, riprende alle ore 10.57)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Riprendiamo la trattazione dell'ordine del giorno n. 20, che ha come primo firmatario il Consigliere Unia.
L'Assessore Gallo si è procurato il parere della Giunta, pertanto ha la parola per esprimerlo.
GALLO Marco, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
Il parere è negativo, in quanto la Commissione Trasporti della Conferenza delle Regioni ha approvato, sin dall'ottobre 2023, un documento unitario per richiedere un aumento di risorse da stanziare nel Fondo Nazionale Trasporti da inviare al Governo, ribadendo, ancora negli ultimi incontri tale necessità.
PRESIDENTE
Chiederei la cortesia all'Assessore di ripetere, però chiedo anche all'Aula di far silenzio, altrimenti è normale che non si senta la risposta dell'Assessore.
GALLO Marco, Assessore regionale
Il parere è negativo, in quanto la Commissione Trasporti in quanto la Commissione trasporti della Conferenza delle Regioni ha approvato sin dall'ottobre 2023 un documento unitario per richiedere un aumento di risorse da stanziare nel Fondo Nazionale Trasporti da inviare al Governo ribadendo, ancora negli ultimi incontri, tale necessità.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Chiedo al primo firmatario se intende intervenire in replica.
Prego, Consigliere Unia; ne ha facoltà.
UNIA Alberto
Grazie, Presidente.
Dalla risposta che era stata data al mio question time non sembrava che fosse questo l'atteggiamento della Giunta.
Pertanto, prendo atto del fatto che nelle risposte al question time si dice una cosa e successivamente si dice che le cose, invece, sono state già fatte. Probabilmente alla Giunta non interessa sul serio questo tema altrimenti non avremmo aspettato un quarto d'ora per il vostro parere.
Prendo atto di questa risposta e comunicherò agli interessati che a voi, in fondo, dei lavoratori del TPL non interessa assolutamente nulla.
PRESIDENTE
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 20, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.
PENTENERO Gianna
Chiedo di ripetere la votazione, perché alcuni Consiglieri non sono riusciti a votare per un problema tecnico.
PRESIDENTE
La prassi consolidata dell'Aula è che, per problemi tecnici, i voti si possono acquisire successivamente a verbale. Mi pare che il Consigliere Avetta abbia avuto un problema tecnico, quindi acquisiamo il suo voto favorevole a verbale.
PENTENERO Gianna
Acquisite a verbale anche il mio voto favorevole.
Ordine del giorno n. 17 presentato da Magliano, Sobrero, Rocchi, Sacchetto Castello, Ruzzola, Antonetto, Bartoli e Biglia, inerente a "Culle per la vita: un'opportunità per le donne che tutela la vita e può essere implementato e portato a conoscenza del maggior numero possibile di cittadini"
Ordine del giorno n. 29 presentato da Conticelli, Calderoni, Paonessa Pentenero, Pompeo, Rossi, Salizzoni, Verzella e Valle, inerente a "Campagna informativa sul parto in anonimato e potenziamento dei consultori"
PRESIDENTE
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 17 e dell'ordine del giorno n. 29, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.
MAGLIANO Silvio
Grazie, Presidente.
Questo è un ordine del giorno dal titolo "'Culle per la vita': un'opportunità per le donne che tutela la vita e può essere implementato e portato a conoscenza del maggior numero possibile di cittadini".
Premetto che le "Culle per la vita" permettono alle madri in difficoltà di lasciare il proprio neonato in completo anonimato e nella certezza che riceverà cure e affetto e che sono collocate in luoghi facilmente raggiungibili, dotate di riscaldamento, del sistema di chiusura di sicurezza, sono collegate con il servizio di pronto soccorso neonatale e fruiscono di un presidio di controllo 24 ore su 24 e sette giorni su sette e possono essere utilizzate con facilità.
Attualmente in Piemonte sono operative solo tre "Culle per la vita" e sono a Casale Monferrato, a Giaveno e a Torino e il più delle volte sono in strutture legate al mondo del terzo settore, quindi stiamo parlando del Sermig, stiamo parlando del Movimento per la vita nel caso di Casale Monferrato o del Centro accoglienza alla vita l'Annunciazione di Giaveno.
Tenuto conto che, nonostante la normativa offra la possibilità di partorire in ospedale senza lasciare le proprie generalità, parliamo del parto in anonimato, che peraltro è oggetto del seguente documento che affronteremo affidando il neonato alla cura di sanitari e aprendo la strada all'adozione, sono ancora tanti casi di bambini abbandonati, purtroppo drammaticamente, lungo le strade, nei cassonetti e sui marciapiedi, in condizioni igieniche e sanitarie tali da mettere seriamente a repentaglio la salute, se non addirittura a causarne il decesso. Purtroppo, fatti di questo tipo hanno riempito le pagine dei giornali e, da padre, penso che siano drammatici: soltanto a Torino, ogni anno si registrano in media dai dieci ai 12 casi di bambini nati in ospedale da madri che non hanno voluto o potuto riconoscerli.
Consideriamo che non sempre una donna che non desidera riconoscere il proprio neonato valuterà la via dell'adozione, spesso per timore di vedere violato il proprio diritto all'anonimato. Si era, infatti, aperto un dibattito anni fa - vi ricordate, colleghi? - sull'ipotesi che a un certo punto, dopo il raggiungimento di una certa età, il bimbo o la bimba diventati maggiorenni, avrebbero potuto chiedere informazioni su chi l'aveva messo al mondo; se fosse avvenuto questo fatto giuridico, diciamo così, avrebbe messo in seria discussione la possibilità dell'anonimato in quanto tale.
La cura per la vita rappresenta un'alternativa a gesti estremi di disperazione, offrendo alla madre opportunità di lasciare il neonato con la certezza che in breve tempo incontrerà persone e sanitari pronti a prendersene cura. La "Culla per la vita" è una possibilità di accoglienza e di vita non sempre nota alle donne, in particolar modo alle donne in difficoltà per le condizioni economiche o di emarginazione sociale.
Pertanto, s'impegna il Presidente della Giunta regionale a programmare sul territorio piemontese una capillare campagna d'informazione che coinvolga anche i Comuni sulle "Culle per la vita", affinché piena sia la conoscenza da parte dei piemontesi e delle piemontesi delle possibilità garantite da questo servizio e a prevedere la collocazione di una culla per la vita in ogni struttura sanitaria piemontese nella quale sia presente un reparto di neonatologia e pediatria, affinché a tutte le mamme piemontese e i loro bambini siano assicurate le stesse possibilità di accoglienza e di vita.
È evidente che questo è un piccolo gesto, un piccolo atto che va in una certa direzione. Non possiamo però non tenere conto del fatto che i dati ci dicono che dal 2022 al 2023 abbiamo di nuovo constatato meno 3,4% di nascite. Inoltre, stiamo vedendo come le persone che arrivano da altri Paesi hanno smesso, anche loro, di avere un tasso di riproduzione che un tempo superava due bambini, ma oggi la media nazionale è di 1,2 bimbi per donna e siamo fermi, come l'ultimo dato che è emerso dai giornali, a 379.890 nuovi nati.
Questo è un atto che rappresenta una goccia nel mare, un atto che cerca di impedire gesti estremi, drammatici che non ci permettiamo affatto di giudicare, ma ci auguriamo che, oltre alla campagna di comunicazione, nel caso venisse installata almeno una "Culla per la vita" per ogni Provincia in cui vi sono ospedali con reparti di neonatologia pediatria, sarebbe un bel segnale, oltre a quelle già esistenti e gestite da enti no profit del mondo del terzo settore.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Magliano.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.
CONTICELLI Nadia
Grazie, Presidente.
Il tema è un tema importante, non solo per la piaga della denatalità di cui parlava già il collega, con cui concordo.
I due ordini del giorno affrontano lo stesso tema, ma con due punti di vista diversi.
Comprendiamo la finalità delle "Culle per la vita", finalità sicuramente positiva, ma da quando è stata istituita, a Torino, l'unica Culla per la vita, nessun neonato è stato lasciato. Il limite delle "Culle per la vita" rispetto al parto in anonimato, è che nel parto in anonimato si accoglie anche la madre, non solo il bambino.
Una donna che partorisce e abbandona il proprio neonato non solo ci parla di un dramma, dal punto di vista personale e sociale, ma anche di problematiche di tipo sanitario per il bambino e per la madre.
Il parto in anonimato in ospedale consente di accogliere immediatamente il bambino e la madre, non solo dal punto di vista sanitario: una madre che lascia il bambino nella Culla per la vita lo lascia e basta, mentre una madre che partorisce in anonimato in ospedale ha tempo fino a 60 giorni per ripensarci. Viene accolta e, se fa richiesta, può essere inserita in una residenza protetta, con o senza il proprio bambino, e decidere se validare o meno la propria scelta.
È demagogico parlare di bambini senza parlare delle madri e delle famiglie se vogliamo veramente pensare ai bambini. Fortunatamente, nella nostra regione gli abbandoni a bordo strada sono pochissimi. Fanno scalpore perch sono casi di cronaca; ma fossero anche solo due all'anno, dobbiamo cercare di evitarli.
Va benissimo la Culla per la vita, se qualcuno deciderà di usarla, ma è molto pericoloso pensare di metterle nelle strutture sanitarie. Nelle strutture sanitarie, le donne possono entrare in anonimato ed essere prese in carico per il parto nella sicurezza loro e del loro bambino.
Siamo d'accordo con la campagna d'informazione: il parto in anonimato in ospedale viene poco utilizzato perché c'è poca informazione. La Giunta regionale ha iniziato, insieme ad alcune amministrazioni comunali (personalmente ho seguito quella di Torino) una campagna informativa sul parto in anonimato che riteniamo vada potenziata.
L'altro invito è di potenziare i servizi di base. Spesso, di fronte al dramma di una madre che fa la scelta personale di non riconoscere il proprio bambino, ci sono storie di violenza, di donne molto giovani o di donne straniere con difficoltà ad avere una rete sociale. Agganciare la madre e accoglierla è davvero importante, ma sarebbe necessario agganciarla prima del parto.
I consultori sull'area torinese, come previsto dalla legge nazionale, sono servizi a bassa soglia, cioè dove si può accedere senza impegnativa e senza ticket, dove donne giovanissime, donne straniere o donne che hanno subito violenza possono rivolgersi direttamente senza passare da altri filtri.
Potenziare questo servizio significa intercettare queste storie prima e magari, se questo è il nostro obiettivo comune, far sì che una madre possa essere accolta insieme al proprio figlio o alla propria figlia, oppure possa decidere di non riconoscerlo, ma in ospedale, in sicurezza per entrambi.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Conticelli.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ravinale; ne ha facoltà.
RAVINALE Alice
Ringrazio i due proponenti degli atti che stiamo discutendo. Sicuramente stiamo parlando di elementi rilevanti per tutelare i nuovi nati - di ci ringrazio la Consigliera Conticelli per l'ordine del giorno presentato - le madri e le famiglie che decidono di non tenere i bambini, anche se li hanno messi al mondo. Ben venga, quindi, se ci sono campagne informative a tale riguardo e se c'è un miglioramento di questi dispositivi.
Anche se condivido quanto ha detto prima di me la Consigliera Conticelli, è bene che nelle strutture sanitarie la tutela della madre e del bambino sia piena e quindi che lo sforzo maggiore debba essere fatto - ma credo sia nelle corde della tutela della vita nascente cui questa Giunta è così affezionata - per consentire alle madri di seguire un percorso in anonimato che badi alla salute della stessa e del nascituro o della nascitura e consenta di concludere positivamente un'esperienza di gravidanza, con il fatto di non tenere il bambino.
Ovviamente, ci sarebbe un'ampia riflessione da fare quando si tratta di questi temi anche sulla questione dell'adozione, che in Italia rimane un tema complessissimo per quanto riguarda l'accesso. Nonostante siano passati molti anni dalla legge degli anni Novanta, rimaniamo su una gestione delle adozioni come surrogato per chi non riesce ad avere figli. È un processo complesso e costoso e, di conseguenza, se ci teniamo alla tutela della vita nascente e al fatto che le madri possano ben scegliere di proseguire una gravidanza, anche se non sono nelle condizioni materiali o psicologiche di voler tenere il bambino o la bambina, ragionare anche sul tema delle adozioni avrebbe senso.
Non posso non dirlo, ma questa discussione arriva una settimana dopo che il nostro Parlamento ha approvato la normativa sul reato universale per le coppie omogenitoriali. Coppie omogenitoriali che sono costrette a ricorrere alla gestazione per altri perché non possono accedere all'adozione. Questo vale soprattutto per le coppie di padri che non possono dare alla luce personalmente un figlio e quindi si trovano costretti a seguire costosissimi percorsi di gestazione per altri. Negli Stati in cui questo è permesso è regolato per legge, per cui non si sfruttano donne in giro per il mondo, ma negli oltre 50 Stati mondiali in cui la gestazione per altri è considerata un percorso accessibile, si accede a percorsi regolamentati.
Conosco vagamente la disciplina statunitense. Lì le madri non vengono pagate, ma devono essere donne che già hanno dei figli propri e che volontariamente seguono questa procedura. Quindi è un atto di generosità per consentire a persone che non possono avere figli nemmeno adottati in Italia di poter avere una famiglia. Ci tengo a sottolinearlo, perché il tema chiaramente sta nell'ambito della stessa discussione.
Da ultimo, pur condividendo l'invito del Consigliere Magliano a pubblicizzare al meglio il tema delle Culle per la vita, mi permetto di sottolineare che non c'è un'emergenza di neonati abbandonati, ma ci sono come bene ha detto la Consigliera Conticelli, casi di cronaca cui, per la loro bestialità e per quanto colpiscono i nostri sentimenti, viene dato ovviamente molto spazio. Ricordo i dati della Società italiana di neonatologia: nel 2023 i neonati abbandonati in Italia alla nascita comprensivi di quelli nati con il parto in anonimato, sono lo 0,07%.
Occupiamoci pure di questo tema, perché, come bene dicevano la Consigliera Conticelli e il Consigliere Magliano, anche una sola madre che abbandona e che non riesce a tenere suo figlio è un argomento di cui ci dobbiamo occupare, ma facciamolo nell'ambito di una discussione che sappiamo riguardare lo 0,07% di casi a livello nazionale.
Un'ultima cosa non posso non dirla. Ben venga il tema delle culle per la vita e dei parti in anonimato, però ovviamente si tratta anche di evitare strumentalizzazioni che, purtroppo, invece, ci sono. Ricorderemo tutti la vicenda del piccolo Enea che la madre aveva portato alla Culla per la vita dell'Ospedale Mangiagalli di Milano. La vicenda era successa a inizio 2023 e riguardava una donna che decise di partorire e di lasciare suo figlio per garantirgli una vita diversa da quella che avrebbe potuto offrire lei. Non sappiamo chi fosse, non sappiamo cosa pensasse, non sappiamo che età avesse e quale fosse il suo stato psicologico, fisico, economico e sociale. Su quella vicenda si era scatenata una bagarre mediatica, ma anche politica di strumentalizzazione, che è stata veramente indecorosa.
Pertanto, ben venga questo genere di cautela. È ovvio che la cautela deve esserci da parte di tutte e di tutti, anche da noi che abbiamo un ruolo pubblico, nel rispettare queste che sono storie sicuramente complesse e che devono svolgersi nell'anonimato e nel servizio alle famiglie che anche le Culle per la vita possono rappresentare, in maniera del tutto rispettosa.
Cosa che sicuramente non avviene ogni volta che c'è una vicenda di questo genere, che viene portata agli onori delle cronache.
PRESIDENTE
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.
PENTENERO Gianna
Volevo chiedere cinque minuti di sospensione per un incontro con il mio Gruppo.
PRESIDENTE
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 11.19, riprende alle ore 11.32)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Se non ci sono più interventi in discussione generale, chiudiamo la discussione generale e chiedo alla Giunta.
La parola alla Consigliera Pentenero, sull'ordine dei lavori.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente.
Sull'ordine dei lavori, chiedo se sugli "impegna" nei confronti della Giunta è possibile fare una votazione per i punti sui quali si chiede l'impegno nei confronti della Giunta e non sulla totalità degli ordini del giorno.
PRESIDENTE
Sì, d'accordo.
La parola alla Consigliera Antonetto.
ANTONETTO Paola
Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire in merito all'ordine del giorno del Consigliere Magliano. Chiedo se posso già intervenire adesso.
PRESIDENTE
Assolutamente, sì.
Siamo in discussione generale di entrambi i provvedimenti.
ANTONETTO Paola
Grazie, Presidente.
Per quanto concerne l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Magliano sulle "Culle per la vita", ci trova completamente d'accordo, anche perch questo è sicuramente un servizio, come si richiede, da programmare sul territorio in maniera capillare a livello di informazione proprio per la sua utilità.
La sua utilità la si va a intravedere soprattutto nei momenti d'emergenza e i momenti d'emergenza sono proprio quando la donna è in difficoltà e si ritrova completamente da sola a dover fare una scelta assai gravosa, quindi la "Culla per la vita" diventa veramente la salvezza per il nascituro e una garanzia per la madre.
Condividiamo anche, in contemporanea, una parte dell'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Conticelli.
Non ne condivido le premesse, perché secondo me vanno un po' a ledere quello che è il discorso di quest'ordine del giorno, ma i concetti di fondo per quanto riguarda il patto di anonimato da noi sono condivisi. Inviterei pertanto, qualora ci fossero altri ordini del giorno su queste tematiche magari di discuterne in anticipo, di modo che possiamo trovare una convergenza.
Detto questo, mi trovo perfettamente d'accordo anche sulla questione del parto in anonimato, in quanto nel suo primo anno di vita, nel 2023, Vita nascente ha assistito a 478 nuove madri, poco meno della metà straniera, e i loro bambini con successo oltre ogni aspettativa. Lo stanziamento è di un milione di euro per il 2024, un raddoppio di risorse che consentirà di alzare di molto l'asticella dei risultati.
La bontà della misura, il sostegno economico per molte ragazze madri sole e in difficoltà ha contribuito a spingere e ad accogliere senza riserve la vita del figlio nel loro grembo.
Vita nascente diventa misura strutturale. Il successo testimonia che, al di là di ogni ideologia abortista, attraverso una proficua sinergia tra il personale delle strutture ospedaliere, i volontari dei Centri di Aiuto alla Vita e le realtà socioassistenziali comunali, è possibile davvero tutelare il diritto alla vita di ogni essere umano, aiutando così concretamente una mamma in difficoltà insieme al suo bambino.
Il ritrovamento, lo scorso gennaio, di un neonato vicino a un cassonetto dell'immondizia a Villanova Canavese ha portato l'Assessore regionale alle politiche sociali, Maurizio Marrone, a ricordare che sono attivi in Piemonte quattro progetti per il parto in anonimato, sostenuti dal fondo Vita nascente.
Per i quattro progetti ogni anno la Regione stanzia 60 mila euro per il potenziamento del parto in anonimato, del quale condivido assolutamente la spiegazione e le motivazioni della Consigliera Conticelli, che danno delle garanzie, oltre che alla madre, al nascituro sotto il profilo non soltanto sanitario, ma anche un supporto di natura psicologica, perché in questi frangenti sicuramente se ne intravvede la necessità.
Ogni anno la Regione Piemonte stanzia 60 mila euro per il potenziamento del parto in anonimato; a gestire i quattro progetti sono il Comune di Torino il Comune di Novara, il Consorzio di Alessandria e quello del Cuneese.
Ricordo che, in linea con una parte della proposta della Consigliera Conticelli, la comunicazione sul territorio è sicuramente una necessità importante.
Ringrazio l'Assessore Marrone per aver dato questo ulteriore sostegno alle donne e alla maternità.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Antonetto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.
RICCA Fabrizio
Grazie, Presidente.
Essendo contrario alla votazione per parti separate dell'atto, chiederei se lei non dà il diniego, di poterlo almeno votare.
PRESIDENTE
Quindi è d'accordo a votarlo per parti separate?
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Non è d'accordo di votarlo per parti separate. Verifico con gli Uffici se è un obbligo o meno.
Nel frattempo, prima di prendere la decisione finale d'accordo con gli Uffici, continuiamo con le richieste d'intervento.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Segretaria Cera, che interviene in qualità di Consigliera: ne ha facoltà.
CERA Valentina
Grazie, Presidente.
I due ordini del giorno trattano un argomento importante e molto delicato.
Leggendo i dati, anche qualora fossero pochissimi i casi (leggiamo una percentuale dello 0,7%, a livello italiano, di abbandono per strada di neonate e di neonate), è importante avere dei punti, delle Culle, che peraltro ci sono nella nostra regione. Molto più importante e molto più preventivo, per situazioni che mettono in pericolo i nascituri, le nasciture e le madri, è la possibilità - possibilità data dalla legge - del parto in anonimato, non concessa dal Fondo Vita Nascente dell'Assessore Marrone. Fortunatamente, c'è una legge che prova a proteggere le madri, le donne in difficoltà che se la sentono di portare avanti una gravidanza e che possono farlo in anonimato, in sicurezza e in ospedale.
Riteniamo quella una progettualità utile per il territorio, una progettualità che va maggiormente finanziata: 60 mila euro e quattro progetti, a fronte di quasi 2,5 milioni di euro per le associazioni antiabortiste, ci sembra una sproporzione, quantomeno da tenere in considerazione.
La proposta di votare per parti separate l'ordine del giorno del Consigliere Magliano era per dire che riconosciamo la bontà di dare quanto più possibile informazioni alle donne dell'esistenza di queste Culle per la vita, però crediamo che la campagna d'informazione vada fatta puntando molto di più su una progettualità e su una legge che protegga le donne quella del parto in anonimato, che tiene in considerazione i nascituri e le nasciture, ma anche la salute fisica e psicologica delle madri, prendendole in carico.
Questo è quanto avevo da dire.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Cera.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.
CANALIS Monica
Grazie, Presidente.
Ringrazio i due proponenti degli ordini del giorno, il Consigliere Magliano e la Consigliera Conticelli.
Sono stata ispirata in questo intervento dalla collega Antonetto, che ha voluto fare una breve narrazione di quanto successo negli ultimi anni in Consiglio regionale, descrivendo l'approccio di questa e della precedente Giunta regionale in materia di politiche materno-infantili.
Ho avuto modo di esprimere in altre occasioni, e lo faccio anche qui, la mia contrarietà all'approccio adottato dall'Assessore Marrone sia nella scorsa legislatura sia in quella presente. Lo faccio non sulla base di appartenenze religiose, ideologiche o di altro genere, ma in punta di diritto e sulla base di un approccio il più possibile tecnico.
Innanzitutto la relazione tra la pubblica amministrazione ed il terzo settore. Sapete che è un tema a me molto caro. Sono stata la prima firmataria della legge regionale sul terzo settore approvata nello scorso mese di marzo, quindi tengo molto alla considerazione dell'amplissimo mondo di enti di varia natura giuridica, tutti accomunati dalle finalità no profit che animano la vita comunitaria del Piemonte in diversi ambiti: quello sociale, sportivo, culturale, ambientale, educativo e anche sanitario. Sono forse la persona meno indicata per considerare il terzo settore alieno a qualsiasi tipo di politica pubblica.
Gli enti di terzo settore hanno una funzione pubblica al pari della pubblica amministrazione, in posizione non subordinata e non meramente esecutiva. Anche per questo parliamo continuamente, sempre più, di coprogettazione e coprogrammazione, proprio per riconoscere la dignità di questi soggetti. Attenzione: nel momento in cui non accettiamo che il terzo settore sia messo in una posizione subalterna alla pubblica amministrazione, non accettiamo, in punto di diritto, sulla base della sentenza n. 131 del 2020 della Corte Costituzionale, che il terzo settore sia posto in una posizione sostitutiva della pubblica amministrazione.
Noi rifiutiamo nettamente una visione di questo genere, che ci riporterebbe, in men che non si dica, all'Ottocento, quando le politiche pubbliche sanitarie, educative e sociali non esistevano e quindi ci si affidava alla spontanea e preziosa, ma non universalistica, filantropia privata che sostituiva l'assenza delle politiche pubbliche. Noi riteniamo che l'azione dell'Assessore Marrone stravolga una corretta relazione tra la pubblica amministrazione e il terzo settore in ambito materno-infantile perché mira a sostituire i cardini delle politiche pubbliche in questo ambito, che si fondano innanzitutto sui consultori, sui centri per le famiglie, sull'assegno unico dal settimo mese di gravidanza, sul parto in anonimato e sui congedi parentali.
Sono contraria a sostituire queste misure con una misura interamente affidata al terzo settore, che non è né universalistica né strutturale, ma è temporanea e, direi, estemporanea, più demagogica e dimostrativa che effettivamente incisiva; una misura che, oltre a essere poco efficiente affida l'assistenza alle donne e ai bambini a scelte arbitrarie e discrezionali, non a scelte fatte in maniera universalistica.
Perdonatemi, ma il primo compito di un amministratore pubblico è spendere meglio risorse che non sono nostre e neanche dall'Assessore Marrone, ma sono risorse la cui gestione ci viene affidata dai cittadini.
Perdonatemi, ma 940 mila euro nel 2023 per assistere soltanto 478 donne o coppie è troppo poco; sicuramente è molto, molto meno di quello che fa l'assegno unico, visto che l'assegno unico lo fa fino a 21 anni di vita del figlio.
Riteniamo che questa misura sia anche finanziariamente poco efficiente tanto fumo per coprire il grande vuoto delle politiche familiari di questa Giunta. Politiche familiari e politiche sanitarie, visto che le articolazioni del Servizio Sanitario Nazionale, quali i consultori che vengono chiusi invece di essere potenziati e garantiti capillarmente sul territorio, sono proprio una di quelle parti fondamentali della sanità territoriale che dovrebbe essere rafforzata. Speriamo nel prossimo Piano Socio Sanitario, di cui il Piemonte è ancora privo.
Con queste misure estemporanee, poco efficienti, discrezionali e molto molto demagogiche, voi state cercando di distrarre l'attenzione di molte persone, ma di sicuro non del Partito Democratico, dal grande vuoto della programmazione sanitaria e sociosanitaria del Piemonte e delle politiche familiari del Piemonte.
Credo che questa mattina sia un po' più positiva la discussione - mi spiace, perché l'intervento della collega Antonetto mi ha riportato invece, sui fatti precedenti - perché prova a riportare nel merito la discussione sulle politiche familiari e sulla tutela materno-infantile, con degli accenti e delle sfumature diverse, entrambe interessanti, su cui noi come Partito Democratico, chiediamo però di votare per punti, perché non siamo d'accordo in maniera completa sui punti dell'impegnativa del Capogruppo Magliano.
Presidente, in un momento in cui su questi temi si è alimentato esclusivamente lo scontro, la contrapposizione e l'allontanamento della mediazione e della ricerca dei punti di contatto e di dialogo, credo che lei farebbe bene a consentire la votazione per punti, perché su alcuni punti credo che le forze di maggioranza e le forze di opposizione possano incontrarsi.
Dia spazio a questa mediazione.
PRESIDENTE
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.
DISABATO Sarah
Grazie, Presidente.
Il Movimento 5 Stelle ha le idee molto chiare su questi due ordini del giorno, quindi comunico che noi non parteciperemo al voto sull'ordine del giorno che ha come oggetto la promozione delle Culle per la vita, mentre parteciperemo con voto favorevole all'ordine del giorno sul parto in anonimato. Lo dico, perché c'è una differenza tra i due atti d'indirizzo.
Il primo pone al centro la tutela del neonato, il secondo pone al centro la tutela del neonato, ma soprattutto la salute della donna; per noi, la salute e la tutela della donna che decide di partorire è fondamentale.
Questo significa che noi non possiamo fare un certo tipo di promozione che mira a dire alla donna che può partorire tranquillamente a casa o in un posto non sicuro e poi lasciare ii figlio presso una Culla della vita quando invece è possibile per legge avere un percorso sicuro e sotto la stretta sorveglianza e assistenza di personale qualificato e preparato come il personale sociosanitario che opera nelle nostre strutture.
Quella del parto in anonimato è una possibilità che viene data dal DPR n.
396/2000, che all'articolo 3 assicura la massima riservatezza per la donna che decide di accedere a questa possibilità e ne garantisce il parto in totale sicurezza, garantendo i diritti sia del neonato sia della donna.
Questa per noi è la strada da perseguire.
Sul Fondo Vita Nascente si potrebbero dire tante cose. Personalmente non condivido il fatto che il parto in anonimato come misura sia stata inserita nello stesso dispositivo del Fondo Vita Nascente, vale a dire dei fondi che vengono dati alle associazioni antiabortiste per intercettare le donne che intendono interrompere la gravidanza, perché si tratta di due cose completamente differenti. Lo diceva anche prima la Consigliera Antonetto: il Fondo Vita Nascente, inteso come fondo antiabortista, assegna le risorse a delle associazioni. Il parto in anonimato assegna le risorse ai consorzi socioassistenziali e, purtroppo, sono troppo poche le risorse per poter garantire questo percorso a tutte coloro che decidono di intraprendere quella strada.
Sono due percorsi separati che, secondo me, anche a livello di dispositivo di legge, andavano tenuti in questo modo, tant'è che l'Assessore Marrone ha strumentalizzato nuovamente il Fondo Vita Nascente quando si è verificato quel triste episodio di abbandono di un bambino a fianco di un cassonetto.
È stata, tra l'altro, una vicenda che ho definito pessima, perché insinuava una responsabilità delle minoranze sulla falsa informazione o, comunque sulla distrazione che è stata data su questa misura. No, secondo me l'errore è stato compiuto proprio accumulando le due intenzioni sotto lo stesso dispositivo normativo.
Personalmente, avendo questa idea e volendo garantire la sicurezza e la salute sia della donna sia del nascituro, riteniamo fondamentale dare voto favorevole al secondo ordine del giorno.
Comprendo benissimo le motivazioni che portano il Capogruppo Magliano a depositare un ordine del giorno del genere. Quindi, il nostro non è un no sull'intenzione, per carità; è un no sul fatto che c'è un percorso che, a oggi, è sancito per legge, è sicuro e garantisce la massima riservatezza a chi decide di partorire e, soprattutto, garantisce i diritti a entrambi i soggetti. Penso che questa sia la cosa più importante da fare, che è anche una presa in carico dal punto di vista della sanità pubblica, perché ci sono dei percorsi che innegabilmente devono essere lasciati nelle disponibilità e nell'azione di chi si occupa del nostro sistema sanitario pubblico e se ne occupa in modo eccellente.
Questo è il motivo per cui decidiamo di votare in questo modo.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Pentenero.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente.
Davvero soltanto una considerazione che credo sia al termine di questo dibattito, che provo a riportarlo al tema in discussione.
Il Consigliere Magliano ha proposto un ordine del giorno che mette in evidenza un'esperienza che esiste all'interno della nostra Regione, che coinvolge il terzo settore e che ha le garanzie di sicurezza poich collegato ai servizi sanitari 24 ore su 24, quindi garantisce un pronto intervento, qualora sia necessario un intervento da parte del servizio stesso.
Prendo, invece, spunto dall'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Conticelli e sottoscritto da alcuni Consiglieri del nostro Gruppo, facendo riferimento al fatto che il nostro ordinamento giuridico garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile a tutela della maternità. Si parla di un decreto del Presidente della Repubblica del 2000 che consente alla madre di non riconoscere il bambino, di lasciarlo nell'ospedale, in una struttura protetta e, quindi, può essere assicurata assistenza, può essere assicurato l'accompagnamento, può essere assicurata la possibilità che in quel momento la madre possa fare una scelta che va verso lasciare il proprio figlio, oppure magari diventare madre e scegliere di accompagnare il proprio figlio nella crescita.
Credo sia importante sottolineare questo aspetto, cioè un provvedimento che tutela da un punto di vista legislativo, addirittura con un decreto del Presidente della Repubblica, la riservatezza e, quindi, tutta la delicatezza che dev'essere assicurata alla donna nel momento in cui si reca in una struttura ospedaliera e compie, se lo riterrà, un gesto in assoluto anonimato.
È ovviamente un modo molto, molto protetto e molto, molto tranquillo, che permette di fare una scelta che è normata e che è definita, ma senza per questo voler dire che il tema delle Culle non sia allo stesso modo tutelato e normato.
Certo, i numeri, come è già stato ricordato, sono numeri che non ci fanno propendere per una maggiore implementazione delle Culle, ma credo sia comunque importante mettere in atto tutto quello che è possibile mettere in atto affinché si possano proteggere le donne e i bambini soprattutto con una tutela di riservatezza e con una tutela d'intervento sanitario immediato nei loro confronti.
Per questo motivo mi unisco, come ho già fatto prima, a chi ha chiesto di discutere per punti, quindi di votare per punti quanto espresso negli ordini del giorno, in modo tale da poter davvero determinare un pensiero e una scelta chiari e precisi nei confronti di un tema molto delicato, ma che torno a dire - per quello che riguarda la procreazione cosciente e responsabile e la tutela della maternità all'interno delle strutture ospedaliere, è tutelato da un decreto del Presidente della Repubblica.
Forse, bisogna circoscrivere un po' l'argomento e credo che davvero una votazione per punti permetta di meglio circoscrivere, di tenere in considerazione le diverse sensibilità e le diverse attenzioni e soprattutto, di tutelare le donne e i bambini.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Conticelli.
CONTICELLI Nadia
Grazie, Presidente.
Brevemente, vorrei ringraziare i colleghi Consiglieri.
Credo che oggi la discussione sia stata nel merito e gran parte degli elementi in coincidenza dei due documenti; naturalmente, c'è una visione un po' diversa, almeno apparentemente diversa, rispetto a quello che è l'intervento del terzo settore e del volontariato in campo sociale e sanitario, che noi riteniamo fondamentale. Non mi dilungo, perché l'ha già bene espresso la collega Canalis, ma in un quadro di sanità pubblica e di interventi pubblici che non siano a spot e che non scarichino sulle spalle del terzo settore le esigenze sociosanitarie della popolazione.
Nel dibattito ho colto molti punti in comune con il nostro ordine del giorno, per cui invito i colleghi a sostenerlo. Accolgo e ritengo importante l'invito della collega Antonetto, se vogliamo uscire dalla demagogia del dibattito e calarci nella vita quotidiana e concreta delle persone, a provare a esercitare la nostra funzione di Consiglio d'indirizzo e di programmazione su questi temi. Stiamo parlando del campo sociale e sanitario, quindi competenze proprie della Regione.
La nostra richiesta di votazione per parti separati va in questa direzione: ci sono due documenti, magari si può sostenere, di uno, le parti che riteniamo possano avere una coincidenza, dando quindi un mandato, magari univoco, alla Giunta.
Auspico anch'io che lei, Presidente, nell'esercizio delle sue funzioni come previsto dal Regolamento del Consiglio regionale, accolga la richiesta di votazione per parti separate.
PRESIDENTE
Mi scusi, si riferisce solo per il documento del Consigliere Magliano o anche del suo?
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Va bene, grazie.
Dichiaro chiusa la discussione generale e chiedo alla Giunta se intende esprimere il proprio parere.
Prego, Assessore Gallo.
GALLO Marco, Assessore regionale
La Giunta regionale esprime parere favorevole.
PRESIDENTE
Su entrambi gli ordini del giorno? Ce ne sono due in discussione.
Partiamo con il primo, il n. 17? Il parere è favorevole?
GALLO Marco, Assessore regionale
Sì; mentre sull'ordine del giorno n. 19 la Giunta regionale si astiene.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
D'ora in avanti procediamo singolarmente, Consigliere?
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Il parere della Giunta regionale sull'ordine del giorno del Consigliere Magliano è favorevole; per quello della Consigliera Conticelli è di astensione.
Dichiaro chiusa la discussione generale ed esaminiamo singolarmente gli ordini del giorno. Partiamo dal documento del Consigliere Magliano.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Un momento, Consigliere Ricca, mi dia il tempo di spiegare e spiegher tutto.
Prima di dare la parola al Consigliere Magliano, così ne approfitto per rivolgervi una domanda, ho fatto cercare dagli Uffici - che ringrazio per la loro consueta velocità e celerità - i precedenti per la richiesta non condivisa di trattazione per parti separate. Mi hanno fatto presente che c'è un solo precedente e, nella fattispecie, il Presidente aveva chiesto all'interessato, primo firmatario, se era d'accordo o meno a mettere il proprio ordine del giorno in votazione per parti.
Mi adeguo a quell'unico precedente che mi può guidare, per cui chiedo al Consigliere Magliano se vuole intervenire in replica e, nel qual caso, di esprimere parere sulla possibilità di mettere il suo ordine del giorno in votazione per parti.
MAGLIANO Silvio
Sì, Presidente, ancorché, e me ne dolgo, il dibattito sia finito di nuovo sul tema della misura Vita Nascente che, come avranno letto i colleghi, non è citata in nessuno dei due atti, ma si è voluto parlare di altro.
Proprio perché mi pare che su questi temi non abbia senso strumentalizzare le posizioni vicendevoli, concederei il voto per parti separate, contando che, nella prima parte, si chiede di fare una campagna capillare sulla presenza delle Culle per la vita sul nostro territorio e, nella seconda, di istituirle presso i plessi ospedalieri.
Per me va bene dare questa possibilità. Mi spiace solo che, in alcuni casi le colleghe e i colleghi abbiano voluto parlare di un altro tema, quando invece stiamo parlando di Culle per la vita e di parto anonimato e non del Fondo Vita Nascente. Lo dico perché se serve per prendere qualche riga in più sui giornali tutto ha un senso, ma in questo caso non avevamo nessuna intenzione di atti divisivi; invece qualcuno ha voluto provare a portare questi atti in una visione più divisiva.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Disabato ne ha facoltà.
DISABATO Sarah
Ho sentito il parere della Giunta, ma volevo conoscere le motivazioni di tale parere sugli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE
Consigliera Disabato, il suo non è un intervento sull'ordine dei lavori e la Giunta non è tenuto a dare motivazioni. Non c'è stata nessuna violazione regolamentare da parte della Giunta.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.
CONTICELLI Nadia
Accogliendo la disponibilità del collega Magliano e se i colleghi sono d'accordo, chiedo che anche il mio ordine del giorno sia votato per punti separati. Nel primo punto si chiede una campagna informativa capillare sul parto in anonimato e nel secondo di potenziare le reti dei consultori.
PRESIDENTE
Mettiamo in votazione per punti separati gli ordini del giorno, partendo da quello del Consigliere Magliano.
Per chiarezza, vi leggo il punto, così evitiamo equivoci: "A programmare sul territorio piemontese una capillare campagna di informazione, che coinvolga anche i Comuni, sulle 'Culle per la vita", affinché piena sia la conoscenza, da parte dei piemontesi, delle possibilità 'garantite da questo servizio".
Indìco la votazione palese sulla prima parte dell'ordine del giorno n. 17 il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Mettiamo in votazione la seconda parte dell'ordine del giorno, che leggo per evitare equivoci: "A prevedere la collocazione di una 'Culla per la vita' in ogni struttura sanitaria piemontese nella quale sia presente un reparto di neonatologia e pediatria, affinché a tutte le mamme piemontese e ai loro bambini, siano assicurate le stesse possibilità di accoglienza e vita'.
Indìco la votazione palese sulla seconda parte dell'ordine del giorno n.
17, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Procediamo ora con la votazione del secondo ordine del giorno, il n. 29.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.
RIVA VERCELLOTTI Carlo
Chiedo una sospensione, perché il voto separato sul secondo ordine del giorno ovviamente cambia parecchie dinamiche. Sono due punti che hanno finalità diverse, ma le premesse sono le stesse.
Pertanto, abbiamo bisogno di confrontarci con il primo firmatario e con gli altri colleghi.
PRESIDENTE
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 12.09, riprende alle ore 12.29)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
La parola alla Consigliera Pentenero.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente.
Volevo soltanto evidenziare che non c'è nessun Assessore in Aula e, quindi chiederei di interrompere adesso la seduta del Consiglio di questa mattina.
PRESIDENTE
In effetti, è vero, non ci sono Assessori in Aula, quindi credo che sia legittima la richiesta di sospendere la seduta, anche perché era convocata fino alle ore 13 e ormai manca soltanto mezz'ora.
Sospendiamo qui i lavori e riprendiamo con la prossima votazione.
La parola al Consigliere Ricca.
RICCA Fabrizio
Grazie, Presidente.
Mi permetta. La Giunta ha già dato parere sugli ordini del giorno attualmente in discussione.
Questa è una discussione puramente di Consiglio, quindi le chiederei di continuare il Consiglio anche in assenza della Giunta, in quanto la Giunta ha già dato parere.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Procediamo con la votazione sulla sospensione della seduta adesso.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Mettiamo in votazione, per favore, la possibilità di sospendere anticipatamente il Consiglio.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Favorevole per sospendere adesso i lavori del Consiglio regionale contrario per continuare anche in assenza della Giunta regionale.
Ripeto, è favorevole per continuare la seduta, contrario per sospendere la seduta.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Chi vuole sospendere vota contrario, chi vuole continuare vota favorevole.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Chi vuole sospendere vota contrario, con il tasto rosso, chi vuole continuare vota favorevole, tasto verde.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Chi vuole sospendere con il rosso, chi vuole continuare con il verde.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
La votazione è aperta.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di sospensione dei lavori del Consiglio regionale.
Sospendiamo la votazione.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
La votazione è chiusa, perché l'ho detto quando ormai il tempo si era azzerato.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Quindi i contrari sono 32.
Dispongo la sospensione dei lavori. Si riprende alle ore 14 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è sospesa.
(La seduta è sospesa alle ore 12.33)
CASTELLO MARIO SALVATORE
(I lavori proseguono alle ore 14.09 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)
PRESIDENTE
Per delega del Presidente Nicco, dichiaro aperto l'esame delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 79 presentata dalla Consigliera Marro, cui risponderà l'Assessore Vignale; interrogazione a risposta immediata n. 80 presentata dalla Consigliera Cera, cui risponderà l'Assessore Marrone; interrogazione a risposta immediata n. 81 presentata dal Consigliere Unia, cui risponderà Vignale; interrogazione a risposta immediata n. 82 presentata dal Consigliere Ravetti, cui risponderà l'Assessore Vignale; interrogazione a risposta immediata n. 83 presentata dal Consigliere Avetta, cui risponderà l'Assessore Vignale; interrogazione a risposta immediata n. 84 presentata dalla Consigliera Pentenero, cui risponderà l'Assessore Vignale; interrogazione a risposta immediata n. 85 presentata dalla Consigliera Disabato (in accordo con l'interrogante, verrà fornita risposta scritta); interrogazione a risposta immediata n. 86 presentata dalla Consigliera Cera, cui risponderà l'Assessore Marrone interrogazione a risposta immediata n. 87 presentata dal Consigliere Coluccio (in accordo con l'interrogante, verrà fornita risposta scritta).
Prego gli Assessori che rispondono alle interrogazioni a risposta immediata di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta, trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo, infine, che l'interrogante ha a disposizione tre minuti per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta e non sono previste repliche.
Prego gli Assessori e i Consiglieri di attenersi rigorosamente ai tempi.
Interrogazione a risposta immediata n. 87 presentata da Coluccio, inerente a "Casa della Salute di Castelnuovo Scrivia, quale futuro?" (risposta scritta)
Interrogazione a risposta immediata n. 85 presentata da Disabato, inerente a "Vi sono interventi per migliorare il Comando provinciale della Guardia di finanza di Novara?" (risposta scritta)
PRESIDENTE
In accordo con gli interroganti, alle interrogazioni n. 87 e n. 85 viene fornita risposta scritta.
Interrogazione a risposta immediata n. 86 presentata da Cera, inerente a "Quali istituti scolastici hanno partecipato al Festival giovani adulti?"
PRESIDENTE
Iniziamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 86.
La parola alla Consigliera Cera per l'illustrazione.
CERA Valentina
Grazie, Presidente.
Nelle date 25, 26 e 27 settembre si è svolto il "Festival giovani adulti" festival che si autodefinisce - leggo testuale - "un allenamento valido per il corpo e per la mente, cercando di trovare uno spazio per la carne, il sangue e ovviamente l'anima".
Considerato che tale Festival, a quanto riportato a mezzo stampa, è stato patrocinato e parrebbe essere finanziato dalla Regione Piemonte con uno stanziamento di circa 100 mila euro e che diverse associazioni di docenti che si rifanno esplicitamente alla costituzione della Repubblica antifascista ritengono che basti leggere il programma dell'evento per rilevare come tenti di imporre nella scuola pubblica una cultura militarista, patriarcale e nazionalista, che rimanda alla distorsione propagandistica dei regimi autoritari, noi continuiamo, testardamente, a considerare la scuola pubblica luogo principe nel quale vivono i valori della nostra Costituzione, a partire ovviamente dall'antifascismo, per arrivare ai principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà.
Considerato che, invece, ci ritroviamo un Festival giovani adulti rivolto peraltro, alle periferie, a quanto detto da questa Giunta, all'interno del cui programma hanno trovato spazio incontri e laboratori come "Scuola di cavalleria", "Che fine ha fatto papà?", per ragionare sul tema dell'eccessiva femminilizzazione dei padri tenuto dal filosofo Massimiliano Pappalardo (come se gli uomini che dividono equamente o più equamente il lavoro di cura dei figli con le donne fossero strani o da considerarsi tali), "Maschi contro femmine", incontri con il prete Ambrogio Mazzai, che avrebbe dichiarato - di nuovo testuale - che "l'aborto è paragonabile allo sterminio di massa" (aborto protetto da questa nostra Repubblica antifascista da una legge dello Stato, la n. 194, e non certo paragonabile a uno sterminio di massa) e "La guerra spiegata ai ragazzi", condotta da esponenti dell'Esercito, riteniamo che forse alcuni di questi incontri e di questi argomenti, nella loro trattazione, siano differenti da quelli che riconosciamo essere i valori fondanti della nostra Repubblica antifascista la nostra patria antifascista.
Considerato quanto detto e da quanto dichiarato da esponenti della Giunta nonché dagli organizzatori stessi del Festival, avrebbero aderito circa 2.500 studenti appartenenti a 12 istituti scolastici, s'interroga l'Assessore Marrone, oggi in Aula a rispondere, per conoscere il dettaglio di quali istituti hanno effettivamente preso parte al festival in oggetto.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Cera.
La parola all'Assessore Marrone per la risposta.
MARRONE Maurizio, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
Approfitto per commentare alcune premesse, anzitutto sul filosofo Pappalardo.
Ricordo che nel primo comunicato con cui avete criticato il Festival avevate scambiato Pappalardo per il generale dei "Gilet arancioni": un aspetto che ha regalato dei momenti di grande ilarità a tutti i partecipanti al Festival.
Anche sul fatto della guerra spiegata ai ragazzi, dimenticate di dire che i laboratori sono stati tenuti da Nicolas Marzolino, Presidente nazionale dell'Associazione Vittime Civili di guerra, che ogni anno si occupa di redigere l'atlante dei conflitti dimenticati. Anche il fatto che alcuni di questi laboratori siano stati tenuti da esponenti dell'Esercito Italiano forse scandalizzerà chi ritiene che l'Esercito Italiano non sia un'istituzione dello Stato, ma è tale.
Sinceramente, in queste premesse, non ravvedo un allarme ma, venendo alla risposta sul quesito, quello che mi sento di poter dire rispetto a questo question time è che la scadenza per la presentazione della relazione conclusiva del progetto da parte dell'associazione beneficiaria, è fissata per il 31 maggio 2025.
In ogni caso, esistono già tante foto divulgate e consultabili dove si possono vedere i laboratori svolti durante il Festival, con la partecipazione di tantissimi bambini e ragazzini di qualsiasi età. Visto che c'è interesse, volevo dimostrare che in ogni caso già c'è materiale su cui vedere che c'è stato, al netto del tentativo di boicottaggio messo in piedi da sigle sindacali e politiche di estrema sinistra, un'adesione completamente confermata, quindi il boicottaggio è assolutamente fallito perché, grazie al cielo, sia i bambini sia gli adulti non hanno paura dell'uomo nero e non temono che esista l'uomo nero nascosto per venire a spaventarli.
Partecipando al Festival due giorni su tre ho potuto verificare che c'è stato un grande apprezzamento, i bambini e i ragazzini si sono molto divertiti. L'invito che posso fare - l'hanno fatto alcuni Consiglieri regionali anche dell'opposizione; non faccio nomi, ma è così, l'ho visto con i miei occhi - è di partecipare e di vedere senza fermarsi alla copertina, senza fermarsi al pregiudizio. Per esempio, si sarebbe potuto vedere che un prete, don Ambrogio Mazzai, ha tenuto un incontro con i bambini delle elementari, quindi è abbastanza ovvio che non abbia parlato di interruzione della gravidanza, ma di altre cose.
Sono dispiaciuto leggere opinioni così tagliate con l'accetta su eventi completamente aperti al pubblico, di cui però si espone un giudizio di bocciatura totale, senza neanche partecipare e capire di cosa si tratta veramente. Se la Consigliera avesse partecipato, avrebbe potuto anche sentire Moni Ovadia, che non è sicuramente un militarista e neanche un nazionalista, così come addirittura esponenti, che sono peraltro ex Consiglieri regionali del suo partito in Lombardia e non in Piemonte, che però dubito avrebbero partecipato a un evento nostalgico, fascista nazionalista, reazionario e tutto quello che avete detto rispetto a questo evento.
Interrogazione a risposta immediata n. 80 presentata da Ravinale, inerente a "Quali motivazioni hanno portato all'individuazione dei criteri di riparto deliberati con la DGR 9-193/2024/XII del 27 settembre 2024 avente per oggetto: DPCM 3 ottobre 2022 "Piano nazionale per la non autosufficienza 2022-2024": ripartizione e assegnazione delle risorse statali del Fondo Nazionale per la non autosufficienza destinate alle assunzioni di personale con professionalità sociale dei Punti Unici di Accesso (PUA) presso gli Ambiti Territoriali Sociali (ATS)?"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
80.
La parola alla Consigliera Ravinale per l'illustrazione.
RAVINALE Alice
Interroghiamo l'Assessore Marrone sulle materie effettivamente di sua competenza, non sui festival culturali.
La domanda è abbastanza semplice. Il 27 settembre avete approvato la DGR n.
9-193/2024 che ripartisce le risorse statali del Fondo Nazionale per le non Autosufficienze e, in particolare, ripartisce le risorse che servono all'assunzione di personale con professionalità sociali nei Punti Unici di Accesso presso gli ambiti territoriali sociali.
Sappiamo che i Punti Unici di Accesso, nel quadro che si è delineato anche a seguito del PNRR, dovranno essere insediati presso le case della comunità.
Il quesito rientra in due questioni di fondo.
La prima è un tema che ci sta molto a cuore ed è la programmazione, che si sta effettivamente facendo, del personale che poi nelle case di comunità ristrutturate grazie ai fondi del PNRR, dovrà operare, salvo costruire scatole vuote.
La seconda: da esponente torinese (com'è, tra l'altro, l'Assessore Marrone) e conoscendo la situazione di difficoltà sociale, che l'Assessore non manca di rimarcare, presente nella nostra città, mi chiedo come mai alla Città di Torino, della quale sappiamo la preponderanza anche a livello di abitanti nonché di case di comunità (sono 18 le case della comunità previste), venga previsto lo stesso numero di assistenti sociali, cioè cinque, destinato a tutte le altre ATS piemontesi che hanno, su una base meramente numerica di domanda e di bisogni, decisamente meno emergenza. E comunque hanno meno case della comunità, nelle quali dovrebbero operare queste professionalità.
Pertanto, la domanda che poniamo con grande preoccupazione, proprio per la possibilità di assistenza sociale che nel Comune di Torino potrà essere messa in campo, è qual è stato il criterio, che ci risulta discostarsi dal criterio individuato, invece, dal Piano Nazionale per la non autosufficienza approvato con DPCM del 3 ottobre 2022, e come mai è stata fatta una ripartizione dei fondi totalmente equivalente per tutte le aree del Piemonte e non sono state tenute, invece, in considerazione quelle che a nostro modo di vedere, sono specificità e anche ampiezze delle singole aree cui questo personale, così fondamentale per la funzione che svolge dovrebbe essere destinato.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Marrone per la risposta.
MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale
Grazie, Consigliera.
Non si preoccupi, perché portare cultura nelle periferie è assolutamente rispondente alla delega delle politiche sociali. In ogni caso, come ho risposto al medesimo quesito dell'Assessore comunale Rosatelli, le leggo la stessa risposta che ho inviato anche all'Assessore del Comune di Torino.
In relazione alla richiesta di chiarimenti riguardo alle motivazioni che hanno portato all'individuazione di criteri di riparto nella deliberazione de quo, occorre evidenziare preliminarmente che il Fondo Nazionale per le non Autosufficienze è un fondo statale che, tramite il Piano Nazionale per la non Autosufficienza approvato con DPCM 3 ottobre 2022, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha regolato in maniera molto puntuale lasciando pochi spazi di autonomia alle Regioni, in particolar modo dopo l'adozione dei LEPS con la legge 234/2021.
In particolare, il Piano Nazionale per la non Autosufficienza precisa al punto 6.1: "In sede di programmazione le Regioni dovranno individuare gli ambiti che possono procedere sin da subito alle nuove assunzioni, in quanto non sottoposti ai vincoli derivanti dai limiti alle capacità assunzionali fermo restando che già nel 2023 le risorse disponibili consentiranno l'assunzione di almeno due unità per ogni ambito e che la previsione di spesa a livello statale è a regime, a partire da tale anno. Ogni ambito avrà la possibilità di disporre di 80 mila euro annui da utilizzare in base alle proprie esigenze e in coerenza con l'esercizio di coordinamento svolto dalla Regione di appartenenza, per sostenere la spesa per personale con professionalità sociale ed assumere con contratto a tempo indeterminato.
Nel breve periodo si cercherà di inserire nell'ordinamento un provvedimento finalizzato al superamento dei limiti assunzionali che si ritiene indispensabile al fine di rendere concreto l'incremento di personale nei PUA".
Appare chiaro, quindi, come dalla competenza 2023, le risorse assegnate a ogni ambito siano 80 mila euro (sostanzialmente due figure professionali a tempo pieno), definendo di fatto già a livello nazionale il criterio di ripartizione per ciascun ambito.
In tale contesto, le risorse destinate agli Ambiti Territoriali Sociali per l'attivazione dei Punti Unici di Accesso sono state ripartite in quote fisse e frazionate su un triennio, per garantire la sostenibilità e l'accompagnamento delle assunzioni da effettuare.
Com'è noto, solo con la legge 4 luglio 2024, n. 104 è stato possibile superare i vincoli posti alle capacità assunzionali della maggior parte degli ATS piemontesi, quindi le quote ripartibili erano ben di meno della numerosità delle case di comunità in corso di realizzazione. La Regione ha quindi, programmato la distribuzione, tenendo in considerazione anche la capacità finanziaria che gli ATS piemontesi hanno, evitando che alcuni ATS fossero totalmente privati di almeno una quota contributiva.
Questo lo dico, perché ricordo che questa mattina rispondevo a un'interrogazione della Consigliera Canalis che chiedeva, invece, di spostare maggiori risorse sugli ATS delle Province più rurali rispetto al capoluogo.
Non da ultimo, va evidenziato che sono in opera, per gli ATS, ulteriori strumenti per reperire le risorse messe a disposizione dal Ministero per il rafforzamento della dotazione organica, quali ad esempio l'avviso pubblico decreto del capo dipartimento n. 268 del 7 agosto del 2024, che è titolato "Manifestazioni di interesse per le azioni di incremento delle capacità degli ATS di rispondere alle esigenze dei cittadini garantendo adeguati servizi sociali alla persona e alla famiglia in un'ottica di integrazione con i vari livelli di governo e del rispetto del principio di sussidiarietà".
Interrogazione a risposta immediata n. 79 presentata da Marro, inerente a "Richiesta chiarimenti sull'attività dell'azienda Govone Biometano"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
79.
La parola alla Consigliera Marro per l'illustrazione.
MARRO Giulia
Grazie, Presidente.
Il mio question time è relativo al Comune di Govone della provincia di Cuneo.
Riassumo brevemente cos'è successo.
Il 28 novembre 2023 si è concluso l'iter autorizzativo per un impianto di digestione anaerobica a Govone, con capacità di 1.500 metri cubi di biometano all'ora, proposto dalla Govone Biometano S.r.l. controllata da IES-Biogas S.r.l. e SNAM-S.p.a., per cui la società ha ottenuto un parere favorevole, condizionato all'acquisizione di chiarimenti e all'adozione di specifiche prescrizioni dalla seconda Conferenza di Servizi che si è svolta in Provincia.
Saputo questo, però, una grande manifestazione di cittadini e cittadine ha espresso la propria contrarietà, che ha portato alle dimissioni del Sindaco, che aveva dato il parere favorevole e all'elezione di un nuovo Sindaco e di un nuovo Consiglio comunale.
Il nuovo Sindaco, Giampiero Novara, ha dichiarato: "A fronte della valutazione degli elaborati progettuali, l'Amministrazione dichiara il proprio parere contrario alla sua realizzazione". Da parte sua, il nuovo Consiglio comunale ha già votato un parere preventivo in cui, preso atto del provvedimento autorizzativo rilasciato dalla Provincia di Cuneo e dei pronunciamenti del TAR del Piemonte e del Consiglio di Stato, a seguito del ricorso presentato dal Comitato "No Biometano a Govone", ha deliberato all'unanimità che, nel caso in cui e a seguito del pronunciamento del TAR che è previsto per la prossima settimana il 29 ottobre, si dovesse avviare un nuovo procedimento di autorizzazione, l'Amministrazione comunale formalizzerà il proprio parere contrario alla realizzazione dello stesso.
È quindi chiaro il parere contrario della cittadinanza, del Sindaco e anche delle sue istituzioni all'avvio di questo progetto.
Questa contrarietà ha portato un ricorso al TAR, grazie all'attività del Comitato "No Biometano a Govone" e di Pro Natura.
Il 21 marzo scorso si è svolta l'udienza in Camera di Consiglio presso la II Sezione del TAR del Piemonte; all'esito della discussione, i Giudici della II Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte si sono pronunciati accogliendo l'istanza cautelare e, per l'effetto, hanno sospeso l'efficacia del provvedimento impugnato e hanno fissato per la trattazione di merito del ricorso l'udienza pubblica, appunto, del 29 ottobre.
Nel frattempo (sono stata in sul posto, quindi posso testimoniare), l'area oggetto di in questione è stata recintata e sono stati collocati i macchinari.
Con questa interrogazione vorremmo avere la certezza che la sospensiva del TAR sia rispettata in attesa del pronunciamento del Tribunale.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Vignale per la risposta.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
La risposta in merito all'interrogante è per sapere se nell'ambito delle competenze e delle funzioni della Regione Piemonte sia stata verificata la messa in essere degli adempimenti sospensivi dettati dal TAR all'azienda in questione.
In merito, si fa presente che la procedura a cui si fa riferimento è un'istanza ai sensi dell'articolo 12, comma 3 del decreto legislativo n.
387/2003 per la realizzazione di un nuovo impianto agricolo di digestione anaerobica per la procedura di biometano con capacità produttiva da realizzarsi nel Comune di Govone (autorizzazione impianti energie rinnovabili) di competenza provinciale.
Ne consegue che il provvedimento impugnato è una determinazione dirigenziale della Provincia e che la Regione non ha competenza sull'applicazione dell'ordinanza di sospensiva dell'efficacia emessa dal TAR a seguito del ricorso avverso il procedimento autorizzativo; quindi non configurandosi come autorità competente e non avendo responsabilità dirette su tale tipologia di procedimento, non può adire a controlli sul rispetto di quanto emanato dal TAR.
Tale incombenza spetta unicamente all'autorità competente, che è la Provincia di Cuneo o agli organi di pubblica sicurezza, in subordine al Sindaco come autorità sanitaria nei poteri di contingibilità e urgenza qualora ravvisasse problematiche legate alla salute pubblica. Questo ovviamente, nel caso in cui si aprisse il cantiere.
Per completezza, va altresì sottolineato che il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 1758 del 10 maggio 2024, e per le motivazioni nella stessa illustrate, ha rilevato che non sussistono i presupposti per sospendere l'efficacia del provvedimento impugnato in primo grado, fermo restando l'opportunità che la causa nel merito venga comunque trattata nell'udienza pubblica fissata dal TAR (peraltro una data molto prossima) il 29 ottobre.
Interrogazione a risposta immediata n. 81 presentata da Unia, inerente a "A tutta dritta verso un futuro insostenibile, ovvero costruiamo nuovi inceneritori"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 81.
La parola al Consigliere Unia per l'illustrazione.
UNIA Alberto
Grazie, Presidente; grazie, Assessore.
È un question time che non avrei voluto presentare, perché siamo di nuovo alle solite: siamo pronti per partire a costruire un nuovo inceneritore sapendo benissimo quanto l'inceneritore di rifiuti sia dannosissimo per l'ambiente, ma vi spiego anche il motivo.
Innanzitutto, gli inceneritori sono un incentivo alla produzione dei rifiuti: se si costruisce un inceneritore, poi bisogna dargli da mangiare e farlo vivere di buona salute, per cui non si tende a ridurre la produzione di rifiuti. Inoltre, c'è il blocco del progresso sulla raccolta differenziata e riciclo.
Anche in questo caso, incenerire è una scorciatoia facile e dannosa.
Per quanto riguarda l'impatto ambientale, gli inceneritori, anche quelli più moderni, nonostante nuove tecnologie emettono sostanze nocive. Torino già soffre di problemi di inquinamento, per cui non è il caso di aggiungere un'altra fonte di polveri sottili e diossine.
Parlando di sostenibilità, si ha uno spreco di risorse preziose, perch costruire un nuovo inceneritore significa distruggere materiali che potrebbero essere riutilizzati (è come buttare via risorse che abbiamo senza poterle conservare o riutilizzare).
Infine, è un passo indietro verso l'economia circolare. È un concetto difficile da far capire: più costruiamo inceneritori, meno consumeremo risorse.
Chiedo alla Giunta qual è lo stato dell'arte e se è vero che siamo in fase di approvazione della costruzione di un nuovo inceneritore, ovviamente dove e secondo quali procedure.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Unia.
La parola all'Assessore Vignale per la risposta.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione, rispetto al processo per la realizzazione di un nuovo inceneritore, si fornisce la risposta a richiesta.
Ai fini dell'adeguamento dei contenuti della pianificazione regionale sui rifiuti alle quattro direttive del "Pacchetto dell'economia circolare" del 30 maggio 2018, è stato avviato nel 2021 un percorso di aggiornamento della pianificazione regionale in materia di rifiuti urbani e speciali.
Per quanto riguarda i rifiuti urbani, con deliberazione di questo Consiglio regionale, nel 9 maggio 2023 è stato approvato il "Piano Regionale per la gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate" (PRUBAI). È uno strumento di pianificazione che si pone ambiziosi obiettivi in termini di sostenibilità e promozione di una cultura ambientale improntata alla riduzione dei rifiuti, al riuso di beni a fine vita e a riciclaggi. Il Piano promuove la transizione verso un'economia circolare, facendo propri i principi a livello europeo e recepiti nella norma nazionale.
Si richiamano i principali obiettivi della pianificazione di medio-lungo termine, previsti dal Piano, fino al 2035.
La riduzione della produzione dei rifiuti urbani a un quantitativo non superiore a due milioni di tonnellate a livello regionale entro il 2035 corrispondente a 448 chilogrammi pro capite per abitanti a livello di sub ambito di area vasta La riduzione pro capite di rifiuto urbano indifferenziato inferiore a 90 kg abitante anno.
Percentuale di raccolta differenziata non inferiore all'82%, in grado di contribuire al raggiungimento di un tasso di riciclaggio al 65% a livello nazionale.
Riduzione dei rifiuti urbani in discarica a valori uguali o inferiore al 5 rispetto al totale dei rifiuti urbani prodotti.
Per quanto riguarda la frazione residuale a valle della raccolta differenziata, il Piano, come descritto nel Rapporto Ambientale che accompagna il documento di pianificazione, ha effettuato una valutazione comparativa tra diversi scenari, dalla quale è emerso che, sulla base delle assunzioni effettuate, lo scenario che presenta le migliori garanzie in termini di minor impatto ambientale, di chiusura del ciclo di trattamento dei RUR e di minore consumo del suolo, legato all'utilizzo di discariche sia il cosiddetto "scenario B" che prevede il ricorso alla termovalorizzazione per un fabbisogno complessivo di trattamento di 576.600 tonnellate anno, solo per le frazioni per le quali non è possibile il recupero di materia, di cui circa 126.600 tonnellate anno di incenerimento non soddisfatte dall'attuale impiantistica.
Nella valutazione del fabbisogno impiantistico attualmente non soddisfatto si è ritenuto opportuno considerare anche altri flussi di rifiuti, per garantire la stabilità di tutto il sistema regionale di gestione dei rifiuti, comprendendo la quota di rifiuti speciali conferiti in discarica pertanto il fabbisogno di termovalorizzazione è stimabile di circa 276.600 tonnellate anno.
Alla luce delle analisi effettuate, la Regione con il PRUBAI ha conferito il mandato all'Autorità d'Ambito Regionale (ora costituitasi in AR Piemonte) di valutare, nella propria pianificazione d'ambito le suddette risultanze alla luce degli opportuni approfondimenti sulle tecnologie da adottare, delle relative valutazioni della sostenibilità economica e delle opportunità localizzative mediante una procedura a evidenza pubblica.
Su sua iniziativa e nella sua autonomia, il Consiglio dell'Ambito di AR Piemonte, fermato dai rappresentanti di CAV, Province e Città metropolitana di Torino, ha quindi avviato con i CAV una consultazione, da riscontrare entro al 31 dicembre 2024, per comprendere la disponibilità a ospitare, in accordo con Province e Comuni, nel proprio territorio, un nuovo impianto di recupero energetico dei rifiuti mediante termovalorizzazione o l'ampliamento dell'impianto esistente a Torino.
Interrogazione a risposta immediata n. 82 presentata da Ravetti, inerente a "Casa della Salute di Castelnuovo Scrivia, la Regione Piemonte come intende garantire la piena fruibilità dei servizi territoriali?"
Interrogazione a risposta immediata n. 87 presentata da Coluccio, inerente a "Casa della Salute di Castelnuovo Scrivia, quale futuro?"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando le interrogazioni a risposta immediata n.
82 e n. 87.
Le due interrogazioni hanno lo stesso oggetto, per cui vengono trattate congiuntamente.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 82.
RAVETTI Domenico
È evidente che la ragione per cui sia il sottoscritto sia il collega Coluccio abbiamo presentato l'interrogazione sullo stesso tema è perché è un argomento di interesse della Provincia da cui proveniamo: stiamo parlando della casa della Salute di Castelnuovo Scrivia.
Come l'Assessore sa, esistono in Piemonte, in particolare in proporzione in Provincia di Alessandria, un numero interessante di case della salute che sono state realizzate, a prescindere dai fondi del PNRR. Anche perché con i fondi del PNRR non ne abbiamo ancora inaugurata neanche una, ma succederà prossimamente data la solerzia con cui questa Giunta affronta i problemi del nostro Piemonte. Siamo tutti certi che, entro la data stabilita parteciperemo anche noi ai tagli dei nastri, dopodiché vedremo il personale che lavorerà all'interno, ma questo è un altro discorso.
Al di là delle case della salute finanziate o finanziabili con il PNRR sono state inaugurate, e da anni sono a disposizione della popolazione diverse case della salute finanziate con interventi delle amministrazioni comunali, dei consorzi socioassistenziali, delle ASL e a volte anche con la compartecipazione alla spesa delle Fondazioni delle Casse di Risparmio perché si è capito che sono luoghi all'interno dei quali le popolazioni possono trovare le prime risposte ai bisogni di salute. Però devono funzionare.
Quella di Castelnuovo Scrivia, che potenzialmente serve una popolazione di circa 15 mila abitanti afferenti alla bassa Valle Scrivia, in origine prevedeva attività specialistica ambulatoriale, il consultorio familiare con servizio di ginecologia e ostetricia, medicina pubblica, attività infermieristica ambulatoriale per la gestione delle principali patologie croniche, con la presenza dell'infermiere di famiglia e di comunità screening, servizi amministrativi, sportello unico sociosanitario e punto di accesso ai servizi con il supporto dell'assistente sociale, oltre che il servizio di continuità assistenziale.
Cosa è successo? È successo che, da qualche anno, l'attività specialistica offerta riguarda solo cardiologia, dermatologia e otorinolaringoiatria e anche l'apertura della struttura al pubblico è garantita unicamente tre giorni alla settimana. Il Sindaco di Castelnuovo Scrivia ci ricorda che il problema non è relativo solo - e potrebbe bastare - ai servizi venuti meno ma anche al mancato utilizzo di un importo pari a 100 mila euro per le opere di adeguamento strutturale.
Nella sostanza, Presidente, interrogo l'Assessore competente per conoscere quali sono le linee di intervento della Regione Piemonte per garantire l'erogazione di servizi specialistici ambulatoriali e sociosanitari tutti della Casa della Salute di Castelnuovo Scrivia e per la completa presa in carico prioritariamente di pazienti per lo più anziani e con patologie croniche.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Vignale per la risposta.
VIGNALE Gianluca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
L'interrogante chiede alla Giunta entro quale termine intende garantire l'attivazione completa dei servizi e il pieno funzionamento della Casa della Salute di Castelnuovo Scrivia, anche nei giorni della settimana considerata anche l'attuale carenza di medici specialisti, che di fatto limita lo svolgimento delle attività previste.
La Casa della Salute di Castelnuovo Scrivia, a oggi, ha i seguenti servizi che il Consigliere Ravetti probabilmente conosce puntualmente: la diagnostica (un punto prelievi); il monitoraggio della terapia anticoagulante e l'elettrocardiografo; la specialistica ambulatoriale con gli ambulatori di dermatologia, di cardiologia, di otorinolaringoiatria e di ginecologia; il consultorio familiare con attività di screening attività infermieristica ambulatoriale per la gestione delle principali patologie croniche, con presenza dell'infermiere di famiglia. I servizi amministrativi sono assicurati, come diceva il Consigliere, per tre giorni alla settimana (lunedì, martedì e venerdì), mentre il servizio di continuità assistenziale è attivo nei giorni festivi e prefestivi e notturno tutti i giorni.
La necessaria razionalizzazione è dovuta non tanto per la carenza di medici specialistici quali il neurologo e il chirurgo, ma per la carenza di personale infermieristico necessario e indispensabile per la corretta gestione del paziente fragile.
A partire dal mese di gennaio, poiché è stata acquisita la disponibilità di un nuovo dermatologo, la Casa della Salute sarà aperta quattro giorni su cinque, salvo tornare alla piena operatività non appena saranno acquisite nuove risorse sia in termini di infermieri sia di medici di sanità pubblica e di specialistica ambulatoriale.
Relativamente al completamento dei lavori di ristrutturazione del plesso stante la non disponibilità di risorse in conto capitale per effetto delle limitazioni imposte dalla DGR n. 9-7070 del 20 giugno 2023, il Direttore del relativo distretto, il dottor Barresi, ha proceduto a inoltrare richieste di accesso alle richieste del fondo e si è provveduto a inoltrare richieste di finanziamento delle opere con le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione stanziate in questa programmazione.
Interrogazione a risposta immediata n. 83 presentata da Avetta, inerente a "Chi rimborserà i viaggiatori del treno 26403 SFM4 del 15-10-2024?"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
83.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.
AVETTA Alberto
Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta.
Oggi interveniamo su una questione che, dal nostro punto di vista, è alquanto singolare e siamo anche molto curiosi di capire cosa possa essere capitato.
Come sappiamo, il 15 ottobre, a causa di un incidente, è stata interrotta la circolazione dei treni sulla linea che da Alba raggiunge Torino e il treno 26403 della linea SFM4 è stato fermato a Carmagnola. I passeggeri sono stati fatti scendere e ci risulta che Trenitalia abbia attivato il bus sostitutivo, come peraltro prevede il contratto di servizio.
Qui avviene la cosa più curiosa, perché i viaggiatori scesi dal treno hanno trovato un bus ad attenderli, in effetti, ma altrettanto ci risulta che abbiano dovuto sborsare 20 euro in contanti per essere trasportati a Torino Porta Nuova. Secondo quanto ci è stato riferito da alcune persone coinvolte, i viaggiatori che avrebbero pagato i 20 euro sarebbero stati almeno 50.
È superfluo ricordare che il vigente contratto di servizio tra Regione Piemonte e Trenitalia prevede, evidentemente e ovviamente, che i servizi sostitutivi siano gratuiti per tutti i passeggeri e, quindi, è altrettanto evidente che non si capisce a che titolo siano stati chiesti i 20 euro a chiunque abbia avuto la sfortuna di pagare prima il biglietto completo da Alba fino a Torino Porta Nuova e poi abbia dovuto pagare ulteriori 20 euro per essere trasportati alla stazione di arrivo per cui avevano acquistato il biglietto ferroviario. Inoltre, è altrettanto superfluo ricordare come la Regione abbia il compito di monitorare i servizi del trasporto pubblico locale.
Interroghiamo la Giunta e l'Assessore per sapere come la Regione pensa di attivarsi per garantire il dovuto rimborso a tutti quei viaggiatori, 50 o più, che hanno utilizzato il bus sostitutivo e che hanno pagato questa somma ulteriore rispetto al biglietto ferroviario già acquistato.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Vignale per la risposta.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda, come diceva il Consigliere Avetta, la momentanea interruzione del servizio ferroviario metropolitano, la linea 4 Alba-Torino Aeroporto-Ciriè.
A seguito di un tragico evento, la linea è stata interrotta fra le stazioni di Trofarello e Moncalieri.
A tale riguardo, il gestore del servizio ha attivato, compatibilmente con i tempi messi a disposizione, tre bus sostitutivi a Trofarello (direzione Torino), partiti alle 9.16; un bus sostitutivo a Carmagnola, partito alle ore 9.43; sei bus sostitutivi a Lingotto (direzione Trofarello) con partenza fra le 9.15 e le 10.30 ed un settimo bus partito alle ore 11.15 infine, un bus sostitutivo ad Asti (diretto a Torino senza fermate intermedie) partito alle 9.55.
Trenitalia riferisce quanto segue: "Il servizio di spola ha consentito di spostare i viaggiatori nella tratta interessata dal blocco e la prosecuzione del viaggio per quanti diretti in altre località attraverso i treni che hanno regolarmente circolato".
Per quanto riguarda l'episodio riportato, è verosimilmente accaduto che, a seguito dell'interruzione disposta per motivi di sicurezza e, comunque richiesta dall'autorità giudiziaria, la ditta Chiesa Viaggi, che ha sede adiacente alla stazione di Carmagnola, sia intervenuta spontaneamente o su richiesta di alcuni viaggiatori che non avrebbero potuto attendere l'attivazione del servizio sostitutivo.
In questo passaggio è scaturita non la sostituzione, come previsto dal contratto di servizio ma, a tutti gli effetti, un servizio di noleggio con conducente soggetto alle regole della negoziazione fra privati e non a quelle del trasporto pubblico locale.
Il Settore Controlli sul Trasporto della Regione ha richiesto la collaborazione della Polizia Locale e ha inviato sul posto due dipendenti incaricati di eseguire l'attività di controllo, con il fine di fornire ausilio alla Polizia Locale del Comune di Carmagnola nello svolgimento di un servizio di Polizia Stradale, volto all'accertamento sia delle modalità di esercizio, secondo quanto previsto dall'articolo 85 del Codice della Strada in merito al servizio di noleggio con conducente per trasporto di persone, sia per l'utilizzo delle attività di cui sopra di mezzi correttamente autorizzati e iscritti nell'elenco dei veicoli presentato dall'operatore al momento del rilascio dell'autorizzazione da parte della Città metropolitana di Torino e, ancora, dell'utilizzo, da parte dell'operatore, per l'esercizio delle attività di cui ai punti precedenti di veicoli per i quali non risultassero rilasciate autorizzazioni, in corso di validità, all'esercizio dei servizi di trasporto di linea, ex articolo 87, comma 2, del Codice della Strada, al fine di evitare distrazioni di utilizzo improprie.
Tutti gli accertamenti eseguiti e verbalizzati dalla Polizia Locale di Carmagnola hanno dato esito negativo, per cui non sono state riscontrate irregolarità e i servizi si sono svolti in maniera lecita e regolare e con la documentazione fiscale corretta. Peraltro, le dichiarazioni rilasciate da Chiesa Viaggi S.r.l. riportano un numero di passeggeri pari a circa 15 persone, a fronte di circa 600 utenti serviti dai bus sostitutivi di Trenitalia.
Infine, il Settore Controlli ha disposto l'effettuazione di un'attività di controllo, aggiuntiva rispetto a quelle già programmate, per il giorno 25 ottobre 2024, presso la ditta Chiesa Viaggi S.r.l.
Pare chiarito, quindi, che il servizio di cui all'interrogazione non ha il carattere di "sostitutivo", peraltro messo in campo (ovviamente senza costi aggiuntivi) da Trenitalia e, di conseguenza, per tale motivo non sono previsti rimborsi.
Interrogazione a risposta immediata n. 84 presentata da Pentenero, inerente a "Rinnovo del CCNL per le lavoratrici e lavoratori delle cooperative del settore socioassistenziale, assistenziale, educativo e di inserimento lavorativo"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
84.
La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente.
Lo scorso 26 gennaio è stato siglato l'accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della cooperazione sociale; una testimonianza, questa, dell'impegno delle associazioni, da un lato, e della organizzazione, dall'altro, per valorizzare la cooperazione e tutto il settore, che svolge un ruolo determinante nel welfare socio assistenziale e sanitario del nostro Paese, attribuendo ai lavoratori, che ne sono gli attori fondamentali, un riconoscimento economico che si inquadra nella complessiva volontà, nel mondo cooperativo, di garantire retribuzioni proporzionali e sufficienti ad assicurare autonomia e dignità alle lavoratrici e ai lavoratori.
Sappiamo quanto il lavoro, all'interno degli ambiti sociali, oggi venga spesso definito come lavoro povero.
L'accordo definito sul succitato rinnovo del contratto è arrivato il 5 marzo 2024, dopo una consultazione con tutti i datori di lavoro e gli organismi delle organizzazioni datoriali, quando è stata sciolta positivamente la riserva apposta al raggiungimento dell'intesa il 26 gennaio.
L'accordo di rinnovo è, pertanto, pienamente efficacie a partire dal 5 marzo, fatte salve le specifiche decorrenze indicate dall'accordo stesso.
Tra le previsioni contrattuali, che fanno riferimento al primo livello C1: un aumento tabellare di 120 euro in tre tranche; l'introduzione della 14esima nella misura del 50% dal 1° gennaio 2025; l'aumento della quota relativa all'assistenza sanitaria integrativa tra i cinque e i dieci euro l'integrazione della maternità al 100%; l'incremento al 25% della clausola di stabilizzazione per il personale a tempo determinato e la costituzione di uno specifico Osservatorio paritetico, a livello nazionale e regionale sulla congruità, sulla trasparenza e sulla legalità degli affidamenti (su questo, credo, dovremmo porre attenzione).
La committenza dei servizi socioassistenziali, educativi e d'inserimento lavorativo svolti dalla cooperativa sociale è rappresentato in larga maggioranza dalla Pubblica Amministrazione. Sappiamo bene quali e quanti servizi sono gestiti all'interno della pubblica amministrazione, nelle sue diverse articolazioni e nelle sue diverse costituzioni.
Pertanto, è necessario lavorare con le istituzioni per arrivare al riconoscimento tabellare e per garantire la sostenibilità dei servizi, così come una sostenibilità delle imprese che garantiscano continuità all'interno dei servizi di welfare. Abbiamo la necessità di stabilire delle determinazioni che prevedano l'applicazione del contratto. Sappiamo che l'incremento totale, che equivale al 15,18% è articolato su tre tranche: la prima dell'8,66%, la seconda del 6%, per arrivare a 15,8%, a una vigenza che si dovrà concludere entro il 2025.
Il contratto delle cooperative sociali, essendo di gran lunga il più rappresentativo del comparto privato convenzionato, all'atto della stipula tra le organizzazioni datoriali e sindacali sottoscrivente, impegna le imprese cooperative e non è derogabile, nella sua applicazione e allo stato attuale, all'assolvimento di tali incrementi del costo del lavoro e non è sostenibile a parità di servizi che oggi vengono erogati, per cui è indispensabile trovare risorse aggiuntive per poter applicare appieno il contratto del lavoro sottoscritto.
Con il nuovo contratto è stato previsto un Osservatorio paritetico sugli appalti a livello territoriale; in Piemonte è costituito da tutti i rappresentanti datoriali che hanno lavorato sul tema del rinnovo contrattuale.
Pertanto, valutato che abbiamo la necessità di applicare il contratto nazionale, faccio riferimento alla DGR n. 38 del 2024 che è stata approvata dalla Giunta precedente e sapendo quali sono le tempistiche, vorremmo sapere come s'intenda procedere, poiché a oggi risulta soltanto un'applicazione contrattuale del 3,8%, che trova la condivisione con gli enti locali territoriali, ma che non ha ancora completato l'applicazione della prima tranche del contratto stesso.
Vorremmo sapere come s'intende procedere per dare urgenza e attuazione a tutte le azioni che sono necessarie per implementare il recepimento del contratto nazionale e, soprattutto, per estendere a quei servizi che non sono inclusi nell'attuale DGR, cioè i servizi per minori, anziani, disabili e, soprattutto, salute mentale e inserimento lavorativo in un processo di integrazione sociosanitaria.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Vignale per la risposta.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
La DGR del 27 maggio 2024, la n. 38 citata dalla Consigliera Pentenero, nel prendere atto dell'intesa denominata "Patto per un welfare innovativo e sostenibile" ha disposto per il 2024 l'aumento della sola quota sanitaria per i posti accreditati e convenzionati con il sistema sanitario regionale delle strutture residenziali, pari al 3,5%.
Nel corrente anno solo le quote a totale carico del Sistema Sanitario Regionale per i posti residenziali accreditati sono state aumentate e non sono state quindi aggiornate le tariffe riferite ai posti in presìdi sociosanitari, non in convenzione o in altre tipologie.
È noto che per le tariffe per le quali il DPCM 1201 del 2017 (i nuovi LEA) prevede solo una compartecipazione nel sistema sanitario, esiste una componente della stessa che grava, in percentuale, sull'utente oppure sul servizio sociale territoriale nel caso lo stesso sia indigente.
Un aumento, quindi, indistinto delle tariffe ha un riflesso importante sulle famiglie, ma anche sulla tenuta dei bilanci dei Comuni su cui grava la spesa sociale della nostra Nazione.
Gli accordi contrattuali che legano le parti datoriali e quelle dei lavoratori entrano necessariamente nel sistema di circolarità contrattuale che, a sua volta, lega le stazioni appaltante e gli operatori economici con gli strumenti e le garanzie di legge e precisamente del decreto legislativo n. 36 del 2023, Codice dei contratti pubblici.
Infatti, il riequilibrio contrattuale costituisce oggi principio espressamente affermato nel nuovo Codice dei contratti pubblici e prevede che la parte svantaggiata, anche dalla sopravvenienza di un nuovo e più oneroso contratto collettivo nazionale, ha la possibilità di rinegoziare secondo la buona fede, le condizioni del contratto stesso.
È altresì noto che, in ambito contrattuale, le aziende del servizio sanitario hanno piena autonomia, ai sensi del decreto legislativo n.
502/92. Tuttavia, l'Assessorato vigilerà, per quanto di competenza, sul rispetto delle posizioni più deboli in un contesto di legittima sostenibilità.
Ci tengo solo ad aggiungere, perché non è presente nella parte scritta, che l'aumento del 3,5% ha riguardato tutte le strutture residenziali che, in qualche modo, avessero un accreditamento col sistema sanitario; quindi anche tutte le strutture psichiatriche dalle SRP1 fino alle SRP3.1, le strutture per minori di carattere sanitario, le strutture per disabili di carattere sanitario.
Ha ragione, però, la Consigliera nel significare che, invece, le parti che riguardano la quota sociale non sono state inserite. Sa anche, come è indicato nella risposta, che l'aumento della quota cosiddetta residenziale ha un impatto diretto sugli utenti e sulle Amministrazioni comunali.
PRESIDENTE
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
(Alle ore 15.02 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)
(La seduta riprende alle ore 15.02)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Non essendovi richieste d'intervento, possiamo chiudere i lavori odierni.
Ricordo che alle ore 15 ci sarà la seduta delle Commissioni congiunte I e IV in sala Morando.
La seduta è tolta.
(La seduta termina alle ore 15.02)