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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO
(Alle ore 10.06 il Presidente comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30 per mancanza del numero legale)
(La seduta inizia alle ore 10.31)
PRESIDENTE
La seduta è aperta.
Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale
PRESIDENTE
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Hanno chiesto congedo Cirio e Icardi.
Pertanto, il numero legale è 25.
Do atto che l'ordine del giorno è stato approvato nella seduta consiliare del 17 dicembre 2024.
La parola al Consigliere Unia, sull'ordine dei lavori.
UNIA Alberto
Grazie, Presidente.
Chiedo cinque minuti di sospensione per un confronto fra le opposizioni, se è possibile.
PRESIDENTE
Sì, se tutti i Consiglieri sono d'accordo.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 10.32, riprende alle ore 10.37)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Esame disegno di legge n. 51, inerente a "Disposizioni in materia di ordinamento del personale. Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008 n. 23"
PRESIDENTE
Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 51, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Se non vi sono interventi, darei la parola ai relatori di maggioranza e minoranza.
Questioni pregiudiziali
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ravinale; ne ha facoltà.
RAVINALE Alice
Grazie, Presidente.
Riguardando il testo della norma, a nome del nostro Gruppo, vorrei sollevare una questione pregiudiziale relativa alla compatibilità della norma con gli articoli 3 e 97 della Costituzione e con lo Statuto che richiama tali articoli.
In particolare, faccio riferimento a quel principio costituzionale che è stato poi individuato dalla giurisprudenza costituzionale nel corso del tempo a partire dall'uguaglianza delle leggi, cioè non trattare in modo diverso situazioni uguali o paragonabili, come principio di ragionevolezza delle leggi. Ragionevolezza delle leggi, che vuol dire non approvare norme che siano, in qualche modo, discriminatorie di situazioni. Su questo punto chiederei, anche se sappiamo che si tratta di questioni tecniche, un minimo di attenzione da parte dell'Aula, perché rileggendo la norma del 2008, così come modificata poi dal disegno di legge n. 51, a mio parere, anche leggendo in maniera costituzionalmente orientata gli articoli, emerge un problema non da poco relativo al noto, ormai, termine del quinquennio.
Mi riferisco all'articolo 22, quello che parla del conferimento degli incarichi ai dirigenti regionali e che prevede che per le strutture delle Direzioni generali, fino alla proposta che ci è stata sottoposta da ultimo e di cui stiamo discutendo in questi giorni prenatalizi, fosse previsto tra i vari requisiti, anche un quinquennio di responsabilità dirigenziale.
Norma che oggi la Giunta ci sta dicendo di voler eliminare nel rispetto della normativa nazionale.
Detto questo, l'articolo 22 bis, che ha a che fare con conferimento di incarichi dirigenziali a tempo determinato, prevede, invece, per un incarico di rango inferiore, quindi tendenzialmente meno rilevante e quindi con meno garanzie da dover offrire rispetto anche all'affidabilità e alla conoscenza dell'Ente e del soggetto che poi accede a quel ruolo, che a questi ruoli possano accedere soltanto dei Dirigenti soggetti provenienti dal settore pubblico appartenenti alla categoria D da almeno un quinquennio e, ancora al punto b del comma 2, che abbiano una documentata esperienza almeno quinquennale, nelle materie oggetto dell'incarico.
Rimuovere il quinquennio di responsabilità dirigenziale per l'accesso alle funzioni più alte di direzione dell'ente e mantenerlo, invece, sia come quinquennio in categoria D, sia come quinquennio di esperienza per posizioni dirigenziali, comunque di rango inferiore e peraltro attribuite a tempo determinato, a mio modo di vedere rappresenta oggettivamente un problema di incompatibilità con il principio di uguaglianza, perché stiamo applicando requisiti più rigidi per una materia analoga su ranghi inferiori e li togliamo per quelli di rango superiore.
PRESIDENTE
Consigliera Pentenero, non le posso dare la parola perché non è loggata.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.
DISABATO Sarah
Grazie, Presidente.
Chiaramente è del tutto legittima la pregiudiziale sollevata dalla Consigliera Ravinale. Come ci siamo detti anche l'altra volta su questo disegno di legge, ci sono più verifiche da fare, sicuramente anche dal punto di vista della congruità della norma rispetto al dettame delle leggi nazionali in materia.
In Commissione abbiamo effettivamente avuto poco tempo per approfondire per cui anche io introdurrò successivamente una pregiudiziale per chiedere di fare ulteriori verifiche.
Quello che emerge da tutto questo è che c'è molta confusione, che probabilmente è voluta dalla maggioranza, che sta correndo ai ripari e sta accelerando su questo disegno di legge, a nostro avviso, senza fare le dovute verifiche, senza concludere un confronto iniziato con i sindacati all'interno della Commissione consiliare competente e senza avere avuto la possibilità, anche a livello giuridico, di confrontarci sulle norme di qualsiasi natura, che siano queste regionali come quella che stiamo per approvare, o quelle nazionali che sono vigenti anche rispetto al contratto collettivo di lavoro di categoria.
Infatti, la collega Ravinale si soffermava proprio sulla norma di bandiera di questo disegno di legge, che è l'articolo 4, che rimuove i cinque anni di esperienza per accedere agli incarichi dirigenziali. Questo è un grande problema, perché viene meno sicuramente una componente di esperienza da cui non si può prescindere quando si decide di ricoprire un ruolo di così alto profilo all'interno della Regione.
Sicuramente ci sono due aspetti da valutare: quello di opportunità politica, ma anche quello di compatibilità delle norme che disciplinano la materia anche a livello nazionale. Per questo tutti gli approfondimenti del caso devono essere, a mio avviso, condivisi e valutati. L'avremmo dovuto fare in Commissione, ma i tempi ovviamente ce lo impediscono, però nulla vieta, come minoranze, di fare una richiesta di chiarimento in merito.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Pentenero.
PENTENERO Gianna
Intervengo solo per sostenere quanto detto dalle due Capigruppo, Ravinale e Disabato, rispetto al concetto di ragionevolezza delle leggi.
Di fronte a questioni di questa natura, si pone in evidenza il fatto che la Corte Costituzionale in altre situazioni abbia ribadito il corollario del principio di uguaglianza. Questo mi sembra che, all'interno del disegno di legge che è stato proposto, sia un principio fortemente messo in discussione. Quindi, noi avremmo la necessità di verificare in modo approfondito i presupposti e le valutazioni, così come gli strumenti per l'applicazione della legge stessa, per salvaguardare il principio di uguaglianza.
Questo vorrebbe dire essere coerenti rispetto all'articolo 3 della Costituzione, verificando innanzitutto le differenziazioni che sono state introdotte in sede di disciplina legislativa e che devono essere compatibili con il principio affermato dall'articolo stesso. In sostanza crediamo sia opportuno ritornare in Commissione per verificare questi aspetti, che riteniamo siano dei principi di incostituzionalità, che potrebbero determinare la non applicazione della legge e, quindi l'impugnativa da parte del Governo.
Riteniamo sia necessario un maggiore approfondimento, facendo anche tesoro delle osservazioni fatte dagli Uffici, che mettono in evidenza alcuni aspetti; penso, ad esempio, al tema della spesa, ma credo che questo tema sarà evidenziato successivamente.
Crediamo ci sia la necessità di ritornare a una valutazione più attenta del disegno di legge, proprio perché crediamo che il principio di uguaglianza sia fondamentale e, soprattutto, il rispetto delle norme costituzionali elemento al quale dobbiamo dedicare grande attenzione nella nostra articolazione.
PRESIDENTE
Ha chiesto la parola la Consigliera Nallo; ne ha facoltà.
NALLO Vittoria
Grazie, Presidente.
Nel sostenere le pregiudiziali evidenziate dalle mie colleghe Capigruppo di opposizione, ci tengo a evidenziare un punto che, in realtà, era anche alle nostre mani con l'analisi preventiva che abbiamo ricevuto nel momento in cui abbiamo dovuto affrontare questo disegno di legge.
Per quanto riguarda il disegno di legge, con la conformità condizionata al recepimento nel corso dell'iter legislativo, si evidenzia che avremmo dovuto approfondire, anche nella documentazione, tutti quegli aspetti incrementali legati all'aumento della spesa. Questa pregiudiziale è per evidenziare che servirebbe ancora un passaggio in Commissione per ragionare su questo, perché le modifiche agli articoli 5, 6 e 9 potrebbero ipoteticamente, determinare effetti incrementali rispetto alla situazione pregressa sulla spesa preventiva del personale. Occorrerebbe verificare la norma ancora in Commissione.
In relazione alla rimozione delle limitazioni al ricorso di figure professionali esterne, sarebbe opportuno corredare la relazione con un'analisi del quadro organizzativo e le motivazioni che giustificano il presupposto all'invarianza dell'onere complessivo dell'amministrazione.
Bisognerebbe accogliere questo suggerimento che, ripeto, è nelle mani di tutti noi Consiglieri, anche alla luce di quanto evidenziato nella Commissione avvenuta con la Corte dei Conti, che personalmente ho ritenuto molto utile, nella quale ci sono state evidenziate le questioni che spesso, negli anni hanno portato alla difficoltà di attuare le leggi presentate e votate anche in quest'Aula.
La richiesta della pregiudiziale serve per fare un passo indietro e tornare alla verifica e allo studio all'interno della Commissione, per provare a svolgere questo approfondimento come suggerito dall'analisi preventiva.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Nallo.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Segretaria Cera, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.
CERA Valentina
Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno della richiesta di pregiudiziale presentata dalla Consigliera Ravinale.
Riteniamo assolutamente importante verificare tutto ciò che c'è da verificare, in termini di impegno di spesa, ed è importante farlo nelle sedi opportune. Da qui la richiesta di tornare in Commissione per un approfondimento.
Visto che fino a questo momento non gli è stato dato il giusto spazio, il mio intervento è a sostegno. Riteniamo che sia un provvedimento importante riteniamo che sia precisa responsabilità di quest'Aula discuterlo nella sede opportuna, quindi la Commissione, e riteniamo ci possa essere il tempo per farlo, non comprendendo tutta questa fretta, vista l'importanza della tematica. Verificare e fare le dovute verifiche su quanto andrà a impattare, in termini di spesa, il provvedimento, è un dovere che sentiamo forte. Il mio intervento, quindi, vuole essere a sostegno della pregiudiziale presentata dalla Consigliera Ravinale.
La richiesta giunge forte dalle opposizioni: continuare una discussione nel merito.
Questa sollevazione è assolutamente importante, Assessore, quindi parliamone ancora, parliamone approfonditamente e cerchiamo di capire quale sarà l'impatto reale in termini economici del provvedimento.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Cera.
La parola alla Consigliera Disabato per una nuova questione pregiudiziale.
DISABATO Sarah
Grazie, Presidente.
Richiamando il nostro Regolamento, chiederei il rinvio in Commissione del provvedimento.
PRESIDENTE
Siamo sulle pregiudiziali adesso.
DISABATO Sarah
Il rinvio in Commissione non è una pregiudiziale?
PRESIDENTE
Non è pregiudiziale. Quando arriveremo al punto lo potrà chiedere. Quando apriremo la discussione sul punto lo potrà richiedere. Non è questo il momento per farlo, lo potrà fare dopo.
DISABATO Sarah
Va bene, lo farò dopo.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione di una nuova questione pregiudiziale.
PENTENERO Gianna
Volevo porre un'altra pregiudiziale, partendo dall'articolo 39, comma 3 della Costituzione, relativo ai contratti collettivi dei lavoratori.
Sappiamo che i sindacati possono sottoscrivere i contratti collettivi di lavoro per gli appartenenti a tutte le categorie, in riferimento al contratto di appartenenza. Ci sembra che all'articolo 4, dove viene modificato l'articolo 22 della legge 23 del 2008, si faccia riferimento a una norma nazionale.
Intanto, noi rinunciamo a una nostra potestà normativa, regolamentare e, in questo caso legislativa, da un lato, e dall'altro, facciamo riferimento genericamente alla legge che fissa dei parametri all'interno dei quali le attribuzioni di eventuali Direttori esterni possono essere identificati.
Ci sembra che l'articolo 39, comma 3 e penso di poter dire anche l'articolo 35, comma 2 della Costituzione, che cura la formazione e l'elevazione delle professioni dei lavoratori, siano in contrasto rispetto a questo articolo che propone il disegno di legge.
Crediamo, peraltro, che si rinunci anche - e risottolineo questo aspetto a una possibilità di normazione rispetto all'organizzazione degli uffici e delle strutture regionali e, quindi, rinunciamo a poter offrire opportunità di vario genere che permettono di avere una organizzazione più efficiente e più efficace della Regione stessa.
Chiediamo che ci sia una verifica puntuale attenta alle pregiudiziali che emergerebbero dai due articoli della Costituzione e, soprattutto, che si tenga in considerazione che, oltre a quelle che sono le norme di riferimento, esiste un contratto collettivo nazionale dei lavoratori che viene sottoscritto, secondo le categorie alle quali il contratto stesso si riferisce.
Crediamo, pertanto, che questo debba essere oggetto di ulteriore approfondimento.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Nallo.
NALLO Vittoria
Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno della proposta della collega Pentenero.
Credo che sia molto importante tornare su questo punto, cioè su quello dei parametri con i quali gli esterni vengono individuati. È un po' il fulcro del motivo per cui siamo qui e stiamo cercando di provare a portare delle migliorie a questa proposta di legge, non necessariamente accettando quello che è arrivato come proposta in quest'Aula.
Prima veniva richiamata la Costituzione, negli articoli 39 e 35, nel momento in cui si parla del contratto collettivo nazionale.
Credo sia molto importante capire ancora meglio in che modo vengono individuati i collaboratori esterni e cercare di non bypassare una questione che rischierebbe non di rendere necessariamente più competitivo il nostro ente, ma il contrario.
La nostra richiesta è che si possa soffermarsi su questo e provare a rivederlo, per apportare delle migliorie che non mettano in difficoltà proprio nell'ambito del contratto collettivo nazionale.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Disabato.
DISABATO Sarah
Grazie, Presidente.
A sostegno della pregiudiziale sollevata dalla Consigliera Pentenero riteniamo, come anche detto poc'anzi in un altro intervento, che si debbano fare le dovute verifiche rispetto alla congruità della nostra norma con quella nazionale.
Da un certo punto di vista, stiamo rinunciando a dettami di legge che, tra l'altro, vengono smontati dall'articolo 4 del disegno di legge sul personale, quindi a una nostra prerogativa, quella di disciplinare la materia, chiedendo di fare riferimento a una normativa di carattere nazionale. Fermo restando che tutte le verifiche dovrebbero essere fatte a tal proposito, per effettivamente dare seguito anche alle richieste dei sindacati di un'ulteriore verifica sul tema.
Intanto, dovremmo capire qual è la compatibilità con la norma nazionale, ma poi l'Assessore dovrebbe quantomeno spiegarci, e questo lo potrebbe fare ritornando in Commissione, per quale motivo stiamo rinunciando alla possibilità di disciplinare la materia secondo le nostre esplicite esigenze; trattandosi, tra l'altro, di una materia molto delicata, perch riguarda i ruoli apicali della struttura regionale, che è un meccanismo che fino a oggi ha funzionato.
Bisognerebbe comprendere come mai si sta decidendo di correre ai ripari, di cambiare i requisiti per la nomina delle figure dirigenziali, ma anche capire quali sono le motivazioni che spingono l'Assessore a farlo. Questa Regione è stata governata per cinque anni dalla maggioranza e il Presidente ha sempre decantato il fatto che si è riusciti a portare a termine tutti i provvedimenti voluti, tutte le linee programmatiche e gli indirizzi del proprio programma elettorale. Questo è stato fatto grazie comunque a una struttura che si rifà al vecchio disegno di legge sul personale che, a quanto pare, ha funzionato.
Se così fosse, mi chiedo qual è la motivazione per cui si decide di mutare la norma facendo riferimento a delle norme nazionali sopraggiunte; una norma che, grazie alla disciplina della Regione Piemonte, testata e comprovata anche da più colori politici, ha funzionato e ha permesso al Governatore di raggiungere i suoi obiettivi.
Questi sono sicuramente degli approfondimenti che andrebbero fatti ed è il motivo per cui noi sosteniamo convintamente che la pregiudiziale della Consigliera Pentenero debba essere presa in considerazione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.
VALLE Daniele
Intervengo anch'io a sostegno della pregiudiziale presentata dalla collega Pentenero, in particolare con riferimento agli articoli 35 e 39 della nostra Costituzione.
L'articolo 35 recita: "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionale intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro".
La giurisprudenza è costante. Anche la dottrina che ha elaborato riflessioni sul punto, ha riconosciuto agli ordinamenti regionali la possibilità di adottare forme organizzative proprie, più adatte al contesto e all'organizzazione di cui ritengono aver bisogno.
Naturalmente le Regioni, non c'è bisogno che ce lo ricordiamo, sono molto diverse per dimensioni, per necessità e anche per le caratteristiche organizzative e presto lo saranno anche rispetto alle funzioni attribuite alle modalità con cui decideranno di svolgere. Già oggi lo sono rispetto a come hanno voluto informare i propri rapporti, ad esempio, con le Città metropolitane e le Province, cui alcune Regioni hanno delegato competenze.
Altre Regioni, invece, hanno trattenuto per sé ed esercitano direttamente con il proprio personale o con persone in avvalimento; questo vale per la sanità, ma anche per la formazione professionale, per non fare troppi esempi. Anche per tutto quello che riguarda la possibilità di esercire direttamente, lo si può esercire in convenzione con il privato o esercirlo attraverso la possibilità di istituire delle società partecipate, società in house, enti strumentali.
La scelta organizzativa che le Regioni hanno fatto per l'espletamento delle proprie funzioni è stata estremamente differenziata, perché questa differenza è garantita dalla Costituzione tanto negli articoli che si occupano di devolvere i poteri alle Regioni - penso agli articoli 116, 117 e seguenti - quanto agli articoli 35 e 39 che si occupano più precisamente di lavoro.
L'idea che rinunciamo a ogni possibilità di organizzarci autonomamente per devolvere tutta la nostra autonomia a un seguire pedissequamente la normativa nazionale è, per noi, fonte di perplessità proprio in virtù dei principi di sussidiarietà e di adeguatezza che dovrebbero, invece informare i nostri provvedimenti legislativi.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Segretaria Cera in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.
CERA Valentina
Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io a sostegno della pregiudiziale sollevata dalla Consigliera Pentenero.
Riteniamo che anche il seppur minimo dubbio, qualora fosse minimo, di incostituzionalità e quindi di andare contro i due articoli della Costituzione citati, l'articolo 35 e l'articolo 39, meriti davvero un ulteriore approfondimento nelle giuste sedi.
Non riteniamo possibile che in una Regione che si appresta, anche facendo prima delle altre, a richiedere maggiori spazi di autonomia tramite la famosa o famigerata autonomia differenziata, si sia in questo caso, invece disponibili a seguire pedissequamente una norma nazionale che, peraltro potrebbe essere in contrasto o potrebbe portare questo disegno di legge regionale addirittura a essere in contrasto con la nostra Costituzione.
Se, da un lato, si richiede maggiore autonomia, dall'altro non si comprende perché, invece, uniformarsi a un provvedimento nazionale, se c'è in Piemonte una norma che, come diceva prima la collega Disabato, è maggiormente tutelante e funziona di più, visto l'operato fino a oggi. Ci chiediamo quale sia la ratio, quale sia la motivazione per l'indisponibilità di fare fino in fondo questa discussione nelle sedi opportune.
Rinnovo anch'io la richiesta di tornare in Commissione. Se c'è qualcosa che facciamo meglio a livello piemontese, che va a rispondere a delle esigenze territoriali, come l'autonomia differenziata di cui vi fate portavoce come maggioranza a ogni livello, ci chiediamo perché, invece, in questo caso non si approfitti di una situazione migliore qui in Piemonte e si voglia andare a uniformarsi a una norma nazionale che potrebbe ridurre spazi di autonomia alla Regione Piemonte.
Chiediamo la possibilità di continuare a discutere; chiediamo la possibilità di approfondire questa pregiudiziale, in particolare in Commissione; chiediamo la possibilità di applicare un minimo di onestà intellettuale. Se si vuole valorizzare ciò che si fa meglio in Piemonte torno a dire che non si capisce per quale motivo in questo caso si vuole pedissequamente seguire una norma nazionale che riteniamo essere meno tutelante per il funzionamento dell'ente su un tema particolarmente importante come quello che stiamo affrontando oggi.
La richiesta è sempre la stessa: approfondiamo, parliamone, perché ne va del funzionamento di questa nostra Regione. Se c'è qualcosa che facciamo meglio in Piemonte rispetto al livello nazionale, proviamo a tenercelo stretto.
PRESIDENTE
Ha chiesto la parola il Consigliere Unia; ne ha facoltà.
UNIA Alberto
Grazie, Presidente.
Intervengo per sollevare una questione pregiudiziale sull'assenza di una valutazione preliminare dell'impatto organizzativo di questo disegno di legge. Uno degli elementi imprescindibili per una riforma di questa portata dovrebbe essere rappresentato dall'elaborazione di uno studio d'impatto organizzativo. Questo studio, necessario per analizzare le implicazioni delle modifiche proposte, non è stato esplicitato né allegato al disegno di legge in discussione.
Quali sono i parametri di riferimento che hanno portato a considerare la sostituzione delle posizioni organizzative con incarichi di elevata qualificazione, come una scelta ottimale per il miglioramento delle performance degli uffici regionali? Quali sono le proiezioni in termini di redistribuzione delle responsabilità e dei carichi di lavoro tra il personale? Sono stati analizzati eventuali rischi di disallineamento fra le competenze attribuite e le competenze realmente presenti nel personale, con conseguente necessità di interventi correttivi post implementazione? Senza una risposta chiara e documentata a queste domande, si rischia di approvare una normativa che potrebbe risultare inefficace, addirittura controproducente, richiedendo successivamente ulteriori interventi normativi o amministrativi per colmare le lacune operative.
Inoltre, l'impatto sulle dinamiche organizzative interne e la transizione delle attuali posizioni organizzative agli incarichi di elevata qualificazione rappresentano una trasformazione significativa per la struttura gerarchica e funzionale dell'amministrazione regionale.
Tuttavia, non sono stati forniti dati che dimostrino come questa modifica influirà sulle modalità operative quotidiane degli uffici. È stata condotta una simulazione sulle nuove modalità di delega e sulle tempistiche necessarie per l'adattamento a questa struttura? Come s'intende gestire il periodo transitorio tra l'attuale riforma e il consolidamento delle nuove funzioni? Quali strumenti di monitoraggio e verifica dell'efficacia saranno messi in atto per garantire che la riforma raggiunga gli obiettivi dichiarati? In assenza di risposte a queste domande, si rischia di compromettere l'efficienza del disegno di legge e, quindi, anche l'implicazione del personale coinvolto. Un'altra area critica riguarda l'effettiva comprensione, da parte del personale coinvolto, dei cambiamenti proposti e dei loro effetti sulla modalità di lavoro. Sono stati, in questo caso previsti percorsi formativi per il personale che dovrà assumere incarichi di elevata qualificazione? Esistono meccanismi che assicurino un processo di assegnazione degli incarichi chiaro, trasparente e coerente con le competenze effettivamente possedute? Ignorare anche questi aspetti sarebbe rischioso.
Sarebbe stato opportuno includere, nel disegno di legge, anche un riferimento ad altre amministrazioni pubbliche che abbiano intrapreso riforme organizzative simili, per trarre insegnamenti utili ad adattarli al contesto piemontese. Tuttavia, nel testo non si fa menzione ad alcun confronto con altre realtà.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Unia.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente.
Come abbiamo già detto in più occasioni, il disegno di legge n. 51 introduce modifiche importanti rispetto alla legge 23/2008, che ha più di dieci anni di applicazione nella nostra Regione e fino a oggi ha garantito una possibilità di organizzazione dei servizi, delle attività e delle strutture di grande qualità: abbiamo dirigenti e funzionari di grande qualità.
La questione pregiudiziale posta dal collega Unia pone in evidenza alcune questioni: non c'è una valutazione preliminare sull'impatto organizzativo delle norme proposte in modifica della legge 23 del 2008; non si capisce quali siano i parametri di riferimento che hanno portato alla sostituzione delle norme introdotte e di quelle eliminate, facendo riferimento, come dicevo nella pregiudiziale presentata un attimo fa, al quadro nazionale non si capisce quale sia l'impatto sulle dinamiche organizzative interne.
La transizione delle attuali posizioni organizzative a incarichi di elevata qualificazione, così come recita il contratto nazionale, rappresenta una trasformazione significativa, ma non si capisce se siano state fatte simulazioni, rispetto a quello che vuole dire, sulla struttura organizzativa delle 11 Direzioni attualmente presenti in Regione.
Non si capisce quanto il personale sia stato coinvolto. Ci sembra che il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali sia stato solo parziale e che non ci siano stati confronti con esperienze simili alla nostra. Non troviamo in nessun'altra legge regionale norme di riferimento. Questo almeno apparentemente, sembra emergere.
Pertanto, alla luce delle problematiche che abbiamo esposto, chiediamo di sospendere l'approvazione del disegno di legge n. 51 e chiediamo un approfondimento rispetto all'impatto legato all'organizzazione, a un piano dettagliato per la gestione della transizione a supporto del personale e una proposta che identifichi la possibilità di monitoraggio per definire gli obiettivi prefissati.
Insomma, chiediamo che le norme introdotte o soppresse stiano all'interno di un quadro organizzativo più articolato e maggiormente definito.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Segretaria Cera, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.
CERA Valentina
Grazie, Presidente.
Voglio iniziare ringraziando il Consigliere Unia per aver sollevato questa pregiudiziale, particolarmente importante, sulla quale chiediamo di approfondirne la discussione.
È particolarmente importante perché l'organizzazione, all'interno di un ente complesso come la Regione Piemonte, è sicuramente il punto centrale.
Provare ad analizzare con studi specifici, magari rifacendoci ad altre esperienze, diventa fondamentale per scrivere il provvedimento nel migliore dei modi e per far sì che sia realmente migliorativo della struttura e della qualità del lavoro delle persone che lavorano all'interno dell'ente.
Ricordo che nella discussione in Commissione, almeno in parte, ci eravamo già soffermati su questo punto, cioè su quale sarebbe stato l'impatto organizzativo del disegno di legge, con cui ne va della capacità di incidere realmente del lavoro quotidiano e, quindi, della vita di queste lavoratrici e lavoratori.
Riteniamo che per assumere incarichi apicali servano certe caratteristiche ma che ci debba anche essere la consapevolezza che, se poi si deve andare a dirigere altre persone, è necessario avere autorevolezza; un'autorevolezza che spesso si guadagna sul campo, in ufficio, lavorando con le persone che poi bisognerà guidare in un percorso lavorativo che possa valorizzare le competenze di tutti, in un percorso lavorativo in cui nessuno e nessuna si debba sentire frustrato o frustrata perché, magari, c'è qualcuno che "passa davanti".
In questo, il tempo è assolutamente necessario; cinque anni danno la possibilità di dare modo alle lavoratrici e ai lavoratori di creare un team e di oliare quei meccanismi organizzativi che possono realmente funzionare.
Quindi, lo studio sull'impatto organizzativo che questo provvedimento potrebbe avere è uno studio che va fatto e va fatto in maniera approfondita.
Si lavora bene se si pensa di essere utili, coinvolti e in grado di dare il proprio contributo. Capiamo se realmente questo cambiamento non possa portare a frustrazioni, a disuguaglianze o a ingiustizie, foss'anche solo percepite, ma che invece porta nella direzione che, credo in buona fede l'Assessore che lo propone ha in mente. Una direzione fatta di organizzazione precisa, di organizzazione funzionante e funzionale e di valorizzazione di lavoratrici e lavoratori.
Per questo ci preoccupa anche il poco coinvolgimento delle organizzazioni sindacali in questo caso, quindi parliamone ancora.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Nallo.
NALLO Vittoria
Grazie, Presidente.
Vorrei innanzitutto ringraziare il collega Unia di questa proposta di richiesta di pregiudiziale, proprio perché questo disegno di legge introduce delle modifiche molto rilevanti della legge regionale del 2008 n. 23 e disciplina l'organizzazione degli uffici regionali, la dirigenza e il personale.
Proprio per questo motivo, la questione che pone il collega Unia credo che sia molto seria: è stata fatta una valutazione preliminare di quale impatto organizzativo? È stata fatta una valutazione di quali sarebbero le ricadute sull'intero quadro organizzativo del nostro ente, alla luce delle 11 Direzioni? Tale questione emerge anche alla luce di come è stata portato avanti questo disegno di legge, almeno in Commissione, e adesso lo andremo a vedere anche qui in Aula.
Non sappiamo se il personale sia stato coinvolto in questa proposta; non ci risulta che ci sia stato un vero e proprio coinvolgimento, anche concreto delle parti sindacali e non abbiamo dei riferimenti anche da parte di altre Regioni che dimostrano che andare in questa direzione sia effettivamente un un'evidenza di miglioramento dell'organizzazione e anche di maggiore qualifica, come ha detto anche diverse volte l'Assessore, per premiare il merito e rendere più efficiente la macchina amministrativa. Queste sono un po' le ragioni che ci sono state date.
Come giustamente ricordava il collega Unia, non abbiamo evidenza di questo diciamo così, con una simulazione sulle nuove modifiche e le modalità di delega, sulle tempistiche necessarie per l'adattamento a questa struttura sulle implicazioni per il personale coinvolto e l'evidenza di esperienze simili, che in questi casi viene sempre utile, soprattutto a noi per fare dei confronti, per paragonare la norma a quella di altre Regioni.
In conclusione, questi sono i tre punti che si sollevano. Credo sia importante fermarsi per analizzare meglio lo studio d'impatto organizzativo, il piano dettagliato per la gestione di questa transizione dal modello attuale a quello successivo e come il personale verrà supportato a questa modifica, poi una proposta di strumenti di monitoraggio per verificare, anche nei prossimi mesi, il raggiungimento di questi obiettivi prefissati.
Credo che, ragionando in questo senso, si possa migliorare la norma, ma occorre fermarsi un attimo per la discussione e avanzare ancora di punti in questo senso.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Coluccio.
COLUCCIO Pasquale
Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sulla questione pregiudiziale che ha avanzato il collega Unia.
Innegabilmente, questo modo di procedere dà qualche preoccupazione, nel senso che ogni norma e ogni intervento sostanzioso, come può essere quello di collocare una figura apicale di vertice, senza la dovuta costruzione di aspetti relativi alla sua credibilità, possono avere delle ricadute non indifferenti, soprattutto su un sistema organizzativo che, comunque sia, è stato collaudato e ha funzionato sino a oggi.
Un intervento del genere rischia di minare un'organizzazione, a fronte di un intervento che non viene fatto in modo graduale e con il supporto delle organizzazioni sindacali, né viene fatto con il supporto dell'intera struttura. Una struttura che va avanti innegabilmente per le forze operative che hanno la guida di alcune figure di vertice che devono essere riconosciute e credibili. Una credibilità che si conquista sul campo, ma in via preliminare anche con i titoli e l'esperienza.
In questo caso, si vuole bypassare, forzare una situazione e, come hanno già detto i miei colleghi, non se ne capiscono le ragioni. Manca un'adeguata analisi d'impatto, come abbiamo già detto, e questo rischia di minare l'efficacia e l'efficienza di una macchina regionale. Penso sia chiaro a tutti l'importanza di poter agire con una certa efficacia nella propria azione amministrativa.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Nallo; ne ha facoltà.
NALLO Vittoria
Intervengo per evidenziare la necessità di soffermarsi su una nuova pregiudiziale su questo disegno di legge. Mi appello agli articoli 119 e 81 della Costituzione, parlando dell'assenza di coperture e, quindi, della mancata sostenibilità del debito che andiamo a evidenziare con questa modifica e con questa norma.
Faccio riferimento all'articolo 10 del disegno di legge n. 51, il disegno di legge sul personale, perché si cita la clausola di invarianza finanziaria e ci veniva anche suggerito, e questo potrebbe essere il momento di accogliere questa proposta, che da questa legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Si fa riferimento a tutti quegli effetti incrementali che le modifiche agli articoli 5, 6 e 9 andrebbero a rendere, in qualche modo, manifesti rispetto alla spesa pregressa. La proposta è che, se sulla spesa complessiva sul personale, ci si muove in questo modo, il rischio è che non siano state fatte delle valutazioni preventive che stiamo andando a comunicare con questa norma.
Torno anche al punto evidenziato in precedenza, perché la Corte dei Conti su questo ci ha ripreso in diverse occasioni. Personalmente, da Consigliere alla prima legislatura, ringrazio che ci sia stata l'occasione di vivere collettivamente un momento come quello nel quale c'è stato richiesto di porre più attenzione alle questioni costituzionali che ho poc'anzi citato.
In relazione alla rimozione delle limitazioni al ricorso di figure professionali esterne all'amministrazione, sarebbe opportuno corredare questa relazione con un'analisi del quadro organizzativo e le motivazioni che giustificano il presupposto dell'invarianza dell'onere complessivo dell'amministrazione.
Oggi questo non è evidente. Probabilmente, si ritiene necessario approfondire la documentazione a corredo del disegno di legge rispetto a questo punto, fare un approfondimento, fare una valutazione inerente alla quantificazione degli oneri finanziari correlabili, in particolare all'applicazione di quegli articoli che ho citato prima, quindi gli articoli 5, 6 e 9 del disegno di legge n. 51, al fine di integrare questi dati con elementi idonei a suffragare la situazione di invarianza finanziaria in cui si trova a operare l'intero provvedimento. Questo per evitare, com'è successo purtroppo molte volte, di votare una legge che poi avrà grosse difficoltà a essere attuata.
Questo, sicuramente, non gioverebbe alla nostra amministrazione, al nostro ente e alle 11 Direzioni che si trovano in questo caso coinvolte.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.
VALLE Daniele
Grazie, Presidente Intervengo anch'io a sostegno di questa.
PRESIDENTE
Mi dicono che è già intervenuta la sua Presidente di Gruppo, quindi lei non può più intervenire.
VALLE Daniele
È una nuova pregiudiziale.
PRESIDENTE
Ah, non l'ha detto! Pensavo fosse un intervento sull'ultima.
ROSSI Domenico (fuori microfono) No, noi siamo molto attenti, Presidente. Questa è nuova.
VALLE Daniele
È nuova.
Volevo intervenire anch'io a sostegno di questa pregiudiziale che si sofferma effettivamente su un punto non di merito, ma che non abbiamo analizzato abbastanza, neanche nel corso della discussione che abbiamo effettuato sia in Commissione sia in Consiglio, cioè sul tema dell'articolo 10, quello che prevede la clausola di invarianza finanziaria di questa norma e che va a esplicitare come dalla presente legge non derivino in alcun modo oneri diretti e indiretti a carico del bilancio regionale. Da una rilettura del contenuto, possiamo agilmente dimostrare che, invece, è una cosa errata.
Con questa norma, infatti, andiamo ad aumentare il numero dei Direttori del nostro ente e, al di là dei criteri con cui riteniamo di selezionarli, il solo fatto di aumentarli comporterà indubitabilmente un aumento degli oneri finanziari: uno immediato per via delle nuove posizioni e uno non immediato, che è oggetto delle contestazioni di cui stiamo parlando in questi giorni. Quindi, posso immaginare che la Regione finirà, come sempre capita, per farsi carico nei mesi successivi, perché, avendo poi più Direttori all'interno, anche il fondo che riguarda tutte le retribuzioni accessorie e le premialità, che oggi potrebbe effettivamente rimanere invariato, finirà sicuramente per conoscere una variazione e tornare a riconoscere lo stesso plafond da cui il numero di Direttori ora aumentati potrà attingere.
Di conseguenza, il contenuto sbagliato della clausola, così come espressa all'articolo 10, e la sua incoerenza con tutte le norme che presidiano all'iter legislativo, all'iter di composizione delle leggi, mi ha spinto a sostenere la pregiudiziale che la collega ha poco fa illustrato.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Segretaria Cera, che interviene in qualità di Consigliera.
CERA Valentina
Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io a sostegno della pregiudiziale sollevata dalla Consigliera Nallo. Anche in questo caso, riteniamo particolarmente importante chiarirsi prima. Si parla di invarianza in termini di bilancio ma come è possibile se aumenta, invece, il numero delle persone cui corrispondere uno stipendio? Ci dovrebbe essere la volontà e la capacità di spiegarci prima qual è il meccanismo che ha in mente l'Assessore per far funzionare questo provvedimento in non varianza delle risorse a bilancio. Lo dico per non doversi trovare dopo a correggere la rotta, a correggere il tiro. Pertanto anche in questo caso, proviamo a prevenire quelli che possono essere i problemi fattuali. La collega Nallo prima diceva che non vorremmo che fosse uno di quei provvedimenti che si adottano e che poi non trovano una reale efficacia e una reale attuazione nei fatti.
Questo sarebbe un peccato. Affinché i provvedimenti che si adottano trovino reale attuazione nei fatti, c'è bisogno di risorse a bilancio e c'è bisogno che ci diciate quale impatto avrà la previsione di risorse a bilancio, dal momento che, invece, oggi si parla di non variazione. Per non dover riaffrontare successivamente questa discussione, riteniamo che debba essere fatta quantomeno in via pregiudiziale.
Pertanto, il mio è un intervento di nuovo propositivo per provare a sciogliere tutti i dubbi e proviamo a vedere se c'è un modo per andare nella giusta direzione. Anche qui l'impatto sul bilancio non è cosa di poco conto, è qualcosa che va approfondito e siamo disponibili, come opposizione, a farlo insieme, però facciamolo e non andiamo invece dritti con questa fretta, anche perché, siccome prevenire è meglio che curare correggere dopo potrebbe portare a inefficienze. Potrebbe portare a dei problemi che invece, in via pregiudiziale, si può provare a risolvere.
Pertanto, sono a sostegno della questione pregiudiziale presentata dalla Consigliera Nallo. La richiesta è sempre la stessa: approfondiamo, perch prevenire è meglio che curare.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Coluccio; ne ha facoltà.
COLUCCIO Pasquale
Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io per sostenere la questione pregiudiziale proposta dalla Consigliera Nallo.
Nel disegno di legge, se da una parte si dice in modo chiaro che dalla presente legge non derivano oneri diretti e indiretti a carico del bilancio regionale, nei fatti, poi, quando ci troviamo a discutere una norma che comporta modifiche così significative nell'organizzazione del personale, è necessario domandarsi se sia realistico sostenere una simile affermazione senza che venga accompagnata da un adeguato studio e relazione.
Bisogna essere concreti: qualsiasi intervento normativo che riorganizza ridisegna o ridefinisce ruoli, funzioni e responsabilità all'interno di una macchina amministrativa complessa come quella regionale, ha inevitabilmente un costo. Questo costo non è sempre immediato o facilmente quantificabile ma esiste. Pensiamo, ad esempio, all'introduzione degli incarichi di elevata qualificazione che costituiscono le precedenti posizioni organizzative: un cambiamento di questo tipo richiede una revisione non solo delle modalità operative, ma anche dei processi di attribuzione degli incarichi, della formazione del personale interessato, delle modalità di verifica e di valutazione delle competenze.
Tutti questi aspetti, innegabilmente, comportano un impegno economico e organizzativo che, anche se indiretto, non può essere ignorato.
Inoltre, l'articolo 10 non considera i costi derivanti dalla gestione del cambiamento. La transizione verso una nuova organizzazione interna, come quella delineata dal disegno di legge, non è un processo automatico. È necessario prevedere percorsi di formazione specifici per preparare il personale a incarichi di elevata qualificazione. Questi percorsi hanno un costo sia in termini di risorse umane ed economiche sia in termini di adattamento, durante i quali la produttività complessiva potrebbe risentire di inevitabili incertezze operative.
Supportare i dirigenti e il personale nella gestione delle nuove deleghe sono aspetti che, benché non esplicitamente richiamati nel testo del provvedimento, rappresentano costi indiretti da considerare per una valutazione completa dell'impianto finanziario.
Un ulteriore aspetto che ritengo doveroso sottolineare riguarda i rischi di contenziosi amministrativi.
Il passaggio dalle posizioni organizzative agli incarichi di elevata qualificazione potrebbe, infatti, generare malcontento tra il personale soprattutto se i criteri di assegnazione non risultassero pienamente chiari e condivisi. Qualsiasi controversia di questo tipo comporta un costo sia economico sia in termini di tempo e di risorse per la Regione.
PRESIDENTE
Consigliere, le ricordo che ha tre minuti di tempo per intervenire.
COLUCCIO Pasquale
Si, scusi, Presidente.
Infine, vorrei ritornare sul tema della coerenza con la clausola dell'invarianza finanziaria che, com'è sotto gli occhi di tutti, non viene rispettata.
PRESIDENTE
Non essendovi altri iscritti a parlare, riassumo le questioni pregiudiziali esposte.
Sono state presentate tre questioni pregiudiziali di costituzionalità statutaria da parte delle Consigliere Ravinale, Pentenero e Nallo e una questione pregiudiziale di merito dal Consigliere Unia.
Ai sensi dell'articolo 71, comma 3, pongo in votazione le questioni pregiudiziali.
Prima votiamo le tre pregiudiziali di costituzionalità e poi quella di merito.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO
PRESIDENTE
Procediamo con la votazione delle tre pregiudiziali di costituzionalità.
Indìco la votazione palese sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sulla pregiudiziale di merito.
Il Consiglio non approva.
La parola alla Consigliera Disabato, sull'ordine dei lavori.
DISABATO Sarah
Grazie, Presidente.
Prima di fare richiesta in riferimento all'articolo 37 del Regolamento volevo farle presente che, all'inizio della seduta, non mi ha dato la parola in quanto, a suo dire, non ero loggata; dopodiché, ha dato la parola al mio collega Unia, ovviamente, concedendogliela, ma neanche lui era loggato.
PRESIDENTE
No, era loggato, Consigliera Disabato.
Abbiamo guardato ed era loggato.
DISABATO Sarah
Il Consigliere Unia è qui di fianco a me, che mi dice che non era loggato.
Adesso è loggato, ma inizialmente non lo era e ora me lo sta confermando.
PRESIDENTE
Quando gli abbiamo dato la parola dato era loggato.
Vada avanti, comunque, non sollevi questi problemi inutili, per favore.
DISABATO Sarah
Presidente, non si rivolga così a me! Non si rivolga così a me, dicendo "vada avanti" con la manina.
Come si permette, mi scusi?
PRESIDENTE
Allora stia ferma, però.
DISABATO Sarah
Il mio collega mi ha riferito che non era loggato nel momento in cui ha chiesto la parola.
PRESIDENTE
Le ha riferito male, perché ci sono qui tutti i funzionari che hanno guardato prima che io dessi la parola.
DISABATO Sarah
C'erano gli Uffici, ma il mio collega mi conferma che non era loggato.
PRESIDENTE
Andiamo avanti.
DISABATO Sarah
Io mi appello all'articolo 37, comma 5 del Regolamento, che recita: "Quando un argomento sia posto in discussione a norma del comma 4, il Consiglio, su richiesta motivata della Commissione di almeno tre Consiglieri, pu deliberare, con la maggioranza dei membri assegnati, di rinviare l'argomento stesso alla Commissione, perché effettui la dovuta istruttoria fissando la stessa a un termine non superiore a 30 giorni per riferire in Consiglio".
Ai sensi del Regolamento del Consiglio, chiediamo il rinvio in Commissione per la ripresa dei lavori e la ridiscussione dell'atto. Commissioni che tra l'altro, colleghi, dovrebbero essere un po' più frequentate. Ricordo nel tempo che mi rimane a disposizione, che quello che è successo ieri è molto grave. Si è convocata la IV Commissione sul disagio mentale, erano presente tantissime associazioni e comitati, ma la maggioranza, salvo il collega Castello, era assente: è una vergogna, cari colleghi. Finché si parla di poltrone e di nomina in pompa magna, siete tutti presenti, ma quando si parla di salute mentale, i banchi sono vuoti.
Mi rivolgo anche a lei, Assessore Vignale, che ha seguito il tema anche nella passata legislatura e le sta a cuore. Questa cosa successa ieri è molto brutta e denuncio anche l'assenza della Giunta in VI Commissione convocata sull'ospedale previsto alla Pellerina.
Vi consiglio veramente di fare molta attenzione ai temi che decidete di seguire, perché i cittadini guardano le sedute, che sono pubbliche, quindi cerchiamo anche, con decenza, di affrontare gli argomenti e di comportarci.
Presidente, comunque le ricordo quello che è successo a inizio seduta a me non è per niente piaciuto.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Unia; ne ha facoltà.
UNIA Alberto
Grazie, Presidente.
Volevo precisare una cosa, perché ci tengo particolarmente. Tendenzialmente non mento, non racconto bugie. Non riuscivo a loggarmi e ho dovuto svuotare la cache del computer per riuscire a farlo.
Non so se si è collegato da solo mentre tentavo di farlo, ma sono riuscito a collegarmi solo esclusivamente dopo essere intervenuto. Se i log file dicono un'altra cosa, non lo so.
PRESIDENTE
Consigliere Unia, capisco che è un argomento interessantissimo, ma nell'ambito di questo interesse le dico che lei risulta loggato dalle 10.33, quindi era loggato ampiamente. Speriamo di aver chiuso questa interessantissima discussione sul tempo di loggamento.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.
PENTENERO Gianna
Ritornando al merito della giornata di oggi, a quello che ha chiesto la collega Disabato e facendo riferimento all'articolo 37, chiediamo che il disegno di legge venga riportato in Commissione. Che venga riportato in Commissione, facendo anche riferimento alle pregiudiziali che abbiamo prima rappresentato e che sono state respinte dall'Aula ma che, comunque crediamo debbano trovare luogo di discussione.
Sottolineo ancora un aspetto. L'articolo 37, comma 8, del Regolamento interno del Consiglio regionale recita testualmente: "Le relazioni delle Commissioni al Consiglio sono distribuite almeno 24 ore prima che si apra la discussione, tranne che il Consiglio non approvi ugualmente il suo esame". Il Presidente della I Commissione, prima di aprire la discussione avrebbe dovuto presentare una relazione sullo stato dei lavori della Commissione stessa, da quando il disegno di legge è stato incardinato fino a quando è stato richiamato in Aula.
C'è una relazione nella cartella allegata al disegno di legge, ma è quella dell'Assessore, non c'è la relazione del Presidente del Consiglio.
Chiediamo, quindi, spiegazioni sull'interpretazione del comma 8 dell'articolo 37 perché, secondo quanto letto e quanto identificato risulterebbe che il Presidente della Commissione avrebbe dovuto distribuire la relazione sullo stato dei lavori all'interno della Commissione 24 ore prima.
Questa relazione non compare nella cartella riferite al disegno di legge quindi chiediamo delucidazioni in merito.
PRESIDENTE
Diamo tempo agli Uffici di approfondire.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Nallo; ne ha facoltà.
NALLO Vittoria
Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo sulla richiesta di tornare in Commissione in assenza della relazione.
Se si sta provvedendo all'invio va bene, ma valutiamo se aspettare che questa pervenga come da Regolamento.
PRESIDENTE
Non mi riferivo all'invio. Gli Uffici stanno approfondendo la parte giuridica e se quello che sostiene la Presidente Pentenero è corretto.
Se non vi sono altri interventi, sospenderei i lavori cinque minuti per dare tempo agli Uffici di approfondire la questione.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 11.41, riprende alle ore 11.48)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Dovevamo una risposta alla Consigliera Pentenero.
In base a quanto gli Uffici hanno approfondito, l'articolo 37 da lei citato, al comma 6 recita: "Trascorso il termine stabilito, sia che la Commissione abbia licenziato la proposta corredandola della relazione di cui all'articolo 28, sia che la Commissione non abbia provveduto in tal senso" - quindi non abbia compilato la relazione in quanto è stata richiamata in Aula - "l'argomento viene iscritto alla prima seduta del Consiglio, che dovrà discuterlo entro e non oltre 30 giorni".
La relazione viene fatta se la norma completa il suo corso in Commissione quando non completa il suo corso, non esiste la relazione.
Il comma 8, quindi, va messo in relazione con il comma 6, per cui le relazioni del Consiglio devono essere distribuite almeno 24 ore se esistenti. Essendo stato il provvedimento richiamato in Aula, non esisteva quindi non poteva ovviamente essere distribuita.
Prego, Consigliere Rossi.
ROSSI Domenico
Grazie, Presidente.
Essendo un precedente la discussione che stiamo facendo, se non ricordo male, per la prima volta su questo comma del Regolamento, invito a una riflessione anche nella Commissione per il Regolamento, perché non vorrei che questa interpretazione diventasse una prassi.
Solo per capire: la questione della relazione è come sta dicendo lei Presidente, ma la relazione del Presidente della Commissione? Giusto per capire.
Se non sbaglio, da Regolamento, quella dovrebbe essere fatta.
PRESIDENTE
Sì, durante il Consiglio comunale a verbale. Una relazione a verbale che immagino farà adesso il Presidente della I.
ROSSI Domenico
Consiglio regionale.
PRESIDENTE
Sì, regionale.
ROSSI Domenico
Ma l'ha fatta? Non ho capito.
PRESIDENTE
No, la deve fare adesso.
ROSSI Domenico
Quindi deve farla. Va bene, grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Il comma 7 dell'articolo 37 - mi fanno presente gli Uffici - recita: "Nel caso in cui un argomento pervenga all'esame del Consiglio senza che la Commissione abbia provveduto a norma dell'articolo 28, l'argomento verrà preliminarmente illustrato dal primo firmatario". Con questo s'intende la relazione.
Premesso che questa è sempre stata sinora l'interpretazione, se vogliamo poi fare un approfondimento in Commissione per il Regolamento, ben venga.
Se non vi sono altri interventi, procediamo con la votazione, precisando che il voto a favore è per il ritorno in Commissione del disegno di legge n. 51, quello contrario è per il non ritorno in Commissione e per discuterlo adesso in Aula.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di rinvio in Commissione del disegno di legge n. 51.
Il Consiglio non approva.
Esame disegno di legge n. 51, inerente a "Disposizioni in materia di ordinamento del personale. Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008 n. 23"
PRESIDENTE
Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 51, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Vignale per l'illustrazione.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
Anche per un po' di considerazioni che sono state fatte, chiedo la convocazione della Conferenza dei Capigruppo.
PRESIDENTE
Immagino che ci sia un accordo tra i Capigruppo.
Sospendiamo i lavori fino alle ore 12.20.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 11.54, riprende alle ore 12.51)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Per quanto riguarda l'esame del disegno di legge n. 51, si procederà con il contingentamento dei tempi, che comporta l'indicazione della quantità di minuti di cui ogni Gruppo dispone per intervenire.
Vi leggo le risultanze in termini di minuti. I Gruppi di maggioranza potranno intervenire per un numero massimo di 280 minuti: Fratelli d'Italia 117 minuti, Forza Italia 63, Lega Salvini Piemonte 54, Lista Civica Cirio Presidente 45.
Le opposizioni hanno in tutto 200 minuti, suddivisi tra Partito Democratico 130 minuti, Alleanza Verdi Sinistra 30 minuti, Movimento 5 Stelle 30 minuti, Stati Uniti d'Europa dieci minuti.
Ciò detto, in assenza di una relazione, in quanto il disegno di legge non ha terminato l'iter in Commissione, chiedo all'Assessore Vignale se vuole intervenire per illustrare il provvedimento.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
Il provvedimento, come abbiamo avuto modo di dire nelle sedute di Commissione in questi giorni, nella discussione in Aula e anche in discussioni informali al di fuori dell'Aula, così come nella Conferenza dei Presidenti da poco conclusa, nasce da una volontà, che è quella di rendere in qualche modo, omogenea la legge dello Stato che, ricordo, è la legge Bassanini del 2001.
È una norma vigente da molti anni, non modificata dai Governi anche di aree politiche differenti, che sostanzialmente prevede uno degli aspetti che è stato più discusso all'interno della discussione, cioè quello che non sia necessario, come la legge dello Stato prevede, il quinquennio di esperienza per accedere al livello dirigenziale.
Abbiamo, però, rafforzato l'articolo 22 della legge n. 23/2008, quella del personale regionale, relativamente all'accesso, cioè non vi è più il quinquennio, ma vi è una selezione comparativa fra coloro i quali presentano domanda, che abbiano professionalità e attitudini tali per poter ricoprire l'incarico di dirigente.
Il resto del provvedimento riguarda articoli che semplicemente rendevano omogenee la legge dello Stato e l'ultimo contratto siglato da un punto di vista meramente semantico. I primi articoli sono quelli che modificano le posizioni, le parole "posizioni organizzative non dirigenziali con elevata qualificazione", perché così li definisce il nuovo contratto nazionale da poco siglato.
Devo dire che ritenevo, sbagliando ovviamente, che fosse una legge non di grande impatto, ma una legge che semplicemente rendeva omogenea la legge regionale con quella dello Stato. Ha poi un aspetto che, invece, riguarda il funzionamento della macchina regionale, perché non possiamo non tenere conto che, dal 1992 a oggi, negli ultimi tre anni la Regione Piemonte nel suo complesso, fra Consiglio e Giunta, in particolar modo in Giunta, ha fatto il più grande numero di assunzioni.
Noi abbiamo assunto con i concorsi principalmente, ma anche con le mobilità, più di 900 dipendenti; quindi, nei 2.400 dipendenti che oggi operano all'interno della Regione Piemonte, quasi un migliaio di dipendenti sono neoassunti.
In tutto il mondo del lavoro normale - consentitemi di definirlo così - la capacità di progressione di carriera è un elemento determinante per il mantenimento dei dipendenti all'interno anche di un ente locale e non è solo per il fatto che i dipendenti rimangano. Difatti segnalo che, lo scorso anno e quest'anno, per la prima volta dopo decenni, abbiamo ricevuto le prime dimissioni di persone che si sono dimesse dalla Regione Piemonte per andare a lavorare nel privato.
Lo dico perché credo che dobbiamo rendere la nostra macchina una macchina quanto più possibile flessibile anche nel percorso di carriera e meritocratica nei sistemi di performance. Questo è un pezzetto di un sistema più ampio e dovremmo continuare ad adoperarci per far sì che gli enti pubblici, compresa la Regione Piemonte fra il Consiglio e la Giunta diventino attrattivi nei confronti di chi vuole venire a lavorare in questo ente e, possibilmente, fermarvisi.
Programmazione dei lavori
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Unia sull'ordine dei lavori.
UNIA Alberto
Grazie, Presidente.
Intervengo per fatto personale.
Chiedo la possibilità di avere una rettifica su quanto è successo questa mattina nei miei confronti. Ho fatto una verifica, ho chiamato al "var", ho verificato a video ed effettivamente non ero collegato, per cui chiederei cortesemente una rettifica, visto che quanto dico e quanto dice lei rimane a verbale.
Farei controllare dagli Uffici il video: il minuto dura 60 secondi e io sono intervenuto prima che scadesse il minuto. Ho anche le foto.
PRESIDENTE
Consigliere Unia, per quanto capisco sia dirimente per le sorti della Regione Piemonte, lei era loggato in questo momento.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
No, io faccio lo spiritoso finché voglio, lei.
Allora, lei risultava loggato.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Consigliere Unia, adesso tocca a me rispondere e poi, se vuole, risponde per fatto personale e andiamo avanti così.
Lei risultava loggato ufficialmente agli Uffici e ha verificato anche la Consigliera Disabato. Nessuno dice che lei abbia.
Nell'applicativo risultava loggato. C'è da capire questo enorme problema di applicativo e non di applicativo. Nessuno dice che lei sta mentendo, per tecnicamente lei risultava loggato. È per quello che le abbiamo dato la parola. Tra l'altro, sta protestando perché le ho dato la parola, quando lei dice che non avremmo dovuto dargliela perché non era loggato. È veramente una discussione surreale questa, comunque va bene.
Ritengo che adesso il fatto personale si sia esaurito, per cui dichiaro aperta la discussione generale.
Ogni Consigliere può intervenire per un tempo non superiore ai dieci minuti.
Ringraziamento e saluto alla signora Ornella De Luca, funzionaria del Consiglio regionale in procinto di andare in pensione
PRESIDENTE
Prima di sospendere i lavori per pranzo, vi chiedo di rimanere al vostro posto, perché abbiamo un saluto da fare.
In questi giorni di lavoro, al termine dei quali ci appresteremo tutti a qualche giornata di vacanza, voglio rivolgere un pensiero a chi invece si appresta a intraprendere un periodo di vacanza molto più lungo. Credo quindi, di rappresentare i sentimenti dell'intera Assemblea nel rivolgere un saluto alla funzionaria dell'Ufficio Aula Ornella De Luca, per la quale oggi è arrivato l'ultimo giorno di lavoro prima della quiescenza.
Ornella da molti anni lavora in Consiglio regionale sempre nell'Ufficio Aula (quindi si è sorbita tutte le nostre liti), dopo una lunga esperienza nei ruoli della Giunta. Vorrei ringraziare Ornella per tutto il lavoro fatto, al quale si è sempre approcciata con disponibilità e precisione. A lei vanno, anche a nome dell'intera Assemblea, i più affettuosi auguri di buona vita futura.
La seduta è sospesa.
(La seduta è sospesa alle ore 13.00)
(Alle ore 14.05 il Presidente Nicco comunica che la seduta riprenderà alle ore 14.30 per mancanza del numero legale)
(La seduta riprende alle ore 14.28)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Programmazione dei lavori
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Disabato sull'ordine dei lavori.
DISABATO Sarah
Grazie, Presidente.
È, a mio avviso, molto grave quello che è successo prima della pausa pranzo, in quanto i Capigruppo di minoranza si trovavano in una riunione informale per definire il cronoprogramma degli interventi e per analizzare alcune norme del Regolamento, tra l'altro con alcuni componenti degli Uffici. Non solo è stato annunciato il contingentamento dei tempi in nostra assenza, ma è stato anche illustrato il provvedimento. Una cosa del genere non si era mai vista prima. Questa non la chiamerei negligenza, ma mancanza di rispetto e qualcosa che non dovrebbe mai succedere.
Non stavamo perdendo tempo, ormai i giochi sono fatti, come si direbbe avete ottenuto tutto quello che volevate, ma rimane, a mio avviso, una maleducazione istituzionale l'aver annunciato il contingentamento e illustrato un provvedimento in totale assenza dei Capigruppo di minoranza.
Quest'Aula sta prendendo una piega veramente brutta e lo dico al di là di ogni pensiero politico che si possa avere sulle norme perché si possono condividere o non condividere, ma la seduta è iniziata in assenza dei Capigruppo di minoranza e qualcuno deve scusarsi per questo!
PRESIDENTE
Consigliera Disabato, non ho nessuna difficoltà non a scusarmi, ma a dirvi che, se me ne fossi accorto, avrei tardato l'inizio della seduta. Detto questo, preciso che il vostro era un incontro informale, quindi non ho fatto nulla di illegittimo e la seduta poteva partire.
Ripeto, se mi fossi accorto della vostra assenza, avrei tardato un attimo a fare partire i lavori dell'Aula. Semplicemente non ho notato che mancassero i Capigruppo di minoranza. La prossima volta vi invito a collaborare facendomi presente che siete in riunione e chiedendomi, come già successo mi pare ieri con la Consigliera Ravinale, di tardare un attimo l'apertura della seduta perché impegnati. L'ho fatto ieri e non avrei avuto nessuna difficoltà a farlo oggi, se mi fosse stato chiesto.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.
PENTENERO Gianna
Comprendo che reggere momenti come questi non sia facile, ma piuttosto difficile. Si reggono perché c'è convinzione e determinazione rispetto agli argomenti trattati. Non lo si fa per cercare di far passare del tempo perché credo che ognuno di noi ha delle cose più interessanti da fare, ma lo si fa perché si crede in quel che si sta discutendo e in quello che si sta facendo. L'incontro era certamente informale, ma l'abbiamo chiesto nel momento in cui i Capigruppo di maggioranza e gli Uffici stessi sono usciti dall'aula in cui abbiamo fatto la Conferenza dei Capigruppo.
Abbiamo chiesto la presenza della Direttrice perché volevamo verificare alcune questioni delle quali non eravamo certi. Chiedo un po' più di attenzione al valore di quest'Aula, un po' più di attenzione al fatto che non lo si fa per perder tempo, ma lo si fa, risottolineo, perché si ha convinzione sugli argomenti che si trattano. Credo debba essere dedicata più attenzione e rispetto ai lavori dell'Aula.
Capisco che non sia facile, che sia complesso e anche un po' caotico in alcuni momenti, ma affermare che non ci si è accorti che non eravamo in Aula mi sembra francamente un po' esagerato. Chiedo davvero di essere un po' più attenti e di essere un po' più rispettosi di quello che succede dentro l'Aula.
PRESIDENTE
Ribadisco di non essermi accorto dell'assenza di quattro Capigruppo, anche perché non erano gli unici a mancare, da parte della maggioranza e della minoranza.
La prossima volta, ribadisco, se cortesemente mi avvisate, cosa che non avete fatto, ben volentieri allungo un po' la ripresa dei lavori.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ravinale; ne ha facoltà.
RAVINALE Alice
Cercheremo di farci notare di più rispetto alla nostra assenza in Aula così almeno non ci saranno problemi di questo genere.
Mi unisco semplicemente per dire che mi sembra un punto rilevante, tra l'altro posto con tutta la compostezza dalle colleghe, perché nonostante questo provvedimento sicuramente abbia scatenato un muro contro muro in questi ultimi giorni, è importante mantenere i lavori di quest'Aula non secondo una logica - questo lo dico per entrambi i fronti - di contrapposizione, ma di lavoro armonico, armonioso e cercando, al di là della previsione regolamentare, di avere la dovuta attenzione per le situazioni.
Mi fa piacere sapere che è stato del tutto incidentale il fatto che lei non abbia colto la nostra assenza. Chiedo anche, ma non so se ho facoltà di farlo, se rispetto alla inammissibilità di taluni emendamenti - che, se ho ben capito, è stata annunciata in nostra assenza - c'è la possibilità di sollevare un rilievo adesso o se questo deve avvenire quando cominceremo la discussione degli emendamenti, nel rispetto delle previsioni regolamentari e delle prassi d'Aula.
Ci tenevo a lasciare a verbale anche la mia posizione, non nell'ottica di esacerbare i toni, ma piuttosto in quella opposta, cioè di dirci che nonostante questa faticosa sessione prenatalizia, è opportuno che tutto rimanga nelle regole che sono stabilite a garanzia del lavoro di tutte e tutti noi qui dentro e che, quindi, le regole e le opportunità nella gestione dell'Aula vanno sempre tenute come stella polare.
Pertanto, direi di superare quello che è stato evidentemente un incidente dovuto anche alla fatica della mattinata e di queste giornate, ma con l'attenzione a cooperare per il futuro.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Ravinale.
Certamente accoglierò il suo invito, nel senso che, di volta in volta, per ogni emendamento si spiegherà il motivo per cui non viene messo ai voti.
Oltre a spiegarlo in Aula, è anche riportato sui documenti che avrete a disposizione e che gli Uffici stanno caricando, per cui si soddisferà questa esigenza.
Ha chiesto la parola la Consigliera Nallo; ne ha facoltà.
NALLO Vittoria
Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo solo per lasciare a verbale che siamo rimasti un po' colpiti dall'inizio di oggi di seduta, senza i Capigruppo in minoranza.
Sono sicura, però, Presidente, che è stato solo un errore, quindi l'aiuteremo per le prossime volte affinché questo non succeda.
Ne approfitto - probabilmente esco un po' dal seminato, ma credo attenga all'ordine dei lavori - per ribadire la richiesta che ho fatto l'altro giorno. Lei non era presente, quindi forse non lo sa, perché c'era il Consigliere Carosso a presiedere. Chiedo scusa, potrei sbagliarmi. Ho chiesto semplicemente che quest'Aula fosse informata dopo il termine del Tavolo di Stellantis, avvenuto a Roma. Questo perché, come lei sa, nella Conferenza dei Capigruppo è stato chiesto di organizzare al più presto e di scegliere la data per il Consiglio regionale aperto. Abbiamo rimandato la scelta della data proprio al termine di questo Tavolo.
Semplicemente lo ripeto: avevo chiesto che prima delle vacanze natalizie per cui prima di chiudere con i lavori legati a questa seduta convocata, si potesse arrivare alla definizione di una data. Vorrei che potessimo tornare, come Capigruppo, a ragionare su questo.
PRESIDENTE
Chiedo all'Assessore Vignale di farsi parte attiva presso la Giunta per questa informazione, per poter fissare una data congrua per un Consiglio aperto su Stellantis.
Esame disegno di legge n. 51, inerente a "Disposizioni in materia di ordinamento del personale. Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008 n. 23" (seguito)
PRESIDENTE
Riprendiamo la discussione generale sul disegno di legge n. 51, per la quale ricordo che è previsto il contingentamento, quindi i tempi verranno conteggiati fin da adesso.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato. Anche il Consigliere Salizzoni ha alzato la mano per prenotarsi.
Prego, Consigliera Disabato, può intervenire.
DISABATO Sarah
Presidente, provo ad aiutarla anche in questo.
Uso i minuti della discussione generale per ricapitolare quello che è successo prima: mentre le Capigruppo di minoranza erano giustamente riunite in una riunione informale per verificare il Regolamento e i termini del contingentamento, lei ha annunciato, giustamente - anzi no, giustamente non tanto - che si sarebbero contingentati i lavori, traducendo il tutto in una sorta di minutaggio: minutaggio che vale 130 minuti per il Partito Democratico, 30 minuti per il Gruppo Movimento 5 Stelle-AVS, dieci minuti per il gruppo SUE.
Oggettivamente, tenderemo a usarli tutti questi minuti, perché ci toccherà entrare nel merito non soltanto degli emendamenti, ma anche del provvedimento in generale.
Personalmente, ricollegandomi a quanto detto prima, avrei quanto minimo chiesto all'Assessore Vignale di illustrare nuovamente, per correttezza, il provvedimento alla presenza delle Capigruppo.
Personalmente non ho sentito cosa è stato detto in precedenza, quindi sarebbe anche cortesia istituzionale fare questo passaggio. Per il resto utilizzeremo i 30 minuti, ripartendoli a seconda dei Consiglieri che vogliono intervenire, nel momento in cui si riterrà opportuno. È chiaro che in questo momento li utilizzeremo nella discussione generale.
PRESIDENTE
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.
VALLE Daniele
Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io in discussione generale.
Questo provvedimento di legge, come mi sembra abbastanza chiaro dal nostro atteggiamento di oggi in Aula, non incontra il nostro favore. In realtà avremmo anche potuto trovare spazi di condivisione nel merito, ma c'è stato innanzitutto un problema di metodo. Ripercorrendo le ultime settimane, un po' come la Consigliera Disabato ripercorreva gli ultimi minuti di questo Consiglio, la scelta di non terminare la discussione in Commissione e richiamare il provvedimento in Aula ha naturalmente ridotto di molto gli spazi per il confronto. Sarebbe stato più opportuno terminare l'esame in Commissione, perché all'interno di questa magari avremmo avuto spazi per trovare un'intesa.
Le questioni più preoccupanti, dal nostro punto di vista, sono due. La prima è legata ai requisiti per accedere all'incarico direzionale. Il fatto che la nostra Regione, negli anni, avesse individuato un certo numero di anni di esperienza necessari per accedere a questo tipo di incarico era il naturale riconoscimento a un percorso professionale, specialmente se questo aveva avuto corso all'interno dell'ente regionale, offrendo prospettive di progressione di carriera, subordinandole al fatto che queste fossero sostenute da un percorso professionale solido.
L'idea di poter accedere direttamente a un incarico direzionale senza aver maturato un'esperienza in ambito dirigenziale svilisce, dal nostro punto di vista, il percorso che invece molti, meritoriamente, stanno facendo all'interno dell'ente.
Ciò ci espone anche a un rischio, dal punto di vista della qualità delle persone che poi incarichiamo come Direttori dell'ente, perché naturalmente non hanno avuto il modo e il tempo di conoscere approfonditamente né l'ente Regione né le responsabilità proprie di coloro che vanno ad assumere un incarico di Direttore.
Nessuno, visto che piace spesso fare l'esempio di come ci si comporterebbe a casa propria nel privato, nella propria azienda e nella propria vita con la propria attività professionale, assegnerebbe un incarico di enorme responsabilità (perché qui parliamo, mediamente, di centinaia di milioni di euro di responsabilità e centinaia di dipendenti da gestire) a chi non ha avuto modo di peritarsi e di conoscere approfonditamente tanto l'ente in cui svolgerà l'attività, quanto la tipologia di responsabilità che ricopre un Direttore, fosse in Regione o in un altro ente pubblico. Questa possibilità, come sappiamo, si va a combinare con la possibilità che colui che diventa Direttore venga preso dall'esterno e, quindi, non abbia mai avuto modo di espletare nessuna attività all'interno della Regione; non necessariamente, ma può succedere.
L'altro aspetto su cui ci riserviamo qualche critica, ma sul quale, per esempio, sarebbe stato decisamente più possibile trovare un punto d'incontro è proprio quello del numero complessivo dei Direttori, perch messa così, senza una condivisione o una spiegazione, non possiamo qualificarla diversamente dal fatto di essere una spesa in più e immotivata.
Se avessimo potuto, invece, analizzarla in un quadro più complessivo di riorganizzazione dell'ente e delle funzioni, sapendo a quali materie verranno dedicati questi Direttori, sapendo anche quali sono i piani assunzionali in prospettiva dell'ente e i piani di sviluppo e quali competenze la Regione intende mantenere a sé o delegare alle Province, su quali materie, in particolare, nel rispetto anche del tema quantomai attuale della discussione che la Regione sta facendo in questo momento con il Governo rispetto alle nuove materie e alle ulteriori competenze che la nostra Regione ha richiesto, magari avremmo potuto trovare ragionevole che il nostro ente si dotasse di ulteriori Direzioni.
In questo quadro, abbiamo bisogno di maggiore chiarezza rispetto al tema delle risorse che le nuove Direzioni comporteranno, sia in termini di emolumento dei Direttori sia rispetto ai fondi che queste nuove Direzioni comporteranno rispetto a tutto quello che è il trattamento accessorio dei Direttori. Penso ai premi, penso all'indennità di risultato e anche a quelle che sono le loro spese di rappresentanza, dei movimenti e quant'altro.
Tutto questo, calato così dall'alto senza discussione diventa difficile da sostenere e difficile da accettare. Eppure sono convinto che su molte questioni sarebbe interessante fare un discorso sull'organizzazione dell'ente e su come decidiamo di esercitare alcune funzioni.
Sono temi che abbiamo lasciato in sospeso.
Penso anche a quando abbiamo istituito la nuova Azienda Zero; penso al battibecco che abbiamo avuto quando abbiamo reclutato i quattro esperti di legalità, cioè che cosa noi vogliamo fare all'interno dell'ente? Che cosa vogliamo affidare alle nostre partecipate? Che cosa vogliamo affidare ai nostri enti strumentali? Come integriamo le nostre politiche e le nostre scelte, ma anche la nostra azione amministrativa con le nostre partecipate e i nostri enti strumentali? Penso, appunto, all'Azienda Zero per come l'abbiamo costituita. Penso al CSI e penso all'ARPA. Sono enti che hanno la necessità e anche la dignità per essere integrati al cento per cento con le attività che facciamo dentro la Regione; enti su cui dobbiamo investire il più possibile per evitare duplicazioni inutili che rendono inefficienti gli uni e gli altri e aggravano i percorsi burocratici, rallentandoli e rallentando quindi anche i servizi che noi eroghiamo ai cittadini.
Tutta questa riflessione si poteva fare una volta per tutte in maniera un pochino più compiuta, anche alla luce del fatto che, da una parte, stiamo ragionando sulle nuove competenze dell'ente e chissà.
Vedremo adesso, con tutti i vari referendum, che cosa il Governo deciderà però magari la nostra Regione sarà chiamata a fare cose nuove.
Al di là delle cose che dobbiamo far fare alla nostra amministrazione dobbiamo anche decidere a chi le facciamo fare, perché la Regione Piemonte come quasi tutti gli enti pubblici, sta conoscendo, in questi anni, un importante momento di fuoriuscita di personale per via delle curve demografiche e delle assunzioni che hanno interessato non soltanto la Regione, ma tutti gli enti pubblici, quindi siamo anche in un momento di forte ricambio, come ha richiamato prima l'Assessore, che giustamente ricordava come in questi anni Regione Piemonte abbia dato corso a un importante piano di nuove assunzioni.
Penso che, da questo punto di vista, abbiamo bisogno di un piano strategico di lungo respiro che inquadri anche scelte da compire in un quadro più ampio.
Faccio un altro ragionamento, che può apparentemente essere poco pertinente, ma che invece avrei ben visto all'interno di questo provvedimento, perché scegliamo dei Direttori che copriranno la durata di questa legislatura e di questo mandato, come prassi, ed è di loro che si parlerà in questi giorni.
Un bando è già uscito per le prime cinque posizioni e mi sono sempre chiesto perché, per esempio, non facciamo un procedimento analogo e soprattutto, con la stessa durata, per i direttori delle Aziende sanitarie che invece devono durare soltanto tre anni.
Alcune Regioni hanno prolungato la durata dei Direttori delle ASL. Poich devono cessare a metà mandato, quando poi li rinnoviamo, cominciamo a dire: "Se li rinnoviamo, loro poi fanno un pezzo del mandato di quelli che dovrebbero succedere. È giusto farlo? Li proroghiamo o non li proroghiamo?". Avrebbe molto più senso, nel quadro in cui noi riorganizziamo le strutture apicali delle nostre amministrazioni, dal mio punto di vista, portare anche quella durata a concorrenza con quella della legislatura, anche perché parliamo di procedimenti e di amministrazioni estremamente complesse all'interno delle quali due o tre anni in più o in meno, a seconda delle scelte che facciamo, possono fare davvero la differenza.
Noi Consiglieri regionali sappiamo bene come, e parlo a chi è al primo mandato, ci sia la necessità di qualche mese prima di capire bene dove si è finiti e quali responsabilità abbiamo davanti. Figuratevi allora chi invece, deve addirittura avere responsabilità amministrative, burocratiche contabili o chi assume la carica di direttore! Per questo il nostro appello è prendersi ancora del tempo per riflettere sul provvedimento, perché siamo convinti che, in un quadro più ampio di una riorganizzazione più ampia, possiamo arrivare a condividere delle scelte strategiche all'interno delle quali possono anche trovare spazio alcune riflessioni che il progetto di legge in questo momento già contiene.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.
ROSSI Domenico
Grazie, Presidente.
Intervengo sul disegno di legge in oggetto cercando, essendo in discussione generale, ma anche in contingentamento, di fare un ragionamento che spieghi le ragioni per cui ci siamo opposti all'approvazione.
Attorno a quello che sta accadendo rispetto a questo disegno di legge noi vediamo alcuni comportamenti che riteniamo sbagliati e che, purtroppo abbiamo già visto nella scorsa legislatura. Provo a elencarli.
Il primo. Il vizio, lo definirei così, di non terminare la discussione in Commissione e quindi di richiamare in Aula e immediatamente definire un contingentamento dei tempi. Nella scorsa legislatura è quasi diventata una normalità, e questo dobbiamo dircelo per evitare di abituarci a far finta che sia normale. È una forzatura e si dovrebbe utilizzare, Presidente solamente in caso di comprovata urgenza, altrimenti significa che stiamo comprimendo le funzioni del Consiglio regionale. Stiamo dando un potere all'esecutivo, stiamo aumentando il potere dell'esecutivo, ma a scapito della discussione, dell'approfondimento e della funzione propria del Consiglio, che è quella legislativa.
Non vorrei che anche questa legislatura cominciasse riproponendo quello che, purtroppo, abbiamo visto nella scorsa legislatura: urgenza, richiamo in Aula, contingentamento; urgenza, richiamo in Aula, contingentamento Questo è davvero umiliante per il Consiglio regionale. Si fa prima a proporre una legge in cui si dice: "Signori, facciamo come nei Comuni" non possiamo farlo chiaramente da soli, la mia è una provocazione politica "quindi la funzione legislativa del Consiglio viene appaltata all'esecutivo e alla Giunta e noi siamo qui soltanto a schiacciare i bottoni". Invece la discussione in Commissione serve perché i provvedimenti possono essere migliorati. Questa è la prima questione che volevo mettere in evidenza.
La seconda l'ha richiamata il collega Valle poco fa. Non possiamo continuare - anche questo lo abbiamo detto negli anni scorsi e purtroppo ci troviamo a ripeterlo a inizio di questa nuova legislatura - ad andare avanti guardando solo dei piccoli pezzettini ogni volta. Sul personale - ci arriverò dopo, perché essendo in contingentamento, illustrerò anche già due degli ordini del giorno che abbiamo presentato in maniera collegata, così evito di intervenire successivamente - avremmo bisogno di fare una riflessione ampia all'interno della Regione, come ha detto bene il collega Valle, ma non lo stiamo facendo.
Cosa succede? Succede che per ogni provvedimento non c'è mai una discussione che ci permetta davvero di entrare e di fare una valutazione di quali sono i fabbisogni che ha questo ente; non possiamo occuparci solo di ciò che ci serve in vista di una nomina o di un incarico, perché questo ci priva di una visione generale di cui questo ente ha e avrebbe bisogno.
Nel merito hanno detto bene i colleghi e lo diranno anche dopo. Non siamo d'accordo a eliminare questo criterio, che dà delle garanzie di conoscenza della macchina e di una certa distanza da chi temporaneamente governa la Regione o il Consiglio perché, come sappiamo, i Governi e le maggioranze cambiano, quindi il fatto di dover attingere da persone che conoscono già la macchina, che sono state assunte in un momento magari differente, dà anche una garanzia di una certa terzietà che non fa male alle istituzioni pubbliche. Questo è un altro dei motivi fondamentali per cui noi ci opponiamo a questa modifica che la Giunta sta perseguendo.
Poi c'è un tema più politico, che abbiamo provato anche a sottolineare: con tutte le emergenze, le vere e proprie emergenze che sta vivendo la nostra Regione, noi stiamo inchiodando il Consiglio regionale per parlare di una questione che, per quanto importante, certamente non è un'emergenza e certamente non interessa tantissimo ai piemontesi. Sicuramente interessa alla Giunta, perché se spinge e se chiede di convocare il Consiglio in questa maniera, è una priorità per la Giunta. Certamente possiamo dire che non lo è per i piemontesi, per i quali le priorità sono evidentemente altre.
Ne abbiamo parlato e ne parleremo ancora nel poco tempo che ci è stato concesso. Sicuramente ci aspettavamo, entro fine anno, così come è stato più volte annunciato e promesso, non solo in campagna elettorale ma anche dopo, di cominciare la discussione sul Piano Socio Sanitario, cosa che evidentemente non è avvenuta. A questo punto non sappiamo se mai succederà e se passerà un'altra legislatura in cui, probabilmente, verrà solo annunciato questo Piano Socio Sanitario. Su questo, cioè per discutere davvero di questo, perché quello riguarda i piemontesi, noi staremmo qui notte e giorno.
Abbiamo discusso e abbiamo visto ancora ieri che è uscito il rapporto Pendolaria; forse è uno dei momenti più difficili di questa Regione per quanto riguarda i trasporti. Anche su questo potremmo parlare, ma si sta facendo fatica. Non so da quanto tempo si discute nella Conferenza dei Capigruppo per avere una data in cui convocare un Consiglio aperto sulla crisi del settore automotive, che è assurdo. Noi, prima di Natale, questo avremmo dovuto fare e non discutere dei criteri con cui scegliamo i Direttori, perché questo è ciò che riguarda migliaia di lavoratori e lavoratrici, cittadini e cittadine della nostra Regione. E invece siamo qui a discutere di un'altra questione.
Di conseguenza, visto che dobbiamo parlare di personale, negli ordini del giorno abbiamo cercato almeno di portare l'attenzione su alcune questioni che, se si deve parlare di personale, riteniamo debbano stare al centro della nostra discussione. Perché? Perché il criterio è sempre lo stesso: che cosa serve ai cittadini piemontesi, non che cosa serve a chi governa la Regione Piemonte.
Presento, in particolare, l'ordine del giorno n. 109 e il n. 110. Il n. 109 ha come oggetto "Potenziamento servizio di vigilanza regionale sulle attività estrattive". Lo dico, perché era stato annunciato e promesso che avremmo cominciato la discussione sul PRAE entro fine anno. È stato presentato in Giunta lunedì, quindi mi auguro che, nel 2025, finalmente la Commissione e poi l'Aula potranno discutere il nuovo PRAE adottato.
Però, al di là del PRAE, che è figlio della stessa legge cui fa riferimento anche questo ordine del giorno, si parla sempre della legge n. 23/2016, che ha rivisitato tutta la disciplina delle attività estrattive. Tra le innovazioni della norma, c'è quella dell'articolo 36, che ha previsto che ci sia per ogni Provincia e Città metropolitana un settore specifico di vigilanza, così da garantire che in ogni territorio ci sia vigilanza rispetto al progetto presentato e all'attività effettivamente realizzata.
Sappiamo che, purtroppo, in questi anni alcune Province, per le difficoltà che conosciamo tutti, hanno delegato questa funzione alla Regione Piemonte la quale però ha continuato a svolgere questo ruolo di verifica e di controllo senza potenziare il personale dedicato a tali attività. Quindi sono aumentate le verifiche da fare, ma non il personale, e questo chiaramente ha fatto sì che non sia aumentato, di fatto, il controllo.
Questo è un problema, perché sappiamo quanto sia importante in quel settore, come in tutti i settori, l'aspetto relativo alle verifiche.
Con questo ordine del giorno chiediamo che venga potenziato il servizio di vigilanza regionale nell'ambito delle attività estrattive, affinché si preveda un numero congruo di funzionari, proporzionato alla quantità di progetti estrattivi, alla superficie dei territori, ma anche al fatto che la Regione sta portando avanti questa funzione al posto delle Province.
Questo è un aspetto che ritengo importante.
Il secondo ordine del giorno che presento è il n. 110, strettamente correlato all'audizione di ieri pomeriggio in quest'Aula con le associazioni che si occupano, sotto diversi aspetti, del problema importantissimo della salute mentale.
È certamente un argomento che richiede una discussione più ampia, più profonda e più approfondita. La faremo, la faremo certamente anche in previsione del bilancio, ma visto che oggi parliamo di personale, uno degli appelli che vogliamo raccogliere immediatamente oggi in Aula è che vengano potenziati tutti gli staff e il personale che si occupano di salute mentale in Piemonte attraverso tutte le figure (psichiatri, infermieri, educatori professionali e assistenti sociali). Cogliamo l'occasione di questa discussione, che non riteniamo prioritaria per i piemontesi, per portare un tema invece che è prioritario per tutte le cittadine e i cittadini.
Ci auguriamo che questo sia almeno un primo atto, ripeto, di una discussione che continueremo a fare con più forza nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, per portare in quest'Aula i veri problemi dei piemontesi e cercare di dare loro risposte positive.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Rossi.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ravinale; ne ha facoltà.
RAVINALE Alice
Presidente, torno sul merito del provvedimento che stiamo discutendo trattandosi di un intervento in discussione generale. Avremo poi modo di presentare gli emendamenti di merito quando si aprirà la discussione sugli emendamenti e ordini del giorno che riguardano direttamente la gestione del personale.
Come dicevo prima, siamo arrivati a muro contro muro su un provvedimento su cui non ci siamo impuntati per capriccio, ma perché riteniamo che le previsioni oggi vigenti nella legge 23 del 2008 tutelino il buon funzionamento dell'ente e rispettino progressioni di carriera con requisiti di esperienza, innanzitutto, maturati sul campo, lavorando per l'ente.
In particolare, per quanto riguarda la previsione principale, ossia l'articolo 4, quello che toglie i requisiti del quinquennio di esperienza dirigenziale per accedere alla posizione di Direttore o di Direttrice, non capiamo il motivo di questa tempistica. Diverso sarebbe stato fare una discussione più ampia che tenesse in considerazione non soltanto queste progressioni di carriera e questo accesso a posizioni apicali, ma magari un più generale intervento su una normativa che è del 2008.
Se intendo bene le intenzioni dell'Assessore Vignale, viene modificata anche per rendere maggiormente attraente la possibilità di lavorare per la Regione Piemonte, quindi la messa a disposizione dei migliori talenti della nostra Regione per l'ente regionale, piuttosto che per il settore privato.
Ci saremmo aspettati che una discussione del genere non riguardasse soltanto pochi requisiti che riguardano, in particolare, l'accesso a posizioni dirigenziali, ma su una normativa come la 23 del 2008, che riguarda a tutto tondo la vita organizzativa del personale di questa amministrazione, ci saremmo aspettati che tenesse in considerazione anche aspetti legati, per esempio, al welfare aziendale; ai metodi di valutazione dei dipendenti e delle dipendenti a 360 gradi e non soltanto delle figure dirigenziali; alla possibilità di aprirsi a nuove opportunità di lavoro che consentono al meglio la conciliazione della dei tempi di vita e dei tempi di lavoro (quale è diventato il lavoro agile, soprattutto dopo la pandemia che sappiamo oggi essere regolato diversamente per coloro che lavorano al servizio della Giunta e coloro che lavorano al servizio del Consiglio).
Ci stupisce che la discussione, con queste tempistiche e con questa volontà di chiuderla tutti i costi entro il 2024, si concentri soltanto su tre previsioni di merito (poi tornerò a intervenire su questo quando si parlerà dei miei emendamenti) che riguardano l'agevolazione alle posizioni di Direttore che rimuovono, peraltro, richiamando una normativa nazionale che oggi ha il medesimo requisito. È davvero complicato capire la ratio, se non a livello di mera tecnica legislativa, che tuttavia ci pare un po' poco per sorreggere addirittura un disegno di legge, del limite del 10% per il personale acquisito da altre amministrazioni.
Questo per dirvi che, arrivati al pomeriggio del 19 dicembre e sapendo che passeremo insieme ancora le prossime giornate, quella che noi stiamo portando avanti e abbiamo provato in questi mesi a segnalarvi non era un capriccio, non era un incaponimento, ma una sincera preoccupazione per il fatto che rimuovere determinati requisiti possa essere, in realtà controproducente per il miglior andamento dell'ente, soprattutto nelle figure che sappiamo essere la "carne viva" di quella che è l'applicazione dei provvedimenti e degli indirizzi assunti.
Questo proprio perché lavorare per la Regione Piemonte nei suoi massimi livelli significa fare un lavoro estremamente complesso, un lavoro di programmazione di cui godono o patiscono tutti i cittadini e le cittadine piemontesi e, di conseguenza, anche nel rispetto di quanto ha lavorato egregiamente la Regione Piemonte in tutti questi anni, con questo tipo di progressioni di carriera e con questi requisiti, non capiamo davvero che genere di sfiducia nei confronti della classe dirigenziale di oggi possa portare a dire che dobbiamo allargare le maglie per facilitare progressioni di questo tipo.
Ovviamente, se questo è l'intendimento finale, andrà aperto un ragionamento che confido che venga fatto già in questa sede, per tutte quelle che sono le altre progressioni, perché davvero non si capirebbe come mai, per arrivare al livello più alto in assoluto, ci sia una rimozione di un requisito di tempo e, invece, per le progressioni di carriera di tipo inferiore si debbano aspettare gli anni previsti dalla norma del 2008 e dai regolamenti; progressioni di carriera che rappresentano migliore retribuzione, che rappresentano anche soddisfazione personale per le migliaia di dipendenti che lavorano al servizio di questo ente e che oggi si trovano ad avere questa disparità.
È un tema che cercavo di sollevare questa mattina con la pregiudiziale che ho sottoposto a un'Aula un po' distratta. Lo capisco, non pretendo di essere sempre interessante, ma credo che questa dovrebbe necessariamente accompagnare la discussione.
Se approveremo, come mi sembra di intendere, la rimozione totale di questo requisito, allora davvero bisognerà fare una seria e immediata discussione per essere conseguenti anche sul resto. Non si capisce davvero perché chi ha mansioni o posizioni inferiori debba rimanere ad attendere, tanto più in una norma che, peraltro, amplia le funzioni dirigenziali che possono essere delegate e che prima erano solo temporaneamente delegabili a personale con minore qualificazione, perché credo che dovrebbero far parte di un ragionamento complessivo che si traduca, quanto prima, in una norma altrimenti, ahimè, davvero abbiamo fatto tutta questa discussione per rimuovere dalla norma del 2008 soltanto tre parole, perché le altre due modifiche richiamano la legge statale del 2001 e, quindi, stavano nell'ordinamento complessivo delle norme che si possono applicare. Non posso davvero immaginarmi o non voglio immaginare che stiamo facendo tutta questa discussione per rimuovere quelle tre parole.
Se davvero l'intenzione, in buona fede, credendo a quanto l'Assessore Vignale ci ha manifestato, è quella di andare verso un ente più attrattivo che richiama le migliori competenze, facciamolo, ma facciamolo non soltanto per l'ultimo miglio, ma per tutta la maratona che i dipendenti e le dipendenti di questo ente devono percorrere prima di arrivare a quelle posizioni.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Salizzoni.
SALIZZONI Mauro
Grazie, Presidente.
Non arriverò certo ai dieci minuti, anche perché in tutta la mia carriera partecipando a tanti congressi internazionali, il tempo maggiore ammesso era di cinque minuti, anche per le cose più importanti. Soltanto il relatore aveva la possibilità di parlare un quarto d'ora.
Scusatemi per questo o non scusatemi. Ammetto di essere oggi in una situazione imbarazzante a trattare il disegno di legge n. 51 sul personale della Regione.
Oggi all'o.d.g. c'era un provvedimento, vale a dire l'autorizzazione dell'esercizio provvisorio del bilancio della Regione, ma iniziamo i primi due mesi del 2025 amministrando la Regione senza un bilancio di previsione.
Di fronte a un'urgenza del genere, cerchiamo di ostacolarla, usando il termine meno difficile che ho trovato, con una legge sul personale che evidentemente, sta molto a cuore alla maggioranza, come peraltro è naturale che sia.
La norma di riferimento per la questione del personale è la direttiva "Benessere organizzativo nella pubblica amministrazione" di marzo 2004. Nel 2004 al Governo c'era Berlusconi, con una maggioranza alla quale fa riferimento ancora oggi questa amministrazione regionale. I contenuti di quella direttiva che, voglio sottolineare, tratta di benessere organizzativo, sono molteplici, articolati e concordati con molti corpi intermedi del mondo del lavoro, dell'economia e della società.
Di fronte a una direttiva così ben articolata, a suo tempo, da una maggioranza nazionale di centrodestra, finalmente arriva in Consiglio una proposta di legge sulla riforma del personale e non ne approfittiamo per attuare una riforma organica, ma per facilitare lo spoil system di chi è in maggioranza (lo dettaglieremo bene negli emendamenti che la minoranza illustrerà in quest'Aula oggi pomeriggio e forse anche nei prossimi giorni).
C'era un grande molteplicità di questioni che andavano affrontate con le pari opportunità per il contratto delle discriminazioni, per il benessere organizzativo dei dipendenti, tanto più in un momento come questo, in cui le sedi sono state unificate nel palazzo unico e sono cambiate le condizioni di lavoro.
Di fronte alle 1.000 questioni che si pongono sull'organizzazione del personale, che oggi pomeriggio proveremo a dettagliare, ancorché in tempi contingentati, ci si concentra, di fatto, su una Great Matter come l'avrebbe chiamata Enrico VIII, Re d'Inghilterra del 500. La nostra Great Matter, vale a dire grande questione, non è la possibilità di divorziare dalla regina Caterina d'Aragona, sorella dell'imperatore ma, banalmente, la questione è: quanti anni ci vogliono per diventare dirigenti o direttori d'area o direttori generali di questa Regione, in modo da poter più facilmente calare dall'alto quanto desiderato?
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Salizzoni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.
AVETTA Alberto
Grazie, Presidente.
Come succede sempre in questi casi, riprenderemo considerazioni che hanno già fatto altri colleghi, cercando di svilupparle alla luce anche dell'esperienza che ognuno di noi ha maturato in questi anni.
Parto dalla questione di metodo, perché nella mia esperienza ho imparato molto spesso anche sulla mia pelle sbagliando l'approccio, che la forma è sempre sostanza. Credo che la scelta di non terminare il lavoro in Commissione su una materia come questa, una materia che coinvolge nel profondo il nostro ente, e la scelta di richiamare in Aula questa proposta di legge, possano pregiudicare la bontà all'esito finale. Credo che questo non sia un buon servizio che ci apprestiamo a dare al futuro di questo Ente. Non solo il metodo è sbagliato, non solo perché nessuna persona di comune buonsenso affiderebbe degli incarichi così importanti a persone che possono non aver maturato la necessaria esperienza, a maggior ragione quando vi è la possibilità di scegliere all'esterno, come è stato detto da altri colleghi, ma anche e soprattutto, forse, anche alla luce del contesto in cui si inserisce questa proposta di legge.
Sottolineo due aspetti innanzitutto; il primo è il contesto delle priorità rispetto alle esigenze che i cittadini piemontesi hanno. Ne cito tre perché sono notoriamente le più importanti e le più abusate da tutti noi: sanità, trasporti, ambiente. Potremmo continuare lungamente con questo elenco.
Sulla sanità abbiamo detto molto e continuiamo a dire tantissimo da questi banchi, ma non mi pare che le cose siano molto cambiate. Se qualcuno oggi 19 dicembre, prova a chiamare il CUP per farsi prenotare una visita, non ha una risposta molto diversa da quella che avrebbe avuto il 19 dicembre 2023.
Questo dovrebbe porre quest'Aula nelle condizioni di riflettere più approfonditamente di quanto si sta facendo rispetto ai servizi che siamo in grado di garantire ai cittadini, soprattutto servizi dell'importanza di quelli cui ho fatto riferimento, che sono, forse, quelli più importanti tra le competenze di questa Regione.
Sui trasporti le cose non vanno benissimo. È già stato citato il rapporto Pendolaria. Mi pare che i giudizi, le constatazioni, ciò che viene registrato e i dati oggettivi che riguardano il Piemonte non siano particolarmente lusinghieri.
Se poi parliamo di ambiente, anche su questo la situazione è drammatica e richiederebbe un'urgenza davvero necessaria in questo caso. Qualche settimana fa in quest'Aula abbiamo approvato un ordine del giorno che è un po' un contentino che si dà sempre. Il Presidente Cirio un po' ironicamente ha definito gli ordini del giorno delle "emozioni". In effetti quell'ordine del giorno è un po' un contentino che è stato dato in Aula, me ne rendo conto. Con esso questo Consiglio si impegna a discutere con urgenza l'aggiornamento legislativo sulle comunità energetiche da fonti rinnovabili.
Mi rendo conto che quell'impegno è un po' retorico, perché oggi non siamo qui a discutere dell'aggiornamento legislativo, nonostante ci siano due leggi che giacciono in Commissione e sono lì da qualche anno, peraltro.
Quello che noi dovremmo fare adesso con urgenza e che ci siamo impegnati a fare con urgenza, nei cinque anni passato l'hanno fatto - solo per citare le Regioni più importanti, ma l'elenco è molto lungo - la Lombardia, il Veneto, l'Emilia Romagna.
Una domanda sorge spontanea: la Lombardia, il Veneto, l'Emilia Romagna e tutte le altre Regioni che hanno legiferato, stanno sbagliando e noi siamo gli unici in tutta Italia che stiamo facendo bene a non discutere un aggiornamento legislativo e, come mi auguro, ad approvare un aggiornamento legislativo di quella legge? Siamo noi quelli bravi e tutti gli altri sono quelli non bravi? Delle due l'una, non c'è la terza via. In questo caso non ci è data la possibilità della terza via, perché non esiste.
Presto ci accorgeremo che aver preso in giro i cittadini e, se devo dirla tutta, nel caso di specie sulle comunità energetiche, anche le imprese, in particolare quelle piccole e medie di cui è ricco il sistema e la rete imprenditoriale piemontese. Quando quelle imprese, quei cittadini e cittadine e poi le imprese si accorgeranno che in Lombardia, in Veneto e in Emilia Romagna i loro omologhi sono messi nelle condizioni di correre più veloci di noi, forse in quel momento ci accorgeremo che prima di affrontare con urgenza questo tema, ne avremmo avuti tantissimi altri da affrontare.
Potrei continuare a elencare altre necessità che, a mio avviso, hanno un grado di urgenza più importante, ma aggiungo - e mi avvio a concludere anche il tema del contesto normativo in cui inseriamo questa proposta di legge.
L'ha già esplicitato in modo molto approfondito il collega Valle, quindi lo richiamo solamente, essendo una questione su cui non possiamo tacere in quest'Aula: abbiamo il dovere, quantomeno, che venga lasciato a verbale.
Abbiamo passato cinque anni nella passata legislatura ad affrontare proposte di legge totalmente disorganiche; proposte di legge che modificavano parti di un complesso sistema normativo in cui, come un puzzle, tutto si tiene. Stiamo continuando con questo metodo che, a nostro avviso, è molto sbagliato.
Questa norma, com'è già stato ricordato, si inserisce anche molto sul tema di quali competenze la Regione vorrà adottare. C'è una discussione nazionale aperta sul tema della dell'autonomia e, certamente, questa norma andrebbe a insistere anche su quanto, su come e con che quale modalità questa Regione vorrà dotarsi di competenze esclusive su altre materie.
Se avessimo la capacità di prendere un po' di tempo per riflettere sul provvedimento, da parte nostra sarebbe una scelta intelligente. Lo dico richiamando il senso etimologico del termine, nel senso che sarebbe una scelta intelligente che dimostrerebbe che siamo in grado di comprendere la realtà, cioè di sapere interpretare nel modo più efficace le esigenze piemontesi e di saper interpretare nel modo più efficace il momento e il contesto in cui stiamo inserendo questo disegno di legge.
Questo ci dovrebbe animare - e richiamo quanto detto all'inizio del mio intervento - rispetto all'utilità, all'efficacia e all'efficienza che una proposta di legge come questa, così impattante sulla riorganizzazione interna dell'ente, potrà esplicare nei prossimi anni, laddove, come noi non ci auguriamo, dovesse essere approvata.
La nostra richiesta e la nostra sollecitazione sono di prenderci un po' di tempo per riflettere e magari riflettere nel luogo deputato per approfondire e per confrontarci, che è appunto la Commissione.
CAROSSO FABIO
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Avetta.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.
CANALIS Monica
Grazie, Presidente.
Ormai siamo arrivati alla terza o quarta giornata di discussione in merito a questo provvedimento, che va a modificare una legge del 2008, quindi mandato della Presidente Bresso, legge che riguarda l'organizzazione degli Uffici regionali e le disposizioni concernenti la dirigenza e il personale.
Apparentemente una modifica innocua, rispetto alla quale noi invece ravvisiamo alcuni problemi, apparentemente puntuali e contingenti, ma che a mio modo di vedere, tradiscono una diversa visione del mondo. Non voglio farla troppo grossa, ma purtroppo si ripetono riflessioni già fatte nella passata legislatura. Mi riferisco alla nostra e vostra concezione del merito, una parola che ricorre molto spesso nell'eloquio della destra, al punto di andare a modificare la definizione dei Ministeri nazionali e degli Assessorati regionali. È stata infatti la destra a introdurre, nella definizione del Ministero dell'istruzione, anche il riferimento esplicito al merito, poi ripreso anche nella definizione dell'Assessorato regionale.
Riteniamo che la modifica in discussione vada, invece, a ledere una sana concezione del merito e della meritocrazia. Riteniamo, infatti, che manomettere e stravolgere le regole per la selezione delle più alte cariche tecniche dell'ente esecutivo regionale, la Giunta, vada a mettere a rischio le dovute garanzie di meritocrazia.
Non vediamo assolutamente ragioni serie, se non una concezione un po' personalistica, che mi spingo a definire quasi padronale, delle istituzioni.
Le istituzioni vanno al di là del nostro passaggio, del nostro ruolo del tutto temporaneo e transitorio e non sono di proprietà di nessuno tantomeno della maggioranza pro tempore che guida gli enti.
Modificare i criteri di selezione al ribasso, riducendo i criteri meritocratici per scegliere i nostri 12 Direttori regionali, rischia di penalizzare la qualità della Pubblica Amministrazione.
Noi siamo di passaggio. Siamo di passaggio e non dovremmo piegare le regole di funzionamento delle istituzioni ai nostri desiderata temporanei o a persone specifiche. Non dovremmo consentire un'eccessiva personalizzazione delle scelte, un'eccessiva discrezionalità e arbitrarietà. Le regole restano oltre il nostro passaggio.
Su alcune regole, come le leggi elettorali o, a livello nazionale, la modifica della Costituzione, sono previste delle maggioranze particolarmente qualificate. Nel caso specifico dell'organizzazione della macchina tecnica regionale, questa maggioranza non è qualificata, ma noi riteniamo comunque che si stia facendo un grave errore, perché addirittura agli albori della legislatura si sta facendo un atto di profonda discrezionalità.
Purtroppo, è la destra che in questo paese ci ha abituato alle norme ad personam. È la destra e con questo provvedimento, purtroppo, voi non interrompete questa triste tradizione.
Ci sono alcune posizioni vacanti tra i Direttori regionali su temi particolarmente delicati, come quello della gestione dei fondi europei dell'istruzione, lavoro e formazione professionale, della viabilità e dei trasporti; materie che sono centrali nelle politiche regionali.
Allora, perché modificare la norma regionale che sopravviveva dal 2008 e che, quindi, era rimasta inalterata anche durante i mandati di centrodestra di Cota e di Cirio uno, per orientare la scelta su figure che non hanno requisiti che sono stati, invece, rispettati e assolti dai Direttori degli anni che ci hanno preceduto? Vedo, purtroppo, un indizio di "amichettismo"; perdonatemi questo termine una parola che è un po' un neologismo e non è proprio pura lingua italiana che è stato molto utilizzato, purtroppo, nel recente avvicendamento al Ministero della Cultura del Governo Meloni.
Tuttavia, le istituzioni regionali non sono a nostra disposizione; non dobbiamo nominare come Direttori amici degli amici, anche quando non assolvono a requisiti professionali e tecnici adeguati. Maturino questi requisiti e poi saranno pronti per ricoprire questi incarichi.
Vedo anche un indizio di corporativismo. È la destra che sceglie categorie sociali e le protegge anche a discapito di regole meritocratiche o regole della concorrenza. Pensiamo all'atteggiamento tenuto verso i tassisti, i balneari e i cacciatori, tutte categorie professionali rispettabilissime che danno un contributo importantissimo non solo alla convivenza sociale ma anche all'economia; non si capisce, però, perché debbano essere categorie preferenziali.
Allora, metto proprio in discussione il fatto che, a parole, si ricorra molto al principio del merito e, nei fatti, invece, quello che emerge nella realtà sono personalizzazioni, considerazione proprietaria delle istituzioni, amichettismo e corporativismo.
Questo avviene alla vigilia di un delicatissimo bilancio di previsione 2025. La maggioranza regionale sta cercando di oscurare le gravissime condizioni del bilancio regionale, ma non ce la date a bere! Non ce la date a bere! Farete molta fatica a chiudere il bilancio di previsione 2025! Riceviamo tutti le grida d'allarme delle associazioni culturali, del CSI Piemonte, delle straordinarie agenzie di formazione professionale accreditate con la Regione, che danno lavoro a più di 3.000 formatori e che offrono formazione a decine di migliaia di persone minori e adulti.
Riceviamo tutti le grida d'allarme da più di 40 enti gestori delle funzioni socioassistenziali che, per conto dei Comuni piemontesi, si occupano di gestire le politiche sociali e spesso anche sociosanitarie del nostro Piemonte.
C'è una carenza finanziaria e ci sono problemi di bilancio. Alla vigilia di una discussione così delicata, arenare il Consiglio regionale su discutibili manomissioni, modifiche delle norme di selezione dei Direttori regionali, invece di entrare nel merito di queste difficoltà.
Facciamo un altro esempio? Il rapporto Pendolaria di Legambiente annovera ben tre linee ferroviarie piemontesi, tra cui quella che riguarda il mio territorio di provenienza, la linea Pinerolo-Chivasso, tra le peggiori d'Italia, ripeto, peggiori d'Italia. Invece di occuparci di questi problemi che stanno a cuore ai cittadini piemontesi che sono urgenti per garantire non solo qualità della vita, ma bisogni e diritti primari, voi rendete il Consiglio regionale ostaggio di una volontà di modifica che è quantomeno discutibile.
Presidente, vorrei concludere citando uno dei padri dell'Europa, Jean Monnet, che diceva: "Niente è possibile senza gli uomini, ma niente dura senza le istituzioni". Allora aiutiamoci tutti insieme a considerarci ospiti, responsabili temporanei dell'istituzione regionale e a non compiere atti irresponsabili che possano comprometterne il buon funzionamento, il corretto e meritocratico funzionamento anche oltre il nostro passaggio.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.
RAVELLO Roberto
Non sarà facile cercare di stare nei 117 minuti che sono assegnati al Gruppo di Fratelli d'Italia. Non posso sottrarmi dall'opportunità di condividere con l'Aula alcune considerazioni che derivano dal dibattito che si sta svolgendo.
Tuttavia, prima voglio ricordare e condividere un principio, che è un principio del nostro agire in politica. Siamo cresciuti all'interno della comunità dalla quale abbiamo appreso l'importanza del confronto - e anche dello scontro, anche aspro, quando necessario - ed è secondo questa logica che stiamo cercando di capire che cosa sta succedendo. È con questa logica che ho osservato le dinamiche che in queste settimane hanno accompagnato l'iter di questo provvedimento e con la quale ho cercato di capire quali potessero essere le ragioni dei Gruppi di minoranza e se ci potesse essere davvero qualcosa di sbagliato da correggere in un provvedimento che, lo ricordiamo, interviene in particolare rimuovendo un ostacolo alla selezione di una qualificata classe dirigente all'interno dell'Ente Regione.
La pietra dello scandalo è il superamento del famigerato requisito dei cinque anni di esperienza all'interno dell'ente prima di poter accedere al vertice di una direzione. Nel merito, posso ricordare, perché secondo me non tutti lo hanno fatto, che ciò avviene all'interno del dettato legislativo nazionale; che stiamo parlando, comunque, di una regola d'ingaggio fondamentale per la qualità dell'esercizio delle funzioni che sono attribuite alla Regione.
Vi invito a provare a guardare la Regione come se fosse un'azienda.
Parliamo, secondo i parametri europei, di un qualcosa identificabile come grande azienda, un'azienda che ha più di 2.000 dipendenti, una montagna di competenze, responsabilità e risorse; un'azienda cui giustamente è richiesta, da tutta la comunità, puntualità, efficacia, efficienza competenza. È un ente che ritiene che le competenze siano un requisito fondamentale per poter esercitare le proprie funzioni.
Riteniamo che comprimere questo requisito all'interno di un arco di tempo di cinque anni - poi perché non sei, perché non quattro, perché non cinque e mezzo - abbia rappresentato e continui a rappresentare per un ente complesso, come sarebbe per una grande azienda come la Regione, un grosso limite. Vi ricordo che in cinque anni il mondo può cambiare. Vi ricordo anche che in cinque anni un manager capace potrebbe avere molte occasioni per guardare altrove e per poter portare a qualcun altro le proprie competenze e le proprie capacità.
Ricordo anche che il signor Tavares è stato amministratore delegato di Stellantis per meno di quattro anni. Ricordo anche che, per voler seguire questo paragone, in Regione Piemonte esiste un'altra grande azienda addirittura più grossa della Regione Piemonte. Esiste il Comune di Torino azienda con 7.000 dipendenti (7.300 per essere precisi) e certamente con una complessità organizzativa non inferiore a quella della Regione.
Collega Ravinale, lei dovrebbe saperlo molto meglio di me, essendo Consigliere comunale: la Città di Torino ha un regolamento di organizzazione e ordinamento della dirigenza che non solo prevede l'indicazione delle figure dirigenziali, sulla base dell'esclusiva valutazione del curriculum del candidato, ma addirittura assegna al Sindaco la possibilità di procedere d'ufficio alla nomina.
La legge nazionale, alla quale vogliamo conformarci, è una legge che risale al 2001. All'epoca era Presidente del Consiglio Giuliano Amato e, per rinfrescare la memoria di tutti, ricordo che Amato fu quello che ci portò a toccare forse il punto più basso del rispetto dei valori democratici dell'Italia repubblicana quando in una notte di luglio prelevò forzosamente una percentuale dei depositi di tutti gli italiani dai propri conti correnti. Il Ministro della Funzione pubblica era tal Bassanini, eletto parlamentare prima nel Partito Socialista italiano, poi nel Partito Comunista italiano, poi nei Democratici di Sinistra poi nel Partito Democratico di sinistra e, infine, nel Partito Democratico che conosciamo oggi.
Più che chiedervi di spiegarci cosa ci sia di sbagliato in una norma che adegua le condizioni nella Regione Piemonte alle condizioni del resto del mondo, credo che voi abbiate il dovere di spiegarci perché una regola valga solo laddove voi siete a coprire un ruolo che vi è stato assegnato dagli elettori, cioè all'opposizione. Credo che voi abbiate il dovere di spiegarci perché questa regola debba valere per la Regione Piemonte e non abbiate ritenuto necessario che valesse per la Città di Torino, quando il Sindaco era Chiamparino, quando il Sindaco era Fassino, quando il Sindaco era Appendino e quando il Sindaco oggi è Lorusso.
Credo che abbiate il dovere di spiegarci perché vi ostinate a utilizzare e a piegare le regole, a seconda della vostra convenienza di parte e, per amor di patria, non vi chiedo di spiegarci perché sia possibile promuovere un concorrente del Grande Fratello a portavoce del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.
Visto che non siete stati in grado di darci queste spiegazioni, una spiegazione me la do io a tutto questo "cinema", perché tale lo considero in quanto, ad esempio, non siete stati in grado di spiegarci perché per la Regione Piemonte sarebbe una concezione padronale, addirittura "amichettismo", e non lo sarebbe per il Comune di Torino. È evidente che tutto questo è stato costruito ad arte per cercare di individuare, in una lotta tutta vostra, chi è il leader di un campo largo che esiste evidentemente solo nel porsi contro qualcosa e non nel costruire.
Credo che voi abbiate creato un brutto precedente in questa vicenda e che vi stiate assumendo una grande responsabilità, quella di mettere davanti all'interesse preminente, che è quello della comunità piemontese, che è esattamente quello di avere una classe dirigente capace e competente in grado di fornire i giusti e necessari servizi a noi, il vostro interesse di parte.
Su questo, non potremmo mai assecondarvi, non potremmo mai seguirvi.
Tireremo diritto e aspetteremo di vedervi alla prova dei fatti e alla prova dei numeri, rispetto a chi avrà anche questa volta ragione. Non sarete certo voi.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Ravello.
La parola alla Consigliera Disabato.
DISABATO Sarah
Guardi, Presidente, sono contenta di intervenire dopo il Consigliere Ravello, anche perché si era prenotato inizialmente dopo il mio intervento ma una volta sono riuscita a "fregarlo", quindi potrò ribattere a tutto ci che ha detto. Non se n'è accorto.
Partirei dalle criticità generali del disegno di legge.
Intanto, parliamo di una proposta portata in Consiglio regionale con urgenza. Credo che la Giunta a questo punto non abbia bene in testa le urgenze per i cittadini piemontesi, altrimenti non si spiega come mai si sia deciso di dedicare giorni e giorni di discussione a nomine e poltrone invece che risolvere le criticità. A oggi, le persone fanno fatica a prenotare le visite e ad accedere a prestazioni fondamentali, a volte anche salvavita; hanno a che fare con liste d'attesa e con visite ridotte al lumicino.
Se dovessimo parlare di personale, mi concentrerei su tutto il tema delle assunzioni, ad esempio in campo sanitario. Proprio ieri, se aveste deciso di partecipare a un'importante audizione tenuta alle 16.30 del pomeriggio cui era presente soltanto il collega Castello, che oggi tra l'altro non c'è, ma spero vi abbia riferito comunque.
(Commenti fuori microfono)
DISABATO Sarah
No, no, ero presente anche durante la discussione del nuovo ospedale alla Pellerina e durante tutta l'audizione con le associazioni e gli enti che sono venuti a parlarci di salute mentale.
Allora, vi sareste accorti che c'è un grave problema di carenza di personale per l'erogazione di quei servizi molto importanti per tantissimi cittadini e famiglie, famiglie che vivono un dramma sulla loro pelle, il disagio mentale e i disturbi alimentari. Tutta una serie di questioni che andrebbero affrontate con priorità e urgenza, invece noi ci troviamo qui a parlare di tutt'altro. Non mi stupisce, perché poi, se si manca a momenti focali della discussione, dove veramente si affrontano le priorità per il Piemonte, vuol dire che la maggioranza non c'è. È un dato di fatto: non c'è.
Sarebbe bene, poiché parliamo di una materia complessa e importante come l'organizzazione del personale, farlo in due direzioni: la prima affrontando la materia a 360 gradi, quindi non con un disegno di legge realizzato a mo' di cavallo di Troia per inserire un articolo specifico, ma un disegno di legge che comporti una serie di articoli, anche per parlare di welfare aziendale, di smart working, di ampliare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici del personale assunto presso gli enti della Regione Piemonte e gli enti strumentali.
Insomma, parlare di un vero e proprio piano di assunzioni, anche per andare a sanare i pensionamenti. Anche su questo, poche settimane fa abbiamo svolto un'altra audizione con gli enti parco e delle aree protette, in cui ci segnalavano la carenza di personale rispetto ai guardiaparco, tema fondamentale, tema che non viene preso minimamente in considerazione.
Qui abbiamo un disegno di legge di qualche articolo. Dico "qualche", perch l'Assessore Vignale ci ha dato una notizia stravolgente: molti di quegli articoli verranno addirittura soppressi con emendamenti. Alla fine, mi piacerebbe capire come sarà composto questo disegno di legge, spero non soltanto da un articolo più la dichiarazione d'urgenza e l'invarianza finanziaria, perché sarebbe ridicolo, Assessore: paleserebbe tutte le intenzioni di questa maggioranza.
Veniamo al famoso articolo 4.
Sono avvenuti un po' di fatti questa settimana. Non ho partecipato all'evento in cui il Presidente Cirio ha radunato tutti i Sindaci del Piemonte per fare la solita classica dichiarazione.
Tra l'altro, ci ha un po' presi in giro sul fatto che gli atti del Consiglio siano delle emozioni, ma lui che cosa pensa di fare? Annunciare una proposta di legge al Parlamento. Anche lui vuole darci, evidentemente un'emozione in tal senso, un'emozione, ma basterebbe guardare lo storico delle proposte di legge al Parlamento per vedere quante volte il Consiglio regionale del Piemonte è stato preso in considerazione. Al di là di tutto annuncia una cosa fondamentale: non si può diventare parlamentari se non si passa prima dai Consigli comunali. Vale a dire: se non si fa prima esperienza.
A oggi, la Giunta sta dicendo che per la politica ci sono delle regole e per le nomine dirigenziali, nei ruoli apicali della struttura tecnica regionale non ci vanno gli stessi criteri. Eliminiamo tutti i criteri di esperienza, di competenza e di preparazione, perché sono superflui e perch fondamentalmente vogliamo avere le mani libere.
Allora, delle due, l'una: qual è la scelta? Qual è la ratio che ci porta a prendere una decisione del genere? Perché io, personalmente, non la comprendo.
Se, da una parte, Cirio dice che ci va esperienza per ricoprire determinati ruoli e l'Assessore Vignale, invece, dice che quella competenza va depennata con un colpo di penna, direi che bisognerebbe anche fare pace tra le varie anime della Giunta e decidere quale soluzione si debba intraprendere, altrimenti diventa una presa in giro.
Più che una presa in giro, direi che, in realtà, è un disegno di legge ben chiaro, perché a quel punto mi verrebbe da chiedere, Assessore Vignale, che non ci potrà fare nomi e cognomi, ma ci dica per chi stiamo perdendo tutto questo tempo in Aula, perché davvero questa persona o queste persone dovrebbero veramente venire qui a dirci.
Tanto poi lo scopriremo, perché, con i prossimi bandi e le selezioni sarà chiaro per chi e per quale motivo stiamo perdendo ore e giorni in Aula trascurando i problemi dei cittadini piemontesi, ma per parlare di poltrone e di cancellazione di criteri che, fino a oggi, ripeto, hanno funzionato.
Mi risulta, infatti, che il centrodestra abbia governato per cinque anni questa Regione e che lo abbia fatto seguendo regole vigenti e con delle persone nei ruoli di vertice della struttura regionale, quindi con dei Direttori qualificati che, comunque, rispondono anche a quei criteri di competenze e di esperienza che la legge prescrive e che si sia riusciti a portare a casa il proprio programma e i propri obiettivi. Siete stati anche rieletti, quindi forse quelle persone non hanno svolto così male il loro lavoro.
Anzi, guarderei la questione al contrario, perché mi sentirei molto offesa perché pur essendo riusciti a portare a termine, anzi la Giunta è riuscita a portare a termine determinati obiettivi, adesso quella struttura e quelle regole vengono messe in discussione.
Non ne comprendo la motivazione, se non magari per il fatto che alla base ci possa essere una qualche azione del tutto personalistica della situazione; magari si vogliono privilegiare non tanto determinati profili ma determinate persone e, se così fosse, come dicevo prima, i nodi verranno al pettine presto, forse già tra gennaio e febbraio.
Alla luce di tutto questo e rispondendo al collega Ravello, che paragona ruoli dirigenziali a ruoli di scelta del proprio staff, penso che nessuno qui si voglia mettere ad analizzare i curriculum di ogni collaboratore portavoce o addetto stampa, perché penso che ogni Gruppo e ogni componente faccia le proprie scelte e le faccia sul criterio di una legge e di norme che prescrivono anche la strumentazione e le assunzioni presso i Gruppi consiliari del Consiglio regionale. La stessa cosa, probabilmente, avviene in Parlamento.
Tra l'altro, sulle nomine o sulle designazioni, alla luce di quanto è successo a Sangiuliano non aprirei bocca, anzi, perché potremmo dire chissà quali cose.
Non andiamo a guardare quelle che sono le scelte dei Gruppi o dei Consiglieri; andiamo a vedere anche quelle dei Ministri e ci facciamo veramente una cultura proprio come delega, per cui evitiamo di sfociare in ambiti che non sono quelli che sta trattando questa norma, ma rimaniamo nel merito.
Nel merito, quello che sta succedendo è che si sta portando una legge per inserire un articolo che cancella dei criteri, probabilmente per assumere e per prendere in dote delle persone che quei criteri in questo momento non ce l'hanno e, probabilmente, hanno un nome e cognome! Questo è quanto! Mi terrò qualche minuto perché i colleghi del mio Gruppo, sicuramente vorranno intervenire dopo per le dichiarazioni di voto, anche se l'idea del Movimento 5 Stelle è più che chiara e non penso di doverla palesare in questo momento perché sarebbe proprio scontato.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente.
Userò soltanto un minuto di quanto mi è concesso per cercare di rispondere nel merito a quello che ha detto prima il Consigliere Ravello.
Se bastasse un percorso come quello che abbiamo individuato in questa settimana di discussione su un provvedimento che potrebbe essere importante soltanto ai fini di migliorare l'azione amministrativa delle strutture regionali, allora certo possiamo dirci che per fare il campo largo, se facciamo quattro giorni di ostruzionismo, abbiamo risolto il problema del campo largo e quindi, probabilmente, cambia lo scenario politico italiano.
Grazie per averci attribuito così tanta importanza e così tanto potere politico. Non credo che, con questi quattro giorni di discussione, noi immaginiamo tanto e non arriviamo tanto: non abbiamo questo delirio di onnipotenza.
Tuttavia, è certo che la legge n. 23 del 2008 relativamente all'organizzazione delle strutture e delle direzioni della Regione a. oggi ha dato ottimi risultati e non viene messa in discussione la legge in quanto tale, ma vengono messi in discussione due punti specifici.
Consigliere Ravello, forse la risposta sta nel fatto che noi abbiamo una legge vigente che ha dato dei buoni risultati; una legge vigente che ha anche altri elementi, ma ci è già stato comunicato dall'Assessore che intende eliminare anche quelli legati alle elevate qualificazioni. Quindi come dire, chiunque potrà immaginare di fare lo "staffista", il direttore generale e il dirigente di questa Regione.
Credo sia necessario davvero ridare un po' di dignità al ruolo importante che un ente come la Regione ricopre all'interno del nostro Paese, che è quello della programmazione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Nallo; ne ha facoltà.
NALLO Vittoria
Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io in discussione generale, semplicemente per richiamare alcune delle questioni che, in realtà, sono state già ampiamente evidenziate questa mattina da tutti noi.
Parto da una questione, che è quella del contingentamento di oggi. Non parlo solo del contingentamento dei tempi dell'attività con cui il Consiglio regionale oggi è chiamato a svolgere la sua attività legislativa ma mi riferisco anche all'attività di questi mesi, in senso molto più ampio. Nelle settimane addietro sono saltate delle sedute di Consiglio dimostrando anche che non c'erano grandi lavori in cantiere e oggi ci stiamo trovando a rimandare una discussione, quella sull'esercizio provvisorio che, di fatto, tiene bloccati alcuni lavori rimandando la discussione del bilancio di previsione.
Parto da questo punto. Mi sembra incredibile che non si ritenga prioritario il bilancio di previsione e la discussione nel merito, anche in un momento in cui - cito solo alcuni dei ritardi delle erogazioni che abbiamo vissuto in questi giorni - abbiamo avuto l'altro ieri il presidio di EDISU che richiamava ancora una volta il ritardo nell'erogazione dei fondi delle borse di studio. Ritardo che doveva essere una tantum - ci ricordiamo quello che è stato detto lo scorso anno - e che, invece, si è reiterato anche quest'anno. Parliamo anche del ritardo nell'ambito della domiciliarità, nell'ambito dell'assistenza ai nostri anziani, e del ritardo dell'erogazione di "Scelta sociale", anche questo discusso in questi giorni.
Penso anche ai ristori, a quei Comuni alluvionati nel 2019 che stanno ancora aspettando che possano pienamente ricevere quanto gli spetta.
Intervengo anche per andare sul merito di questo disegno di legge nel momento in cui le discussioni sono state più volte a richiamare il tema dell'attrattività del nostro ente. Questo è un disegno di legge che disciplina l'organizzazione del nostro personale ed è uno strumento fondamentale per integrare anche misure innovative. Vengo a questo, perch credo che, per parlare di attrattività, serva includere un ragionamento molto più ampio su cosa può rendere attrattivo un ente; quindi, non solo diminuire, anzi azzerare gli anni di anzianità per diventare dirigenti, ma anche altre misure.
C'è un tema che mi sembra quasi scontato citare, che è quello della retribuzione dei dipendenti per rendere attrattivo un ente, ma parliamo anche di quel benessere, di quella salute mentale che, purtroppo, non ha visto una grande discussione ieri all'interno di quest'Aula e all'interno della IV Commissione, ma che oggi sappiamo essere la vera emergenza dei nostri tempi, soprattutto tra i più giovani. Sarebbe importante soffermarci su questo oggi per implementare queste misure a sostegno dei dipendenti nel momento in cui si parla di una modifica alla disciplina del personale.
E poi c'è un aspetto che personalmente davo un po' per scontato che fosse il centro della politica di questo centrodestra in questi mesi, che è l'attenzione alla famiglia, l'attenzione alla conciliazione vita-lavoro. Su questo non abbiamo ancora visto nulla.
Io mi aspetto che il bilancio di previsione sia la vera occasione per ascoltare per la prima volta quali sono i suggerimenti e le iniziative che questa Regione vuole intraprendere per il sostegno alla famiglia.
Abbiamo presentato come minoranza alcuni ordini del giorno collegati; il mio lo esporrò successivamente nel dettaglio, ma va proprio nella direzione di istituire asili nido aziendali. Questo proprio nell'ottica di venire incontro a quella conciliazione vita-lavoro che oggi è tra i motivi che possono rendere più attrattivo un ente. Il rapporto de "Il Sole 24 Ore" ci ricorda ancora una volta che le donne sono quelle che rinunciano di più al lavoro, che rinunciano di più alle proprie prospettive di carriera, mentre iniziative come quelle che guardano al welfare aziendale, alla conciliazione vita-lavoro, come l'estensione del congedo parentale - penso all'ordine del giorno depositato dalla collega Ravinale - e la creazione di asili nido aziendali, possono aiutare finalmente a vedere gli uomini e le donne compartecipi nella vita familiare e nella crescita dei figli.
Vado alla fine, perché vorrei risparmiarmi del tempo per la fase finale per poter andare a raccontare che cosa chiede nel merito questo mio ordine del giorno. Prima il collega Avetta ha citato una nota frase di Aristotele secondo cui la forma è sostanza. In virtù dei miei studi e anche della mia esperienza professionale, voglio citare una frase di Louis Sullivan, un noto architetto di fine Ottocento: "La forma segue la funzione". Lui l'aveva citata proprio a seguito di quelle che erano le teorie di Viollet le-Duc.
Cosa significa questa frase? Significa che l'immagine che vogliamo dare dell'ente segue anche alla pianificazione, segue anche alla progettazione.
Sullivan era il padre del modernismo, ma era anche il padre dei grattacieli.
Questo vuole essere un po' un invito, perché le modifiche della legge sul personale, in assenza di una pianificazione più ampia e in assenza di una completa razionalizzazione, danno un'immagine del nostro ente che, forse non è all'altezza dei nostri sogni. Quindi, fermiamoci, fermiamoci davvero.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Conticelli.
CONTICELLI Nadia
Grazie, Presidente.
Capisco che la stanchezza e la fatica elaborativa di questi giorni ci renda distratti, ma richiamerei la vostra attenzione su questa situazione surreale in chiusura di anno.
Recupero il tempo, Presidente, perché ho un solo membro della Giunta che mi può ascoltare, quindi aspetto, non ho fretta.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO
PRESIDENTE
Consigliera Pentenero, c'è una componente del PD che si lamenta.
CONTICELLI Nadia
No, aspetto. Abbiamo un solo componente della Giunta e lo aspetto, ma senza problemi, non è che ho altro da fare oggi. Neanche loro hanno nient'altro da fare oggi, siamo qui.
Se foste stati almeno in due della Giunta, però capisco che c'è uno che lavora per tutti. Purtroppo funziona spesso così in Italia, lo vediamo anche nella maggioranza: abbiamo Ravello con cui dibattiamo e basta.
PRESIDENTE
La prego di procedere, Consigliera Conticelli.
CONTICELLI Nadia
È una situazione surreale. Siamo in chiusura di anno, anche di anno amministrativo, con la prospettiva di andare in esercizio provvisorio perché è difficile che riusciate a presentare il bilancio in tre giorni (avete già presentato la delibera). Non sappiamo niente sull'adeguamento dei canoni ATC (una delibera è iscritta alla Commissione da un mese e mezzo) e dell'Agenzia Piemonte Lavoro (come mi suggerisce la collega) tutti elementi che riguardano la vita quotidiana delle persone. Le Commissioni le stiamo rinviando da settimane, come se non servissero a niente.
(Commenti fuori microfono)
CONTICELLI Nadia
Sono contenta se i colleghi si agitano un po', almeno vedo che sono vivi perché ogni tanto mi viene il dubbio.
Questa dovrebbe essere l'Aula del confronto, ma vedo che ci sono persone senzienti.
PRESIDENTE
La prego di proseguire, Consigliera Conticelli, e di non provocare.
CONTICELLI Nadia
Lo so, sono un agit-prop proprio di natura! E noi siamo qua fermi - fermi - per un capriccio, per una che potrei quasi definire delibera, perché definirla legge mi sembra un insulto alle leggi.
Questa mattina, nella presentazione, lo stesso Assessore l'ha definito un adeguamento semantico (scusate, sono attenta alle parole per deformazione professionale). Un adeguamento semantico! Non capisco come un adeguamento semantico possa essere discusso prima del bilancio, dell'adeguamento dei canoni ATC e delle nomine. Abbiamo un ente come l'ATC, che riguarda la carne viva delle persone più fragili della nostra Regione, che rischia di andare in vigenza provvisoria. Abbiamo annullato tutto: dovevamo fare l'audizione di Trenitalia (i Consiglieri stamattina sono arrivati con mezz'ora di ritardo perché non c'è un treno regionale che rispecchi mai l'orario) e l'abbiamo rinviata a gennaio (tanto la gente non ha niente da fare da qui a gennaio), perché dovevamo occuparci di questo adeguamento semantico, che pomposamente noi chiamiamo provvedimento di riorganizzazione del personale: 11 articoletti di mezza riga, dove l'unica cosa che si va a cambiare sono questi cinque anni.
Credo sia un insulto alla nostra dignità di Consiglieri.
Il collega Ravello - mi riferisco a lui perché è l'unico che parla, quindi almeno per fare un po' di confronto dialettico - l'ha definito il "cinema" e ha parlato anche del Consiglio comunale di Torino. È comunque in streaming, quindi lì, il cinema che fa l'opposizione lo potete vedere (glielo dico: il lunedì dalle 15 alle 19, se si vuole collegare, così vedete com'è il cinema).
L'istituzione ha un valore perché si chiama alternanza democratica e il rispetto delle istituzioni è il rispetto dei cittadini, non del 20% dei cittadini, del 40, del 50% dei cittadini: a volte si governa, a volte si fa l'opposizione, a volte si fa l'opposizione su questioni di principio, ma il ruolo dell'opposizione, quando si fanno le leggi, è qui più che al Consiglio comunale.
Dovremmo sentire sulle nostre spalle il peso di fare delle scelte e delle leggi che valgono per tutti, per sempre e per dopo, che cambiano la vita delle persone e che influenzino anche l'attività che devono poi fare gli enti territoriali. E allora non è cinema.
Le proposte dell'opposizione sono istanze che possono anche essere di miglioramento, perché magari anche l'opposizione, su 100 proposte, una o due le acchiappa. Ho avuto vari livelli di esperienza istituzionale, dalla circoscrizione alla Regione, quindi posso dire che ogni tanto l'opposizione, quelli che erano all'opposizione rispetto a noi, hanno avuto degli apporti, naturalmente con una visione politica diversa, ma nella realtà dei provvedimenti ci sono anche degli apporti concreti.
Le Commissioni, in Consiglio regionale, a differenza dei Comuni o delle Circoscrizioni, non sono pubbliche, perché non sono strumenti di partecipazione. Si chiamano "Commissioni di lavoro", sono strumenti di lavoro. Lo strumento di lavoro non consiste nel far passare il tempo il più possibile anche a colpi di maggioranza e dire: "Va be', abbiamo discusso due ore, pure troppo e adesso andiamo direttamente in Aula". Si chiamano "di lavoro" perché i provvedimenti legislativi all'interno delle Commissioni subiscono o, comunque, ottengono delle migliorie rispetto alla presentazione da parte della Giunta, perché assumono quella che è un po' l'impronta del Consiglio regionale in quel momento, perché qui siamo tutti responsabili, quando facciamo delle leggi. Qui, però, non c'è programmazione, perché questo adeguamento semantico non si accorge del fatto che il mondo è cambiato anche grazie allo smart working, al lavoro agile, alla formazione e non si dice niente sul personale della Regione.
Niente! Abbiamo fretta di nominare qualcuno a gennaio? Ovviamente, non voglio ridurre l'importanza dei Direttori. Sono otto, o quanti sono.
(Commenti fuori microfono)
CONTICELLI Nadia
Sono 11.
Naturalmente, al vertice sta in capo la programmazione complessiva.
Ma che cosa pensiamo rispetto al resto del personale? Qual è l'ordinamento complessivo? Qual è la mission che i fantastici 11 avranno? Io non lo so, perché in questo campo, come in tutti gli altri, da questa maggioranza sulla programmazione non ho sentito niente.
Quando parliamo in Commissione, anche nelle prime Commissioni in cui c'è stata la presentazione di un programma di governo.
Scusatemi, una Giunta che si appresta a governare dopo cinque anni di mandato, con un mandato forte dei cittadini, dovrebbe far sognare pure me che sono all'opposizione da qui al 2030, perché quando si hanno cinque anni di esperienza, cinque anni in cui si è già data la propria impronta, si conoscono lo stato dei conti, le leggi, le esigenze di questa Regione e quelle del personale di questo ente, perché ha gestito - lo ricordava prima il collega Salizzoni - anche il trasferimento nel palazzo unico della Regione.
Ad esempio, il Palazzo unico della Regione è costruito per il co-working.
Noi, anzi, voi state lavorando sul co-working o il co-working vuol dire solo che prima avevo l'ufficio per conto mio e adesso ho l'altro di fronte? La modalità di lavoro del personale è cambiata? Lo spazio non è soltanto uno spazio fisico, lo spazio è relativo alla visione di lavoro che ho.
Io, però, non so quale sia la vostra visione di lavoro, così come non conosco la vostra visione dei trasporti e la vostra visione della sanità perché a parte trattare piccoli pezzettini come fosse un puzzle.
Questo è un ente di programmazione, altrimenti saremmo in un Comune. Il Comune fa gestione, la Regione fa programmazione e al Consiglio dovrebbe stare in capo la programmazione dell'ente, esattamente come al Consiglio comunale.
Non ci siamo impuntati.
Non ci siamo impuntati, ma vorremmo che, dal punto di vista politico e istituzionale, stigmatizzare questa modalità di raffazzonare due o tre Commissioni. Vi anticipo, anzi anticipo a lei, Presidente, che questo continuo saltare del calendario delle Commissioni, in particolare, delle Commissione del mercoledì, che salta continuamente, spero che non accada più da gennaio, se no diciamo che il mercoledì mattina Commissioni non ce ne sono e le spostiamo, perché abbiamo un bel po' di arretrato.
Le Commissioni di lavoro non sono una cosa che dobbiamo fare per il calendario e basta, ma sono momenti di lavoro effettivo.
Allora, questo modo di dire "boh, abbiamo già discusso due volte con voi e ora basta, adesso andiamo in Aula", non funziona, non è dignitoso, ma soprattutto non programma, non ci dà la visione.
Noi non vogliamo stare qui solo a fischiare i falli o ad applaudire alle singole cose, ma vogliamo capire qual è la visione, qual è la manovra svolgere il nostro ruolo politico e istituzionale laddove ci è possibile secondo noi, anche per poter influire. Ripeto, magari una ogni cento l'acchiappiamo pure noi e vogliamo poter dare anche un giudizio su una visione e su una programmazione complessive, perché così non siamo messi nelle condizioni di svolgere il nostro ruolo istituzionale, per il quale peraltro, siamo anche pagati.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Verzella; ne ha facoltà.
VERZELLA Emanuela
Presidente, Assessore: sto imparando.
Come ha detto il Consigliere Valle all'inizio della discussione generale pomeridiana, molti di noi sono alla prima esperienza e quindi devono imparare. Sono convinta che ci metterò cinque anni almeno: lo dico con tutta la sincerità che mi viene dal cuore. Cinque anni sono, per esempio un requisito importante anche nel mio mestiere per fare da tutor a chi si appresta a diventare dirigente per un anno di prova; cinque anni fondamentali per capire come funziona un'organizzazione complessa che, in una scuola medio-grande, gestisce mediamente 200 persone.
Ecco che, invece, ci apprestiamo a modificare una legge che ha gestito l'organizzazione di questo personale in un punto fondamentale, che è quello dell'esperienza e della conoscenza di come questa struttura lavora, di come è organizzata, di quali sono i suoi obiettivi, di quale performance debba rendere atto e di quali bisogni debba dare soddisfazione ai cittadini.
Cinque anni sono un tempo che la legge n. 165 del 2001, che disciplina il pubblico settore, chiede a moltissimi dirigenti di avere alle spalle.
Qui voi - nella libertà che vi viene concessa da quella legge che su questo punto all'interno non si pronuncia, ma si pronuncia solo per alcuni settori specifici, per esempio sulla difesa - vi apprestate a fare questa scelta.
Una scelta che è vostra, ma nel mio piccolo mi permetto di dire, non confacente al buon andamento.
In più, sempre in questa enfasi e nel tentativo di capire dove sono capitata grazie ai cittadini che mi hanno votato, mi sono data la pena di leggere il Piano integrato di attività e organizzazione del nostro personale. Un piano che esiste in tutte le pubbliche amministrazioni e un obbligo che è stato aggiornato puntualmente anche dalla Regione Piemonte.
Leggendolo, intanto mi sono edotta dei settori e di tutte le situazioni che sono organizzativamente veramente complessi e che danno e devono dare delle risposte, e mi sono detta: se si deve fare un ragionamento, è anche possibile che una legge del 2008, avendo qualche anno alle spalle, possa essere emendata. Tuttavia, questo va fatto con uno sguardo complessivo che abbia anche a cuore i criteri di valutazione cui sono sottoposti i direttori e i dirigenti, entro i quali c'è anche il benessere organizzativo delle persone che loro guidano, oltre agli obiettivi, naturalmente, nei confronti dei cittadini e nei confronti dell'esecutivo che in quel momento li guida.
Ne abbiamo parlato anche in Commissione. Alcuni elementi di discussione sono capitati anche lì e non sufficientemente capiti nella loro pregnanza ma su questo l'invito a riflettere non è ostruzionismo, non è perdere tempo, non è cinema; se volessi fare cinema, essendo una persona che ha una laurea umanistica, potrei anche provare a parlarvi per qualche tempo di questioni di vario genere, invece ho detto che è un'occasione da non perdere per imparare cosa c'è scritto in quel Piano.
Per esempio, in quel Piano ci sono alcuni adeguamenti a direttive europee che naturalmente ho raccolto in un ordine del giorno, che sono correttamente enunciati, ma sono solo correttamente enunciati. Andrebbe approfondito ciò che questi ci chiedono, per esempio a livello di inclusione, di superamento del gender gap, di superamento di certe condizioni di malessere organizzativo. Nel 2020 la Regione correttamente lo inserisce nel suo piano, ma non c'è un piano di attuazione.
Organizzativamente potrebbe anche avere un senso, magari a corollario e a sostegno di altre scelte come questa, ma in un quadro generale che qui purtroppo, non c'è.
Voglio aggiungere ancora un elemento che mi ha colpito come neofita.
Ultimamente ho parlato con persone della mia città che dovevano discutere di bilancio (ne hanno discusso fino a mezzanotte e mezza, essendo quella la carne viva, la cosa fondamentale) e mi hanno chiesto: "Cosa state facendo in Regione?". Io ho risposto: "Dobbiamo votare l'esercizio provvisorio. Il bilancio a gennaio e adesso abbiamo un'urgenza". "Qual è questa urgenza?" e ho parlato di questa urgenza. Vi dico che non è stata molto compresa.
Voi avete indicato come urgente questa questione, ma vi assicuro che io userei l'aggettivo urgente per altre questioni di questa Regione di cui dobbiamo occuparci: la sanità, la scuola, la casa, la povertà, i trasporti e tantissime altre questioni. Naturalmente, per risolvere queste questioni ci vuole una buona organizzazione strutturale, ma l'urgenza su questo caso specifico mi sorprende sia dal punto di vista personale sia dal punto di vista professionale, nei limiti di questa piccolissima esperienza che sto facendo con pochissimi mesi alle spalle.
Mentre vi ricordo che abbiamo presentato ordini del giorno migliorativi che spesso hanno a che fare con il benessere aziendale e si accompagnano a una visione organizzativa affermata, vi chiedo di ripensare al momento e all'urgenza della questione e a lavorare insieme all'opposizione nelle Commissioni. Non sarà questo il caso, ma per il futuro ci aspettiamo che non si vivano solo emozioni in Aula, ma che si lavori seriamente soprattutto in Commissione, dando conto in Aula, ai cittadini in seduta pubblica, di quello che avremmo elaborato.
CAROSSO FABIO
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Isnardi; ne ha facoltà.
ISNARDI Fabio
Grazie, Presidente.
Cercherò di fare una relazione generale, parlando anche di alcuni emendamenti presentati dal gruppo del Partito Democratico.
Parto con le parole usate dalla Consigliera Verzella: sto imparando essendo seduto solo da qualche mese in quest'Aula, un ruolo che, per chi ha avuto l'esperienza di Sindaco di un piccolo Comune, è veramente molto diverso. A volte mi trovo anche un po' in difficoltà e un po' spiazzato però una cosa è chiara: pian piano imparerò, come ho imparato a fare il Sindaco.
Sono sicuro di aver svolto abbastanza bene il ruolo di Sindaco; sono sicuro di averlo fatto meglio nel mio secondo mandato e ancora meglio nel terzo perché l'esperienza conta e dall'esperienza, a volte anche degli errori, si deve avere l'umiltà di imparare.
Ovviamente, ci siamo soffermati sulle due tematiche principali presenti nella proposta di legge n. 51: l'eliminazione dei cinque anni di esperienza per diventare Direttore della Regione e la percentuale del 10% di Direttori esterni.
Ciò che sembra strano è tutta l'urgenza data al provvedimento: urgente da doverlo richiamare e non poterne più discutere in Commissione; urgente da discuterlo prima delle nomine, prima dell'approvazione del bilancio del Consiglio regionale, prima dell'approvazione dell'esercizio provvisorio della Regione.
Sappiamo tutti che ci sono difficoltà di competenza per chiudere il bilancio 2025-2027 e che ci sono enormi criticità di cassa. Quotidianamente siamo sollecitati, non credo soltanto i Consiglieri di minoranza, ma anche quelli di maggioranza, da associazioni ed enti che aspettano da mesi e mesi i pagamenti della Regione. Questi sono temi di cui dovremmo principalmente parlare in Aula. Far passare questo provvedimento, che di urgenza sembrerebbe davvero averne nessuna, se non quella di un provvedimento ad personam, fa davvero pensare che ci siano criticità.
È per questo che ci siamo ribellati, sfruttando tutte le occasioni e le opportunità permesse all'opposizione, ma anche presentando emendamenti di merito perché, come diceva la collega Conticelli, a volte anche le opposizioni hanno idee buone.
Siamo convinti che gli emendamenti di merito che abbiamo presentato siano migliorativi rispetto al testo presentato dalla Giunta prima in Commissione e adesso in Aula.
Sarebbe stata anche una buona occasione per parlare veramente di riorganizzazione di una nuova legge sul personale, però, per parlare di una nuova legge sul personale, avremmo dovuto anche parlare delle nuove molteplici questioni che riguardano il lavoro di questa Regione: le pari opportunità, il contrasto alle discriminazioni, il benessere dei dipendenti e di alcuni servizi fondamentali come un asilo nido all'interno del palazzo della Regione per i nostri dipendenti, perché da quando sono stati trasferiti nel grattacielo a Lingotto sono cambiate anche le condizioni di lavoro del nostro personale.
Sarebbe stata un'ottima occasione, avremmo potuto confrontarci e magari su alcuni punti avremmo anche potuto trovare un punto d'incontro perch ripeto, anche le opposizioni a volte hanno buone idee.
Penso che nei prossimi cinque anni sarà opportuno trovare un equilibrio che vada bene a tutti, per cui alcune istanze delle opposizioni, ovviamente con il rispetto del fatto che sappiamo essere minoranza, potranno essere accolte, perché siamo convinti di esercitare in maniera intelligente e positiva il ruolo che ci è stato assegnato.
Nello specifico, mi piace parlare di un paio di emendamenti. Uno è quello che pensiamo sia opportuno mantenere il quinquennio necessario di esperienza per diventare Direttore.
Per fortuna non siamo un'azienda, altrimenti avremo qualche difficoltà a stare in piedi, visto il nostro di bilancio e oltretutto, se fossimo un'azienda, nel momento in cui si cercano i più alti collaboratori, si cercano collaboratori che hanno, sì, un buon curriculum, ma sarebbe normale provarli e valutarli prima di assegnargli un incarico di così alta dirigenza.
Proponiamo, quindi, l'abrogazione dell'articolo, in modo che si possa rimanere con i cinque anni di esperienza per la nomina a Direttore, anche perché appare veramente strano mantenerli per il passaggio delle progressioni verticali su incarichi di minore responsabilità.
Un'altra questione è relativa al 10%. Anche in questo caso non ci pare opportuna la nuova formulazione della legge, per cui non viene più stabilita una percentuale fissa, ma si passa a una previsione, a una percentuale elevabile in applicazione di specifiche normative nazionali. Il nostro emendamento tende a non accogliere tale proposta, anche perché, a nostro parere, non fissare un termine percentuale preciso, ma rimandare a normative nazionali, potrebbe far perdere la prerogativa della Regione di stabilire lei stessa alcune situazioni particolari legate alle nostre specifiche caratteristiche.
Nel terminare il mio intervento, invito la Giunta e l'Assessore a valutare alcune proposte dell'opposizione, essendo proposte di merito che riteniamo essere migliorative. Spero che in futuro vengano date veramente priorità agli aspetti che i cittadini piemontesi sentono principalmente sulla pelle.
Vi ricordo che, ad esempio, all'inizio di gennaio rispetto a un tema che mi sta particolarmente a cuore dovrebbe anche scadere il termine entro il quale la Regione approva il decreto delle aree idonee per impianti agrivoltaici e fotovoltaici a terra. In questo momento, però, non abbiamo notizie se questo provvedimento sia stato discusso in Giunta o se sia stato presentato, mentre il termine, a meno di proroghe, dovrebbe essere all'inizio di gennaio.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Calderoni.
CALDERONI Mauro
Grazie, Presidente.
Il disegno di legge di cui stiamo discutendo formalmente riguarda esclusivamente e generalmente, disposizioni in materia di ordinamento del personale.
Ci concentriamo, però, come è già stato ricordato in alcuni interventi precedenti, sulla disciplina dell'organizzazione degli uffici regionali e le disposizioni concernenti la dirigenza e il personale per consentire l'assunzione anche di persone che non abbia maturato almeno un quinquennio di responsabilità dirigenziale.
Non torno qui sull'opportunità di una scelta del genere.
Si aumenta per di più la soglia di personale reperibile all'esterno della struttura, il che, se la vogliamo vedere da un punto di vista ottimistico potrebbe indurre a pensare che si intenda valorizzare l'opportunità di attrarre professionalità che non siano ancora disponibili all'interno della struttura regionale, ma allo stesso tempo si potrebbe pensare che si mortifichino le professionalità interne che, da anni, si impegnano nella gestione dell'ente, che hanno superato con brillantezza e dedizione i periodi difficili del Covid e che poi si impegnano in percorsi di formazione, di sviluppo e di innovazione delle proprie competenze.
Su questo aspetto, forse, si potrebbe ancora fare una riflessione rispetto alla percentuale, appena ricordata dal collega Isnardi, di personale reperibile esternamente, proprio per rispetto alla struttura che manda avanti con solerzia e con dedizione l'attività dell'ente Regione.
Crediamo, più in generale, che si sia persa l'occasione per un intervento di più ampia portata, che affrontasse, per esempio, il tema del welfare.
La salute e il benessere del personale sono elementi essenziali per garantire un servizio pubblico efficiente e di qualità, contribuendo al miglioramento dell'immagine della funzionalità dell'amministrazione regionale.
Ad esempio, il tema delle polizze assicurative per l'assistenza sanitaria poteva essere affrontato all'interno della Commissione se avessimo avuto più tempo per un confronto tra le forze politiche. Certamente, avrebbe rappresentato un'importante forma di tutela non soltanto per i dipendenti ma anche per le loro famiglie, aumentando la motivazione e la soddisfazione lavorativa.
In quest'ottica, l'estensione delle polizze assicurative a tutto il personale regionale favorirebbe senz'altro un ambiente di lavoro più sereno e più produttivo; consentirebbe di allineare le condizioni di lavoro e le tutele di tutti i dipendenti pubblici, contribuendo a un'uguaglianza di trattamento e a una parificazione delle opportunità tra dirigenti e personale non dirigente.
Sono suggerimenti che ci permettiamo, naturalmente nel ruolo della minoranza, di porre all'attenzione della Giunta e dei colleghi di maggioranza.
Potremmo avviare un confronto con le rappresentanze sindacali per definire le modalità di attuazione di questa proposta di specifiche polizze assicurando che siano accessibili e vantaggiose per tutti i dipendenti però - torno a dire - serve tempo, serve la possibilità e la volontà di approfondire.
Un'altra opportunità che abbiamo recepito da un dialogo con le forze sindacali e con i rappresentanti dei dipendenti regionali e che questa Assemblea avrebbe potuto cogliere, se ci fosse stato modo di poterne parlare, è quella di riformare e migliorare l'ordinamento del personale regionale, con l'obiettivo di garantire maggiore efficienza, nonché un adeguato riconoscimento del lavoro svolto dai dipendenti, provando a immaginare forme diverse di destinazione di una parte del trattamento accessorio, attualmente corrisposto totalmente in busta paga. Ci sono modalità di gestione più vantaggiose dal punto di vista fiscale, che permettono di incrementare il potere d'acquisto, a maggior ragione in questo momento di alta inflazione e di difficile congiuntura economica.
Proprio mutuando l'idea del privato, quel privato cui spesso i colleghi di maggioranza fanno riferimento, parlandone in termini ottimistici anche quando il Consigliere Ravello cita involontariamente un privato (l'amministratore delegato di Stellantis) che non sta dando buone dimostrazioni di sé.
Tuttavia, c'è un privato positivo, un privato che tutti noi conosciamo, il privato dei nostri territori, il privato del Piemonte laborioso, il privato attento alla qualità di vita dei propri collaboratori, che eroga sempre più una parte del trattamento accessorio sotto forma di credito spendibile magari tramite piattaforme d'acquisto. Questo rappresenterebbe una soluzione innovativa, ci avvicinerebbe all'efficienza e all'efficacia del mitico privato, permetterebbe di massimizzare il valore economico del compenso ricevuto e, al contempo, di incrementare anche i fatturati di quel commercio di vicinato che tentiamo di tutelare e di incentivare con delle misure che la Giunta stessa ha recentemente illustrato e ha proposto di rilanciare, anche rispetto a quanto fatto nel quinquennio precedente perché verrebbero naturalmente spesi questi buoni nelle città e nei paesi di residenza dei dipendenti regionali.
Queste sono solo due suggestioni, ma molte altre ne abbiamo proposte nei nostri ordini del giorno e nei nostri emendamenti che avremmo voluto discutere insieme alla Giunta e insieme ai colleghi di maggioranza, se non ci fossimo dovuti ostinatamente e testardamente concentrare su queste piccole modifiche marginali di dettaglio rispetto all'argomento specifico della selezione dei Direttori generali.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Calderoni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Coluccio; ne ha facoltà.
COLUCCIO Pasquale
Grazie, Presidente.
Devo dire che sono stato stimolato nell'intervento dal Consigliere Ravello e con estremo rispetto e umiltà vorrei osservare che nel dibattito bisogna essere soprattutto costruttori di dialogo, nel limite del possibile.
Mi rendo conto che giornate come queste non sono entusiasmanti per nessuno e soprattutto per tanti di voi che hanno grande esperienza sia da Consigliere sia da Assessore. Tuttavia, bisogna impegnarsi a rispettare i ruoli, bisogna rispettare le opinioni, quindi personalmente non entro tanto nel dettaglio di quali sono le ragioni del perché c'è questa ostinazione come l'ho già definita in altre occasioni. Penso che le ragioni che stanno invece, da questa parte sono chiare e non sono quelle dell'opposizione, ma sono le ragioni delle organizzazioni sindacali.
Noi abbiamo semplicemente, come dire, rilegittimato - semmai ne avessero bisogno, ma in questo caso penso proprio che ne hanno bisogno - il ruolo dei sindacati, che mi sembra che in modo compatto abbiano avuto modo di dimostrare in Commissione qual è la loro posizione, che non è proprio quella della maggioranza; quindi la maggioranza va avanti da sola su questa posizione (legittimamente, per carità di Dio).
La volontà dei sindacati, che sono coloro che tutelano il bene dei lavoratori, viene in qualche modo delegittimato.
Spesso e volentieri si tira fuori il parallelo con il privato.
Effettivamente, sono il primo a dire che sarebbe bello avere non dico proprio tutta l'impostazione del privato, ma qualche parvenza. Tuttavia mi sembra che, da quello che posso osservare in questi pochi mesi in cui sto provando l'esperienza di che cosa vuol dire essere un amministratore regionale, ho qualche dubbio che possiamo veramente avvicinarci al mondo del privato, un mondo che per certe figure chiede sicuramente la qualifica ma con un binomio: qualifica e esperienza. Quando amministratori di grandi aziende cercano personale, cercano, sì, figure che abbiano delle qualifiche, ma che abbiano soprattutto esperienza, essendo quella che ti fa capire come gestire le situazioni.
Anche la Pubblica Amministrazione prende questo esempio: chi dalla categoria D aspira a diventare un dirigente, non può fare semplicemente un concorso, dove basterebbero solo i titoli. Le amministrazioni comunali quando bandiscono un concorso da dirigente chiedono, nella stragrande maggioranza dei casi, minimo due anni di esperienza, non di meno. Persino quando ci sono dirigenti assunti a contratto, nella Pubblica Amministrazione, tra le richieste, è prevista l'esigenza di avere un minimo di curriculum in certi ruoli, perché è necessario averlo.
Ci si sta ponendo in un'ostinazione che poteva essere gestita con una certa gradualità. Non si è voluto andare in quella direzione, legittimamente, e oggi siamo qui a discutere in un modo che non è sicuramente il massimo del dibattito, ma non è sicuramente neanche il set di un film.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire Consigliere Unia; ne ha facoltà.
UNIA Alberto
Grazie, Presidente.
Dopo aver chiamato Rocco Casalino per farsi dare due dritte per oggi pomeriggio, come succede anche in Parlamento, questa maggioranza di destra e di centrodestra, anziché pensare a governare, attacca le minoranze. È un'abitudine che non capisco, anzi, capisco benissimo, ma facciamo finta di non capire, perché richiama periodi che non mi piacciono tantissimo. Ecco mettiamola così.
Come detto da altri Consiglieri, qualcuno ha governato la Città di Torino.
Nel periodo in cui facevo parte della Giunta comunale, non ricordo una volta in cui abbiamo cercato di forzare o di cambiare un regolamento per mettere la persona a noi più gradita in una posizione tecnica, che ovviamente è diversa dalle posizioni politiche, essendo posizioni che legittimamente qualsiasi maggioranza cerca di avere vicino, sia dal punto di vista della consulenza sia dal punto di vista del funzionamento.
Rigetto assolutamente il paragone con quello che è successo in quegli anni a Torino. Tra l'altro, nel Regolamento della Città di Torino è prevista la rotazione di dirigenti e direttori. Avremmo potuto anche noi fare azioni per mettere in certe posizioni persone a noi gradite, invece non l'abbiamo mai fatto. Abbiamo sempre rispettato il Regolamento, a volte anche andando contro i nostri interessi. Per questo, abbiamo fatto la rotazione dei dirigenti e dei direttori. Non abbiamo cambiato i regolamenti in corsa perché ci veniva comodo o scomodo qualcosa.
Visto che finora l'unica voce della maggioranza che abbiamo sentito è di un Consigliere Capogruppo, vorremmo sentire il parere anche di altri Consiglieri. La sensazione è che in questa discussione, tra l'altro, ci è stato fatto notare che, forse, facevamo opposizione semplicemente per fare un'opposizione strumentale. Non è così perché, durante la giornata, dai colleghi ho sentito interventi di merito. Abbiamo fatto osservazioni che effettivamente hanno un senso e sarebbe anche stato opportuno, almeno dal mio punto di vista di semplice Consigliere, confrontarci con la maggioranza e capire quali fossero le loro motivazioni per approvare l'atto.
L'Assessore è qui per ascoltare e portare avanti l'atto, ma non sappiamo realmente cosa pensa la maggioranza. Non sto parlando di politica, ma di questioni tecniche, cioè entrare nel merito del provvedimento e provare a spiegarci perché questa maggioranza ha deciso di portare avanti questo atto, di votarlo e di votarlo favorevolmente.
Abbiamo passato quattro giorni su questo provvedimento, non entrando nel merito e non cercando di migliorarlo, ma semplicemente cercando di portarlo avanti con le tecniche dell'accorpare gli emendamenti, quindi, sì, una discussione strumentale, ma da parte della maggioranza. Abbiamo fatto questo percorso, quando abbiamo la Città di Torino e le Province precipitate nel gradimento delle città italiane; abbiamo una situazione dei trasporti ferroviari che non ricordo a memoria d'uomo, neanche quando ero bambino; abbiamo una sanità che peggiora; abbiamo strutture sanitarie che continuano a essere annunciate, ma non parte mai nulla e noi siamo qui a parlare di una questione riguardante gli uffici e che poteva tranquillamente essere approvata in poco tempo ascoltando le minoranze.
Trovo tutto questo molto triste.
Vi ringrazio.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Paonessa; ne ha facoltà.
PAONESSA Simona
Grazie, Presidente.
Mi associo a quanto detto dai colleghi e sottolineo la mancata discussione in Commissione. È stato veramente un peccato non poter discutere il provvedimento in Commissione prima di affrontarlo in Aula.
È stato citato l'interesse di parte, ma l'interesse di parte è il vostro.
La legge è stata varata nel 2008 dalla Giunta Bresso di centrosinistra ed è stata proprio questa legge a stabilire i cinque anni di anzianità che voi invece volete togliere per favorire, presumibilmente, alcuni amici.
Questo doveva essere il Governo del merito, ma di quale merito stiamo parlando, se non date neanche la possibilità di crescita personale e lavorativa di conoscenza della macchina regionale, solo per nominare alcuni amici e conoscenti? Il provvedimento si intitola "Disposizioni in materia di ordinamento del personale", ma non c'è nulla riguardo al welfare sul luogo di lavoro. Sono stati citati importanti ordini del giorno presentati dalla minoranza, tra cui la possibilità dello smart working, soprattutto dopo i cambiamenti dovuti alla nuova disposizione del grattacielo, dove è diventato difficile trovare spazio per lavorare in tranquillità.
Questo provvedimento è talmente importante per la maggioranza che si è addirittura chiesto l'inversione per discuterlo prima del bilancio del Consiglio regionale e dell'esercizio provvisorio.
L'altro giorno, qui fuori c'erano molti studenti che manifestavano per ci che sta succedendo con le Universiadi. Questa grandissima opportunità per la Regione Piemonte si è rivelata, in realtà, un grande problema, in quanto le residenze promesse non sono state costruite e, quindi, gli studenti con le borse di studio e con un posto nelle residenze EDISU sono stati costretti a lasciare i lori alloggi. Sono stati sfrattati.
Ricordo che questi studenti, molti anche miei compagni di corso, provengono da altre Regioni d'Italia e da altri Stati: ho compagni iraniani che sono stati costretti a lasciare l'Italia e tornarsene a casa, in un paese dove diventa veramente difficile tornare. Tutto questo per ospitare atleti che invece, avrebbero dovuto essere ospitati dalle nuove residenze mai costruite.
Oltre al problema delle residenze, si è aggiunto il problema della mensa.
A quanto pare, verrà chiusa la mensa Olimpia, un luogo importantissimo per gli studenti, perché non viene utilizzato soltanto come il luogo dove poter mangiare, ma anche come aula studio e senza quello spazio diventa veramente difficile poter studiare in questo periodo. Siamo quasi a gennaio, quando tutti gli studenti inizieranno la sessione invernale; molti studenti hanno già iniziato la sessione invernale a dicembre e non potranno dare gli esami perché saranno costretti a lasciare il Piemonte. Diventa così ancora più difficile fare richiesta delle borse di studio, perché gli studenti non avranno i CFU richiesti.
Parliamo, appunto, delle borse di studio, che verranno pagate a febbraio.
Questo significa che gli studenti dovranno vivere a Torino senza la possibilità di potersi pagare l'affitto e di poter eventualmente fare anche solo la spesa, in quanto la borsa di studio arriverà con più di due mesi di ritardo.
Un'altra questione che, secondo me, è importantissima è la questione dei trasporti pubblici, con costi altissimi: gli abbonamenti costano quasi più di 100 euro al mese e le famiglie non si possono permettere costi così alti. È stato promesso più volte il trasporto gratuito per gli under 26, è stato addirittura votato l'ordine del giorno.
Chiedo scusa, Presidente, chiedo un po' di silenzio in Aula.
È stato addirittura votato l'ordine del giorno e per questo ringrazio la maggioranza per la collaborazione su questo punto, però, alla fine, non abbiamo ancora visto nessun effetto, ma solo promesse. Gli studenti appunto, anzi le famiglie devono pagare più di 100 euro per mandare i figli alla scuola dell'obbligo, che dovrebbe essere un diritto fondamentale e gratuito.
Oltre a un costo altissimo, il servizio è pessimo.
Molti di noi vengono a Torino con i mezzi e sanno bene cosa vuol dire ogni mattina dover prendere i treni o, comunque, tornare a casa ogni sera con i mezzi pubblici che subiscono moltissimi ritardi.
In certe parti della nostra regione i mezzi sono completamente inesistenti.
Penso alla Valsesia, dove non esiste una linea ferroviaria, dove i pullman sono presenti soltanto nelle fasce orarie scolastiche garantite durante il periodo scolastico. Questo significa che le persone non possono spostarsi.
Credo che ci siano altre priorità, come quelle che ho appena citato, che dovrebbero essere discusse in quest'Aula in questo momento.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Paonessa.
Non vedo altri iscritti a parlare. Possiamo dichiarare chiusa la discussione generale.
Chiedo all'Assessore Vignale se intende intervenire.
La parola all'Assessore Vignale per la replica della Giunta.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
Il dibattito di questi giorni credo sia stato positivo, perché abbiamo discusso a lungo di personale, che è una cosa che capita molto, molto raramente.
Molti colleghi hanno fatto presente come avremmo potuto discutere di sanità, di lavoro, di edilizia sociale, tutti certamente temi assolutamente importanti. Tuttavia, sanno anche che queste tematiche vanno gestite perché ricordo che la Regione è sì un ente che fa norme, ma rimane ancora un grande ente di gestione e questo avviene se si ha un capitale umano che sa occuparsi di sanità, di edilizia sociale e di tutti quegli aspetti importanti per la nostra Regione.
Qualunque azienda investe sul capitale umano, in particolar modo quelle aziende che non producono attività, ma che erogano servizi nei confronti dei cittadini. Per aziende come la nostra, il capitale umano è centrale.
E allora perché abbiamo discusso e stiamo discutendo di una piccola modifica normativa? Perché tutti gli altri aspetti di cui abbiamo discusso una volta anche abbastanza lungamente in I Commissione.
Certamente dobbiamo discutere, come avete ricordato e lo stiamo facendo anche con le organizzazioni sindacali, di welfare aziendale, di sistemi di performance, di progressione di carriera per fare in modo che l'amministrazione pubblica non tenti di scimmiottare il privato, ma diventi un luogo che sia competitivo rispetto al mondo del privato.
Vi faccio rilevare che anche in Regione Piemonte, che è l'ente pubblico che all'interno dei nostri confini regionali paga maggiormente i propri dipendenti - giustamente - noi iniziamo ad avere le prime dimissioni e il numero di partecipanti ai concorsi di piccoli e medi Comuni ormai è irrisorio. La Consigliera Paonessa saprà, così come i Consiglieri di Vercelli, che la Provincia ha dovuto fare un concorso cui hanno dovuto accedere i Comuni per trovare dipendenti che andassero a lavorare soprattutto, ovviamente, nei Comuni più lontani e marginali, come quelli valsesiani che ricordava prima la Consigliera.
Il tema del capitale umano è un tema centrale nelle amministrazioni. Perch noi modifichiamo l'articolo 22? Modifichiamo l'articolo 22 perché tutto il resto che noi andremo a modificare, o che abbiamo in parte già modificato non è oggetto di norma perché, per esempio, abbiamo modificato il Regolamento di accesso all'ente potendo utilizzare le graduatorie esterne.
Prima non si poteva fare e, grazie a una delibera approvata poche settimane fa che avevo comunicato anche in Commissione, questo oggi si può fare e non necessita di modifica normativa.
Modificheremo la progressione alle carriere anche per chi, ad esempio diventa D e deve attendere due anni per diventare posizione organizzativa ma non è oggetto di modifica normativa.
Stiamo discutendo di welfare aziendale, ma non è oggetto di modifica normativa.
Stiamo discutendo del sistema della performance, l'aspetto più delicato che c'è all'interno di questo ente, in particolar modo in Giunta, ma non è oggetto di modifica normativa. Il sistema della performance è un altro tema particolarmente delicato, perché se all'interno di un'azienda tutti guadagnano la stessa percentuale di produttività facendo lavori differenti mansioni diverse e dedicando un impegno differente, è evidente che non è un sistema della performance che funziona, ma è una quattordicesima mascherata da performance. Questo è quello che stiamo tentando di fare su un tema molto delicato perché, come sapete, quando vi sono prassi consolidate da molti anni, è difficile, in qualche modo, modificarle e bisogna farlo con determinazione, ma anche con il buon senso di cambiare le cose un passo alla volta.
Perché siamo stati solo tre volte in Commissione? La legge è dell'8 ottobre. Siamo stati solo tre volte in Commissione perché è evidente che esiste, e il Regolamento lo prevede - non lo prevedeva fino a quattro legislature fa - la possibilità per l'opposizione di esercitare il proprio legittimo diritto, ma per la maggioranza vi è la responsabilità di governare. Allora è evidente che se un Consigliere di opposizione si presenta in Commissione con 300 emendamenti, di cui forse uno di merito e tutti gli altri abrogativi di ogni singolo articolo, comma e lettera della legge, quel Consigliere ha esercitato un diritto legittimo di opposizione ma non c'era motivo per entrare nel merito. Abbiamo presentato la legge in Aula perché quando i tempi sono stati contingentati siamo entrati nel merito.
Non replico, ho fatto anch'io il Consigliere di opposizione, però rispetto all'amichettismo, la concezione padronale, il fatto che vogliamo nominare i nostri amici, eccetera, rammento che in questo momento sei degli 11 Direttori dell'ente erano Direttori o Vicedirettori nella Giunta Chiamparino, quindi ecco che cosa è stato il presunto amichettismo che la prima Giunta Cirio e la seconda avrebbero esercitato! Semplicemente, si tende a premiare le migliori competenze che ha l'ente. In termini di migliori competenze, penso che una norma come questa, che vuole rimuovere ostacoli rispetto a persone che da due anni e mezzo sono già all'interno dell'ente, ma che non possono neppure partecipare a un concorso per direttori ed essere valutati, sia sbagliato. Vi invito a leggere l'attuale comma 3 dell'articolo 22, quello che abbiamo riformulato in modo ancora più rafforzativo, ed è evidente che, al di là dell'esperienza, vanno valutate le competenze.
Nel mondo normale vengono valutati, nell'accesso al lavoro, due aspetti: i titoli e le competenze. Non l'anzianità: i titoli e le competenze.
L'anzianità non è più un requisito nel mondo del lavoro normale. Non è più un requisito, quindi credo che la legge tende a rendere quest'ente - non basta solo questo, ma è un pezzettino - un ente in cui la modalità di lavoro è più simile a quella di altre di realtà. Né di più, né di meno.
Vi devo dire la verità: ero convinto che questa norma passasse con la discussione in due o tre sedute di Commissione, ma la minoranza ha fatto una scelta legittima differente, per cui abbiamo impegnato molte sedute prima di Commissione e poi soprattutto d'Aula, per discutere di una singola modifica di un comma di una legge sul personale. Se l'opposizione ha ritenuto che una priorità fosse quella di bloccare il cosiddetto tentativo di gestione padronale dell'amministrazione, ha fatto bene a farlo, ma al tempo stesso hanno fatto bene la maggioranza e la Giunta regionale a ricordare che i provvedimenti di Giunta sono provvedimenti collegiali quindi non ci sono distingui. Ritengo - e il lavoro della maggioranza lo ha dimostrato - che sia stato un buon lavoro.
Mi permetto di ringraziarvi, anche se non abbiamo ancora concluso il lavoro, per il lavoro svolto e per la presenza. Un ringraziamento sentito agli Uffici, perché caricare 4.200 emendamenti e tabelle è un lavoro che dimostra come la flessibilità in questo ente e la dedizione sono utili.
Non mi congedo, perché rimarrò fino alla fine dell'approvazione della legge, ma credo sia utile, qualora lo vogliate (credo che il Presidente Ravello e il Vicepresidente della I Commissione siano disponibili), passare un po' del tempo che abbiamo dedicato fino a oggi, non tutto questo, per un ragionamento in I Commissione, in cui si discute di tutto. Ciò su cui alcuni colleghi hanno fatto una riflessione, sia di maggioranza sia di opposizione, sulla quale hanno ragione, è che oggi abbiamo affrontato un tassello.
Sono assolutamente disponibile, come ho già fatto prima dell'approvazione del PIAO, che avverrà nel mese di febbraio, a venire in I Commissione e illustrare in merito. Come diceva la collega Verzella, per esempio, il PIAO è composto da più di 200 pagine interessanti di documento di programmazione sulle politiche del personale, per cui sarà un'occasione per discutere di personale in tutte le sue forme, anche rispetto a quello che vuole essere un mandato di legislatura.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Procediamo con l'esame dell'articolato e degli emendamenti.
Possiamo riassumere i tempi, rispetto a quelli originali che residuano, se vi serve come indicazione: Fratelli d'Italia 109 minuti, Forza Italia 63 Lega Salvini 54, lista civica "Cirio Presidente" 45, Partito Democratico 46, Alleanza Verdi Sinistra 19,43, Gruppo Movimento 5 Stelle 8, Stati Uniti d'Europa 2.
ARTICOLO 01 Emendamento rubricato n. 3374) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
Emendamento rubricato n. 3411) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
L'emendamento rubricato n. 4005) presentato da Pentenero è inammissibile.
Ricordo che l'articolo 84, comma 9, prevede i casi in cui il Presidente ha la facoltà di negare l'accettazione di un emendamento, in particolare quelli privi di reale portata significativa.
Il concetto è che l'emendamento deve avere un contenuto normativo, cioè innovativo rispetto alla formulazione che intendono modificare sulla quale insistono.
Ho considerato privi di contenuto, come di prassi finora, gli emendamenti che utilizzano nuove parole utilizzando sinonimi. Ci sono emendamenti che propongono di indicare, al posto della parola "determinano", la parola "definiscono". Questo è chiaramente un emendamento privo di contenuto oppure, la parola "definiscono" è sostituita dalla parola "specificano".
Anche questa è una mera sostituzione tra due sinonimi; oppure "espletamento", sostituito da "compimento"; oppure "aver maturato un'esperienza professionale quinquennale" sostituito con "aver maturato cinque anni di esperienza professionale", quindi "quinquennale" al posto di "cinque anni".
Questi sono esempi di casi in cui ritengo gli emendamenti non ammissibili.
Questo è il primo. Ovviamente non lo rispiegherò ogni volta per tutti, per ovvi motivi di brevità.
Altri esempi: le parole "la disciplina", sostituiscono "la regola" e il resto è invariato, per cui non è ammissibile, in quanto privo di contenuto normativo.
Emendamento rubricato n. 4006) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
L'emendamento rubricato n. 4007), presentato da Pentenero, è inammissibile.
Ancora qualche esempio, poi non vi tedio più: invece di "la norma disciplina", "la norma governa" e il resto è invariato, quindi è inammissibile.
A questo punto, continuerei senza spiegare uno per uno, ricordo che comunque il motivo di inammissibilità è caricato negli atti, dove trovate l'emendamento relativo.
Gli emendamenti rubricati n. 4008), n. 4009) e n. 4010) della Consigliera Pentenero sono inammissibili.
Emendamento rubricato n. 4011) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Gli emendamenti rubricati n. 4012), n. 4013), n. 4014), n. 4015) e n. 4016) della Consigliera Pentenero sono inammissibili.
Emendamento rubricato n. 4017) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Gli emendamenti rubricati dal n. 4018) al n. 4036) della Consigliera Pentenero sono inammissibili.
Emendamento rubricato n. 4037) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
L'emendamento rubricato n. 4038) presentato dalla Consigliera Pentenero è inammissibile.
Emendamento rubricato n. 4039) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
Emendamento rubricato n. 4042) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4043) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4044) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4045) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Arriveremo, in realtà, fino all'emendamento n. 4058).
Chiedo se vuole illustrarne qualcuno.
PENTENERO Gianna
Un attimo.
Devo vederli uno per volta, non posso fare diversamente.
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Forse è meglio che li richiamo uno per volta.
Emendamento rubricato n. 4046) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4047) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4048) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4049) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4050) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4051) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero, per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Proseguiamo.
Emendamento rubricato n. 4052) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Grazie.
Emendamento rubricato n. 4053) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4054) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4055) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4056) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4057) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4058) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero, per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Gli emendamenti dal n. 4059) fino al n. 4103), sono tutti dichiarati inammissibili.
Emendamento rubricato n. 4104) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Gli emendamenti n. 4105), n. 4106) e n. 4107) sono dichiarati inammissibili.
Emendamento rubricato n. 4108) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Gli emendamenti n. 4109), n. 4110), n. 4111) e n. 4112) sono dichiarati inammissibili.
Emendamento rubricato n. 4113) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4114) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Gli emendamenti dal n. 4115) al n. 4120) sono dichiarati inammissibili.
Emendamento rubricato n. 4121) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4122) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Gli emendamenti dal n. 4123) al n. 4144) sono dichiarati inammissibili.
Emendamento rubricato n. 4145) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Lo do per illustrato.
PRESIDENTE
Proseguiamo.
Emendamento rubricato n. 4179) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) L'emendamento rubricato n. 4179) è inammissibile.
Emendamento rubricato n. 4180) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PENTENERO Gianna
Do per illustrato l'emendamento rubricato n. 4180).
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4181) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PENTENERO Gianna
Do per illustrato l'emendamento rubricato n. 4181).
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4182) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PENTENERO Gianna
Do per illustrato l'emendamento rubricato n. 4182).
PRESIDENTE
Sono inammissibili gli emendamenti rubricati dal n. 4183) al n. 4193).
Emendamento rubricato n. 3105) presentato da Ravinale (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) Emendamento rubricato n. 3412) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) Gli emendamenti rubricati n. 3105) e n. 3412) sono di identico contenuto.
La parola alla Consigliera Ravinale per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 3105).
RAVINALE Alice
Grazie, Presidente.
Intervengo per illustrare l'emendamento in oggetto, così come gli altri che ho presentato e anche per intervenire sull'inammissibilità e poi, esaurito questo intervento, dichiarerò di dare per illustrati tutti gli altri emendamenti a mia firma.
Intanto sull'inammissibilità. Avevo depositato, tra gli altri, una serie di emendamenti che modificavano la norma, rendendola più rispondente alla realtà dal punto di vista del linguaggio di genere. Nella norma del 2008 le figure erano tutte identificate soltanto al maschile e ritengo che i tempi siano maturi per identificarle al femminile: direttore e direttrice e il Presidente e la Presidente. Visto anche che noi abbiamo una Vicepresidente del Consiglio regionale che addirittura a mezzo social si chiede come mai non usiamo la parola "pediatro", "dentisto" o "camionisto" per deridere chi fa della battaglia dell'inclusività del linguaggio una battaglia cruciale quale è. Gli emendamenti sono stati ritenuti inammissibili perché non vanno a modificare a livello normativo nulla.
Faccio solo sommessamente presente che la stragrande maggioranza degli articoli su cui oggi stiamo ragionando, quelli del disegno di legge 51 fanno esattamente la stessa cosa. Perché all'articolo 1, lettera b, comma 2, le parole "posizioni organizzative non dirigenziali" sono sostituite dalle parole "elevata qualificazione". Ho capito che si chiamano così, ma anche la direttrice si chiama direttrice e non direttore, quindi delle due l'una: o è tutto drafting e nel drafting non si passa per la modifica normativa, oppure i miei 60 emendamenti in cui mi ero prodigata per rendere inclusiva la normativa dal punto di vista dell'identificazione corretta del genere delle figure professionali, esattamente come le posizioni di elevata qualificazione si chiamano così, la direttrice e la presidente si chiamano così.
Fermo restando che poi andrà fatto un lavoro, chiedo che nelle prossime norme, laddove ce ne fosse bisogno, venga usato possibilmente un linguaggio neutro che è sempre la soluzione migliore, altrimenti chiedo un linguaggio che tenga in considerazione il genere femminile quando viene contrapposto al genere maschile. Però rilevo che, Assessore, anche le posizioni femminili si chiamano nel loro modo. Quindi non riesco tanto a cogliere il motivo per cui quegli emendamenti siano stati dichiarati inammissibili solo perché sono su un provvedimento che, come l'Assessore ci ha detto alla prima seduta di Commissione, aveva proprio l'intento di sistemare, nella stragrande maggioranza dell'articolato, il testo, rendendolo coerente con quello che è il nome delle cose: sappiamo che i nomi hanno un loro peso e quindi ci tenevo a fare questa premessa.
Dopodiché abbiamo depositato una serie di emendamenti di merito.
Emendamenti di merito che, in gran parte, sono stati già esplicitati nella discussione generale nell'intervento che ho fatto prima. Faccio soltanto presente alcune altre piccole misure sulle quali abbiamo provato a dare degli input alla Giunta.
La prima riguarda l'articolo 3, cioè quello che porta modifiche all'articolo 17 che prevede la delega di funzioni. In questo caso noi avevamo chiesto, per rendere maggiormente equo questo conferimento di delega che, laddove le deleghe ai sensi della legge nazionale vigente vengano conferite, vengano considerati anche dei riconoscimenti economici per le persone che si trovano a svolgere compiti ulteriori rispetto a quelli previsti, e anche che quei periodi di tempo vengano valorizzati ai fini dell'esperienza, sempre che non si vada verso la rimozione del requisito temporale di esperienza per l'accesso a posizioni successive.
Le altre sono modifiche di cui abbiamo già discusso.
Faccio ancora presente una modifica che avevamo proposto, già oggetto di discussione in Commissione, sulla possibilità di prorogare la validità delle graduatorie. Sappiamo che il tema è di rango nazionale, però la Corte costituzionale e il Consiglio di Stato si sono più volte espressi sul fatto che le graduatorie a scadenza, soprattutto con la scadenza biennale, oggi prevista, siano inefficienti proprio dal punto di vista dell'organizzazione della macchina pubblica.
Poiché di recente sono scadute graduatorie che avrebbero consentito di avere ulteriore personale (tra l'altro, con un comma scritto abbastanza in punta di diritto, quindi nel rispetto delle vigenti normative, al fine di efficientare il processo di selezione e assunzione), l'indicazione di un principio generale per cui le graduatorie di concorso regionale possano avere una vigenza fino allo scorrimento definitivo della graduatoria ci sembrava un principio, laddove si aprirà la discussione accennata poco fa dall'Assessore Vignale, opportuno da portare avanti.
C'è poi una serie di emendamenti, di cui in parte ho già detto nel mio precedente intervento, relativi all'ampliamento delle possibilità di forme di lavoro agile che consentano una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e di misure di welfare aziendale per i dipendenti.
Da ultimo, anche sul processo valutativo possono essere fatte ulteriori riflessioni. Mi fa piacere che l'Assessore si dimostri aperto a dedicare parte del tempo del Consiglio a ragionare di questi temi, perché sarebbe positivo introdurre, come già esiste in sistemi anglosassoni, di cui la cultura aziendalista mi pare essere alla base dell'intervento del collega Ravello (prima lo ha detto esplicitamente), valutazioni incrociate, quindi non soltanto valutazioni top-down, ma anche bottom-up. Ciò consentirebbe di avere, da parte di tutta la macchina organizzativa, la tecnica e la possibilità di valutare, non tanto le singole persone, ma la positività complessiva dell'ambiente di lavoro, anche dal punto di vista organizzativo. Per fare questo, però, occorre, non soltanto che chi sta sopra giudichi chi sta sotto, ma anche acquisire in maniera più strutturata il parere degli Uffici nel loro nel loro complesso.
Anche questo potrebbe essere oggetto di ragionamento.
Non è necessario spendere ulteriore tempo su emendamenti, anche quei pochi di merito che abbiamo depositato, salvo quelli sul linguaggio inclusivo, su cui personalmente soffro nel non vederli accolti. Ne prendo atto e passeremo a un'altra via, perché essendo un tema di drafting riusciremo a trovare il modo per inserire anche i termini "la Direttrice" o "la Presidente" nella legge, rendendola al passo, finalmente, con la mutata sensibilità, con buona pace della Vicepresidente Chiorino.
Non perdo ulteriore tempo, ma mi auguro che gli spunti che abbiamo cercato di dare con questi emendamenti di merito possano essere oggetto di una discussione che davvero impegni il Consiglio. L'impegno che oggi l'Assessore e il Consiglio si prendono è un impegno che verificheremo nella sua concretezza e serietà, visto che si va nella direzione di approvare la norma così come è stata prevista, ma con un'apertura a oggi flatus voci.
Ci auguriamo che questo faccia parte di quella che potrà essere la nostra vera discussione, per fare in modo che, in Regione Piemonte, le migliaia di dipendenti possano lavorare sempre meglio, che davvero ci sia un'attrattività e anche, ribadisco, un riconoscimento delle molteplici e ottime professionalità che lavorano al servizio di tutte noi e di tutti noi, come cittadini piemontesi, da cui sappiamo che passa davvero la buona amministrazione del nostro territorio.
Confido che questo sia davvero parte di ciò che ci aspetta per il 2025.
Concludo, Presidente, come dicevo in apertura, dando per illustrati tutti i miei emendamenti e confido che, a breve, potremmo capire come faremo a inserire le figure femminili all'interno della norma.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera.
Relativamente alle figure professionali femminili, sull'articolo 0.1 non insistono emendamenti, magari saranno sull'articolo 0.2.
Emendamento rubricato n. 4208) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.
PENTENERO Gianna
Grazie, Presidente.
Con l'emendamento, come con altri che citerò a titolo di esempio, abbiamo cercato di apporre dei miglioramenti al disegno di legge 51 nella sua complessità, per dare un valore più di carattere organizzativo e più di carattere strutturale, rispetto alla riorganizzazione delle strutture in Regione Piemonte.
Su questo tema non ci siamo riusciti, così come vogliamo farlo attraverso gli ordini del giorno che saranno presentati e illustrati prossimamente dai colleghi.
Con gli emendamenti che citerò a titolo di esempio (magari sbaglierò il numero, perché il numero con cui sono stati rubricati corrispondeva a quello di ieri, quindi magari oggi non corrisponde più a quello attuale) vogliamo sottolineare tre aspetti.
Primo, non comprendiamo perché l'articolo 6 sia stato scritto nelle modalità con le quali ora cercherò di evidenziarne la non consistenza.
Intanto, viene modificato l'articolo 4 della legge 23 del 2008 che, come ho detto prima, è una legge approvata nel 2008 e ha avuto la sua efficacia per oltre dieci anni, quindi probabilmente era una legge buona. Oggi si sente l'esigenza di modificarla e non se ne comprende la ragione, come non si comprende perché all'articolo 6 comma 2 (e questo l'abbiamo evidenziato attraverso un blocco di emendamenti ad esso collegati) si voglia eliminare la scrittura dell'articolo 3 della legge regionale: "Gli incarichi di settore regionale di responsabile del settore di struttura temporanea e di progetto possono essere conferiti per specifiche esigenze di interesse pubblico a persone esterne all'Amministrazione regionale di particolare e comprovata qualificazione professionale non rinvenibile nel ruolo dell'Amministrazione stessa entro il limite del 10% della dotazione organica dirigenziale". Si propone di sopprimerlo, facendo riferimento all'attuale articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 165.
Non comprendiamo per quale motivo si voglia rinunciare a quella che è un'attività legislativa e di normazione che la Regione può esercitare e si faccia semplicemente riferimento alla norma nazionale. Probabilmente questo disegno di legge, come è già stato detto, non è esattamente un disegno di legge, ma un insieme di articoli che tentano di introdurre dei concetti anche se, in verità, non fanno altro che eliminare due questioni: la prima legata agli anni di esperienza necessari per ricoprire un incarico dirigenziale, quindi di direttore; la seconda è l'eliminazione della percentuale di dirigenti ammessi dall'esterno, facendo riferimento alla norma nazionale.
Francamente, è poco comprensibile.
Non c'è nessun altro articolo di contesto che tenga in considerazione una riorganizzazione vera e propria. Sappiamo che c'è l'intendimento di aumentare le strutture, ma non compare da nessuna parte.
Perlomeno, queste sono fonti che non possiamo di certo ritenere fonti ufficiali; quindi, fonti informali dicono che la Regione intenda riorganizzare anche le direzioni, ma non si comprende per quale motivo all'interno del disegno di legge non siano state evidenziate.
Con l'emendamento n. 2998), relativo all'articolo n. 6 e che rappresenta un insieme di emendamenti che sono stati presentati in questa direzione, ci si interroga appunto su quanto è compreso rispetto all'articolo 6.
Anche per un carattere di economicità rispetto all'organizzazione stessa sapendo anche, peraltro, che pare essere ricompreso nella legge di stabilità, anzi, fonti certe affermano che è compreso nella legge di stabilità, oltre l'articolo n. 10 del disegno di legge n. 51, vorremmo inserire un ulteriore emendamento che prevede la proroga delle graduatorie dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato che nell'annualità 2024, sono già scadute o che stanno per scadere e che afferiscono sia al ruolo della Regione, che a quello del Consiglio.
Credo che questo potrebbe essere un elemento di utilità per la Regione nella sua complessità, poiché sappiamo bene quanto costi e quanto sia oneroso per la Regione stessa avviare nuovi concorsi; quindi, poter utilizzare le selezioni che sono già state svolte credo sia un'opportunità della quale coglierne il valore, soprattutto a fronte del fatto che, in questo caso, nella norma nazionale di riferimento importante, la legge di stabilità, sappiamo che probabilmente comparirà la norma di riferimento.
Un ultimo blocco di emendamenti, così come ho detto prima, riguarda l'articolo n. 4, quello che eliminerebbe requisito relativo ai cinque anni di esperienza maturati come responsabilità dirigenziale.
All'articolo 4, appunto, il disegno di legge proposto introduce l'eliminazione dell'esperienza che oggi è prevista dalla legge n. 23 azzerando questo titolo che permetteva una selezione e una valutazione rispetto alle competenze acquisite nel periodo trascorso all'interno della Regione o che, da dirigente, si è maturato all'esterno della struttura regionale stessa; un'anzianità di servizio che rappresenta un indicatore chiave rispetto alla professionalità e alle competenze che il dirigente stesso ha acquisito all'interno dell'organizzazione regionale.
Ora, anche questo ci pare incomprensibile.
Più volte abbiamo detto che, probabilmente, possono essere messe in atto delle norme di valutazione che permettano di identificare un tempo diverso ma su questo non abbiamo trovato nessun tipo di accordo e nessun tipo di ragionamento comune che ci portasse a identificare un tempo sostenibile.
Riteniamo che azzerare completamente la conoscenza della macchina regionale sia davvero un'azione non utile, non costruttiva per l'ente stesso.
L'anzianità di servizio e, quindi, la conoscenza della macchina stessa ci sembra possa rappresentare una garanzia di maggiore professionalità, di maggiore competenza e di maggiore conoscenza della macchina regionale.
Dicevo che alle tre tipologie di emendamenti ne aggiungerei una quarta.
Questi sono volti a inserire elementi all'interno del disegno di legge volti a qualificare e a introdurre il welfare aziendale.
Riteniamo che elementi come l'assicurazione, i nidi aziendali e la possibilità di uno smart working regolato in modo diverso siano elementi che possano interessare i dipendenti della nostra Regione e che possano migliorare la qualità delle loro azioni.
Ho cercato di riassumere i tre blocchi di emendamenti che noi abbiamo presentato, che sono emendamenti di sostanza, oltre ad aver sottoscritto quelli che la Capogruppo Ravinale ha illustrato un attimo fa e che probabilmente, saranno illustrati anche dagli altri Capigruppo di minoranza. Emendamenti che sono volti a migliorare un disegno di legge che di disegno di legge, mi perdoni Assessore, ha ben poco, ma risulta essere un articolato in cui introduciamo le norme che il nuovo contratto nazionale ha introdotto, cioè l'elevata qualificazione, cioè l'eliminazione di quella poca normazione che esisteva all'interno degli articoli citati e che invece, trovavano un quadro compiuto all'interno della legge n. 23 del 2008.
I tre blocchi che noi abbiamo presentato sono azioni volte a cercare di migliorarne l'impatto e migliorarne l'azione amministrativa del testo di legge stesso. Mi auguro che da questo punto di vista ci sia una comprensione della necessità di arrivare almeno all'approvazione di qualche emendamento, soprattutto sui temi legati al welfare e legati all'introduzione di elementi che possono migliorare la qualità della vita dei nostri lavoratori, volti al benessere dei lavoratori stessi, che sappiamo essere un determinante importante per migliorarne l'efficacia dell'azione e dell'attività nell'ente stesso.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliera Pentenero.
(Il Presidente Nicco enumera i successivi emendamenti che insistono sull'articolo 0.1 della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula e relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti rubricati dal n. 4212) al n.
4235), il n. 4240) e dal n. 4242) al n. 4249).
La Consigliera Pentenero dà per illustrati tutti i suoi emendamenti.
Sono terminati gli emendamenti che insistono sull'articolo 0.1.
Chiedo all'Assessore Vignale il parere sugli emendamenti ammissibili prego.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Il parere sugli emendamenti è negativo, ma non per una questione di completa chiusura rispetto ad alcune proposte dell'opposizione.
Posso fare alcuni esempi. La proposta sulle graduatorie non è ammissibile perché rischierebbe di essere impugnata. Sappiamo che esiste una legge dello Stato che dovrebbe andare in tal senso e quindi ne attendiamo l'approvazione, per cui intendiamo respingere gli emendamenti, ma con lo stesso ragionamento che abbiamo fatto prima, cioè quello di aprire invece in Commissione, e se servirà anche in Aula, dei ragionamenti rispetto a una serie di aspetti che sono stati precedentemente illustrati dai colleghi.
Per esempio, quando la Consigliera Ravinale faceva riferimento che a un'attribuzione dirigenziale debba essere corrisposto anche un valore economico rispetto a una funzione aggiuntiva che un dipendente svolge, è un pensiero che condividiamo ma, di nuovo, non è oggetto di modifica normativa.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Passiamo alla votazione degli emendamenti. Mi segnalano che il Consigliere Salizzoni ha qualche problema informatico.
Nel frattempo ricordo che, come concordato con la Conferenza dei Capigruppo, il termine per la votazione non sarà di un minuto, ma di 30 secondi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3374), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.
DISABATO Sarah
Solo perché mi pare di vedere una votazione un po' ambigua nel lato sinistro dell'emiciclo, nel senso che credo di non aver visto presente il Consigliere Segretario Carosso.
Lo vedo arrivare adesso, però.
PRESIDENTE
Comunque mi pare che il numero legale sia ampiamente garantito.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3411), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Mi pare che ci siano delle osservazioni sulla votazione.
Prego, Consigliera Pentenero.
PENTENERO Gianna
Presidente, non si può lasciare nel dubbio una votazione di questa natura, anche perché creiamo un precedente che non andrebbe bene.
Se possiamo sospendere due minuti, forse sarebbe opportuno.
PRESIDENTE
Acquisiamo intanto agli atti il parere favorevole della Consigliera Conticelli e della Consigliera Nallo.
Nel frattempo, chiedo agli Uffici di fare le verifiche del caso.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4006), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Comunico che ho ricevuto la foto che riproduce l'esatto momento della votazione e da essa risulta che il Consigliere Segretario Carosso era presente. Pertanto, le verifiche sono state fatte.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4011), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4017), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4037), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4039), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Essendo stato respinto l'emendamento rubricato n. 4039), automaticamente decadono gli emendamenti rubricati n. 4040), 4041), 4042), 4043), 4044) 4045) e 4046).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4047), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Essendo stato respinto l'emendamento rubricato n. 4047), decade l'emendamento rubricato n. 4048).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4049), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Essendo stato respinto l'emendamento rubricato n. 4049), decadono gli emendamenti rubricati n. 4050) e 4051).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4052), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4053), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Poiché l'emendamento n. 4053) è stato respinto, gli emendamenti n. 4054) e n. 4055) decadono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4056), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4057), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Poiché l'emendamento n. 4057) è stato respinto, l'emendamento n. 4058) decade.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4104), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4108), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4113), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4114), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4121), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4122), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4145), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4180), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4182), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4181), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3105), identico all'emendamento rubricato n. 3412), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4206), identico all'emendamento rubricato n. 4207), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4208), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4209), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4210), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4211), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4236), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4237), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4238), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4239), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4241), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Abbiamo così concluso l'esame degli emendamenti sull'articolo 01.
ARTICOLO 02
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 0.2 della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula e relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Sono inammissibili gli emendamenti, a prima firma Ravinale, rubricati n.
3131), n. 3005), identico al n. 3132), n. 3288), n. 3289), n. 3133 e n.
3134), identico al n. 3287).
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 0.2 della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula e relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
(Il Presidente Nicco comunica che gli emendamenti rubricati dal n. 3710)
PRESIDENTE
n. 3751), che insistono sull'articolo 0.2 della proposta di legge n. 51 come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula e relativa alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024, sono decaduti)
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3375), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
La Consigliera Disabato intende dare la stessa votazione per tutti i suoi emendamenti.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3413), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3064), identico all'emendamento rubricato n. 3417), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Chiedo alla Consigliera Pentenero se possiamo dare la stessa votazione agli altri emendamenti.
Mi fa cenno di sì.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3065), identico all'emendamento rubricato n. 3418), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3006), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3066), identico all'emendamento rubricato n. 3419), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3007), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3067), identico all'emendamento rubricato n. 3420), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3008), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3009), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3068), identico all'emendamento rubricato n. 3421), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3010), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3017), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3018), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3069), identico all'emendamento rubricato n. 3422), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), identico all'emendamento rubricato n. 21), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3011), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3070), identico all'emendamento rubricato n. 3423), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3004), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 51), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 52), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 53), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3071), identico all'emendamento rubricato n. 3424), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3014), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3012), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3013), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3072), identico all'emendamento rubricato n. 3425), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3016), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3015), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3073), identico all'emendamento rubricato n. 3426), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Decadono tutti gli emendamenti aggiuntivi presentati dalla Consigliera Ravinale, dal n. 3710) al n. 3751).
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3106), identico all'emendamento rubricato n. 3414), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3107), identico all'emendamento rubricato n. 3415), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3134), identico all'emendamento rubricato n. 3287), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3108), identico all'emendamento rubricato n. 3416), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Abbiamo terminato l'esame degli emendamenti relativi all'articolo 02.
PRESIDENTE
ARTICOLO 1
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 2991) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3374) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3363) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4250) presentato dalla Giunta regionale (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Gli emendamenti rubricati n. 2991), n. 3374), n. 3363) e n. 4250) sono di identico contenuto.
Gli emendamenti vengono dati tutti per illustrati.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3376) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.
DISABATO Sarah
Volevo chiedere, quando ci sono gli emendamenti di Giunta, se ci confermate se sono soppressivi o solo di commi o di articoli, perché dobbiamo capire come cambia il testo.
PRESIDENTE
Gli emendamenti sono interamente abrogativi, ma lo facciamo dire all'Assessore, che è più autorevole.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
Vi sono alcuni emendamenti presentati relativamente a quegli articoli che ricordava anche la collega Conticelli, che sono di carattere semantico.
L'articolo 1, l'articolo 2 e l'articolo 3 riguardano sì l'aspetto della delega, ma ciò che veniva modificato sono le parole "titolare di incarico di elevata qualificazione", perché questo è un articolo vigente nella legge n. 23.
Gli articoli 7 e 8 sono quelli che sostanzialmente andavano a recepire le modifiche contrattuali.
PRESIDENTE
Chiedo solo un attimo di sospensione per raccapezzarmi meglio.
(Il Presidente Nicco enumera i successivi emendamenti che insistono sull'articolo 1 della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Sono inammissibili gli emendamenti rubricati n. 24), n. 25), n. 26), n.
27), n. 28), n. 29), n. 30), n. 31), n. 3285), n. 3135), n. 3761), n.
3895).
Possiamo procedere con le votazioni.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2991), identico al n. 3374), al n. 3363) e al n. 4250).
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
PRESIDENTE
Essendo stato abrogato l'articolo 1, decadono tutti gli emendamenti successivi.
Prima di procedere con le altre votazioni, colgo l'occasione per ringraziare gli Uffici per lo straordinario lavoro svolto in questi giorni: 4.000 mila e rotti emendamenti esaminati a uno a uno. Grazie, veramente.
PRESIDENTE
ARTICOLO 1 bis
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 1 bis della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20 12-2024)
PRESIDENTE
Gli emendamenti rubricati n. 3136), identico al n. 3284), è inammissibile.
Prima di procedere con le votazioni, sospendiamo i lavori per cinque minuti, per risolvere un problema tecnico sul computer del Presidente.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle 18.20, riprende alle 18.33)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Passiamo alla votazione degli emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3377), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Mettiamo a verbale il voto favorevole della Consigliera Pentenero che, per motivi tecnici, non ha potuto partecipare alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3437), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3082), identico all'emendamento rubricato n. 3438), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3083), identico all'emendamento rubricato n. 3439), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3084), identico all'emendamento rubricato n. 3440), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3085), identico all'emendamento rubricato n. 3441), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3086), identico all'emendamento rubricato n. 3442), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3087), identico all'emendamento rubricato n. 3443), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3088), identico all'emendamento rubricato n. 3444), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3089), identico all'emendamento rubricato n. 3445), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3090), identico all'emendamento rubricato n. 3446), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3290), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3447), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'emendamento rubricato n. 3136), identico all'emendamento rubricato n.
3284), è inammissibile.
Abbiamo così terminato l'articolo 1 bis.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 2992) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) Emendamento rubricato n. 3364) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti) Emendamento rubricato n. 4251) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo conservato agli atti) Tali emendamenti sono di identico contenuto.
Essendo l'emendamento n. 4251) della Giunta, chiedo all'Assessore Vignale se intende illustrarlo.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Come quello precedente, abroga l'articolo 2 e quindi la Giunta esprime avendolo presentato, parere favorevole.
PRESIDENTE
Sull'articolo 2 insistono numerosi emendamenti.
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 2 della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20 12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sono dati per illustrati dai proponenti.
Passiamo alla votazione degli emendamenti all'articolo 2.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2992), identico all'emendamento rubricato n. 3364) e identico all'emendamento rubricato n.
4251), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
PRESIDENTE
Essendo stato accolto l'emendamento n. 2992), tutti gli altri emendamenti sull'articolo 2 decadono.
PRESIDENTE
ARTICOLO 2 bis
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3378) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3448) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3449) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 42) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3450) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3451) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3104) presentato da Ravinale.
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3452) presentato da Disabato.
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Gli emendamenti rubricati n. 3140) e n. 3452) sono di identico contenuto e vengono dati per illustrati dalle proponenti.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3453) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dalla proponente.
Non essendoci altri emendamenti, procediamo con le votazioni.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3378), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3448), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3449), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3450), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3451), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 42), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3452), identico al n. 3104), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
ARTICOLO 2 ter
PRESIDENTE
Sull'articolo 2 ter insistono due emendamenti.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3379) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dal proponente.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 43) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dal proponente.
Procediamo con le votazioni.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3379), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
ARTICOLO 2 quater
PRESIDENTE
Sull'articolo 2 quater insistono vari emendamenti.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3380) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dal proponente.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3454) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento viene dato per illustrato dal proponente.
Gli emendamenti rubricati n. 3280), 3149) e 3150) sono inammissibili.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3112) presentato da Ravinale (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3445) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Gli emendamenti rubricati n. 3112) e n. 3445) sono di identico contenuto e vengono dati per illustrati dai proponenti.
Gli emendamenti rubricati n. 3281), 3151), 3148) e 3279) sono inammissibili.
Possiamo procedere con le votazioni.
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 2 quater sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 2 quinquies
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 2 quinquies della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula e relativa alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 2 quinquies sono dati per illustrati.
Gli emendamenti rubricati n. 3278), n. 3277) e n. 3276) sono inammissibili.
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 2 quinquies sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 2 sexies
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 2 sexies della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula e relativa alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 2 sexies sono dati per illustrati.
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti n. 45), n. 59), n. 58), n.
3275), n. 44) e n. 3274).
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 2 sexies sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 2 septies
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 2 septies della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula e relativa alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 2 septies sono dati per illustrati.
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti n. 47), n. 46), n. 3273) e n.
67).
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 2 septies sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 2 octies
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 2 octies della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula e relativa alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 2 octies sono dati per illustrati.
È dichiarato inammissibile l'emendamento n. 3272).
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 2 octies sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 2 novies
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 2 novies della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula e relativa alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 2 novies sono dati per illustrati.
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti n. 68) e n. 3271).
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 2 novies sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 2 decies
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 2 decies della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula e relativa alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 2 decies sono dati per illustrati.
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti n. 3266), n. 3147), n. 65) n. 3270) e n. 3146).
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 2 decies sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 2 undecies
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 2 undecies della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula e relativa alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 2 undecies sono dati per illustrati.
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti n. 3264), n. 3265), n. 3267) e n. 3268).
Poiché la serie degli emendamenti su tale articolo inizia con un emendamento del quale, per la prima volta, la Consigliera Cera è la prima firmataria, bisogna metterlo formalmente al voto.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3157), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 2 undecies sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 2 duodecies
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 2 duodecies della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 2 duodecies sono dati per illustrati.
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti n. 3334), n. 3335), n. 3167) n. 3336), n. 3337), n. 3338), n. 3339) e n. 3340).
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 2 duodecies sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
Gli Uffici mi chiedono una breve pausa per consentire loro di riordinare un po' le carte, perché sono veramente molte.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 18.49, riprende alle ore 18.51)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Ripartiamo con un articolo meno difficile da pronunciare, il n. 3.
ARTICOLO 3
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti presentati dalle Consigliere Cera, Ravinale, Disabato e Nallo che insistono sull'articolo 3 della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 2993) presentato da Pentenero (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3365) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4252) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Gli emendamenti n. 2993), n. 3365) e n. 4252) sono di identico contenuto.
Tutti gli emendamenti sull'articolo 3 sono dati per illustrati.
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti n. 3260), n. 3261), n. 3263) n. 3262) e n. 3259).
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2993).
Il Consiglio approva.
PRESIDENTE
Dichiaro decaduti tutti gli emendamenti successivi sull'articolo 3.
PRESIDENTE
ARTICOLO 3 bis
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti presentati dalle Consigliere Disabato, Cera, Ravinale e Pentenero che insistono sull'articolo 3 bis della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20 12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 3 bis sono dati per illustrati.
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti n. 3256), n. 3257), n. 3341) n. 3342), n. 3258) e n. 3343).
Le Consigliere chiedono di dare la stessa votazione degli emendamenti precedenti.
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 3 bis sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 3 ter
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3389) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3208) presentato da Cera (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3480) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Gli emendamenti rubricati n. 3208) e n. 3480) sono di identico contenuto.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3209) presentato da Cera (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3481) presentato da Disabato (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Gli emendamenti rubricati n. 3209) e n. 3481) sono di identico contenuto.
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3210) presentato da Cera (prima firmataria).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 3 ter sono dati per illustrati dalle proponenti.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3389), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3208), identico all'emendamento rubricato n. 3480), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3209), identico all'emendamento rubricato n. 3481), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3210), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
PRESIDENTE
ARTICOLO 3 quater
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 3 quater della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 3 quater sono dati per illustrati.
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti n. 3322), n. 3347), n. 3349) n. 3350), n. 3351), n. 3352), n. 3353) e n. 3321).
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 3 quater sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 3 quinquies
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 3 quinquies della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20-12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 3 quinquies sono dati per illustrati.
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti dal n. 3354) al n. 3362).
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 3 quater sono stati posti in votazione e respinti , come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 4
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 4 della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20 12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 4 sono dati per illustrati.
È dichiarato inammissibile l'emendamento n. 3320).
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 4253) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
L'emendamento n. 4253) della Giunta è interamente sostitutivo, quindi penso che ci sarà un'illustrazione dell'Assessore.
Prego, Assessore Vignale.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Grazie, Presidente.
È interamente sostitutivo, perché riprende, come all'articolo 4 precedente il taglio dei cinque anni ma, come potete vedere, nel comma 3 è inserito un rafforzamento rispetto alla modalità di conferimento relativamente alle attitudini, capacità professionali dei singoli e delle singole persone che concorrono.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Prego, Consigliera Disabato.
DISABATO Sarah
Chiedo all'Assessore Vignale se può leggere l'esatta formulazione dell'emendamento.
PRESIDENTE
Prego, Assessore Vignale.
VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale
Vi leggo il comma 2, dove vi sono le parti modificate.
"Gli incarichi per le strutture di cui all'articolo 10 sono conferiti ai dirigenti regionali in possesso del diploma di laurea, secondo il vecchio ordinamento e dell'area specialistica secondo il nuovo ordinamento", quindi vengono meno i cinque anni. "Ai fini del conferimento di ciascun incarico di funzione dirigenziale si tiene conto, in relazione alla natura e alle caratteristiche degli obiettivi prefissati, alla complessità della struttura interessata, delle attitudini e delle capacità professionali del singolo dirigente, dei risultati conseguiti in precedenza nell'amministrazione di appartenenza e della relativa valutazione nonch delle specifiche competenze organizzative possedute".
I commi 1, 4 e 5 sono in realtà immutati rispetto alla legge vigente.
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2296), identico all'emendamento rubricato n. 3028) e all'emendamento rubricato n. 3366) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Testo conservato agli atti) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3392), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Testo conservato agli atti) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4253).
Il Consiglio approva.
(Testo conservato agli atti) Essendo stato approvato l'emendamento rubricato n. 4253), decadono tutti gli emendamenti successivi sull'articolo 4.
ARTICOLO 5
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 5 della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20 12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 5 sono dati per illustrati.
È dichiarato inammissibile l'emendamento n. 3319).
PRESIDENTE
Emendamento rubricato n. 3152) presentato da Riva Vercellotti (primo firmatario).
(Testo conservato agli atti)
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Riva Vercellotti per l'illustrazione.
RIVA VERCELLOTTI Carlo
Grazie, Presidente.
L'emendamento, che ho già presentato in Commissione, riprende pari pari il dispositivo della legge 165/2001 e sostituisce l'articolo 5 del DDL 51 precisando meglio il limite previsto dal comma 6 dell'articolo 19 della 165, il famoso 10% della dotazione organica dei dirigenti, che vale distintamente sia per gli incarichi esterni sia per gli incarichi dirigenziali a tempo determinato ai dipendenti della Regione Piemonte.
È solo una precisazione.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Riva Vercellotti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2997), identico al n. 3367), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3152), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Il Consiglio approva.
A seguito della votazione dell'emendamento rubricato n. 3152), i restanti emendamenti sono decaduti.
Si sono fatte le ore 19. Chiedo se procedere oppure no.
(Commenti fuori microfono)
PRESIDENTE
Propongo di chiudere con l'esame dell'articolo 5 bis, che è abbastanza breve.
ARTICOLO 5 bis
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 5 bis della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20 12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 5 bis sono dati per illustrati.
È dichiarato inammissibile l'emendamenti dal n. 3393).
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 5 bis sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del19-12-2024)
PRESIDENTE
ARTICOLO 6
(Il Presidente Nicco enumera gli emendamenti che insistono sull'articolo 6 della proposta di legge n. 51, come da apposita tabella riportata nel Supporto alle sedute d'Aula relativo alla seduta di Consiglio n. 19 del 20 12-2024)
PRESIDENTE
Tutti gli emendamenti sull'articolo 6 sono dati per illustrati.
Sono dichiarati inammissibili gli emendamenti dal n. 3501), n. 3318) e n.
3843).
(Tutti gli emendamenti presentati relativamente all'articolo 6 sono stati posti in votazione e respinti, come riportato dal Processo verbale inerente alla seduta di Consiglio n. 18 del 19-12-2024)
PRESIDENTE
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
PRESIDENTE
Propongo di chiudere qui la serata, se siamo tutti d'accordo.
Aspetto un cenno dai Capigruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.
RIVA VERCELLOTTI Carlo
Presidente, volevo chiedere una sospensione di due minuti per fare il punto con i colleghi Capigruppo.
PRESIDENTE
Va bene.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 19.09, riprende alle ore 19.13)
PRESIDENTE
La seduta riprende.
Mi pare che ci sia un accordo per sospendere i lavori d'Aula e riprenderli domani mattina.
La seduta è tolta.
(La seduta termina alle ore 19.13)