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Dettaglio seduta n.25 del 20/02/25 - Legislatura n. XII - Sedute dal 8 giugno 2024

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAVETTI



(Alle ore 14.04 il Vicepresidente Ravetti, constata la mancanza del numero legale e ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento, aggiorna la seduta di trenta minuti)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO



(La seduta inizia alle ore 14.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo Biglia, Carosso Cirio, Ebarnabo, Gancia, Icardi e Riva Vercellotti.
Il numero legale è 23.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta consiliare del 19 febbraio.


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione

Esame proposta di deliberazione n. 68, inerente a "Nota di aggiornamento del DEFR 2025-2027"


PRESIDENTE

Iniziamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 68, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La proposta è stata licenziata a maggioranza dalla I Commissione il 3 febbraio 2025.
L'Assessore Tronzano dà per illustrata la proposta di deliberazione.
È aperta la discussione generale.
Ricordo che ogni Consigliere ha un tempo d'intervento massimo di dieci minuti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Isnardi; ne ha facoltà.



ISNARDI Fabio

Grazie, Presidente.
La nota di aggiornamento del DEFR sottoposta all'analisi del Consiglio regionale in data odierna, in realtà rispecchia un po' tutti i difetti che aveva il DEFR votato ieri. Ci sono alcuni passaggi significativi della premessa contenuta nella nota di aggiornamento al DEFR. Ad esempio c'è scritto che si limita all'analisi del quadro finanziario dell'Unione Europea e non si occupa, invece, dell'aggiornamento macroeconomico.
Proprio questo è uno dei problemi presenti nella nota di aggiornamento al DEFR. Il quadro macroeconomico piemontese e nazionale, ahimè, è peggiore rispetto a quello che era previsto nel DEFR e quindi, secondo me, sarebbe stato opportuno un'analisi corretta dei dati, tenendo conto della situazione economica che sta vivendo la nostra Regione e, di conseguenza anche il nostro Paese. Sarebbe stato opportuno anche una revisione dei dati inseriti e l'occasione della nota di aggiornamento poteva essere importante.
Peraltro, successivamente, sempre nella premessa, si fa riferimento alla legge di bilancio nazionale che, cito le parole, "potrebbe determinare impatti sul gettito dell'addizionale regionale IRPEF e sul gettito IRAP a livello regionale". Tuttavia, alla data di adozione di questo provvedimento, la legge non è ancora stata approvata. Sicuramente è vera questa affermazione, ma è anche vero che oggi che la analizziamo la legge finanziaria è stata approvata. Ahimè, sappiamo anche le conseguenze per il taglio che hanno subito gli enti locali, a cominciare dalla nostra Regione per circa 85 milioni di euro, tant'è che nei punti che sono successivamente in discussione ci sarà anche una modifica alla legge regionale, proprio per inserire nel nostro bilancio questo taglio della Regione e, allo stesso modo, sono stati tagliati gli enti locali.
Probabilmente sarebbe stato opportuno un emendamento da parte della Giunta che tenesse conto di questi dati che oggi sono disponibili e che, invece non sono stati inseriti nel DEFR e nemmeno nella nota di aggiornamento. A maggior ragione, come ho detto prima, da qualche settimana siamo anche in possesso della previsione di come chiuderà il PIL nazionale e piemontese nell'anno 2024, con un incremento dello 0,4%, a differenza di un previsto nel DEFR, dello 0,8%. Questo sì che inciderà negli incassi della Regione sia per quanto riguarda l'addizionale IRPEF sia per quanto riguarda il gettito IRAP, perché se è vero che le imprese guadagnano di meno essendo cresciuto meno del previsto il PIL), pagheranno anche meno tasse alla Regione Piemonte.
Di questo, nella nota di aggiornamento al DEFR dovevamo e dobbiamo tenere conto.
Come Consigliere di minoranza, non posso che esprimere le mie preoccupazioni su questo documento che manca di una visione strategica chiara e concreta per il futuro del Piemonte; un documento redatto dalla Giunta che sembra avere pochi spunti di reale sviluppo e di crescita; un documento troppo generico e privo di idee innovative. Non possiamo basarci su dati di crescita irreali, purtroppo non più paragonabili ai dati veri in nostro possesso. Le aspettative di crescita future previste sono troppo ottimistiche e di questo presto ce ne accorgeremo quando avremo a che fare con numeri concreti e reali, analizzati nel bilancio di previsione. A mio avviso manca, una visione strategica.
Non possiamo continuare a navigare senza una direzione chiara e non possiamo continuare a utilizzare fondi europei. È vero - ed è sicuramente un dato positivo - che li possiamo utilizzare, ma sono fondi da utilizzare per uno sviluppo strategico della nostra Regione, però non possiamo continuare a utilizzarli in spesa corrente, perché risolviamo un problema di breve periodo, ma ci togliamo la possibilità di creare uno sviluppo e una crescita stabile e consolidata della nostra Regione. Abbiamo bisogno di un documento di programmazione economico-finanziaria che si cali sulla realtà reale delle persone e dei piemontesi che stanno vivendo periodi di difficoltà dal punto di vista sociale, dal punto di vista delle crisi aziendali e della perdita dell'occupazione. Abbiamo bisogno di politiche sociali inclusive, di un'educazione che prepari le nuove generazioni al difficile futuro che li aspetta, ma soprattutto non dobbiamo più essere una Regione che troppo spesso si trova, nella classifica inserita nel DEFR all'ultimo posto tra quelle del Nord Italia. Non possiamo limitarci a diventare l'ultimo vagone del Nord.
In conclusione, la nota di aggiornamento del documento che ci viene proposta oggi è un "compitino" sterile, assolutamente insufficiente, non ambizioso e non risponde alle reali esigenze dei nostri cittadini piemontesi e delle nostre comunità. Dobbiamo pensare a una crescita e non possiamo pensarla soltanto stimando dati non più credibili e reali rispetto alla situazione attuale.
Chiedo alla Giunta di rivedere le proprie priorità e di calarsi nella difficile situazione che i cittadini piemontesi e le nostre comunità stanno vivendo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Oggi discutiamo su quella che dovrebbe essere l'integrazione al DEFR varato nel mese di giugno, un'integrazione che riguarda i fondi e i programmi europei. Dovrebbe essere l'attualizzazione rispetto all'attuale situazione internazionale e alla situazione economica.
In realtà, come già sottolineato dal collega Isnardi, non vediamo niente di concreto, anzi, facciamo anche un po' di fatica a considerare questo documento una sorta di aggiornamento. La Giunta regionale si è insediata dopo il mese di giugno e quindi la nota di aggiornamento del DEFR dovrebbe essere il vero e proprio programma quinquennale della Giunta visto che come ci è stato spiegato ieri, rispetto ai capitoli di bilancio, ci sono dei numeri su cui anche noi stiamo facendo le nostre battaglie sulle nostre priorità, ma sono in gran parte legati ai fondi nazionali e ai fondi vincolati. Sono tutte un po', consentitemi l'espressione non troppo elegante, delle "cambiali in bianco".
L'aggiornamento, l'integrazione del DEFR, è proprio il cuore politico della nuova Giunta. Vediamo dei titoli che sono degli impegni, secondo quanto richiesto dalle direttive europee - primo fra tutti anche rispetto allo sviluppo delle imprese - verso la sostenibilità energetica e ambientale.
Nei mesi scorsi abbiamo assistito all'approvazione del Piano qualità dell'aria, anche quello un insieme di titoli, ma pochissime nostre proposte, anche su politiche concrete, sono state declinate.
Se si parla di sviluppo, non si fa solo riferimento a quello industriale terziario o manifatturiero. Siamo in una regione che ha anche degli investimenti importanti di agricoltura di eccellenza che devono affrontare le sfide del cambiamento climatico e le sfide dell'internalizzazione dello sviluppo, anche di tipo tecnologico. L'agricoltura è il primo settore a pagare l'inerzia della nostra Regione rispetto alla biodiversità, rispetto alle catastrofi naturali (che poi tanto catastrofi non sono, perch sappiamo benissimo che sono conseguenti ad azioni fatte o ad azioni non fatte).
Rispetto ai programmi di cooperazione europea, nella nota che ci è stata data c'è lo sviluppo del programma transfrontaliero Italia-Francia, di Alcotra. È un po' difficile parlare di sviluppo europeo e di sviluppo transfrontaliero quando il Piemonte, da porta d'Europa, rischia di diventare il cul de sac dell'Italia con i valichi chiusi. In questi giorni abbiamo letto l'ennesimo annuncio a vuoto sul tunnel del Colle di Tenda addirittura, non solo parlando di comunicazioni, ma anche di sviluppo economico e di sostenibilità ambientale, non è attiva nemmeno la ferrovia verso la Francia.
Non vediamo una svolta e una volontà di promuovere la nostra regione come centro di interconnessione europea, nonostante la posizione geografica che la vedrebbe da naturale conduttore tra il retroporto di Genova, Liguria, e i porti dell'Europa del Nord, Rotterdam e altro.
La situazione internazionale, con la guerra in Ucraina, ma anche la difficile situazione in Palestina e la questione di Israele, hanno reso i nostri mercati più fragili e più soggetti alla fluttuazione. Naturalmente il prezzo di tutto questo lo paga la parte di popolazione che è più fragile. Non a caso, tra gli obiettivi di Alcotra c'è la promozione dell'inclusività dal punto di vista sociale, economico e culturale. Anche qui non vediamo nessuna azione, la nota si limita a enumerare i capitoli previsti nel progetto europeo, senza declinarli rispetto alla situazione della nostra regione, che è geograficamente molto complessa e molto frastagliata (abbiamo pianura, collina e montagna).
Quando si parla di aree interne, che è diventato un tema importante a livello nazionale, questa dovrebbe essere per noi una priorità. Anzi proprio i primi finanziamenti nazionali sono andati sulle aree interne del Piemonte, a partire dalla Val Maira e dalla Valgrana. Anche in questi elementi di criticità, che possono diventare elementi di sviluppo prioritari in questa Regione, non vediamo alcuna proposta che possa far pensare ad un cambio di passo.
Ci dispiace, perché politicamente noi non governiamo, ma ribadiamo - e l'abbiamo già detto ieri - che non abbiamo neanche potuto dare il nostro apporto costruttivo, perché la minoranza non è detto che debba essere per forza opposizione, può anche dare un apporto costruttivo. È difficile però, confrontarsi da soli, cioè senza avere nessuna possibilità di confronto reale con l'altra parte.
L'avevamo chiesto agli Assessori competenti. Peraltro, la competenza delle infrastrutture e dei trasporti è stata anche spezzettata in Giunta e, a mio avviso, questo mette in evidenza una mancanza di visione sul tema, con una visione degli orticelli piuttosto che alle competenze. Se una Regione come il Piemonte non ha una visione unitaria, non solo nell'accesso ai fondi europei, ma anche all'interno delle strategie europee e nel portare la propria visione all'interno delle strategie europee, è un problema. Questo non aiuterà né le nostre imprese né il nostro tessuto manifatturiero, fatto di piccole e medie imprese, ma non aiuterà nemmeno la grande impresa.
Abbiamo svolto il Consiglio aperto su Stellantis e in quel campo navighiamo addirittura su una visione e su una prospettiva di sviluppo di mercato mondiale e noi restiamo qui chiusi all'interno della nostra cinta daziaria.
Non aiuterà nemmeno le nostre realtà locali, i Comuni, che sono gli enti locali - sui quali, peraltro, si è intervenuti sia a livello nazionale sia locale, in questo sì, con un'uniformità d'intervento con pesanti tagli che si scaricheranno sui cittadini - che non avranno gli strumenti per valorizzare i nodi urbani di sviluppo e anche di interconnessione più ampi.
Lo stesso discorso vale per le aree interne o le zone un po' più frastagliate della nostra regione, che potrebbero trovare, invece, nello sviluppo locale, nella biodiversità e nella valorizzazione delle produzioni locali un motivo di sviluppo importante.
Del Fondo di Sviluppo e di Coesione abbiamo parlato nelle Commissioni con i vari Assessori. Anche su questo vediamo tre righe che fanno riferimento ad altre schede progettuali, che sono un insieme di nomi e di titoli. Questo è un po' anche il motore che consente di intervenire sia a livello economico sia a livello d'integrazione sociale e culturale.
Dopo il confronto piuttosto serrato dei giorni scorsi, ci aspettavamo che questa mattina la Giunta, con un ripensamento avendo ancora questo aggiornamento del DEFR da votare, si presentasse compatta, perché questa integrazione ci avrebbe consentito di entrare nel merito delle politiche della Giunta regionale. Invece, purtroppo, ancora oggi abbiamo assistito alla stessa visione dei giorni scorsi.
Vedo ora che è arrivato l'Assessore Marrone. Siamo contenti, perché stavamo proprio parlando del Fondo di Coesione. La consideriamo persona sensibile attenta e preparata sul tema, quindi speriamo oggi di poter entrare nel merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io su questa nota di aggiornamento. Svolgo un intervento che si concentra su un aspetto che ho trovato nella nota e che si collega a una fondamentale e importante audizione le minoranze hanno fatto, con la sola partecipazione del collega Magliano da parte della maggioranza, con una rappresentanza di studenti che ci ha chiesto di essere auditi perch non riuscivano ad avere un'interlocuzione né con la Giunta né con EDISU..
Presidente, non so a chi sto parlando, non vedo nessuno della Giunta e sono in difficoltà.
Chiederei che ci fosse qualcuno Giunta ad ascoltare.



PRESIDENTE

Per favore, Assessori.
Chiedo alla Giunta di rientrare in aula.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente; grazie, Assessore, e grazie al Sottosegretario Preioni che non può intervenire, ma può ascoltare.
Ieri abbiamo avuto quell'audizione, abbiamo tutti ricevuto mailbombing in questi giorni e in queste settimane. Quegli studenti, che anche in altre parti del mondo hanno detto una verità semplice, ma anche un po' disarmante, ci hanno detto: siamo venuti qui facendo sacrifici noi e le nostre famiglie a fronte del patto per cui avremmo dovuto ricevere un certo tipo di sostegno, ma oggi che questo sostegno non arriva e non sappiamo quando arriverà, se arriverà e come arriverà, siamo in difficoltà.
Parlando anche con una persona in quell'audizione, quella persona mi ha detto: "Così come facciamo a essere attrattivi anche per le intelligenze?".
Diciamo che dobbiamo attrarre cervelli, ma se noi abbiamo persone che arrivano dall'Iran e ci dicono che non riescono a rimanere qui perché non li sosteniamo, allora è chiaro che questo diventa un tema strategico.
Perché ne sto parlando nella nota di aggiornamento del DEFR? Non perch sono impazzito, ma perché tra le tante tabelle in cui è facile perdersi leggendo il DEFR, a pagina 13 troviamo anche il riepilogo del PNRR al 2024.
In una nota alla pagina 13 è scritto: "In riferimento alla Missione 4 componente 1, investimento 1.7, l'articolo 4, comma 4, che ha accolto la richiesta formulata dalla Conferenza Stato-Regioni in relazione alle modalità di trasferimento delle risorse statali, stabilisce che le risorse del FIS (Fondo Integrativo Statale) sono direttamente attribuite all'ente regionale, erogatore dei servizi previsto dallo studio EDISU. Trattandosi di ente totalmente partecipato da Regione Piemonte, le corrispondenti risorse vengono ricomprese nel totale delle assegnazioni".
Sullo stato di attuazione delle misure di diretta competenza della Regione Piemonte a pagina 14 si legge: "Nel corso del 2024 le misure PNRR sono entrate nella piena fase attuativa, che proseguirà nel 2025 per avviarsi a conclusione nella prima metà del '26".
Vorrei capire. Queste risorse, che in questa nota vengono citate come un trasferimento al FIS, già con riferimento al 2024, ci sono? Sono state trasferite? Sono arrivati in Regione? Perché la Regione non riesce a utilizzarle? Siamo di fronte a mistero, di cui non si riesce a venire a capo. Nei documenti, ovunque, troviamo cifre, tabelle, risorse, indicazioni come se stessimo descrivendo un mondo che però non esiste.
Il tema che ancora oggi ribadiamo è che non c'è corrispondenza tra questi documenti che stiamo leggendo e discutendo e la realtà; state approvando noi voteremo contro - dei documenti che descrivono una realtà che non esiste e noi non siamo contenti di questo. Ci piacerebbe che quei fondi indicati come trasferiti dal FIS alla Regione ci fossero e fossero utilizzati per gli studenti; che il Piemonte fosse attrattivo e diventasse attrattivo per le nostre eccellenze e per quei cervelli che spesso vogliamo attrarre per trasformare questo nostro territorio non soltanto in un luogo di servizi, ma mantenerlo come un luogo di creazione di intelligenza, di innovazione, di cultura di cui siamo sempre stati generatori e di cui vorremmo continuare a mantenere il primato.
Se continuiamo così, andranno via tutti e rimarrà soltanto una popolazione che, purtroppo, come abbiamo visto anche nelle descrizioni del DEFR invecchia e diventa meno attrattiva per le giovani generazioni.
La discussione sul bilancio e i documenti di preparazione al bilancio dovrebbero mettere questo al centro e le questioni più strategica, a partire dall'istruzione, la ricerca e l'università.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Paonessa; ne ha facoltà.



PAONESSA Simona

Grazie, Presidente.
Mi collego all'intervento del collega Rossi, un intervento molto interessante che ha centrato un punto fondamentale: sia il bilancio sia il DEFR sia la nota di aggiornamento non prevedono alcun tipo di crescita soprattutto per le nuove generazioni.
Nelle tabelle presentate è indicata la volontà di ridurre le emissioni dovute all'inquinamento, ma il problema è che questa Giunta non sta facendo assolutamente nulla per ridurre l'inquinamento in Piemonte. Pensiamo al trasporto pubblico: finanziare un trasporto pubblico efficiente, come detto prima dalla collega Conticelli, è fondamentale per ridurrebbe l'inquinamento.
Nella variazione di bilancio ho proposto un ordine del giorno, approvato dal Consiglio, per garantire l'abbonamento gratuito a tutti gli under 26.
Purtroppo, non c'è ancora nessuna novità rispetto a questa iniziativa. In Commissione, l'Assessore Gabusi, a una mia domanda sul riferirci a cosa sta pensando la Giunta sul trasporto gratuito per gli under 26, ha risposto che sarà garantito soltanto per gli studenti universitari nelle città urbane solo ed esclusivamente per il trasporto urbano delle città universitarie.
Capite bene, Presidente e Consiglieri, che questa iniziativa non è soddisfacente, perché esclude gli studenti delle scuole superiori che oggi pagano un prezzo molto alto per recarsi a scuola. Più volte ho ripetuto in questo Consiglio che le cifre sono esorbitanti: 100 euro al mese, mille euro all'anno che le famiglie devono sostenere.
Il DEFR non presenta alcuna crescita, soprattutto dal punto di vista dell'occupazione, e non vengono stanziate risorse per agevolare i giovani a entrare nel mondo del lavoro. Cosa succede? Che il Piemonte è la quarta Regione in Italia, per i cosiddetti cervelli in fuga che scappano all'estero. Noi formiamo giovani che, invece di rimanere a lavorare in Piemonte, non trovando sbocco occupazionale sono costretti ad andarsene all'estero.
Mi collego all'intervento del collega Rossi sulla questione delle borse di studio. Ieri sono venuti gli studenti, per la seconda volta fuori dal Palazzo, e sono stati auditi dai Consiglieri (purtroppo quasi tutti Consiglieri di minoranza, era ben pochi i Consiglieri di maggioranza presenti) per cercare di avere delle risposte. Gli studenti hanno anche sottolineato questa mancanza di risposte da parte della Giunta, in particolare sull'erogazione delle borse di studio.
Come diceva il collega Rossi, molti studenti provengono dall'estero (dall'Iran e da altri Paesi), non hanno possibilità economiche e non hanno una famiglia in Piemonte che li possa aiutare, che li possa sostenere.
Senza una borsa di studio non possono permettersi di continuare a pagare l'istruzione in Piemonte, ma neanche a pagare l'affitto o addirittura fare la spesa per mangiare e continuare a sopravvivere qui in Piemonte. Questi studenti hanno bisogno di risposte, risposte certe. Non è accettabile che a febbraio molti studenti non abbiano ancora ricevuto la borsa di studio perché la borsa di studio, secondo il bando di concorso, doveva essere erogata da dicembre. Siamo a febbraio e le borse mancano.
Ecco perché il Partito Democratico ha presentato un ordine del giorno, che discuteremo più avanti, per garantire che i tempi di erogazione delle borse di studio vengano rispettati, con l'erogazione della prima rata a dicembre e la seconda entro giugno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cera; ne ha facoltà.



CERA Valentina

Grazie, Presidente.
Anch'io vorrei sottolineare la discrasia tra i documenti che stiamo analizzando in quest'Aula e la realtà. Sono già state sollevate delle questioni di merito dai colleghi e le colleghe che mi hanno preceduto, ma voglio sottolinearne una di merito per descrivere una realtà che nei documenti che stiamo analizzando non troviamo.
È notizia di qualche giorno fa, esattamente del 13 febbraio, che la Regione Piemonte, con una nota informativa, annuncia che sopprimerà i bus che portano gli operai e le operaie alla Teksid di Carmagnola e percorso inverso, da Carmagnola a Mirafiori.
Sono bus di linea, bus che servono operai e operaie e le aziende dove lavorano; bus che raggiungono zone, in questo caso particolare la provincia sud della città di Torino, che non sono servite adeguatamente dal trasporto pubblico. Un trasporto pubblico che, invece, dovrebbe essere finanziato e al centro dei pensieri di una Regione che vuole diminuire le emissioni disincentivare l'utilizzo del mezzo privato e fornire un giusto servizio ai cittadini e alle cittadine. In questo caso si sta togliendo la possibilità ai lavoratori e alle lavoratrici di arrivare sul posto di lavoro.
Qualche settimana fa abbiamo assistito a un Consiglio regionale aperto sul tema dell'automotive e ci avete raccontato di iniziative, progettualità e proposte che vogliono sostenere operaie, operai, lavoratrici e lavoratori ma il 13 febbraio viene fuori la notizia che questa Regione sopprime loro i bus che li accompagnano al lavoro. Operai e operaie che hanno delle oggettive difficoltà perché non riusciranno, nel giro di due settimane tutto questo succederà dal 3 marzo - a organizzarsi per tempo e rimarranno senza mezzi per raggiungere la Teksid di Carmagnola o Mirafiori nel percorso inverso.
Sono bus che servono anche studenti e studentesse, spesso è l'unico mezzo per raggiungere la provincia della Città metropolitana di Torino. Penso a Carmagnola, penso a La Loggia, penso a Nichelino.
Volevo portare all'attenzione di quest'Aula e dell'Assessore Marrone, che vedo presente in Aula e che mi sta ascoltando, una vicenda che ha a che fare con le politiche sociali di questa Regione. C'è un operaio nichelinese, di nome Alessandro, con particolari fragilità che usa quel bus per andare al lavoro, ed è l'unico modo che ha per raggiungere la sede di lavoro non essendo dotato di patente (quindi non ha una macchina). Quella persona, e come lui molti altri compagni e compagne di lavoro della Teksid di Carmagnola, fra una settimana e mezzo non avrà più il bus che lo porterà a lavorare. Le famiglie, ovviamente, sono allarmate e ci stanno chiedendo delle risposte. Vorrei sottoporre la questione discutendo di bilancio perché nella nota informativa la Regione Piemonte dice che si procede a sopprimere quella linea di bus per mancanza di fondi e perché bisogna andare verso una sostenibilità economica del contratto con l'Agenzia della mobilità e delle risorse nella disponibilità dell'Agenzia della mobilità piemontese. La realtà è che tra poco più di una settimana ci sono persone come Alessandro e molte altre (è quantificato in un centinaio di persone che usano quel bus per recarsi sul luogo di lavoro), che rimarranno senza la possibilità di andare al lavoro.
Delle due l'una: o sosteniamo le lavoratrici e i lavoratori, come ci avete detto di voler fare nello scorso Consiglio regionale aperto sull'automotive, oppure sopprimiamo i servizi per mancanza di fondi. Credo che sia inaccettabile sopprimere servizi essenziali come quelli del trasporto. Credo che sia inaccettabile in un momento in cui bisognerebbe andare verso politiche che disincentivano l'uso dell'auto privata e del mezzo privato a favore dell'utilizzo del trasporto pubblico condiviso e a disposizione per cittadini e cittadine che vanno a lavorare, quindi non in giro per fatti loro. E anche se volessero spostarsi, il diritto alla mobilità è un diritto. In questo caso è ancora più grave quanto sta succedendo.
La richiesta accorata è di tornare indietro, di rendersi conto che quando si tagliano servizi essenziali, si vanno a colpire proprio le persone più fragili che non hanno modo di far fronte a servizi che se ne vanno. In questo modo stiamo letteralmente lasciando a piedi i cittadini.
Spero che venga accolta la mia richiesta per capire che cosa sta succedendo al trasporto pubblico in questa Regione e, in particolare, a questa linea che attraversa la provincia sud di Torino e che porta a lavorare operai e operaie e per sapere che fine farà.
Si chiede almeno di provare a valutare e di darsi un po' più di tempo, dal momento che il 3 marzo è la prossima settimana e trovare una soluzione perché lasciare a piedi lavoratrici e lavoratori, quando invece si dichiara di sostenerli, è qualche cosa che in questa Regione non ci possiamo permettere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Verzella; ne ha facoltà.



VERZELLA Emanuela

Buongiorno, Presidente.
Dopo gli interventi molto interessanti dei colleghi che mi hanno preceduto volevo aggiungere, a chiosa dell'intervento della collega Paonessa e del collega Rossi, essendo stata presente ieri all'audizione degli studenti, un punto che veramente mi ha lasciato perplessa. Gli studenti naturalmente sono venuti per sapere come vanno le cose e per sapere quando verranno erogate le borse, si rivolgono a EDISU, ma è giusto che facciano così. A un certo punto una di queste studentesse ha detto: "Abbiamo la sensazione che EDISU non abbia le informazioni che dovrebbe avere, cioè che neanche EDISU sappia cosa dirci".
Questa è una cosa che non dovrebbe accadere; anche se fosse una risposta giustificativa, dovuta a difficoltà di cassa o qualsiasi altra cosa, non si dovrebbe dare l'impressione a questi studenti che un ente emanazione della Regione non abbia contezza di che cosa deve fare della propria delega.
Questa è una cosa sulla quale, secondo me, vale la pena di intervenire in maniera bipartisan. Ve lo chiedo, perché quando un ufficio di emanazione regionale dà l'impressione di non avere esso stesso le risposte, non credo che la Regione tutta, a partire da noi che siamo qui dentro, ci faccia una bella figura. Questo per riagganciarmi a ciò che è stato detto benissimo dai miei colleghi precedenti.
Adesso vengo alla nota di aggiornamento. Ultimamente mi diletto con le tabelle.



(Scampanellio del Presidente)



VERZELLA Emanuela

Certo, c'è un po' di rumore. Sembra un collegio dei docenti distratti, dove quelli in fondo si fanno un po' gli affari loro.



(Scampanellio del Presidente)



PRESIDENTE

Colleghi, per favore, parlate sottovoce quantomeno. Grazie.



VERZELLA Emanuela

Stavo dicendo che mi diletto con le tabelle e ne ho viste in particolare due in questa nota di aggiornamento, anche collegandomi a quello che dicevo ieri sul fatto che su 24 mancavano i dati, che naturalmente in parte adesso sono qui, almeno fino a settembre.
Ho guardato la tabella di pagina 19, che reca sotto la voce "Programmi di bilancio" i contributi uniti di Regione, Stato e Unione Europea, cioè quanto in ciascun programma viene messo da questi tre fondi uniti. Mi soffermo su alcune poste. La prima è quella dello "Sviluppo sostenibile del territorio montano e dei piccoli Comuni". È un tema che mi sta particolarmente a cuore, arrivando da una porzione di territorio prevalentemente montano con tantissimi piccoli Comuni in proporzione ai suoi abitanti. Teniamo presente che quelle aree interne (montagne e colline) rappresentano il 74%, del nostro territorio dal punto di vista orografico qui di aree interne e di problematiche di quelle aree, ma le risorse sotto quella voce calano dai 25 milioni previsti per il 2025 a 13 milioni: un taglio della metà.
Questo significa che i fondi europei vanno in diminuzione, che si chiudono dei programmi, però di fronte ai dati presunti di come andranno le cose che sono esplicitati nella premessa del DEFR, forse sarebbe stato auspicabile un maggiore impegno della Regione per tenere maggiormente in equilibrio e sostituire le risorse che verranno a chiudersi in maniera diretta, perché i piccoli Comuni stanno soffrendo moltissimo e saranno i primi a soffrire anche per i tagli previsti in Finanziaria.
Collegato a questo tema c'è un discorso sul recupero ambientale, una questione che prima qualcuno ha citato negli interventi.
Dal 2025 al 2027, il calo è di 1.600.000 euro, cifre già basse che diventeranno ancora più basse, sempre considerando i tre fondi insieme.
Ancora un cenno agli interventi per i soggetti a rischio di esclusione sociale. Qui il taglio è di otto milioni di euro dal 2025 al 2027.
Sono molto preoccupata perché, come dicevo anche ieri, non si pu rispondere ai problemi di esclusione sociale soltanto con una deriva securitaria (ognuno ha le sue derive, abbiamo le derive green, ma noi qui parliamo di deriva securitaria), perché non è l'unica risposta: è una risposta possibile, che però dovrebbe essere residuale.
Di fronte a questi dati si potrebbe dire: "Eh, i chiari di luna.". Quindi contrazioni, magari, delle entrate, sulle quali ha richiamato l'attenzione vista la situazione di crisi, il collega Isnardi, ma quello che riguarda il diritto allo studio, la formazione, il lavoro e l'occupazione è un calo io direi che ci dobbiamo tenere forti - di 270 milioni di euro dal 2025 al 2027.
Su questo incide, naturalmente, in maniera proporzionale, la Regione, il cui calo è di 20 milioni di euro su 270, ma capite che cosa vuol dire questo? Adesso stiamo dando delle risposte, delle risposte come quella annunciata dall'Assessora e Vicepresidente Chiorino alla crisi dell'automotive per il sostegno ai redditi; lo stiamo facendo con risorse europee del piano GOL lo facciamo perché sappiamo che la situazione è importante. Vogliamo che queste persone si formino, che ci sia un reskilling, in modo che possano trovare più facilmente lavoro o rimanere sul proprio lavoro in maniera migliore e, nel contempo, in previsione, prevediamo di spendere 270 milioni in meno.
Ora mi domando se queste risposte non siano troppo sul qui e ora e non ci sia quello che questa Regione dovrebbe fare, come tutte le Regioni devono fare, un lavoro di programmazione significativa e costante in relazione agli elementi dell'economia nazionale e internazionale.
Chiedo, quindi, poiché questi dati di previsione potranno essere modificati in futuro, l'anno prossimo, di ragionarci in termini programmatori seguendo quello che sta accadendo nella realtà, quello che sta accadendo alle persone, come quelle di cui parlava la Consigliera Cera prima.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Unia; ne ha facoltà.



UNIA Alberto

Grazie, Presidente.
Intervengo sulla nota di aggiornamento con qualche osservazione generale su tutta la nota, partendo dal mancato aggiornamento del quadro macroeconomico regionale.
La nota non fornisce un aggiornamento del contesto economico finanziario complessivo, limitandosi ai soli fondi UE per le politiche di sviluppo.
L'assenza di una revisione del quadro macroeconomico potrebbe ridurre la capacità di pianificazione strategica e lo si evince proprio dalla nota integrativa e dal DEFR stesso.
Vi è una dipendenza dai fondi europei e statali molto forte, molto impegnativa e molto importante. Questo, ovviamente, limita l'autonomia della Regione, soprattutto in caso di ritardi nell'assegnazione delle risorse o di vincoli più stringenti da parte dell'Unione Europea. Siamo sostanzialmente appesi a un filo: i tagli per i fondi sullo sviluppo rurale e il complemento regionale per lo sviluppo rurale CSR 2023-2027 hanno subito una riduzione di circa sei milioni di euro per finanziare il fondo di solidarietà destinato alle aziende in Emilia Romagna colpiti dalla calamità naturali. Sicuramente avrà un impatto sulla capacità della Regione di sostenere il settore agricolo, quindi si può ipotizzare di richiedere maggiori fondi in compensazione di questi.
La chiusura dei programmi 2014-2020 e di alcuni finanziamenti integrativi per il programma di sviluppo rurale sono stati stornati - 4,2 milioni di euro - vincolandoli a obiettivi specifici, ma fuori dal quadro finanziario del PSR. Questo potrebbe complicare l'utilizzo efficace di tali fondi e aumentare il rischio di disimpegno.
Poi passiamo all'ambiente, dove ci sono contraddizioni importanti. Non parlerò di rifiuti, perché so che ne parlerà la collega Disabato, ma mi limiterò a parlare di energie rinnovabili e di lotta ai cambiamenti climatici, laddove all'interno del DEFR e della nota integrativa non ci sono visioni chiare su come si intenda ridurre l'inquinamento e migliorare la qualità dell'aria, visto che le risorse destinate a questi settori sono state ridotte in maniera importante.
La programmazione del PNRR. Ci sono rischi di mancato rispetto delle scadenze. Regione Piemonte ha infatti ricevuto oltre 1,6 miliardi di euro ma il documento avverte che la fase successiva è particolarmente complessa.
Ci sono numerose scadenze di milestone e target da rispettare nel 2026 con rischio di ritardi e possibili definanziamenti.
La nota di aggiornamento al DEFR mostra una forte dipendenza da fondi esterni, ridotta capacità di spesa autonoma e criticità nella programmazione ambientale sociale. Inoltre, il peso schiacciante della spesa sanitaria rischia di soffocare investimenti in altri settori chiave per lo sviluppo regionale. Occorre avviare qualche ragionamento in più.
Ovviamente non voteremo a favore di questa nota, sull'impegno che Regione Piemonte vuole investire sulle tematiche ambientali, sulla sanità sull'enorme problema delle liste di attesa in ambito sanitario e sui trasporti, sempre e tuttora in grosse difficoltà e in grossa criticità: continuiamo ad avere linee sospese, treni soppressi e pendolari che non hanno la sicurezza di arrivare al posto di lavoro. Mi chiedo come mai, dopo quasi sei anni di questo governo regionale continuiamo ad avere sempre gli stessi problemi, anzi, potrei addirittura dire che i problemi sono peggiorati. Questo si avvale sia per la sanità sia per i trasporti.
È una nota integrativa che non integra abbastanza, per cui ci esprimeremo con un voto contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ravinale; ne ha facoltà.



RAVINALE Alice

Grazie, Presidente.
In queste settimane abbiamo già avuto modo di dire che questo bilancio è marchiato da due linee guida.
Una è la confusione totale delle cifre, emersa anche ieri in maniera eclatante sulla questione borse di studio in quest'Aula e poi con gli studenti, anzi, le studenti presenti ieri.
L'altra è l'ideologia. Sono state trovate risorse che rispondono chiaramente a esigenze elettorali o, comunque, con carezze a bacini di voto e di consenso che non rispondono certo al bene comune. Questo vale su tante questioni.
Guardando la nota nel suo complesso, oggi vorrei soffermarmi su aspetti più legati al tema ambientale che denotano, secondo noi, con estrema chiarezza in che modo questa Regione sta rinunciando al suo compito precipuo, che è quello di fare la programmazione.
Colpisce, nella tabella complessiva presente nella nota di aggiornamento la somma totale stanziata per quanto riguarda la questione della gestione dei rifiuti. Colpisce anche perché quando l'Assessore Marnati è venuto in Commissione, ci aveva detto che quelle erano le somme regionali e poi c'erano i finanziamenti europei e quelli statali: non è vero. Sono state stanziate soltanto le risorse regionali, risorse che sono pari a tre milioni e 900. Vuol dire meno della metà sulla gestione dei rifiuti e sull'applicazione del piano PRUBAI approvato nel 2023; vuole dire meno della metà, per esempio, dei fondi stanziati per la caccia e la pesca (le grandezze vanno sempre comparate).
La Regione sta investendo sulla gestione dei rifiuti meno della metà di quello che investiamo sulla gestione di caccia e pesca: mi sembra un dato rilevante. La gestione dei rifiuti prevede uno stanziamento di tre milioni e 900 per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che PRUBAI pone a dieci anni dalla sua approvazione. Obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti, quindi prevenzione della produzione; obiettivi di aumento sensibile della differenziazione del rifiuto; obiettivi di economia circolare e obiettivi di applicazione della cosiddetta tariffazione puntuale, cioè quella che consente, nell'ambito dei rifiuti, di applicare il principio del "chi inquina paga", cioè di responsabilizzare chi produce il rifiuto, andando a premiare, con una diminuzione della tariffa, i comportamenti virtuosi per ciò che concerne la differenziazione.
Questi magnifici obiettivi, scritti nero su bianco nel piano approvato a maggio 2023, è ovviamente del tutto evidente che mai potranno essere messi in campo se, per la programmazione regionale in materia di rifiuti, questa Regione mette sul piatto tre milioni di euro, di cui un milione, peraltro per ristorare le persone e i cittadini che vivono nella prossimità dell'impianto di termovalorizzazione del Gerbido. Vuol dire che per il triennio che abbiamo di fronte i Comuni piemontesi e i Consorzi di gestione di rifiuti avranno a disposizione un budget regionale di due milioni di euro - cioè niente - per implementare quei piani che erano stati indicati nel piano regionale approvato nel 2023, ma nessuno avrà le risorse di progettazione, di consulenze da parte della Regione idonee per approvare.
È uno scenario veramente preoccupante perché, in materia di gestione dei rifiuti, la Regione avrebbe un suo margine di manovra importante per il miglioramento, perché sappiamo quanto il rifiuto impatti in termini ambientali, ma impatti anche in termini di costi sui cittadini. La mancata e positiva gestione dei rifiuti, dal punto di vista della loro differenziazione, comporta l'aumento delle tariffe che ciascuno e ciascuna di noi, e ciascun cittadino piemontese, deve poi corrispondere per pagare lo smaltimento fatto non secondo i migliori standard, ma secondo una programmazione inefficace di questo genere. Questo quadro è destinato a peggiorare.
In un piano per la gestione dei rifiuti - che è solo sulla carta e non potrà essere applicato nei suoi avanzamenti previsti perché non vengono stanziate risorse per farlo - qual è la soluzione che viene identificata? Quella di costruire un nuovo termovalorizzatore. Pensiamo che il termovalorizzatore si paghi da solo? Pensiamo che i 400 mila euro di costi di investimento, in un quadro europeo che sta cambiando e in cui non ci saranno più i certificati verdi che verranno, invece, sostituiti dall'applicazione del sistema ETS anche alla termovalorizzazione, li sostengano le società che lo vanno a costruire? Non sarà così, li sosterranno i cittadini e questa sarà una responsabilità della Regione Piemonte che, con questo genere di programmazione, sta aumentando le tariffe e i costi a carico dei cittadini e sta peggiorando la qualità dell'aria e dell'ambiente.
Concludo, Presidente, dicendo che, guardando il colpo d'occhio completo di queste cifre, l'investimento previsto sul Piano qualità dell'aria fa nascere altrettanta preoccupazione. È un investimento rilevante per l'anno in corso, che è l'anno in cui dobbiamo raggiungere la quota per evitare un'ulteriore procedura di infrazione europea, ma che poi crolla vertiginosamente a due milioni di euro per le annualità 2026 e 2027. Anche quello è un Piano che rimarrà sulla carta, perché nessuna risorsa e nessun tentativo, neanche di programmazione idonea su argomenti fondamentali per la qualità della vita di tutte e tutti noi, verrà fatto.
Ci tenevo a sottolinearlo, perché le scelte contano, le allocazioni delle risorse contano. Non veniamoci poi a lamentare del fatto che i cittadini pagano di più l'energia e pagano di più i rifiuti, perché la colpa è vostra e state continuando a farlo anche con questo bilancio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire anch'io su questa nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale per il periodo 2025-2027.
Presidente, credo che sia innanzitutto necessaria una premessa. Questo documento è stato scritto solo sei mesi fa, ma è come se fosse stato scritto un'era geologica politica fa, perché nel frattempo il mondo è completamente cambiato e il Piemonte non è al di fuori di questo cambiamento. Mi riferisco alle elezioni negli Stati Uniti d'America, che hanno portato al potere Donald Trump, con una visione delle relazioni internazionali e, in particolare, delle relazioni con l'Unione Europea completamente diversa dal suo predecessore.
In questi giorni ormai sta prendendo piede una definizione, per l'atteggiamento internazionale di Donald Trump, che è quella di un "mercantilismo sovranista", cioè di un uomo, di un Presidente che si relaziona con le altre potenze internazionali e con gli altri grandi blocchi geopolitici in chiave mercantilistica.
Anche nell'approccio alla soluzione del conflitto ucraino, sembra di trovarsi di fronte a un trattato commerciale più che a un trattato di pace.
L'asse atlantico, cui ci eravamo abituati negli ultimi 75-80 anni, sembra velocemente sgretolarsi, perché anche nei confronti dell'Europa, cui gli Stati Uniti sono accomunati o dovrebbero essere accomunati da un universo valoriale, da una cornice democratica e da un impianto liberale, viene adottato un codice mercantilista e commerciale invece che un codice diplomatico e multilaterale.
Questo approccio, completamente diverso da quello di Biden, ma direi anche da quello dei precedenti Presidenti repubblicani che hanno guidato gli Stati Uniti, avrà conseguenze enormi sull'Europa, sull'Italia e anche sul Piemonte, innanzitutto in termini di dazi.
Io non credo che un eventuale (tutto da confermare) rapporto personale tra la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il Presidente Trump garantirà al nostro Paese un trattamento di favore. Non lo credo affatto.
Credo che siamo di fronte a una grande illusione ottica e che nel momento in cui - e questo momento, purtroppo, credo che arriverà molto presto Trump applicherà dazi commerciali sui prodotti europei, questi verranno applicati anche al nostro Paese. E una Regione come la nostra, che ancora di più della maggior parte delle altre Regioni italiane poggia la propria economia sull'export, non potrà che essere condizionata da questa mutazione profonda.
Allora, mi chiedo se questo documento non sia già vecchio, non sia già superato dagli eventi, non necessiti di modifiche già adesso, ancora prima di essere approvato.
In questo documento si parla della modulazione dei fondi europei, sia di quelli del settennato 2021-2027 sia della restante somma del PNRR, si parla dei fondi propri regionali, si parla dell'allocazione dei trasferimenti statali. Tutte cifre che sicuramente non vedranno degli stravolgimenti, ma che probabilmente saranno insufficienti per affrontare la metamorfosi radicale, la rivoluzione straordinaria che sta per travolgerci, che sta per investirci, insieme al resto dell'Europa.
Mi chiedo: che cosa vogliamo mettere in campo in termini di misure aggiuntive per sostenere la nostra agricoltura? Pensiamo ai vini, pensiamo alle carni, pensiamo ai prodotti ortofrutticoli pensiamo al settore florovivaistico, che sono i pilastri su cui si poggia la nostra agricoltura.
Pensiamo al settore automobilistico. Non più tardi di una settimana fa dieci giorni fa, abbiamo fatto un Consiglio regionale aperto sulla profonda crisi che ha investito la produzione automobilistica del Piemonte ricordiamo che nella nostra Regione ha sede la metà delle piccole e medie imprese dell'indotto automobilistico italiano che producono la componentistica che alimenta le grandi case automobilistiche, non solo Stellantis, ma anche Volkswagen e altre committenze. In Piemonte, nel settore automobilistico lavorano più di 50 mila persone in maniera diretta escludendo, quindi, dal conteggio tutta la forza lavoro indiretta che, in qualche maniera, è collegata alla produzione automobilistica; pensiamo a tutti gli operatori delle pulizie, delle mense e via dicendo.
Il settore automobilistico sarà anch'esso ulteriormente penalizzato da questa mutazione dei rapporti commerciali internazionali.
Cosa c'è in questa nota di aggiornamento del DEFR rispetto a questo grande cambiamento? Poco o niente, perché è stata scritta, ripeto, un'era geologica politica fa. Stiamo parlando di sei mesi di orologio, ma stiamo parlando, invece, di un cambiamento politico molto, molto più ampio.
Sono preoccupata, chiaramente, per la nostra economia, ma sono preoccupata anche per il nostro welfare state, perché se la produzione diminuisce, se l'economia soffre, è chiaro che il Welfare State, che già era sotto attacco in maniera implicita e surrettizia, perché sappiamo qual è la visione del Governo Meloni, affidare al privato e al buon cuore del terzo settore l'assistenza di chi non ce la fa, invece, di offrire delle risposte universalistiche e strutturali esigibili; a fronte di una crisi economica cui andiamo incontro e che, temo, sarà inevitabile, a meno che non si mettano in atto tutte quelle suggestioni presenti nel rapporto Draghi quindi, a meno che davvero non si faccia un'inversione di rotta forte a livello europeo sull'innovazione, sulla decarbonizzazione e sulla difesa ci saranno conseguenze epocali anche sul piano sanitario e sociale. La Regione, che ha come competenza principale, concorrente con lo Stato, ma comunque a lei è affidata la sanità, non potrà che fare ancora più fatica ad affrontare i bisogni dei propri cittadini.
Già oggi le liste d'attesa sono lunghissime; è davvero molto, molto grave.
Già oggi l'edilizia ospedaliera è in stadio decisamente arretrato. Siamo sul piano delle parole, delle promesse e degli annunci, ma non c'è ancora nulla di concreto, compreso il Parco della Salute di Torino, che è ancora nello stadio della bonifica del terreno.
La sanità territoriale, che doveva essere rivoluzionata dopo il fallimento dimostrato durante la pandemia di Covid-19, ancora arranca, è ancora una Cenerentola rispetto alla sanità ospedaliera. Questo è strettamente collegato anche alla crisi delle politiche sociali, perché sanità territoriale e politiche sociali sono strettamente correlate, integrate e interconnesse. Laddove una sanità territoriale arranca o funziona poco e male - mi riferisco ai consultori familiari, ai centri di salute mentale ai servizi per le dipendenze, alle RSA, alle cure domiciliari per persone non autosufficienti, ai medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta presenti in numero assolutamente inadeguato sul nostro territorio in particolare nelle aree meno urbanizzate - ne risentono anche le politiche sociali. Se le persone non si curano, la cura di queste persone ricade sul sociale e diventa un problema non soltanto sanitario, ma anche sociale.
La povertà sanitaria è anche una questione sociale, non soltanto una questione sanitaria.
In una Regione come la nostra, che già sconta problematiche storiche (lo spopolamento delle aree interne; l'invecchiamento superiore rispetto ad altre Regioni; il fortissimo inquinamento atmosferico, essendo il Piemonte una delle Regioni più inquinate d'Europa, facendo parte del bacino padano il ritardo industriale rispetto al nuovo triangolo industriale spostato a Nord-Est su Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, escludendoci e lasciandoci indietro; le difficoltà commerciali della nostra agricoltura), se aggiungiamo nuove criticità portate dal nuovo quadro politico internazionale, davvero questo documento non è pronto per la discussione in Aula, ma necessita di un aggiornamento, essendo ormai già superato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Grazie per questa discussione che mi pare si stia - lo dico a beneficio dei due Sottosegretari che ci ascoltano - incanalando su ragionamenti e approfondimenti di merito che a volte è bene fare e sui quali è bene scambiarci opinioni.
Sarebbe opportuno che ci fosse anche qualche intervento da parte della maggioranza, non solo per attendere che i nostri rispettivi Capigruppo definiscano il percorso che ci attende da oggi ai prossimi giorni, ma anche perché credo sia doveroso da parte nostra, soprattutto nel rispetto dei cittadini che ci hanno affidato quota parte a ognuno di noi, chi per l'opposizione, chi per la maggioranza, il compito di rappresentarli in quest'Aula. Sarebbe opportuno che questo confronto e questo scambio di opinioni ci fosse, che fosse in quest'Aula e non solo, come avviene sempre più spesso, sui giornali o sui social.
Fatta questa premessa, i colleghi hanno già espresso tante considerazioni critiche rispetto ai documenti dei quali stiamo discutendo e che ci apprestiamo a votare. Su queste tabelle e sulla nota al DEFR mi soffermo su due questioni sinteticamente ripercorse in questo documento.
C'è un elenco di tutti i progetti europei, in particolare quelli transfrontalieri, che da anni la Regione Piemonte segue: programma transfrontaliero Italia-Francia, il programma ALCOTRA e il programma transfrontaliero Italia-Svizzera.
Come ho già avuto modo di dirlo nella passata legislatura, avevamo lasciato la guida, a mio avviso sbagliando, di EUSALP, la strategia macroregionale alpina, alla Lombardia. Avevo avuto modo di dirlo allora e lo ripeto. La Lombardia si chiama così e non so bene quale sia l'etimologia del termine ma certamente è più chiara l'etimologia che contraddistingue la nostra regione, cioè il Piemonte.
Se lasciamo la guida della strategia macroregionale alpina alla Lombardia e non ce la prendiamo noi, evidentemente c'è qualcosa che non funziona rispetto al fatto che una Regione come il Piemonte, invece, dovrebbe guidare quei progetti e quella strategia.
La dovrebbe guidare perché il Piemonte ha certe caratteristiche: il 50% del territorio è montano, lo sa bene anche il Sottosegretario Preioni; ci sono 1.180 Comuni e, di questi, 1.046 sono sotto i 5.000 abitanti. Di quel 50 di territorio montano, 550 Comuni sono oltre i 600 metri di altitudine. È evidente che la geomorfologia sia dal punto di vista tecnico-scientifico sia amministrativo, se posso usare "male" questo termine, ci porta a pensare che abbiamo una condizione rispetto alla strategia macroregionale alpina e quindi anche a tutte le strategie che sono conseguenti e coerenti sulle aree interne, che ci mettono nelle condizioni - scusate il bisticcio di parole - da un lato di avere il diritto di governare quei processi e dall'altro, forse di avere anche un po' il dovere di farcene carico.
Noi elenchiamo tanti progetti transfrontalieri - ripeto, Italia-Francia gli ALCOTRA o Italia Svizzera - ma quei progetti transfrontalieri hanno obiettivi fondamentali che sono quelli di mettere a confronto le esperienze che possono nascere e che sono nate negli anni in Piemonte, con quelle degli altri territori alpini. La ratio di quella strategia era quella di dirci che, a livello europeo, ci sono aree che, dal punto di vista amministrativo, stanno in Regioni e in Paesi diversi ma che, dal punto di vista delle dinamiche sociali, culturali e delle esigenze dei cittadini che abitano quei territori "periferici" o comunque montani, sono esattamente le stesse. Le esperienze positive e le buone pratiche che si sono sviluppate negli anni nei territori francesi e nei territori svizzeri possono essere utilizzate reciprocamente al meglio e possono essere mutuati anche dai territori italiani. Quella era la ratio di quel modello e di quella strategia.
Questo vale, e riprendo le considerazioni che faceva poco fa la collega Canalis, sul tema dei trasporti e vale, in particolare, sulla strategia che mettiamo in campo sulle politiche energetiche che ci competono e che dovrebbero essere - a mio avviso, perché secondo me siamo deboli su questo parte della nostra programmazione regionale.
Nello specifico, parlare di trasporti quando ci riferiamo ad aree interne significa tante cose; significa il dovere, da parte della Regione, di garantire la mobilità ai cittadini che, nonostante tutte le difficoltà continuano a scegliere di vivere nelle aree interne, ma significa anche garantire a quei stessi cittadini, che sono piemontesi esattamente come tutti noi (e magari qualcuno di noi in quelle aree interne ci abita anche) il diritto alla salute. Non esiste sanità territoriale senza una garanzia di mobilità.
Quando parliamo con persone che vivono in aree molto interne - ce ne sono sicuramente in provincia di Torino, ma forse ancora di più in provincia di Cuneo e in altre province montane del nostro territorio regionale dobbiamo garantire a quelle persone non solo l'adeguata assistenza sanitaria, ma in quel contesto macro dobbiamo garantire loro anche la possibilità di raggiungere i presidi ospedalieri, anche di alta specializzazione, in tempi che consentano una garanzia di sanità adeguata efficiente ed efficace.
Questo ragionamento vale sui trasporti, ma vale al tempo stesso anche sulle politiche energetiche. Faccio un riferimento specifico. Ci sono due leggi depositate sulle comunità energetiche: una del Partito Democratico e l'altra, se non ricordo male, dei colleghi del Movimento 5 Stelle. Ho avuto modo di dirlo all'Assessore Marnati nella Commissione dedicata: tutte le Regioni del Nord Italia (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e tutte quelle che stanno intorno a noi, credo anche la Liguria) hanno legiferato e hanno adottato leggi regionali che regolano la costituzione delle comunità energetiche. Sappiamo tutti di cosa si tratta e, quindi, evito di descriverle.
In realtà, dobbiamo ricordare che formalmente una legge regionale sulle comunità energetiche ce l'abbiamo, anzi nel 2018 il Piemonte fu addirittura una Regione pionieristica rispetto a questo tema, ma oggi quella legge del 2018 dev'essere aggiornata rispetto ai successivi aggiornamenti legislativi, sia nazionali sia europei, che sono intervenuti. Quindi sostanzialmente quella legge a oggi non è applicabile alle condizioni date.
La Regione Piemonte è l'unica, tra quelle che ho citato, che non ha adottato una legge regionale sulle comunità energetiche.
Fino a un certo punto, la struttura tecnica e anche l'Assessore diceva che questa scelta era dovuta al fatto che aspettavamo la legislazione nazionale per poter legiferare. La legislazione nazionale oggi c'è ed è definita difatti, tutte le altre Regioni nostre confinanti hanno adottato una legislazione regionale specifica.
Pertanto, ci dobbiamo chiedere se siamo noi che siamo più bravi degli altri e che abbiamo fatto una scelta diversa dagli altri, oppure forse ci dobbiamo chiedere per quale ragione gli altri hanno scelto di legiferare mentre noi siamo rimasti gli ultimi a farlo. Attenzione, quel tema è rilevante e importantissimo, soprattutto perché l'Unione Europea (lo sapete bene) quei fondi PNRR li destina alle comunità energetiche che vengono costituite nei Comuni sotto i 5,000 abitanti. Ripeto il dato di prima: 1,180 Comuni in Piemonte, dei quali 1.046 sono sotto i 5.000 abitanti.
Mi riferisco e richiamo quello che ho detto prima, cioè che avremmo potuto e, forse, anche dovuto guidare certi tipi di politiche a livello nazionale perché abbiamo le caratteristiche che abbiamo e dobbiamo metterle a valore e a fattor comune. Dicevo che in una Regione che ha queste caratteristiche rischiamo di perdere tutte le opportunità che l'Unione Europea mette a disposizione per quanto riguarda le comunità energetiche che vengono costituite nei Comuni sotto i 5.000 abitanti. Ricordo quella più evidente cioè che gli impianti che vengono realizzati in quelle comunità energetiche possono essere finanziati per il 40% a fondo perduto.
Mi avvio a concludere, Presidente.



PRESIDENTE

No, dovrebbe proprio concludere.



AVETTA Alberto

Confermo che questo documento non soddisfa e non trova il nostro gradimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Marro; ne ha facoltà.



MARRO Giulia

Grazie, Presidente.
I miei colleghi e le mie colleghe hanno già ampiamente parlato dei problemi organici di questa nota integrativa del DEFR. Io vorrei, però, ancora soffermarmi sulle spese e sui finanziamenti previsti per il trasporto su gomma, che sembra essere ancora il sistema prioritario per questa Giunta.
Infatti, vediamo nelle tabelle che è quasi il doppio di quello riservato al finanziamento del trasporto su ferro. Speravo che potesse essere oggetto di una nota integrativa, di un cambiamento e quindi di finanziare di più il trasporto su ferro, soprattutto dopo la catastrofica situazione in cui si trovano le nostre ferrovie, come dimostrano anche le interrogazioni a risposta immediata che arrivano non soltanto dalla minoranza, ma stanno arrivando anche dalla maggioranza.
Proprio ieri, in un'interrogazione si chiedeva una spiegazione della mancanza di bus sostitutivi. Ero presente all'ultimo evento in cui c'è stata un'interruzione di quattro ore a Santhià del trasporto ferroviario dovuto a un gesto anticonservativo di una persona sui binari. Però non c'è stata una risposta efficace, perché mancano i finanziamenti per i bus sostitutivi. Questo è evidente e, quindi, dovrebbe esserci una risposta degna da parte della politica per portare non soltanto un servizio efficace per i pendolari o per chi usufruisce del trasporto su ferro, ma anche una credibilità della politica.
Difatti, in III Commissione abbiamo audito una volta Trenitalia e RFI, poi è mancata la seconda audizione e sono arrivate delle risposte scritte alle domande che abbiamo posto. Il problema continua a essere gravissimo e va a toccare sempre e comunque le fasce più deboli, perché nel momento in cui la circolazione si è bloccata, ci è stato risposto che i bus sostitutivi non potevano essere presenti, perché eravamo troppi passeggeri e perché Santhià è lontana da tutte le città e, quindi, avrebbero avuto problemi ad arrivare.
Così, moltissimi che avevano impegni lavorativi e personali improrogabili hanno pagato di tasca loro dei taxi, oppure si sono fatti venire a prendere dalle loro conoscenze, ma le persone che sono rimaste lì ad aspettare per quattro ore sono quelle che non hanno potuto finanziarsi un altro tipo di trasporto. In tal modo, stiamo di nuovo penalizzando le persone che sono già ai margini di questa società, che hanno difficoltà ad accedere ai servizi, quando invece ci sono dei servizi pubblici che dovrebbero funzionare che, tra l'altro, non sono neanche gratuiti e neanche a basso prezzo, perché sappiamo che gli abbonamenti costano parecchio; io pago 1.400 euro per un abbonamento Cuneo-Torino all'anno, quindi mi sembra che non me lo regalino.
Speravo, quindi, che in questa nota integrativa ci fosse una maggiore sensibilizzazione a un tema che, tra l'altro, non è legato né a ideologie né ad altri temi politici, perché si tratta di un servizio pubblico.
Legato a un altro aspetto, che mi aspettavo di vedere nella nota integrativa, dato che è un tema molto caro a questa Giunta e alla maggioranza, è il tema della sicurezza.
È incredibile come si possa pensare a livello regionale credere in una misura quale il Daspo.
Cos'è il Daspo urbano? Se qualcuno dà fastidio o commette atti che creano insicurezza ai cittadini delle città gli si impedisce di rimanere in città.
Ho sentito delle dichiarazioni, ma mi spiace che non sia più presente l'Assessore Marrone, proprio da parte sua un incitamento a tutti i Sindaci delle città per aver attivato il Daspo, ma a livello regionale non possiamo accettarlo come una misura lecita, perché non fa che spostare il problema.
Il nostro compito, quindi il compito del DEFR e di quest'Aula è investire per aumentare i finanziamenti per tutto quello che riguarda le politiche sociali, l'educativa di strada, per risolvere in modo efficace il problema relativo alla sicurezza della nostra città.
Noi non neghiamo che vi sia una percezione di insicurezza sempre maggiore nelle nostre città, però, come Alleanza Verdi Sinistra, crediamo che le problematiche debbano essere affrontate alla radice e che è inutile mettere sotto il tappeto e cercare di scaricare la responsabilità ai Sindaci e alle Sindache, perché, a livello regionale, potremmo dare dei finanziamenti per attivare delle politiche sociali, delle politiche giovanili efficaci; al contrario, non ci prendiamo la responsabilità e lasciamo ai Sindaci e alle Sindache la responsabilità di dover fare qualcosa senza finanziamenti.
Questa è la lamentela che spesso sentiamo.
Ovviamente, questo tema è molto legato a un altro che sembra essere molto caro a questa maggioranza, che è quello delle carceri.
Sappiamo benissimo che dobbiamo affrontare la situazione non soltanto immaginando di aumentare il numero delle carceri, ma il problema è legato al nostro finanziamento regionale, perché dobbiamo aumentare i finanziamenti per i servizi di salute mentale, per i servizi sanitari all'interno delle carceri. Sappiamo e l'abbiamo dimostrato in moltissime occasioni che alla base delle problematiche carcerarie, oggi, oltre al sovraffollamento, ci sono le problematiche legate alla malasanità. Mancano i finanziamenti, manca il personale, manca anche il finanziamento per le persone sempre più indigenti, che fanno parte della lista dei detenuti.
Basterebbe aumentare il finanziamento regionale sulla sanità e permettere ai detenuti di avere accesso ai farmaci di fascia C, invece, di chiedere loro di pagarseli.
Questi sono tutti elementi che speravo di vedere in questa nota integrativa, che invece non ci sono e, quindi, continueremo a chiedere e a insistere affinché politiche vengano davvero applicate in modo serio e non soltanto propagandistico e che le problematiche vengano affrontate alla radice.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calderoni.



CALDERONI Mauro

Grazie, Presidente.
Grazie, colleghi.
Discutiamo un bilancio regionale che, com'è stato detto ormai molte volte nasce vecchio. Spiace che dai banchi della maggioranza queste considerazioni vengano sottostimate, anzi eluse, perché un dibattito sui fatti che stanno accadendo nelle ultime settimane e negli ultimi giorni aiuterebbe senz'altro la Giunta a trovarsi più preparata a quello che sta capitando intorno a noi.
È un bilancio che nasce vecchio perché privo di risposte concrete alle emergenze del nostro territorio e incapace di offrire una visione strategica e di vero sviluppo per il Piemonte; un bilancio che non tiene conto della drammatica situazione economica che ci troviamo ad affrontare e che si limita a riproporre schemi ormai superati, senza il coraggio di affrontare i problemi reali con scelte chiare e lungimiranti.
Il quadro economico è sotto gli occhi di tutti: la crescita, già in rallentamento, subisce un'ulteriore frenata in base alle ultime stime, sia a livello nazionale sia a livello regionale, con un impatto diretto sulle entrate dell'ente.
Su questo, un supplemento di riflessione sarebbe importante.
Del settore automotive abbiamo discusso la settimana scorsa in un Consiglio dedicato: uno storico motore della nostra economia è in crisi profonda, con aziende costrette alla dimensione alla produzione e lavoratori lasciati nell'incertezza se non licenziati o cassintegrati. All'orizzonte si profilano nuove minacce: l'ipotesi di dazi imposti dal nuovo Presidente degli Stati Uniti colpirebbe pesantemente il nostro export. In particolare penso alla provincia da cui provengo, il cui settore agroalimentare simbolo delle nostre eccellenze e vanto di quella narrazione retorica e patriottica che il Governo Meloni, ma spesso anche la Regione Piemonte, ama ribadire, nei fatti, se non si pongono correttivi al bilancio, si sta abbandonando.
Di fronte a questo scenario, il Governo nazionale non interviene con misure adeguate, ma addirittura procede con pesanti tagli ai trasferimenti destinati alle Regioni, alle Province e agli Enti locali, mettendo a rischio i servizi essenziali come la sanità, il welfare e il trasporto pubblico. La manovra finanziaria di questo Governo, con i suoi tagli lineari e la sua insensata recita contabile, sta soffocando le possibilità non soltanto di crescita, ma di galleggiamento del nostro Piemonte.
In questo bilancio regionale non troviamo una reazione forte e decisa; non troviamo un piano straordinario per sostenere i lavoratori e le imprese colpite dalla crisi; non troviamo un investimento strategico per la transizione industriale, digitale e ambientale, indispensabile per mantenere la competitività del nostro sistema produttivo; non troviamo neppure un'adeguata difesa delle risorse per i servizi pubblici messi a dura prova dalle politiche nazionali, che impatteranno pesantemente sull'area metropolitana, ma io credo, drammaticamente, sulle aree interne del Piemonte, in particolare sulle zone montane e pedemontane, collinare e rurali, lontane dai centri di erogazione dei servizi pubblici.
Anche la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza regionale che accompagna questo bilancio è emblematica. Si limita a un aggiornamento burocratico e formale senza affrontare la sostanza delle questioni economiche più urgenti. Manca, insomma, una vera analisi del quadro macroeconomico; manca una stima realistica degli effetti della manovra statale sulle finanze regionali; manca persino un calcolo dell'impatto della crisi sulle nostre entrate future.
Di fronte a tanta leggerezza, quasi superficialità, non possiamo credere che il bilancio sia in grado di reggere le sfide che abbiamo davanti. Non possiamo credere che voi ci crediate e, in ogni caso, noi non ci stiamo e non accettiamo che il Piemonte venga condannato a una politica di galleggiamento, a una gestione passiva della crisi senza strumenti adeguati a reagire.
Questo bilancio non ci pare all'altezza delle necessità della nostra comunità regionale e per questo motivo non possiamo che esprimere una forte richiesta di riaprire una discussione politica per aggiornare non soltanto il DEFR, ma l'impostazione generale del bilancio agli avvenimenti che abbiamo più volte nel corso degli interventi di oggi e nei giorni scorsi posto alla vostra attenzione, al momento pare drammaticamente in maniera inutile.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pompeo; ne ha facoltà.



POMPEO Laura

Buonasera, colleghi Consiglieri e colleghe Consigliere.
Anch'io volevo esprimermi a proposito della nota di aggiornamento DEFR, che non è adeguata alle reali esigenze di questa Regione. Una Regione che vive come sappiamo, un periodo di gravissima crisi. I dati li conosciamo, sono stati espressi più e più volte sia all'interno di quest'Aula sia in occasioni pubbliche cui tutti noi abbiamo partecipato; lo leggiamo attraverso i media, ne siamo informati direttamente attraverso i soggetti del territorio, con cui ciascuno di noi è in contatto e per i quali siamo un riferimento.
Il bilancio di previsione ci lasciava, e continua a lasciarci, perplessi.
Questa nota di aggiornamento non modifica le nostre posizioni, anzi, come dicevano i colleghi intervenuti prima di me, ci lascia particolarmente perplessi e preoccupati. Preoccupati perché questo documento non fotografa le reali esigenze di questa Regione, che sono cambiate ulteriormente in questi ultimi mesi. Quello che ci aspettavamo era davvero un aggiornamento di quello che era stato prospettato mesi fa, un aggiornamento calato sulla realtà del momento, a cominciare dalla sanità che, come tutti sappiamo, è la voce di spesa più alta e il settore di competenza regionale diretto. Non è ancora chiaro, come sappiamo, l'ammontare destinato a questi capitoli.
Come opposizione, abbiamo proposto di vincolare almeno il 4% del Fondo Sanitario Nazionale per quanto riguarda la salute mentale, visto che attualmente, la spesa pro capite nella nostra Regione è inferiore alla media nazionale.
Altro tema molto importante, come diceva prima il collega Avetta con una competenza sicuramente maggiore della mia, è quella che riguarda i trasporti. Ricordiamo come l'attuale Giunta regionale abbia promesso il trasporto pubblico gratuito per chi ha meno di 26 anni. Su questo tema la collega Paonessa si è spesa particolarmente, ma nel bilancio purtroppo non c'è alcuna traccia che ne faccia riferimento.
Sono inoltre più di tre milioni di euro i tagli destinati alla cultura.
Questo è un tema che, come sapete, mi sta particolarmente a cuore e che seguo da anni dall'interno e anche come amministratrice. Quasi due milioni di euro di questi verranno sottratti alle associazioni culturali rispetto a quanto è avvenuto l'anno scorso e negli ultimi anni, mettendo di fatto in ginocchio un settore che già soffre moltissimo.
Lo ricordavo ieri: secondo le stime dell'UNESCO, a livello mondiale, il settore culturale definito in senso lato - quindi cinema, teatri, musei musica, danza, biblioteche, tutto il settore dell'editoria e così via - è il comparto che ha più sofferto durante il Covid. Eppure, nonostante questo, è il settore che ha mostrato più resistenza e più resilienza; ha cercato in tutti i modi di risollevarsi nel nostro Paese e altrove. Nella nostra regione, in modo particolare, sappiamo essere più di 80 mila le persone che lavorano nell'ambito della cultura, oltre naturalmente all'indotto, come ricordavo anche ieri in quest'Aula.
Dunque, parliamo di cultura, ma non è come diceva un Ministro, che poi fortunatamente si è ricreduto e ha ritirato quanto detto. Non è che con la cultura non si mangia: con la cultura mangiano decine di migliaia di famiglie. Pertanto, chiedo che questa nota di aggiornamento ponga l'attenzione su questo. Su questo, invito a riflettere. Di questi tre milioni di euro di tagli ci sono 300 mila euro tagliati agli istituti culturali e alle biblioteche. Queste sono solo alcune delle ragioni che mi portano a riflettere e a invitare, soprattutto la Giunta, a riflettere su questa nota del DEFR.
La cultura, purtroppo, non è l'unico tema. Abbiamo partecipato a tante sedute relative anche all'argomento delle pari opportunità, a un lavoro che consideri le donne diversamente, che consideri anche la crescita professionale delle donne in Italia. Purtroppo nella nostra regione non siamo meglio posizionati: solo il 53% delle donne lavorano. Eppure sappiamo che l'economia funziona se tutti funzioniamo; lavorare di più tutti vuol dire stare meglio ciascuno di noi.
Per questo invito a ripristinare quanto prima le risorse tagliate, in particolare ai settori che ho citato, nel bilancio 2025-2027. Inoltre invito a riflettere su un cambio di passo rispetto al settore culturale alle istituzioni culturali, alle associazioni e agli operatori del settore perché producono un PIL notevole. Pensate che solo quello che viene prodotto dai musei in Italia è superiore a quello che viene prodotto come PIL dall'agricoltura.
Riflettiamo su questo elemento e non consentiamo alle associazioni e agli operatori culturali di ritrovarsi nella situazione in cui si ritrovano ormai da anni, cioè con i contributi che vengono erogati anni dopo la loro conferma. Sono moltissime le associazioni nel nostro territorio che non hanno ancora ricevuto il saldo del 2023 e questo le costringe a indebitarsi con le banche, le costringe ad ipotecare le case. Ne conosciamo personalmente moltissimi. Non è giusto che gente che lavora e che mantiene famiglie sia ridotta in questa situazione.
Invito ancora una volta alla riflessione e al rispetto della dignità del lavoro di ciascuno. Ci sono persone - e ne conosciamo moltissime - che stanno lavorando gratis da mesi, ma ancora peggio, ripeto, ci sono persone famiglie e associazioni che si sono indebitate, ipotecando beni propri.
Questo non possiamo dimenticarcelo, così come non possiamo dimenticare un altro tema che mi è particolarmente caro e per il quale ho lavorato per anni, quello degli ecomusei, che hanno visto i loro fondi tagliati enormemente in questi ultimi anni. Anche questa attenzione dev'essere ripristinata per una valorizzazione dei nostri territori e della loro storia, della tradizione, dell'identità della tradizione culturale, del saper fare, dell'enogastronomia. Attraverso gli ecomusei questo si stava facendo.
Non dimentichiamocelo, ma rimettiamoci in linea, come modello quale eravamo, in grado di competere con gli esempi più fulgidi che sono soprattutto quelli francesi.
Davvero vi invito a riflettere su tutto questo, nell'applicazione di questo nuovo documento, che sia più adeguata alle necessità della nostra regione.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste d'intervento, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
Poiché non sono stati presentati emendamenti, se non vi sono dichiarazioni di voto, e mi pare che non ce ne siano, procediamo con la votazione della proposta di deliberazione n. 68.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 68, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO



PRESIDENTE

Mi pare ci siano Consiglieri che non hanno potuto votare.
Sia riportato a verbale che i Consiglieri Pentenero e Calderoni hanno espresso voto contrario.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 76, inerente a "Proposta di modifica della deliberazione del Consiglio regionale 20 aprile 2022, n. 202 - 8317 in attuazione dell'articolo 1, comma da 527 ter, della Legge 30 dicembre 2023, n. 213 'Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026'"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 76, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La proposta di deliberazione è stata licenziata a maggioranza dalla I Commissione permanente, in data 3 febbraio 2025.
La parola all'Assessore Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rapidamente, è una misura importante, ma anche rapida dal punto di vista tecnico.
Il disavanzo della Regione Piemonte è composto da quello che c'era al 31 dicembre 2014, dal disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui e dal disavanzo da costituzione del fondo del decreto legge n. 35 del 2013.
All'interno di questi disavanzi, naturalmente, abbiamo avuto le manovre nazionali, che ci hanno suggerito - e noi accogliamo - il fatto di allocare ulteriori risorse a diminuzione per fare in modo che il disavanzo diminuisca più rapidamente nel limite delle possibilità; si parla del 2048 quindi speriamo ancora di essere, nel 2048, perlomeno in vita.
Pertanto, cerchiamo di fare in modo che nel 2024, nel 2025, nel 2026, nel 2027, nel 2028, nel 2029, nel 2030 e nel 2031 fino al 2039, rimettiamo a posto le cifre del disavanzo, che partirà nel 2025, con 235.938.000, cioè noi dobbiamo restituire 235.938.000 nel 2025, 237.772.000 nel 2026 e via così.
Questo ridisegna questo tipo di impegno che la Regione si prende nei confronti dello Stato e si chiede l'approvazione da parte dell'Aula in modo da poterlo definire compiutamente con una proposta di deliberazione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Tronzano.
Dichiaro aperta la discussione generale, invitando i Consiglieri che vogliono intervenire a prenotarsi.
Ricordo che il tempo a disposizione per intervenire è di dieci minuti.
Prego, Consigliera Pentenero.



PENTENERO Gianna

Grazie, Presidente.
Volevo comprendere due questioni dall'Assessore.
Al netto della questione sanitaria, che vedremo meglio quando discuteremo l'articolato del bilancio e le tabelle allegate, nella sua relazione di presentazione della delibera non ho compreso se le risorse che la sentenza della Consulta dello scorso anno ha chiesto di riprogrammare, anzi, ha ordinato alla Regione di riprogrammare riportandole al vecchio piano di rientro, e i tagli previsti dalla Finanziaria ridisegnano il perimetro che lei ha raccontato un attimo fa o abbiamo ancora altre risorse non inserite all'interno di questa proposta di delibera? Mi premeva capire il quadro e il perimetro all'interno del quale stiamo vagliando la proposta.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

La prima risposta è no, perché la Consulta ci parlò di cassa, quindi quella è una questione di cassa e non di competenza, per cui andiamo su un altro tema.
La seconda risposta è sì, nel senso che sono comprese tutte le risorse all'interno delle quali parliamo, comprese quelle della Finanziaria di quest'anno, degli anni passati e di tutto ciò che è il debito, il disavanzo del disavanzo della Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Tronzano.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Sulla proposta di deliberazione non sono stati presentati emendamenti e non ci sono dichiarazioni di voto.
Non essendo stati presentati ordini del giorno collegati, procediamo con la votazione in forma palese della proposta di deliberazione n. 76.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 76, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Prendiamo atto che la Consigliera Pentenero ha avuti problemi di voto, per cui raccogliamo la sua dichiarazione di non partecipazione alla votazione.
Mi pare ci sia un accordo unanime per concludere la seduta odierna e convocare una Conferenza dei Capigruppo nella sala a fianco.
Grazie e buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 16.24)



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