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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO
(I lavori iniziano alle ore 10.02 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")
Interrogazione n. 58 presentata da Valle, inerente a "Come la Regione intende risolvere l'assenza di Medico di Medicina Generale a Savonera (Collegno)?" (risposta scritta)
PRESIDENTE
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo.
In assenza dell'interrogante, il Consigliere Valle, all'interrogazione n.
58 viene fornita risposta scritta.
Dichiaro chiusa la sessione delle interrogazioni e delle interpellanze.
Come probabilmente voi sapete, questa mattina sono successi alcuni incidenti sulle linee ferroviarie che hanno causato un rallentamento generalizzato dei trasporti. Poiché abbiamo avuto comunicazione che diversi Consiglieri sono bloccati sui treni, anziché alle ore 10, la seduta inizierà alle ore 10.30, affinché tutti possano essere presenti.
(Alle ore 10.02 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")
(La seduta inizia alle ore 10.34)
PRESIDENTE
La seduta è aperta.
Commemorazione delle vittime sul lavoro in occasione della 74° Giornata nazionale
PRESIDENTE
Care colleghe e colleghi, domenica 13 ottobre si è celebrata la 74esima Giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro, con l'intento di onorare la memoria dei caduti sul lavoro.
Anche quest'anno il Consiglio regionale vuole dedicare uno speciale momento di ricordo ai piemontesi che hanno perso la vita sul posto di lavoro.
Ringrazio, a nome di tutta l'Assemblea, il Direttore regionale dell'INAIL dottor Fabio Lo Faro, per la collaborazione dimostrata nel fornirci tutti i dati, e la sua Vicaria, dott.ssa Vita Rocca Romaniello, il Presidente territoriale Torino ANMIL, Giulio Garello, con il Consigliere Massimiliano Aurea, per la loro partecipazione qui oggi.
In Piemonte, nel 2023 ci sono stati 40 infortuni mortali; una tragica statistica che rende doveroso questo momento di richiamo forte al tema della sicurezza sul lavoro, indicatore importante del livello di civiltà di un Paese.
Questi eventi sono causati da circostanze che possono e devono essere evitate e richiamano alla responsabilità di tutte le parti, politiche sociali e imprenditoriali.
La sicurezza sul lavoro è un dovere che deve essere capito e diffuso fra tutti, datori di lavoro, lavoratori, istituzioni, sindacati e cittadini.
Ritengo, però, che piuttosto che prevedere l'introduzione di nuove norme dovremmo concentrare energie e risorse per fare in modo che quelle vigenti vengano applicate e fatte rispettare in maniera puntuale.
Il numero di questi incidenti, causati dal mancato rispetto di norme esistenti, resta infatti inaccettabile e contrasta palesemente con i valori fondamentali della dignità e integrità della persona umana, garantite dalla Costituzione.
In questa giornata commemorativa vogliamo ribadire che la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali rimane sempre una priorità assoluta per la Regione Piemonte.
Per raggiungere elevati livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro è indispensabile aumentare la consapevolezza dell'importanza della prevenzione e dell'adozione di buone pratiche da parte dei datori di lavoro e comportamenti sicuri da parte dei lavoratori.
A tal proposito, ricordo che la Regione ha approvato il Documento "Tutela della Salute e Sicurezza sul Lavoro. Documento Strategico 2024-2026 per i Dipartimenti di Prevenzione", finalizzato a una strategia mirata al rafforzamento delle azioni di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori per il contrasto degli infortuni gravi e mortali, delle malattie professionali e di miglioramento delle condizioni di lavoro attraverso specifici finanziamenti.
I punti chiave della nuova strategia per il triennio 2024-2026 sono: tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e ripresa economica, aumento delle risorse e miglioramenti organizzativo/gestionali ed evoluzione del controllo negli ambienti di lavoro.
"Non si può morire di lavoro. La sicurezza sul lavoro, oltre che una prescrizione costituzionale, è anzitutto una questione di dignità umana".
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha giustamente ribadito in questi giorni concetti che aveva già espresso chiaramente durante la visita a Brandizzo, dove il 31 agosto 2023 cinque operai sono deceduti mentre erano intenti alla sostituzione di alcune rotaie, travolti da un treno regionale. Non possiamo che essere totalmente concordi.
Ora, in ricordo di tutte le donne e gli uomini, residenti in Piemonte, che sono state vittime di incidenti sul lavoro nel 2023, darò lettura dei nomi con l'indicazione della data del tragico evento.
Il nostro pensiero va innanzitutto a loro e al profondo dolore dei familiari, cui esprimiamo una sincera vicinanza.
Alzaroaie Cristin, 17 ottobre 2023; Aversa Giuseppe, 30 agosto 2023 Bertolino Livio, 21 settembre 2023; Borrini Giancarlo, 6 settembre 2023 Cafà Maurizio, 15 settembre 2023; Campana Marco, 8 giugno 2023; Cortese Flavio, 24 febbraio 2023; Crimela Luca, 24 maggio 2023; Cuneo Anna, 27 novembre 2023; Dabo Mahamadou, 7 luglio 2023; Fedele Gino Giovanni, 10 marzo 2023; Fiallega Arrese Luigi Daniel, 13 aprile 2023; Folloni Elia, 4 luglio 2023; Hazu Devis, 2 agosto 2023; Hoxha Gaqi, 12 gennaio 2023; Hu Jie, 19 settembre 2023; Ismaili Feti, 12 dicembre 2023; Laganà Kevin, 30 agosto2023; Liotta Stefano, 3 gennaio 2023; Lombardo Giuseppe Saverio, 30 agosto 2023; Magnaghi Marco, 29 giugno 2023; Malorgio Alessandro, 22 maggio 2023; Marusic Amel, 16 marzo 2023; Mautino Andrea, 29 ottobre 2023; Muca Taulant, 2 agosto 2023; Nigro Giuseppe, 25 settembre 2023; Pisano Marco, 17 febbraio 2023; Pugliese Masaki, 26 settembre 2023; Rebaudengo Ermanno, 13 maggio 2023; Riba Andrea, 18 agosto 2023; Riva de Onestis Edoardo, 20 febbraio 2023; Sainaghi Stefano, 28 aprile 2023; Sangiorgio Luigi, 24 febbraio 2023; Sorvillo Giuseppe, 30 agosto 2023; Spitaleri Serafino, 7 settembre 2023; Summa Antonio, 12 maggio 2023; Tamburini Paolo, 22 agosto 2023; Valinotto Melchiorre, 5 dicembre 2023; Zanera Michael, 30 agosto 2023; Zrahida Salah, 10 marzo 2023.
Chiedo a tutti i presenti di osservare un minuto di silenzio.
(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)
PRESIDENTE
Sospendiamo i lavori per qualche minuto e li riprenderemo dopo aver salutato i rappresentanti dell'INAIL e delle associazioni sindacali.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 10.41, riprende alle ore 10.47)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Il numero legale è 24.
Richieste di modifica dell'o.d.g.
PRESIDENTE
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.
RIVA VERCELLOTTI Carlo
Grazie, Presidente.
Volevo chiedere una modifica all'o.d.g., in particolare fare un cambio sull'ordine del giorno n. 16, che era stato presentato dal Gruppo Fratelli d'Italia. Lo sostituiremmo con l'ordine del giorno presentato a seguito dei fatti avvenuti questo fine settimana a Torino. Il titolo è "Condanna delle minacce di morte e violenze verbali contro il convegno sulla tutela sociale della maternità. Corretta informazione sulle azioni regionali per abbassare i toni".
Pertanto, chiediamo un'inversione, rinviando l'ordine del giorno n. 16 inerente a "Scuola luogo di crescita e non di ideologia gender", a un prossimo Consiglio.
PRESIDENTE
Se non vi sono obiezioni, s'intende accolto.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti e a tutte.
Volevo chiedere l'attrazione dell'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Conticelli, inerente a "Parto in anonimato", all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Magliano inerente a "Culle per la vita".
PRESIDENTE
Se non vi sono obiezioni, si intende accolto.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.
DISABATO Sarah
Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere l'inserimento all'o.d.g. di un atto d'indirizzo intitolato "Solidarietà al personale sanitario e alle donne vittime della propaganda antiabortista". Chiedo l'attrazione all'ordine del giorno presentato poc'anzi dal Gruppo Fratelli d'Italia.
PRESIDENTE
Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.
RIVA VERCELLOTTI Carlo
Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori.
Per noi va bene valutare anche altri ordini del giorno, purché, come abbiamo definito nella Conferenza dei Capigruppo della scorsa settimana nel momento in cui si aggiunge un testo, si ritira quello che era stato previsto. Quindi, va bene inserirli, purché quelli che sono già stati presentati e sono iscritti all'o.d.g. vengano sostituiti.
PRESIDENTE
C'è bisogno di un confronto tra Capigruppo su questo tema? Altrimenti, se non ci sono obiezioni, anche questa richiesta viene accolta.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.
PENTENERO Gianna
Chiedo scusa, Presidente, solo una precisazione. Si intende che l'ordine del giorno resta inserito all'interno dell'o.d.g., ma non viene discusso oggi, così come avevamo concordato di discuterne uno per ogni Capogruppo.
PRESIDENTE
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.
DISABATO Sarah
Grazie, Presidente.
Chiedo, invece, di far valere il Regolamento del Consiglio regionale come è sempre stato.
È possibile trattare nella stessa seduta ordini del giorno e atti d'indirizzo con lo stesso argomento o lo stesso contenuto di altri ordini del giorno e in quel caso alla discussione viene attratto automaticamente un altro atto d'indirizzo. Questo è sempre stato fatto, come previsto dal Regolamento del Consiglio regionale. Non vedo perché stravolgere le regole.
È vero che c'era un accordo iniziale, ma sono cambiati i temi. Prendo atto che c'è un ordine del giorno depositato e penso di poter, in tutta sincerità e in tutta tranquillità, discutere di un ordine del giorno attraendolo alla discussione e non creandone uno nuovo.
PRESIDENTE
Solo per chiarire la questione. L'attrazione è automatica, quindi non ha bisogno di essere accettata. Va da sé che se c'era alla base un accordo tra i Capigruppo, potrebbe modificarsi a seguito di queste attrazioni. Però la decisione spetta ai Capigruppo, perché sono loro che devono confermare o meno la loro intenzione, magari recependolo nell'ordine dei lavori.
Ha chiesto la parola la Consigliera Ravinale; ne ha facoltà.
RAVINALE Alice
Come stava dicendo lei giustamente, il Regolamento prevede una cosa e quella va applicata. È vero che nell'ultima Conferenza dei Capigruppo avevamo inteso che passasse un ordine del giorno per forza politica. Direi che possiamo anche riunirci rapidamente per definire già per oggi una diversa gestione dell'Aula.
Comunque, anche laddove dovesse passare quella che oggi è la proposta della maggioranza, cioè di discutere un ordine del giorno per Gruppo, compresi quelli attratti, sia chiaro che questa deve essere, almeno a nostro parere la gestione di questo Consiglio, ma nella prossima Conferenza dei Capigruppo avremo modo di stabilire che il Regolamento è ciò che prevale.
Nella scorsa riunione dei Capigruppo, forse un po' improvvidamente, abbiamo proceduto con una divisione non per temi e non per Regolamento, ma soltanto per "bilancino" sulle forze politiche, che ben potrà essere superata da un futuro accordo.
Lo dico soltanto per non proseguire una discussione che, se vogliamo, pu essere anche definita in dieci minuti di confronto tra i Capigruppo, prima di cominciare i lavori, fermo restando che, ovviamente, non possiamo far passare come precedente una decisione che è contraria al Regolamento.
PRESIDENTE
Si è prenotato il Consigliere Rossi.
Chiedo se intende parlare prima o dopo la Conferenza dei Capigruppo, che mi pare chiederanno.
(Commenti del Consigliere Rossi)
PRESIDENTE
Prima.
La parola al Consigliere Rossi.
ROSSI Domenico
Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire per una puntualizzazione legata al fatto che personalmente, per me questo è l'inizio della terza legislatura e mai, a memoria, l'attrazione nei confronti di punti all'o.d.g. della maggioranza è andata a influire sul conteggio degli atti che le opposizioni vogliono discutere.
Al di là del Regolamento, Presidente, pongo un tema politico che mi auguro la Capigruppo che adesso si ritrova vorrà considerare, altrimenti questo significa che l'agenda politica in quest'Aula la decide soltanto la maggioranza, aprendo anche un vulnus democratico.
Le minoranze devono avere la possibilità di portare degli atti che si decidono in sede di Capigruppo o ai sensi del Regolamento quando parla di riservare una quota in percentuale rispetto alla maggioranza, che non devono essere toccati dall'attrazione, altrimenti, ogni volta che si vuole discutere un documento che viene attratto, praticamente, le opposizioni perderebbero la possibilità di presentare un proprio atto.
Credo che questo sia un precedente pericoloso.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Pentenero.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente.
A questo punto, chiedo l'interruzione del Consiglio per convocare una Conferenza dei Capigruppo urgente.
PRESIDENTE
Se sospendiamo i lavori per un quarto d'ora. Credo che possa bastare.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 10.55, riprende alle ore 11.45)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Eravamo in fase di conclusione dell'esame delle richieste di modifica dell'o.d.g. Sono state approvate due attrazioni nei due ordini del giorno già presentati come prima richiesta.
Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale
PRESIDENTE
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Comunicazione all'Assemblea In data 8 ottobre è pervenuta la richiesta di trattazione d'urgenza, ai sensi dell'articolo 83 del regolamento interno del Consiglio regionale, del disegno di legge n. 51 "Disposizioni in materia di ordinamento del personale. Modifica alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23", presentato dalla Giunta regionale in data 8 ottobre 2024.
La richiesta sarà posta in votazione al termine dell'odierna seduta.
b) Distribuzione processi verbali È a disposizione e visibile sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" il processo verbale n. 7 relativo alla seduta dell'1° ottobre 2024.
c) Approvazione processi verbali è in approvazione il processo verbale n. 6 relativo alla seduta del 24 settembre 2024.
d) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Esame disegno di legge n. 6, inerente a "Modifica della legge regionale 26 settembre 2016 n. 18"
PRESIDENTE
Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 6, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il disegno di legge è stato licenziato a maggioranza dalla V Commissione permanente del 10 ottobre 2024.
Do la parola ai relatori di maggioranza e minoranza per le relazioni ricordando a entrambi che il tempo a disposizione non deve essere superiore a 15 minuti.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Protopapa, che ha facoltà di intervenire.
PROTOPAPA Marco, relatore
Grazie, Presidente.
Un saluto ai colleghi Consiglieri e ai rappresentanti della Giunta qui presenti.
Oggi mi preme discutere dell'importanza e della necessità di approvare il disegno di legge n. 6, che interviene sulla gestione delle risorse finanziarie derivanti dall'applicazione delle sanzioni amministrative nel settore della tutela ambientale, in aderenza ai principi delineati già dalla legge n. 68 del 22 maggio 2015 e delle successive modifiche.
Ricordo che la legge 68/2015 ha introdotto un sistema sanzionatorio giuridicamente innovativo nel Codice dell'ambiente, disciplinando in modo specifico le contravvenzioni che non hanno cagionato un danno concreto o un pericolo attuale per le risorse ambientali. La possibilità di estinguere il reato attraverso il pagamento di una somma ridotta rappresenta, quindi, un passo in avanti verso una gestione più equa delle sanzioni.
Tuttavia, l'applicazione delle disposizioni previste ha sollevato interrogativi in merito alla gestione e alla destinazione delle sanzioni pecuniarie, con particolare riferimento agli enti responsabili e all'utilizzo finale delle risorse incamerate. In questo contesto, il sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente ha suggerito misure provvisorie, evidenziando che c'è una necessità per una contabilizzazione separata, affinché si garantiscono trasparenza e tracciabilità nell'utilizzo delle somme.
Il vuoto normativo esistente ha reso cruciale l'intervento normativo rappresentato dal disegno di legge in esame, finalizzato a regolare in modo chiaro e preciso la destinazione delle sanzioni amministrative. Risulta fondamentale, infatti, che le risorse derivanti dalle sanzioni vengano soprattutto destinate in modo specifico e vincolato all'attività di vigilanza e controllo ambientale da parte dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte.
L'assenza di disposizioni retroattive avrebbe comportato un ulteriore spreco di risorse accantonate nel periodo compreso tra la legge del 2015 e quella del 2022, periodo durante il quale tali fondi sono rimasti inutilizzati.
L'approvazione del presente disegno di legge colmerebbe quella lacuna consentendo una collocazione efficiente e produttiva di risorse in un settore fondamentale come quello della tutela ambientale.
In aggiunta, è necessario considerare il quadro delle competenze legislative che vede un intreccio tra la normativa nazionale e quella regionale. La giurisprudenza costituzionale ha auspicato un potenziamento delle politiche di tutela ambientale a livello regionale, consentendo ai legislatori locali di stabilire misure più stringenti e di incrementare il livello di protezione dei beni ambientali.
Ottimizzando l'uso delle sanzioni, la nostra Regione avrà così l'opportunità di elevare il livello di tutela ambientale e di valorizzare di conseguenza i beni culturali e naturali.
In conclusione, Presidente, il disegno di legge in discussione rappresenta una risposta necessaria e pertinente a un bisogno concreto di gestione sostenibile delle sanzioni nel settore ambientale.
La destinazione di fondi alla vigilanza e al controllo ambientale non solo favorirà una maggiore tutela dei beni ambientali, ma costituirà, con passo significativo, efficienza e trasparenza della gestione delle risorse pubbliche.
Per meglio comprendere l'impatto positivo di questo provvedimento, va ricordato che le somme introitate da ARPA nel periodo dal 29 maggio 2015 fino all'entrata in vigore del decreto legge 30 aprile 2022, sono pari a sei milioni e 900 mila euro.
Tali risorse verranno destinate al finanziamento delle attività di vigilanza e controllo ambientale. In particolare: due milioni e 340 mila euro finalizzati ai controlli degli impianti termici, due milioni e 300 mila euro finalizzati al rafforzamento delle capacità analitiche dei laboratori e due milioni e 250 mila euro per aggiornamento attrezzatura di controllo della qualità dell'aria.
L'approvazione di questo decreto di legge ci permetterebbe di fare un ulteriore passo avanti per la protezione e la tutela dell'ambiente del nostro territorio.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Protopapa.
La parola al Consigliere Unia, relatore di minoranza.
UNIA Alberto, relatore
Grazie, Presidente.
Oggi siamo chiamati a discutere e approvare un disegno di legge che riguarda una modifica importante alla legge regionale sull'ARPA. Questa modifica si rende necessaria per chiarire la destinazione delle risorse introitate dall'ARPA a titolo di sanzioni amministrative in ambito ambientale a partire dal 2015 al 2022, periodo durante il quale non era chiaro quale ente dovesse ricevere questi fondi.
Il disegno di legge in esame mira a coprire questo vuoto normativo e stabilisce che le somme incamerate da ARPA in questo periodo vengano destinate ad ARPA stessa e all'attività di controllo e vigilanza ambientale.
Questo è un passaggio fondamentale per rafforzare la tutela dell'ambiente vincolando queste risorse a progetti che aumentano la capacità di intervenire a tutela del territorio. Inoltre, il testo conferma che questa destinazione non comporterà oneri aggiuntivi per il bilancio regionale, in quanto si tratta di risorse già disponibili e semplicemente accantonate in attesa di una normativa chiara.
Un punto importante che voglio sottolineare è che i Gruppi consiliari di minoranza monitoreranno costantemente che queste risorse vengano poi effettivamente utilizzate per le finalità previste, assicurando che non ci siano deviazioni dall'obiettivo principale, cioè il potenziamento della tutela ambientale.
Chiediamo anche se possibile avere ogni anno una relazione sullo stato dell'arte e sull'utilizzo di queste risorse.
PRESIDENTE
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ricordo che ogni Consigliere che intende intervenire lo può fare per un tempo non superiore a dieci minuti.
Non vedo richieste di intervento, per cui dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Marnati.
MARNATI Matteo, Assessore regionale
Ringrazio il Consiglio, perché comunque riusciamo a sistemare una situazione che era lì da anni. Ringrazio anche le strutture del Consiglio perché ci hanno permesso di arrivare a questa legge.
Sarà mia cura, ovviamente, sentire la parte governativa, auspicando che non venga impugnata. Ci permetterà di fare quelle azioni - che, in realtà avremmo comunque fatto, perché siamo obbligati a fare, com'è giusto che sia di monitoraggio e di vigilanza ambientale, mettendo le risorse nel Piano di tutela e qualità dell'aria, per le quali però avrei fatto richiesta al Consiglio. Quindi, andiamo ad alleggerire questa richiesta.
È importante avere questi fondi, che sono stati custoditi in questi anni e mai spesi da ARPA Piemonte, ed è anche un bel messaggio nei confronti dei cittadini piemontesi che sapranno che le risorse che abbiamo introitato vengono spese per qualcosa di molto utile per tutti.
Ribadisco, pertanto, il sentito ringraziamento per il lavoro che è stato svolto, anche in poco tempo.
PRESIDENTE
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Sull'articolo 1 non insistono emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 2 Sull'articolo 2 non insistono emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Chiedo se vi sono interventi per dichiarazione di voto.
Non essendovi richieste, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Esame proposta di deliberazione n. 17, inerente a "Approvazione della proposta di variazione di assestamento del bilancio di previsione finanziario del Consiglio regionale per il triennio 2024/2026"
PRESIDENTE
Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 17, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La proposta di deliberazione è stata licenziata a maggioranza dalla I Commissione il 14 ottobre 2024.
La parola al Consigliere Segretario Carosso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.
CAROSSO Fabio
Grazie, Presidente.
Quello che abbiamo visto ieri in Commissione è l'assestamento del nostro bilancio.
La proposta di assestamento si compone essenzialmente in due parti: l'aggiornamento delle previsioni di bilancio e del rendiconto del 2023 e la parte legata alle ulteriori variazioni degli stanziamenti di entrata e di spesa del bilancio 2024-2026.
Farei una sintesi della relazione - disponibile ad integrare qualora i colleghi chiedano approfondimenti - con le considerazioni finali su quello che è stato il lavoro svolto.
Per l'esercizio finanziario del 2024 i positivi equilibri generali risultano sostanzialmente confermati rispetto a quanto previsto nel bilancio di previsione iniziale e, conseguentemente, non vi sono elementi per far ritenere che gli equilibri, quali già stabiliti in sede di programmazione, possono venire intaccati in fase di gestione.
Le spese correnti assestate per l'anno 2024 risultano, quindi, pari a 59.593.000, di cui 6,26 milioni circa da avanzo vincolato e accantonato, e di 2.735.000 per somme provenienti da anni precedenti.
Le spese in conto capitale, per l'anno 2024, sono pari a 33 milioni circa sono invece finanziate in entrate derivanti dagli anni precedenti per 30.705.000 e, con un margine positivo di parte corrente, di circa 2.319.000.
PRESIDENTE
È aperta la discussione generale.
Se vi sono interventi, ricordo ai Consiglieri che dovessero intervenire che possono farlo per un tempo non superiore a dieci minuti.
Non vi sono interventi, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
Poiché non vi sono interventi neanche in dichiarazione di voto, procediamo con la votazione della proposta di deliberazione n. 17.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 17, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA
Esame ordine del giorno n. 24 presentato da Nicco, Carosso, Castello Graglia, Riva Vercellotti e Sacchetto, inerente a "Sostegno a favore dei diritti umani e della democrazia in Venezuela"
PRESIDENTE
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 24, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Presidente Nicco, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.
NICCO Davide
Grazie, Presidente.
Quello che abbiamo deciso di portare in discussione oggi in Aula è un ordine del giorno condiviso all'unanimità da tutto il Comitato regionale dei diritti umani e civili; un documento che vuole dimostrare la totale vicinanza del Consiglio regionale al popolo venezuelano.
Sono e siamo tutti davvero addolorati perché la crisi in Venezuela non si ferma. Anzi, la situazione politica e sociale, dopo la contestata rielezione del Presidente Nicolas Maduro, si aggrava giorno dopo giorno con ripercussioni devastanti sulla popolazione civile.
Il Consiglio regionale del Piemonte e il Comitato regionale per i diritti umani e civili esprimono ancora una volta la propria profonda preoccupazione per la grave situazione di crisi che sta affliggendo il Venezuela e, così come già fatto da molti rappresentanti di Governo e associazioni umanitarie, chiediamo alle autorità venezuelane di pubblicare tempestivamente tutti i registri di voto, per garantire piena trasparenza del processo elettorale. A oggi, tante testimonianze dicono che anche le ultime elezioni non sono state libere ed eque, quindi prive di legittimità democratica.
Con questo testo chiediamo al Governo di farsi parte attiva, invitando la comunità internazionale a monitorare costantemente la situazione in Venezuela; promuovendo azioni diplomatiche che denuncino la situazione di grave violazione dei diritti umani e che riportino in uno stato di diritto e una trasparenza elettorale; richiedendo con urgenza, presso le sedi opportune, la liberazione di tutti i minori detenuti in carcere per adulti accusati ingiustamente di terrorismo, così come il rilascio immediato di tutte le persone detenute arbitrariamente per motivi politici; promuovendo in collaborazione con le Nazioni Unite, un'inchiesta internazionale indipendente sui brogli elettorali e sulle sparizioni forzate.
È fondamentale unirsi, in nome di un paese, di un popolo, per la sua libertà di scelta, per la sua dignità, per difendere i valori di giustizia e contro ogni forma di oppressione. Vogliamo far sentire la nostra solidarietà e dare voce a chi lotta per i propri diritti fondamentali. Il popolo venezuelano non deve mai sentirsi solo nella sua lotta per la libertà.
Con questo documento cerchiamo di fornire il nostro piccolo, ma doveroso contributo. I diritti umani e le libertà fondamentali devono tornare a essere rispettati e la verità, la giustizia e il dialogo devono prevalere sulla violenza.
PRESIDENTE
Grazie, Presidente Nicco.
Dichiaro aperta la discussione generale. Ricordo che ogni Consigliere ha dieci minuti di tempo a disposizione per intervenire.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.
MAGLIANO Silvio
Grazie, Presidente.
Come Gruppo ringraziamo l'Ufficio di Presidenza per aver accolto quanto la comunità venezuelana ha posto come tema all'ordine del giorno, anche del Comitato per i diritti umani. Ringraziamo veramente di cuore il Presidente e tutto l'Ufficio di Presidenza per aver permesso all'Aula di votare oggi questo documento.
Nell'impegna proposto ci sono tutti gli elementi che chiedono di ripristinare la democrazia in Venezuela, mettendo l'accento sulle ingiuste detenzioni di ragazzi e ragazze minorenni e che si crei finalmente un'inchiesta per capire se vi sono stati brogli o meno. Evidentemente vi sono stati - ed è questa la presa di posizione che noi prendiamo con l'atto ma riteniamo che, attraverso le organizzazioni internazionali, si possa fare in modo che ciò non accada più.
Si chiede anche il riconoscimento del Presidente legittimamente eletto per volontà popolare, sulla base dei risultati emersi dai testimoni dei seggi elettorali.
Chiediamo che la democrazia e il volere del popolo venezuelano venga rispettato e lo chiediamo come Consiglio regionale.
Voteremo a favore, ma ci pare opportuno - lo diciamo con chiarezza - che anche l'Aula del Consiglio regionale si adoperi e si impegni su temi di natura internazionale. Mai come oggi stanno capitando, nello scacchiere mondiale, palesi violazione dei diritti umani, non solo esclusivamente negli scenari di guerra, che spesso riempiono le pagine dei nostri giornali. Ci sono più di 80 conflitti in tutto il mondo, compresa l'Africa in cui persone vengono perseguitate per una serie di ragioni (pensiamo ai cristiani perseguitati nel mondo, ma non solo loro), tra cui motivi di appartenenza politica e di scelta religiosa.
Nella nostra Regione dobbiamo tenere alto l'approccio a questi temi, perch da sempre ci siamo contraddistinti come una Regione che ha, nel Comitato dei diritti umani, un'eccellenza rispetto al panorama nazionale. Far sì che questi atti trovino luce e possibilità di essere votati in quest'Aula ci pare un elemento che ci può contraddistinguere, da questo punto di vista con unità d'intenti, per dire la nostra anche su temi di questo tipo.
A nome del Gruppo che rappresento, ringrazio l'Ufficio di Presidenza per aver portato alla nostra attenzione questo atto, che mi auguro possa avere la maggior condivisione possibile. Lo dobbiamo a coloro che combattono per la democrazia e la libertà in Venezuela e lo dobbiamo anche a noi stessi perché è evidente che più giriamo lo sguardo dall'altra parte rispetto a questi fatti, più non ci rendiamo conto che la riduzione della democrazia su tutto lo scenario globale rischia poi di intaccare anche la nostra democrazia.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Marro; ne ha facoltà.
MARRO Giulia
Ringrazio l'associazione italo-venezuelana in Piemonte "Insieme per il Venezuela" e anche i partiti di opposizione che stanno cercando di portare questo tema al centro del dibattito pubblico anche in Italia.
Ho vissuto e lavorato in Venezuela l'anno scorso, quindi conosco la realtà di cui stiamo parlando. In Venezuela non si sta bene, non si stava bene nel 2023 e non si sta bene oggi. Io operavo come antropologa per le ONG Medici senza Frontiere e nello svolgimento delle nostre attività devo ammettere che eravamo molto controllati, in continuo e obbligato contatto con le autorità territoriali, che volevano sempre sapere i dettagli delle nostre operazioni.
Da parte del Governo c'erano delle forti paranoie rispetto all'intervento di operatrici e operatori stranieri; la mancanza in termini di servizi, di possibilità di cure e di medicinali erano evidenti, quindi i nostri interventi erano spesso fondamentali.
Le notizie che ricevo oggi dai miei ex colleghi locali e dalle persone conosciute nello Stato di Amazonas dove operavo sono di una grande frattura sociale ed economica. Da anni il Venezuela sta vivendo una crisi umanitaria senza precedenti, caratterizzata da una grave carenza di cibo, medicine e beni di prima necessità, unita a violazioni sistematiche dei diritti umani e alla repressione di ogni forma di dissenso.
Il sistema di governo locale, molto capillare, ma anche molto fragile, oggi non riesce a rispondere alle esigenze del suo popolo e si sta di conseguenza irrigidendo per tenere sotto controllo l'implosione che la società venezuelana sta vivendo. Infatti, a causa di questa situazione oggi sono ormai otto milioni le persone immigrate in cerca di rifugio in nazioni vicine e in molti casi affrontano viaggi estremamente pericolosi.
Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questa sofferenza. La comunità internazionale ha sicuramente la responsabilità di farsi sentire di condannare le ingiustizie e di sostenere il diritto del popolo venezuelano a un futuro migliore, libero da oppressione e paura.
Sicuramente è importante fare luce su quanto è avvenuto nel corso delle ultime elezioni nazionali, quindi vi ringrazio per questo ordine del giorno, ma più che il riconoscimento di Gonzalez Urrutia come legittimo Presidente, ritengo si debba chiedere a gran voce che la comunità internazionale inizi a riconoscere che le politiche liberticide dal Venezuela a Israele, all'Argentina e all'Italia non sono accettabili e devono essere osteggiate non soltanto laddove si è economicamente e strategicamente più opportuno porsi, ma ovunque.
A questo proposito, mi fa un po' sorridere che questa richiesta arrivi da esponenti di un partito che sta mettendo in atto misure molto simili a quelle del Venezuela. Il decreto Cutro e il DDL sicurezza, che minacciano i diritti fondamentali e la libertà di espressione nel nostro Paese e che mirano a limitare l'operato delle ONG anche in Italia e a reprimere il dissenso, non sono altro che il riflesso di una cultura della paura e della repressione, simile a quella che stiamo denunciando in Venezuela.
Il Parlamento venezuelano ha di recente approvato una legge per vigilare sulle ONG. La normativa chiamata "legge di vigilanza, regolarizzazione attività e finanziamento delle organizzazioni non governative e affini" è stata approvata all'unanimità tre settimane dopo l'elezione di Maduro.
Attivisti e membri di ONG in Venezuela affermano che questa normativa mira a criminalizzare la società civile organizzata, come sta avvenendo in Italia.
Il clima di ostilità nei confronti delle organizzazioni internazionali è palpabile (la mia sezione di Medici senza frontiere è stata chiusa nel 2023) e si costretti a fare i conti con le intimidazioni e le difficoltà burocratiche imposte dal Governo. Questa paralisi delle attività è stata una strategia chiara per evitare ogni possibile tentativo d'intrusione e manipolazione politica in un contesto elettorale già compromesso. È fondamentale riconoscere che, mentre ci battiamo per la libertà in Venezuela, non possiamo permettere che la stessa repressione prenda piede nel nostro Paese, perché è nostra responsabilità, come rappresentanti della nostra comunità, non solo condannare ciò che avviene lontano da noi, ma anche vigilare su quanto accade nel nostro Paese.
La libertà di manifestare, il diritto di esprimere opinioni diverse e la possibilità di assistere chi ha bisogno devono essere tutelati e non ostacolati.
Chiedo, quindi, a questo Consiglio di essere coerente e di riflettere criticamente sulle scelte legislative che potrebbero minacciare i diritti fondamentali qui in Italia, prima di prendere ipocritamente posizione su ciò che viene fatto dall'altra parte del mondo.
Dobbiamo garantire che la nostra società rimanga un faro di libertà e giustizia, non solo per il popolo venezuelano, ma per tutti.
PRESIDENTE
È stata richiesta una breve sospensione da parte del Consigliere Ravetti.
Prego, Presidente Nicco.
NICCO Davide
Chiedo anch'io una breve sospensione per concordare una piccola riduzione del testo.
Grazie.
PRESIDENTE
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 12.17, riprende alle ore 12.21)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.
RIVA VERCELLOTTI Carlo
Grazie, Presidente.
Ai tanti venezuelani che in Piemonte e in Italia lavorano e risiedono e ai tanti italiani e piemontesi che hanno deciso di emigrare in Venezuela nel secondo dopoguerra, rivolgo un segno di solidarietà, di sostegno e di vicinanza insieme alla condanna dei brutali fatti repressivi, delle decine di morti e degli arresti arbitrari di migliaia di oppositori operati dal regime di Maduro.
Vede, Presidente, noi tutti siamo rimasti impressionati, nei giorni e nelle settimane antecedenti le elezioni del 28 luglio, quando avevamo visto un popolo entusiasta, un popolo che correva, che ritornava verso il Venezuela con ogni mezzo, con le tante barche dove, in ognuna delle quali, c'era una bandiera del Venezuela, il sentimento e la voglia di riprendersi la libertà che avevano perso più di un quarto di secolo fa. Subito dopo, però, siamo rimasti evidentemente tutti basiti da un sistema elettorale certamente opaco, da un sistema di brogli piuttosto evidente a tutta la comunità internazionale, da un sistema repressivo che ha portato a morti, alla detenzione sommaria di molti esponenti dell'opposizione, finanche la richiesta di incarcerazione del capo dell'opposizione, Edmondo Gonzales che oggi ha trovato rifugio in Spagna in particolare.
Siamo rimasti delusi; non perché ci aspettassimo un atteggiamento diverso dal comunista Maduro, ma perché in fondo, come la stragrande maggioranza dei venezuelani, speravamo che in quello straordinario angolo di mondo quale è il Venezuela, si potesse tornare a respirare l'aria della libertà.
In realtà, anziché respirare l'aria di libertà, si torna a respirare l'odore acre della tirannia.
Credo quindi che sia anche nostro dovere indignarci, esprimere la nostra vergogna per quello che è accaduto prima, durante e dopo il voto di luglio esprimere la nostra vergogna nei confronti di quanti sono ancora oggi imprigionati, alcuni dei quali di origine italiana. Molti giovani addirittura minorenni, molte donne e addirittura dei disabili, sono stati incarcerati soltanto perché hanno contestato il regime di Maduro.
Vede, Presidente, non ci stupisce tanto il fatto che il plauso a Maduro sia arrivato dopo le elezioni da Paesi come la Cina, come l'Iran o come Cuba ma una cosa che dispiace, perché crediamo imbarazzante, è il silenzio di una certa sinistra in Italia, in Europa e nel mondo rispetto a questo tema.
Quest'oggi ci ha fatto piacere sentire le parole di condanna di una parte della minoranza, ma ci preoccupa quanto è avvenuto in Europa, con il voto contrario rispetto alla condanna del regime di Maduro nel Parlamento europeo da parte di tutti i socialisti e della sinistra europea, così come ci preoccupa il silenzio imbarazzante e preoccupante, quasi complice, di una certa piazza che è brava a scatenarsi per la difesa di qualsiasi forma di diritto, ma quando si parla di diritti umani del popolo venezuelano è estremamente silente.
È una cosa che vale anche per altri ordini del giorno che saranno discussi oggi; l'idea che una parte della sinistra ha della democrazia è bizzarra: è giusta e valida, ma solo se conviene e interessa a loro.
Gli oppositori vanno cancellati e non esistono limiti; se serve, ricorrere alla violenza diventa legittimo. Se la causa è giusta per loro, vale tutto e vale a livello locale, ma vale anche a livello globale, laddove, per sopprimere ogni protesta, i regimi comunisti hanno attivato ogni azione e reazione.
Pensate, per un attimo, a parti invertite: se si fosse trattato di un Paese anche timidamente di destra dove avvengono dei brogli, neanche tanto velati, durante una competizione elettorale, e dove si mettono in galera e si uccidono gli oppositori, si sarebbe mobilitato il mondo; non l'Italia o l'Europa, l'intero mondo.
Oggi, il silenzio.
Qualche mese fa un mio amico, un caro amico di sinistra, mi disse: "Eh, ma sai, è Maduro", banalizzandolo nel folklore. "Eh, ma sai, è Maduro". Poi effettivamente quest'estate leggo, tra le proposte bislacche di Maduro l'idea di anticipare il Natale al 1° ottobre perché - cito testualmente le sue parole - "bisogna trasmettere un po' di allegria dopo il calo delle elezioni". Francamente, pensavo fosse uno scherzo, invece era vero.
La verità, Presidente, è che dietro c'è un regime, dietro la forma del suo pensiero socialista. Il Venezuela è uno stato sociale - lo si trova facilmente scritto anche sui siti - democratico di diritti e giustizia. In realtà, c'è la sostanza e la sostanza è la realtà di un Paese dove i narcotrafficanti pullulano, dove la delinquenza pullula, dove le soppressioni, la repressione e la violenza nei confronti dei dissidenti sono all'ordine del giorno. Questo non è uno Stato di diritto, questo è lo Stato dei diritti negati ma, per noi, uno Stato che nega i diritti è un regime. Attenzione a cercare di confondere gli altri Paesi con i regimi comunisti, dove si pone la possibilità di finire in carcere se sei un dissidente.
Mi rivolgo anche a chi ha parlato prima: è imbarazzante paragonare il sistema italiano, dove abbiamo, oggi, la libertà di essere candidati e dove non c'è nessuna restrizione di libertà di nessun tipo, a partire delle elezioni. Ricordando che chi parla negli ultimi dieci anni è stato in un partito che è rimasto all'opposizione in Governi non eletti democraticamente dal popolo, penso che siamo i primi a parlare su questo argomento e su questo punto. Uno Stato che nega i diritti noi lo riteniamo un regime e quello venezuelano è un regime narco-comunista che sta distruggendo un magnifico Paese affamato di cibo e assetato di libertà.
Per questo, è bene che il Piemonte, l'Italia e l'Europa continuino a sostenere le forze democratiche e di opposizione unite nelle scorse elezioni di luglio ed è bene che questo ordine del giorno, con il quale nel nostro piccolo, diamo un segnale di speranza, una speranza di libertà per milioni di venezuelani, venga approvato.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Riva Vercellotti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.
RAVETTI Domenico
Grazie, Presidente.
Mi rivolgo a lei, ovviamente per discutere il testo che il Presidente Nicco ha correttamente depositato, informalmente in Ufficio di Presidenza mettendo nelle condizioni tutti i Gruppi di svolgere al meglio il proprio compito con gli approfondimenti del caso su una questione così importante che riguarda la politica internazionale e, posso dire, persone, a prescindere dal luogo in cui vivono, soggette agli autoritarismi, che non soltanto in quel luogo si manifestano, spesso con tutta la loro ferocia.
Quindi, un tema contemporaneo di assoluta rilevanza.
Mi permetto, Presidente: quest'Aula sta commettendo un errore, un errore politico enorme, dividendosi richiamando le appartenenze politiche, quasi come se, rispetto ai diritti umani, ci si possa dividere per colorazioni per cromatismi.
Sono dispiaciuto che non si rilevi, da parte dei colleghi intervenuti e per i quali ho il massimo rispetto, la fonte del testo, che quella è del Comitato dei diritti umani e civili, i cui componenti sono rappresentativi di tutti i Gruppi consiliari. Lo scontro che ho appena sentito è lontanissimo dalla volontà e dall'obiettivo espresso da quel comitato con un testo depositato dal Presidente del Consiglio regionale il quale, ne sono certo, è disponibile a rimodulare alcuni passaggi di quel testo oppure a consentire a ognuno di noi di potersi esprimere favorevolmente.
Presidente, se il piglio è quello politico, di parte, per poter ancora una volta tentare semplicemente di portare a casa qualche spicciolo di consenso in più, senza tenere fede al compito più alto che ha quest'Aula, cioè quello di esprimersi su questioni così complesse, dove di mezzo c'è la vita delle persone in forma unitaria, quest'Aula si dividerà.
Vi chiedo di fermarvi e di riflettere sull'opportunità di non dividere quest'Aula su un tema così caro a tutti e che riguarda il futuro dell'umanità.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ravinale; ne ha facoltà.
RAVINALE Alice
Molto e bene ha già detto la collega Marro, visto che, penso unica in questa Aula, ha avuto la possibilità di vedere da vicino, in tempi recenti la situazione del Venezuela. Una situazione che, come ben sapete, se guardiamo soltanto alla presenza di Nicolas Maduro, va avanti dal 2013.
Solo nel 2017 furono sette milioni le persone che, transitando dalla frontiera colombiana, si dispersero nel resto del Sudamerica, tra l'altro con problemi enormi di accoglienza legati anche alle condizioni dell'area latino-americana nel suo complesso e gli enormi problemi di razzismo nei confronti della comunità venezuelana.
La nostra forza politica non ha mai negato questo genere di questioni e nemmeno ci appartiene, ovviamente, la retriva retorica dei comunisti cattivi/buoni. Siamo d'accordo che i diritti umani vanno rispettati e, nel caso specifico, vanno rispettati da molto tempo.
Questo è un ordine del giorno - con il massimo rispetto nei confronti del lavoro che ha fatto il Comitato regionale per i diritti umani, cui noi non siamo ancora attivamente partecipi - chiede non soltanto di mantenere alta l'attenzione rispetto a chiare violazioni che nel corso del tempo ci sono state rispetto soprattutto ai diritti e alle libertà degli oppositori politici, ma chiede anche qualcosa che è politicamente molto chiaro, cioè di riconoscere Urrutia come Presidente legittimamente eletto e di sostenere quella opposizione in Venezuela che viene definita opposizione democratica.
Tuttavia, quando si tratta di vicende latino-americane, andrei un filo più cauta nella gestione complessiva di materie complesse. Non so quanti di voi abbiano avuto l'occasione di conoscere da vicino l'America latina sicuramente un'area che ha una complessità che va sempre tenuta saldamente in considerazione. Poiché questa è l'espressione che arriva da questo ordine del giorno, che nasce tra l'altro da sollecitazioni di comunità e di cittadini venezuelani presenti in questa città e in questa regione e che è passata al vaglio del Comitato Diritti Umani e Civili, per rispetto nei confronti di questo organismo non faremo polemica e quindi ci limiteremo a lasciare passare con i voti altrui questo ordine del giorno.
Ricordo che il documento è esattamente il medesimo testo che è stato oggetto di una discussione al Parlamento europeo guidata da chiare volontà politiche di una destra che forse è in crisi per una serie di violazioni di diritti che, invece, stanno avvenendo impunemente sotto i nostri occhi.
Sono felicissima di sapere che il Consiglio regionale ha intenzione di occuparsi di questioni di rispetto dei diritti delle persone. Accolgo con gioia questa possibilità e faremo in modo di occuparci di quanto sta avvenendo sul lato orientale del Mar Mediterraneo da ormai un anno a questa parte. Però, si tratta di un ordine del giorno analogo a quello su cui, di fatto, si è spaccato il Parlamento europeo, che ha come punto centrale il riconoscimento di chi è uscito da elezioni che sono state sicuramente non libere. Quindi, ben vengano gli osservatori internazionali, ben venga la presa di posizione molto tempestiva di vari Paesi.
C'è una dichiarazione del 3 agosto di Palazzo Chigi congiunta con il Cancelliere della Repubblica Federale di Germania, il Presidente della Repubblica Francese, il Primo Ministro dei Paesi Bassi, il Primo Ministro della Repubblica di Polonia, il Primo Ministro della Repubblica Portoghese e il Presidente del Governo di Spagna, i quali immediatamente hanno preso posizione sulla questione della mancata trasparenza delle elezioni e della detenzione irrituale per motivi politici di molti esponenti, che sono dissidenti rispetto al regime di Maduro. Alcuni di questi, che sono cittadini italiani, sono stati anche citati in quest'atto.
Siccome, però, oltre al sostegno al popolo venezuelano, ai diritti umani e alla democrazia - che noi certamente sottoscriviamo in pieno - si aggiunge un elemento che, invece, è puramente politico, cioè quello di dare chiaro manifesto sostegno all'altra parte, ritengo che noi, come Gruppo, per coerenza con quella che è la nostra posizione a livelli ben più alti rispetto a quest'Aula, non possiamo votare questo documento. Nel massimo rispetto, intendiamo non farlo, accendendo quella miccia di scontro politico di cui parlava poco fa il Vicepresidente Ravetti, semplicemente non dando il nostro consenso a un atto che noi riteniamo vada un poco oltre il semplice e sacrosanto invito al rispetto dei diritti fondamentali delle persone, in questo caso di quelle venezuelane in particolare.
PRESIDENTE
Ha chiesto la parola il Presidente Nicco in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.
NICCO Davide
Il mio non è un intervento politico, ma più tecnico, nel senso che, come il collega Ravetti ha anticipato, ci sono state delle interlocuzioni con una parte di minoranza, che mi ha dato dei suggerimenti che non solo ritengo accoglibili, ma anche migliorativi rispetto al testo. Pertanto, li ringrazio per questi suggerimenti, che chiedo agli Uffici di accogliere.
Ve li descrivo brevemente. Laddove si parla di "2.000 persone scomparse e 1.200 arresti arbitrari", mi fanno presente che questi numeri potrebbero non essere precisi, ahimè, forse per difetto; quindi, sostituirei i numeri con un generico "tante persone scomparse e arrestate arbitrariamente".
La seconda modifica riguarda la prima frase della terza pagina, che recita: "I risultati elettorali ufficiali sono contestati dall'opposizione e non riconosciuti dall'Unione Europea e da numerosi governi democratici". La riassumerei così: "I risultati elettorali sono contestati dall'opposizione e non riconosciuti da gran parte della comunità internazionale, che esprime forti dubbi sulla loro validità". È una questione quasi meramente formale ma evita dei fraintendimenti tra la posizione dell'Unione Europea e quella delle singole comunità nazionali.
PRESIDENTE
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.
ROSSI Domenico
Grazie, Presidente.
Non avevo programmato di intervenire, perché è già intervenuto il collega Ravetti e dopo lo farà la mia Capogruppo, però ci tengo per una questione di metodo, che poi diventa sostanza in quest'Aula, a fare un passaggio perché vorrei che rimanesse a verbale.
Noi, di norma, come Consiglio regionale non ci occupiamo di geopolitica internazionale; non è il nostro core business. Dobbiamo occuparci di altro: sanità, ambiente, lavoro, formazione. Però, quando lo facciamo, secondo me dobbiamo sapere che stiamo facendo un atto eccezionale e, molto spesso, lo facciamo stimolati, come in questo caso dal Comitato dei Diritti Umani che, a un certo punto, dice: "Consiglio, ti puoi concentrare su questo problema? Perché è un problema importante".
Ora, noi abbiamo due strade quando questo avviene.
Presidente, mi fermo perché ci terrei che, in particolare, i colleghi Nicco e Riva Vercellotti ascoltassero.
Dicevo, abbiamo due strade: avere a cuore il bene più ampio, in questo caso, il rispetto dei diritti umani e la vita dei venezuelani e, quindi, su questo, cercare il massimo consenso possibile e non dividendo l'Aula, come ha detto molto bene il collega Ravetti, che ringrazio, così come ringrazio il Presidente Nicco, che ha fatto dei passi in questa direzione. Poi, c'è un'altra strada che, purtroppo, è quella che - e me ne spiaccio - una parte della maggioranza mi sembra abbia voluto oggi mettere in campo. Mi auguro sia un caso isolato e che non capiti più usare questo fatto eccezionale non per prendere a cuore il bene più ampio, ma il bene più "piccolo", cioè quello di rivendicare un bene della propria parte politica contro qualcuno che, al contrario, sarebbe complice addirittura, se non colluso con chissà quali violazioni.
Allora, quando facciamo questo, Presidente, noi sbagliamo, perché prendiamo quello che è il bene più ampio, cioè l'attenzione alla vita dei venezuelani, e la mettiamo sotto al bene del nostro partito.
In questa situazione noi non ci possiamo stare.
Quest'Aula non discute di geopolitica, ma se lo fa, lo fa ricercando, come ha sempre fatto quando gli ordini del giorno arrivavano dal Comitato dei Diritti Umani, ricercando la massima unità. Piuttosto si rinvia, piuttosto si lavora sul testo un'ora in più, piuttosto si sta sul testo una settimana in più, ma non si arriva a spaccare l'Aula! Altrimenti, Presidente, che cosa succede? Succede che da domani ci mettiamo a discutere delle posizioni di Salvini su Putin, della democratura di Orban o di cosa accade di quei diritti umani.
Cosa facciamo? Andiamo a prendere gli Stati che sono più orientati a destra e andiamo a vedere cosa ha detto il Parlamento europeo anche sull'ultima legge sulla sovranità? Ecco, non credo faremmo un buon servizio ai piemontesi se trasformassimo quest'Aula con una discussione del genere anche se non vorremmo mai trasformarla in questo modo.
Per questo motivo, purtroppo dobbiamo dire con forza che questo metodo è sbagliato e ci auguriamo che non vi ricorra più in futuro.
PRESIDENTE
Grazie.
Anche se non si è prenotata, prego, collega Pentenero.
PENTENERO Gianna
Chiedo scusa, ero convinta di essermi prenotata.
Il mio Gruppo non può che unirsi alle parole del Vicepresidente Ravetti e del Consigliere Rossi.
Ringrazio anch'io il Presidente Nicco, perché abbiamo cercato insieme di trovare un equilibrio in un testo che andasse nella direzione più nobile che il documento ha voluto, fin dall'inizio, affermare, cioè la salvaguardia dei diritti umani in una parte del mondo dove oggi vivere è diventato davvero incredibile, tant'è che vi abbiamo chiesto di correggere il numero delle persone scomparse, perché ci risulterebbe esserci numeri molto, molto superiori rispetto a quelli che sono stati citati.
Vorrei sottolineare anche un altro aspetto.
Questa Regione ha un'esperienza unica, che è il Comitato dei Diritti Umani.
Dalla sua costituzione a oggi, il Comitato dei Diritti Umani ha avuto un'attenzione davvero molto particolare alla salvaguardia dei diritti umani e a svolgere, fino in fondo, la propria missione e il proprio compito.
Il Comitato è articolato in modo tale che non si possa fare un discorso di parte e che non si possa immaginare nessun dibattito che vada a dividere in questo caso, un'Aula del Consiglio regionale. Il Comitato lavora e discute.
Magari, ci si trova su posizioni diverse, magari si affrontano temi molto delicati, come quello contenuto all'interno dell'ordine del giorno che il Presidente ha sottoposto all'Aula; temi che si affrontano con grande attenzione e con grande approfondimento, anche centellinando le parole che vengono usate all'interno dei documenti, perché stiamo trattando questioni internazionali per le quali non abbiamo la consapevolezza reale di quale sia la situazione.
Noi leggiamo, noi abbiamo organismi internazionali che ci coinvolgono e che ci informano, ma non abbiamo la consapevolezza, come evidenziava prima la Consigliera Marro, che ha raccontato la sua esperienza di vita vissuta, e come chi è stato lì per qualche anno. Probabilmente, la situazione potrebbe essere diversa.
Se il dibattito non è volto a cercare di comprendere la situazione reale ma è volto a evidenziare, in questo caso, posizioni politiche di una parte di quest'Aula, con un atteggiamento non di salvaguardia dei diritti umani e rifacendosi a una nostra specificità, ossia al Comitato per i Diritti Umani, allora mi spiace, Presidente Nicco, ma non possiamo sostenere questo tipo di situazione e annuncio fin d'ora che non parteciperemo al voto.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Pentenero.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Procediamo alla votazione dell'ordine del giorno.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 24, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Essendo arrivate le ore 13, sospendo i lavori, che riprenderanno alle ore 14 con la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è sospesa.
(La seduta è sospesa alle ore 12.50)
CASTELLO MARIO SALVATORE
(I lavori proseguono alle ore 14.05 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)
PRESIDENTE
Per delega del Presidente Nicco, dichiaro aperto l'esame delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà, anche in accoglimento delle richieste della Giunta sulle disponibilità degli Assessori, a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n.
64 presentata dal Consigliere Ravello, cui risponderà l'Assessore Bussalino; interrogazione a risposta immediata n. 72 presentata dalla Consigliera Disabato, cui risponderà l'Assessore Bussalino; interrogazione a risposta immediata n. 66 presentata dal Consigliere Buzzi Langhi, cui risponderà l'Assessore Marnati; interrogazione a risposta immediata n. 68 presentata dal Consigliere Coluccio, cui risponderà l'Assessore Marnati interrogazione a risposta immediata n. 69 presentata dal Consigliere Calderoni, cui risponderà l'Assessore Marnati; interrogazione a risposta immediata n. 65 presentata dal Consigliere Unia, cui risponderà l'Assessore Vignale; interrogazione a risposta immediata n. 67 presentata dalla Consigliera Canalis, cui risponderà l'Assessore Vignale; interrogazione a risposta immediata n. 70 presentata dalla Consigliera Pompeo, cui risponderà l'Assessore Vignale; interrogazione a risposta immediata n. 71 presentata dalla Consigliera Ravinale, cui risponderà l'Assessore Marrone interrogazione a risposta immediata n. 73 presentata dalla Consigliera Cera, cui risponderà l'Assessore Marrone.
Prego gli Assessori che rispondono alle interrogazioni a risposta immediata di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta, trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo, infine, che l'interrogante ha a disposizione tre minuti per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta e non sono previste repliche.
Prego gli Assessori e i Consiglieri di attenersi rigorosamente ai tempi.
Interrogazione a risposta immediata n. 64 presentata da Ravello, inerente a "Spaccate in centro e Crocetta, aggiornamenti sul patto per la sicurezza urbana tra Prefettura, Regione Piemonte e Città di Torino"
PRESIDENTE
Iniziamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
64.
La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.
RAVELLO Roberto
Grazie, Presidente.
Sarò molto breve.
Il tema posto all'attenzione della Giunta deriva da una serie, purtroppo inesorabile, di episodi di cronaca che toccano in particolare il capoluogo della regione, la città di Torino. Episodi che riguardano il diffondersi di certi fenomeni di criminalità e di delinquenza. Mi riferisco, in particolare, all'altissimo numero di spaccate verso le attività commerciali non solo del centro cittadino, ma ormai di buona parte del territorio urbano. Fenomeno che registra un continuo aumento.
A questo si aggiungono altri fenomeni di criminalità più diffusa - baby gang, mala movida e spaccio - caratterizzando Torino tra le dieci città meno sicure d'Italia. Rispetto a questo, che è qualcosa che non nasce oggi e rispetto anche ad alcuni interventi che paiono essere mancati da parte dell'Amministrazione cittadina - mi riferisco, ad esempio, al fatto che non si sia ottemperato alla legge regionale n. 57 del 1991, che stabilisce un numero minimo per numero di abitanti degli appartenenti alle forze della Polizia locale - un anno fa la Regione Piemonte, la Prefettura e la Città di Torino avevano sottoscritto il patto per la sicurezza urbana, che avrebbe previsto una serie di azioni rispetto alle quali anche la Regione dimostrando ancora una volta una certa sensibilità al tema, si sarebbe vista impegnata.
A tal proposito, chiediamo quindi un aggiornamento rispetto all'evoluzione e all'attuazione dei contenuti di quel patto.
Ringraziamo ancora la Giunta per la disponibilità.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Bussalino per la risposta.
BUSSALINO Enrico, Assessore regionale
Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere per l'interrogazione.
Facendo seguito all'interrogazione in oggetto, nella quale si chiede quali siano le azioni, a oggi, poste in essere e riprogrammate, in seno al Patto per la sicurezza urbana tra Prefettura, Regione Piemonte, Città di Torino e le risorse impiegate per dette attività, si fa presente quanto segue.
Il Patto per la sicurezza urbana, al quale fa riferimento l'interrogazione era stato sottoscritto il 29 agosto 2023 dalla Regione Piemonte, la Prefettura di Torino e la Città di Torino. Il Patto prevede un finanziamento complessivo di un milione di euro erogato dalla Regione Piemonte alla Prefettura di Torino, destinato alla realizzazione, anche per il tramite della Prefettura di Torino, di specifiche iniziative rivolte all'implementazione della sicurezza urbana nel territorio comunale di Torino.
In attuazione a tale previsione, il 19 febbraio 2024 era stata sottoscritta una Convenzione con la quale l'Assessore regionale alla Polizia locale e alla sicurezza integrata e il Prefetto di Torino concordavano la destinazione del contributo alle seguenti finalità: acquisto di autoveicoli destinati alle forze dell'ordine e di motoveicoli destinati alla Polizia municipale di Torino, per un importo complessivo di 650 mila euro implementazione del sistema di videosorveglianza comunale, attraverso l'introduzione del sistema di lettura delle targhe per un importo di circa 350 mila euro.
Con determina dirigenziale n. 191 del 16 aprile 2024, lo scrivente Settore della Polizia locale ha assunto l'impegno di spesa per l'erogazione del contributo e, con successivo atto contabile n. 4183 del 3 maggio 2024, ha liquidato la spesa a favore della Prefettura di Torino, la quale aveva, nel frattempo, attivato una contabilità separata per assicurare l'immediata disponibilità dei fondi pervenuti.
Lo scorso 10 settembre, alla presenza dell'Assessore al bilancio e al Direttore della Regione delle risorse finanziarie, si è svolto un incontro nel quale, tra le priorità indicate in materia di sicurezza e polizia locale, è stata indicata anche quella di addivenire quanto prima al pagamento in oggetto, al fine di dare continuità al suddetto Patto.
L'impegno assunto dall'Assessore e dalla Direzione di competenza è stato proprio quello di procedere con la massima celerità, compatibilmente con le esigenze dettate dall'organizzazione finanziaria della Regione Piemonte (stipendi dei dipendenti, mutui in corso, eccetera).
Di conseguenza, c'è la massima disponibilità da parte della Regione di procedere urgentemente al trasferimento di queste risorse alla Prefettura per dare corso a questo Patto, che riteniamo importantissimo e strategico per la Città di Torino.
Interrogazione a risposta immediata n. 72 presentata da Disabato, inerente a "La Regione tuteli la popolazione residente nei luoghi del cantiere TAV"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
72.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.
DISABATO Sarah
Grazie, Presidente.
Per trasparenza, condivido anche il titolo dell'interrogazione: "La Regione tuteli la popolazione residente nei luoghi del cantiere TAV".
Come sapete, nella notte del 7 ottobre è successo un fatto in quelle zone cioè la strada statale 25 del Moncenisio è diventata un fortino militare dopo lo sgombero del presidio No TAV alle porte della città, per dare seguito agli espropri di TELT nella piana di Susa. Tant'è che il Prefetto ha disposto, con apposita ordinanza, la chiusura del tratto compreso tra il chilometro 50.200 e il chilometro 51.200 nell'area di San Giuliano di Susa.
Quello sopracitato risulta essere un atto di forza compiuto con largo anticipo, prima ancora che fosse avviato l'iter per formalizzare i verbali d'immissione in possesso e lo stato di consistenza dei beni espropriati, su un'area che resta ancora di proprietà privata. I 1.054 proprietari dei terreni, infatti, hanno ricevuto l'avviso di presentarsi per le pratiche di immissione in possesso, a partire da mercoledì 9 ottobre, dalle ore 9 del mattino (uno ogni 15 minuti).
In particolare, la popolazione di San Giuliano di Susa, cioè famiglie lavoratori e pendolari, sono rimasti ostaggio della politica del silenzio senza sapere come fare per muoversi, per andare e tornare dal lavoro.
L'Unione Montana Valle Susa e l'Unione Montana Alta Valle Susa hanno espresso anche forte preoccupazione per i fatti avvenuti nella notte tra il 6 e il 7 ottobre a San Giuliano. Questo per dire che nemmeno le istituzioni sono state informate di questo atto e ciò è veramente grave, perch dobbiamo tenere conto che, anche per rispetto istituzionale, queste comunicazioni dovrebbero avvenire.
L'intervento delle Forze dell'ordine per sgomberare il presidio è stato intrapreso senza che i cittadini, le cittadine - perché, come dicevo prima nemmeno le istituzioni ne erano al corrente - i proprietari dei terreni e i sindaci fossero stati coinvolti o avvisati, causando così forte impatto sulla sicurezza e sulla vita quotidiana delle persone.
La carenza di trasparenza e il mancato coordinamento con i sindaci e le autorità locali minano il principio fondamentale di collaborazione tra le istituzioni, indispensabile per affrontare questioni complesse, come la realizzazione di grandi opere per gestire in modo efficace il dissenso che ne può derivare.
Indipendentemente dalla posizione che si ha su quest'opera, come sapete, il nostro movimento è contrario per tantissime ragioni, soprattutto per il fatto che, a quanto pare, è ancora esistente una linea, tra l'altro sottoutilizzata, per il trasporto delle merci, a prescindere anche dalla posizione politica su questi aspetti, ritengo che qualsiasi azione avvenga sul territorio piemontese - il nostro territorio - debba essere comunicata sicuramente ai sindaci, altrimenti sarebbe inutile spendere in quest'Aula parole di coinvolgimento per gli amministratori locali, per le istituzioni e quant'altro, se accettiamo che questo metodo diventi effettivamente strutturale. Soprattutto, non possiamo nemmeno soprassedere sulle regole che dovrebbero vigere sugli espropri, quindi andare oltre, semplicemente perché si tratta di un'opera definita da alcuni "strategica", che però di fatto sorvola sull'utilità sociale.
Siamo qui dunque a chiedere la posizione della Regione su questa vicenda e quindi, vorremmo sapere se intenda chiedere anche al Ministro dell'Interno le ragioni per cui l'intervento delle forze dell'ordine per lo sgombero del presidio No TAV è avvenuto senza un adeguato coinvolgimento o preavviso delle cittadine e dei cittadini proprietari dei terreni, senza il coinvolgimento dei sindaci e delle autorità locali, causando significativi impatti sulla sicurezza e sulla vita della comunità.
Da questo punto di vista, pensiamo che la Regione intanto debba essere informata e anche che si debba attivare per capire che cosa è successo quel sabato e, ovviamente, pretendere che ciò non accada più.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Bussalino per la risposta.
BUSSALINO Enrico, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
Tra il 9 e il 15 ottobre 2024, si è svolta l'attività d'immissione in possesso di alcuni terreni alla periferia del centro abitato di Susa, in frazione San Giuliano, confinanti con la Strada Statale 25 e la linea storica ferroviaria Susa-Bussoleno.
Secondo il progetto definitivo della Torino-Lione, opera inquadrata nella rete europea dei trasporti, i terreni sono destinati ai cantieri per la redazione della futura stazione internazionale.
Le aree interessate sono necessarie al promotore pubblico, in un primo tempo, per la logistica dei lavori nella piana di Susa (viabilità interconnessione ferroviari, eccetera); a regime ospiteranno il parcheggio della nuova Stazione Internazionale. Analoghe operazioni di esproprio si sono svolte negli anni scorsi per il cantiere del tunnel di base dell'opera, a Chiomonte.
Il titolare dell'iniziativa di esproprio pubblico è TELT e le procedure seguono le disposizioni contenute nel DPR 327 del 2001. In particolare all'articolo 24, la norma prevede che dal decreto di esproprio l'immissione in possesso delle aree individuate debba concludersi entro due anni.
Nel caso di specie, il decreto relativo alle aree di Susa, da destinare a cantiere, è stato emanato nel febbraio 2003, con relativa scadenza entro febbraio 2025.
A norma di legge, entro i termini di notifica, di cui all'articolo 23 del medesimo DPR, i proprietari interessati dalle procedure in oggetto sono stati avvisati del luogo, del giorno e dell'ora di esecuzione dell'espropriazione. In particolare, l'attività di notifica è iniziata nel mese di maggio 2024 e si è conclusa nel mese di settembre 2024. Il Comune di Susa, interessato dalle operazioni, analogamente a quanto sopra esposto è stato preventivamente avvisato dei termini di esecuzione della procedura.
Gli aspetti inerenti alle misure di ordine pubblico da adottarsi al fine di assicurare il regolare svolgimento delle procedure amministrative sono stati definiti dalla Questura di Torino, anche alla luce delle risultanze del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, tenutosi in Prefettura, al quale è intervenuto un rappresentante dell'ente locale interessato.
Interrogazione a risposta immediata n. 66 presentata da Buzzi Langhi inerente a "Stato dei lavori dell'intervento di messa in sicurezza del rio Lovassina"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
66.
La parola al Consigliere Buzzi Langhi per l'illustrazione.
BUZZI LANGHI Davide
Grazie, Presidente.
Mi permetta di ringraziare in anticipo anche l'Assessore Marnati.
L'interrogazione riguarda lo stato d'avanzamento dei lavori del rio Lovassina.
L'importante rio Lovassina, che insiste nel comune di Alessandria, partendo dal Comune di Novi Ligure, passando dai Comuni di Bosco Marengo e di Alessandria, per poi terminare il suo corso nel fiume Bormida, causa spesso problemi di allagamenti ad attività industriali, realtà private ed esercizi commerciali.
Con l'intervento della Regione Piemonte, il Comune di Alessandria riesce a ottenere un finanziamento dal Ministero di circa 15 milioni di euro.
Attualmente, solo una piccola parte dei lavori sono stati realizzati e purtroppo, il rio continua a causare allagamenti, appunto, a privati e a esercizi commerciali.
Riteniamo necessario procedere, invece, in tempi celeri al completamento dell'importante intervento, destinato a salvaguardare un territorio che purtroppo, diverse volte si è trovato devastato dalle piene dei corsi d'acqua che lo attraversano.
Rilevato che fonti giornalistiche locali riportano dichiarazioni secondo cui i ritardi di realizzo dell'opera sono imputabili alla Regione Piemonte che ritarda nel dare le autorizzazioni necessarie per poter procedere, si interroga la Giunta regionale e l'Assessore competente per sapere quale sia il reale stato dei lavori - ripeto: il reale stato dei lavori - del progetto di messa in sicurezza del rio Lovassina.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Marnati per la risposta.
MARNATI Matteo, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
Rispondo io, anche se la delega diretta è dell'Assessore Gabusi, ma il tema è condiviso.
L'intervento denominato "Regimazione del rio Lovassina da Spinetta Marengo alla confluenza in Bormida" è stato oggetto di finanziamento della progettazione, su proposta della Regione Piemonte, al Commissario di Governo con il DM 483 dell'11 dicembre 2019 e da questo al Comune di Alessandria con il decreto commissariale n. 5-FP del 26 febbraio 2019.
L'intervento prevedeva la realizzazione di un'unica opera complessa distinta in casse di laminazione, scolmatore e interventi diretti sullo stesso Rio Lovassina. L'importo previsto per l'intervento era stimato sulla base della progettazione disponibile e caricata sul sistema ReNDiS per la richiesta di finanziamento al Ministero, in 15 milioni e 300 mila euro.
Il Comune di Alessandria, a seguito del finanziamento di cui sopra, che è finalizzato al completamento della progettazione disponibile al momento del finanziamento per giungere al progetto esecutivo dell'intervento, anche a seguito dell'intervenuto finanziamento del MIT per realizzare la parte delle opere previste nell'abitato di Spinetta, ha rivisto il progetto definitivo e ha avviato, in data 8 febbraio 2022, la fase di verifica della procedura di VIA, ai sensi dell'articolo 19, comma 1, del decreto legislativo 152/2006.
A seguito del finanziamento per la progettazione sopra riferito e considerato che il Comune di Alessandria aveva intrapreso la revisione del progetto definitivo e si avviava verso il progetto esecutivo, la Regione Piemonte, considerando l'intervento prioritario in valore assoluto nel panorama delle esigenze regionali in materia, lo ha proposto per il suo completo finanziamento nella programmazione del Ministero dell'Ambiente del 2021. Il Commissario di Governo quindi dispone, a seguito del DM 484 del 25 novembre 2021, di tutte le risorse per realizzare l'intervento, ma per fare ciò occorre necessariamente che il Comune presenti la progettazione esecutiva dell'intervento, aspetto noto al Comune.
Il Comune ha proposto alla Regione la suddivisione in tre lotti dell'intervento. Per tale operazione, si rende necessario modificare il DM 484, come citato, del 25 novembre 2021, che ha finanziato l'intervento. Per ottenere questo obiettivo sono state proposte al Ministero le documentazioni richieste in più fasi; la più recente nota della Regione risale al 29 luglio 2024, con la quale vengono trasmesse le ultime relazioni integrative prodotte dal RUP e condivise dal Commissario.
Proprio in considerazione della disponibilità delle risorse sono continuate le fasi autorizzative di competenza regionale.
Con DD 1738 del 14 giugno 2022 è stata determinata l'esclusione della fase di valutazione, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 152/2006 per il progetto "Regimazione idraulica del rio Lovassina da Spinetta Marengo sino alla confluenza nel fiume Bormida nei Comuni di Alessandria Frugarolo e Bosco Marengo" (tutti ovviamente in provincia di Alessandria) subordinando le successive fasi di progettazione e di realizzazione al rispetto di specifiche condizioni ambientali per tutti i lotti 2-3-4 in cui è stato predisposto il progetto: lotto 1, intervento nel tratto intubato all'interno del centro abitato di Spinetta Marengo, che è stato realizzato lotto 2 prima cassa di laminazione (di valle) in comune di Frugarolo; lotto 3 seconda classe di laminazione (di monte) in comune di Bosco Marengo lotto 4 canale scolmatore di collegamento tra la seconda cassa e il Fiume Bormida.
In questa fase, il Comune di Alessandria ha affidato a professionisti esterni la redazione del progetto del lotto 2.
Il 16 settembre 2024, con nota n. 43244, perfezionata il 17 settembre 2024 con nota prot. n. 43464, il Comune di Alessandria ha presentato la documentazione contenente gli elementi necessari per la verifica di ottemperanza delle condizioni ambientali contenute nella suddetta determinazione dirigenziale riferente al lotto 2 del progetto, ovvero alla realizzazione di vasca di laminazione immediatamente a monte dell'abitato di Spinetta Marengo nel Comune di Alessandria.
Ai fini della verifica dell'avvenuta ottemperanza alle condizioni ambientali definite per la fase di progettazione, il responsabile del procedimento ha convocato, con nota del 18 settembre 2024, le amministrazioni competenti per materia alla riunione dell'Organo Tecnico Regionale il giorno 26 settembre 2024.
Sulla base di quanto complessivamente emerso nel corso dell'istruttoria e della riunione dell'Organo Tecnico tenutasi il 26 settembre 2024 e dei sopra citati contributi delle amministrazioni competenti per materia, il Settore Tecnico Regionale ha provveduto alla formulazione del provvedimento di verifica di ottemperanza in data 10 ottobre 2024.
A questo punto il Comune di Alessandria può convocare la Conferenza dei servizi per l'approvazione del PFTE, ai sensi dell'articolo 38 del decreto legge 36/2023.
In conclusione, si ritiene che il richiesto DM di modifica possa pervenire a breve, ma ciò non ha interrotto le procedure regionali, mentre non risulta che il Comune di Alessandria abbia ancora raggiunto il prescritto livello esecutivo per nessuno dei lotti per il quale ha avviato le procedure di valutazione.
La Regione, come si evince, ha sempre agito in maniera trasparente e nello spirito di leale collaborazione ai fini del raggiungimento dell'obiettivo della messa in sicurezza dell'area, senza addossare ad altri colpe o ritardi.
Interrogazione a risposta immediata n. 68 presentata da Coluccio, inerente a "Sversamenti di enormi quantità di fango nei torrenti e laghetti in seguito ai lavori della diga di Lavagnina, quale monitoraggio da parte della Regione Piemonte?"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 68.
La parola al Consigliere Coluccio per l'illustrazione.
COLUCCIO Pasquale
Il tema che sottoponiamo all'attenzione della Giunta riguarda la diga di Lavagnina. Questo è un invaso che risale al 1917, che insiste nei Comuni di Casaleggio Boiro, Mornese e Bosio in Provincia di Alessandria. L'invaso di Lavagnina è in gestione a IREN S.p.A., che nel 2021 è stata autorizzata dal Ministero a effettuare alcuni importanti lavori di manutenzione e di miglioramento della sicurezza idrica.
IREN ha suddiviso l'intervento in due lotti. Il primo è stato avviato nel 2023, mentre il secondo, che prevedeva lo svuotamento completo dell'invaso è stato invece avviato il 10 giugno 2024, nonostante l'autorizzazione ambientale delle Aree protette dell'Appennino Piemontese imponesse di concludere i lavori entro il mese di marzo, così da tutelare la fase riproduttiva delle specie ittiche presenti che avviene nel periodo primaverile.
Purtroppo il dato di fatto, anche drammatico, è che a giugno 2024, a causa dei lavori in essere, si è verificato uno sversamento di enormi quantità di fango e detriti nei torrenti e nei laghetti a valle della diga. Tutto ci nonostante le prescrizioni delle aree protette dell'Appennino piemontese che evidenziavano la necessità, per evitare il completo sfangamento del serbatoio, che sarebbe stato necessario eseguire alcuni lavori propedeutici, tra cui il ripristino di un'area di lavorazione di circa 1.300 metri quadrati dove accumulare i detriti.
IREN, invece, ha dichiarato che le piogge abbondanti non gli hanno permesso, dato che la diga ha tracimato, di rispettare i tempi e di effettuare lo svuotamento dell'invaso.
A oggi il problema resta e solo con la conclusione dei lavori tra autunno e inverno, secondo quanto annunciato da IREN, si porrà fine al trasporto di fanghi e detriti a valle.
La situazione, innegabilmente e inevitabilmente, desta grandi preoccupazioni sia alle popolazioni dei Comuni interessati sia alle associazioni ambientaliste.
A fronte di questo, riteniamo che bisogna, in qualche modo, rispondere a queste grandi preoccupazioni e porre un rimedio in tempi brevi al disastro ambientale e turistico di questo territorio.
Per quanto sinteticamente esposto, si interroga la Giunta per sapere come la Regione Piemonte abbia monitorato lo svolgimento dei lavori di Iren Acqua alla diga della Lavagnina, interventi che hanno causato lo sversamento di enormi quantità di fango a valle nel torrente Gorzente e nei laghi artificiali.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Marnati per la risposta.
MARNATI Matteo, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
In merito a quanto in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
1) Il monitoraggio, in corso d'opera e post operam, così come la mitigazione degli eventuali impatti, sono a carico, con tempistiche definite, del gestore dell'invaso; tali azioni, tranne le misurazioni di portata, ossigeno disciolto e solidi sospesi in fase di apertura degli scarichi, possono essere effettuate, essenzialmente per motivi di sicurezza e di fattibilità, ad operazioni concluse (nel caso in specie ad invaso pieno a fine cantiere).
2) La Regione Piemonte, sulla base delle norme vigenti, non è tenuta a effettuare monitoraggi sulle singole operazioni di svaso, sfangamento e spurgo delle strutture di ritenuta presenti sul territorio regionale.
3) La Regione Piemonte, ai sensi del DM 12 ottobre 2022, n. 205 e, per le gestioni precedenti la vigenza (25/01/2023) di quest'ultimo, effettua l'esame dei Progetti di Gestione degli invasi (denominati PG) nell'ambito di una Conferenza dei Servizi istituita presso la Direzione Opere pubbliche, Difesa del suolo, Protezione civile, Trasporti e logistica Settore Difesa del Suolo, cui sono chiamati ad esprimersi, oltre al soggetto Gestore dell'invaso, la Direzione Ambiente, Energia e Territorio Settore Tutela ed Uso Sostenibile delle acque, ARPA-Piemonte, l'Ente di gestione dell'Area protetta eventualmente interessata, nonché la Provincia ed i Comuni in cui l'invaso si trova o genera i suoi effetti.
Detti PG, una volta approvati dal Settore Difesa del Suolo, non controllano le singole specifiche operazioni, bensì stabiliscono la programmazione, in genere di durata decennale, dell'intera gestione dell'invaso in esame delle possibili operazioni effettuabili e non effettuabili, del monitoraggio sulle acque invasate e a valle di queste, nonché dello stato di interrimento dell'invaso, indicando prescrizioni o indicazioni operative valide in tale ampio contesto temporale.
4) Nel corso della Conferenza dei Servizi di approvazione del vigente PG come peraltro recentemente reso noto al MASE, dietro specifica richiesta di chiarimento da parte dell'Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po sono state richieste integrazioni progettuali e successivamente formulate prescrizioni e indicazioni operative vincolanti, a tutela dei corpi idrici a valle dell'invaso della Lavagnina. In particolare, poi, l'Ente di Gestione delle Aree Protette dell'Appennino piemontese si è espresso con precise indicazioni al riguardo nel proprio "Parere endoprocedimentale di incidenza - Valutazione dei possibili effetti sul progetto di gestione delle operazioni di svaso, sfangamento e spurgo degli invasi di Lavagnina e Lavezze". Nella citata nota di ADBPo si rammentava, peraltro, come non possano essere presi in considerazione eventuali impatti degli eventi in oggetto sulla balneazione nelle piscine naturali esistenti lungo il torrente Gorzente a valle dell'invaso, in quanto, come già confermato dal Ministero della Salute, competente per materia, è escluso che si possa parlare di balneazione, se non a rischio e pericolo di chi la pratica, in località non annoverate né codificate negli elenchi del Portale Nazionale delle acque di balneazione.
5) Infine, gli enti predisposti al controllo, cioè ARPA e Provincia, fin dalle prime segnalazioni (giugno 2024) hanno preso in carico le problematiche ambientali segnalate, svolgendo opportune verifiche e sopralluoghi.
Interrogazione a risposta immediata n. 69 presentata da Calderoni, inerente a "Linee guida in materia di nuovi impianti per la produzione di biometano a tutte le tipologie diverse da quelle connesse al trattamento di rifiuti"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
69.
La parola al Consigliere Calderoni per l'illustrazione.
CALDERONI Mauro
Grazie, Presidente.
Le energie rinnovabili rappresentano senz'altro una valida alternativa ai combustibili fossili e con la Missione 2 del PNRR "Rivoluzione verde transizione ecologica" il Ministero dell'Ambiente ha dato un grande impulso alla realizzazione di impianti di produzione di energie rinnovabili. Allo stesso tempo, però, credo che siamo tutti d'accordo sia necessario mantenere un equilibrio fra sistemi naturali, biodiversità, circolarità delle risorse.
La Regione, Piemonte, nel 2021, su questo argomento legato più al ciclo dei rifiuti, aveva prodotto la DGR n. 15-2970 del 12 marzo 2021, per dare indicazioni rispetto alla valutazione della sostenibilità di questo tipo di progetti.
Se attività di questo tipo non sono adeguatamente governate ex ante, si rischia che vadano destinate alla realizzazione di impianti di produzione di energie rinnovabili anche terreni che sono oggi destinati alla produzione di cibo, all'attività agricola; allo stesso tempo, si lasciano le amministrazioni esposte alla pressione di gruppi finanziari e industriali molto solidi e potenti e, quindi, non resta che rivolgersi ai tribunali amministrativi per cercare di condizionare questo tipo di realizzazione che è un po' calata dall'alto.
Ci chiediamo, pertanto, se la Regione non ritenga necessario estendere l'applicazione di quella DGR o, comunque, di assumere dei provvedimenti per cercare di dare una regolazione ex ante a questo tipo di impianti.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Marnati per la risposta.
MARNATI Matteo, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
La citata deliberazione "Disposizioni linee guida per la valutazione della sostenibilità ambientale e territoriale, nell'ambito dell'istruttoria del procedimento amministrativo relativo agli impianti di recupero del rifiuto organico per la produzione di biogas e biometano" nasce dalla necessità di assicurare uno sviluppo dell'impiantistica di recupero dei rifiuti organici compatibile con le esigenze di un razionale utilizzo del territorio nel rispetto dell'ambiente, adattando le esigenze di promozione del recupero energetico e di materia di tale tipologia di rifiuto con le esigenze di sostenibilità degli impatti territoriali e ambientali derivanti dalla costruzione ed esercizio di tali impianti, evitando la proliferazione e la concentrazione di stesse tipologie di impianti su parti del territorio regionale e sostenendo soltanto le iniziative realmente in grado di assicurare benefici ambientali.
Con le linee guida si individuano specifici criteri per la valutazione istruttoria dei progetti, quali la mitigazione e la compensazione degli impatti ambientali generati dal trattamento dei rifiuti organici e anche dal loro trasporto, con particolare riferimento alle emissioni in atmosfera e alle emissioni odorigene, nonché al consumo di suolo.
Pertanto, le linee guida sopracitate richiamate nel Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e bonifiche delle aree inquinate, allo stato attuale, sono vigenti ed efficaci nei confronti degli impianti di trattamento dei rifiuti organici.
Considerato che tali linee guida si riferiscono in modo specifico a impianti di recupero dei rifiuti organici per la produzione di biogas e biometano, che prevedono tra le tipologie di rifiuti trattati anche i rifiuti organici provenienti da raccolta differenziata dei rifiuti urbani e costituiscono indirizzo e orientamento in sede di progettazione e degli impianti, si ritiene di escludere la portata estensiva delle disposizioni in esse contenute a tutte le tipologie di impianto di produzione di biometano che non trattino esclusivamente rifiuti, ma anche sottoprodotti dell'attività agricola.
Questa estensione, infatti non può operare spontaneamente, ma deve costituire oggetto di un provvedimento specifico o di una modifica alla deliberazione suddetta e richiederebbe comunque un significativo lavoro di approfondimento per adattare le suddette linee guida ad altre tipologie di impianto.
Va comunque rimarcato che, in attuazione dell'articolo 20, comma 4, del decreto legislativo 199/2021 in materia di promozione delle fonti energetiche rinnovabili, è in fase di predisposizione, da parte delle strutture della Giunta regionale, un disegno di legge diretto a individuare le aree idonee e non idonee alla realizzazione di impianti di produzione di energia alimentati da fonti rinnovabili, nel rispetto dei principi e dei criteri dettati dal DM 21 giugno 2024.
In questa sede, pertanto, saranno senz'altro valutate con ponderazione le aree relative all'ubicazione dei nuovi impianti, avendo a riguardo la tutela del consumo del suolo.
Interrogazione a risposta immediata n. 65 presentata da Unia, inerente a "Stazione Dora, possibile degrado o grande opportunità?"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
65.
La parola al Consigliere Unia per l'illustrazione.
UNIA Alberto
Grazie, Presidente.
Oggi portiamo in Aula un tema che riguarda non solo la Città di Torino, ma l'intero territorio regionale, ossia la riqualificazione della vecchia Stazione Dora, un luogo che, nonostante la dismissione della linea ferroviaria, è ancora un valore strategico e simbolico importante.
La Stazione Dora si trova in un'area destinata a grandi trasformazioni come la riqualificazione dell'ex Torino Ceres, i lavori su piazza Baldissera, la potenziale riapertura della Stazione e la nuova linea 12.
In questo contesto è fondamentale che la Regione, proprietaria dell'area prenda in mano il processo di valorizzazione di questo spazio e qui Assessore, entra in gioco un elemento importante: l'associazionismo del quartiere.
In quest'area, da oltre un anno e mezzo diverse realtà locali associazioni e comitati - si sono attivate per immaginare un futuro diverso per quell'area e per quella stazione, organizzando incontri, conferenze stampa, sopralluoghi e anche partecipando a bandi europei. Queste associazioni non solo hanno generato proposte concrete, ma sono stati capaci di tenere viva l'attenzione su quell'area; un'area che, lasciata andare, potrebbe potenzialmente diventare un'area a elevato degrado.
In sostanza, cosa chiediamo? Chiediamo alla Giunta regionale se intende assumere un ruolo attivo, promuovendo un tavolo con il Comune e gli altri attori territoriali, per dare nuova vita a quest'area, tenendo conto che il percorso fatto dalle associazioni sul territorio è davvero un percorso al di fuori dei canali di partito, quindi coinvolge veramente tutti quanti. So che alcuni componenti della Giunta precedente, così come della Città di Torino, avevano partecipato ai tavoli.
È veramente un bellissimo progetto e una bellissima opportunità per il territorio per far rinascere un quartiere, partendo dai cittadini che lo vogliono riqualificare.
Da parte nostra, quindi, c'è tutta la disponibilità a collaborare con la Giunta, qualora ce ne fosse bisogno.
Chiediamo alla Giunta di dare un contributo a impegnarsi in questo senso.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Unia.
La parola all'Assessore Vignale per la risposta.
VIGNALE Gian Luca
Grazie, Presidente, e grazie al Consigliere Unia per la disponibilità alla risposta nella giornata di oggi.
La stazione di Torino Dora è, com'è noto, pervenuta recentemente nella proprietà della Regione Piemonte, alla fine dell'anno 2023, unitamente a tutti gli immobili infrastrutturali facenti parte la linea ferroviaria Torino-Ceres. Detta linea ferroviaria ha un importante valore storico e strategico per la città e, nonostante alcuni tratti di linea e alcune stazioni abbiano perso l'originaria funzione ferroviaria con la parziale dismissione della linea, ne permane il valore simbolico nei territori interessati.
Anche in coerenza con le decisioni assunte in relazione ai futuri interventi di riqualificazione complessiva delle aree interessate, saranno sviluppati dalla Regione, nel breve e nel medio periodo, specifici progetti di valorizzazione e rivalutazione che ne sfruttino il significato storico intrinseco.
La tratta Torino-Ceres, con i beni a essa collegata, non è solo un'infrastruttura ferroviaria che riguarda la Città di Torino, ma è una struttura ferroviaria che, come il Consigliere sa, partendo da corso Giulio Cesare arriva fino a Ceres. Con la riapertura del tratto ferroviario che da Stazione Dora arriva oggi arriva fino a Germagnano e garantendo il collegamento con l'aeroporto di Caselle, è un importante veicolo di sviluppo per una parte del territorio. È evidente che la parte ciriacese che oggi ha una sorta di metropolitana cittadina, avrà uno sviluppo estremamente interessante da un punto di vista della valorizzazione dell'intera tratta sia ferroviaria sia delle aree ad essa annesse. Nelle proprietà ad essa annesse, non vi sono solo stazioni, ma anche alcuni immobili dalla casa del custode e aree di rimessaggio.
Noi stiamo facendo una valutazione rispetto a tutto ciò che è della Regione e ciò che è rimasto ancora al demanio. Abbiamo aperto un'interlocuzione con il demanio per fare in modo che possa essere utilizzata come proprietà unica, anche se di due soggetti differenti, per fare, come diceva l'interrogante riferendosi a una sola stazione ferroviaria, un'attività di riqualificazione. È stata fatta sulla stazione Dora, ma abbiamo avuto interlocuzioni anche con la Circoscrizione per la stazione della linea Torino-Ceres, cioè quella di corso Giulio Cesare, perché per i tre aspetti cioè quello trasportistico (che non significa solo quello legato ai passeggeri, ma può essere anche quello legato all'aspetto più turistico) quello di riqualificazione e anche l'aspetto un po' storico (la ferrovia attraversa 800 metri dalla stazione alla Reggia di Venaria), vi è certamente la volontà di condividere con le realtà istituzionali e locali un progetto di valorizzazione dell'intera tratta.
Interrogazione a risposta immediata n. 67 presentata da Canalis, inerente a "Un commissariamento politico senza fondamenti tecnici per gli Ambiti Territoriali di Caccia TO3, TO4 e TO5?"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 67.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.
CANALIS Monica
Lo scorso 8 aprile la Giunta regionale ha deciso di commissariare tre dei cinque ATC Torinesi della caccia (i numeri 3, 4 e 5).
Sappiamo che gli ATC e i CA sono le articolazioni istituzionali organizzate dalla Regione per gestire l'attività venatoria (in Piemonte ci sono 21 ATC e 17 CA). A fronte di questa decisione della Giunta regionale, si è generata una controversia giudiziaria che porterà la Regione a rispondere direttamente alla Presidenza della Repubblica (la Regione ha presentato delle controdeduzioni rispetto a questa controversia giudiziaria).
Infatti, queste tre ATC sono state, negli ultimi anni, risanate perch avevano un debito superiore ai 250 mila euro, prima che la conduzione fosse assunta da Pierangelo Cumino, che è stato sollevato dall'incarico nello scorso mese di aprile.
Inoltre, questi tre ATC superano la media nazionale per quanto riguarda i risultati dell'attività venatoria. Proprio pochi giorni fa abbiamo audito in IV e III Commissione consiliare il Commissario del Piemonte sud per quanto riguarda la peste suina africana, una piaga che si sta abbattendo sul comparto suinicolo piemontese, un comparto molto importante per il nostro PIL regionale e per la nostra economia. Quel Commissario ha rilevato come sicuramente il morbo della peste suina abbia risentito non solo di un fattore umano di trasmissione, ma soprattutto di un fattore animale, vale a dire che è stata trasmessa da un numero eccessivo di ungulati, in particolare di cinghiali.
Alla luce di questa presenza eccessiva, l'ISPRA, quindi non l'autorità regionale, ma l'Autorità preposta al monitoraggio della fauna, ha dato alcuni obiettivi alla nostra Regione. Lo stesso Commissario - quindi, un soggetto terzo, indipendente dalla Giunta regionale - ha riconosciuto come l'obiettivo di 50 mila capi abbattuti non sia stato raggiunto, ma ne siano stati abbattuti soltanto 40 mila.
Pertanto ci chiediamo perché ATC TO3, ATC TO4 e ATC TO5, che, guarda caso non erano guidate da un cacciatore, ma da un agricoltore - sappiamo che è possibile affidare la guida di questi enti anche agli agricoltori - enti che sono stati risanati finanziariamente e che hanno avuto delle performance venatorie decisamente superiori a quelle di altre ATC, siano state sciolte senza argomentazioni solide, se pensiamo che nelle controdeduzioni della Regione si accenna semplicemente al fatto che il risarcimento danni alle colture causato da cinghiali non è stato completo ma parziale, e che i bilanci sono stati trasmessi alla Regione in ritardo.
Peccato che questi bilanci fossero, però, regolari e in attivo.
Ci chiediamo quali siano le reali ragioni e ci chiediamo come la Regione intenda affrontare questo confronto con la Presidenza della Repubblica.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Vignale per la risposta.
VIGNALE Gianluca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
La Consigliera sa che i ricorsi straordinari del Presidente della Repubblica equivalgono, anche se con tempistiche diverse (cioè 120 giorni e non 60) a un ricorso al TAR, quindi a tutti gli effetti a un ricorso amministrativo che il Presidente dei tre ATC ha fatto.
Le motivazioni che hanno dato avvio al procedimento di commissariamento, di cui alla DGR impugnata, si riferiscono alla gestione del Comitato di gestione rispetto a due temi che sono contenuti nelle Linee guida della Regione Piemonte: la mancata approvazione del bilancio consuntivo entro il 30 giugno; ritardo di approvazione, perché è avvenuta solo il 19 dicembre 2023 e che, quindi, ha impedito all'Amministrazione regionale di verificare la modalità di utilizzo dei fondi trasferiti nel 2022, quali danni causati dalla fauna selvatica alle aziende agricole.
La Consigliera sa che ogni anno all'approvazione del bilancio dopo il 30 giugno vi è una scheda che ogni ATC presenta rispetto al fatto che siano stati pagati tutti i danni in agricoltura dell'anno precedente.
Evidentemente, avendo approvato il bilancio nel mese di dicembre, ciò non è stato possibile ed è, in ogni caso, un ritardo rispetto a quanto le Linee guida dicono, cioè che l'approvazione deve avvenire entro il 30 aprile, al massimo prorogabile fino al 30 giugno.
Una verifica ispettiva che è stata effettuata dal Settore competente il 30 gennaio 2004 presso la sede dell'Ambito Territoriale di Caccia Torino 3 finalizzata ad accertare le motivazioni gestionali del mancato risarcimento dei danni da fauna selvatica alle produzioni agricole, ha appurato che sulla scorta della documentazione prodotta, i contributi regionali relativi al risarcimento dei citati danni erano stati destinati per altre finalità e non più reintegrati.
Pertanto, questi due aspetti che, in qualche modo, hanno non rispettato le Linee guida della Giunta regionale rispetto alla gestione di ATC e CA hanno fatto emergere queste difficoltà gestionali rispetto all'approvazione del bilancio e il pagamento dei danni in agricoltura e hanno, pertanto portato al commissariamento.
Se posso aggiungere, è la stessa motivazione che avvenne per il commissariamento del 2014, che lei cita all'interno dell'interrogazione.
Interrogazione a risposta immediata n. 70 presentata da Pompeo, inerente a "Avvio della campagna per la vaccinazione volontaria dei bambini sotto i due anni contro il virus respiratorio sinciziale"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
70.
La parola alla Consigliera Pompeo per l'illustrazione.
POMPEO Laura
Grazie, Presidente.
Saluto il Presidente, gli Assessori, i Consiglieri e le Consigliere.
L'interrogazione a risposta immediata riguarda l'avvio della campagna per la vaccinazione volontaria dei bambini sotto i due anni contro il virus respiratorio sinciziale.
Il virus VRS, che è altamente contagioso ed è classificato come pneumovirus, costituisce la principale causa di infezioni delle basse vie aeree nei bambini, soprattutto nei neonati e nei piccoli fino a due anni di età e ha una complicazione piuttosto frequente, che è la bronchiolite.
Nei prematuri e nei bambini che abbiano malattie polmonari croniche patologie cardiache o neuromuscolari, l'infezione da VRS può causare gravi complicazioni respiratorie fino al punto da mettere a repentaglio la vita dei bambini. Restano tracce, comunque, in tutti per la vita, tracce di iperattività bronchiale. Apro una parentesi: naturalmente, è un virus che tocca tutti, ma particolarmente i bimbi, proprio perché gli anticorpi sono ancora pochi e i bronchi sono iperattivi.
Si sviluppa in autunno, particolarmente tra ottobre e novembre, fino alla stagione primaverile in concomitanza con l'andamento della comune influenza.
Lo stesso Assessore Riboldi aveva dichiarato, il 6 settembre scorso, che questo virus respiratorio è responsabile nel primo anno di vita di oltre 1.000 ricoveri e di più di 1.500 accessi in pronto soccorso; significa un impatto notevole e significativo sulla salute, ma anche e, di conseguenza sulle strutture sanitarie, nonché un risvolto sociale non trascurabile.
È stato scoperto di recente che il virus VRS può essere curato efficacemente con un'unica somministrazione di un anticorpo monoclonale, il vaccino Nirsevimab Beyfortus, che consente di ridurre i ricoveri ospedalieri fino al 90% e di diminuire fortemente le complicanze più gravi come appunto la bronchiolite.
Questo anticorpo monoclonale è stato inserito in fascia A, quindi la vaccinazione è completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale; le Regioni si sono già attivate in gran parte e la Regione Piemonte ha previsto l'avvio della campagna vaccinale nel novembre prossimo.
Vengo alla domanda. Poiché il picco si sta rivelando già ora nel mese di ottobre, chiedo se può essere opportuno anticipare l'avvio della vaccinazione immediatamente, proprio perché bambini più piccoli e più fragili possono essere facilmente contagiati e rischiano gravi danni alla salute. Per evitare questa esplosione di contagi, la richiesta è quella di anticipare il periodo vaccinale.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Vignale per la risposta.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
La Consigliera chiede alla Giunta se non sia opportuno e urgente anticipare al mese di ottobre la campagna vaccinale volontaria di bambini sotto i due anni contro il virus respiratorio sinciziale, mediante la somministrazione dell'anticorpo monoclonale allo scopo di evitare che nella prima fase del picco di contagi la salute dei bambini stessi sia messa a rischio.
Come veniva citato, la Regione, con deliberazione del 6 settembre 2024 avente a oggetto "Attivazione sul territorio regionale di una campagna di immunizzazione passiva su base volontaria tra la prevenzione delle infezioni da virus respiratorio sinciziale (VRS) nel neonato", ha approvato l'acquisto dell'anticorpo monoclonale Nirsevimab per la profilassi del Virus Respiratorio Sinciziale (VRS).
L'inizio della campagna di immunizzazione contro VRS era inizialmente previsto per il mese di ottobre 2024, ma l'azienda farmaceutica produttrice ha comunicato ufficialmente ad AIFA e a tutte le Regioni interessate che la commercializzazione dell'anticorpo monoclonale, da utilizzare nella campagna di immunizzazione, veniva posticipata alla data del 28 ottobre 2024.
Pertanto, soltanto da quella data, le Aziende sanitarie, che sono già state avvisate, potranno acquistare il farmaco e procedere con le attività di somministrazione ai bambini.
Ci tengo a sottolineare che è stata una trasmissione fatta da AIFA, quindi riguarda la distribuzione in tutte le Regioni italiane. Immagino, quindi che anche la Regione Toscana e altre Regioni che intendevano anticipare l'attività di vaccinazione debbano attendere, come la Regione Piemonte, la distribuzione del farmaco.
Interrogazione a risposta immediata n. 71 presentata da Ravinale, inerente a "Spazio per le associazioni antiabortiste all'ospedale Sant'Anna. La Regione Piemonte intende dare ascolto alle donne?"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
71.
La parola alla Consigliera Ravinale per l'illustrazione.
RAVINALE Alice
Grazie, Presidente.
Ho letto gli inviti degli ultimi giorni ad abbassare i toni e a raccontare cosa sta succedendo davvero rispetto al sostegno alla natalità in questa Regione, per cui questo documento vorrebbe andare in quella direzione.
Quello che succede è che all'ospedale Sant'Anna è stato dato in gestione a un'associazione che fa parte del Movimento per la Vita Italiana Federazione dei Movimenti per la Vita e dei centri di auto alla vita d'Italia, associazione che ha nel suo statuto il fatto di opporsi alla legge n. 194 (è scritto nello statuto, quindi lo sapete benissimo), uno spazio che serve per incontrare donne che potrebbero decidere di non abortire o di abortire.
C'è un ampio fronte di donne femministe, ma più ampiamente donne, riunite in associazioni, ma non solo, qui a Torino, che stanno facendo presente che questo genere di attività, in un ospedale come l'ospedale Sant'Anna, è un'attività che potrebbe portare a indebite pressioni psicologiche.
Ricordiamo che le associazioni antiabortiste sono associazioni che paragonano un aborto a un omicidio e, quindi, le donne che decidono di abortire a delle potenziali assassine.
Di conseguenza, ci sembra davvero inverosimile che, soprattutto se arrivano inviti alla calma, la voce delle donne di questa Regione su una questione che riguarda soltanto loro, perché sono le donne quelle che dovranno accedere a questa Stanza, non venga tenuta in considerazione.
Nel corso della manifestazione del 28 settembre c'è stato un incontro tra un presidio dell'associazione "Non una di meno" e altre associazioni presenti, con il Direttore di Città della Salute e il Direttore Sanitario dell'ospedale Sant'Anna. I due Direttori hanno detto che, benché la convenzione, come ci ha ricordato l'Assessore Marrone la scorsa settimana sia sottoscritta tra Città della Salute e le associazioni di cui sopra, è una scelta politica della Regione avere dato indicazioni di aver aperto quel luogo. Pertanto, hanno rinviato a quest'Aula per avere spiegazioni in merito al perché la Stanza sia stata aperta e al perché, soprattutto, non venga tenuta in considerazione la voce di chi ritiene quella presenza un'invasione, un intralcio all'autodeterminazione, una pressione psicologica indebita e, in taluni casi, violenta.
Mi rivolgo al Presidente della Giunta, ma il fatto che mi risponderà l'Assessore Marrone è in sé un'implicita risposta. Immagino che leggerà una dichiarazione del Presidente, ma risponde direttamente lui; peggio che andar di notte, potrei quasi ritirare il question time, però attendo di sapere cosa pensa di questa vicenda l'Assessore Marrone. Potrei fare io la sua parte, però ci terremmo ad avere una risposta e proveremo a ripresentare la domanda.
Vorremmo sapere cosa pensa il Presidente della vicenda e perché c'è questa ostilità nei confronti di donne che chiedono semplicemente di essere rispettate su una vicenda che riguarda solo la loro libertà, il loro corpo e la loro decisione di essere o non essere madri.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Ravinale.
La parola all'Assessore Marrone per la risposta.
MARRONE Maurizio, Assessore regionale
Mi spiace che la Consigliera Ravinale non si accontenta che sia io a rispondere, ma purtroppo lo dice lo Statuto e il Regolamento della nostra Regione che il Presidente che vince distribuisce le deleghe: per sua sfortuna, la delega al sociale l'hanno data a me, quindi vengo io a rispondere per la Giunta.
Con il Presidente, come immaginerà, condividiamo tutti i passaggi e tutte le posizioni. In ogni caso la Giunta regionale, la rassicuro, tiene in massima considerazione il punto di vista - cito le parole della sua interrogazione - "di tutti e di tutte le cittadine piemontesi" su qualsiasi argomento, non solo su questo.
Tuttavia. ci tengo a fare una precisazione, su cui penso torneremo anche nel corso della seduta pomeridiana.
Se l'espressione delle associazioni e dei movimenti cui fa riferimento l'interrogante consiste, invece, nell'irruzione con manifestazioni e occupazione all'interno dell'ospedale ostetrico-ginecologico Sant'Anna di Torino, non è stato un presidio perché, rispetto a quello autorizzato fuori, c'è stata un'invasione del cortile a fianco del pronto soccorso con occupazione rivendicata, striscione apposto al muro dell'ospedale e megafonaggi. Questo lo dico, visto che sentiamo spesso lezioni sulla sensibilità, sulla delicatezza e sul rispetto in quel luogo.
Se consiste in minacce di morte espresse con slogan al megafono e con graffiti sui muri contro cristiani, contro volontari Pro Vita, anche contro il sottoscritto, per quello che può valere; se consiste nell'assedio a una scuola paritaria - ricordiamo che il teatro di sabato è inserito all'interno di un istituto superiore - per impedire lo svolgimento di un convegno, allora, tutti questi comportamenti si pongono al di fuori di qualsiasi dialettica civile e democratica, tra l'altro integrando, in molti di questi casi, anche profili riconducibili addirittura a condotte di reato (purtroppo non lo dico io, ma il Codice penale).
In ogni caso, visto che non rifuggiamo al tema nel merito, la rassicuro che i colloqui previsti nella stanza dell'ascolto non costituiscono una pratica lesiva del diritto di autodeterminazione di ogni donna, bensì piena attuazione di quella parte della legge n. 194 che espressamente riconosce già nell'articolo 1, il valore sociale della maternità e la tutela della vita umana, sin dal suo inizio.
All'articolo 5, la stessa legge 194, prevede inoltre: "Il consultorio e la struttura sociosanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall'incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero all'interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto".
Quello che ho appena letto è la legge n. 194, che continua, tra l'altro per quanto riguarda il perseguimento di tali finalità, compresa quella esplicitata dalla lettera d) dell'articolo 2, ossia "contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza". Proprio l'articolo 2 della legge n. 194 prevede la possibilità di avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la gravidanza.
Ho voluto ricordare nel dettaglio il testo della legge n. 194, perché ho l'impressione che chi la sventola, spesso non la conosce o quantomeno cerchi di occultarne una parte, che anche se dà fastidio, è comunque un testo di legge vigente.
Termino ricordando che la convenzione in oggetto - ogni tanto mi sembra che il dibattito lo dimentichi - è stata impugnata con ricorso in via cautelare, che è stato respinto dal Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte. Anche l'istituzione del fondo regionale Vita Nascente, che in parte è misura collegata all'attività svolta nella stanza dell'ascolto, è adottata con legge regionale di bilancio che non è mai stata impugnata per eccezione di costituzionalità dal Governo centrale, nemmeno quando era Presidente del Consiglio Mario Draghi che, ricordo, aveva una maggioranza parlamentare comprensiva di tutti i partiti - tranne il mio - compreso il centrosinistra.
Le associazioni di tutela materno-infantile firmatarie sono, comunque sottoposte annualmente a un doppio livello di evidenza pubblica da parte dell'ASL, allorché fanno domanda di iscrizione all'apposito registro, come da parte del Settore regionale Politiche per i bambini e le famiglie minori e giovani, sostegno alle situazioni di fragilità sociale, quando invece presentano progetti per accedere al fondo regionale Vita Nascente.
In ogni caso, nel dettaglio, le associazioni firmatarie della Convenzione assegnatarie della stanza dell'ascolto all'ospedale Sant'Anna di Torino nell'annualità di vita nascente 2023 hanno assistito 108 donne o coppie sul totale di 478 sostenute complessivamente in quell'anno.
L'Azienda Ospedaliera Universitaria, come è giusto che sia perché è la sottoscrittrice pubblica della Convenzione, monitorerà le attività svolte dall'associazione e trasmetterà all'Assessorato competente i dati delle attività, vigilando sul rispetto di quanto definito dalla Convenzione.
Interrogazione a risposta immediata n. 73 presentata da Cera, inerente a "Stanza del Sant'Anna e Fondo Vita Nascente, le associazioni operanti sono statutariamente contrarie alla legge 194 del 1978"
PRESIDENTE
Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
73.
La parola alla Consigliera Cera per l'illustrazione.
CERA Valentina
Grazie, Presidente.
Com'è stato già detto, una specifica delibera regionale dà avvio alla convenzione tra la Città della Salute e le associazioni esplicitamente anti scelta, associazioni che prendono fondi pubblici regionali tramite il fondo Vita Nascente per quasi 2,5 milioni di euro e che occupano, loro sì, e fanno irruzioni in spazi pubblici che dovrebbero essere dedicati alla cura delle donne. Questi fondi dati a queste associazioni potrebbero, dal nostro punto di vista, venire utilizzati molto meglio per provare a mettersi davvero dalla parte delle donne, finanziando i consultori pubblici costantemente definanziati, oppure per provare a dire che dobbiamo aumentare i posti in asili nido, se vogliamo sostenere la maternità. Forse il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di non mettere costantemente le donne di fronte a una scelta, che è quella tra vita professionale e vita familiare.
I consultori sono luoghi dove, anziché incontrare fondamentalisti, si incontrano professionisti e professioniste che sono lì per prendersi cura delle donne e queste sono le progettualità a noi dedicate che andrebbero finanziate.
Accennava poc'anzi l'Assessore Marrone che c'è stato un ricorso. Alcune associazioni femminili e femministe, insieme al sindacato, hanno fatto questo ricorso. Il TAR si è pronunciato, dicendo che non ravvedeva, essendo allora la stanza chiusa, dei termini d'urgenza e dei profili d'urgenza e quindi, non ha mai ancora risposto nel merito della questione.
La stanza del giudizio ora è aperta all'interno di un ospedale pubblico. La Convenzione che la istituisce recita: "Le associazioni beneficiarie operano nell'ambito della cosiddetta stanza dell'ascolto, secondo il proprio statuto". Ora, proprio lo statuto di queste associazioni assegnatarie e beneficiarie prevede espressamente l'opposizione a ogni provvedimento (quindi anche alla legge n. 194) che consenta l'aborto, contraddicendo i principi di una legge dello Stato, che è la n. 194/1978, una legge che invece, protegge il diritto delle donne alla loro libera scelta e che noi leggiamo molto bene, Assessore Marrone, soprattutto nella parte in cui si parla di "autodeterminazione femminile", perché quella legge questo dice.
Qui ho sentito dire spesso da questa Giunta regionale e da lei che si vuole applicare completamente la legge n. 194, proprio per il tramite del fondo Vita Nascente e della cosiddetta Stanza dell'Ascolto. Ma come si pu applicare una legge dello Stato, la legge n. 194, aprendo spazi pubblici ad associazioni che si finanziano e che, secondo i loro statuti, sono contro questa stessa legge? Allora la si applica completamente in questo modo? Ci pare quantomeno una contraddizione in termini.
Chiedo se vi siete mai sentiti chiamare "assassini" solo per aver esercitato un vostro diritto.
PRESIDENTE
Consigliera.
CERA Valentina
Perché queste associazioni nelle loro manifestazioni fanno questo.
Quindi si interroga per sapere se è questa maggioranza e il Presidente, che non è qui oggi, sono consapevoli.
PRESIDENTE
Consigliera, concluda.
CERA Valentina
Quindi, interrogo l'Assessore Marrone, che mi risponderà, se si è consapevoli che la Regione Piemonte finanzia e concede spazi pubblici in consultori - e ora persino all'interno di un ospedale pubblico - ad associazioni che da statuto sono espressamente contrarie a ogni provvedimento che legittimi l'aborto e quindi la libera autodeterminazione delle donne, ponendosi così in pieno contrasto con una legge dello Stato la n. 194.
PRESIDENTE
La parola all'Assessore Marrone per la risposta.
MARRONE Maurizio, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
Poiché la Consigliera, esponendo il suo quesito, ha allargato anche un po' l'intervento, cerco di rispondere anche a quello che non è stato scritto direttamente nel quesito, anche perché parte della risposta scritta ricalca chiaramente dati e risposte già fornite e già lette alla Consigliera Ravinale.
Ci terrei solo davvero, per amore di verità, a finirla di definire questi volontari come dei fondamentalisti, perché basterebbe conoscere la realtà territoriale per sapere che alcuni centri di aiuto alla vita sono guidati da Consiglieri comunali civici eletti nelle maggioranze di centrosinistra al governo di Comuni del nostro territorio, come e basti sapere che altri che non hanno questi esponenti, sono però finanziati da amministrazioni comunali di centrosinistra.
In questa circostanza, posso parlare apertamente di casi noti alla cronaca come il caso di Chivasso; ad esempio, il CAV di Chivasso era tra gli organizzatori del convegno di sabato e riceve un contributo annuale dall'amministrazione comunale guidata da un sindaco del Partito Democratico, che ha rivendicato quell'intervento e l'ha rivendicato con lo stupore di dire: "Cosa c'è di male a sostenere un'associazione che regala a delle donne in difficoltà che lo chiedono dei pannolini, dei passeggini o del latte in polvere? Me lo chiedo pure io, come sindaco PD di Chivasso".
Il che fa capire quanto questo dibattito abbia preso il mare largo e si stia allontanando un po' dalla realtà.
In ogni caso, visto che non rifuggiamo la risposta nel merito, la convenzione che, come ricordava anche lei, è stata sottoscritta il 28 luglio 2023 dall'Azienda Universitaria Ospedaliera, Città della Salute, e l'Associazione Centro Aiuto alla Vita e Movimento per la vita prevede testualmente, tra le finalità statutarie, la difesa della vita di ogni essere umano, senza eccezione, dal concepimento fino alla morte naturale quale fondamento di ogni altro diritto dell'uomo, e promuove l'affermazione della cultura aperta al riconoscimento, all'accoglienza e alla protezione di ogni essere umano in qualsiasi fase del suo sviluppo e in qualsiasi condizione esso si trovi.
È questa la parte dello statuto che viene ripresa espressamente dalla convenzione, che a me sinceramente non sembra qualcosa di aggressivo, di irrispettoso, di demonizzante e di criminalizzatore.
Ricordiamo, però, anche in questo caso, che riguarda l'applicazione della legge n. 194 nel suo insieme, prevede anche la possibilità di mettere in campo progetti di sostegno sociale.
Ne approfitto brevemente su un altro passaggio, concludendo. Lei ha detto: "Avete messo l'associazione Pro Vita nei consultori e adesso addirittura nell'ospedale". In realtà, già dal 2021, come scorsa Giunta, abbiamo cominciato a lavorare su questa linea d'azione, e l'abbiamo fatto autorizzandoci la deliberazione, risalente peraltro al 2010/2011 dell'allora Assessore Ferrero, quando era Presidente Cota. Ricordo questo per rimarcare che l'avete mantenuta valida, anche se non attuata, e mi riferisco a Chiamparino e ad alcuni di voi che adesso siete seduti in Consiglio all'opposizione, ma che un tempo eravate in Giunta o in maggioranza. Benché in cinque anni il centrosinistra avrebbe potuto revocare quella deliberazione, non l'ha fatto, perché la deliberazione non l'ho scritta io, ma l'ha scritta Ferrero nel 2010 e noi l'abbiamo solo attuata.
Questo per dire che quella deliberazione autorizzava a collocare i CAV all'interno dei consultori. Perché non è stato fatto ed è stato scelto invece, l'ospedale ostetrico-ginecologico con un locale dedicato? Proprio per garantire che il ricorso a quelle associazioni fosse assolutamente e tassativamente volontario. Capite bene che mettere un'associazione in un consultorio, dove la donna deve, per legge, andare sul percorso d'interruzione di gravidanza o anche, invece, di assistenza alla maternità avrebbe davvero posto, pur potendolo fare per legge e per deliberazione degli scrupoli sulla reale autodeterminazione, ossia sul fatto che una donna, anche senza chiederlo, potesse anche solo dover passare davanti a un luogo dove può avvenire un colloquio di quel tipo.
La scelta di non farlo è stata politica e non costretta da nessuno, perch il dibattito non era ancora assolutamente così tossico. È una soluzione che abbiamo rivendicato e confermato quando, all'interno dell'ospedale Sant'Anna, la Direzione ospedaliera e sanitaria ha concordato con le associazioni concessionarie di non porre la Stanza nel percorso sanitario ma di attivarla nella parte amministrativa, dove una paziente o un comune cittadino normalmente non passano, perché in tal caso devono andarsela a cercare.
Questo, e concludo davvero, perché mi rendo conto di aver sforato, è per dimostrare ancora una volta - questo sì, per abbassare i toni - che non c'è alcuna costrizione: sono associazioni che aiutano le donne che quell'aiuto lo cercano.
Addirittura, quando qualche donna, coppia o individuo (perché dall'e-mail non lo possiamo sapere) scrive alla casella di posta elettronica del progetto Vita Nascente chiedendo sostegno e contatti, noi ci guardiamo bene dal fornire i contatti, fosse anche solo l'e-mail di chi scrive, alle associazioni. Ribadiamo a chi scrive, chiunque esso sia (una donna davvero in difficoltà, una coppia o qualche esagitato dei centri sociali che vuole vedere cosa rispondiamo), quello che si può trovare su internet, ossia i contatti delle associazioni.
Sono sincero quando affermo che il mondo che personalmente sogno è un mondo in cui non c'è nessuna restrizione legale all'aborto, ma dove nessuna donna e nessuna coppia sono costretti ad abortire perché non hanno avuto il giusto sostegno istituzionale in un momento e in una condizione di difficoltà. Di questo andiamo orgogliosi e su questa strada continueremo e persevereremo nonostante minacce, nonostante accuse, nonostante manifestazioni non autorizzate e nonostante un dibattito che, purtroppo sta prendendo una china un po' preoccupante.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Comunico che fra qualche minuto i lavori riprenderanno con la seduta ordinaria del Consiglio regionale.
(Alle ore 15.22 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO
(La seduta riprende alle ore 15.37)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Programmazione dei lavori
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la Consigliera Disabato ne ha facoltà.
DISABATO Sarah
Volevo intervenire sull'ordine dei lavori per chiedere di ricevere una delegazione del movimento "Non una di meno". Le manifestanti presenti sotto il palazzo del Consiglio regionale chiedono di essere sentite rispetto al tema di cui abbiamo anche ampiamente dibattuto (diritto all'aborto, Stanza dell'ascolto e Fondo Vita Nascente).
Il Presidente, in via informale, ci ha dato una risposta che personalmente non mi soddisfa. Sappiamo che sabato ci sono state delle problematiche. Tra l'altro, alcune manifestanti sono state prese di mira da alcuni partecipanti al famoso convegno organizzato da FederVita. Sono state assalite con rosari, preghiere e imprecazioni contro il loro volere. Penso che, per come sono state gestite le cose sabato in generale, anche questo sia un tema di cui dibattere oggi.
Penso sia giusto dare loro la parola, così come abbiamo fatto anche altre volte in Consiglio regionale, facendo delle audizioni e ricevendo chi veniva a manifestare sotto il nostro palazzo, anche per comprendere le loro richieste.
Penso che sia giusto, da parte del Consiglio, audire una delegazione, un gruppo di manifestanti.
PRESIDENTE
Chiedo ai Consiglieri di mantenere il silenzio.
Ribadisco quanto già informalmente detto a chi altrettanto informalmente mi ha chiesto.
Premesso che non mi risulta siano arrivate personalmente dalle interessate richieste di incontro, sono disponibile a incontrare chiunque, a patto che come concordato anche con il Presidente Cirio, chi partecipa al colloquio si dissoci dalle scritte minacciose che sono comparse sabato. Ne ricordo una: "Viscido cristiano, nella bara ti mettiamo". Io sono cristiano, quindi ho un po' di remore a incontrare persone del genere. Chiedo che si dissociano anche dal fatto di aver impedito.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Scusate, non interrompete il Presidente.
Chiedo che si dissocino anche dal fatto che sia stato impedito al movimento di partecipare a una manifestazione democratica di altre persone che avevano la grave colpa di non pensarla come loro.
Per quanto mi riguarda, ben volentieri, se esplicitamente, in forma possibilmente scritta o pubblica in ogni caso, si dissoceranno da questi comportamenti.
(Commenti della Consigliera Disabato)
PRESIDENTE
È già intervenuta sull'ordine dei lavori e le ho già dato la risposta.
(Commenti della Consigliera Disabato)
PRESIDENTE
La democrazia prevede il rispetto del Regolamento e il Regolamento dice che lei, essendo già intervenuta, non può intervenire un'altra volta.
Sull'ordine dei lavori non può più intervenire. Consigliera Disabato, per favore, non mi costringa a richiamarla e permetta l'ordinato svolgimento dei lavori d'Aula.
Ordine del giorno n. 27 presentato da Binzoni, Barbero, Ebarnabo, Riva Vercellotti, Zappalà, Biglia, Ravello, Raiteri, Buzzi Langhi, Antonetto Graglia, Bordese, Beccaria, Sacchetto e Ruzzola, inerente a "Condanna delle minacce di morte e delle violenze verbali contro il convegno sulla tutela sociale della maternità: corretta informazione sulle azioni regionali per abbassare i toni"
Ordine del giorno n. 30 presentato da Disabato, Coluccio e Unia, inerente a "Solidarietà al personale sanitario e alle donne vittime della propaganda antiabortista"
PRESIDENTE
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 27, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Poiché non è presente la Consigliera Binzoni, prima firmataria del documento, la parola alla Consigliera Antonetto per l'illustrazione.
ANTONETTO Paola
Grazie, Presidente.
Presentare questo ordine del giorno significa non voltarsi dall'altra parte rispetto ai gravi fatti accaduti sabato mattina al convegno organizzato da FederVita a Torino, avente come tema "La tutela sociale della maternità". Proprio per questo è stato oggetto di una protesta fatta di minacce e attacchi all'Assessore Maurizio Marrone, al volontariato di tutela materno-infantile e alla Chiesa.
Le minacce di morte e la violenza non fanno parte di quella tanto citata democrazia presente sempre nei discorsi di una certa sinistra, ma in certi casi da loro completamente dimenticata, soprattutto quando devono affermare le loro idee, prevaricando la libertà di espressione altrui con la violenza e le minacce e non con i rosari.
Come ha voluto sottolineare il Ministro Roccella, la Regione Piemonte con l'operato dell'Assessore Maurizio Marrone, è stata forse la prima Amministrazione pubblica a dare piena attuazione a una legge dello Stato che si intitola "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria di gravidanza", che all'articolo 1 attribuisce allo Stato, alle Regioni e agli Enti locali il compito di promuovere e sviluppare i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie a sostenere la maternità fragile.
A oggi, la prima parte della legge, che tutela la libertà delle donne di non abortire se desiderano portare avanti una gravidanza, ma che si trovano in situazione di precarietà, è sempre stata affidata alle associazioni di volontariato.
L'Amministrazione della Regione Piemonte, guidata dal Presidente Cirio con l'operato dell'Assessore Marrone, persegue pertanto la piena applicazione della legge n. 194. E sarà forse per questo che i centri sociali e i gruppi dell'antagonismo attaccano? Forse proprio loro vorrebbero abrogare in modo selettivo parti della legge n. 194? Questi gruppi, che vorrebbero incarnare il femminismo, dimostrano di non averci nulla a che fare, in quanto il movimento femminista, nelle varie fasi della sua evoluzione, ha sempre posto, come fulcro, maggiori diritti e tutele per le donne.
L'attuazione dell'articolo 5 della legge n. 194 da parte dell'Assessore Marrone si iscrive proprio in questo percorso. È, quindi, palese che il lavoro dell'Assessore alle politiche sociali rispecchia il femminismo autentico, cioè quello che non spinge le donne in un'unica direzione, ma consente loro l'opportunità di scegliere, come sancito nella legge n. 194.
Ritengo, pertanto, che abbiamo il dovere di non abituarci a fatti intimidatori e violenti di questo genere che, negli ultimi tempi, troppo spesso occupano le pagine dei quotidiani. Le istituzioni hanno il dovere di prendere una posizione netta contro ogni atto violento di minaccia, che va a ledere la libertà di espressione e che rappresenta un diritto fondamentale nel nostro Paese.
Il Consiglio regionale esprime ferma e unanime condanna, senza riserve verso gli episodi di violenza e le minacce di morte rivolte a un membro della Giunta, al clero e agli organizzatori dell'evento, nonché i danni arrecati a beni comuni. E ho aggiunto: "Esprime inoltre solidarietà al personale sanitario che attua la legge n. 194 del 1978", perché anche queste persone sono a disposizione e si applicano proprio per far sì che questa legge venga rispettata nella sua interezza.
Si impegna, inoltre, affinché si faccia corretta informazione sulle finalità e sui contenuti dell'azione di tutela materno-infantile della Regione Piemonte coerenti con le normative nazionali, affinché non vi sia spazio per mistificazioni o interpretazioni strumentali che possono generare un clima di odio e di violenza.
Si sensibilizzino le autorità competenti ad adottare tutte le misure necessarie per individuare e perseguire i responsabili di tali atti intimidatori e vandalici, affinché sia fatta piena giustizia e si possa ripristinare un clima di rispetto e civiltà nel dibattito politico pubblico.
Vengano promosse campagne informative adeguate per chiarire i contenuti e gli obiettivi delle normative regionali e nazionali sulla tutela della maternità, assicurando che il messaggio trasmesso sia chiaro e basato su fatti concreti e non su illazioni, come sentiamo da due anni a questa parte, sulla scelta potenziale del Governo di andare a toccare la legge 194, cosa che non è mai stata né pensata, né tuttora presa mai in considerazione, perché nessuno vuole toccare la legge 194.
Sia sostenuta l'attività delle Forze dell'ordine e delle autorità competenti nel perseguire i responsabili di violenze, minacce e atti di vandalismo, al fine di garantire la sicurezza e l'integrità delle istituzioni democratiche, dei beni comuni e di tutti i cittadini.
PRESIDENTE
Prendiamo in esame l'ordine del giorno n. 30 collegato all'ordine del giorno n. 27.
La parola alla Consigliera Disabato, prima firmataria, per l'illustrazione.
DISABATO Sarah
Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente per dissociarmi da quanto è stato detto prima.
Dire che le persone che, in questo momento, sono sotto il nostro palazzo sono le stesse a essere autrici delle scritte che abbiamo letto, delle minacce o quant'altro è qualcosa di profondamente sbagliato.
Presidente, lo dico a microfono anche per lasciarlo agli atti, perch sinceramente non si può dare questa scusante per non ricevere una delegazione di manifestanti che vogliono semplicemente portare le loro istanze.
Detto ciò, passerei all'illustrazione del mio ordine del giorno.
Tra l'altro, mi fa piacere che Fratelli d'Italia abbia recepito e modificato il proprio atto d'indirizzo di questa mattina, inserendo una presa di distanza da quelle che sono le parole del Papa, che hanno additato come sicari il personale medico. Insomma, vista anche la presenza di questo punto all'interno del loro ordine del giorno, devo dire che si tratta di un vero passo avanti dissociarsi dalle parole del Santo Padre.
Detto questo, continuo.
Vorrei portare quelle che sono le richieste del nostro ordine del giorno.
Sono quattro e sono chiare.
La prima chiede, appunto, di esprimere solidarietà nei confronti del personale sanitario per quanto accaduto, vale a dire per le parole, come dicevo prima, del Santo Padre, che ha equiparato l'aborto a un omicidio e definito i medici che lo praticano dei sicari. Sono parole gravi, che meritano una presa di distanza immediata per tutelare i nostri professionisti, quelli che operano nel nostro sistema sanitario e che si adoperano per garantire l'applicazione di una legge dello Stato che è la n.
194, che spesso viene citata nella sua interezza, però dobbiamo anche riconoscere e dobbiamo difendere il lavoro di quei professionisti che si adoperano per attuarla. Questo è il primo punto.
Inoltre, non sarebbe male anche metterli nelle condizioni di poter operare in tal senso, perché se andiamo a vedere quello che succede nelle nostre strutture, troviamo carenza di personale, consultori ridotti all'osso che chiudono, mancata distribuzione dei contraccettivi gratuiti come da deliberazione. Insomma, non vengono garantite percentuali adeguate di medici non obiettori nelle strutture ospedaliere. Penso che bisognerebbe passare un po' dalle parole ai fatti quando si tratta di tutelare, appunto il sistema sanitario pubblico.
Il secondo punto riguarda la richiesta di dare solidarietà a tutte le donne che sono vittime della propaganda antiabortista. Vittime, e lo ripeto! Ho letto le parole del Presidente Cirio che, giorni fa, affermava di voler garantire il diritto di parola a qualsiasi costo, però non dobbiamo confondere il diritto di parola con quelle che sono delle violenze verbali e psicologiche che vengono propinate da alcuni soggetti, addirittura davanti alle strutture pubbliche.
Ricordo l'episodio di sabato, di cui non si parla: alcune attiviste, delle militanti che sono state letteralmente aggredite con rosari, preghiere benedizioni, additate come il diavolo, come le sicarie, anche loro, perch vogliono garantire il diritto all'aborto. Quella non è violenza psicologica? Vi garantisco che è la stessa violenza che viene fatta davanti ai consultori e davanti agli ospedali, ad esempio, quando vediamo volantini con schifezze del tipo "L'aborto, la prima causa di femminicidio nel mondo", oppure, "Prenderesti mai del veleno?" riferito alla RU486, oppure ancora "Potere alle donne, facciamole nascere".
Questi sono manifesti, sono volantini che troviamo appesi nelle nostre città, che vediamo distribuiti davanti ai consultori. Addirittura, ricordo che in Francia c'è una legge che condanna la presenza degli antiabortisti davanti alle strutture pubbliche e che li multa, perché quelle sono molestie! Non chiamiamole con parole sbagliate: non è libertà di parola. In Germania, è una molestia al pari di tante altre violenze condotte sulle donne.
Vogliamo prendere coscienza di questo problema? Vogliamo renderci conto che ci sono anche dei fondamentalisti tra quelle persone che si scagliano sulle donne che cercano di veder garantito un proprio diritto? Vogliamo essere solidali con quelle donne e difenderle realmente? Penso assolutamente di sì.
Ho poi aggiunto altri due punti: chiedo alla Regione Piemonte di farsi promotrice di una legge nazionale, pari a quella della Germania, per vietare la presenza, non soltanto all'interno dei consultori e degli ospedali, ma anche fuori, di queste associazioni, proprio perché non sappiamo come operano. Lo sappiamo, ma vogliamo fare finta di niente? Facciamo finta di niente. Negli altri Paesi vengono multate, qui invece vengono date le stanzette dell'inquisizione, quelle che chiamate le Stanze dell'Ascolto. Siamo proprio in controtendenza.
Poi ancora - e, tra l'altro, mi ricollegherò anche all'ordine del giorno della maggioranza - chiedo l'abolizione totale del fondo Vita Nascente regionale, riallocando quelle risorse nel prossimo bilancio regionale per sostenere l'attività dei consultori.
Non sono ideologicamente contraria, a differenza di quanto è stato detto.
Ho letto che è colpa della minoranza, perché parla male di queste misure se c'è tutto questo ascendente di violenza fuori dal palazzo. È vergognoso.
Addirittura abbiamo confuso la volontà di manifestare dissenso con quella di provocare violenza soltanto perché espongo la mia posizione. Per me quel fondo è sbagliato ideologicamente (e vi spiegherò il perché), però non si può colpevolizzare una minoranza che fa il suo lavoro e vi dice che state sbagliando, additandola come responsabile di fenomeni di violenza. Questo va approfondito.
Vi dico perché il fondo Vita Nascente è sbagliato.
Intanto, sono tre anni che vediamo erogate queste risorse nei confronti di associazioni, quindi non del pubblico, non della sanità pubblica, non dei consultori, ma di associazioni che ne dispongono secondo i propri criteri.
Nelle deliberazioni approvate con il susseguirsi dell'attuazione di questa misura non ci sono criteri specifici con cui le associazioni devono erogare queste risorse: magari ti danno il contentino del latte in polvere o del pannolino, però non tutte le donne ne hanno diritto.
Ho sempre detto: scusate, ma piuttosto che erogarle così, dandole ad associazioni di stampo ideologico, non sarebbe bene istituire un fondo regionale d'integrazione all'assegno unico per abbattere le rette dei nidi e per sostenere veramente le politiche di genitorialità? Ogni volta si dice soltanto "maternità", come se la responsabilità fosse sempre della donna. No, si dice "genitorialità", perché la responsabilità spetta a entrambi i genitori.
Non avrebbe più senso creare un fondo regionale di sostegno con una politica strutturale volta a sostenere le famiglie? Invece no, si decide di darli ad associazioni che partecipano a un bando, ricevono le risorse e decidono a chi dare un po' di pannolini e un po' di latte in polvere. Voi lo chiamate aiuto, io invece una vera e propria fregatura e vi spiego anche il perché.
Intanto, è sbagliato parlare delle donne, del tema della genitorialità sotto forma di aiutino. Perché io, che decido di mettere su famiglia, devo essere - tra virgolette - aiutata? Perché devo ricevere questa pacca sulle spalle, non da parte della Regione Piemonte, ma di un'associazione che mi dice "aspetta, se decidi di non abortire ti do un bel rifornimento di pannolini e un bel po' di latte in polvere", senza che io possa decidere quando e come mettere su famiglia, magari in base a misure strutturali che dovrebbero esistere in uno Stato civile? È normale che nel nostro Paese o nella nostra Regione ci si debba far carico delle spese per il nido privato perché non c'è spazio in quello pubblico o non avere risorse sufficienti per portare avanti un progetto di vita di questo tipo? Non ci sono posti alla materna e non ci sono risorse per le famiglie.
L'aspetto divertente è che il Governo, a livello nazionale, ha aumentato l'IVA per i prodotti della prima infanzia e qui, invece, diamo il fondino Vita Nascente e facciamo finta di occuparci delle donne.
Assessore Marrone, non funziona. Non funziona! Gliel'ho detto più volte: io non sono contraria ad aiutare le famiglie, ma facciamo una politica strutturale, creiamo un bonus regionale e si occupi lei direttamente di erogare le risorse secondo ISEE o secondo parametri ben specifici. Faccia un bando cui le famiglie possono partecipare nel caso vogliano mettere al mondo bambini o abbiano già famiglia. Ma se ne occupi la Regione. Perch dobbiamo mandare le donne dalle associazioni antiabortiste? Che disegno è questo? Perché mandare le donne a chiedere un aiutino a queste associazioni? Qual è la ragione? Io mi posso dare tante risposte, poi magari mi si dirà che sbaglio.
Potremmo anche aprire un capitolo sulla trasparenza, perché le rendicontazioni le ho viste e nell'ordine del giorno c'è scritto esattamente: "Si faccia corretta informazione sulle finalità e sui contenuti delle azioni di tutela materno-infantile". A prescindere dall'informazione, uno dovrebbe documentarsi e informarsi da sé, ma chiedo a tutti i Consiglieri di maggioranza: in quanti hanno letto le rendicontazioni del fondo Vita Nascente? Quanti sanno come vengono erogate queste risorse? A chi? Chi ne ha diritto? Chi le riceve? Come vengono avvicinate le donne? Nelle rendicontazioni del fondo Vita Nascente ci sono storie a mio avviso davvero discutibili: donne con cinque o sei figli donne che vengono intercettate e convinte da volontari a non rientrare nel mondo del lavoro per fare un altro figlio.
Questo è il succo del fondo Vita Nascente. Voi non credete che una scelta debba essere libera e consapevole, proprio come garantito da quella legge che vi mettete sempre in bocca di voler garantire e poi non garantite? La legge dice anche quello, ma dice anche che non bisogna utilizzare la legge n. 194 come strumento di controllo delle nascite, cosa che invece la Giunta, a quanto pare, vuole fare.
Si sbandierano sempre i numeri dei bambini nati grazie al fondo Vita Nascente. Io penso che non sia grazie al fondo Vita Nascente, ma per colpa di quei volontari che intercettano le donne e le convincono a fare una scelta differente. Di quello abbiamo contezza, perché è scritto e chiunque lo poteva leggere. Un ordine del giorno che dice che la minoranza non ha capito niente e che non facciamo corretta informazione, ma quando leggo occhi che nessuno ha letto quelle rendicontazioni, io non lo accetto. Non accetto di prendermi dell'ignorante su questo tema; prima si studia, ci si prepara, si fanno tutte le verifiche del caso sull'utilizzo di quei fondi comprese le reali storie delle donne che vengono approcciate con il fondo Vita Nascente, poi forse si può venire a fare la lezioncina in Aula alle minoranze. Nel frattempo, però, non tacciamo chi dissente, sia in quest'Aula sia fuori, di essere un eversivo. Signori, il dissenso è il sale della democrazia e voi lo dovete accettare.
Ve lo dico caramente: respingo al mittente, ovviamente, tutto quello che è stato detto fino a oggi sul fatto di voler strumentalizzare una misura.
Accettate le critiche. Quella misura è pessima, vi ho detto qual è il motivo e non mi sembra un motivo ideologico, Assessore Marrone, perché ne abbiamo parlato tantissime volte. Le posso dire, conti alla mano, che secondo me quella misura è sbagliata dal punto di vista dei contenuti e per come è messa in piedi.
Tornate sui vostri passi. C'è una proposta alternativa: prendete quei fondi, metteteli sui nidi, metteteli sull'assegno unico e metteteli sui consultori che stanno chiudendo, perché le donne non sanno più dove andare e a chi rivolgersi.
Ci rendiamo conto che rischiamo di essere veramente i colpevoli di un declino sociosanitario sul nostro territorio?
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ravinale; ne ha facoltà.
RAVINALE Alice
Ovviamente sottoscrivo in toto l'ordine del giorno della Consigliera Disabato, su cui voteremo a favore. Crediamo che l'ordine del giorno riporti all'attenzione del Consiglio e della Giunta delle misure che riteniamo necessarie, per cui non sto a ripetere quello che la Consigliera ha già ben detto prima di me.
Venendo all'ordine del giorno della maggioranza, il tema che viene posto è innanzitutto quello della chiarezza sulle azioni della Regione. Nell'ottica di avere chiarezza e di abbassare i toni, prima ho presentato un question time che tendeva una mano: perché non state tenendo in considerazione movimenti femministi che vi stanno continuando a dire che quella "stanza" in quell'ospedale, il più grande punto nascita d'Italia, è uno schiaffo all'autodeterminazione delle donne? La chiarezza sta nello statuto di FederVita. Lo statuto di FederVita si oppone alla legge n. 194 del 1978 così come a ogni altro provvedimento che voglia introdurre o legittimare pratiche abortive eutanasiche, con ciò evidentemente parificando le due cose, o alle manipolazioni intrinsecamente soppressive della vita umana.
L'Assessore Marrone prima ha spiegato il suo punto di vista, che conosciamo perfettamente; gradiremmo non diventasse il punto di vista di un'intera Regione, ma, ahimè, sta diventando il punto di vista di un intero Stato perché dal Piemonte stiamo dando un esempio rispetto all'utilizzo di fondi pubblici per il sostegno alle associazioni che sono contro la legge n. 194.
E non è che noi non siamo in grado di leggerla, perché nel loro statuto è scritto che sono contro la legge n. 194.
Pertanto, ribadisco che, per quanto ci riguarda, quella è una forma di violenza. Voi ridete, non lo capite e pensate che siamo matti, che siamo matte, che stiamo esagerando, ma io vi prego: ascoltate le donne che hanno avuto esperienze di quel tipo, ascoltate il fatto che avere quel genere di colloqui in quel genere di posto (un posto pubblico, un ospedale) in una fase delicata della vita di una persona è paragonabile a violenza psicologica.
Un'altra cosa: abbiamo letto sui giornali che è intervenuta anche la Ministra - non so se lei voglia farsi chiamare Ministro, ma io la chiamer Ministra in quanto donna - sulla questione della tutela sociale della maternità che voi sostenete di fare. Intanto respingiamo al mittente le accuse di chi dice che noi proteggiamo le donne benestanti e, invece, a differenza vostra, non ci interessiamo della povera gente. Ma come fate a sostenere questa cosa, dopo aver aumentato nell'ultima finanziaria l'IVA dei pannolini, del latte in polvere e delle pappe per i neonati? Questa Regione sta mettendo due milioni e mezzo di euro per dare un sostegno concreto alla maternità. Prendiamo le cose in buona fede, così come stanno scritte e facciamo finta che va tutto bene e non c'è nulla di ideologico. Voi pagate beni materiali a famiglie che per questo motivo secondo voi, deciderebbero di non avere figli e, nel frattempo, aumentate a livello nazionale i costi. Io ho una figlia di tre anni - compie gli anni oggi, tra l'altro - e so bene quali sono i costi che un genitore affronta.
Li avete aumentati: i seggiolini sono tornati al 22% di IVA dal 5% che erano, il latte in polvere è tornato al 10%, i pannolini sono tornati al 10%. Questo significa colpire i costi che si ripercuotono su tutti trasversalmente, anche le famiglie meno abbienti e che hanno questo aggravio di costi.
Quindi, va bene tutto e la portate avanti come battaglia ideologica per decidere che 40 anni dopo leggete la legge n. 194, infilandovi nelle pieghe di una legge del 1978 che, quindi, ben potrebbe essere aggiornata. Quella legge voi la interpretate e vi infilate nelle contraddizioni che nel 1978 portarono a un avanzamento straordinario dei diritti delle donne di questo Paese e che per passare avevano bisogno di tenere in considerazione quello che era un momento completamente diverso della vita di questo Paese e della politica di questo Paese.
Quella legge passò con una maggioranza democristiana. Quindi, capisco il gioco che provate a fare, ma non raccontateci che quella è una scelta sociale, perché è una scelta ideologica. Siete legittimamente in grado di farlo, perché ne avete il potere. E non uso le parole a caso: è una scelta ideologica che voi volete fare, ma non rivendicatela come scelta sociale perché non ha nulla di sociale da parte di un Governo che per recuperare soldi, invece di andare a tassare i profitti, decide di andare a tassare le mamme e i papà e i pannolini che devono comprare per i loro figli e per le loro figlie.
Vengo al cuore della questione, cioè il tentativo che state facendo di criminalizzare un intero movimento, come avete fatto e com'è stato fatto in questa città su molteplici altre questioni, attribuendogli delle scritte che sono apparse rispetto al convegno che c'è stato questo sabato al San Giuseppe. Fermo restando che il principio è che, laddove in quelle scritte dovesse essere ravvisato un pericolo effettivo - e quindi ci fosse un problema di minacce concrete - c'è una giustizia, c'è una Procura che su questo indaga. Se quegli atti vandalici rientrano in delle fattispecie di reato, la Procura indagherà e individuerà i colpevoli. Però il diritto penale per voi è contro tutti, ma il fatto che ci possano essere singoli responsabili non viene mai tenuto in considerazione. Invece qui quello che viene fatto - e in questo sta anche la pratica ricattatoria di chiedere oggi a persone, che quelle scritte se le sono trovate sui muri, di dissociarsi dalle loro azioni, di tornare al metodo invece che guardare al merito di una questione - è di criminalizzare un intero movimento.
Voi state criminalizzando un intero movimento! È quello che fate sempre.
Persino quando la Ministra Roccella venne contestata al Salone del libro si parlò di censura e violenza privata nei confronti di una Ministra che ha tutta la possibilità di dire tutto quello che ritiene sempre.
È una criminalizzazione del dissenso su larga scala.
Lo fate per criminalizzare le contestazioni, lo fate per tacitare il dissenso, come abbiamo già visto accadere mille contesti e lo vediamo accadere, purtroppo, anche nella discussione parlamentare sul disegno di legge sicurezza - su cui, tra l'altro, abbiamo provato, ma non ci arriveremo con l'ordine dei lavori - a portare un ordine del giorno proprio per dire che quella è una pericolosissima deriva autoritaria in questo Paese. Quello è un disegno di legge che rende legge queste pulsioni antidemocratiche che noi vediamo all'opera sempre! Ogni democratico antifascista, compreso il Presidente Cirio, che mi spiace che oggi si sia sottratto a questa discussione e che non perde occasione, e noi ne siamo lieti, per definirsi antifascista, dovrebbe rigettare...
Mi stupisce che la richiesta di oggi del Presidente Cirio sia stata quella di individuare un intero movimento, che è composto da ragazze, ma anche da signore ben più avanti con l'età, un movimento trasversale che coinvolge femministe e donne di questa città e di questa regione ad ampio spettro, e che oggi quel movimento venga colpevolizzato da questo Consiglio regionale e con l'avallo del Presidente di questa Regione.
Non più di un'ora e mezza fa, avevamo chiesto al Presidente Cirio: "La preghiamo, Presidente, ascolti le donne, perché qui manca un punto di vista"; esattamente il punto di vista di chi poi quella pratica la dovrà vivere, perché quella è una stanza dedicata alle donne e qui ne stanno decidendo soltanto uomini; uomini che, peraltro, si rimpallano la responsabilità! Il Direttore di Città della salute dice che ha scelto la Regione l'Assessore Marrone dice che è Città della Salute che ha fatto la convenzione. Siamo al paradosso: tutti uomini che decidono sulle donne! Chiediamo di audire le donne e alle donne che cosa succede? Sono criminalizzate per episodi evidentemente non collettivi, che possono essere avvenuti questo weekend.
Fermo restando che la giustizia penale farà sempre il suo corso rispetto a fattispecie di reato che possono esserci e anche a fattispecie di minacce se di minacce si tratta, con indagini che sono in corso, non possiamo accettare questo tipo di strumentalizzazione, questo tipo di criminalizzazione, e diciamo che nessuno dovrebbe accettarlo, perché è una deriva pericolosissima che stiamo vedendo su tutto.
Infine, al dissenso sociale, alle questioni sociali non si risponde con il diritto penale, non si risponde con la demonizzazione dell'avversario: si risponde creando un dialogo.
Presidente, l'Assessore dice che si è creato un clima tossico; il clima tossico lo crea anche chi rifiuta il confronto e, purtroppo, questo sta avvenendo sempre di più.
Noi qui avremmo il dovere di confrontarci e il dovere di riuscire a trovare una mediazione tra le posizioni. Invece, qui c'è un pensiero unico che sovrasta quello delle donne di questa città e che sta imponendo loro una questione che è oggettivamente una gravissima limitazione del diritto all'autodeterminazione.
Trovo assurdo che questa Regione e questa Amministrazione non riescano a uscire da questa dinamica che riguarda la "stanza" aperta al Sant'Anna e che questa stia diventando una battaglia che, però, dimostra una serie di pericolose tendenze autoritarie che - mi rivolgo anche ai colleghi della maggioranza - dovremmo fare bene attenzione a non lasciar passare non soltanto a livello di legge, ma anche a livello culturale, perché le conseguenze le pagheremo tutte e tutti.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Conticelli.
CONTICELLI Nadia
Grazie, Presidente.
La condanna della violenza, di qualsiasi forma di violenza, deve unire naturalmente, tutte le istituzioni democratiche e speriamo di trovare su questo fronte i colleghi anche in altre occasioni.
Violente, però, possono essere le parole e violenta può essere anche la propaganda, come hanno già detto le colleghe, e la propaganda antiabortista che le forze di governo, sia in Regione e anche a livello nazionale, ma in particolare nella nostra Regione, stanno mettendo in atto con una campagna violenta nei modi spesso antidemocratici e nelle parole che si utilizzano.
È sbagliato rispondere alla violenza con violenza, ma chi sta nelle istituzioni ha, naturalmente, un obbligo in più, una responsabilità in più: non istigare questa violenza e non criminalizzare più il dissenso quando il dissenso vuole gridare contro questa violenza.
Le donne non sono un incubatore o un'incubatrice da cui escono i figli sono persone. Sono persone e quando parliamo della genitorialità responsabile e della salute riproduttiva delle donne parliamo di questioni importanti che riguardano anche fisicamente queste persone. Non sono slogan da campagna elettorale, perché parliamo di persone.
Anche la legge 194 non può essere distorta, perché in essa ci sono le battaglie delle donne e degli uomini che hanno regalato a questo Paese, con molta antiveggenza, una legge ancora oggi riconosciuta in Europa tra le più avanzate.
Capisco che, esaurito il comunicato stampa, magari non sia di tanto interesse.
PRESIDENTE
Chiedo ai Consiglieri di fare silenzio in aula e di portare rispetto per chi parla.
CONTICELLI Nadia
Abbiamo una legge tra le più avanzate in Europa, che riguarda naturalmente le donne, ma anche gli uomini, compresi i colleghi che ora hanno altro da fare.
La Giunta regionale, cioè chi governa la Regione, deve farsi carico della sanità e della salute dei cittadini. A questo proposito, ricordo che le linee d'indirizzo sull'aborto...
Scusi, Presidente, ma se al collega non interessa, potrebbe cortesemente uscire dall'aula?
PRESIDENTE
Consiglieri, giratevi e non date le spalle alla Presidenza.
CONTICELLI Nadia
Grazie, recupero i minuti.
La Regione Piemonte non ha ancora accolto e fatte proprie le linee d'indirizzo sull'aborto farmacologico del 2020, assunte invece da tutte le altre Regioni. Di questo si dovrebbe occupare la nostra Giunta regionale.
L'amministrazione deve applicare una legge nazionale, non la pu distorcere.
A proposito dei regolamenti o delle norme varate dalla Giunta Chiamparino essendo state citate prima dall'Assessore Marrone, forse gli è sfuggito che c'è stata una modifica della legge regionale per il monitoraggio della percentuale di medici obiettori all'interno delle strutture, per i percorsi di contraccezione all'interno dei consultori e la contraccezione gratuita per le ragazze sotto i 26 anni e le donne in età fertile che siano in condizioni di fragilità economica e che si siano già sottoposte a un'interruzione volontaria di gravidanza.
Questi sono percorsi che aiutano le donne. Peraltro, un regolamento già applicato in altre Regioni come l'Emilia Romagna ha dato buoni risultati.
Per far questo, però, occorre potenziare i consultori e non chiuderli.
La legge prevede che ci siano, anche nella rete degli specialisti che prevedono una collaborazione con i servizi sociali e con il terzo settore (anche le associazioni), spazi all'interno dei consultori, così come ci sono per le associazioni di volontariato ospedaliero all'interno degli ospedali. Se però vado a curarmi il cuore, non è che mi mandano all'associazione dei trapiantati di cuore; mi mandano dal chirurgo o dal cardiochirurgo e poi, se ve ne fosse bisogno in caso di ricovero, posso usufruire di ore di assistenza.
Chi va in una struttura di sanità pubblica deve trovare specialisti. Le donne, nei consultori e in un ospedale come il Sant'Anna, devono trovare personale infermieristico, ginecologico e psicologico. Devono trovare una rete di professionisti che collaborano anche con il terzo settore e con i servizi sociali. Tutto il resto è fuorviante ed è fuorviante confondere i due piani.
Dai protocolli sanitari, previsti anche dalla legge 194, a chi opera in queste strutture è richiesta, oltre che professionalità, un altro elemento di professionalità: la sospensione del giudizio (vi invito a leggere i protocolli e i regolamenti degli interventi nei consultori), che è esattamente il contrario di quello che queste associazioni fanno. Peraltro la sospensione del giudizio significa che si prende in carico la donna nella sua complessità, ma anche qui c'è una distorsione. All'interno dei consultori, la richiesta d'interruzione volontaria di gravidanza è meno del 5%. Per il resto, ai consultori si rivolgono le donne che devono partorire ragazze e ragazzi per i sistemi di contraccezione, persone che non possono pagare 200 euro di ginecologo privato. A quelle persone chi amministra la Regione dovrebbe rispondere.
È già stato detto da altre colleghe: il dissenso pacifico non può essere criminalizzato. Oggi in piazza c'erano giovani donne, ma anche quelle che hanno fatto la battaglia affinché negli anni Settanta, prima i consultori e poi la legge 194 rendessero la salute delle donne parte della salute pubblica e non un fatto meramente privato. In piazza c'erano donne di tutte le età e penso che noi tutti, collettivamente, abbiamo perso un'occasione di confronto.
Come al solito, si è buttata un po' la palla in tribuna, perché qualcuna sabato è stata violenta (naturalmente condanniamo le violenze e le parole sbagliate), ma non è che questa può essere una scusa per non dialogare con chi chiede il rispetto dei propri diritti riproduttivi, di scelta e di autodeterminazione, ma anche di salute che stanno nella mission e nelle prerogative della Regione. Non c'è tutela del bambino o della bambina del neonato o della neonata senza tutela della madre.
Ritorno a quello che dicevo prima. La madre non è una mera incubatrice (ne parleremo anche dopo a proposito di un altro documento), quindi se si vuole aiutare quei bambini, bisogna aiutare le madri con percorsi consapevoli bisogna fare in modo che le liste d'attesa non siano lunghissime. Bisogna fare in modo che trovino gli specialisti laddove vanno a cercarli nelle strutture pubbliche, ma bisogna anche fare in modo che le donne abbiano il lavoro. Quando finiscono i soldi per due pacchi di pannolini, cosa fanno? Mettono il bambino di tre-quattro anni nella ruota della fortuna? Occupatevi magari dell'assegno unico del bambino, della scuola, del bonus scuola. Sono tutti elementi che garantiscono la buona crescita del bambino e della sua famiglia, comunque essa sia composta.
Se si vuole davvero lavorare sui servizi, sulle donne, sulle madri, sulle famiglie, sui padri e sui bambini, ci troverete nel rispetto dei diritti delle persone.
Se, invece, si vuole criminalizzare il dissenso e utilizzare il corpo delle donne, e peraltro anche dei bambini (che trovo veramente tremendo) per fare campagna elettorale, ci troverete dall'altra parte.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Cera.
CERA Valentina
La delegazione di "Non una di meno", di più di 194 voci, dei sindacati e delle altre associazioni oggi presenti sotto il Consiglio regionale del Piemonte, ha deciso di non rispondere alle richieste della maggioranza perché non ritiene questa modalità accettabile. Una modalità che criminalizza qualunque forma di dissenso, che si esprime dal basso in questa città, per le strade. In questi mesi c'è stata e ci sarà una pluralità di soggetti, movimenti e associazioni che vi rifiutate, ancora una volta, di ascoltare.
Non entriamo in queste logiche ricattatorie e paternalistiche che vogliono creare dicotomie tra movimenti buoni e movimenti cattivi. Eravamo lì sabato e siamo qui oggi pomeriggio per portare dei punti politici chiari che esprimiamo nel comunicato cui di seguito. In queste settimane a Torino sono migliaia le persone che si mobilitano per chiedere la chiusura immediata della cosiddetta "Stanza dell'ascolto", assegnata dalla Direzione sanitaria del Sant'Anna e dalla Città della Salute di Torino, ai movimenti per la Vita Piemonte, una rete di associazioni antiabortiste che nel loro statuto vogliono abrogare la legge n. 194.
La Stanza opererà tramite figure volontarie e non professioniste, formate dal movimento stesso, intercettando chi ha avviato una procedura d'interruzione volontaria di gravidanza. In seguito alla loro assenza di risposta e presa di responsabilità, il 28 settembre i Dirigenti Giovanni La Valle e Umberto Fiandra ci hanno invitato a rivolgerci al Consiglio regionale per avere risposte più chiare.
Chiediamo, dunque, insieme a tutte le persone che hanno animato le piazze torinesi per il diritto all'aborto, la votazione della chiusura immediata della Stanza dell'Ascolto nell'Ospedale Sant'Anna; di mettere in pratica la legge regionale mai applicata sulla contraccezione gratuita; di aumentare l'organico sanitario e socio-assistenziale nei presìdi sanitari e migliorare le loro condizioni di lavoro; di aumentare il numero di consultori che per legge dovrebbero essere uno ogni 20 mila abitanti mentre nella città di Torino sono presenti solo 12 a fronte di 48 necessari; di garantire, all'interno dei presìdi sanitari pubblici, la presenza di mediatori culturali; di garantire l'accesso all'aborto indipendentemente dallo stato di cittadinanza e dai documenti; di dare piena applicazione alle linee guida del Ministero della Salute e dell'OMS in materia di accesso all'aborto farmacologico in consultori e ambulatori.
Sabato 12 ottobre abbiamo protestato contro lo svolgimento di un convegno antiabortista nel cui programma si prevedevano interventi dal titolo "Quale percorso per superare la legge n. 194/78", oppure "La Gloria di Dio è l'uomo vivente". Erano chiamate a intervenire figure istituzionali, tra cui l'Assessore alle politiche sociali Maurizio Marrone, oggi presente in quest'Aula.
Riteniamo inaccettabile e pericoloso che chi ricopre una carica istituzionale e decide delle nostre politiche pubbliche si presti come relatore in questo contesto, con un intervento dal titolo "Tutela della vita nascente nella politica". In questi anni abbiamo visto cosa intende l'Assessore con "tutela della vita nascente": oltre due milioni di euro dirottati dal welfare e regalati ad associazioni antiabortiste, stanze a loro dedicate all'interno degli ospedali pubblici, proposte di legge contro un'educazione sesso-affettiva nelle scuole.
Molto spazio è stato dato nei giorni scorsi dai media alle opinioni della Ministra Eugenia Roccella e a quelle di politici di destra antiabortisti. E si è dato più peso alle scritte sui muri che ai contenuti che da mesi avanziamo. Fin dall'autunno 2020 migliaia di persone in dissenso sono scese in piazza contro la scelta della Regione Piemonte di non applicare le linee guida sull'interruzione volontaria di gravidanza del Ministero della Salute e contro il fondo Vita Nascente: una misura mai votata in Consiglio regionale, se non nel voto di bilancio che regala milioni di euro alle associazioni anti scelta.
Siamo accusati di essere antidemocratiche. Antidemocratici sono, invece, a nostro avviso, i rappresentanti di uno Stato laico che legittimano chi vuole, anacronisticamente, negare la possibilità di interrompere una gravidanza o di intraprendere percorsi di affermazione di genere.
Antidemocratico è non garantire un accesso informato e consapevole all'aborto e consentire la presenza di strutture con il 100% di personale obiettore. Antidemocratico è chi parla di difesa della maternità senza finanziare asili nido, congedi parentali e consultori e chi, in linea con questo Governo, reprime e criminalizza ogni forma di dissenso, come con il recente DDL 1660, che, a proposito di maternità, introduce la possibilità di recludere in carcere donne incinte con bambine e bambini fino a un anno di età.
Torniamo a ribadire che l'unica violenza qui è quella di chi costringe le nostre vite ad avere meno diritti, meno diritti a 360 gradi, non solo per un aborto libero, sicuro, gratuito e senza rischio di incontrare i volontari non adeguatamente formati di associazioni antiabortiste, ma anche per una genitorialità consapevole e supportata da misure laiche e competenti e da un welfare pubblico.
Rifiutiamo la retorica promossa in questi mesi che vede in contrapposizione chi desidera abortire liberamente e chi desidera essere genitore. Non c'è una diversità d'intenti tra chi lotta per un aborto libero e chi per asili pubblici e case accessibili.
Siamo insieme a denunciare la violenza strutturale che viviamo ogni giorno in base al nostro genere e alla nostra classe sociale. Siamo insieme nel denunciare che non è la carità cristiana a dover essere finanziata dalla Regione Piemonte con le nostre tasse né a dover sopperire alla mancanza di servizi pubblici.
Ho scelto di dare voce a tutte quelle donne che sono oggi qui sotto, che hanno riempito le piazze di questa città e di questa regione; voce a cui quest'Aula ha negato ascolto; voce che si vuole sistematicamente negata.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Unia.
UNIA Alberto
Grazie, Presidente.
Mi spiace, Presidente, che in questo momento non ci sia in Aula la relatrice dell'ordine del giorno, a cui avrei avuto piacere di rivolgermi.
Questo documento, più che un documento di condanna di minacce e un appoggio all'Assessore Marrone, sembra il contrario, cioè sembra che voglia ottenere l'effetto contrario, perché questo è quello che sta avvenendo fuori.
È un documento politico, non è un documento di condanna. Questo è un documento politico vero e proprio in appoggio alle politiche dell'Assessore Marrone. Questo non unisce sicuramente un Consiglio regionale, non unisce intorno a quello che è l'oggetto che viene escluso completamente dalla narrativa, che sono proprio le minacce verbali.
Avrei una domanda da fare sull'impegna: "Si impegna, inoltre, affinché si faccia corretta informazione sulle finalità e sui contenuti delle azioni di tutela materno-infantile della Regione Piemonte coerenti con le normative nazionali, affinché non vi sia spazio per mistificazioni e interpretazioni strumentali che possono generare un clima di odio e di violenza". Poi, su "vengano promosse campagne informative adeguate per chiarire i contenuti e gli obiettivi delle normative regionali e nazionali".
In buona sostanza, perché non lo fate? Perché fate un ordine del giorno per chiedere a voi stessi di fare maggiore chiarezza? Non lo capisco.
Prima, durante alcuni interventi, avete detto che siete la maggioranza, che siete quelli votati dal popolo, che avete la maggioranza assoluta e quindi, potete fare come volete. Ebbene, fate comunicazione, comunicatelo.
Non chiedete, con un ordine del giorno, alle minoranze magari di appoggiarlo per chiedere di fare informazione; avete tutte le possibilità di farlo senza chiedere assolutamente nulla a nessuno.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Marro.
MARRO Giulia
Grazie, Presidente.
Ringrazio la Presidente di Gruppo Disabato per l'ordine del giorno e comunico che ho fatto personalmente una richiesta di accesso agli atti per sapere come avviene la distribuzione dei fondi e anche su quali criteri e su quali modalità si basa. Quindi, attenderemo la risposta che condivideremo.
Io, però, non posso assolutamente condividere l'ordine del giorno presentato dalla collega Binzoni, in quanto contiene falsità, inesattezze e una visione parziale di quello che è avvenuto e che avviene. Ormai è sempre più evidente un conflitto tra chi vuole a tutti i costi imporre una visione ideologica e chi, invece, chiede libertà di scelta.
Non è - cito l'ordine del giorno - antidemocratico usare il proprio corpo occupando uno spazio anche per contrastare un convegno che avrebbe nuovamente diffuso idee violente sul corpo delle donne. Non vi è rappresentazione distorta delle misure messe in campo da questa Regione che rischiano di alimentare disinformazioni e tensioni sociali.
Le donne piemontesi sanno benissimo che quello che si sta cercando di limitare e di impedire attraverso tutti i metodi possibili è il loro diritto a una scelta consapevole e attenta, senza pressioni o colpevolizzazioni.
Personalmente, non ho problemi a dire che eventuali violenze e minacce non mi appartengono, ma nella storia politica - e da antropologa lo so - sono a conoscenza che queste sono pratiche di movimenti che non costruiscono risposte a pressioni o violenze che colpiscono direttamente le persone nelle proprie vite.
Come ben detto dalla collega Ravinale precedentemente, qui non parliamo solo di opinioni; qui parliamo di politiche che incidono nella carne viva parliamo di ideologie che soffocano e ingabbiano non soltanto chi non le segue, ma ancora più chi è costretto a seguirle; parliamo di una visione del mondo in cui, sbandierando una religione, si tenta di limitare e usare violenza nella vita di tutti e di tutte.
Questo Governo, come quelli precedenti, sceglie di accentuare le misure di repressione a carico di chi sceglie di manifestare il proprio dissenso andando ancora di più a colpire chi sceglie delle cause che riguardano la libertà, l'ambiente, il contrasto alle opere inutili, come il Ponte sullo Stretto e il TAV. L'invito agli inquirenti di perseguire i responsabili di tali atti suona come una minaccia intimidatoria a chi voglia d'ora in poi manifestare il proprio pensiero e il proprio dissenso. Fa paura. È grave perché è il primo passo verso delle modalità di autoritarismo.
La punta di diamante, però, di questo ordine del giorno è quando si cerca di dire che le politiche dell'Assessore Marrone si iscrivono in un percorso femminista. È talmente grottesco che supera perfino l'offesa della storia di tante donne che hanno costruito una rivoluzione femminista e transfemminista. È talmente sopra le righe che l'unica reazione che pu suscitare è una spettacolare fragorosa risata.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Marro.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente.
Sarò molto veloce, perché molte cose sono state dette.
Sono state usate parole pesanti, molto molto pesanti, che feriscono la sensibilità, in modo particolare, delle donne. È indubbio che la violenza va condannata, ma, attenzione, non possiamo immaginare che le donne che oggi erano qui per manifestare un dissenso nei confronti di un progetto che un Assessorato di questa Regione sta attuando siano donne che devono essere demonizzate e, soprattutto, colpevolizzate. Hanno manifestato; hanno manifestato la propria opinione.
Certamente spetterà a chi di dovere, alle autorità competenti, identificare i responsabili di quanto accaduto sabato mattina, che sicuramente va condannato nella sua parte violenta e, soprattutto, nel momento in cui si deprecano le persone utilizzando affermazioni di una violenza inaudita.
Da questo punto di vista, non può che esserci ferma condanna, però mi permetta due riflessioni.
Prima riflessione. È stato citato un elenco di associazioni accreditate stilato dall'allora Assessore Ferrero che la Giunta Chiamparino non aveva cancellato perché, probabilmente, l'uso che si voleva fare - anzi, ne sono certa, proprio perché prima l'Assessore Marrone ha fatto riferimento a chi sedeva tra quei bianchi all'epoca - era secondo quanto previsto dall'articolo 2 della legge 194, ovvero a supporto dei consultori, ovvero a supporto di quei professionisti, qualora quei professionisti avessero ritenuto necessario tutelare il percorso materno-infantile intrapreso dalle donne, oppure in caso di situazioni in cui i servizi sociali avessero avuto necessità dell'intervento del terzo settore.
È giusta questa affermazione, perché non credo sia corretto demonizzare il terzo settore dandogli un'interpretazione che non è quella che in questi giorni ha suscitato così tante discussioni. Le discussioni di questi giorni suonano un po' come una provocazione nei confronti dei professionisti che operano secondo una legge che riguarda percorsi molto delicati delle donne.
Vorrei ricordare in quest'Aula cosa ha rappresentato, all'interno del nostro Paese, arrivare all'approvazione della legge 194 e per quale motivo è stata approvata una legge di grande civiltà. Bene, voglio sottolineare soltanto questo aspetto.
Se noi rispettiamo la legge; se la maggioranza, l'Assessorato e il Presidente Cirio stesso, come più volte ricordato, vogliono difenderla e se si vuole che sia rispettata in tutte le sue parti, l'articolo 2 va interpretato come ho detto prima, ovvero spetta ai servizi sociali decidere se attivare il terzo settore. Le associazioni del terzo settore, quindi possono essere attivate nel momento in cui i consultori, che sono le strutture dove troviamo professionisti formati per raccogliere le donne nel loro percorso, non necessariamente legato al tema dell'aborto, ma legato a qualsiasi altra problematica che tocca le questioni femminili, lo richiedono.
Oggi mi sembra che il tema sia stato utilizzato un po' come strumento di provocazione, un po' come strumento per infilare la lama in una situazione di grossa sofferenza. Utilizzare demagogia e un pretesto per provocare una situazione così difficile e così complicata sta generando un'attenzione che sta diventando davvero pericolosa.
Credo, innanzitutto, che chi ha ruoli istituzionali come l'Assessore, ma anche il Presidente Cirio, debba assumersi grosse responsabilità. In più occasioni il Presidente Cirio ha riaffermato la sua volontà, come ricordato anche da chi ha letto l'ordine del giorno della maggioranza, di riaffermare la volontà di non abrogare la legge 194, ma di applicarla nella sua interezza. Ebbene, la sua interezza prevede, in primo luogo, che ci sia un'attenzione al tema della salute delle donne e al tema dell'assistenza delle donne nel proprio percorso, qualora ne facciano richiesta trovandosi in una condizione di necessità. Quello che oggi è previsto nel progetto dell'Assessorato, perdonatemi, non è altro che una piccola mancetta che viene data a un percorso di chi, magari, ha scelto di avere un figlio, ha scelto di far crescere il proprio bambino all'interno di un contesto familiare, ma le sue risorse e la condizione sociale non glielo permettono.
Assessore, rifletta davvero sull'atteggiamento che sta utilizzando in questo momento, perché non porta bene. È un atteggiamento che porta a far sì che le situazioni che oggi vediamo possano diventare sempre più pericolose e i toni possano diventare sempre più alti. Oggi poteva essere l'occasione per abbassare i toni e per avere un'apertura di dialogo.
Il dialogo è l'elemento fondamentale per risolvere qualsiasi situazione delicata e sensibile, come quella che stiamo affrontando in quest'Aula in queste giornate all'interno della nostra città.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Zappalà; ne ha facoltà.
ZAPPALÀ Davide Ho chiesto di intervenire innanzitutto per esprimere la mia personale solidarietà all'Assessore Marrone per le frasi ingiuriose e minacciose utilizzate nella giornata di sabato, del tipo "sassi su Marrone", "Torino ti abortisce" e via dicendo. Non credo siano necessarie queste scritte per far politica e per far valere le proprie ragioni, quando uno è forte e sicuro di ciò che sta sostenendo.
Ne approfitto anche per ringraziare l'attività dell'Assessorato e per aver assistito 478 persone l'anno scorso. Questo significa che c'è stato un intuito ottimo nel capire quali sono le esigenze di certe persone che si avvicinano ai servizi della natalità e che spesso hanno bisogno di ulteriori associazioni che gli siano vicino, oltre a quelle del tessuto sociale cui solitamente sono abituate ad avvicinarsi.
Appartengo a coloro che ritengono che la conoscenza sia libertà. Quindi per quanto ci riguarda, non ci sarà mai una censura quando si specifica a qualcuno che vi sono delle opportunità in più rispetto a quelle che non sapeva. Il centrosinistra, a un certo punto, addirittura ha pensato che su quei manifesti vi fossero simboli religiosi, crocifissi, simboli dell'Islam o altre cose, perché ho sentito spesso parlare della religione come un problema nel momento dell'aborto o del fatto che vi fossero degli specifici inviti a non abortire. Indignato anch'io come loro, sono andato a verificare in cosa consistevano quei manifesti e se si parla di abbassare il tono. Quei manifesti non potevano avere dei toni più bassi: una donna guarda uno stick da cui capisce di essere incinta. Stanza dell'ascolto: un servizio gratuito di ascolto e di aiuto concreto - e fate bene a scrivere aiuto concreto, perché sono le risorse con le quali si comprano pannolini culle e un lungo elenco di beni - per le donne che vivono una gravidanza inattesa o difficile. Nel manifesto non si parla minimamente di aborto o di convincere qualcuno a non abortire.
Le associazioni che sono state selezionate per erogare questo servizio non sono state selezionate in base ai loro convincimenti religiosi o in base alla loro capacità di ipnotizzare qualcuno a non fare qualcosa che vogliono fare, ma sono state selezionate in base alla loro capacità e radicamento per offrire specifici servizi.
Non si può accusare l'iniziativa dell'Assessore Marrone come volta a non far abortire qualcuno che aveva intenzione di farlo. Piuttosto, deve essere intesa in questo senso: "Sono una mamma, non ho la minima idea di come reperire una culla e in un luogo istituzionale come può essere quello del Sant'Anna - intelligente averle messe lì e non da altre parti - so che c'è lo Stato che mi ascolta. Spero che questa associazione sia selezionata nel modo corretto e che abbia la capacità di offrire tutti gli aiuti di cui pu avere diritto una persona".
Non capisco cosa c'entra la tematica dell'aborto con le Stanze di aiuto alla vita. Non riesco proprio a capirlo. Sarebbe come dire: non facciamo le Stanze di aiuto alla vita perché non voglio che le persone si mettano la cravatta. Sono due cose completamente differenti, così come è differente e distinta la questione dei fonti erogabili per gli asili nido gratuiti.
Questa è una misura che, più o meno, impegna la Regione per due milioni di euro e io, che faccio parte di quella ampia categoria di persone che avrebbe piacere di lasciare la figlia in asilo fino alle 18.30, so bene che per lo Stato le esigenze economiche sarebbero notevolmente diverse.
È per questo che dico anche ai vostri elettori che la conoscenza è libertà bisogna conoscere queste cose per poter avere un'opinione più ampia e più completa.
PRESIDENTE
Ha ora la parola la Consigliera Beccaria; ne ha facoltà.
BECCARIA Annalisa
Grazie, Presidente. Grazie, Assessore Marrone, per le risposte rese agli interpellanti e all'interpellante.
Mi soffermerei solo su due posizioni, che sono però delle mie riflessioni personali. La prima riguarda la Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione Europea e dei Diritti umani, dove al Titolo I si parla di "dignità" e all'articolo 2 si parla di "diritto alla vita". Il diritto alla vita chiaramente, fa parte dei diritti umani e rappresenta uno dei diritti fondamentali, oltre a tanti diritti dei quali godiamo e siamo lieti e onorati, ma soprattutto fortunati, di poter godere, a differenza di tanti altri Stati o Nazioni che, invece, questo vietano.
Però, oltre a questi diritti alla vita, abbiamo la libertà personale individuale e il diritto all'autodeterminazione, che le colleghe hanno ben evidenziato e con le quali sono pienamente d'accordo, e tanti altri diritti che vengono a concatenarsi con questi.
Il diritto alla vita non è contro l'aborto - questo è giusto specificarlo ma è un principio basato sulla convenzione morale che un essere umano ha il diritto di vivere. Su questo non ci piove. Quindi, non stiamo parlando, in questo momento, contro l'aborto; stiamo dicendo che abbiamo un diritto, che è quello della vita. Soprattutto, però, dobbiamo evidenziare che la legge n. 194/78 non ha coniato la parola "diritto all'aborto", che non esiste nel testo, ma riguarda e regolamenta i casi in cui l'aborto non viene considerato un reato. E su questo siamo tutti d'accordo: l'aborto oggi non è reato; ma non è neanche un diritto. Di conseguenza, perché privare quelle donne, quelle giovani, quelle persone che vogliono avere una doppia scelta della libertà di scegliere? È un'altra delle libertà che noi esseri umani grazie al Signore, abbiamo e possiamo rivendicare nei confronti della nostra persona, ma anche nei confronti della comunità.
L'articolo 1 prevede che lo Stato garantisca "il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosca il valore sociale della maternità e tuteli la vita umana sin dal primo inizio".
Su queste due certezze, che sono nelle nostre leggi italiane, dobbiamo confrontarci e siamo tutte d'accordo a contrastare le parole, arrivate da ambe le parti, di violenza, di violenza verbale e mancanza di rispetto.
Siamo tutti d'accordo, quindi non capisco questa veemenza nel dichiarare che una certa decisione possa andare contro l'altra posizione e viceversa.
In questo momento la collega Ravinale non è in aula, ma voglio fare pubblicamente gli auguri di buon compleanno alla sua bimba e, soprattutto portare un esempio virtuoso che abbiamo qui in Consiglio, che è la nostra Vittoria, perché viene da noi con la sua bimba che è veramente uno stimolo alla vita e una figura materna. Le faccio i complimenti e la ringrazio per aver condiviso la sua maternità con noi. Però, ragazze, insieme dobbiamo aiutare le persone a scegliere e a scegliere nel migliore dei modi.
Inoltre, permettetemi di dire questo: se noi siamo qui è perché i nostri genitori hanno deciso e hanno dato l'ok alla vita, hanno scelto la vita piuttosto che un aborto.
Concludo e vi ringrazio per avermi ascoltata e sicuramente troveremo una sintesi di tutte e due le posizioni.
PRESIDENTE
Ha ora la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.
MAGLIANO Silvio
Grazie, Presidente.
Ci tenevamo, come Gruppo, a intervenire e nell'inizio di questo mio intervento mi piace citare una frase riportata in un libro dell'autrice Evelyn Beatrice Hall, che diceva: "Non sono d'accordo con quello che dici ma darei la vita perché tu lo possa dire". Questa è la posizione più naturale che una persona democratica, che ha anche radici all'interno della tradizione cristiano-cattolica di questo Paese. Occorre quindi riconoscere a quei valori un'importanza centrale, per permettere che qualcuno che la pensa diversamente da me possa esprimere liberamente la sua opinione sempre che non sia vietato dalla Costituzione (ci sono alcuni concetti e alcuni contenuti che sono oggettivamente vietati dalla Costituzione, quindi costituiscono reato), ma in modo che questo non venga fatto oggetto di un clima che, a mio giudizio, non aiuta a un confronto.
Ciò che è capitato sabato, al netto delle posizioni che ognuno di noi pu prendere, io le ho ben chiare, ma comunque ha fatto sì che a volontari come a semplici cittadini che volevano ascoltare, venisse impedito di partecipare a un convegno. Per assurdo, veniva impedito di poterlo fare anche a chi voleva entrare in sala e poter discutere e dibattere su posizioni diverse, perché si è usata una modalità che, a mio giudizio, non può fare parte di uno Stato democratico. Io non sono convinto che qualsiasi manifestazione abbia diritto di considerarsi un'espressione del proprio pensiero, perché il tuo pensiero ha senso se viene espresso nella modalità in cui puoi permettere anche a me di farlo.
Esprimiamo solidarietà alla scuola, scuola paritaria, tra l'altro. Mi chiedo oggi chi dovrà ripulire da quelle scritte il Collegio San Giuseppe.
E poi quelle scritte: era dagli anni Settanta, colleghi, che non leggevamo "cloro al clero". Ci mancava solo "più prati e meno preti" e poi lì avevamo l'armamentario delle stupidaggini dette in quegli anni, per non parlare degli attacchi al nostro collega Marrone e degli attacchi anche all'appartenenza alla cristianità.
Noi rivendichiamo costantemente il diritto ad appartenere a religioni, a tutte quelle che fortunatamente vivono sul nostro territorio. Rivendichiamo il diritto di scegliere proprio quel tipo di approccio e non accettiamo di subire attacchi come se quel tipo di approccio fosse sbagliato in s quindi rivendichiamo il diritto di fare politiche che, in qualche modo, si riconoscono nella dottrina sociale della Chiesa e in altri documenti di questa natura o anche, come si è detto tante volte, nel rispetto della sussidiarietà. La sussidiarietà non è nient'altro che permettere al terzo settore, in alcuni casi, di fare ciò che le istituzioni non sono in grado di fare o che non riescono a farlo o che costerebbe di più se lo facessero le associazioni.
Permettetemi, alla fine di questo mio intervento, di esprimere solidarietà proprio per quelle scritte nei confronti della Chiesa. È evidente a tutti che negli ultimi giorni il giornale diocesano, su questo tema della Stanza e su questo tipo di approccio, come le politiche a favore della maternità si è espresso chiaramente e ha lasciato anche la possibilità ai colleghi presenti in quest'Aula di dire cosa ne pensavano rispetto alle politiche dell'Assessore Marrone. Però mi pare che tirare in ballo la Chiesa che invece, forse è una delle istituzioni che ancora oggi prova a rispondere all'emergenza sociale, al tema della povertà, al tema della mancanza di farmaci e di alimenti, che cerca di fare dell'accoglienza uno dei suoi criteri dominanti, sia oggettivamente sbagliato.
Per questo motivo, ci tenevo a intervenire per dire che sosterremo questo atto, perché sosteniamo ancora di più il principio, forse, più liberale di tutti, quello che ho citato all'inizio: non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire.
Chi chiede di avere libertà su tutto impedisce agli altri la libertà di dire quello che pensa.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Rossi.
ROSSI Domenico
Grazie, Presidente.
Non ho molto da aggiungere rispetto a quanto già detto oggi pomeriggio dalle colleghe che sono già intervenute, però è un dibattito che ci portiamo dietro e che non nasce oggi, perché in quest'Aula anche nella scorsa legislatura è stato più volte affrontato, per cui vorrei solo richiamare alcuni punti che, da un punto vista politico, per noi sono importanti.
Chiaramente - inutile dire che lo faccio sinceramente - va tutta la nostra solidarietà all'Assessore Marrone per le minacce o per gli eventuali insulti, anche se credo che non si lascerà intimidire, essendo una persona che affronta il conflitto politico, anche aspro, da diversi anni, quindi immagino che non sia questo l'oggetto vero della discussione di oggi. Dal nostro punto di vista, però, quando ci sono espressioni o atti che si avvicinano anche soltanto alla violenza, chiaramente va espressa condanna.
Detto questo, dobbiamo stare attenti quando affrontiamo questo dibattito.
Ho sentito parlare di diritto alla vita e di aborto, ma poiché oggi non stiamo discutendo di questo, potrebbe essere fuorviante.
La collega Ravinale diceva che adesso ci copiano a livello nazionale. In realtà, mi permetterà la collega, è il contrario: questo progetto, come abbiamo già detto altre volte sia pubblicamente sia in Aula, è il contributo che Fratelli d'Italia, in Italia, porta all'interno di un progetto più ampio, che è quello delle destre a livello mondiale, che sul tema dell'antiabortismo sta costruendo una battaglia identitaria dall'Ungheria agli Stati Uniti.
Considerate tutte le forze di destra, se non di estrema destra, in Europa ma anche negli Stati Uniti: ponendo al centro della loro agenda politica la questione dell'aborto, hanno fatto una scelta che le accomuna in tutto il mondo e che in Italia ha trovato attuazione nel partito di Fratelli d'Italia. Dobbiamo saperlo. È una battaglia sul corpo delle donne che nasconde una discussione che non stiamo facendo, ma che invece dovremmo fare, sul ruolo delle donne nella società.
Questo è il tema di cui stiamo discutendo, perché immagino e spero che nessuno oggi voglia mettere in discussione la libertà delle donne di decidere sul proprio destino e sulla propria vita. Sappiamo infatti che laddove l'aborto è stato vietato o è vietato, non è che non si abortisce: semplicemente, non c'è aborto sicuro, cioè lo si fa in condizioni che non tengono conto del diritto alla salute e delle minime condizioni sanitarie.
Dobbiamo essere consapevoli e fare un passo avanti, sfidando su questo l'Assessore.
Assessore, lei vuole davvero promuovere in Piemonte politiche a sostegno della natalità? Credo che potrà trovare in quest'Aula, tra le forze di opposizione, moltissima disponibilità.
Vogliamo discutere delle politiche per abbassare le rette dei nidi e per renderle frequentabili anche da chi è meno abbiente? Vogliamo parlare di potenziare i consultori, anche solo tornando a immaginare quei servizi presenti fino a 15/20 anni fa e pian piano esauriti? Vogliamo parlare di congedi paritari tra uomo e donna, così da permettere alla donna di non dover scegliere per forza tra lavoro e maternità? Vogliamo parlare di uguaglianza salariale che in questo Paese, come nel resto del mondo, ancora non abbiamo raggiunto? Assessore, il tema è questo. Se lei vuole davvero fare una piattaforma in cui parlare di politiche a sostegno della natalità in Piemonte, parliamo di questi argomenti e troverà nelle opposizioni una disponibilità a entrare nel merito. Il resto è una discussione ideologica, nemmeno tanto mascherata.
La libertà delle donne non può essere messa in discussione, ma noi abbiamo un'idea diversa del ruolo della donna nella società e questo ci mette su posizioni diverse. Non c'entra - ripeto - la questione dell'aborto, che spesso viene usata solo per mascherare un progetto di società che ci vede contrapposti.
Assessore, quando vorrà parlare di politiche a sostegno della natalità e di uguaglianza tra uomo e donna, ci troverà disponibili.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Rossi.
Essendo terminate le richieste d'intervento, chiedo alla Giunta di esprimere il proprio parere sull'ordine del giorno n. 27, prima firmataria la collega Binzoni.
MARRONE Maurizio, Assessore regionale
Il parere della Giunta regionale è favorevole.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Chiedo alla Consigliera Antonetto se intende replicare.
ANTONETTO Paola
No, però posso richiedere l'appello nominale sulla votazione?
PRESIDENTE
Certo.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 27, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Sia riportato a verbale il voto contrario della Consigliera Marro.
Nel dibattito è stato esaminato anche l'ordine del giorno n. 30 presentato da Disabato, Coluccio e Unia inerente a "Solidarietà al personale sanitario e alle donne vittime della propaganda antiabortista".
La parola all'Assessore Marrone per il parere della Giunta.
MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale
La Giunta esprime parere contrario.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Pentenero.
PENTENERO Gianna
Volevo sapere se sono state apportate le modifiche.
PRESIDENTE
Ci sono state delle modifiche. In particolare è stato eliminato un "considerato". Dovreste averlo già caricato nel portale con le modifiche.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 30, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)
Esame mozione n. 10 presentata da Avetta, Calderoni, Canalis, Conticelli Isnardi, Paonessa, Pentenero, Rossi, Valle, Pompeo e Verzella, inerente a "Trasporto pubblico agevolato, anche il Piemonte si deve attivare"
PRESIDENTE
Procediamo con l'esame della mozione n. 10, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.
AVETTA Alberto
Treno 11310 del 7/10/2024 arriva a Chivasso con sei minuti di ritardo (alle 6,51 anziché le 5,45), i pendolari scendono, corrono al binario da cui parte il treno SFM delle 6,52 per Pinerolo che li porterebbe a Porta Susa alle 7,18. Il treno è sul binario ma, un po' come in un film di fantozziana memoria, chiude le porte con la folla che sbraita sui binari, lasciando a piedi i pendolari.
I pendolari attendono altri 20 minuti per il diretto da Ivrea, che li scaricherà a Porta Susa alle 7,54 invece delle 7,18, con un ritardo di oltre 40 minuti che, ovviamente, come potete immaginare, spesso si somma agli altri ritardi cronici e molto frequenti.
"Il treno 2737 da Ivrea è quasi sempre corto" - ci riferiamo ai famosi bimodali rossi della Valle d'Aosta, dei quali tanto abbiamo dibattuto in quest'Aula - "e fino a Chivasso pieno oltre ogni limite. Adesso sono a Chivasso, molta gente è scesa, ma i corridoi sono ancora strapieni".
"Il bus che collega le frazioni di Castellamonte, con Ivrea in orario scolastico arriva puntualmente in ritardo e gli studenti che frequentano il liceo Botta di Ivrea sono stati ripresi perché saltano sempre i primi 10-15 minuti di lezione e quando vengono fissati i compiti in classe alla prima ora, noi genitori siamo costretti a portarli in auto".
Presidente, ho letto solo alcuni dei messaggi che, come tanti altri colleghi, ricevo ogni giorno da parte dei pendolari e dei genitori; delle persone che, nonostante tutto, hanno ancora l'ardire di utilizzare il trasporto pubblico locale piemontese. Questi messaggi, a mio avviso, danno un quadro plastico delle condizioni disastrose in cui versa il trasporto pubblico locale piemontese.
Potremmo continuare con i disservizi sulla Torino-Caselle, sulla Pinerolo Torino. Potremmo continuare con i disagi e i disservizi che vivono ogni giorno i pendolari che viaggiano da Biella, quelli che viaggiano sulla linea Torino-Milano che, notoriamente, era una linea non secondaria a livello regionale, e anche quelli che si possono permettere l'alta velocità. Solo per brevità mi sono concentrato su alcune delle segnalazioni che ci arrivano dalla provincia di Torino, ma sappiamo, come ho detto, che la situazione è drammatica, ovunque e ogni giorno ne abbiamo conferma.
A volte i ritardi accadono per cause indipendenti dalle criticità di gestione, ma molto spesso i ritardi e i disservizi dipendono, purtroppo, da ragioni che, dopo tutti questi anni, facciamo davvero fatica a giustificare con la solita litania dei lavori sulle infrastrutture. Basta che tutti noi leggiamo, come facciamo regolarmente, la rassegna stampa - questa mattina ne è prova - e ogni giorno si capisce quanto la situazione trasporto pubblico locale stia diventando sempre più drammatica. Mi riferisco al trasporto pubblico locale su ferro e anche, non è certamente da meno, al trasporto pubblico su gomma.
Negli ultimi cinque anni, pressoché quasi ogni settimana, io e altri colleghi abbiamo depositato un'interrogazione. Molto spesso l'interrogazione porta la soluzione temporanea della questione specifica altre volte nemmeno quella e i problemi si consolidano e finiscono quasi per essere metabolizzati dagli utenti e dai pendolari. Vedi, per esempio la questione dei treni bimodali da Ivrea, che sono molto spesso corti nonostante le tante rassicurazioni che abbiamo ricevuto in questi anni, in particolare per quanto riguarda gli orari di arrivo su Torino, quindi dalla Regione Valle d'Aosta a Torino al mattino e i ritorni del pomeriggio nonostante tutte le rassicurazioni che abbiamo ricevuto, molto spesso succede quello che prima ho cercato di raccontare attraverso i messaggi dei pendolari.
Il fatto grave - arrivo al tema della nostra mozione, che sta proprio qui è che da cinque anni questa Giunta, a nostro avviso, si limita a rincorrere i problemi che vengono segnalati dai Consiglieri e dagli organi di stampa senza preoccuparsi di delineare un quadro generale di riferimento. Non ricordo in quest'Aula, ma accetto smentite, negli ultimi cinque anni di aver sviluppato una discussione sul futuro del trasporto pubblico locale piemontese nei prossimi cinque-dieci anni.
Questa maggioranza si è sempre accontentata di arginare le falle - meglio ha tentato di arginare, perché non sempre ci è riuscita - senza mai addentrarsi in una discussione sulla programmazione, che sarebbe poi la funzione fondamentale, come sappiamo, di questo Ente.
Noi dovremmo avere la capacità di consegnare alle prossime generazioni un sistema di trasporto pubblico capillare, che garantisca loro un'alternativa vera all'uso dell'auto propria, sia per chi se lo può permettere e sceglie di utilizzare il trasporto pubblico collettivo e lasciare a casa la macchina, sia per le tante persone, per i tanti piemontesi - che forse stanno aumentando in questo periodo complicato per tutti noi - che questo mezzo privato non se lo possono permettere e sono costretti a utilizzare il trasporto pubblico locale.
In questi giorni discutiamo in Commissione del Piano dell'aria. Forse, al di là delle questioni teoriche sulle quali molto spesso ci troviamo d'accordo, perché tutti vorremmo respirare un'aria migliore di quella che respiriamo ogni giorno, dovremmo anche però pensare alle azioni e alle politiche che concretamente possiamo mettere in campo per far migliorare la qualità dell'aria. E allora noi crediamo e siamo convinti che investire sul trasporto pubblico locale sia una di queste azioni. Non so se considerarla quella principale, ma certamente è una di quelle principali per raggiungere questo obiettivo. Investire sul trasporto pubblico collettivo è un modo intelligente di rendere concreto, di calare a terra quel Piano dell'aria di cui stiamo discutendo in Commissione Ambiente.
Altre Regioni lo stanno facendo, lo stanno facendo più e meglio di quello che facciamo noi. Non solo altre Regioni hanno annunciato che, appunto sarebbero intervenute per agevolare, per favorire, per supportare le persone che vogliono utilizzare il trasporto pubblico, ma lo hanno fatto.
Noi ci siamo limitati a qualche piccolo bonus per chi lascia a casa l'auto per tutto il resto siamo ancora qui ad attendere che questa Giunta ci dia contezza di cosa vuol fare e di come vuole dare corso alle promesse e agli impegni che ha assunto in campagna elettorale.
Crediamo che investire sul trasporto pubblico significhi avere a cuore il futuro della nostra comunità. Ci aspettiamo che ci stupiate con qualche azione positiva e, soprattutto, con qualche azione concreta sul trasporto pubblico locale.
Assumiamoci, assumetevi e assumetevi insieme a noi qualche impegno concreto in favore di quei piemontesi - quelli che mandano a me i messaggi, ma sono certo che qualche messaggio o qualche WhatsApp arriva anche ai colleghi di maggioranza - che, nonostante tutto, credono ancora nei benefici del trasporto pubblico locale e, soprattutto, nei benefici collettivi, perch lasciare a casa l'auto e utilizzare il trasporto pubblico locale è un beneficio che certamente, diciamo così, si espande a tutti noi, perch contribuisce a farci respirare meglio.
In questa mozione che abbiamo depositato qualche mese fa, chiediamo un impegno alla Giunta, che credo sia sufficientemente, diciamo, così generico; dentro questo impegno, che è evidentemente un impegno politico ci stanno dentro tante azioni concrete. Io ne ho suggerita qualcuna, ma siamo a disposizione per ragionare con voi se c'è questa disponibilità sulle prospettive e non solo sul rincorrere le urgenze quotidiane, cosa che facciamo regolarmente, come ricordavo, attraverso i nostri atti ispettivi.
Chiediamo con questa mozione che la Giunta regionale del Piemonte sull'esempio delle azioni poste in essere da altre Regioni, s'impegni a predisporre senza indugio forme concrete e adeguate d'incentivazione del trasporto pubblico locale. Poi aggiungiamo particolare attenzione all'accesso gratuito per i giovani piemontesi, perché supportare e favorire l'utilizzo del trasporto pubblico da parte dei ragazzi certamente significa anche sgravare le nostre famiglie da una spesa che per molte delle famiglie piemontesi, probabilmente, è una spesa che sta incominciando a diventare insopportabile.
PRESIDENTE
Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Fava.
FAVA Mauro
Grazie, Presidente.
Proprio per questi disagi che ha riportato in Aula il Consigliere Avetta vorrei già comunicarvi che il prossimo 6 novembre avremo in audizione sia RFI sia Trenitalia proprio per portare all'attenzione il cuore delle criticità che stanno coinvolgendo tutte le tratte piemontesi.
Su questo abbiamo parlato in Commissione proprio per capire il nocciolo della situazione, visto che i disagi continuano, specialmente sulla tratta di Ivrea, che conosciamo bene tutti e due, e sui bimodali; più volte è stato detto che sarebbero stati allungati, ma ancora oggi non hanno ricevuto quell'input e abbiamo quelle difficoltà per cui persone vanno a piedi e non hanno la possibilità di raggiungere il posto di lavoro o la scuola durante la giornata.
Le criticità sono tante ed è da tempo che si manifestano, specialmente sulle nostre tratte canavesane.
Posso dire che proprio qui abbiamo già migliorato parecchio, perché siamo partiti dall'era GTT, quando non era neanche comunicati gli scioperi e neanche i disagi. Oggi, perlomeno, questo avviene. Stiamo lavorando per migliorare tutti quanti, compresi anche i Consiglieri che riportano le criticità sul territorio. Siamo costantemente in contatto con tutti i gruppi dei pendolari, ma come II Commissione stiamo lavorando proprio per audirli tutti, in modo da capire se i disagi sono creati dal sistema ferroviario rotabile o dalle infrastrutture, perché dipendono da entrambi.
Occorre trovare una soluzione, perché è troppo tempo che va avanti e perch i pendolari - e su questo concordo con il Consigliere Avetta - iniziamo a essere veramente stufi.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Fava.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.
RUZZOLA Paolo
Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Avetta per questa proposta. È vero, spesso il collega dice "noi" e ne sono contento, perché ci siamo alternati, ma sono tanti anni che qui siamo tutti "noi".
È un problema annoso che dura da molti anni. È importante dire che c'è molto da fare, ma è anche importante dire quanto è stato fatto negli ultimi cinque anni rispetto a quelli precedenti.
Faccio un esempio. Si stanno predisponendo le gare per il trasporto pubblico locale su gomma, che credo non si rinnovi da decenni e stiamo portando avanti l'acquisto di 71 treni nuovi, il che significa svariate decine di milioni di euro. Alcune linee, come la Torino-Pinerolo, ne hanno già beneficiato, ma oggi molte più linee possono avere materiale rotabile di ultima generazione.
C'è poi il rinnovo del contratto con Trenitalia, che si sta portando dietro da anni un contenzioso insolubile. Noi l'abbiamo risolto con l'esborso di diversi milioni di euro. Se chi ci ha preceduto non avesse solo chiesto più servizi, ma si fosse anche preoccupato di pagarli, forse non ci saremmo trovati in questa situazione. Era da circa vent'anni che non si parlava di rinnovo del contratto con Trenitalia e noi abbiamo provveduto.
Abbiamo aperto nuove linee (Alba-Asti e quella per Casale) e una linea per Caselle. Credo sia qualcosa di estremamente importante, per chi abita a Torino e in provincia, un collegamento diretto, che nel momento in cui sarà terminato il passante ferroviario permetterà di avere un treno ogni 15 minuti verso Caselle. Portiamo semplicemente all'onor del mondo quello di cui molte altre città già beneficiano, ossia avere il proprio aeroporto collegato con i territori più periferici.
Ci sarà poi l'apertura di altre linee.
Molto è stato fatto e milioni di euro investiti, in modo particolare sul territorio del collega Avetta, che non ha mai visto tanti interventi e tante risorse. Sono d'accordo che dobbiamo ancora fare molto, ma se tutti quelli che ci hanno preceduto avessero fatto quello che noi abbiamo messo in campo negli scorsi cinque anni, in questa legislatura non ci troveremmo in una situazione del genere.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Ruzzola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.
RAVETTI Domenico
Grazie, Presidente.
Non ho nessuna ambizione di esprimere una verità, ma solo un punto di vista, che però non coincide con il punto di vista del collega Ruzzola.
Bisogna sempre raccogliere spunti polemici che hanno lo sguardo rivolto al passato. Francamente, nello spirito dell'ordine del giorno presentato dal collega Avetta non ci sono spunti polemici, ma il tentativo di provare a sedersi attorno a un tavolo, insieme alla maggioranza, per trovare specifiche soluzioni.
A proposito di punti di vista e non di verità, Presidente, siamo convinti che viviamo in un tempo dove i fattori che incidono principalmente sul consenso elettorale siano parecchi, ma incide sempre meno l'analisi sugli effetti delle scelte che le amministrazioni compiono. Se fosse preponderante l'analisi sulle scelte che le amministrazioni compiono, credo che, a partire dalle "non scelte" degli ultimi cinque anni sul trasporto pubblico locale, l'esito sarebbe stato completamente differente. Il giudizio dei cittadini sull'amministrazione del trasporto pubblico locale negli ultimi cinque anni è negativo e se il voto fosse in relazione a quel giudizio, il centrodestra, legittimamente al Governo di Regione Piemonte proverebbe a cambiare il senso di marcia (non dico a caso questa frase, in questa discussione) rispetto al trasporto pubblico locale.
Noi siamo principalmente legislatori, è vero, però a me piace entrare nel merito anche dei dettagli di natura amministrativa. Vorrei non in quest'Aula, ma in Commissione, se il Presidente della Commissione che è intervenuto ha la volontà - perché ne ha la facoltà - di istituire un gruppo di lavoro per fare un'analisi seria su quanto del proprio bilancio Regione Piemonte destina al trasporto pubblico locale, escluso il trasferimento del fondo nazionale, e di paragonare la quota dal bilancio della Regione Piemonte al trasporto pubblico locale, a ciò che avviene nella maggior parte delle Regioni del Nord del nostro Paese.
Invito il Presidente della Commissione, in quel contesto, in quel gruppo di lavoro, a fare una verifica rispetto alla relazione che c'è tra la proporzionalità del trasferimento legato al bilancio di Regione Piemonte e il numero di abbonati e si accorgerà che negli anni, soprattutto negli ultimi cinque anni, in Piemonte gli abbonati sono diminuiti. C'è una relazione tra gli investimenti delle regioni e i cittadini che decidono di utilizzare il trasporto pubblico locale e non è una narrazione vittoriosa per il centrodestra. La mia è un'opinione, me ne rendo conto, i numeri sono i numeri, ma non c'è un aumento e non state invogliando i cittadini a utilizzare il trasporto pubblico locale, in particolare su ferro. Peraltro in questa regione, se c'è una cosa che è sempre in orario al vostro tempo è il ritardo. Mi dispiace dirlo, ma è così, al di là del punto di vista dei numeri.
Questo ordine del giorno contiene una proposta che è banale nella sua essenzialità: in Piemonte siamo nelle condizioni di poter permettere agli studenti fino all'università o, se volete, fino ai 25 anni, di utilizzare gratuitamente il trasporto pubblico locale.
(Commenti fuori microfono)
RAVETTI Domenico
No, noi non l'abbiamo fatto, ma avete avuto cinque anni per farlo e vi stiamo chiedendo se siete nelle condizioni di poter scegliere con noi la strada che porta la gratuità per gli studenti e le studentesse fino ai 25 anni.
Senza polemica, Capogruppo di Forza Italia, senza polemica. Siamo in queste condizioni? Noi abbiamo fatto qualche conto: significa destinare circa dieci milioni di euro per rendere gratuito a tutti, a prescindere dal reddito, il trasporto pubblico locale. Vogliamo inserire in questa discussione la progressività reddituale? Vogliamo inserire elementi legati al reddito ISEE? Siamo disponibili a discutere, quindi ad abbattere il costo, a diminuire quella cifra preventivabile in circa dieci milioni di euro? Siete disponibili a fare questo ragionamento? Nella campagna elettorale che noi abbiamo perso, così almeno ve lo ridico ancora una volta, voi garantivate treni in orario e che non ci sarebbe stato l'aumento del costo biglietto nel vostro periodo; invece c'è stato l'aumento del costo del biglietto nel vostro periodo, per dirne un'altra fuor di polemica.
Anche il Presidente Cirio in campagna elettorale ha detto: ottima idea, ci stiamo, siamo disponibili, vogliamo discutere con voi - l'ha detto, l'ha dichiarato e le sue dichiarazioni durante la campagna elettorale le potete rinvenire sui mezzi di comunicazione - ma la campagna elettorale è finita avete vinto. Adesso si tratta di provare a fare le cose. Proviamo a dire agli studenti, alle studentesse e alle famiglie del Piemonte che stiamo lavorando a compiere delle scelte per trovare i fondi necessari per garantire la gratuità del trasporto pubblico locale? Questo stiamo dicendo con questo ordine del giorno a prima firma Alberto Avetta. Significa compiere delle scelte con quei dieci milioni. Noi qualche idea questa mattina e questo pomeriggio l'abbiamo dimostrata.
Per esempio, potremmo proporre qualcosa rispetto ai capitoli di competenza dell'Assessore Marrone, per dirne una, ma se non siete d'accordo, proviamo a trovare altri capitoli per poter mettere a disposizione i fondi necessari. Il punto è semplicemente questo, ma tocca a voi compiere la scelta.
Questo atto d'indirizzo è propedeutico alla scelta. È evidente che potremmo non trovarci d'accordo su ciò che è utile tagliare - uso un verbo improprio su alcuni capitoli da destinare alla copertura dei costi, ma se la direzione è condivisa, partiamo dal voto unanime su questo documento.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.
CONTICELLI Nadia
Ringrazio il collega per questo documento che porta in Aula il lavoro che stiamo portando avanti, anche come Ufficio di Presidenza, con i colleghi in Commissione. Peraltro, come già ricordava il collega Ravetti, questa mozione, di fatto, mette nero su bianco un impegno elettorale della maggioranza che governa questa Regione, quindi una specie di memo: la scuola è iniziata, gli studenti nell'area metropolitana di Torino, invece di avere l'abbonamento gratis, quest'anno hanno pagato di più, quindi forse, si aspettavano altro.
Parlando della nostra area metropolitana, c'è l'occasione, il servizio di Extra.To sta andando a gara; il sistema Formula, che era un sistema innovativo quando fu pensato, oggi diventa fortemente distonico, provoca anche delle ingiustizie perché un abbonamento studenti può superare i 500 600 euro all'anno, ma anche questo non ci sarà più perché si va in gara.
Ho avuto modo di dirlo anche in Commissione e spiace che nell'audizione al di là del lavoro che la Commissione sta provando a fare con l'Assessore non sia emerso su questo fronte nessuna visione della Giunta. L'Assessore ai trasporti ci ha detto che stanno facendo le audizioni per le gare e gli ambiti ma, rispetto all'indicazione politica.
Naturalmente l'Agenzia metropolitana regionale è un ente strumentale che applica gli indirizzi politici della Giunta che, onestamente, non abbiamo capito quali siano su questo punto.
C'è un progressivo disinvestimento. L'ultimo investimento fu la famosa cura del ferro del Ministro Delrio, ma a livello nazionale sul ferro, e tanto più nella nostra regione, stiamo andando in una direzione del tutto diversa e contraria rispetto a quella in cui stanno andando, al di là delle prescrizioni perché più conveniente, gli altri Paesi europei. Sui ritardi e sulle linee non in sicurezza, ricordo che ci sono stati due morti nel giro di una settimana. Non dico niente. Io prendo il bus a Torino e la mattina spesso faccio già fatica, ma c'è chi arriva da ben più lontano, quindi fa evidentemente più fatica di me, lo prova sulla propria pelle.
Mi spiace dire che il collegamento con il ferro per Caselle, per cui anche noi abbiamo tanto lottato e lavorato davvero come obiettivo comune, ha prodotto, però, per com'è stato gestito e per com'è gestito oggi gravissimi disagi proprio ai pendolari e agli studenti, cioè a quella fascia di popolazione che non solo usa il mezzo pubblico tutti i giorni, ma spesso non ha altra scelta, perché le linee SFM4 e SFM7, quelle che vanno da Alba a Fossano deviate su Ciriè, saltano Settimo e Stura. Le stazioni di Stura e Rebaudengo sono due stazioncine, ma sono quelle che, in assenza di una seconda linea della metropolitana e, poi, anche in presenza di una seconda linea della metropolitana, garantiscono agli studenti e anche a molti lavoratori la possibilità di spostarsi all'interno dell'area metropolitana e all'interno della città, con i mezzi pubblici e con il ferro.
Riteniamo che il mezzo pubblico.
Vedo che siete sempre interessati ai temi trattati.
PRESIDENTE
Signori Consiglieri, silenzio, grazie.
Prego.
CONTICELLI Nadia
Dicevo che il mezzo pubblico non è l'ultima frontiera degli "sfigati", ma dovrebbe essere il mezzo più efficiente per spostarsi e, quindi, il mezzo su cui viene anche misurata l'efficienza dell'amministrazione e questo pu essere ribaltato su tutta la Regione.
Adesso ci aspettiamo, quindi, che avendo messo nero su bianco quello che stava nel programma elettorale della maggioranza che oggi governa e che non è stato realizzato in questi mesi - non so, forse per distrazione, forse il programma non era ben definito - che la maggioranza faccia un passo indietro.
Ci aspettiamo, quindi, che questo documento, che è il più possibile neutro che chiede degli impegni che sono dovuti e doverosi nei confronti dei piemontesi, sia sostenuto in maniera unanime da quest'Aula.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Calderoni.
CALDERONI Mauro
Grazie, Presidente.
Spiace, spiace davvero l'intervento del Consigliere Ruzzola, perché le dichiarazioni sinceramente preoccupate del Consigliere Fava lasciavano ben sperare in una convergenza ampia e trasversale sullo stato di totale inadeguatezza del trasporto pubblico piemontese.
Veda, Presidente, e vedano, colleghe e colleghi: oggi, fuori dall'area metropolitana, di cui ha parlato approfonditamente la collega Conticelli di fatto, non esiste un trasporto pubblico; esiste un trasporto scolastico nella fascia d'ingresso e di uscita dalle scuole e neanche per tutti i territori, peraltro. Questo è il servizio in essere.
Occorre quindi una visione, un progetto di mobilità pubblica che non abbiamo ancora compreso. E proprio l'avvio delle procedure finalizzate alle gare conferma l'assenza di questo progetto generale, laddove la Giunta e l'Agenzia per la mobilità si recano sui territori a raccogliere istanze parziali, invece di proporre modelli di trasporto pubblico generale.
Allora, a fronte delle tante istanze locali, delle tante preoccupazioni delle tante segnalazioni di disservizi che sono emersi nella Commissione specifica e in combinato disposto con un altro atto importante che dovremmo deliberare nelle prossime settimane, il Piano sulla qualità dell'aria credo che ci sia lo spazio per un confronto aperto e franco su un modello di mobilità che non può più puntare soltanto alla mobilità privata e sull'automobile, anche a fronte della situazione precaria, diciamo per essere generosi, della viabilità e del sistema infrastrutturale soprattutto sul Piemonte 2.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Pentenero.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente.
È stato già ricordato più volte durante questo dibattito il fatto che in campagna elettorale il Presidente Cirio e, quindi, questa maggioranza, ha più volte ribadito che di fronte alla proposta - ne sono testimone diretta che il centrosinistra faceva, ovvero di portare il servizio gratuito per gli studenti fino a 25 anni, ha ribadito che era già pronto il provvedimento, anzi era già iniziata una serie di lavori per verificare e per fare delle valutazioni rispetto all'ISEE e che si pensava di arrivare fino a 26 anni.
(Commenti fuori microfono)
PENTENERO Gianna
Può sembrare un'affermazione ironica, però vi assicuro che durante la campagna elettorale, per testimonianza diretta, ho verificato più volte questo tipo di atteggiamento, in cui mi veniva detto che era già tutto pronto per arrivare a 26 anni.
Non ho ancora letto la variazione di bilancio presentata lunedì in Commissione, ma non mi sembra di aver visto nulla che vada nella direzione di favorire un trasporto pubblico che sia, innanzitutto, un trasporto accessibile agli studenti, spesso costretti a rinunciare a un percorso di studi, in modo particolare studi universitari. Addirittura pare essere, a oggi, uno degli elementi di maggiore caratterizzazione rispetto alla dispersione scolastica, proprio per la mancanza di un servizio pubblico adeguato alle esigenze di tutto il territorio. Ci sono territori non collegati e studenti che faticano a pagare l'abbonamento, che sappiamo essere aumentato in modo significativo quest'anno, in esatto opposto a quanto detto dal Presidente in campagna elettorale, cioè che saremmo arrivati ad assicurarlo gratuito fino a 26 anni. Lo ripeto perché questa è la frase con cui abbiamo discusso e dibattuto durante la campagna elettorale.
Discuteremo in Aula anche di un altro documento assolutamente importante: il Piano dell'aria. Lo anticipo perché il Piano dell'aria è strettamente collegato all'efficacia che riusciremo a dare e a quanto i servizi di trasporto saranno puntuali e precisi in ogni parte del nostro territorio.
Le risorse messe a disposizione attraverso il Piano dell'aria non sono n più né meno di quelle già previste all'interno del bilancio, quindi nulla di nuovo.
La domanda, per la quale attualmente non c'è ancora risposta, è se si vuole attuare quanto promesso in campagna elettorale. Si vuole dare risposte vere, chiare e precise ai cittadini, attraverso una pianificazione dei trasporti che metta in collegamento il trasporto su ferro con il trasporto su gomma, o si vuole sempre e solo promettere cambiamenti che poi non si riescono a mantenere e a garantire in un Piemonte che ha alcuni territori completamente isolati? L'ordine del giorno presentato dal Consigliere Avetta è un documento di grande valore e di grande importanza, che ritornerà in quest'Aula, prima con la discussione sulla variazione di bilancio e poi con il Piano dell'aria.
Il tutto dovrà essere coerente con la competenza principale di questa Giunta e di questa maggioranza, ovvero programmare e pianificare i trasporti per rispondere a esigenze precipue dei nostri cittadini rispondendo a un livello essenziale per il quale andiamo a chiedere ancora maggiore competenza. Se non saremo in grado di rispondere alle esigenze fondamentali dei cittadini continueremo ad avere una situazione per la quale riceveremo quotidianamente segnalazioni, che gireremo a questa maggioranza, e voi avrete un Piemonte non collegato che non darà risposte alle esigenze dei nostri cittadini.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Pentenero.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Verzella; ne ha facoltà.
VERZELLA Emanuela
Grazie, Presidente.
Durante la risposta a un mio question time l'Assessore Gabusi ha usato una frase che trovo veramente ingenerosa nei confronti dei piemontesi: alcune parti di questo territorio non hanno tendenza a utilizzare il ferro, quindi usano l'auto perché gli viene più comodo.
Tutti i più autorevoli studi condotti da persone che sicuramente ne sanno più di me (è molto facile saperne più di me sull'argomento) dicono che è l'offerta che crea la domanda: se tu hai un'offerta degna di questo nome allora il ferro diventa appetibile.
Comprendo che ci sono delle difficoltà per fare un'offerta, ma le difficoltà sono dovute a rincorrere l'emergenza. Dovremmo avere insieme una logica programmatoria, ma una logica programmatoria vuol dire anche, e in questo momento è particolarmente urgente per le ferrovie, dare alla rete ferroviaria, a Roma dove si sta discutendo l'aggiornamento del contratto di programma (aggiornamento che dovrebbe vedere la luce entro la fine di quest'anno), una pianificazione. Una pianificazione, leggo sul sito, che dovrebbe essere effettuata sulla base di studi, analisi, valutazioni e proiezioni che tengano conto degli avanzamenti realizzativi e progettuali degli interventi programmati, così come delle evoluzioni del contesto strategico, normativo, trasportistico, economico finanziario di riferimento. Da parte di chi? Chi deve dare questi elementi? Uno degli enti che deve dare questi elementi è sicuramente la Regione, perché deve vivere di programmazione, deve sapere dove andare a parare, deve programmare l'allocazione delle risorse. Se non c'è questa parte, possiamo soltanto andare, come si sta facendo per il trasporto su gomma, a chiedere ai territori che cosa si vorrebbe. Questa non è una logica programmatoria questa è una logica in cui si cerca di ascoltare e poi di fare quello che è possibile all'interno di logiche di risposta emergenziale, ma non è così che si danno i segnali che questa Regione e i territori più isolati vogliono. Almeno, non credo sia così.
La proposta del Consigliere Avetta va nella direzione educativa. Educare i giovani che quella risorsa è utilizzabile, che quella risorsa esiste, vuol dire anche fare un'opera di educazione e disincentivazione dell'utilizzo quando se lo potranno permettere, dell'auto propria. Dobbiamo lavorare sulle giovani generazioni affinché trovino appetibile il trasporto pubblico locale e per questo non possiamo, sulla gomma, neanche limitarci a offrire un servizio soltanto scolastico, perché i ragazzi devono potersi muovere dai posti isolati per raggiungere i luoghi dove vengono prodotte cultura informazione, dove si svolgono manifestazioni sportive per fare, in una parola, godere di tutte le opportunità che sono a disposizione di chi questi trasporti può permettersi.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Verzella.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ravinale; ne ha facoltà.
RAVINALE Alice
Molto brevemente soltanto per confermare il nostro supporto all'ordine del giorno del collega Avetta.
Molto è già stato detto. Condivido in particolare gli interventi che richiamavano il collegamento di questo genere di azioni con il tema della qualità dell'aria della nostra regione, legata al Piano, certamente, ma più in generale legato a una questione di salute pubblica che, di conseguenza dovrebbe avere uno sforzo di programmazione decisamente ampio.
La promessa elettorale aveva trovato anche il nostro stupito favore. Oggi non ci stupiamo del fatto che ci siano deboli conferme che qualcosa si sta facendo, ma attendiamo fiduciosi che si vada in quella direzione, sapendo che, da un lato, c'è il tema dell'accesso economico al sistema di trasporto e, dall'altro, ancora più importante, c'è il fatto di avere un sistema di trasporto che non comporti quei disagi di cui parlava presentando l'atto il Consigliere Avetta e che dunque sia una valida alternativa al mezzo privato, cosa che consentirebbe anche di andare incontro alle esigenze economiche.
Ci tenevo soltanto a esprimere il nostro convinto sostegno a questa mozione.
PRESIDENTE
Grazie Consigliera Ravinale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.
DISABATO Sarah
Anche noi vogliamo intervenire a supporto di questa mozione. Tra l'altro ci autodenunciamo come forza politica, perché il Movimento 5 Stelle è stato l'unico partito a non inserire la proposta di trasporto gratuito per i giovani nel proprio programma elettorale, proprio perché, secondo noi, una proposta del genere deve avere tutta la dignità di essere discussa valutata e analizzata soprattutto dal punto di vista dei costi in luoghi opportuni e lontani da quelli della propaganda e dai tempi della propaganda e della campagna elettorale, altrimenti le aspettative che si creano da parte dei cittadini diventano alte.
È evidente che soprattutto le famiglie si aspettano un intervento da parte della Giunta Cirio sul tema, proprio perché il trasporto pubblico gratuito dedicato ai giovani è stato il cavallo di battaglia della campagna elettorale insieme ad altre proposte (addirittura me lo sarei aspettato nei primi cento giorni di Governo).
Spesso si chiedeva al Presidente Cirio che cosa volesse fare nel caso di rielezione nei primi cento giorni e lui rispondeva sempre con entusiasmo rispetto al tema del trasporto pubblico. Auspico che questo avvenga in fretta, ma le premesse non sono così rassicuranti perché, da quello che abbiamo potuto scoprire dai giornali, pare che la misura del trasporto gratuito per i giovani sia orientata soltanto a una zona specifica, che è quella della città di Torino. Benché io sia residente nella provincia di Torino, dovrei accogliere con molto favore questa notizia, ma così non è.
Mi rendo conto che una Regione sbaglia a discriminare tra territori e creare cittadini di serie A e di serie B in merito a un tema sensibile come questo.
Non deve essere una colpa nascere in provincia di Alessandria piuttosto che in provincia di Novara, rispetto al nascere nella provincia di Torino e poter usufruire di un'agevolazione che in un'altra provincia non c'è.
Questo deve essere, secondo me, il primo elemento di riflessione da parte della Giunta, quindi occorre analizzare, effettivamente, la proposta dal punto di vista economico e trovare le risorse adeguate a finanziare una misura su scala regionale. Questo dovrebbe essere il primo pilastro da cui partire.
Il secondo, a mio avviso, dovrebbe essere una serie di misure volte a trovare i finanziamenti per sostenere questa misura. Ieri abbiamo assistito alla discussione sulle prime determinazioni sulla variazione di bilancio e abbiamo scoperto che verrà ripristinato, anzi, verrà inserito il bollo sulle auto ibride a partire dal 2025 ben al 50% e, sempre a partire dal prossimo anno, non verrà nemmeno rifinanziato lo sgravio sul bollo per le auto GPL e a metano. Mi sarei aspettata, al contempo, delle misure di agevolazione di utilizzo del trasporto pubblico locale. Poiché si reintroduce una tassa sul possesso del veicolo privato e si vuole fare un'azione da questo punto di vista, almeno si inserisca qualche agevolazione.
Dalla variazione di bilancio non abbiamo contezza di tutto questo. Ci aspettavamo, come dicevo prima, nei primi cento giorni, un indirizzo preciso da parte della Giunta che non è arrivato. Quello che si prospetta per il prossimo anno, comunque, è un esborso da parte dei cittadini sotto questo punto di vista, ma al contempo nessuna alternativa rispetto alla mobilità sostenibile. Questi potrebbero essere i primi 120 giorni della Giunta Cirio riassumibili, se dovessimo fotografare la situazione a oggi.
Noi ovviamente sosterremo l'atto d'indirizzo. Ripeto, questa misura non era presente nel nostro programma non per mancanza di volontà, ma perch riteniamo che sia una questione molto seria che va annunciata solo nel momento in cui si ritrovano le risorse, che devono essere innegabilmente tante. D'altra parte, concentriamoci anche sulla qualità del trasporto pubblico, vale a dire il servizio che mettiamo a disposizione, a partire dalle aziende che erogano il servizio, anche andando ad analizzare la situazione sulle linee ferroviarie piemontesi, dove troviamo ancora linee sospese e linee con malfunzionamenti. Questo è emblematico della situazione in cui versa il trasporto pubblico locale nella nostra regione.
Le riflessioni a monte da fare sono tante, gli investimenti pure, però si trovi a questo punto il momento giusto per dare avvio alle grandi riforme che aveva promesso il Presidente Cirio e che ancora non ha messo in pratica, così come si avvii una discussione seria, perché non vorrei uscire di qua e suscitare ai cittadini piemontesi la falsa illusione di vedere uno sgravio o, comunque, un'agevolazione a partire da domani, quando così non sarà.
Si abbia la responsabilità di annunciare una misura simile soltanto quando si saranno trovate le risorse, perché la campagna elettorale ormai è finita e le false promesse dovrebbero finire con essa.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buzzi Langhi; ne ha facoltà.
BUZZI LANGHI Davide
Grazie, Presidente.
Intervengo per elogiare quello che è stato l'intervento del mio Capogruppo Ruzzola, in quanto ha descritto con abilità quella che è stata la programmazione della Giunta regionale dell'Assessorato ai trasporti e su tutto quello che attiene al mondo dei trasporti.
Ha elencato le tante cose che sono state fatte e mi premeva fare alcune precisazioni.
Per quanto riguarda l'uso del mezzo su ferro, prima si affermava che c'è una diminuzione; dai dati che abbiamo noi, invece, vede un incremento del 2%, quindi l'utilizzo delle persone che vanno su treno vede una maggiorazione del 2%. Questo vuol dire che le politiche regionali, tutto sommato, comportano un incremento dell'uso dei treni.
Per quanto riguarda il trasporto su gomma, ci sono in più dieci milioni di euro stanziati dalla Giunta regionale nel 2023, 2024 e 2025. Questo dimostra un'ulteriore attenzione verso il mondo dei trasporti.
Sono azioni che chiaramente e probabilmente aiutano tutto quello riguarda il mondo dei trasporti. Possono non essere sufficienti, ma sicuramente la Giunta sta lavorando per dare maggiore soddisfazione a tutti coloro che viaggiano sia su ferro sia su gomma.
Anche per quanto riguarda la questione che anche a me sta sicuramente a cuore, anch'io non sono più giovane, ma mi sento ancora giovane.
L'abbonamento gratuito ai giovani sicuramente sarebbe qualcosa di assolutamente opportuno. È nei nostri programmi realizzarlo ed è nelle nostre volontà, ma chiaramente bisogna lavorare perché questo avvenga.
Siamo non del tutto allineati sui costi; prima è stata citata la necessità di stanziare dieci milioni euro per dare la possibilità agli studenti di avere l'abbonamento gratuito; prendiamo atto che siano dieci milioni, anche se su questo, sicuramente, bisogna fare maggiore indagini.
Tutte queste argomentazioni possono essere portate e discusse nella Commissione trasporti presieduta dal mio collega di Gruppo Mauro Fava.
Sicuramente, meritano approfondimenti e più le forze politiche lavorano insieme su questo argomento, più si chiede maggiore funzionalità a tutto il settore dei trasporti, più lo facciamo anche in sinergia, anziché andare in contrasto su un qualcosa che sicuramente serve a tutti gli utenti, che siano di destra o di sinistra, forse facciamo qualcosa di doveroso e forse le cose possono migliorare davvero.
Ben venga, quindi, un'ampia discussione all'interno della Commissione competente.
PRESIDENTE
Non vi sono altri iscritti a parlare.
Dichiaro chiusa la discussione generale per procedere alla fase deliberativa.
Chiedo il parere della Giunta sull'ordine del giorno.
Prego, Assessore Vignale.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta è negativo, però vorrei brevemente motivarlo.
Come hanno già detto molti Consiglieri che sono intervenuti, credo che occorra tenere conto di alcuni aspetti oggettivi.
Il primo è che il trasporto pubblico locale avrà sempre difficoltà nella sua gestione in una Regione grande come la nostra, con aree così distanti e difficili da raggiungere, però credo che si debba partire da qualche dato oggettivo.
Secondo l'Agenzia regionale della mobilità, in Piemonte, nel 2023, aumenta del 17%, complessivamente, l'utilizzo del trasporto pubblico locale e del 15% di quello su ferro. Saranno piemontesi che lo utilizzeranno con un po' si direbbe, di "sagrin", cioè con qualche problema ogni tanto, però è un dato numerico relativo alle frequentazioni e ai biglietti pagati.
Un altro dato oggettivo è che, nel 2010, l'Amministrazione di centrodestra chiuse una serie di linee ferroviarie e, nella precedente legislatura e in questa - non in quella ancora prima - ne sono state riaperte tre: le linee Casale-Mortara, Asti Alba e Torino-Caselle e, da qui a breve, la Fossano Cuneo. Mi permetto di dire che nei cinque anni precedenti non è avvenuto cioè il centrosinistra aveva tutta la possibilità da riaprire alcuna delle tratte chiuse, ma questo non è avvenuto.
Sono stati cambiati in modo consistente (gli ultimi quattro nel mese di marzo 2024), una parte di treni locali regionali: jazz e pop (chi frequenta e utilizza i treni li vede).
Faccio un esempio e poi termino.
È vero che sulla Torino-Germagnano, linea che conosco bene, ci sono dei ritardi, ma ricordo che, prima dell'apertura della Torino-Ciriè e della Ciriè-Germagnano, per arrivare a Germagnano ci volevano due ore e mezza.
Adesso ci si impiega un'ora in meno per cui - la dico male - se anche ci sono 15 minuti di ritardo, si ha un beneficio.
Dopodiché, la più grande misura di utilizzo del trasporto pubblico su ferro è stata proprio (chi è torinese lo sa bene) l'apertura della Torino-Ciriè perché ha creato una metropolitana verso le Valli di Lanzo e il Canavese.
Certamente tutto è possibile e migliorabile, la disponibilità del Consigliere Fava a discutere i temi presentati dal Consigliere Avetta non va sottovalutata, come nessuno si sottrae a un'indicazione espressa in campagna elettorale. Non ricordo se fosse nel programma, ma il Presidente Cirio e l'Assessore Gabusi in più occasioni hanno detto che si lavora per la gratuità totale o parziale, perché c'è anche un tema di sostenibilità economica, rispetto agli zero-25, dell'utilizzo del mezzo pubblico.
Ci sono tantissime cose da fare e speriamo di farle insieme, perché ne beneficeranno tutti i territori del Piemonte, però ci permettiamo di dire che tutta una serie di azioni fatte negli ultimi cinque anni e mezzo (non è per avere il torcicollo, ma perché chi è intervenuto ha fatto un ragionamento rispetto alle politiche del centrodestra che non hanno programmazione), hanno risolto una parte dei problemi, fra cui pagare 80 milioni di euro di debito con Ferrovie.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore Vignale.
Il Consigliere Avetta, primo firmatario, non intende replicare.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 10, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)
Esame ordine del giorno n. 22 presentato da Protopapa, Cerutti, Carosso Gancia, Ricca, Godio e Raiteri, inerente a "Introduzione del 'deblistering' (preparazione di confezionamenti personalizzati per migliorare l'aderenza terapeutica dei pazienti), sul territorio della Regione Piemonte"
PRESIDENTE
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 22, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Prima firmatario è il Consigliere Protopapa, cui lascio la parola.
PROTOPAPA Marco
Grazie, Presidente.
Il presente ordine del giorno prende in considerazione i molteplici studi che hanno evidenziato quanto sia importante, per una migliore cura del paziente, seguire indicazioni degli operatori sanitari in tempi e secondo quello che riguarda le dosi e le frequenze dell'assunzione di farmaci.
Nella pratica medica, questo viene chiamata aderenza terapeutica, di fondamentale importanza per pazienti di tutte le età e ancor di più per gli anziani, spesso cronici e pluripatologici, ovvero soggetti più deboli e quindi più a rischio.
Questo servizio, non ancora compiutamente disciplinato, trova il suo fondamento nell'articolo 1, comma 462 dalla legge di bilancio 2020, in cui se ne sottolinea la necessità per la presa in cura, come già evidenziato in premessa, di pazienti cronici e spesso pluripatologici al fine di migliorarne l'aderenza alla terapia. La norma prevede "la possibilità di usufruire presso le farmacie e in collaborazione con medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e, comunque, nel rispetto di prescrizioni mediche, di un servizio di accesso personalizzato ai farmaci"2. Tale norma conferma, inoltre, l'indirizzo già espresso dal Consiglio di Stato con sentenza n. 4257/2015 riguardo la possibilità di sconfezionare medicinali di origine industriale per allestire preparati magistrali in casi di particolari necessità del paziente.
L'importanza dell'aderenza terapeutica è ormai riconosciuta in tutto il mondo. Olanda e Paesi scandinavi sono stati i primi a rendere possibile questa forma di personalizzazione della terapia; in Italia è stata la Lombardia a importare tale modello, seguita da altre Regioni come il Veneto, la Liguria, la Toscana e il Lazio.
Migliorare l'aderenza terapeutica è fondamentale al fine di seguire in maniera corretta le terapie prescritte ai pazienti con conseguente diminuzione di rischi e costi sia in termini di salute sia economici per questi ultimi.
La Regione Lombardia, nell'avviare tale processo, ha introdotto per la prima volta in Italia l'attività di riconfezionamento, che consiste nello sconfezionamento di un medicinale industriale da parte di un farmacista (quest'ultimo ne ha la piena prerogativa, in quanto professionista sanitario esperto del farmaco) modellando la distribuzione dei blister in maniera tale da aiutare pazienti cronici e in politerapia a rispettare tutte le dosi e le scadenze necessarie, permettendo così al paziente di seguire la terapia in maniera più precisa, efficiente e sicura. Tale servizio è rivolto anche a pazienti di RSA e strutture sanitarie pubbliche e private, proprio al fine di fornire un supporto concreto nell'assunzione dei medicinali a chi ne ha maggiormente bisogno. L'attività di riconfezionamento, di fatto, consiste nell'allestimento di un blister contenente tutte le unità posologiche dei diversi medicinali che il paziente deve assumere in una settimana ai fini della terapia che gli è stata prescritta.
Pertanto, l'attività di riconfezionamento, oltre a rafforzare l'interazione tra paziente e farmacista, evita l'utilizzo inappropriato dei farmaci previene il rischio di errori nella terapia e permette la dispensazione di un farmaco sempre più personalizzato.
Inoltre, introdurre quanto sopra per il Piemonte permetterebbe un notevole risparmio di risorse, evitando gli sprechi.
Tutto quanto sopra premesso e considerato, il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale e l'Assessore competente ad attivarsi affinch l'attività di deblistering venga normata e attuata su tutto il territorio piemontese.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA
PRESIDENTE
È aperta la discussione generale.
Ricordo che gli interventi possono durare al massimo dieci minuti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Raiteri; ne ha facoltà.
RAITERI Silvia
È ormai postulato che per una migliore cura del paziente sia di fondamentale importanza seguire le indicazioni mediche, con particolare attenzione alle terapie. Ne consegue che il rispetto di tempi, dosi e frequenza nell'assunzione dei farmaci, che nella pratica medica viene definita come aderenza terapeutica, sia fondamentale per tutti i tipi di pazienti, indipendentemente dall'età o dalla gravità della malattia e, a maggior ragione, lo è ancor di più per i cronici e pluripatologici.
Per affrontare questo tipo di criticità e tutelare l'aderenza terapeutica Olanda e Paesi scandinavi hanno introdotto, per primi in Europa, il sistema di personalizzazione della cura attraverso il deblistering, ovvero lo sconfezionamento di un farmaco industriale e riconfezionamento da parte di una farmacia nella dose puntuale.
In Italia, la prima che seguirà questo tipo di modello è stata la Regione Lombardia, seguita poi da Veneto, Liguria, Toscana e Lazio. La Regione Veneto, in particolare, con l'approvazione nella primavera scorsa del DGR 423, ha affrontato la materia in modo approfondito e innovativo promuovendo un sistema di personalizzazione della terapia in DUP (dosi unitarie personalizzate), che può essere d'ispirazione anche per la Regione Piemonte.
La creazione, inoltre, di un servizio che fornisca ai pazienti in cura la dose di farmaco puntuale rispetto alla terapia indicata dal medico, non solo garantirebbe una migliore aderenza terapeutica, ma avrebbe anche ricadute positive sul contenimento della spesa farmaceutica e conseguentemente, sulla riduzione della spesa sanitaria generale. Un sistema che aiuterebbe anche il paziente in terapia domiciliare a evitare un'errata somministrazione, un sovradosaggio e uno spreco del farmaco.
Allo stesso modo, agevolerebbe anche il rapporto tra le farmacie territoriali del cittadino, incoraggiando un dialogo che possa essere utile a fornire una maggiore consapevolezza sull'utilizzo appropriato dei farmaci, prevenendo così un serio rischio per la salute. Serve, quindi, un articolato normativo che regolamenti l'attività di deblistering con l'individuazione dei soggetti autorizzabili e una procedura puntuale che preveda i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi.
Al fine di garantire l'integrità dei farmaci, sarà necessario assicurare la tracciabilità delle confezioni processate attraverso l'utilizzo di software gestionali che permettano di tracciare in tempo reale targatura, data di confezionamento e data di scadenza, ciò anche al fine di scoraggiare eventuale contraffazione.
Ci sono poi situazioni in cui la corretta somministrazione della terapia farmacologica che, come abbiamo detto, costituisce requisito indispensabile per l'efficacia della cura, risulta impossibile da somministrare con la formulazione originale delle forme farmaceutiche, rendendo necessaria la loro manipolazione. Sono i casi dei pazienti disfagici, predisfagici politrattati, anziani e pediatrici (questo lo dico anche in piena coscienza, perché negli ultimi anni, essendomi occupata di RSA, il problema della deglutizione negli anziani è veramente un problema per le cure e la somministrazione di farmaci). Parliamo di pazienti fragili, per i quali spesso non è possibile somministrare forme farmaceutiche orali solide integre o che necessitano avere un dosaggio non disponibile in commercio.
In tali circostanze, qualora non sia possibile utilizzare un medicinale di origine industriale, ovvero allestire un preparato magistrale, può rendersi necessario ricorrere alla manipolazione delle forme farmaceutiche, come la divisione di compresse, la triturazione, la frantumazione e l'apertura delle capsule. È ovvio che anche la manipolazione farmaceutica, che se non correttamente gestita può causare instabilità del medicinale, va eseguita solo da farmacisti formati, a tutela non solo dei pazienti, ma anche degli operatori e dei caregiver.
Il sistema di somministrazione di dosi uniche e personalizzate è quindi un sistema innovativo di cura del paziente, del quale la Regione Piemonte deve assolutamente dotarsi se vuole continuare a recitare un ruolo di riferimento all'interno del sistema sanitario nazionale.
L'esperienza già raccolta nelle altre Regioni indica una strada che appare necessario seguire. La Regione Veneto, in particolare, ha già approvato con mano i benefici derivanti da tale modalità di somministrazione in dose unitaria, prioritariamente in termini di prevenzione del rischio di errore di somministrazione della terapia farmacologica, nonché di miglioramento dell'efficienza della gestione delle terapie stesse, tra l'altro, con conseguente riduzione del tempo impiegato dagli infermieri per la preparazione delle terapie e dei costi per l'intero Sistema Sanitario Regionale.
Abbiamo parlato di pazienti fragili, cronici, anziani e pediatrici, come di sistemi già introdotti in diverse Regioni italiane, ma la Regione Piemonte a mio avviso, potrebbe anche andare oltre e fare un passo in avanti valutando la possibilità di utilizzare i metodi di riconfezionamento e di erogazione in dose personalizzata anche nei casi di alcune terapie sporadiche, riducendo così lo spreco e l'utilizzo inappropriato dei farmaci scaduti.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Unia.
UNIA Alberto
Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per fare una domanda.
Siamo assolutamente favorevoli, mi sembra un'ottima iniziativa e ci sarebbe piaciuto poterne discutere in maniera più approfondita.
Sui costi, però, poiché è un servizio che ricade su qualcuno: chi paga questo servizio? Lo paga il farmacista, l'azienda farmaceutica, il cittadino? Qualcuno lo paga, perché per sconfezionare e riconfezionare qualcuno deve metterci mano. Solo per capire, perché tendenzialmente saremmo abbastanza d'accordo.
PRESIDENTE
Le ricordo che dovrebbe rivolgersi alla Presidenza e poi la Presidenza dovrebbe chiedere al primo firmatario.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
No, no, ci mancherebbe.
La parola al Consigliere Protopapa.
PROTOPAPA Marco
Grazie, Presidente.
Preciso che, nell'ambito dell'ordine del giorno, chiedo che possano essere inserite anche le farmacie ospedaliere e comunali e che questa attività possa anche avere una fase di sperimentazione.
Con questo intervento, posso rispondere al collega Unia, perché la sperimentazione potrebbe mettere a giudizio le varie ipotesi d'intervento proprio per quanto riguarda un servizio che viene dato.
Sicuramente, ha dei costi, però credo che una farmacia che voglia allinearsi a questa esigenza e che possa fare un investimento potrebbe diventare sicuramente più appetibile e più interessante rispetto ad altre.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Magliano.
MAGLIANO Silvio
Grazie, Presidente.
Vorrei ringraziare il collega per la presentazione di questo atto che, tra l'altro, va anche incontro a problematiche che spesso vengono affrontate al banco farmaceutico, cioè a quelle delle confezioni di farmaci non completamente utilizzate che il banco farmaceutico, da questo punto di vista, è in grado di rimettere nelle disponibilità.
Costruendo una filiera in modo tale che le cure possano essere modulate proprio per quel certo paziente, si farebbe un passo avanti e non si sprecherebbero farmaci che, a volte, hanno dei costi oggettivamente importanti, in alcuni casi proibitivi.
Nello stesso tempo, siamo a conoscenza, perché la scorsa legislatura ce ne eravamo occupati, di macchinari addirittura fatti apposta, in modo tale che sia la macchina, attraverso l'intelligenza artificiale e, soprattutto nelle RSA, a predisporre la cura terapeutica, quindi a gestire la terapia attraverso un sistema meccanizzato che viene protocollato secondo un'indicazione di un farmacista. Anche quel tipo di protocollo macchina uomo potrebbe avere un valore aggiunto.
Questo per dire che il nostro voto sarà favorevole e per ringraziare perché sarebbe un passo in più.
PRESIDENTE
Collega Unia.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Non potrebbe, ma se vuole.
UNIA Alberto
Non voglio essere molesto, assolutamente.
Poiché ho appena letto che in Lombardia il servizio è a totale carico del cittadino, ci tenevo particolarmente ad approfondire sui costi, ma non per votare contro, assolutamente. Penso che sia una cosa buona e positiva credetemi.
Se si potesse fare un approfondimento e poi votare l'atto di indirizzo, a me piacerebbe poterlo votare in tutta tranquillità.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Pentenero.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente.
Condivido quanto ha detto il Consigliere Unia, nel senso che non possiamo immaginare che questa spesa sia a carico dei cittadini. Prendo intanto atto delle parole che sono state inserite dal Consigliere Protopapa, cioè il fatto che si coinvolgono anche le farmacie ospedaliere e le farmacie comunali e che l'attività abbia un carattere di sperimentazione, peraltro già avviata in alcuni ospedali della nostra Regione qualche anno fa e poi interrotta.
Se vogliamo, possiamo ancora aggiungere, oltre alla sperimentazione, se siamo d'accordo, il fatto che poi si facciano le valutazioni di carattere economico per arrivare alla determinazione. Credo che questo potrebbe renderci tutti felici, ma siamo per esprimere un parere favorevole rispetto a quanto detto.
Ritengo che il carattere di sperimentazione voglia dire che siano poi fatte le valutazioni di carattere economico. Se vogliamo aggiungere "anche facendo le valutazioni di carattere economico", credo sia la migliore soluzione.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Protopapa; ne ha facoltà.
PROTOPAPA Marco
Grazie, Presidente.
Il discorso dell'economicità è un discorso che potrebbe avere delle ragioni, ma trattandosi di una scelta che ogni farmacia potrà fare, nulla vieta che lo si faccia e che eventualmente si possa utilizzare e gradire.
Tutto questo nascerà da un'analisi della sperimentazione e pertanto, se è possibile, lascerei il testo in termini generali.
PRESIDENTE
Chiedo se la Giunta vuole esprimere il proprio parere.
Prego, Assessore Marrone.
MARRONE Maurizio, Assessore regionale
La Giunta regionale esprime parere favorevole.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Prego, Consigliera Disabato.
DISABATO Sarah
Posso avere il riepilogo delle modifiche?
PRESIDENTE
Prego, Consigliere Protopapa.
PROTOPAPA Marco
Abbiamo aggiunto: "Comprese le farmacie ospedaliere e comunali" e poi, alla fine, "la Giunta e l'Assessore competente ad attivarsi affinché l'attività venga normata e attuata su tutto il territorio piemontese previa una fase di sperimentazione".
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Protopapa.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 22, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)
Programmazione dei lavori
PRESIDENTE
Ricordo che in data 8 ottobre è pervenuta la richiesta di trattazione d'urgenza, ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale, del disegno di legge n. 51, inerente a "Disposizioni in materia di ordinamento del personale, modifiche della legge regionale 28 luglio 2008 n. 23", presentato dalla Giunta regionale in data 8 ottobre 2024.
Rammento che, sulla richiesta pervenuta, il Consiglio regionale si esprime con votazione palese dopo aver ascoltato un oratore a favore e uno contrario.
Sospendiamo per alcuni minuti, così vi chiarite le idee.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 18.18, riprende alle ore 18.28)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Mi pare di capire, sentiti i Capigruppo, che possiamo chiudere qui il Consiglio regionale.
Ci aggiorniamo alla prossima settimana.
La seduta è tolta.
(La seduta termina alle ore 18.29)