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Dettaglio seduta n.14 del 04/12/24 - Legislatura n. XII - Sedute dal 8 giugno 2024

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO



(La seduta inizia alle ore 11.42)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Cirio e Carosso.
Il numero legale è 25.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Se siamo d'accordo, chiedo di modificare l'o.d.g. e di inserire, dopo il punto 2) relativo alle nomine, il punto 12) proposta di deliberazione n. 16 "Aggiornamento del Piano di qualità dell'aria" e, a seguire, i punti già iscritti all'o.d.g.
Relativamente al punto 2) "Nomine", chiedo di limitarci alla votazione dei soli nominativi dei Consiglieri regionali che sono pervenute da parte dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
Infine, volevo chiedere se era possibile concludere i lavori pomeridiani alle ore 17.00 per fare la Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Gianna

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti.
Volevo intervenire sull'ordine dei lavori. Si ha un po' la sensazione che le Conferenze dei Capigruppo non servano a nulla; gli accordi presi in Conferenza dei Capigruppo prevedevano, oltre a ciò che ha detto il Consigliere Riva Vercellotti, anche l'inserimento degli ordini del giorno collegati al Consiglio regionale aperto sulla Polizia penitenziaria che abbiamo fatto, se non ricordo male, quattro settimane fa.
Quegli ordini del giorno non sono stati inseriti, sono stati inseriti certamente quelli che avevamo previsto per ogni gruppo, ma non i principali, quelli legati al Consiglio regionale aperto, promosso peraltro, dalla maggioranza e per la quale avevamo chiesto di discutere in merito agli ordini del giorno.
Vale ciò che è stato affermato dal Consigliere Riva Vercellotti, cioè che per le nomine avevamo definito di fare soltanto quelle legate alla presenza dei Consiglieri nelle singole Commissioni e avevamo pensato - lo dico nell'interesse della maggioranza, quindi potrei anche evitarlo - di mettere il Piano dell'aria come primo punto all'o.d.g. e poi il tema degli ordini del giorno. Tutto questo nell'o.d.g. presentato non compare, ma compare una situazione un po' diversa, direi molto diversa rispetto a quella che avevamo concordato.
Va benissimo interrompere i lavori d'Aula per convocare una Conferenza dei Capigruppo, tuttavia chiederei che quello che viene concordato nella Conferenza dei Capigruppo sia rispettato con maggiore fedeltà e maggiore attenzione rispetto a quello che viene discusso, altrimenti si sente un po' l'inutilità della Conferenza dei Capigruppo e francamente credo non sia corretto per l'articolazione dei lavori all'interno di quest'Aula.
Dobbiamo dare maggiore attenzione rispetto a quanto viene concordato e a quanto viene deciso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
Credo di essere stato chiamato in causa, quindi do alcune risposte.
Relativamente alle nomine, essendo già evase dalla Commissione ed essendo scadute, ho l'obbligo di metterle all'o.d.g., altrimenti farei un'omissione io perché, essendo nomine scadute, devo dare la possibilità al Consiglio regionale di metterle ai voti. Il Consiglio regionale è sovrano se, come ha proposto il Consigliere Riva Vercellotti e come lei ha ricordato, è stato stabilito nella Conferenza Capigruppo che certe cose non si intendono votare, basta dirlo. L'o.d.g. è una proposta che può essere stravolta in qualsiasi momento proprio in questa fase dell'ordine dei lavori.
Stessa cosa vale per le norme. Ho deciso di metterle all'ultimo per dare poi la possibilità, in base alle priorità della maggioranza, di richiamarle durante la richiesta di modifiche all'o.d.g. per discuterne una o più all'inizio dell'o.d.g., così come ha fatto il Consigliere Riva Vercellotti.
La deliberazione sul Piano regionale della qualità dell'aria è stata richiamata perché evidentemente c'è un accordo per votarla.
Per quanto riguarda gli ordini del giorno del Consiglio aperto naturalmente prendo la sua osservazione come una richiesta di metterli all'o.d.g. adesso, cosa che si può fare in qualsiasi momento. Quindi, se la intendo nel modo giusto, li mettiamo all'o.d.g., fermo restando che ho l'impressione che non saranno discussi oggi, quindi è una mera formalità.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente. Intervengo anch'io sull'ordine dei lavori.
Sulla proposta del Presidente Carlo Riva Vercellotti non abbiamo grandi cose da dire, nel senso che accettiamo l'ordine del giorno proposto per oggi. Alle ore 17 ci vedremo nella riunione dei Capigruppo, dove sicuramente ci sono delle cose da discutere. Però vorrei far presente che tempo fa era stata chiesta la presenza dei due Assessori, Tronzano e Chiorino, nella riunione dei Capigruppo per definire la data e tutti i dettagli del Consiglio aperto sul tema dell'automotive.
Io non so se questo sia stato previsto già per oggi, però credo che sarebbe il caso di farci sapere se effettivamente c'è la disponibilità da parte degli Assessori di definire una data, di definire quelli che saranno gli inviti agli auditi e quant'altro. Lo dico, perché ormai è passato diverso tempo (circa tre settimane) dalla richiesta che abbiamo fatto in Consiglio regionale.
Penso che anche tutto il mondo legato all'automotive, a partire dai sindacati, dai lavoratori e dalle lavoratrici alle aziende dell'indotto attendano questo momento, che sancirà anche delle prese di posizione sul futuro del Piemonte per quanto riguarda questo importante tema che, tra l'altro, in questi giorni è alla ribalta anche in Parlamento per le dimissioni di Tavares.
Quindi, credo che sia arrivato anche per il Consiglio regionale il momento di parlare di questo tema e di farlo al più presto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Gianna

Grazie, Presidente.
Soltanto per riprendere quanto detto dalla Consigliera Disabato, perché mi sono scordata di farlo nell'intervento precedente. Credo sia giunto il momento di non rimandare più rispetto a quello che da circa quattro settimane si richiede, cioè la presenza dell'Assessore Chiorino e dell'Assessore Tronzano nella riunione dei Capigruppo per decidere il Consiglio regionale aperto.
Oggi la situazione sta precipitando verso una fase che non riusciamo oggi a prevedere, ma che è sicuramente complicata e difficile per tutti i lavoratori. Pertanto, chiedo il massimo impegno da parte dell'Ufficio di Presidenza e del Presidente, affinché partecipino alle Conferenze dei Capigruppo i due Assessori. La poniamo come questione vincolante per poter procedere alla definizione del Consiglio regionale aperto. Magari potremmo anche decidere che i lavori non vengono programmati nella riunione dei Capigruppo, se non si procede prima con la definizione del Consiglio regionale aperto in merito a Stellantis.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ravinale; ne ha facoltà.



RAVINALE Alice

Grazie, Presidente.
Volevo solo mettere a verbale che condividiamo la proposta del Presidente Riva Vercellotti. Capiamo che la sua è una proposta di ordine del giorno però le riunioni dei Capigruppo dovrebbero servire quantomeno a stabilire l'indicazione di massima. Poi certamente, salvo urgenze, l'ordine pu essere sempre modificato in Aula, ma chiediamo di tenere in maggiore considerazione le decisioni che emergono dalla Conferenza dei Capigruppo.
Mi associo alle richieste avanzate dalle due colleghe Capogruppo di opposizione prima di me. Direi che ogni minuto di ritardo rispetto a questa convocazione del Consiglio regionale aperto sul tema dell'indotto automotive e Stellantis, è cruciale. Peraltro, va nell'interesse delle nostre imprese, non soltanto dei lavoratori e delle lavoratrici.
Saprete tutti che Stellantis non sta pagando le fatture ai fornitori, cioè alle aziende piemontesi dell'indotto, da quest'estate. Credo che non si possa attendere oltre. Ci siamo detti che questo Consiglio regionale aperto l'avremmo convocato, ma è più di un mese che aspettiamo che gli Assessori Tronzano e Chiorino vengano nella Conferenza dei Capigruppo.
Se non hanno interesse a pianificare loro l'ordine dei lavori, ne prendiamo atto e lo stabiliamo come Capigruppo. Però abbiamo detto che questo Consiglio dovrà tenersi nel mese di gennaio. È una priorità, quindi chiedo anch'io che, nella Conferenza dei Capigruppo odierna che verrà convocata alle ore 17, questo tema sia in discussione per fissare finalmente una data, perché è questo che il Piemonte si aspetta da noi tutti in questo momento così concitato, sapendo anche che l'interlocutore principale di questo Consiglio aperto non potrà che essere John Elkann nella veste di Presidente e Presidente del Comitato esecutivo che sta sostituendo Tavares ad interim.



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi sulle richieste di modifica all'o.d.g.
Riassumo l'ordine dei lavori alla luce delle richieste.
Procediamo con le Comunicazioni; poi passeremo alle nomine limitandosi a quelle di competenza del Consiglio regionale o, meglio, relative ai membri del Consiglio regionale, evitando quelli esterni. Continuiamo, anticipando il punto 12), proposta di deliberazione n. 16, al punto 3) all'o.d.g.
Infine, nella discussione degli ordini giorno, inseriamo anche quelli relativi al Consiglio regionale aperto.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g. e all'inversione di punti all'o.d.g.)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: b) Comunicazione all'Assemblea In data 8 ottobre 2024, è pervenuta la richiesta di trattazione d'urgenza ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale del disegno di legge n. 51 "Disposizioni in materia di ordinamento del personale. Modifica alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23", presentato dalla Giunta regionale in data 8 ottobre 2024.
La richiesta, come da punto 13 all'o.d.g., sarà posta in votazione al termine dell'odierna seduta.
In data 3 dicembre 2024, è stato approvato dalla I Commissione consiliare in sede legislativa il disegno di legge n. 60 "Modifiche alla Legge Regionale n. 27 dell'8 novembre 2021 'Istituzione di un organismo regionale per il controllo collaborativo (ORECOL)'" c) Approvazione processi verbali È in approvazione il processo verbale n. 12 relativo alla seduta del 19 novembre 2024.
d) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 22 "Nomine e designazioni di Consiglieri regionali in organi aventi scadenza coincidente con il termine della legislatura o di nuova costituzione"


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 2) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
È necessario procedere alla nomina o designazione di Consiglieri regionali nei seguenti organi ed enti: Commissione regionale della cooperazione - (Art. 9, L.r. n. 23/2004) designazione di 3 Consiglieri regionali, di cui 2 in rappresentanza della maggioranza e 1 della minoranza Commissione regionale per le attività editoriali dell'informazione periodica locale - (Art. 11, l.r. n. 18/2008) - nomina di 2 Consiglieri regionali, di cui 1 di minoranza Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione - (Art. 4 L.r. n. 1/87) - designazione di 3 Consiglieri regionali, di cui 1 espressione delle minoranze Consulta per la valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e dialettale del Piemonte - (Art. 38 ter, L.r. n. 11/2018) designazione di 3 Consiglieri regionali, di cui 1 espressione delle minoranze Osservatorio per l'attuazione del Fattore famiglia - (Art. 5, L.r.
16/2019) - designazione di 3 Consiglieri regionali, di cui 1 della minoranza Tavolo regionale degli alpeggi - (Art. 7, comma 3, L.r. 12/2024) nomina di 2 Consiglieri regionali, di cui 1 di minoranza Tavolo scientifico permanente sullo screening e diagnosi prenatale (Art. 10 L.r. 10/2023) - nomina di 2 Consiglieri, di cui 1 di minoranza, appartenenti alla IV Commissione Comitato regionale per i diritti umani e civili - (Art. 4 comma 1 lett. d), L.r. 4/2020 - nomina di 2 Consiglieri regionali, di cui 1 espressione delle minoranze Comitato consultivo del Centro "Gianni Oberto" - (Art. 3, comma 1 L.r. 24/1980) - nomina di 2 Consiglieri regionali, di cui 1 di opposizione.
I Presidenti dei Gruppi consiliari hanno provveduto a trasmettere le indicazioni dei nominativi di competenza, così come risulta dalla tabella riepilogativa che avete sulla Intranet.
Considerato che il Presidenti del Gruppo per ciascuno degli organi nei quali è necessario procedere alla nomina o designazione dei Consiglieri comunali hanno indicato, rispettivamente per la maggioranza e la minoranza un numero di nominativi non superiore a quello previsto dalle rispettive leggi regionali, propongo all'Aula di non procedere a votazione a scrutinio segreto, ma di effettuare un'unica votazione di nomina e designazione dei nominativi trasmessi in riferimento agli enti interessati.
Do lettura delle indicazioni pervenute dai Capigruppo.
Per quanto riguarda la Commissione regionale della cooperazione, sono state indicate le Consigliere Beccaria, Binzoni e Canalis.
Per la Commissione regionale per le attività editoriali, sono stati indicati il Consigliere Sacchetto e la Consigliera Pompeo.
Per la Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione, sono stati indicati il Consigliere Bartoli e le Consigliere Raiteri e Marro.
Per la Consulta per la valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico dialettale del Piemonte, sono stati indicati le Consigliere Bordese e Barbero e il Consigliere Unia.
Per l'Osservatorio per l'attuazione del Fattore famiglia, sono stati indicati la Consigliera Cameroni e i Consiglieri Castello e Valle.
Per il Tavolo regionale degli alpeggi, sono stati indicati i Consiglieri Ruzzola e Calderoni.
Per il Tavolo scientifico sullo screening e diagnosi precoce prenatale sono state indicate le Consigliere Biglia e Nallo.
Per il Comitato regionale per i diritti civili e umani, sono stati indicati il Consigliere Magliano e la Consigliera Pentenero.
Per il Comitato consultivo del Centro "Gianni Oberto", sono stati indicati il Consigliere Cerutti e la Consigliera Conticelli.
Poiché non ci sono richieste d'intervento, procediamo direttamente con la votazione.
Indico la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 22.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Ci sono stati due problemi tecnici di votazione accertati, uno della Consigliera Barbero e uno del Consigliere Icardi, che comunicano di aver votato in modo favorevole.
Non essendoci dubbi sul risultato, la delibera è approvata.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 16, inerente a "Aggiornamento del Piano regionale di qualità dell'aria (PRQA)"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 16, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Ricordo che la proposta è stata licenziata a maggioranza dalla V Commissione il 7 novembre 2024.
La parola all'Assessore Marmati per l'illustrazione.



MARNATI Matteo, Assessore regionale

Grazie, Presidente, e grazie a tutti.
È stato un anno impegnativo, per quanto riguarda la redazione di questo Piano.
C'è sempre stato un atteggiamento molto costruttivo da parte di tutti i Gruppi, che ringrazio, anche perché il tema, molto delicato, riguarda la salute umana.
L'aggiornamento del Piano Regionale di qualità dell'aria prevede che la Regione Piemonte si doti del Piano: il vecchio esiste già, questo è un aggiornamento (abbiamo già approvato la delibera il 12 settembre 2024 quindi c'è anche la clausola di salvaguardia e il Piano è anche già partito per alcune procedure).
Il Piano è l'occasione per inserire misure innovative, basandosi sul potenziamento del trasferimento tecnologico per la definizione degli attuali e futuri scenari di riferimento, al fine di formulare indicazioni normative e attivare misure finalizzate a rientrare nei valori limite nel più breve tempo possibile, così come richiesto dalla Corte di Giustizia europea, anche in sinergia con le misure nazionali per gli inquinanti che oggi superano i valori limite su tutto il territorio regionale, o in alcune zone, o conglomerati del particolato atmosferico PM10 e 2,5 del biossido di azoto, dell'ozono troposferico e degli idrocarburi policiclici aromatici come il benzopirene.
Tra gli obiettivi del Piano, c'è quello di preservare la qualità dell'aria nelle zone e nell'agglomerato in cui i livelli inquinanti sono stabilmente al di sotto dei valori limiti di legge, mantenendo e/o riducendo ulteriormente le concentrazioni di inquinanti.
Abbiamo l'obiettivo di recepire le normative in attuazione della disciplina statale, in termini di regole e limitazioni da rispettare e di porre in atto misure attive in grado di accompagnare le limitazioni, in modo da consentire di raggiungere obiettivi per la qualità dell'aria, limitando al massimo i disagi per i cittadini.
I contenuti del Piano prendono come anno di osservazione il 2023, tant'è che il 2023, quindi l'ultimo che abbiamo, si chiude confermando il trend di miglioramento dei dati della qualità dell'aria in Piemonte. In base al report elaborato e diffuso da ARPA-Piemonte, il 2023 è stato l'anno migliore in assoluto per quanto riguarda la diminuzione delle concentrazioni delle polveri sottili PM10 e 2,5 nell'aria.
Tutti i capoluoghi di provincia rientrano nei parametri previsti dai limiti di legge, con 35 giornate di sforamento all'anno, tranne Torino, che mostrano un importante miglioramento.
Su 32 centraline di rilevamento presenti sul territorio piemontese nel 2021, le centraline che avevano superato i 35 giorni di sforamento delle polveri sottili nell'aria erano state 13; nel 2012, 12 e nel 2023, con una riduzione di circa l'84%, il superamento si è registrato solo in due centraline. Sono sempre stati rispettati i limiti di legge imposti dall'Unione Europea per quanto riguarda la concentrazione media annua delle polveri sottili nell'aria.
In considerazione di tali scenari, il Piano regionale della qualità dell'aria detta indicazioni normative e definisce ambiti, misure e azioni.
Gli ambiti sono: mobilità e aree urbane, energie e biomassa, attività produttive, agricoltura e zootecnia.
A ciascun ambito sono attribuite misure. Nell'ambito della mobilità e aree urbane sono: l'attuazione e pianificazioni di settore, promozione del trasporto pubblico, riduzione dei veicoli inquinanti in circolazione e delle loro percorrenze e promozione della multimodalità, potenziamento dei controlli e interventi per la rigenerazione e riqualificazione urbana.
Nell'ambito della biomassa le azioni sono: efficientamento edifici e infrastrutture pubbliche, interventi di riduzione emissioni impianti a biomassa e interventi e installazioni di impianti a fonte di energia rinnovabile, in sostituzione di impianti a combustibili fossili.
Nell'ambito delle attività produttive le azioni sono: interventi per favorire la sostenibilità ambientale dei processi produttivi, verso "inquinamento zero" della produzione e il consumo, azioni di sistema.
Nell'ambito dell'agricoltura e zootecnia le azioni sono: interventi per l'abbattimento delle emissioni di ammoniaca, potenziamento dei controlli limitazioni della combustione all'aperto di residui vegetali e incentivazione delle attività e recupero di materiali vegetali e poi tante azioni di sistema.
Le norme definiscono poi delle misure locali, questa è una novità, e ulteriori misure finalizzate al contenimento del numero dei superamenti del valore limite giornaliero di PM10, al fine di contenere il numero di superamenti per l'anno civile del valore limite giornaliero, in modo tale da prevenire la possibilità che venga raggiunto e superato il numero del bonus, chiamiamolo così, di 35 volte attualmente consentito dalla legge.
I Comuni quindi devono adottare nel corso dell'anno specifiche misure aggiuntive a livello locale, finalizzate a ridurre le emissioni delle principali sorgenti emissive, qualora tale limite venga superato 20 volte entro il mese di febbraio, oppure 25 volte entro il mese di novembre in una delle stazioni di monitoraggio collegate sul proprio territorio e sul territorio dei Comuni contermini.
Entro tre mesi dall'adozione del PRQA i Comuni in cui il valore limite giornaliero di PM10 sia stato superato per più di 35 volte nel corso dell'anno (del 2023 perché è l'anno di riferimento), i Comuni contermini dovranno definire, in accordo con le rispettive Province e con la Città Metropolitana di Torino, le misure aggiuntive da attuarsi nei rispettivi territori di competenza al verificarsi delle condizioni di cui al medesimo comma.
In caso di inerzia da parte dei Comuni compete, ma questo è stato già verificato e certificato, provvedere alle Province e alle Città metropolitane di Torino attraverso la sostituzione dei poteri.
Questo è quello che prevede il Piano, poi entreremo nel merito. I relatori spiegheranno quali sono tutte le azioni che abbiamo adottato, tra cui quella di ieri sera, ad esempio, di attuare l'innovazione di misure alternative alle coperture delle vasche in ambito agricolo. Quella è una delle misure.
Stiamo lavorando anche, e lo faremo nelle prossime settimane, per quello che riguarda gli abbruciamenti e in più stiamo valutando con la Direzione Ambiente - non è oggetto di questo piano, ma è importante - di realizzare un piano alternativo per valorizzare tutte le innovazioni che abbiamo a disposizione sul mercato per ridurre gli inquinanti già presenti in atmosfera. Questo Piano interviene sulla fonte delle emissioni, dobbiamo lavorare anche per eliminarle quando ormai sono nell'aria e non possiamo aspettare che piova o che ci sia vento.
Grazie ancora per il vostro contributo.



PRESIDENTE

È aperta la discussione generale, invito i Consiglieri che intendono intervenire a prenotarsi. Ricordo che il tempo massimo per ogni Consigliere è di dieci minuti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Il tema che andiamo a trattare è importante e fondamentale. Noi abbiamo presentato, come le altre forze di minoranza, una serie di emendamenti migliorativi, anche se forse è un tema che avrebbe richiesto un approfondimento maggiore in Commissione.
Questo aggiornamento viene richiesto sulla base del decreto legge di settembre 2023 a cui le Regioni del bacino padano - quindi, oltre a noi, la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna - devono adeguarsi e tiene conto delle due precedenti modifiche del Piano qualità dell'aria.
Naturalmente si parte da un monitoraggio per andare avanti e per rispondere anche alle sfide che non derivano solo dai dati delle centraline - a quasi dieci anni dai piani qualità dell'area, se i dati delle centraline fossero rimasti gli stessi, forse non staremmo andando nella direzione giusta - ma alle sfide del cambiamento climatico che non sono registrate dalle centraline, ma che vanno affrontate, altrimenti ci limitiamo a piangere sull'emergenza.
Per rispondere a questi stimoli, il Piano della qualità dell'aria, oltre a dare dei criteri, deve dare delle azioni concrete, in particolare nel campo dei trasporti, delle attività produttive, delle attività agricole, ma anche della produzione dell'energia e della trasformazione del trasporto dell'energia che oggi rappresenta una delle sfide principali rispetto a tutti gli altri asset.
L'altra sfida, oltre che incrociare questi diversi campi, è quella della governance, perché qui naturalmente ci sono competenze di ambito sovranazionale, europeo, competenze di carattere nazionale, di area vasta (vastissima) del bacino padano, regionale e poi degli enti locali. Quindi la prima cosa che rileviamo è che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Se ognuno si limita a scaricare le competenze sul livello successivo, come in una tristissima partita a ping pong, non cambiamo niente.
Questo è un po' il primo red flag che evidenziamo rispetto al Piano, cioè che alcune misure e alcuni criteri sono di carattere piuttosto superficiale, che stanno nel quadro della normativa nazionale e del protocollo del bacino padano, ma non osano e non si prendono delle responsabilità.
Questo emerge, peraltro, anche tra le criticità espresse nel parere del CAL e da molti dei Comuni più grandi, a partire da Torino. Se la Regione, che è ente di programmazione, non dà un quadro di interventi e di misure entro cui muoversi - poi chiaramente i Comuni devono prendersi le loro responsabilità - in primis si rischia di non essere efficaci se le misure non sono omogenee su area vasta. Inoltre, ripeto, si fa lo scaricabarile sull'ultimo gradino. Noi riteniamo che il punto sia fare in modo che ciascun livello sia quello che, nel caso di ricorsi o di denunce, come è capitato, viene poi chiamato a risponderne.
Molte delle misure nel Piano si limitano a citare, ad esempio, il tema dei trasporti e noi abbiamo presentato anche per questo settore una serie di emendamenti. Naturalmente il Piano della qualità dell'aria dà un indirizzo ma l'attività legislativa ed esecutiva dell'ente Regione deve essere coerente e conseguente. Quindi, se qui si dice che le indicazioni sono quelle dell'intermodalità, degli incentivi anche molto spinti come la gratuità rispetto al trasporto pubblico, le piste ciclabili, questo deve poi corrispondere alle azioni che si mettono in campo relativamente ai trasporti. Anche su questo ci siamo permessi di proporre alcuni emendamenti.
L'altro tema è quello dell'agricoltura. Al di là delle audizioni, anche le memorie che ci sono state mandate da Legambiente, da Coldiretti, da Confartigianato e da CNA sono state molto utili per proporre le nostre osservazioni. Spiace vedere che, in alcuni casi, un lavoro molto puntuale degli stakeholder non sia stato minimamente rilevato dalla Giunta, perch a valle del percorso, onestamente alcuni emendamenti avrebbe potuto proporli la stessa Giunta. Noi ce ne siamo fatti carico.
È già stato citato il tema delle vasche dei liquami o degli abbruciamenti.
Ne parleremo, anche a proposito degli emendamenti. Su questo pensiamo che le misure previste debbano essere efficaci rispetto alle finalità che vogliamo raggiungere, ma debbano anche essere sostenibili, altrimenti, come spesso capita, scriviamo delle bellissime norme coercitive, che però poi nella realtà, non sono applicabili.
Pertanto, abbiamo proposto delle soluzioni alternative che permettano di.
Ora dico che, magari, non è interessantissimo quello che dico, Assessore però.
Va beh, aspettiamo.



PRESIDENTE

Scusate.



CONTICELLI Nadia

Vorrei stoppasse il tempo, grazie.



PRESIDENTE

Chiedo un po' di attenzione nei confronti di chi sta intervenendo.



CONTICELLI Nadia

Se l'Assessore ha da fare, possiamo interrompere un attimo e poi riprendiamo.
Mi dica solo che cosa vuole fare.



PRESIDENTE

Per favore, ascoltiamo chi interviene.
Grazie.



CONTICELLI Nadia

Se ha fare cose più importanti, noi facciamo una sospensione, prendiamo un caffè e riprendiamo.
Ci dica lei; non c'è problema.
L'Assessore ha da fare.



PRESIDENTE

No, sta ascoltando.
Prego, proceda.



CONTICELLI Nadia

Posso andare? Grazie.
Stavamo parlando delle vasche di liquami e degli abbruciamenti.
Le nostre proposte riguardano la possibilità di essere efficaci dal punto di vista ambientale, ma anche sostenibili nella realizzazione di queste misure, perché altrimenti ci limitiamo a essere coercitivi e, come dicevo prima, a scaricare su altri livelli, sui Comuni che devono fare i controlli e sull'Unione Europea che è la "cattiva responsabile", ma non realizziamo niente.
Anche rispetto all'Osservatorio che è stato proposto, noi andiamo a definirlo meglio, perché riteniamo che questo non debba limitarsi a registrare, come dicevo prima, le centraline, ma debbano esserci degli interventi e dei controlli, oltre che sui nuovi micro o macro inquinanti dal FAS alle microplastiche - ma anche sull'energia, sulle attività produttive e sul clima. Peraltro, questo è previsto anche dal protocollo cui andiamo ad adeguarci, perché rispetto al clima prevede una zonizzazione, in modo da fare delle analisi e dei monitoraggi sul microclima, su zone ben definite, perché appunto questo impatta tantissimo sulla qualità dell'area. Questo è uno strumento di programmazione.
Quello che noi lamentiamo a pochi mesi dall'inizio della legislatura è il fatto di non aver colto neanche nelle relazioni degli Assessori all'interno delle Commissioni una visione e una programmazione che possa guidarci, su cui poi si può essere d'accordo o non d'accordo, ma su cui almeno possiamo confrontarci e nel cui quadro inserire le varie misure più di dettaglio che andiamo a prendere.
Pertanto, auspico che tutto il Consiglio e la Giunta regionale prendano molto sul serio questo documento, le linee di indirizzo di questo documento, le osservazioni che sono state fatte dagli auditi, dagli stakeholder e le osservazioni e gli emendamenti di tutte le forze consiliari, perché questo documento di programmazione dovrà guidare non soltanto nell'ambito dell'ambiente, come dicevo prima, ma anche le azioni della Giunta regionale per i prossimi cinque anni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ravinale.



RAVINALE Alice

Grazie, Presidente.
Finalmente, arriviamo alla discussione di questo documento che, come già diceva la Consigliera Conticelli, è cruciale per la qualità della vita del nostro territorio e, soprattutto, delle persone che lo abitano.
Ricordo, anche se so bene che questi dati vengono spesso messi in un calderone mediatico, che sono dati sono dell'Agenzia europea per l'ambiente, che ci ricorda che, nel 2021, in Piemonte, ci sono state 4.635 morti premature dovute all'inquinamento, alla qualità dell'aria che respiriamo e che sono stati persi 41.000 anni di vita, considerando quanto si accorcia la nostra aspettativa di vita, proprio a causa dell'aria che respiriamo.
Quindi, questo documento di programmazione dovrebbe essere ciò che dà forma a tutte le politiche regionali per lo sviluppo industriale, per lo sviluppo agricolo, per le politiche regionali sui trasporti sia pubblici sia privati e anche per le politiche regionali sui finanziamenti che vengono dati ai soggetti che operano sul nostro territorio.
A me pare che questo Piano di qualità dell'aria, invece di essere una questione di qualità, come cantava qualcuno, diventa una pura formalità. È una formalità che ci troviamo ad approvare a seguito di un iter che sfiora il ridicolo, perché abbiamo avuto una procedura di infrazione europea legata agli inadempimenti che le Regioni del bacino padano hanno messo in campo negli anni. Questa procedura di infrazione prevedeva che nel 2023 sarebbe dovuta entrare in vigore la limitazione alla circolazione dei veicoli diesel euro 5, decisa dalla Giunta precedente, dal Presidente Cirio e dall'Assessore Marnati, i quali, però, quando è arrivato il momento di mettere in vigore.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Da Regolamento, chi parla deve rivolgersi al Presidente. Invito l'Assessore a fare attenzione, ma non è obbligato a farlo, l'importante è che si rivolgano a me. Posso invitarlo, ma l'importante è che si.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Dato che si devono rivolgere a me, devo essere attento io.
Prego.



RAVINALE Alice

Grazie, Presidente.
Oggi ci troviamo a discutere questo aggiornamento, perché addirittura si chiese l'intervento del legislatore nazionale per avere un anno di proroga ulteriore, rispetto a quel divieto di circolazione degli euro 5, che doveva entrare in vigore nel 2023 e che poi nessuno di chi governa questa Regione si volle prendere la responsabilità di fare.
Cosa è successo? È successo che c'è stata una normativa nazionale che metteva un termine a settembre per rifare il Piano della Qualità dell'Aria.
Il Piano della qualità dell'aria è stato fatto in fretta nel periodo estivo, perdendo - bene ha fatto la Consigliera Conticelli a ricordarlo quel necessario confronto, che non è un confronto formale, ma un confronto costante e costruttivo, un confronto che cambia la percezione anche di cultura generale che noi e tutti i vari soggetti che operano sul territorio hanno per cooperare, tutte e tutti insieme, verso questo miglioramento fondamentale e cruciale per la nostra vita, delle condizioni in cui viviamo.
Il Piano, invece, è stato presentato nel mese di luglio. È stato dato termine fino al 31 agosto per le osservazioni, costringendo i portatori di interesse, le associazioni e anche gli Uffici della Regione a lavorare nei mesi estivi in fretta sul Piano, per poi essere approvato in fretta dalla Giunta due giorni prima che scadesse il termine di legge per l'approvazione.
Oggi, ci ritroviamo ad avere un Piano che formalmente, ma solo formalmente risponde alle richieste normative per evitare di avere ulteriori sanzioni dall'Unione Europea dal punto di vista della qualità dell'aria. Lo fa scaricando enormemente le azioni, da un lato, sui Comuni lasciati soli e a cui viene addossata la responsabilità per le decisioni impopolari prese per rispettare il quadro di qualità dell'aria e, dall'altro, su categorie e privati che tutti, unanimemente, nelle audizioni che abbiamo avuto hanno lamentato di non essere stati coinvolti a sufficienza. Direi che la manifestazione di Coldiretti sotto il Palazzo un paio di settimane fa ben dimostra quanto la guida che questa Giunta ha avuto su questo tema così cruciale.
Oggi discuteremo il Piano. Abbiamo proposto tutta una serie di emendamenti che puntano, da un lato, a non lasciare soli i Comuni e i soggetti che devono mettere in pratica queste norme e, dall'altro, a lavorare molto sul piano culturale. Finché pensiamo che il Piano della qualità dell'aria, che migliorare l'aria che respiriamo e contribuire a diminuire l'inquinamento siano odiose imposizioni provenienti dall'Unione Europea, addirittura andando a chiedere all'Unione Europea (perché questo hanno fatto i Governatori del bacino padano) di darci delle deroghe, oggi comprese nella direttiva nuova che entrerà in vigore tra un paio d'anni, vuole dire continuare ad accettare che muoiano 5.000 persone l'anno in questa regione per l'inquinamento. Di questo si tratta. Di questo si tratta! Se questo è l'atteggiamento che abbiamo, non ci siamo e non ci siamo nell'interesse dei cittadini. Cambiare il paradigma è difficile e lo sappiamo, perché è un cambio di abitudini complicato con un impatto sulle attività produttive complesso, però non è impossibile, bisogna cooperare; è un tema cruciale e fondamentale. Ci piacerebbe che questo non venisse fatto sulla base di una mera formalità, peraltro prendendo in maniera assolutamente inaccettabile i soli dati del 2023 come paradigma di partenza, perché il 2023 - l'Assessore lo sa - è stato un anno particolare dal punto di vista delle condizioni climatiche e molti dei nostri emendamenti puntano a considerare i trienni, altrimenti noi ciurliamo nel manico delle regole, cercando di trovare la cosa che ci fa fare meno sforzi, ma la qualità dell'aria che respiriamo continua a non migliorare.
Abbiamo fatto una serie di proposte migliorative, le discuteremo oggi in questa discussione, ma più in generale porteremo avanti un costante lavoro di monitoraggio e di richiesta di dati e di miglioramento delle azioni previste sull'effettiva attuazione di questo Piano della qualità dell'aria altrimenti stiamo facendo tutto questo per non ricevere ulteriori multe dall'Unione Europea, considerando quelle sanzioni più rilevanti delle vite che si perdono a causa dell'area.
Vite che, peraltro, come ben sappiamo, riguardano in particolare le categorie più fragili, che sono quelle più esposte per condizioni fisiche a patire questi effetti. La causa civile in corso a Torino in questo momento legata a un bambino piccolo che soffre di asma a causa delle condizioni climatiche, è importante e va ricordata. Non possiamo pensare che i cittadini debbano arrivare a doversi fare giustizia attraverso queste misure risarcitorie, ma dobbiamo lavorare e cooperare per fare in modo che non siano le multe o i risarcimenti danni ciò di cui abbiamo paura. Non è la multa ciò che dobbiamo temere, ma è mettere a repentaglio le vite delle persone ed è ciò di cui discuteremo oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Unia; ne ha facoltà.



UNIA Alberto

Grazie, Presidente.
Molto difficile per me intervenire su questo tema per motivi che molti di voi conoscono.
Ricordo ancora oggi i primi tavoli sulla qualità dell'aria in Città metropolitana; ricordo benissimo la difficoltà e le discussioni che venivano fatte in questi tavoli con tutti i Sindaci della Città Metropolitana.
Ricordo benissimo la fatica per trovare delle misure che, da un lato salvaguardassero la salute dei cittadini e, dall'altro, riuscissero a non compromettere, invece, la quotidianità e il lavoro delle persone.
In questi tavoli spesso si discuteva sul fatto che il Comune di - ne cito uno a caso, solo a titolo esemplificativo - Pinerolo, che è lontano da Torino, limitasse il traffico? Perché doveva limitare certe attività sul suo territorio? La risposta è semplice; la risposta è che l'aria non ha confini e la dimostrazione non sta nelle parole del Consigliere Unia, ma nei dati.
A Torino, l'85% delle emissioni di inquinamento è da traffico, mentre per quanto riguarda le concentrazioni non è così. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che, probabilmente, anche quello che noi respiriamo a Torino, non è esattamente tutto frutto di Torino. Anzi, è esattamente il contrario.
In questo documento ho individuato alcuni punti particolari, come la mobilità. La riduzione dei veicoli inquinanti è fondamentale, ma non è sufficiente. È importante che si incentivi la mobilità pubblica e per fare questo servono dei piani strutturati all'interno dei Comuni, non basta il Piano regionale della qualità dell'aria.
Per quanto riguarda l'energia, dobbiamo spingere sulle energie rinnovabili.
Per quanto riguarda le attività produttive, dobbiamo dare maggiori incentivi alle piccole e medie imprese, affinché si adeguino e possano essere efficaci anche dal punto di vista ambientale.
Per quanto riguarda l'agricoltura e la zootecnia, le misure per ridurre le emissioni di ammoniaca sono abbastanza avanti, ma restano sfide legate poi all'applicazione. Bisogna migliorare la regolamentazione sulla combustione e sui residui vegetali ed aumentare i controlli.
Gli scenari del Piano. Gli obiettivi al 2030 sono ambiziosi, ma sinceramente servirebbero misure più aggressive, più accattivanti, che vadano a colpire direttamente le emissioni e ridurle.
Il monitoraggio e la governance. Questi non sempre sono sufficienti e io da ex Assessore all'ambiente della Città di Torino, mi rendo conto di quanto è complicato riuscire a far capire e riuscire a lavorare sulla qualità dell'aria.
Le soluzioni sono sicuramente quelle di consentire di accedere in maniera facile e veloce alle alternative per quanto riguarda, ad esempio l'agricoltura e gli allevamenti intensivi. Bisogna fare dei ragionamenti anche su quello. Le città devono avere un TPL efficiente, lavorando su priorità semaforica, bigliettazione unica e quant'altro. Ovviamente tutto quello che sto raccontando si è trasformato in emendamenti che abbiamo presentato.
Altre soluzioni sono le comunità energetiche; altri strumenti come il superbonus che, seppur criticato da tanti, è stato utilizzato dal Governo e dalla Regione proprio per motivare la sospensione del blocco degli euro 5.
È necessario accelerare le operazioni, tipo quelle della Metro 1 e della Metro 2, le corsie preferenziali.
Insomma, la politica della qualità dell'aria, a mio modesto parere, deve essere quello che sta accadendo adesso e quello che è accaduto in Commissione. Effettivamente abbiamo avuto poco tempo per farlo. Comunque voglio ringraziare il Presidente Bartoli della Commissione, perché è sempre stato molto disponibile al confronto e ad ascoltare tutti.
Penso che le politiche della qualità dell'aria possono aprire un confronto aspro, come accadrà fra due minuti col collega Ravello. Si parla della salute dei cittadini e io credo che questo debba essere sempre il faro verso cui noi dobbiamo andare, altrimenti non staremmo facendo un buon lavoro.
Ci sono state le discussioni in Commissione e in quest'Aula ci sarà una discussione sugli emendamenti. Sugli emendamenti mi sono preparato una serie di interventi, anche sugli emendamenti non presentati dal mio Gruppo politico, perché ritengo che non siano tutti votabili e spiegherò il motivo. Ma è questo il luogo in cui si deve dibattere di queste cose. È in quest'Aula e nelle aule politiche che si devono dare le linee e le indicazioni per queste cose. Non esistono altri posti, perché se si spostano in altri luoghi, facciamo un servizio al contrario e, anzich lavorare a favore dei cittadini per la qualità dell'aria, il risultato che otteniamo è esattamente il contrario.
Conservo un po' di il tempo per intervenire sugli emendamenti. Vi ringrazio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto

Grazie, Presidente.
Attraverso il Presidente chiedo di riferire al collega Unia che non è il caso che mi dipinga per ciò che non sono, anzi cercherò di adottare un atteggiamento molto equilibrato, come credo di aver fatto durante il lungo percorso che ha portato il provvedimento ad arrivare all'Aula.
Mi unisco, quindi, ai ringraziamenti al Presidente Bartoli, così come alla Giunta, così come alla parte tecnica e a tutto il supporto che è stato dato da parte di ARPA e da parte della Direzione Ambiente. Lamento che questo ringraziamento da Presidente della Commissione bilancio, per la variazione non l'ho ricevuto da parte di nessuno, ma questo lo lascio solo agli atti.
Evidentemente non me lo meritavo.
Per prima cosa, voglio sottolineare che, rispetto a questo provvedimento finalmente è stato seguito un approccio puramente scientifico. Credo che, a tutela della comunità piemontese e di tutti i soggetti che sono chiamati al governo del territorio, questa sia la risposta migliore.
Ciò che noi ci troviamo a discutere e ad approvare in queste ore è un documento che ha chiaramente una visione, ma che colloca quella visione in un perimetro di valutazioni di azioni e di considerazioni che hanno un grandissimo fondamento scientifico.
Ogni misura - e non è facile - è stata pesata, valutata rispetto all'impatto che avrebbe avuto a seconda, diciamo così, del tiraggio ed è stata, in qualche modo, compensata da qualche azione.
Io credo che questo davvero sia - finalmente - un approccio illuminato scevro da ogni condizionamento ideologico che, chiaramente, si avvicina quanto di meglio possibile, ma, come tutte le azioni umane, non sarà mai corrispondente alla percezione.
Questo approccio si scontra pesantemente con il suo opposto e qualche richiamo lo abbiamo sentito anche qualche minuto fa.
Un approccio che fa dell'ideologia e, a tratti, del terrorismo psicologico i suoi fondamenti, perché parlare di morti premature, assegnando un principio di causalità e non di correlazione è un salto esageratamente pericoloso ed è un salto che non ha ancora alcun certificato fondamento scientifico.
Consigliera Ravinale, abbia pazienza, lei mi guarda con uno sguardo provocatorio.



(Commenti fuori microfono)



RAVELLO Roberto

Lo so, Presidente, mi devo rivolgere a lei.
Allora, la prego, la prego, chieda alla Consigliera Ravinale di guardare la Presidenza, altrimenti io faccio fatica a non scivolare e a non cadere nelle provocazioni.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per favore.
Lasciamo parlare il collega Ravello.



RAVELLO Roberto

Forse, c'è qualcuno che non ha ancora capito qual è la differenza tra causalità e correlazione.
La correlazione è quel concetto secondo cui tutti quelli che mangiano un gelato sono aggrediti dagli squali.
Perché ciò accade? Perché i gelati normalmente si possono mangiare in alcune parti del mondo, in località litoranee, magari si mangiano in Australia, magari si mangiano d'estate, magari dopo aver mangiato un gelato, uno va a fare un bagno e può essere aggredito da uno squalo. C'è un rapporto di causalità, c'è un rapporto di causa ed effetto? No, c'è un rapporto di correlazione.
La causalità è, invece, un'altra cosa.
Io mi ustione un dito, se pongo un accendino sotto il mio dito.
Questa è la causalità ed è facilissimamente dimostrabile che l'ustione del mio dito deriva dall'accendino posto sotto di me, esattamente come non è dimostrabile che è colpa del gelato se io vengo assalito da uno squalo.
Ora, un errore, che è voluto e che credo sia davvero voluto, è quello di confondere i due concetti, quello di causalità e quello di correlazione ogni qualvolta si parla di tematiche ambientali. Ed è, io credo, fortemente irresponsabile richiamare oltre 4.000 morti assegnando la responsabilità di queste morti a delle politiche che evidentemente non piacciono.
Ma allora mi domando e vi domando: quali sono le politiche che piacciono? Sono per caso le politiche di progettazione urbana che hanno portato, non so, alla mirabile piazza Baldissera, che non soltanto genera enormi disagi alla cittadinanza torinese, ma soprattutto enormi emissioni inquinanti in atmosfera? Sono forse le città che immaginate, quelle con zone a traffico limitato blindate ai loro confini, confini sui quali si registrano, chiaramente importanti volumi di emissioni in atmosfera? Sono forse le città tempestate come se fossero una giungla di piste ciclabili che intasano il traffico e che lo rendono ancora più difficile e che lo rendono, pertanto, ancora più inquinante, oltre che pericoloso sia per chi va in bici sia per chi va in auto? Sono forse le città dove è più facile rischiare la vita per essere investiti da un monopattino sul marciapiede piuttosto che, appunto, per l'aria che respiro? Allora, se sono queste le città che voi immaginate che possano rappresentare una risposta al problema dell'inquinamento atmosferico, sono felice di sostenere la visione alternativa, che è una visione scientifica una visione di investimenti.
Non possiamo non ricordare un dato: questo Piano porta con sé investimenti per circa cinque miliardi di euro, che si sommano ai circa nove miliardi di investimenti già sostenuti dal 2019 a oggi; investimenti reali investimenti che accompagnano una transizione ecologica che certamente avrebbero potuto essere molto più ingente se questo Stato non fosse stato portato al collasso finanziario, lo dico una volta di più, per quasi 300 miliardi di euro buttati tra superbonus e reddito di cittadinanza.
Abbia pazienza, Consigliere Unia, ma, per quanto sia grande la stima che ho nei suoi confronti, non è grazie al superbonus che abbiamo migliorato le condizioni dell'aria delle nostre città. Sono oggettivamente migliorate, ma non dimentichiamo che negli anni Novanta gli sforamenti annui, nel territorio torinese, erano tra i 260 e i 270. Oggi, in media, sono più o meno un decimo, ma non è grazie al superbonus che ha consentito di riqualificare energeticamente il 4% del patrimonio immobiliare di questa Nazione. Se quei quasi 300 miliardi di euro fossero stati investiti, come dice il Presidente di IREN, il dottor Dal Fabbro, in interventi mirati e puntuali a ridurre l'inquinamento nelle nostre città, oggi probabilmente l'avremmo dimezzato, rispetto ai dati attuali, non rispetto ai dati di trent'anni fa.
Termino perché il tempo è tiranno, ricordando che il Piemonte è chiamato a una grande responsabilità. Il Piemonte, intanto, è posto sul banco degli imputati per colpe che non ha. Forse fa troppo comodo non ricordare che i dati che si registrano in Piemonte sono conseguenza non delle politiche condotte in questa Regione, ma di condizioni orografiche, morfologiche e climatiche che rendono questa Regione, rispetto a Regioni che si trovano in situazioni di difficoltà nel resto d'Europa, molto più penalizzata. Non è colpa del Piemonte e non è neanche colpa di questa Giunta, dell'Assessore Marnati o di chi lo ha preceduto. Non è colpa loro se in Piemonte c'è cinque volte in meno il ricambio d'aria che c'è in Renania, nella zona di Parigi o nella maggior parte delle aree d'Europa colpite da questi problemi.
È un dato significativo, rispetto a quanto sia superficiale assegnare alla mobilità la maggior parte delle responsabilità sulla qualità dell'aria che respiriamo.
Il dato - ve lo ricordo - risale a marzo del 2020, quando eravamo tutti chiusi in casa, quando ogni attività umana era condizionata solo a un esercizio digitale e da remoto e quando, proprio in quei giorni, si registrò il record di volumi di particolato sospeso registrato in aria.
Al Piemonte non solo vengono assegnate colpe che non ha, ma è anche chiamato a responsabilità che non può sopportare da solo. È per questo che vediamo nella nuova direttiva Aria, approvata di recente dall'Unione europea, un'opportunità. Finalmente, nell'intravedere l'effetto di un'azione fatta dal Governo negli ultimi anni, che non era mai stata fatta prima, questa direttiva riconosce alcune condizioni di deroghe possibili rispetto a condizioni oggettive dei territori interessati.
È per questo - lo anticipo - che con uno degli ordini del giorno di accompagnamento alla proposta di deliberazione in discussione chiediamo alla Regione Piemonte di attivarsi quanto prima nei confronti del Governo per anticipare la richiesta di deroga rispetto ai nuovi limiti posti.
Chiudo con un appello alla Giunta di non dimenticare quanto sentito nel corso delle audizioni. Mi riferisco alle parti responsabili e costruttive e non certo a quei signori molto loquaci quando parlano con le Procure, ma che poi sono silenti quando vengono nostri ospiti in Aula; a quei signori che hanno raccontato situazioni (poi, fortunatamente, smontate una a una) che qui non hanno avuto il coraggio di rivendicare; a quei signori che tutto ciò che hanno saputo dire è stato ribadire il "no" a ogni opera strategica per lo sviluppo del nostro territorio e per la riduzione delle problematiche di inquinamento sferico (penso al Terzo valico, alla TAV alla seconda canna del Fréjus e alla seconda canna del Bianco). Mi riferisco, invece, alle audizioni di Confartigianato e delle organizzazioni di rappresentanza del mondo agricolo, sulle cui ragioni credo sia doveroso prestare la massima attenzione.



PRESIDENTE

Ricordo al Consigliere Unia e alla Consigliera Ravinale che chiedono di intervenire, che siete intervenuti entrambi.
Per fatto personale, dovete spiegare quale affermazione vi sono state attribuite che non rispondono a verità.



UNIA Alberto

Grazie, Presidente, faccio politica da un po' di tempo e lo so, ma gentilissimo per la spiegazione.
Sono stato citato in merito al superbonus, ma non sono io che l'ho detto.



PRESIDENTE

Consigliere Unia, deve dire quali affermazioni lei ha fatto che il Consigliere Ravello le ha attribuito.
Non le è stata attribuita nessuna affermazione sul superbonus. Quale affermazione lei ha fatto prima, che non sono state.



UNIA Alberto

Se lei dice così, sbaglia.



PRESIDENTE

Non può essere una risposta.



UNIA Alberto

Come non può essere una risposta. Mi ha citato dicendo che io ho affermato una cosa sul super bonus, ma non l'ho affermata io, ma il Presidente Cirio: se vuole vi leggo tutte le dichiarazioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ravinale.



RAVINALE Alice

Grazie, Presidente.
Posto che il Consigliere Ravello ha detto che il mio intervento era frutto di mistificazione ideologica e volto a fare del terrorismo psicologico, ci tengo solo a ricordare che i dati sulla causalità dell'inquinamento per le morti che ho citato sono dell'Agenzia Europea per l'Ambiente, un organismo dell'Unione Europea e che tali dati sono confermati dalla Società italiana.



PRESIDENTE

Consigliera Ravinale, lei è troppo intelligente per non aver capito qual è lo scopo del fatto personale; non è rispondere, ma è spiegare quali sono le sue affermazioni che sono state scorrettamente riportate dal Consigliere Ravello.



RAVINALE Alice

Sto spiegando che non ho fatto terrorismo psicologico, ma ho riportato dati indipendenti e certificati dal punto di vista medico e scientifico.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Ovviamente condivido appieno l'intervento portato del Consigliere Unia Vicepresidente della Commissione Ambiente che, tra l'altro, come amministratore ha gestito più volte la partita dello stato della qualità dell'area anche a livello comunale e ben conosce le criticità dei comuni nel mettere in atto delle misure per poter prevenire sforamenti e situazioni di pericolo per la salute dei cittadini piemontesi.
Comprendo che la delibera che stiamo per votare in Aula sia davvero importante per il futuro della nostra Regione, tuttavia voglio portare anche un altro punto di vista, quello delle risorse economiche. A oggi sappiamo bene che la transizione ecologica non si può effettuare se non vengono messe delle risorse ingenti per poter portare a compimento le misure: questo è un dato di fatto.
La transizione ecologica costa, collega Ravello e dobbiamo prenderne atto.
Costa per i cittadini e costa per le imprese. Vorremmo non fosse così.
Tuttavia è vero che se vogliamo tutelare la salute dei cittadini, dobbiamo farlo o mettendo a disposizione delle risorse per poter permettere un cambio di paradigma e anche delle scelte coraggiose, oppure quelle scelte ricadranno sulle tasche dei cittadini: delle due l'una. Queste sono le due vie che possiamo prendere.
Mi chiedo quale percorso voglia intraprendere questa Giunta, perché anche a livello nazionale, l'abbiamo visto, la nostra forza politica è stata ampiamente criticata per le scelte politiche che sono state fatte in questi anni in ambito di miglioramento della qualità dell'aria, dell'ambiente e della transizione ecologica. Siamo stati presi un po' come bersaglio perch ci siamo permessi di fare delle scelte importanti, anche economiche, per evitare che quei costi ricadessero sulle tasche dei cittadini. Questo abbiamo fatto.
Una forza politica, un'amministrazione, un Governo deve fare in modo che i cittadini siano messi nelle condizioni di stare al passo con le misure stabilite a livello nazionale e a livello europeo, e lo dobbiamo fare mettendo in campo delle risorse. La nostra forza politica aveva deciso come muoversi in tal senso. Mi chiedo, invece, cosa voglia fare, perché posso elencare alcuni degli episodi che stanno avvenendo in Regione, che mi fanno dubitare sulla vostra volontà politica di prendere questa situazione di petto ed affrontarla, stanziando le giuste risorse.
Intanto, l'abbiamo visto con l'approvazione della variazione di bilancio: la Regione ha introdotto il bollo per le ibride. Questa è sicuramente un'azione che non va nella direzione di incentivare i cittadini a cambiare l'auto. L'abbiamo visto con la presentazione dell'emendamento che voleva istituire il bollo sull'elettrico nella nostra Regione, emendamento che per fortuna, è stato bocciato, ma la maggioranza l'aveva proposto.
Siamo al palo con un sacco di questioni. Il collega ha citato la Metro 1 e la Metro 2 e su questo c'è anche un ordine del giorno che discuteremo a breve. Mi chiedo in queste settimane cosa sia stato fatto dal governo regionale per andare effettivamente incontro alle esigenze di terminare l'opera, perlomeno la linea 1. Lo dico, perché sappiamo che mancano delle risorse; per fortuna, non sono troppe, ma la Regione Piemonte deve svegliarsi. Oggi dobbiamo battere la sveglia alla Regione, che deve andare dal suo Governo (il Governo amico) e dirgli: "Senti, amico, guarda che mi mancano 25 milioni. La chiudiamo questa linea o lasciamo un cantiere aperto che danneggia i cittadini, che crea traffico, che crea smog, che crea casino?".
Questo succede nella città in cui vivo. C'è un cantiere aperto che rischia di rimanere aperto a tempo indeterminato, perché non ci sono le risorse per completare l'opera.
Sulla Metro 2, tanto si è detto anche nella Commissione congiunta, dove non è stato possibile intervenire. Infatti mi chiedo come sia possibile convocare una Commissione congiunta e non dare la possibilità ai Consiglieri di esprimersi su un determinato tema. Apprendo oggi che non è possibile farlo, ma la prossima volta, quando si convoca una Commissione di questo tipo, perlomeno si garantisca la possibilità ai commissari di intervenire. Comunque anche per la Metro 2 mancano dei fondi, ma il nostro amico Salvini, l'amico della Giunta Cirio, dice che lui tutte le risorse forse non le ha, che tutti i Comuni gli vanno a chiedere soldi. Povera stella! E, quindi, cosa facciamo? Pare che non arriveranno nemmeno i finanziamenti per la Metro 2. Quindi, Assessore, noi possiamo fare tutti i piani che vogliamo, ma se non ci sono i soldi per portare a compimento quelle misure, rischiano di rimanere carta scritta.
Poi abbiamo tutto il tema delle ferrovie sospese. Questo è il tema dei disservizi che viviamo sulle nostre linee, che disincentivano i cittadini a spostarsi dall'utilizzo dell'auto privata ad usufruire del trasporto pubblico, ad esempio su ferrovia.
Addirittura leggo dei post di Consiglieri regionali che arrivano in ritardo in Consiglio, perché il treno non passa o perché è in ritardo. Io non so se ci rendiamo conto che siamo i primi a vivere questi disservizi.
Quindi, come convinciamo i cittadini ad abbandonare l'auto privata e a spostarsi sul treno, se non riusciamo a garantire questi servizi in orario se non riattiviamo delle linee che permetterebbero degli spostamenti da casa al lavoro, da casa per le proprie esigenze? Ci sono persone che oggi sono costrette a usare l'auto e se non ce l'hanno, se la devono comprare altrimenti non si muovono. Questa è la situazione.
A oggi, noi avevamo un impegno preciso da parte della Giunta Cirio in tal senso. Anche quella è una promessa da campagna elettorale: "Riapriremo tutte le linee sospese". Io faccio presente che, a oggi, di tutto si è parlato in questo Consiglio e si continuerà a parlare, ma di questo tema non abbiamo sentito nemmeno un cenno.
Poi c'è il superbonus, che il mio collega Ravello ama particolarmente. Dice bene il collega Unia quando sostiene che il Presidente Cirio ha giustificato il rinvio del blocco degli euro 5, dicendo che il superbonus ci ha fatto ottenere degli ottimi risultati. L'ha detto, ci sono le note stampa. L'ha detto anche l'Assessore Marnati. Li recupero.



(Commenti fuori microfono)



DISABATO Sarah

Allora qualcuno si è travestito da lei, Assessore, ed è andato in giro a dire queste cose. È stato detto, ma non solo da lei. La rassicuro Assessore, stia tranquillo. L'Assessore Marrone ha presenziato a un evento convocato dall'ATC, dove si sono sbandierati risultati positivi del Superbonus in termini ambientali e in termini di qualità della vita dei cittadini.
Voi dovete essere fieri del lavoro che è stato fatto col superbonus sulle case di edilizia popolare, che ha permesso di dimezzare le bollette ai cittadini. Dovreste vantarvene. Fossi al posto vostro direi: "Signori pagate la metà in bolletta, perché c'è stato il superbonus che ci ha permesso di fare dei lavori che, altrimenti, mai avremmo fatto". Infatti quei soldi non li avreste mai trovati.
Non solo. Se non sbaglio, è stato riqualificato un terzo delle case ATC del Piemonte. Un terzo! E non so se sapete che cosa significa.
Se avessimo insistito, probabilmente, oggi non ci sarebbe più bisogno di trovare delle risorse nelle pieghe del bilancio per riqualificare quegli immobili che, a oggi, sono veramente dei colabrodo! Dei colabrodo che consumano, che arrecano grossissimi costi che gravano sulle tasche dei cittadini. Ancora oggi ci arrivano una serie di mail, di conguagli e di situazioni tali che non possono essere fronteggiate, per il caro bollette da chi è indigente.
Riusciamo ad avere almeno il coraggio di non morderci la coda? Delle due, l'una, anche qui: o il superbonus è stata un'ottima misura per mettere in campo degli interventi, ad esempio, sull'edilizia residenziale oppure è stata una porcheria! Se voi ritenete che sia una porcheria, non fate poi le passerelle sulle ATC, non andate a organizzare eventi o iniziative dove dite quanto il superbonus sia stato importante, perché lì bisogna dire ai cittadini: "Signori, noi l'abbiamo usato, guardate che per la prossima volta, se ci rivotate, considerate che." Allora: due facce. Avete due facce, se avete il coraggio di sostenere che il superbonus non è servito e poi fate le passerelle per l'ATC. Questo è!



(Commenti fuori microfono)



DISABATO Sarah

Non dico a voi, lo dico all'Assessore Marrone che si è presentato a quell'evento.
Era lì!



PRESIDENTE

Per favore, silenzio.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lasciamo continuare la Consigliera Disabato.



DISABATO Sarah

È così.
Poi, possiamo essere ipocriti, io ve lo dico oggi, per poi non ripeterlo più, perché sinceramente di teatri di questo tipo non ne abbiamo bisogno.
Quando si critica una misura, attenzione, poi, a non raccogliere i frutti di quella misura, perché altrimenti si passa per incoerenti.
Assessore, sono convinta della sua buona volontà di migliorare veramente la situazione e di agire sui tanti campi che, appunto, contribuiscono all'inquinamento della nostra regione. È stato citato anche il tema degli allevamenti, un altro tema su cui dovremmo fare qualcosa, agevolando anche la conversione di diverse attività per andare verso la sostenibilità limitando ed eliminando gli allevamenti con gabbia e incentivando altre tipologie di allevamento, di ridurre le emissioni anche di determinati veicoli, però non bastano le parole, servono i fatti.
Per fare i fatti servono i soldi e per saper usare i soldi servono delle scelte politiche che indirizzino, appunto, le risorse in quella direzione.
Se oggi non mettiamo mano alle ferrovie sospese, non completiamo la metro o se, addirittura, ripristiniamo il bollo sui veicoli ecologici, se oggi non diciamo che il superbonus è servito per migliorare per rinviare i blocchi sulle auto, per riqualificare gli immobili di edilizia residenziale, cosa che avete detto voi con degli eventi da voi convocati, tra l'altro, e se non superiamo il tema degli allevamenti intensivi, ma potremmo dirne tante altre, quelle azioni rimarranno su carta.
A oggi, quindi, voglio dare fiducia all'Assessore, perché penso che, tra l'altro, ci approverà degli emendamenti, ma voglio darvi fiducia, perch sono certa che quelle azioni le si vogliono mettere in campo. Però, se non vediamo le risorse, se non vediamo gli investimenti, se a oggi abbiamo una maggioranza che continua a dire che la transizione ecologica è fumo negli occhi, perché si vogliono danneggiare i cittadini, però poi, dall'altra parte, non si fa niente per calmierare le spese che altrimenti dovrebbero affrontare, insomma, rimane tutto scritto su carta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Gianna

Grazie, Presidente.
Alcune questioni sono già state evidenziate.
Vorrei, però, sottolineare il fatto che stiamo discutendo un documento estremamente importante per la nostra Regione; un documento anche molto complesso.
Sicuramente, una delle complessità è rappresentata dal fatto che, nel metodo dell'articolazione del Piano, quelle che sono le analisi tecniche utili, sicuramente importanti e abbondanti, sono mescolate con quelli che sono gli indirizzi e con quelli che sono gli obiettivi che il piano si prefigge. Questo genera un documento assolutamente di difficile comprensione delle analisi e delle valutazioni rispetto ai punti di caduta che il Piano stesso intende dare.
Spesso le risorse che vengono evidenziate e sono 17 le misure in cui non è quantificato un costo...
Perché il costo non è quantificato? Perché spesso sono misure che non afferiscono alla questione regionale, ma afferiscono a questioni nazionali o a questioni di carattere europeo che non sono ancora state determinate.
Gli obiettivi che vengono identificati all'interno del Piano dell'aria rispetto a quelli che possono essere i risultati delle azioni previste sono, come sono stati definiti da alcuni stakeholder, molto ottimistici e molto ambiziosi. L'ambizione, però, non è supportata da una valutazione di carattere economico, non solo in termini di numeri; una valutazione di carattere economico che davvero metta in campo tutte le risorse necessarie per garantire una ricaduta e, quindi, un raggiungimento di obiettivi estremamente ambiziosi.
Poiché alcune misure di carattere economico, che stanno dentro gli strumenti di programmazione di carattere europeo, sono già state pianificate e non producono nulla di nuovo, quindi sono già obiettivi definiti in altri piani approvati dalla Regione, ci chiediamo come questa grande ambizione potrà essere realizzata, a fronte del fatto che la Commissione europea sembra voler cambiare, ma su questo ci saranno posizioni diverse, gli indirizzi previsti dal Piano dell'aria.
Non si comprende perché alcune azioni sottolineate durante le audizioni e presentate dagli stakeholder auditi nelle Commissioni non siano state prese minimamente in considerazione da parte della Giunta. Le osservazioni degli stakeholder erano tutte di merito e avrebbero sicuramente permesso di arrivare a una migliore definizione degli obiettivi che, torno a dire, sono estremamente ambiziosi.
Sull'estremamente ambizioso ci giochiamo i temi della sostenibilità e di quello che realmente riusciremo a raggiungere in Piemonte. Certo, siamo un territorio che ha una configurazione particolare, lo ricordava prima il Consigliere Ravello, che rappresenta un ulteriore complessità all'interno delle articolazioni del Piano stesso, ma non deve essere una scusa da utilizzare continuamente per non trovare strumenti efficaci che possono permetterci di raggiungere gli obiettivi definiti.
Laddove ci sono misure già pianificate e altre non definibili dall'ambito regionale, ma che hanno necessità di importanti interventi significativi che prevedono il coinvolgimento di organismi superiori, c'è totale silenzio. C'è il pronunciamento dell'intendimento, ma non c'è nessuna chiarezza e determinazione.
Credo sia sbagliato affrontare questo tema immaginando che ci sia una parte che produce emendamenti di carattere ideologico e non volti a migliorare l'azione del Piano stesso, perché nel fare questo tipo di valutazione non ci concedete di migliorarlo e, soprattutto, andremo ad approvare un documento che non permetterà, in molte sue articolazioni e in molte sue linee di indirizzo, di raggiungere gli obiettivi definiti.
Credo sia davvero un grosso errore.
Oggi rischiamo di incorrere in una serie di sanzioni che l'Europa continua a infliggere, senza dimenticare che le azioni del Piemonte dovrebbero essere in linea con quelle della Lombardia e dell'Emilia Romagna, perch sappiamo bene quanto questo territorio abbia bisogno di continuità in termini di definizione degli obiettivi a disposizione. Se non facciamo questo tipo di lavoro - e qui è totalmente mancante - corriamo il rischio di fare delle misure addirittura in contrapposizione rispetto a quello fatto in un territorio a noi vicino (penso alla Lombardia o all'Emilia Romagna) e assolutamente diverso.
Oltre al tema delle risorse, è necessario essere coerenti rispetto agli obiettivi che ci prefiggiamo, che non possono essere affrontati soltanto con gli strumenti di programmazione già esistenti, che a loro volto hanno obiettivi assolutamente non coerenti con quanto scritto nel Piano dell'aria.
Se facciamo così, allora si può immaginare un'azione di miglioramento, ma soprattutto - ed è quello che a noi sta più a cuore - azioni efficaci che producano un miglioramento della questione complessiva, che coinvolge anche il settore dell'automotive, su cui è necessario arrivare con urgenza a una definizione chiara e precisa degli obiettivi per una transizione che tutti quanti crediamo sia fondamentale, innanzitutto per la salute di tutti quanti noi, ma soprattutto per la quotidianità e la vita dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Verzella; ne ha facoltà.



VERZELLA Emanuela

Grazie, Presidente, per l'opportunità che mi dà di dire che si pu approcciare questo Piano molto complesso e molto articolato, anche da un punto di vista non qualificato (non sono d'accordo con il termine ideologico, come è stato detto prima).
Si può prestare orecchio a quello che ci hanno detto gli auditi, che è stato veramente e largamente costruttivo. Abbiamo sentito delle indicazioni e dei disagi da parte delle categorie produttive, particolarmente dell'agricoltura, che meritano il nostro ascolto e meritano, quindi, di trovare il posto migliore all'interno di questo piano. Si tratta, comunque di indicazioni valide che rientrano in un ottimo scambio possibile tra la Regione e il tessuto produttivo delle Province nelle sue più varie articolazioni.
Gli emendamenti che il Gruppo del Partito Democratico ha presentato entrano nel merito di queste richieste, ma non li vediamo lì, e quindi spingeremo al che siano inseriti perché siamo convinti che le audizioni debbano servire, particolarmente quella che è stata ascoltata con grande attenzione da tutti i Gruppi.
Aggiungerei, dal punto di vista di alcuni elementi che sono stati toccati magari da un'angolatura che non è sempre piaciuta, il fatto che il trasporto pubblico locale, che è una delle chiavi per la riduzione del traffico veicolare privato e della mobilità dei cittadini, debba trovare all'interno di questo piano, cosa che non c'è in maniera così puntuale tutte le facilities possibili da parte della Regione, per avere la possibilità di farne un uso che sia economicamente, socialmente e personalmente valido per il cittadino. Il cittadino non deve uscire di casa pensando: ce la faccio arrivare in quel posto? Il treno è in orario oggi? Il pullman passerà? Non è bloccato da una quantità di traffico in quello o in quell'altro nodo? Potrò raggiungere l'ospedale o il luogo di lavoro in tempo utile? Per questo vanno adottate alcune misure che sono di stimolo a tutte le Amministrazioni che poi se ne dovranno occupare - questa è un'altra cosa su cui voglio focalizzarmi - a fare corsie preferenziali, cercare di favorire il trasporto. Non parlerò delle ferrovie perché ultimamente non faccio altro, quindi è chiaro che anche lì c'è da fare un grandissimo lavoro che è connesso agli obiettivi ambiziosi di questo Piano.
Invito, comunque, veramente a entrare nel merito di questi emendamenti non in maniera preconcetta, ma in maniera costruttiva, in modo da dare indicazione ai Comuni e a tutti quanti sono coinvolti per la buona realizzazione degli esiti e degli obiettivi di questo piano, in una serie di azioni che saranno in qualche modo obbligate dal mancato raggiungimento di parametri. Non possiamo scaricare sui Comuni le misure da prendere senza indicazioni. Dobbiamo indicargliele, abbiamo un dovere programmatorio in questo senso e abbiamo un dovere di sostegno perché ultimamente i Comuni veramente fanno fatica a trovare queste soluzioni, anche dal punto di vista economico.
Ritengo che qualsiasi tipo di discorso debba essere ancorato a tutta la logica programmatoria della Regione, perché questo Piano dev'essere assolutamente uno dei nostri obiettivi principali nei suoi fini.
C'è un'altra questione che voglio ricordare che in questo Piano è un po' assente. Ho visto altri Piani dell'aria di altre Regioni, ma non starò qui a fare esempi, perché si additano sempre i migliori e magari possiamo semplicemente approssimarci e prendere esempio. Ci sono alcune parti di questo Piano che meriterebbero un approfondimento interregionale, cioè dire che, come qualcuno ha già chiaramente detto, l'aria si muove. Abbiamo delle vaste zone di confine con altre Regioni che sono interessate da possibili situazioni di disagio dal punto di vista della qualità dell'aria e dobbiamo monitorare insieme i punti critici, monitorare in maniera interregionale creando degli accordi specifici in queste zone con le Regioni di confine che devono essere parte, così come ho visto che accade in altre Regioni, di questo Piano.
Mi auguro che tutto quanto faremo in relazione all'attuazione di questo Piano e al suo voto tenga sempre conto oltre agli indubbi danni che un mancato controllo della qualità dell'aria ha sulla salute dei cittadini che non possono essere negati, perché esistono dei dati che sono ampiamente accertati da enti specifici che li raccolgono per Statuto - anche il fatto che questo è un Piano che dovrebbe interessarci anche nella sua dimensione interregionale, soprattutto per certe cose che abbiamo detto qui. Ad esempio, il fatto che ci troviamo in un'area che ha delle grandi difficoltà nel ricambio dell'aria. L'abbiamo detto e ricordato.
Proprio per tali motivazioni, dobbiamo dare a questo Piano una dimensione che vada oltre il livello regionale e che sia attenta ai veri problemi delle categorie produttive e dei cittadini in alcune delle fattispecie che ho citato oggi, ma che sicuramente molti di voi hanno in mente.



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
È arrivata una richiesta in extremis da parte della Consigliera Paonessa però essendo le ore 13.10, sospenderei la seduta.
Riprenderemo con l'intervento della Consigliera Paonessa, del Consigliere Avetta e di coloro che si prenoteranno.
Ricordo che il Consiglio riparte alle ore 14 con le interrogazioni e alle 14.30 con il question time e a seguire riprenderemo la seduta del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 13.10)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAVETTI



(I lavori riprendono alle ore 14.13 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Nicco, dichiaro aperta la sessione delle interrogazioni e interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere alle interrogazioni e interpellanze qui di seguito riportate.


Argomento: Trasporti su ferro - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione indifferibile e urgente n. 44 presentata da Paonessa inerente a "Degrado delle stazioni ferroviarie vercellesi" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'interrogazione indifferibile e urgente n. 44 all'interrogante, Consigliera Paonessa, sarà fornita risposta scritta, come richiesto dalla stessa.


Argomento: Opere pubbliche - Viabilità

Interrogazione n. 78 presentata da Ravinale, inerente a "Collegamento Asti Sud Ovest (CASO)"


PRESIDENTE

Procediamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 78.
Ricordo alla Consigliera che per le interrogazioni ordinarie non è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante; è prevista la risposta del componente della Giunta, che è l'Assessore Gabusi, per cinque minuti ed è prevista la replica dell'interrogante per altri cinque minuti.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Grazie, Consigliera Ravinale.
Cerco di leggere perché le domande sono tante e non vorrei nel discorso dimenticarne qualcuna.
Inizio dicendo che il collegamento Sud-Ovest rappresenta un'infrastruttura strategica per la provincia di Asti; lo dicono le esperienze empiriche di molti cittadini e di molti Sindaci che, soprattutto nel sud Astigiano devono attraversare tutti i giorni corso Savona per recarsi ai servizi più importanti del capoluogo, come l'ospedale, ma anche il Tribunale e altri ancora.
Lei, giustamente, mi pone domande molto specifiche a cui voglio rispondere puntualmente.
La prima è se esistono studi di traffico a sostegno dell'utilità del collegamento.
Questo studio c'è ed è quello che ci ha fornito ANAS in fase di analisi delle alternative progettuali, il famoso DOCFAP. In quel progetto, lo studio trasportistico costituisce una sezione di circa una trentina di pagine, da pagina 22 a pagina 53, in cui tutte le strade interessate che addurrebbero a quell'arteria, quindi quelle che di fatto sono oggi alternativa a quell'arteria mancante, sono state studiate sia dal punto di vista dei mezzi leggeri che di quelli pesanti.
La Consigliera chiede se esistono analisi e studi che dimostrano la necessità di costruire un altro ponte sul fiume Tanaro.
Beh, esistono questi dati, esiste la quotidianità di tutti noi e soprattutto, esiste una città che ha 75 mila abitanti, che ne ha altri 50 mila che abitano nel sud Astigiano che hanno la necessità di attraversare il Tanaro e, come dicevo prima, hanno la necessità di essere collegati ai servizi principali e che quindi, di fatto, hanno manifestato più volte ancor di più dopo il 2016 e il 2018, quando, in occasione di due eventi alluvionali, si sono trovati con i ponti chiusi, quindi con l'impossibilità di attraversare la città di Asti.
Questo credo che basti per dimostrare quanto sia importante quell'infrastruttura che vogliamo e sulla quale abbiamo investito per progettare e per realizzare.
Ancora chiede se esistono analisi, studi e ricerche che stimino l'effetto dell'opera in termini di riduzione del traffico.
Credo che lei sappia che ci sono state proposte una serie di alternative progettuali con diversi colori: rosa, rossa, gialla, verde, viola e blu, se non sbaglio, e ogni proposta ha, sempre in quello studio cui facevo riferimento, nelle pagine successive un'ipotesi di numero di veicoli che l'attraverseranno, leggeri e pesanti, e anche i veicoli/chilometri, che è un altro co-indicatore di quanto potrebbe alleggerirsi il carico di traffico sulla città di Asti.
Quale tracciato e da chi è stato scelto il tracciato tra i cinque proposti? Trattandosi di un'opera che si svilupperà nella città di Asti, la decisione è stata assunta a seguito di una lunga serie di confronti tra il Comune di Asti, cittadini e imprenditori.
Il Comune di Asti, con deliberazione di Consiglio n. 30 del 23 ottobre 2024, ha ritenuto maggiormente rispondente alle esigenze del tessuto urbano il percorso che prevedeva il tracciato giallo, con un inserimento di alcuni correttivi al tracciato che sono stati, diciamo, inviati ad ANAS, spostando a Sud l'attraversamento del Tanaro verso una ex cava di inerti, modificando a Nord la rotatoria sulla SP 8 e di ridurre l'impatto ambientale dei viadotti, con particolare attenzione all'altezza dell'attraversamento sul fiume rispetto alle esigenze idrauliche.
Naturalmente, queste che sono le proposte che il Comune di Asti ha fatto in sede di Consiglio, non sono ancora state totalmente valutate da ANAS, che sta facendo l'istruttoria.
I costi previsti per l'opera? I costi sono ipotizzabili in circa 190 milioni di euro.
Ipotizzabili, perché oggi non sappiamo ancora qual è la soluzione progettuale e quanto queste modifiche richieste possano incidere sul costo ma indicativamente questo è un costo che possiamo identificare.
Per quanto riguarda l'opera, si è ipotizzato di dividere in due lotti funzionali: un primo lotto, anche in termini di priorità di urgenza, arriva dal sud astigiano e si collegherebbe con corso Alba, superando il Tanaro anche per motivi idraulici che vi ho detto prima; l'altra, invece, da corso Alba si collegherebbe con il casello di Asti Ovest.
La Regione Piemonte intende finanziare tale opera? La Regione Piemonte è già impegnata a finanziarla, prima con l'anticipazione del FSC 21-27 e poi con l'inserimento nel contratto di programma ANAS-MIT della scorsa primavera, tra le opere immediatamente finanziabili una volta completato il percorso approvativo o, per meglio dire, autorizzativo.
La Regione ha già stanziato fondi? Sì, la Regione ha stanziato 400 mila euro per la progettazione, che in una convenzione con ANAS e Provincia sono andati ad ANAS per la progettazione della prima fase, quella di cui stavamo parlando prima.
Esiste un'opera di cronoprogrammi? ANAS, alla luce della deliberazione del Consiglio comunale, inizierà il percorso per la valutazione di impatto ambientale nazionale per la Conferenza dei servizi i cui tempi realisticamente, seppure per i tempi normativi dovrebbe durare sei mesi, sono circa 18 mesi, quindi si potrà concludere tra il 2025 e il 2026.
Ci sono poi altre domande: non si ritiene più utile lavorare con ANAS a un casello Asti Ovest? Si sta lavorando per un casello autostradale nei pressi dell'ospedale? E se, vista l'urgenza di ridurre il traffico, non si ritenga più utile prendere in considerazione opere viarie più leggere.
Devo dire che tutte queste soluzioni, che hanno una loro bontà nel passato (penso al casello sull'ospedale Cardinal Massaia), oggi la vedo molto complicata dal punto di vista tecnico, essendo una zona antropizzata con molte case: il giorno dopo in cui dovessimo proporre una cosa del genere avremmo molti più movimenti contrari di quelli che ci sono oggi.
C'è una grande maggioranza di persone che quell'opera la vuole, la desidera e l'aspetta da molti anni e quindi, tutte le alternative proposte nell'interrogazione oggi sarebbero parziali e non risolverebbero il problema strutturalmente.
Pertanto, pur avendole valutate, non sono sul tavolo di lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola alla Consigliera Ravinale per una replica.



RAVINALE Alice

Grazie, Presidente; grazie, Assessore, anche se purtroppo le risposte che ci dà ci destano preoccupazione.
Riteniamo che un'opera di questo genere, che ha cominciato a essere discussa ormai decenni fa, oggi davvero non risponda più alle esigenze del territorio. Nell'interrogazione abbiamo citato il numero di veicoli stimati l'ora: stiamo parlando di carichi davvero molto leggeri e sappiamo che più si costruiscono strade, più si aumenta il traffico veicolare.
Questo è un qualcosa che in questa fase dovremmo evitare, non favorire. Ci spaventa e ci preoccupa il fatto che la Regione, con grande convinzione pensi sia opportuno stanziare 190 milioni di euro per costruire un'opera infrastrutturale di viabilità come questa quando, sul trasporto pubblico di questa Regione, i finanziamenti rimangono al palo.
La scorsa settimana abbiamo avuto proprio una Commissione sui finanziamenti che mancano per il completamento della Metro 1 a Torino e per la costruzione della Metro 2.
Stiamo parlando di aree diverse e potrei fare esempi relati a linee ferroviarie che riguardano direttamente Asti, come la linea Chivasso-Asti per esempio, però crediamo che la priorità di intervento individuato e le risorse che si ipotizza di mettere a disposizione di un'opera di questo genere, che tendenzialmente aumenterà il traffico, avranno un impatto ambientale e produttivo significativo. Non dimentichiamo che stiamo parlando di un'opera che azzererà aziende agricole e allevamenti che insistono sul tracciato giallo di cui lei stava parlando, che quindi saranno costretti a chiudere.
Lei parlava di 18 mesi come tempo per lo studio di fattibilità; riteniamo che in una corretta gestione della viabilità a tutto tondo, in una regione che proprio oggi si trova a discutere del Piano di qualità dell'aria, non siano queste le opere a cui bisognerebbe dare priorità.
La ringrazio comunque per la risposta e continueremo a tenerci informati sull'evoluzione di un'opera che riteniamo francamente superata dalle esigenze e dall'attualità dello stato delle cose, assolutamente non al passo con gli interventi di programmazione della viabilità regionale che oggi si dovrebbero fare per contrastare la crisi climatica e implementare mezzi di mobilità differenti dal trasporto su gomma, tanto più dal trasporto privato.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 109 presentata da Avetta, inerente a "Chivasso lavori FS" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
109, il Consigliere Avetta chiede risposta scritta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 111 presentata da Pompeo, inerente a "Motivazioni della mancata fermata dei treni regionali veloci a Trofarello"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 111.
Ricordo che l'interrogante ha facoltà di illustrare l'interrogazione per due minuti a cui segue la risposta della Giunta regionale per tre minuti.
Non è prevista replica.
La parola alla Consigliera Pompeo per l'illustrazione.



POMPEO Laura

Buongiorno, Assessore; buongiorno a tutti e a tutte.
Ho presentato questa interrogazione per capire come mai ormai da alcuni anni è stata soppressa la fermata dei treni veloci a Trofarello. Una fermata fondamentale e strategica per servire un bacino di circa 150 mila abitanti, in particolare per le necessità, oltre che di Trofarello, anche di Chieri, Pecetto, Cambiano, Santena, Moncalieri, Pino Torinese e dell'importante zona industriale tra Moncalieri e Trofarello.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore regionale

È dal 2012 che i servizi regionali sono organizzati con il servizio ferroviario metropolitano e con treni regionali che fanno tutte le fermate e treni regionali che sono classificati veloci.
Questo non è un problema solo nella stazione di Trofarello, ma anche di Moncalieri e di altre stazioni sulla linea Torino-Milano, ad esempio, o sulla linea Torino-Genova, dove il treno, essendo un regionale veloce, non si ferma.
In questo caso, l'interconnessione tra i due sistemi SFR e SFM avviene nelle stazioni principali che sono Porta Susa, Porta Nuova e Lingotto, in cui si può fare il cambio, e in alcune stazioni porta, come quelle di Carmagnola e di Chivasso.
La stazione di Trofarello, al momento, è integrata. Rispetto alle dimensioni del Comune (è corretta l'analisi che ha fatto la Consigliera rispetto a quel Comune) e al bacino che serve, è molto servita e molto integrata; infatti, è servita dalle SFM1, SFM4, SFM6 e SFM7.
I treni regionali veloci, invece, sono progettati per fermare solo nelle stazioni principali. Trofarello oggi è servita da 153 treni al giorno nei giorni feriali, che trasportano circa 1.770 passeggeri al giorno (dato di marzo). Il potenziamento che metteremo in campo con l'orario invernale di dicembre vedrà ulteriormente l'aggiunta di 16 treni al giorno sulla linea SFM1 (la canavesana, quella che va a Rivarolo).
Grazie a questa organizzazione, la stazione di Trofarello offre cinque treni all'ora nella direzione di Torino Lingotto e Torino Porta Susa; due treni all'ora per l'aeroporto, che diventeranno tre da dicembre 2024 grazie all'estensione della linea SFM6 (quella che parte da Asti). Con un viaggio di 8-11 minuti si può raggiungere la stazione di Lingotto che è come dicevo prima, una stazione principale in cui è possibile scambiare tutti i treni che vanno verso Alessandria e verso Genova.
In 15-18 minuti si può arrivare a Porta Susa per connettere i treni ad alta velocità e i regionali veloci per Milano e Aosta e in 11-12 minuti è possibile raggiungere Carmagnola per l'interscambio con i treni regionali veloci che vanno a Savona e Cuneo.
Al netto di questo scenario, che è così dal 2012, si sono accavallate tante amministrazioni e tante strutture tecniche di RFI e di Trenitalia. Le analisi attuali del nodo di Torino dal punto di vista ferroviario ci consentono di dire che è difficile modificare treni e minuti non tanto e non solo per il fatto che avremmo le lamentele di quei pendolari che viaggiano da Cuneo o da altre direttrici e che dovrebbero fare una fermata in più e perdere tre, quattro minuti, ma soprattutto avremmo una difficoltà di gestione nel nodo di Torino.
Sappiamo che i nodi urbani sono più congestionati e quindi ritoccare quell'orario, che è stato pensato con una sua logica, oggi porterebbe ulteriori disservizi su un sistema molto delicato - l'avete visto in questi giorni con i notevoli disagi che ci sono - che ne subirebbe altri, proprio per una programmazione che rischia di mandarlo in tilt.
I dati che ho elencato ci rappresentano come quel territorio sia molto importante per la regione e molto servito. Credo che questo sia la scelta che dovremmo portare avanti nei prossimi anni spiegando ragionevolmente perché quel collegamento è efficiente in questi termini e rischierebbe di non diventarlo con un collegamento diretto che potrebbe appagare la vista ma poi potrebbe allungare i tempi di percorrenza non solo di quei treni, ma di tutto il nodo di Torino.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione n. 93 presentata da Ravinale, inerente a "Tutela dei fiumi e Piano regionale di Tutela delle acque"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione ordinaria a risposta orale n. 93.
Ricordo che per le interrogazioni ordinarie non è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante. È prevista la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica dell'interrogante per altrettanti cinque minuti.
Do, quindi, la parola all'Assessore Marnati per la risposta.



MARNATI Matteo, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ci sono vari punti. Il primo è il rischio di infrazione a carico dello Stato italiano con possibili rilievi alle Regioni e alle Province autonome che non abbiano implementato la disciplina dei coefficienti correttivi per la transizione dal deflusso minimo vitale al deflusso ecologico.
La Regione Piemonte, a differenza della maggior parte delle Regioni italiane, ha implementato tale disciplina nel 2021. Materialmente, inoltre gli atti con i quali si concedono le deroghe rientrano nelle funzioni trasferite alle Amministrazioni provinciali che, in base alla legge regionale n. 44/2000, detengono le funzioni amministrative in materia di gestione del demanio idrico relativo alla utilizzazione delle acque.
Punto due. Il rischio di peggioramento per le specie animali o vegetali di particolare pregio correlato alle acque poteva con maggiore probabilità manifestarsi con le deroghe automatiche previste dal vecchio Regolamento del 2007 vigente, a prescindere dalle condizioni idrogeologiche e, dunque anche in condizioni ordinarie. Tali minori rilasci avvenivano senza nemmeno il ricorso a distanze, da parte delle autorità coincidenti e dunque senza particolari valutazioni preventive. Il Regolamento 14/2021 ha abolito questo stato delle cose. Attualmente i minori rilasci temporali si possono attuare solo in casi eccezionali e non prevedibili, al decorrere di certe condizioni di siccità, a livello generale di distretto e previa attestazione dell'Osservatorio di bacino dello stato di criticità meteorologica.
Inoltre, le autorità concedenti sono tenute a valutare, in caso di richieste di deroghe, che i concessionari abbiano messo in atto ogni misura preventiva volta a consentire un'ottimale gestione della risorsa. Inoltre ove necessario, le autorità concedenti sono tenute a interpellare gli enti gestori delle aree protette o della Rete Natura 2000.
Punto tre. La DGR del 3 settembre 2024 è un atto di mero recepimento delle indicazioni del Distretto del Po, per uniformare l'attività dei vari territori interessati, la maggioranza dei quali si basava e si basa sui valori soglia minimi leggermente inferiori a quelli scelti da Regione Piemonte con la disciplina previgente.
Precisato che i valori soglia minimi si possono raggiungere in condizioni di particolare criticità e sono tendenzialmente circoscritti a periodi limitati, non si ritiene, quindi, che l'atto amministrativo regionale possa originare conflitti, trattandosi, per l'appunto, di un semplice allineamento a livello di distretto. Trattandosi di un recepimento, non si è ritenuto di operare un ampio coinvolgimento di tutti gli stakeholder sul territorio regionale che, invero, si è operato in un lasso di tempo prolungato, attraverso la fase consultiva del Piano di tutela delle acque e sul Regolamento del 2021.
Punto 4. Il deflusso ecologico non è dimezzato. La Regione Piemonte, come poche altre del bacino padano, ha implementato il deflusso ecologico attraverso i coefficienti di modulazione, che non prevedono per nulla il dimezzamento dei valori in condizioni ordinarie. Non si vede la correlazione diretta tra il deflusso ecologico e la salute umana. Le acque per il consumo umano sono, anzi, un utilizzo della risorsa che tendenzialmente supera, nel caso di prelievi delle acque superficiali, la necessità di assicurare portate ecologiche. Prima della somministrazione a uso potabile, le acque prelevate sono trattate dal gestore del servizio idrico integrato, che risponde della qualità delle acque erogate, in applicazione delle norme sanitarie, sulle quali le ASL conducono gli opportuni controlli.
Va segnalato che, in Piemonte, la principale fonte di approvvigionamento a uso umano non è costituita da acque superficiali, ma da acque di falda profonda, sull'impiego delle quali per un consumo idropotabile il sistema delle competenze è quello sopra delineato.
Regione Piemonte promuove, a tutela dell'uso e anche per ridurre i rischi relativi alla qualità delle acque dedicate al consumo umano, diverse misure, tra le quali la definizione di apposite aree di salvaguardia su proposta dei vari EGATO e, sentite le Province, la realizzazione di acquedotti di valle, che portino per caduta, quindi senza costi energetici acque montane nei centri collocati in pianura.
Oltre alle misure di prevenzione del rischio sanitario, la Regione Piemonte, in casi di eccezionale e prolungata carenza, così com'è accaduto nel 2022, ha incaricato ARPA di effettuare un potenziamento delle campagne di monitoraggio ambientale nei fiumi e nei torrenti per prevenire situazioni di rischio per la salute umana e per le componenti ecologiche correlate alla carenza di portate e all'aumento di temperature.
Punto n. 5. Allo scopo di prevenire l'insorgere di problematiche, il comparto agricolo viene spinto a porre in essere tutte le possibili strategie di risparmio idrico: contenimento delle perdite, eliminazione degli sprechi, miglioramento gestionale, nonché l'utilizzo solidale della poca risorsa disponibile fra gli utilizzatori di monte e di quelli di valle mediante appositi Piani di riparto.
Si coglie l'occasione per precisare che la citata deliberazione n. 136 del 3 settembre 2024 non modifica in alcun modo la previgente condizione, in base alla quale, in condizioni di siccità si attui parallelamente la riduzione dei rilasci e anche la riduzione dei prelievi. L'Assessorato all'agricoltura attua specifiche policy e incentivazioni votate dal miglioramento, ammodernamento ed efficientamento del comparto.
Punto n. 6 e ultimo. Un canale artificiale può potenzialmente essere messo in asciutta dal gestore attraverso operazioni meccaniche sugli organi di presa e regolazione. Al contrario, fiumi non possono essere materialmente messi in asciutta.
Regione Piemonte considera il reticolo naturale di acque superficiali come un sistema dinamico dove la geometria dell'alveo, le portate, i sedimenti le componenti eco-sistemiche e gli habitat continuano a variare anche per effetto dei flussi iporreici e scambi con la falda, proprio in considerazione della maggiore esposizione a rischi climatici.
Regione Piemonte da tempo promuove azioni di riqualificazione dei fiumi e delle fasce ripariali, che concretizza con importanti investimenti su tutto il territorio in un'ottica di integrazione delle politiche e di coinvolgimento delle comunità locali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ravinale, per la replica.



RAVINALE Alice

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta e anche per quanto si dica attento alla questione della tutela dei fiumi.
Noi crediamo che questo sistema di deroghe, per quanto modificato dalla recente deliberazione, comporti comunque dei problemi, anche perché le politiche, come l'Assessore sa perfettamente, per prevenire eventi siccitosi e tutelare la riserva idrica della nostra regione e del nostro territorio vanno fatte per tempo e non soltanto nei momenti di massima siccità.
Veniamo da un periodo in cui non è stato questo il problema, ma sappiamo quanto successe, invece, nel 2022, quanto il nostro territorio fu messo in difficoltà da eventi purtroppo sempre più consueti di questo genere.
Quindi, prendiamo atto della risposta.
Approfondiremo anche quanto ci è stato oggi detto, evidentemente, in un quadro complessivo in cui, appunto, la tutela del territorio, dei fiumi e dei torrenti del nostro territorio è questione cruciale in epoca di crisi climatica nella quale siamo.
Pertanto, è fondamentale che, anche qui, le abitudini e l'utilizzo delle risorse vengano gestite in maniera innanzitutto rispondente al tema della mitigazione e della resistenza agli eventi avversi della crisi climatica che deve essere prioritaria per la nostra Regione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.
Tra un minuto avrà luogo la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata; un minuto che permetterà a tutte le colleghe e i colleghi eventualmente, di indossare la giacca in vista della riapertura del Consiglio.



(Alle ore 14.37 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(I lavori proseguono alle ore 14.39 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
Su incarico del Presidente Davide Nicco, dichiaro aperta la sessione di trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà, anche in accoglimento delle richieste della Giunta regionale sulle disponibilità degli Assessori, a rispondere alle interrogazioni a risposta immediata.
Se i colleghi sono d'accordo, darei per letto l'elenco delle interrogazioni e passerei subito alla prima interrogazione a risposta immediata.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 155 presentata da Sacchetto inerente a "Disservizi sulle linee ferroviarie cuneesi"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 155.
L'interrogazione a risposta immediata viene data per illustrata dal proponente.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere.
Il tema è all'ordine del giorno, non solo per le linee cuneesi e piemontesi, ma per quelle italiane.
Il contesto è il PNRR, che ha modificato, incentivato e cantierizzato molti lavori sulle linee ferroviarie italiane. Purtroppo, come avviene in tutti i cantieri, anche quelli stradali, quando ci sono cantieri aperti i disagi si percepiscono e si riflettono sull'utenza. È evidente che le problematiche del trasporto piemontese sono particolarmente pressanti, tant'è che da un mese e mezzo abbiamo iniziato un dialogo settimanale con le associazioni di pendolari di due linee, che sono quelle più martoriate.
Oggi arriviamo da un incontro con i vertici di Trenitalia-RFI, in cui ho chiesto di incontrare tutti i comitati pendolari del Piemonte, per rendersi conto di cosa sta succedendo, per analizzare le criticità (è stato fatto abbondantemente in questi mesi), ma, soprattutto, per dare una prospettiva di risoluzione dei problemi.
Pur essendo consapevoli che il PNRR per le infrastrutture e gli investimenti della Regione ci hanno portato due contratti di servizio e 71 treni nuovi contrattualizzati, di cui 45 già in servizio, quindi prospettive concrete e addirittura tangibili, non basta se poi, su alcune linee, tutti i giorni non abbiamo la certezza di prendere un treno o che questo non arrivi puntuale.
Il costante monitoraggio ci ha consentito di analizzare alcune problematiche: in Piemonte, questi lavori hanno comportato tanti rallentamenti. Proprio in questi minuti abbiamo appreso che tre di questi rallentamenti sono andati via nei giorni scorsi e altri tre andranno via nel mese di dicembre. Sono rallentamenti importanti perché consentono di recuperare (penso a quello per l'aeroporto, non strettamente collegato al Cuneese, ma influisce sul nodo di Torino e quindi, a cascata, su tutte le linee piemontesi) e di limitare un rallentamento, che oggi è di un chilometro e 30 all'ora, ma può diventare solo più di 100 metri.
Questo vuole dire recuperare un minuto ed è importante, essendoci due treni all'ora in andata e ritorno. Capite quanto influenza e quanta capacità c'è di influenzare questo nodo.
Poi ci sono investimenti che hanno tardato a essere messi in campo perch le imprese ferroviarie non sono tante e la progettualità di RFI nemmeno con contratti di programma slittati nel tempo: penso a Porta Susa-Porta Nuova, un passante che collegherà direttamente le due stazioni restituendoci due binari nuovi nel nodo di Torino che renderanno più facile gestire il traffico.
Per quanto riguarda le linee cuneesi, pur essendoci la buona notizia dell'apertura, a gennaio del prossimo anno, del collegamento Cuneo-Saluzzo Savigliano con il vettore Arena, dobbiamo ulteriormente analizzare le fattispecie. Sono abbastanza semplici: sulla Torino-Savona, che passa da Fossano, c'è stato un problema di dissesto idrogeologico che sta per essere risolto. Le linee Alba e Bra con l'aeroporto sono monitorate quotidianamente e hanno scontato il fatto che sull'aeroporto le ex linee GTT non hanno visto per molti mesi e per molti anni un'implementazione infrastrutturale non per colpa di qualcuno, ma a causa del fatto che GTT avrebbe lasciato l'infrastruttura in gestione a RFI, quindi ha smesso di investire, come era logico che fosse, e noi stiamo cercando di recuperare.
Tutto sottende a una decisione di qualche anno fa, quando abbiamo chiesto a RFI di aprire direttamente l'esercizio e non aspettare l'esaurimento dei lavori. Questo avrebbe voluto dire due anni di blocco della linea ferroviaria, due anni di bus e di mezzi su gomma in giro per le Valli di Lanzo e per l'aeroporto, ragion per cui abbiamo preferito gettare il cuore oltre l'ostacolo tutti insieme e far partire il servizio, sapendo che le condizioni erano molto in precario equilibrio.
Oggi stiamo cercando di correggere il tiro, lo dobbiamo a tutti i pendolari che tutte le mattine, comunque, decidono di affidare le loro vite lavorative, studentesche o turistiche al servizio ferroviario e che ci dimostrano, anche per i dati dell'utenza, che continuano a essere in crescita. Questo è un grosso stimolo che ci ha consentito di aprire due linee ferroviarie l'anno scorso e la terza a gennaio, dopo che erano sospese da 12 anni, e che ci consentirà certamente di superare questo momento di crisi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazione a risposta immediata n. 161 presentata da Canalis, inerente a "Aumenti della quota sanitaria sui posti letto delle strutture residenziali sanitarie e sociosanitarie piemontesi convenzionate con il Servizio Sanitario Regionale: a che punto è l'attuazione della DGR 38 8654/2024/XI del 27-05-2024?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
161.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione molto attesa dai numerosissimi lavoratori e gestori di strutture residenziali, sanitarie e sociosanitarie del Piemonte.
Parliamo di strutture che ospitano persone anziane non autosufficienti persone con disabilità, minori, persone con problemi di dipendenza o con problemi di salute mentale. Una platea molto vasta, più di 50 mila persone che sono seguite da più di 35 mila lavoratori in Piemonte.
Negli ultimi mesi sono avvenuti molti cambiamenti per quanto riguarda la gestione di queste strutture residenziali. Innanzitutto l'aggiornamento del contratto delle cooperative, che ha visto un aumento delle retribuzioni dei lavoratori adesso soggetti; un aggiornamento che anche era atteso da tempo visti i cambiamenti inflattivi e che, naturalmente, ha comportato anche maggiori costi per la gestione delle strutture residenziali.
Per questa ragione, e anche per altre modalità di aggiornamento assistenziale, nel mese di febbraio la precedente Giunta regionale ha siglato un patto per il welfare, coinvolgendo i diversi attori che sono toccati da questa materia. In seguito, pochi giorni prima delle elezioni dell'8 e 9 giugno scorsi, la giunta Cirio il 27 maggio ha emesso una delibera di Giunta regionale, la n. 38, con la quale è stato stabilito un aumento della sola quota sanitaria delle rette delle strutture residenziali sanitarie e sociosanitarie che ho descritto poco fa. Un aumento del 3,5 della quota sanitaria per l'anno 2024 che rende necessaria una copertura di 18 milioni di euro, attinti esclusivamente dai trasferimenti fatti dalla Regione alle diverse ASL piemontesi, attraverso il fondo sanitario regionale.
Questo momento, che era molto atteso non solo dalla parte datoriale, ma anche dalla parte sindacale perché rende, in qualche maniera, possibile l'effettiva realizzazione dell'aumento delle retribuzioni, perlomeno dei lavoratori coperti dal contratto delle cooperative, a oggi ci risulta essere stato applicato in maniera del tutto disomogenea dalle ASL piemontesi. Un'applicazione a macchia di leopardo, che rischia di rendere il provvedimento - mi consenta, Assessore - pre-elettorale del 27 maggio scorso vacuo, non effettivamente reale.
Dal momento che sulla carta quel provvedimento non ha visto la contrarietà del Partito Democratico, ci chiediamo oggi, a distanza di qualche mese spero che sia anche apprezzato che chiediamo conto di questa applicazione non proprio a due o tre mesi dall'avvio della legislatura, ma avendo considerato il tempo necessario per l'insediamento delle diverse articolazioni territoriali della sanità di organizzarsi - chiediamo come mai questa applicazione non sia omogenea e chiediamo, in particolare, quali azioni la Giunta intenda porre in essere per rendere quanto compreso nella DGR n. 38 del 27 maggio organico, lineare e uguale in tutti i territori del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vignale per la risposta.



VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Come ricordava la Consigliera Canalis, con la DGR 38-8654 si è concretamente riconosciuto un aumento del 3,5% della quota sanitaria per le rette giornaliere dei servizi residenziali rivolti agli anziani, ai disabili, alle persone con problemi di dipendenza e salute mentale, ai minori, cioè tutto il sistema della residenzialità piemontese.
Per compensare gli incrementi salariali dei lavoratori del sistema sanitario e sociosanitario impegnati nelle strutture residenziali l'aumento al 3,5%, sebbene approvato il 27 maggio 2024, ha dispiegato i suoi effetti retroattivamente a partire dal 1° gennaio, anche per gli ospiti già inseriti a quella data.
Dai monitoraggi che, a partire dal mese di giugno, la Direzione Sanità ha effettuato con regolarità, la suddetta DGR 38 risulta applicata in maniera omogenea da tutte le 12 Aziende Sanitarie Locali, segnando, a parità di inserimenti rispetto al 2023, un incremento di spesa pari a 19 milioni di euro, per i servizi ospitati all'interno dei nuclei RSA.
Ricordo ancora (e non lo trova nella risposta) che l'incremento di spesa che vi è stato sui servizi residenziali corrisponde a molte decine di milioni di euro, cioè nel 2021 si è ritornati alla spesa pre-Covid (267 milioni), nel 2022 si sono superati i 280 milioni, per superare nel 2023 i 300 milioni e quest'anno andremo oltre i 320.
Questo dimostra che vi sono due aspetti importanti: un incremento salariale, ma anche un incremento del numero di persone presenti all'interno delle strutture. Il dato di aprile 2021 - lo cito perché è stato uno dei momenti peggiori rispetto al momento della pandemia - sulle strutture per anziani era di 27 mila persone presenti, mentre oggi superiamo le 40 mila persone.
Dopodiché è evidente che quando si ha un incremento salariale nel triennio che supera quasi il 10%, è difficile sostenere per le Amministrazioni questo dato. Non riguarda solo la nostra Amministrazione regionale, ma riguarda anche gli enti gestori.


Argomento: Acque minerali e termali - Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione a risposta immediata n. 156 presentata da Salizzoni inerente a "Qualità dell'acqua destinata al consumo umano in Piemonte: quali misure e strategie contro una possibile contaminazione da Cloronitramide (CNA)?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
156.
La parola al Consigliere Salizzoni per l'illustrazione.



SALIZZONI Mauro

Considerato che la prestigiosa rivista "Science" ha pubblicato recentemente (in novembre) uno studio internazionale sulla presenza nelle acque potabili di un composto mai ritrovato precedentemente, vale a dire la cloronitramide, come sottoprodotto della reazione con l'acqua di un disinfettante, la clorammina.
Valutato che la sostanza tossica è nota da tempo come essere anche cancerogena per la sua forte somiglianza con altre sostanze oncogene, ma non era mai stata cercata nelle acque potabili e non sono ancora stati studiati gli effetti sulla salute umana derivanti da una sua esposizione prolungata, chiedo all'Assessore competente per sapere quali provvedimenti intenda assumere per rassicurare i cittadini piemontesi sul fatto che la cloronitramide venga comunque cercata nelle analisi delle acque potabili.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vignale per la risposta.



VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere.
Il composto chimico trovato nell'acqua potabile denominato "anione cloronitrammide" è una molecola che si forma dalla degradazione delle mono ediclorammine aggiunte all'acqua potabile per assicurare l'assenza di batteri patogeni.
Al momento, non vi sono studi che evidenzino rischi collegati alla presenza di queste sostanze nell'acqua potabile e la sua ricerca non è contemplata come parametro dal decreto legislativo del 23 febbraio 2023, n. 18.
L'utilizzo delle clorammine per la disinfezione dell'acqua è una pratica comunemente adottata negli Stati Uniti e in diversi paesi, ma non così diffusa in Europa.
Fermo quanto sopra, la Regione ha comunque attivato, in collaborazione con il Settore della Direzione Ambiente competente, un'indagine per verificare quali siano le modalità di potabilizzazione dell'acqua utilizzate dai gestori in Piemonte, i cui risultati saranno disponibili nei prossimi giorni, ma è sin d'ora ragionevole ipotizzare che, se il gestore, ai fini disinfettanti, utilizza derivati del cloro diversi dalle clorammine, non avremmo formazioni di cloronitramide.
In ogni caso e in generale per quanto riguarda le adozioni adottate per la tutela delle acque potabili, vengono annualmente processati dalle ASL oltre 17 mila campioni di acqua, inviati per le analisi ai laboratori dell'ARPA Piemonte, cui si aggiungono altrettante analisi effettuate in autocontrollo dai gestori idropotabili.
Inoltre, con la deliberazione n. 23 del 3 giugno 2024 e con la determinazione dirigenziale n. 388 del 10 giugno, è stato attivato un piano di monitoraggio per la ricerca dei PFAS nelle acque potabili, sia presso le sole fonti, sia sui punti di erogazione.
Ciò avviene in collaborazione tra i gestori idropotabili, le ASL e l'ARPA così anticipando sul territorio regionale l'entrata in vigore di questa tipologia di controlli previsti dalla normativa nazionale e comunitaria per il gennaio 2026.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione a risposta immediata n. 157 presentata da Ravello, inerente a "Realizzazione del bacino di laminazione del rio Fossasso nel Comune di Montanaro. Come contemperare la sicurezza idrogeologica alla tutela della falda?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
157.
Il Consigliere Ravello dà per illustrata l'interrogazione a risposta immediata da lui presentata.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Grazie, Consigliere Ravello.
Con determinazione dirigenziale del Settore Tecnico Regionale delle Direzioni Opere Pubbliche n. 1313 del 20 giugno 2024, si è conclusa la fase di verifica di assoggettabilità alla procedura di VIA inerente al progetto in argomento con l'assoggettamento del progetto medesimo alla fase di valutazione di impatto ambientale.
Tale determinazione contiene tutti i contributi forniti dai soggetti coinvolti nell'istruttoria, in particolare in sede di organo tecnico regionale costituito da alcune direzioni regionali, con il supporto tecnico scientifico dell'ARPA-Piemonte in sede di Conferenza di Servizi.
Nel corso dell'istruttoria sono emerse diverse criticità di natura ambientale, tra cui quelle riguardanti la sicurezza idraulica e idrogeologica. Il progetto esaminato non ha definito in maniera adeguata alcuni elementi di natura idraulica legati al bacino di laminazione (portata in arrivo, volumi di scavo, volumi di acqua da invasare) e le interferenze con la falda acquifera presente nell'area di intervento (soggiacenza rispetto alle quote di scavo del bacino, Possibili fonti di contaminazione, caratterizzazione chimica delle acque del rio).
Pertanto, la determinazione sopra citata, tenendo conto sia delle criticità su elencate sia quelle di altra natura (tempi di realizzazione, gestione di materiali estratti, viabilità, eccetera), rimanda l'approfondimento e la risoluzione delle medesime alla successiva fase di valutazione di impatto ambientale.
Per tale fase, il Comune di Montanaro dovrà produrre, supportato dai professionisti che verranno incaricati, tutta la documentazione progettuale richiamate dal Codice dei contratti pubblici vigente per il livello di progettazione di fattibilità tecnico-economica.
In particolare, dovrà essere redatto lo studio di impatto ambientale che analizzerà gli effetti significativi del progetto sull'ambiente, con tutte le indagini e gli accertamenti comprensivi di quelle richieste in merito all'interferenza con la falda esistente, che è uno dei più importanti.
Lo stesso studio di impatto ambientale doveva prendere in considerazione diverse soluzioni alternative, individuando quella maggiormente compatibile dal punto di vista ambientale e indicare, infine, gli accorgimenti tecnici necessari a mitigare gli effetti negativi.
Successivamente allo svolgimento di tale livello di progettazione, il Comune attiverà la fase di valutazione ambientale con il coinvolgimento delle Direzioni regionali competenti al fine del giudizio di compatibilità ambientale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 158 presentata da Marro, inerente a "Azioni previste dalla Giunta per evitare la chiusura dello stabilimento Diageo di Santa Vittoria d'Alba"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
158.
La parola alla Consigliera Marro per l'illustrazione.



MARRO Giulia

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda un'azienda in provincia di Cuneo, a Santa Vittoria d'Alba, l'azienda Diageo, che ha deciso di chiudere entro giugno del 2026, con il licenziamento di 349 dipendenti tra operai, quadri e persone assunte tramite contratti di appalto. Parliamo di una multinazionale che ha un fatturato globale che sfiora i 28 miliardi di dollari e un utile netto di quasi quattro miliardi. Si sta parlando dell'unica chiusura prevista in Italia.
Ritengo che non sia soltanto una questione economica. Sono andata al presidio organizzato dai sindacati la scorsa settimana davanti alla Diageo e lavoratori che lavorano lì da quarant'anni hanno effettivamente sentito negli ultimi anni, rispetto alla loro condizione lavorativa, un grande cambiamento da quando l'azienda è diventata una multinazionale.
Non si tratta di una delle tante aziende sul territorio: è un'azienda che ha avuto un riconoscimento molto importante (ricordo che ha anche cantine storiche, le cantine di Cinzano) e un'intera comunità vi si è costruita attorno. Lo consideriamo un tradimento sia verso i lavoratori e le lavoratrici che per anni hanno lavorato per il successo di questo brand sia verso l'intero territorio, che ha legato a questa azienda la propria identità.
La chiusura dello stabilimento evidenzia ancora una volta le falle di un sistema economico che permette alle multinazionali di anteporre il profitto economico alle esigenze delle persone che vi lavorano.
Chiediamo alla Regione di impegnarsi e di non porsi soltanto in facciata preoccupata della questione. Chiedo alla Regione di prendersi carico della tematica e chiedo alla Giunta, al Presidente Cirio e all'Assessore presente quali azioni concrete intendano intraprendere in collaborazione con il Governo e le Istituzioni europee per scongiurare la chiusura dello stabilimento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
La parola all'Assessore Vignale per la risposta.



VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale

Grazie, Presidente; grazie, Consigliera.
In merito alla situazione di Diageo, la Regione ha immediatamente istituito un tavolo coordinato dal Presidente, di cui fanno parte la Provincia di Cuneo, i Comuni di Santa Vittoria d'Alba, Alba, Bra e i rappresentanti dell'azienda unitamente a Confindustria Cuneo. Un primo incontro si è svolto alla presenza dei rappresentanti dell'azienda lo scorso 29 novembre: la decisione di chiudere lo stabilimento a giugno 2026 è stata comunicata come irrevocabile. È stato risposto che per il Piemonte e per il territorio questa posizione è altrettanto irricevibile.
Durante l'incontro, infatti, non sono emerse motivazioni legate alla produttività del sito di Santa Vittoria d'Alba, né delle sue performance che, anzi, sono state riconosciute dall'azienda, ancora recentemente, come efficienti e di qualità. Se, infatti, lo stabilimento è sostenibile, non si può accettarne la chiusura, perché il profitto è giusto, ma solo nel rispetto delle persone e del loro lavoro.
La decisione di chiudere risulta quindi, come dicevo, irricevibile e inspiegabile e per questo è stato chiesto di incontrare il prima possibile i vertici della multinazionale per entrare nel merito delle motivazioni.
Come il territorio compatto ha affrontato la crisi della Diageo nel 2017 arrivando a un esito positivo, allo stesso modo ora si è determinati a fare fronte comune per evitare la chiusura e garantire la continuità produttiva dello stabilimento e dei 349 posti di lavoro. Per questo è stato richiesto un nuovo incontro con i vertici internazionali dell'azienda che si svolgerà il prossimo 10 dicembre.
Fin dal giorno in cui l'azienda ha comunicato la sua decisione, la Regione è stata in contatto diretto e costante con il Ministro Urso, che segue con attenzione l'evolversi della vicenda.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento:

Interrogazione a risposta immediata n. 159 presentata da Unia, inerente a "Quel pasticciaccio brutto sulla Cuneo-Ventimiglia"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
159.
La parola al Consigliere Unia per l'illustrazione.



UNIA Alberto

Nell'interrogazione in oggetto facciamo riferimento alla linea Cuneo Ventimiglia, una delle arterie fondamentali dei trasporti per l'intera regione. Gli episodi a cui mi riferisco si sono verificati il 27 e il 28 novembre e sono emblematici di una situazione non tollerabile: treni soppressi senza preavviso, informazioni carenti, un disagio che ha messo a dura prova i viaggiatori, alcuni dei quali sono stati costretti a soluzioni di emergenza, come passare una notte in albergo o, addirittura, a percorrere a piedi il tunnel del Tenda. Parliamo di famiglie con bambini pendolari e persone che si affidano a questo servizio per necessità quotidiane.
È evidente che la situazione non può essere affrontata sempre con palliativi, ma occorre una risposta chiara e immediata da parte della Giunta.
Chiediamo alla Giunta quali azioni intenda intraprendere per garantire la regolarità del servizio ferroviario e assicurare dignità e sicurezza ai viaggiatori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Quando ho letto il titolo dell'interrogazione pensavo che il Consigliere si riferisse alla situazione di cinque anni fa, ma probabilmente non è stato aggiornato puntualmente su quello che è stato fatto in questi cinque anni (mi permetto di ironizzare, vista la confidenza che c'è con il Consigliere Unia).
Su questa linea cinque anni fa c'erano due coppie di treni e non c'era la tempesta Alex e nessun motivo per cui fosse necessario implementare il servizio. Dalla primavera scorsa abbiamo messo a regime quattro coppie di treni, il doppio di quelli che viaggiavano prima e questo è quello che abbiamo programmato con tutte le difficoltà.
Nel periodo di intermezzo dalla tempesta Alex al 2024, per i periodi invernali, abbiamo messo a disposizione un servizio di navette Tenda-Limone per gestire soprattutto i lavoratori dell'ospedale di Tenda e i transfrontalieri.
I problemi sono dovuti soprattutto alla componente francese, cioè ai tanti scioperi che ci sono stati e a una serie di guasti in territorio francese.
Quando prima ho risposto all'interrogazione del Consigliere Sacchetto rispetto ai disagi, non ho volutamente citato la Cuneo-Ventimiglia perché è una di quelle linee ferroviarie su cui abbiamo poche responsabilità. Parlo anche a livello di Stato italiano, di gestori delle infrastrutture e di gestore del servizio, perché siamo quelli che hanno messo i soldi per il servizio da soli, un servizio che è internazionale, che va in Francia e poi in Liguria, che abbiamo raddoppiato e su cui abbiamo messo le navette quando non c'era nessun tipo di collegamento, anche stradale, anche per i francesi.
Oggi scontiamo una situazione che, seppure lo sciopero sia un diritto costituzionalmente sancito sia in Italia sia in Francia, penalizza molto gli italiani e i continui scioperi del gestore dell'infrastruttura non ci consentono di fare altro.
Oltretutto le tante proposte dei pendolari che avevano giustamente immaginato di consentire un trasbordo fino al confine francese, quindi fino a Vievola, per poi salire su un pullman nel momento in cui quei disservizi all'infrastruttura fossero, come sono, permanenti e costanti, non sono attuabili perché quando mettiamo un piede in Francia e siamo già in territorio francese, non riusciamo neanche arrivare con il treno fino a Vievola perché il gestore dell'infrastruttura cambia.
Questa è una situazione che abbiamo chiesto di attenzionare ai massimi livelli. Il 16 dicembre ci sarà una CIG che avrà come cuore l'infrastruttura stradale e la riapertura del tunnel di Tenda e in cui riproporremo questo tema, che è molto delicato perché affronta uno dei diritti costituzionalmente sanciti che è il diritto alla libertà di sciopero e di manifestare e che sta mettendo in difficoltà gli utenti.
Quello che abbiamo chiesto e continuiamo a ripetere è che non possiamo sapere dello sciopero il giorno stesso in cui avviene, perché la gente deve organizzarsi per andare a lavorare e deve sapere quello che può o non pu fare per non trovarsi in certe condizioni.
Ringrazio il Consigliere per la segnalazione, ma è una situazione che conosciamo bene. Purtroppo i margini d'azione sono limitati, se non quelli di interrogare in sede di CIG e sensibilizzare le autorità francesi sulla necessità di un miglioramento nella comunicazione relativa agli scioperi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Gabusi.


Argomento: Opere pubbliche

Interrogazione a risposta immediata n. 160 presentata da Avetta, inerente a "Situazione ponti piemontesi. A che punto siamo?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
160.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente, e grazie, Assessore, per la risposta che ci vorrà dare.
Il tema è noto e l'Assessore lo conosce bene: 32 ponti in Piemonte, 135 milioni di euro di cui 66, mi auguro, investiti in Città metropolitana di Torino. Tra questi, in particolare, è stata affidata alla struttura tecnica della Città metropolitana la progettazione della cosiddetta variante al Ponte Preti sulla Statale 565.
Difficoltà progettuali note, perché si tratta di passare poi le infrastrutture quando saranno realizzate da ANAS, che ha evidenziato, anche legittimamente, degli obiettivi progettuali che si sono rivelati un po' diversi da quelli che Città metropolitana si aspettava.
Quindi, c'è stata qualche lungaggine e siamo arrivati a oggi con una situazione che conosciamo bene, cioè c'è il rischio che, se non si ottiene una proroga dei termini, che sono fissati al 31 dicembre 2024 dalla legge entrata in vigore l'8 agosto 2024, le risorse che sono oggi postate sulla realizzazione di queste infrastrutture vengano revocate dal Ministero e dal Governo. Di conseguenza, è necessario che ci si ponga tutti insieme l'obiettivo di ottenere questa proroga, per garantire il mantenimento delle risorse.
Qualche settimana fa l'Assessorato riferiva con un comunicato stampa che era stato proposto e fatto approvare un emendamento alla legge di bilancio 2025 che conteneva la proroga al 31-12-2025 dei termini per l'affidamento dei lavori. Sono poi arrivate altre notizie che non confermavano questa impostazione.
Con questa interrogazione riteniamo opportuno che la Giunta Cirio ci aggiorni sullo stato dell'arte. In particolare, ci riferiamo all'infrastruttura di Ivrea, ma potremmo fare una valutazione abbastanza simile per tutte le altre infrastrutture previste in quel decreto ponti perché sono tutte infrastrutture che, da un lato, non solo mettono in sicurezza la mobilità nel territorio della Città metropolitana e del Piemonte in generale, ma sono tutte infrastrutture anche legate alla capacità dei nostri territori di migliorare i propri servizi, di attrarre investimenti, di renderli più attrattivi anche dal punto di vista degli insediamenti imprenditoriali.
In particolare, le infrastrutture di Ivrea collegano il Canavese orientale con il Canavese occidentale e sappiamo bene che, da un lato, c'è l'area dello stampaggio a caldo, dall'altro ci sono gli spin-off olivettiani quindi tutte questioni che conosciamo bene e che rendono fondamentale l'obiettivo di avere confermate queste risorse per progettare e realizzare queste infrastrutture.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere.
L'illustrazione sostanzialmente è corretta, quindi non la ripeterò. Dico due cose in più: quel decreto era del 2019, pubblicato a marzo 2020, e la scadenza era al 31 dicembre 2023, quindi è già stato prorogato di un anno.
Questo non vuol dire che non sia doveroso fare tutte le azioni per farlo prolungare di un altro anno.
L'altra piccola imprecisione che c'è nella relazione del Consigliere Avetta è che nel nostro comunicato stampa è scritto che abbiamo fatto approvare dalla Conferenza delle Regioni l'emendamento, perché non si è ancora svolta la Conferenza unificata, che è stata rimandata o, meglio, ne è stata chiesta la sospensione il 28 novembre (e sarà ricalendarizzata per il 18 dicembre) per l'espressione delle Regioni sulla Conferenza Unificata, ma quel documento approvato in sede di Conferenza sia di Commissione Trasporti sia di Conferenza delle Regioni è stato approvato all'unanimità da parte delle Regioni, quindi è parte del documento che proporremo al Governo rispetto agli emendamenti.
È vero che ci sono state altre notizie, nel senso che c'è stata l'espressione da parte del Ministro. È altrettanto vero che c'è una forza che è quella di Forza Italia, che ha presentato un altro emendamento e lo presenterà in quell'ordine di idee, cioè con l'idea di far slittare quel termine al 31-12-2025. È anche vero che non c'è solo la legge di bilancio ma ci sarà anche qui un decreto milleproroghe, che credo addirittura sia la sede più opportuna in cui trattare quell'argomento.
Con la premessa che ho fatto, cioè che non è una cosa che è arrivata ieri tutti dobbiamo fare delle riflessioni, senza dare colpe a nessuno, sulle nostre procedure molto articolate in fase di progettazione di Conferenza dei servizi autorizzativa, perché se oggi non siamo ancora arrivati non a realizzare l'opera ma a bandire la gara per realizzare l'opera, credo che tutti noi un discorso dovremmo farcelo, ripeto, senza dare colpe a nessuno.
Infatti, parliamo di quattro anni passati senza aver messo per terra un euro, se non di progettazione, di scritture tra enti e di prescrizioni di modalità operative.
Detto ciò, è altrettanto vero che togliere quelle risorse al Canavesano e al territorio piemontese per riassegnarli ad altri, proprio per il ragionamento che ho appena fatto, comporterebbe probabilmente non far spendere quelle risorse nel 2025, ma forse nel 2028-2029, perché chi vedrebbe riassegnate quelle risorse dovrebbe far partire da zero un iter che è quello che più o meno hanno fatto le Province e le Città metropolitane in questi anni.
Quindi, credo che sia opportuno, non tanto per, come dire, una stretta norma burocratica, ma per buon senso, prolungare ancora di un anno auspicandoci che tutte le opere che sono in cantiere in Piemonte e in Italia vengano messe a terra.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali

Interrogazione a risposta immediata n. 162 presentata da Ravinale, inerente a "Cosa intende fare la Regione Piemonte, nell'ambito e nei limiti delle proprie competenze, dopo il tavolo del 29 novembre durante il quale Poste Italiane ha confermato l'intenzione di portare avanti i provvedimenti di chiusura annunciati?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
162.
La parola alla Consigliera Ravinale per l'illustrazione.



RAVINALE Alice

Grazie, Presidente.
Prima parlavamo della decisione di AGEO, una S.p.A. privata, di chiudere e mettere a rischio una importante occupazione sul nostro territorio.
Adesso parliamo di un'altra S.p.A., che però si chiama Poste Italiane, che sarebbe partecipata dallo Stato e che si sta muovendo esattamente nello stesso modo, perché nel piano di razionalizzazione di posti ci sono i tagli di tutta una serie di uffici, tra cui cinque uffici sul territorio di Torino e due nel Novarese.
Come opposizioni (l'avevano chiesto i colleghi del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico), avevamo chiesto che la Regione facesse il suo su tale questione, perché è una problematica non solo per i lavoratori e le lavoratrici, ma innanzitutto per il servizio, anche di presidio sociale che svolge Poste.
È stato effettivamente convocato un tavolo che si è tenuto la scorsa settimana, in cui Poste è stata convocata dall'Assessore Bussalino, insieme alla Vicesindaca di Torino e al Sindaco di Novara. Peccato che da quel tavolo non sia emerso, ahimè, nulla di confortante, cosa che poi Poste ha ribadito anche la sera stessa in una partecipata Commissione che si è svolta nella Circoscrizione VII di Torino.
Mi ha stupito, quindi, il fatto che il comunicato stampa diffuso dalla Regione fosse un comunicato quasi positivo per il fatto che Poste abbia dato una minima apertura relativamente al fatto che potrebbero mettere dei bancomat, degli sportelli automatici e ampliare i punti LIS, cioè le tabaccherie dove si possono svolgere talune pratiche, che né noi e nemmeno chi si sta mobilitando in questa fase per salvaguardare quegli uffici soprattutto quelli più periferici, riteniamo sufficiente.
Pertanto, chiediamo se la Regione ritenga di aver fatto il suo e quindi prenda atto di quella che è la decisione di Poste Italiane, oppure, come auspichiamo, se tornerà in qualche modo alla carica, sia con Poste Italiane sia con il Governo italiano, che comunque Poste la controlla, per far sì che non si arrivi a questo ulteriore impoverimento di servizi sul territorio torinese e sul territorio novarese.
Confido che continui ad esserci una mobilitazione anche istituzionale per questa decisione che, ricordo, dovrebbe entrare in vigore a brevissimo perché la chiusura degli uffici oggi è prevista per il 16 dicembre; quindi bisogna fare qualcosa e in fretta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vignale per la risposta.



VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Grazie, Consigliera.
Come comunicato in risposta ad altre interrogazioni relative al piano di razionalizzazione della rete territoriale di Poste Italiane S.p.A. e dunque, relativamente alla volontà della medesima società di procedere alla chiusura di alcuni uffici postali situati nei Comuni di Torino e Novara, la Regione Piemonte non ha competenze dirette in materia e pertanto non può in alcun modo impartire indicazioni perentorie in merito alle decisioni che Poste intraprendere nell'ambito della pianificazione nella sua attività.
Tuttavia, come ribadito in sede delle suddette interrogazioni e successivamente alla nota, a mia firma, trasmessa in data 5 novembre alla Direzione generale di Poste Italiane, nonché durante il conseguente incontro del 29 novembre, la volontà dell'Assessorato scrivente e dell'Amministrazione è stata quella di garantire che le Amministrazioni locali e la Regione Piemonte siano pienamente coinvolte in simili decisioni di carattere strettamente territoriale, considerata l'importante ricaduta che si ha sulla popolazione coinvolta.
Come indicato nella presente interrogazione, nonostante la richiesta della Regione e delle Amministrazioni locali presenti di rivedere la decisione di chiudere gli sportelli, l'azienda ha confermato che tali provvedimenti rientrano nel Piano nazionale di razionalizzazione e che non possono essere modificati.
Di fronte a questa posizione, abbiamo richiesto e ottenuto da Poste di valutare su soluzioni alternative che possano conciliare le esigenze aziendali con quelle della cittadinanza: tra le proposte avanzate (e accolte) dalle istituzioni presenti vi è la creazione di punti di riferimento nelle zone interessate dalle chiusure, per garantire la continuità di servizi essenziali come il pagamento delle bollette e il prelievo di contante, in particolare nelle aree dove già si registrano carenze di servizi da parte di altri istituti di credito.
Poste Italiane ha accolto positivamente queste richieste, al fine di mantenere un dialogo costruttivo con le amministrazioni e si impegna a condividere tutte le soluzioni, tra le quali nuovi sportelli automatici Postamat, con tempi di attivazione brevi, e predisporre i "PuntoLIS" ovvero un punto di appoggio presso negozi di vicinato, come tabaccherie e farmacie, dove sarà possibile accedere ai servizi postali di base.
Durante il suddetto incontro, Poste Italiane ha voluto evidenziare che gli uffici interessati dalle chiusure erano i medesimi individuati nel precedente Piano di razionalizzazione del 2020 e che al tempo non erano stati chiusi unicamente per via dello scoppio della pandemia da Covid-19 poiché, al tempo, la politica di Poste era quella di garantire un servizio fisico dedicato ai cittadini, in un momento di così grande difficoltà.
Tuttavia, riportando quanto è emerso da Poste durante il Tavolo, poiché il trend dei suddetti uffici non è migliorato, l'azienda ha ritenuto di procedere alla loro chiusura nell'attuale Piano.
In conclusione, nello spirito di quanto emerso durante l'incontro del 29 novembre u.s., la Regione, che non ha il potere di sovvertire tali decisioni, seppure non condivise, ha sottolineato all'azienda l'importanza di un maggiore coinvolgimento delle Amministrazioni, nonché di una comunicazione più efficace e coinvolgente nei confronti della cittadinanza soprattutto in riferimento alle motivazioni alla base delle scelte aziendali e alla volontà di garantire ugualmente i servizi principali.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Alimentazione

Interrogazione a risposta immediata n. 164 presentata da Disabato, inerente a "Ritardi significativi nel rimborso dei buoni spesi dai celiaci presso i negozi convenzionati"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
164.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
La celiachia è una patologia che colpisce migliaia di cittadini piemontesi e non, la cui incidenza è in crescita e potrebbe essere anche sopra ogni stima, perché poi dobbiamo valutare anche tutti i casi non diagnosticati.
È una patologia che nel 2017 è stata tolta come malattia rara e inserita nei LEA, quindi la Regione se ne deve far carico.
Cosa fa, in particolare, la Regione? Fornisce un budget mensile per l'acquisto di prodotti alimentari concessi dal Sistema Sanitario Nazionale, spendibile in farmacie, negozi specializzati e supermercati che aderiscono alla convenzione, ovviamente per prodotti riconosciuti anche dal Ministero della Salute.
Per averne diritto è necessario certificare la patologia, recarsi all'ASL registrare l'esenzione e aderire al servizio. In questo modo, il plafond mensile personale viene associato alla tessera sanitaria e può essere utilizzato in tutti gli esercizi commerciali convenzionati.
Questa sarebbe la norma, invece cosa sta succedendo in Piemonte ormai da diverso tempo? Le ASL (ci sono arrivate diverse segnalazioni da parte dell'ASL-TO4 in particolare), stanno accumulando ritardi significativi nel rimborso dei buoni spesi dai celiaci presso i negozi convenzionati. Si tratta di una situazione che sta creando notevoli disagi agli esercenti, che anticipano le somme per garantire l'acquisto di alimenti specifici, ma non vengono rimborsati nei tempi stabiliti.
L'ASL-TO4, in particolare, da testimonianze raccolte, pare abbia dichiarato telefonicamente, ai negozianti che hanno chiesto chiarimenti sui tempi di emanazione del rimborso, che non ci sono i fondi disponibili e che il pagamento sarà effettuato più avanti.
Ora, a me non interessa verificare chi dica cosa, se l'ASL o gli esercenti.
Sappiamo che questo problema c'è e la Regione deve farsene carico, per cui visto che ormai i ritardi accumulati sono notevoli e il problema per i negozi sta diventando ingente, vorremmo sapere quali azioni concrete e immediate intende adottare la Giunta per risolvere questa situazione e garantire la puntualità nei rimborsi, tutelando i negozi convenzionati che stanno subendo gravi danni economici e ovviamente le persone che soffrono di celiachia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vignale per la risposta.



VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale

Grazie, Presidente; grazie, Consigliera Disabato.
Relativamente ai ritardi indicati nell'interrogazione relativi al rimborso dei buoni dei celiaci presso i negozi convenzionati, l'Amministrazione, a seguito dell'interrogazione, ha immediatamente interpellato l'ASL-TO4 che da comunicazione trasmessa, attesta che i pagamenti effettuati dai Distretti di Settimo Torinese e di Ivrea avvengono secondo le modalità ed i termini previsti dalla vigente normativa.
Con riguardo ai rimanenti Distretti delle Aziende Sanitarie Locali, è stata avviata una ricognizione urgente al fine di acquisire informazioni in merito ai tempi effettivi di pagamento e sarà cura dell'Assessorato fornire ulteriori informazioni non appena disponibili.
Avendoli richiesti nella giornata di ieri o recentemente, non appena arriverà una comunicazione rispetto agli altri distretti, sarà cura dell'Amministrazione trasferirglieli.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 165 presentata da Cera, inerente a "A tutela delle Comunità montane, il Norberto Rosa deve rimanere una autonomia scolastica"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
165.
La parola alla Consigliera Cera per l'illustrazione.



CERA Valentina

A partire dal caso del liceo Norberto Rosa di Susa e Bussoleno, si vuole portare l'attenzione sul tema del dimensionamento scolastico, che rischia di restringere il diritto allo studio.
Non dobbiamo considerare la scuola un costo ma, invece, per quello che è cioè il più grande investimento per il futuro del nostro Paese. Nessuno vuole negare il calo demografico che viviamo e che necessariamente avrà un impatto sul nostro sistema scolastico, ma un'impostazione che considera la scuola non per quello che è, cioè presidio di democrazia, un potentissimo ascensore sociale - pochi ne sono rimasti nella nostra società come la scuola - che può ridurre le disuguaglianze, il luogo principe nel quale si costruisce il futuro della società di questo Paese, non è, secondo noi, è un'impostazione corretta e da seguire.
In particolare, partendo dal caso del Norberto Rosa di Susa e di Bussoleno la rete scolastica è individuata annualmente dalla Regione Piemonte attraverso l'approvazione del Piano regionale di revisione del dimensionamento della rete scolastica. La legge 197 del 2022 fissa a 900 alunni, per quanto riguarda le scuole secondarie, la soglia minima per non subire accorpamenti o dimensionamenti. La stessa legge tratta con particolare attenzione il tema delle scuole nei Comuni montani e introduce tutta una serie di disposizioni che cercano di garantire, anche in quei luoghi, anche nelle aree più isolate e nelle aree montane, un servizio educativo efficiente. Le scuole situate nei Comuni montani possono essere esentate dalle soglie numeriche generali e tali scuole possono derogare al requisito delle 900 unità di numero di iscritti.
Il Comune di Bussoleno è, a tutti gli effetti, un Comune montano e il Norberto Rosa ha, a oggi, 914 iscritti e quindi si pone all'interno di qualunque soglia numerica individuata.
La Regione Piemonte, per di più con delibera del 2023, ha messo specifiche deroghe alla soglia dei 900 iscritti, riducendola fino a 400 per i Comuni montani. Con la stessa delibera ribadisce nei propri indirizzi l'importanza della consultazione dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane per raccogliere specifiche sulla situazione scolastica locale, in modo da assicurare che le decisioni sull'accorpamento e sulla chiusura delle scuole vengono prese tenendo conto delle peculiarità territoriali e delle necessità delle comunità.
La Città metropolitana di Torino, in questo caso, ha analizzato e valutato con il coinvolgimento degli attori territoriali, l'accorpamento tra l'Istituto Ferrari di Susa e il liceo Norberto Rosa di Susa e Bussoleno valutando negativamente l'ipotesi di unificazione.
Il Consiglio d'istituto del liceo Norberto Rosa ha, con delibera, espresso parere contrario; l'Unione Montana Val Susa ha espresso parere contrario all'accorpamento. Il 2 dicembre si è tenuta una partecipatissima manifestazione per provare a salvare il "Norberto Rosa" di Susa e Bussoleno.
D'altro canto, l'Ufficio Scolastico Regionale nella graduatoria per i dirigenti scolastici non pone quella sede come presente, come se l'accorpamento fosse già avvenuto e la conseguente soppressione fosse già avvenuta e non fosse più disponibile quel posto da dirigente scolastico.
Tutto ciò premesso, interroghiamo l'Assessore competente per sapere le logiche che determinano l'apparente volontà della Regione Piemonte di procedere, nonostante tutto, all'accorpamento dei due istituti, producendo un danno già manifesto e circostanziato da tutti gli attori del territorio.
È un danno in termini di qualità di diritto allo studio, di efficienza all'interno di un Comune montano.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vignale per la risposta.



VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale

Grazie, Presidente; grazie, Consigliera.
Premesso che non vi è nessuna intenzione né apparente né evidente da parte della Regione Piemonte di esprimere alcuna volontà di modifica degli interventi proposti nei piani provinciali sulle dirigenze scolastiche, si precisa che l'unificazione dell'IS-Ferrari e del Liceo Rosa di Susa non è stato inserito dalla Città metropolitana nel proprio piano. Pertanto, non sarà inserito nel Piano regionale per l'anno scolastico 2025-2026.
È altresì importante notare che, mentre il Liceo Rosa si è opposto all'ipotesi di unificazione, il Consiglio di istituto dell'IS-Ferrari ha deliberato favorevolmente. Questo è un approccio equilibrato che si sta portando avanti, con l'obiettivo di ottimizzare la rete scolastica e garantire una gestione efficiente e non penalizzare le scuole che svolgono un ruolo fondamentale sui nostri territori.
Gli interventi di dimensionamento, tra l'altro, come la Consigliera sa, non comportano la chiusura di scuole, ma un'ottimizzazione amministrativa e gestionale degli istituti coinvolti, con l'obiettivo di ridurre il fenomeno delle reggenze e garantire la presenza di un dirigente scolastico titolare e di un DSGA in modo esclusivo.
Le Regioni sono così responsabili della programmazione ed ottimizzazione della rete scolastica, assicurando, entro il 30 novembre di ogni anno - che peraltro viene poi assunto dal Consiglio - che il numero delle istituzioni scolastiche sia in linea con il contingente stabilizzato dal Ministero.
La legge n. 197/2022 non stabilisce in modo rigido che la soglia minima per l'accorpamento delle scuole sia fissata a 900; piuttosto prevede che, in concerto con il Ministero dell'Economia, vengano determinati i criteri per definire il contingente organico dei dirigenti scolastici ed i direttori dei servizi generali e amministrativi per ogni anno scolastico.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 166 presentata da Nallo, inerente a "Caos campagna vaccinazioni pediatriche e incontro Giunta regionale con esponenti dell'organizzazione sindacale dei Medici Pediatri di Famiglia"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 166.
La parola alla Consigliera Nallo per l'illustrazione.



NALLO Vittoria

Grazie, Presidente.
Faccio un passo indietro rispetto al question time di oggi per una dovuta premessa e rassicuro che rimarrò nei tempi previsti per l'illustrazione.
Oggi torno a fare un question time praticamente con lo stesso oggetto di una settimana fa.
Esattamente una settimana fa chiedevo conto all'Assessore Riboldi dell'organizzazione della campagna vaccinale pediatrica, ottenendo come risposta, e cito testualmente: "Non sono state registrate né criticità n ritardi nella relativa somministrazione". È ovvio che facevo riferimento a quell'organizzazione che dovrebbe permettere ai pediatri di svolgere il lavoro che è loro dovuto e che fanno ovviamente nell'interesse dei nostri bambini, consentendo di svolgere anche presso i loro ambulatori le vaccinazioni in età pediatrica.
Torno, quindi, su questo argomento non tanto per fare la stessa domanda, ma sperando di avere una nuova risposta, alla luce del fatto che, esattamente il giorno dopo del question time, lo scorso giovedì 28 novembre, lo stesso Assessore Riboldi e il Presidente Cirio hanno incontrato, proprio qui a Palazzo Lascaris, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei medici pediatri, immagino non per farsi gli auguri di Natale.
Pertanto, oggi sono qui a chiedere quale sia stato il motivo di questa convocazione e che cosa ci si sia detti all'interno di questo incontro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vignale per la risposta.



VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Come correttamente si ricordava, la Consigliera ha presentato un'interrogazione che è identica a quella della settimana precedente quindi evito di darle la risposta identica a quella della scorsa settimana ma intervengo sulla parte che è di suo interesse, che è la parte finale.
Il 29 novembre scorso vi è stato l'incontro, che lei citava, con le sigle sindacali, che hanno evidenziato ritardi e disfunzioni distributive.
Questo incontro è anche nato dalla necessità di avviare il potenziamento di un monitoraggio presso le Aziende sanitarie per individuare le criticità e superare le problematiche.
Visto che è avvenuto il 29 novembre, come lei ricordava, non si ha ancora l'esito del monitoraggio e quindi, non appena sarà concluso, sarà nostra cura o, meglio, sarà cura dell'Assessorato alla sanità o, comunque dell'Amministrazione regionale fare avere le risultanze a lei e anche ai componenti della IV Commissione.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 163 presentata da Coluccio, inerente a "La Regione ripristini immediatamente le prestazioni cancellate dal catalogo regionale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
163.
La parola al Consigliere Coluccio per l'illustrazione.



COLUCCIO Pasquale

Grazie, Presidente.
Grazie, Assessore, per la prossima risposta.
Su tale questione sappiamo che, a breve, entrerà in vigore il nuovo nomenclatore nazionale. Sappiamo anche che il nuovo catalogo regionale prevede la cancellazione di alcune prestazioni dietetiche fondamentali quali il training per la gestione della nutrizione enterale e parenterale domiciliare, la terapia dietetica, il controllo della terapia dietetica, il counseling dietistico, la valutazione bromatologica del diario alimentare e, infine, la stesura di piani di trattamento dietetico-nutrizionale.
Riteniamo che la mancanza di tali prestazioni avrà effetti negativi sulla salute pubblica, con conseguente aumento dei costi ospedalieri, delle complicanze mediche derivanti da malnutrizione, obesità, diabete, patologie oncologiche e nefrologiche.
Sarebbe opportuno chiarire a questo Consiglio il perché nel catalogo nazionale sono presenti prestazioni non previste dal nomenclatore nazionale, come ad esempio il counseling logopedico e il counseling fisioterapico, mentre quelle del dietista sono state cancellate.
A nostro avviso, questo significa non riconoscere i bisogni di salute di tutti i cittadini e dare pari dignità e risposta solo da alcune di queste creando di fatto una discriminazione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Per queste ragioni così importanti, che hanno a che fare con la salute delle persone, vorremmo sapere se la Giunta intende provvedere con urgenza al ripristino delle prestazioni dietetiche cancellate dal catalogo regionale, garantendo un'adeguata copertura finanziaria e organizzativa, al fine di mantenere l'erogazione di tutte le prestazioni dietetiche necessarie a rispondere ai bisogni di salute delle cittadine e dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vignale per la risposta.



VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Grazie, Consigliere.
Le indicazioni riportate nel decreto del Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, del 23 giugno 2023 stabiliscono che la stesura o verifica del piano conservativo (dietetico o farmacologico) o l'elaborazione del programma nutrizionale sono parte integrante della visita ambulatoriale che viene prescritta dal medico curante ed è inclusa nella tariffa nazionale che è stata definita.
Pertanto, in applicazione del nomenclatore tariffario nazionale è stata data indicazione di prevederlo come prestazione ambulatoriale, ovvero ricondotto alla ricetta relativa alla visita prescritta dal medico. In Piemonte, tale prestazione era stata prevista e tariffata come prestazione ulteriore, ma ciò non risultava perfettamente a norma, in quanto trattasi di prestazioni extra LEA e quindi da finanziare non con fondi del Servizio Sanitario Nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Comunico che tra pochi minuti il Presidente Nicco aprirà la seduta del Consiglio regionale sospesa.



(Alle ore 15.39 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICCO



(La seduta riprende alle ore 15.54)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 16, inerente a "Aggiornamento del Piano regionale di qualità dell'aria (PRQA)" (seguito)


PRESIDENTE

Ci eravamo fermati dopo aver avviato la discussione generale sulla proposta di deliberazione n. 16.
Si era prenotato il Consigliere Calderoni; prego.



CALDERONI Mauro

Grazie, Presidente.
Il Piano che è stato presentato è sicuramente molto tecnico oppure, se vogliamo usare la definizione dei colleghi di maggioranza, molto scientifico e, però, anche di elevata struttura ponderale, tale da renderlo difficilmente valutabile e discutibile in un'aula di Consiglio.
Avremmo gradito forse una formulazione che separasse gli elementi conoscitivi e prettamente tecnici da quelli politici, di definizione di indirizzi, di obiettivi, di azioni, con l'indicazione precisa dei relativi finanziamenti; un'impostazione di questo tipo, ovvero politica, l'avrebbe reso davvero un atto di programmazione strategica.
Così, invece, ci troviamo ad approvare o a non approvare centinaia di pagine di studi ed elaborazioni tecnico-scientifiche, senza - almeno per me avere le competenze adeguate.
Alcuni elementi, però, abbiamo fatto lo sforzo di coglierli nelle centinaia di pagine che ci sono state fornite. Ci pare di avere intravisto un'analisi eccessivamente ottimistica, utile senz'altro a corroborare l'idea che gli obiettivi siano raggiungibili senza misure strutturali. Altresì, il valore delle azioni previste, che superano i cinque miliardi d'investimento, al momento sembrano essere mancanti di almeno 2,6 miliardi.
La dimostrazione che questo Piano non prevede incrementi o miglioramenti delle strategie in atto si ricava anche dalle fonti di finanziamento che sono per lo più fondi FESR o FEASR, quindi nessuna risorsa straordinaria.
Mi pare di poter dire, in conclusione, che servirebbe una strategia complessiva di supporto anche da altri settori, in particolare dal settore che si occupa di politiche agricole zootecniche, del ciclo integrato dei rifiuti, con qualche misura che incentivasse l'efficientamento termico di edifici e sistemi di riscaldamento. Sicuramente, come ci è stato detto da molti colleghi, bisognerebbe riflettere sugli incentivi per il rinnovamento del parco dei veicoli privati e, più in generale, penso sarebbe importante un radicale e innovativo piano della mobilità, che però al momento non è alle viste.
Insomma, di tutto questo ci pare di non averne colto traccia nelle tante pagine che ci sono state sottoposte di questo Piano di qualità dell'aria e non si vedono, appunto, come ho detto nel mio intervento, neanche tutte le risorse necessarie ad attuarlo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Paonessa.



PAONESSA Simona

Grazie, Presidente.
Oggi siamo qui in Aula a discutere un Piano della qualità dell'aria che è importantissimo e mi rivolgo a tutti i Consiglieri qui presenti, facendo una domanda: quale futuro vogliamo per i ragazzi della mia generazione, per i vostri figli, per la generazione dei vostri figli? Questo Piano è fondamentale perché - ricordiamo - il Piemonte è stato condannato dalla Corte europea a pagare sanzioni molto alte, dai 19 ai 230 milioni di euro, a causa delle eccessive emissioni. Oltretutto, se entro il 2025 non rientreremo nei limiti giustamente imposti dall'Unione Europea giustamente imposti dall'Unione Europea - dovremmo pagare un'aggiuntiva sanzione per ogni giorno che sforeremo.
Da studentessa e da cittadina di un piccolo paesino in provincia di Vercelli credo sia fondamentale investire nel trasporto pubblico per ridurre.
Chiedo scusa, Presidente, però.



PRESIDENTE

Sì, ha ragione, oggi sono tutti particolarmente indisciplinati: tutti maggioranza e minoranza, quindi richiamo tutti all'ordine.
Per favore, un po' di rispetto e di attenzione verso chi interviene.



PAONESSA Simona

Grazie.
Reputo fondamentale investire nel trasporto pubblico, perché se non incentiviamo i cittadini a lasciare a casa la macchina e usufruire del trasporto pubblico, non potremo mai ridurre le emissioni e l'inquinamento.
Purtroppo devo ammettere che in questo Piano non c'è una visione, una programmazione di cosa intenda fare la Giunta regionale sui progetti da mettere in atto per evitare l'inquinamento, in particolar modo sul trasporto pubblico. Cito l'unico incentivo messo in atto dalla Regione nella scorsa legislatura per promuovere l'uso dei mezzi pubblici: il bonus TPL, che consiste in uno sconto di 100 euro ai proprietari di veicoli diesel euro 3, 4 e 5; un incentivo di 100 euro per comprare abbonamenti annuali.
L'incentivo è costato 24 milioni di euro; una misura completamente insufficiente, perché l'incentivo non va a programmare il servizio e serve assolutamente una programmazione del servizio del trasporto pubblico.
Purtroppo, i nostri mezzi di trasporto non collegano tutte le province del Piemonte, per cui diventa quasi impossibile, per chi abita in piccoli centri urbani, soprattutto in zone collinari e montane, usufruire del treno o del pullman per spostarsi e andare al lavoro o a scuola. I collegamenti sono completamente inesistenti; non esistono le coincidenze e, a fronte di un servizio pessimo, i costi sono altissimi. Un costo così alto per gli abbonamenti diventa veramente impossibile per le famiglie, per i lavoratori e per gli studenti che dovrebbero utilizzarli. Il risultato.



PRESIDENTE

Per favore, richiamo ancora una volta e poi altrimenti sospendo la seduta così parlate tutti, vi chiarite e poi riprendiamo quando avete finito di parlare.
Grazie.



PAONESSA Simona

Grazie.
Costi così alti costringono i cittadini a utilizzare la macchina, per cui non si incentiverà mai l'utilizzo del trasporto pubblico e non potremmo mai ridurre le emissioni.
Aggiungo un'altra questione, la questione dell'intermobilità.
Parliamo spesso di utilizzare la bicicletta e il monopattino elettrico per spostarsi all'interno delle città. Tuttavia, diventa veramente molto difficile nel momento in cui, per prendere un treno e per portare la bicicletta con me devo pagare un sovrapprezzo, un biglietto più alto. È veramente assurdo! È ancora più assurdo il nuovo Codice della strada, che ha praticamente vietato i monopattini elettrici nei centri città. Il monopattino elettrico deve essere regolamentato - e qua siamo d'accordo tutti quanti - ma non pu essere vietato. Se voglio spostarmi all'interno della città, devo poterlo fare sia con le biciclette sia con il monopattino elettrico.
Chiedo alla Giunta di leggere con attenzione gli emendamenti proposti dalla Consigliera Conticelli del Partito Democratico, perché uno di questi riguarda di nuovo la richiesta di attuazione del trasporto gratuito per gli under 26.
Ricordo che esattamente una settimana fa il Consiglio ha votato all'unanimità un ordine del giorno per impegnare la Giunta a garantire il trasporto gratuito per gli under 26 e questo emendamento va esattamente in quella direzione; ragion per cui vi chiediamo nuovamente di approvarlo e vi chiediamo di investire per un trasporto capillare che consenta a tutti i cittadini di lasciare a casa la macchina e utilizzare i mezzi pubblici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Gianna

Grazie, Presidente.
Vorrei ragionare sull'ordine dei lavori e sulla prosecuzione di questo dibattito. Mi sembra che da tutti gli interventi che oggi abbiamo ascoltato ci sia una situazione di difficoltà nel riuscire a comprendere come le questioni poste all'interno del Piano possano avere una ricaduta significativa e obiettivi attendibili e perseguibili.
La proposta che formulo a nome del Gruppo è quella di trovare un luogo in cui poter approfondire ulteriormente il Piano e il luogo più adatto, dal mio punto di vista, è la V Commissione.
Chiedo che il Piano sia ridiscusso all'interno della V Commissione e si possa arrivare a una definizione che preveda una considerazione degli emendamenti che abbiamo presentato, che sono emendamenti di merito e non sono né ideologici né volti a bloccare l'attività del Piano, ci mancherebbe. L'obiettivo è troppo ambizioso per tutti quanti noi, per tutti i cittadini e le cittadine piemontesi. Quello che chiediamo è che ci sia la possibilità di un approfondimento, perché mi sembra che quello che emerge da questa prima parte di discussione è che la complessità dell'argomento probabilmente non è stata così ben percepita e compresa da tutti i Consiglieri.
Chiediamo il ritorno in V Commissione, oppure una sospensione, ma con l'identificazione di un luogo per poter approfondirne il contenuto.



PRESIDENTE

Mi pare che non ci sia un accordo tra le forze di minoranza e quelle di maggioranza, quindi sono obbligato a mettere ai voti la richiesta di sospensione del provvedimento avanzata dalla Consigliera Pentenero.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di sospensione dell'esame della proposta di deliberazione n. 16.
La votazione è annullata per problemi tecnici. Pertanto la votazione viene ripetuta.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di sospensione dell'esame della proposta di deliberazione n. 16.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Sia riportato a verbale il voto contrario del Vicepresidente Graglia.
Continuiamo, quindi, la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Presidente, registriamo il fatto che lei vuol chiudere questa discussione ma noi tenteremo di tenere duro fino alla fine, per cercare di modificare questo Piano dell'aria che, così com'è scritto, non ci piace.
In linea di principio, siamo consapevoli che gli obiettivi generali che il Piano si pone sono condivisi e sono condivisibili. Sappiamo di vivere in una nelle zone più inquinate in Europa, dove la qualità dell'aria è peggiore tra le aree urbane europee, come sappiamo bene che trovare soluzioni concrete a un problema che ha queste dimensioni non è facile e soprattutto, non è facile trovarle nei tempi rapidi che queste condizioni cui ho fatto riferimento richiederebbero.
Soprattutto, ci troviamo in una congiuntura - la definisco così, Assessore politica in cui ci pare regni sovrana un po' di confusione, perché le posizioni politiche che ogni giorno registriamo non sempre aiutano i cittadini a capire quale sia l'esatta direzione in cui vogliamo andare e in cui ci stiamo muovendo. Lo dico perché se, da un lato, ci poniamo obiettivi alti, come quelli che questo Piano si pone, obiettivi ambiziosi - qualcuno li ha definiti così questa mattina e sono d'accordo - dall'altro, per registriamo il fatto che alcune forze politiche cercano di blandire chi ancora oggi viaggia con delle auto inadeguate dal punto di vista della qualità dell'aria, perché non ha i soldi (questo è comprensibile) per comprarsi un'auto nuova.
Peraltro, il Governo nazionale non garantisce incentivi, non prevede aiuti specifici che possano essere finalizzati ad aiutare queste persone a sostituire l'auto. D'altro canto, registriamo che facciamo di tutto quantomeno in Piemonte, per mortificare quei piemontesi che ancora oggi nonostante tutto, decidono - lo diceva bene la collega Paonessa - di utilizzare il trasporto pubblico collettivo, in particolare quello su ferro, che da tutti è riconosciuto come il più sostenibile, per usare questo termine molto inflazionato ma che rende bene l'idea.
Se mettiamo insieme tutte queste condizioni, ci pare ovvio registrare il fatto che un po' di confusione ci sia. Mi metto nei suoi panni, Assessore e mi rendo conto che lei si pone obiettivi condivisibili; poi, per bisogna anche tentare di orientare i suoi colleghi Assessori ad agire di conseguenza e mi rendo conto che questo passaggio non sia particolarmente facile.
Se analizziamo poi ogni singolo particolare e ogni singolo riferimento che questo Piano dell'aria porta con sé, ci rendiamo altrettanto conto che questo Piano perde molto del significato e della concretezza delle quali invece, avremmo bisogno per raggiungere anche gradualmente quegli obiettivi ambiziosi che lo stesso si pone.
Al contrario, la sensazione che abbiamo, per le ragioni cui ho fatto riferimento, è quella di un documento teorico molto slegato dall'azione concreta che ogni Assessorato, quindi quotidianamente, questa Regione, nel suo insieme, mette in campo.
Potremmo fare tanti esempi.
Sono stati citati tanti di questi esempi dai colleghi questa mattina, ma se pensiamo, e ritorno sul punto, al trasporto su ferro, che forse è quello più emblematico o uno di quelli più emblematici e più significativi registriamo cosa capita ogni giorno sulle ferrovie regionali piemontesi e ci rendiamo conto di quanto ci sia una distanza, che definisco così siderale tra quello che noi raccontiamo in questo piano, gli obiettivi che ci poniamo e quello che poi in realtà sono le azioni concrete che mettiamo in campo ogni giorno nella realtà quotidiana.
La sensazione che abbiamo è che il quadro, cui ci stiamo riferendo, si possa sintetizzare, in particolare, nella nota che la Città di Torino ha inviato al CAL (Consiglio delle Autonomie Locali) a commento del piano.
In questa nota la Vicesindaco Favaro evidenzia un tema ed è un tema che, a nostro avviso, è significativo e la dice lunga su come questo Piano è impostato e su quali sono state le reazioni di coloro che dovrebbero teoricamente applicare o porsi in concreto gli obiettivi che il Piano si pone, quindi far calare nella quotidianità le conseguenze di questi obiettivi.
In questa nota, la Città di Torino, a proposito dell'articolo 14 delle norme di attuazione, si riferisce a quelle ulteriori misure locali finalizzate al contenimento del numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM10. Si tratta di quelle misure che prevedono che, al verificarsi di determinate condizioni, i Comuni adottino specifiche misure aggiuntive a livello locale, per contenere il numero di superamenti per ogni anno civile, in modo da prevenire la possibilità che venga raggiunto e superato il numero di 35 volte (il limite che ci siamo posti). In proposito, la Città di Torino, e siamo totalmente d'accordo, dice che sarebbe necessario che la Regione Piemonte definisse specifiche linee guida che siano volte e determinate a indirizzare i Comuni nella scelta delle misure e delle azioni da applicare a livello locale, anche in sinergia trovo questa sottolineatura assolutamente coerente e condivisibile - con i Comuni contermini.
Questo significa che l'obiettivo nostro è quello di garantire un'omogeneità di queste misure, quindi l'omogeneità che consenta di adottare, appunto misure che abbiano un'efficacia e un'efficienza maggiore di quelle che adotteremmo, laddove questa omogeneità non fosse rispettata.
È evidente, inoltre, che questa omogeneità non può che provenire dall'ente istituzionalmente superiore, quindi dalla Regione, che deve fare un po' da coordinamento, cioè si deve assumere qualche responsabilità rispetto quantomeno, agli indirizzi e alle linee guida da riferire ai Comuni, perch altrimenti rischiamo che questo Piano venga vissuto - le assicuro Assessore, che così è - male in questo momento dai Comuni, che sono poi coloro ai quali lasciamo la "patata bollente" dell'applicazione concreta delle misure destinate a garantire quegli obiettivi ambiziosi cui ho fatto riferimento. Rischiamo, in sostanza, che in mano ai Sindaci rimanga la patata bollente dell'applicazione concreta.
Questa è la sensazione che abbiamo maturato nell'esaminare questo Piano e nel lavoro che abbiamo fatto in Commissione. Credo allora che la richiesta della mia Capogruppo, la Consigliera Pentenero, di ritornare in Commissione fosse una richiesta intelligente, una richiesta finalizzata ad approfondire ulteriormente e a ragionare sugli emendamenti che abbiamo proposto per non affrettare l'adozione di questo Piano, magari lasciando da parte qualche suggerimento che può essere utile a tutti, in particolare per garantire quella qualità della vita ai piemontesi che dovrebbe essere la linea guida il macrotema sul quale tutti dovremmo avere la stessa opinione.
Ecco, la sensazione che abbiamo maturato in queste settimane è che questo Piano sia un modo - la dico così - "esteticamente accettabile", cioè un bell'esercizio di green washing, ma che ne scarica sui livelli istituzionali inferiori a quello della Regione l'applicazione concreta.
Ci auguriamo che la serietà con la quale lei è solito affrontare le questioni - lo dico senza alcuna piaggeria nei confronti dell'Assessore che ormai conosciamo da un po' di anni e glielo riconosciamo - ci aiuti a trovare un equilibrio nella confusione cui ho fatto riferimento prima; una confusione, questo me lo lasci dire, Assessore, che caratterizza le posizioni della maggioranza che governa attualmente il Piemonte e che non ci aiuta a fare un buon lavoro nei confronti dei nostri cittadini.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Isnardi; ne ha facoltà.



ISNARDI Fabio

Grazie, Presidente.
A mio parere, è opportuno fare un breve antefatto e tornare nell'estate del 2023, quando nei Comuni piemontesi con più di 10 mila abitanti iniziarono a susseguirsi voci preoccupate per il blocco degli euro 5 (all'epoca ero Sindaco, non di un Comune sopra i 10 mila abitanti).
In due Comuni confinanti i colleghi furono costretti a emanare ordinanze perché il 15 settembre 2023 sarebbe entrato in vigore il blocco del transito degli euro 5 all'interno dei propri territori.
I Sindaci, quindi, furono i soggetti politici ai quali fu data la "patata bollente" per cercare di attuare una norma provvisoria per migliorare la qualità dell'aria. Si trovò un escamotage grazie all'intervento del Governo nazionale, che con il decreto legge n. 121 del 12 settembre 2023, dal titolo "Misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell'aria e limitazione della circolazione stradale", poi convertito, con modificazioni, dalla legge 155 del 6 novembre 2023, prorogò la scadenza del 15 settembre a ottobre 2025, giustificando il fatto che le Regioni padane avrebbero dovuto riapprovare un nuovo Piano della qualità dell'aria (spero di non aver sbagliato le date, andando un po' a memoria in questo momento).
Oggi ci troviamo ad affrontare questo nuovo Piano della qualità dell'aria anche perché l'Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia europea al pagamento di sanzioni molto importanti: già non godiamo di un bilancio particolarmente brillante e sano, quindi più si risparmia soldi meglio è.
A mio avviso, il nuovo Piano della qualità dell'aria ha un grande difetto: nelle quasi mille pagine manca un'analisi approfondita e seria dei risultati del precedente Piano in materia. È chiaro che se mi propongo di fare un nuovo Piano, una parte importante dovrebbe essere l'analisi dei risultati di quello precedente. Questo, nelle quasi mille pagine non lo abbiamo ravvisato.
I Sindaci sono le figure cui nuovamente viene lasciata la patata bollente anche in questo nuovo Piano, anche perché la Regione, che in realtà è un ente di programmazione, non stabilisce gli ambiti entro i quali i Sindaci possono muoversi nel momento in cui dovranno assumere provvedimenti per cercare di migliorare la qualità dell'aria dei loro Comuni.
Arrivando da un piccolo Comune piemontese, cito due casi che sono, in realtà, due casi emblematici.
Il primo riguarda gli abbruciamenti: un divieto di nove mesi, dal 15 settembre al 15 aprile, fisso e senza alcuna possibilità di deroga, com'era presente in precedenza, quando i Sindaci potevano derogare, con una loro ordinanza, questo termine per 15 giorni (questione importante nelle aree agricole).
Il secondo caso riguarda le famose stufe a legna, per le quali c'è una particolare cattiveria. Chi abita in campagna si scalda regolarmente con le stufe e vanno bene i contributi per cambiare le stufe, ma è chiaro che se cambiamo solo le stufe, ma abitiamo in abitazioni dell'inizio Novecento ancora peggio degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, quando il risparmio energetico non era proprio ancora nel modo di costruire, i risultati sono limitati per quanto riguarda gli obiettivi che questo Piano vuole raggiungere.
Chiedo all'Assessore, alla Giunta e alla maggioranza di valutare attentamente gli emendamenti che ha presentato il Partito Democratico, che sono di merito e non sono, come è stato detto precedentemente, ideologici ma servono e siamo sicuri che possono contribuire a migliorare un Piano per cui tutti abbiamo un unico grande obiettivo: far sì che la qualità dell'aria della nostra regione sia migliore al termine della validità del Piano.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Intervengo in discussione generale non tanto per entrare nel merito delle tante questioni che hanno già trattato ampiamente le mie colleghe e i miei colleghi, ma ci tengo a fare due passaggi già richiamati, due sottolineature.
La prima riguarda l'importanza del documento che stiamo discutendo. È una questione di cui si fa carico l'Assessorato all'Ambiente, ma se c'è un provvedimento di cui è evidente la trasversalità, l'interconnessione con gli altri Assessorati e le altre Direzioni, certamente questa è la qualità dell'aria che, tra le questioni principali che incrocia, vede certamente quella della salute pubblica. Questo dovrebbe portare ciascuno di noi chiaramente l'Assessore che porta avanti il provvedimento, tutta la Giunta e anche il Consiglio, ad analizzare il più serenamente possibile, come stiamo facendo, questo provvedimento che, come ripeto, ha ricadute ambientali, ma soprattutto ha ricadute sulla salute pubblica dei cittadini della nostra regione.
Sappiamo anche quanto in tema sanitario, il Piano Socio Sanitario e la sostenibilità del nostro sistema si interfaccino sempre di più con il tema della qualità dell'ambiente in cui viviamo e che, come il tema della prevenzione, debba passare inevitabilmente anche dal tema della qualità dell'aria. Diversamente, se non facciamo comunicare questi mondi, queste dimensioni, non stiamo facendo bene il nostro lavoro nel XXI secolo, ma continueremo, sbagliando, a ragionare per compartimenti separati.
Perché faccio questa premessa? Perché ho una sensazione nell'ascoltare questo dibattito ed è la seguente: soprattutto dopo la questione che citava anche il collega Isnardi legata al tema del blocco dell'euro 5, al tema delle indagini che ci sono state non solo in questa regione, ma in particolare anche a Torino su questo tema. Tutti questi fatti avvenuti nel recente passato rischiano di spostare l'attenzione dal cercare di fare un provvedimento il più possibile utile per i cittadini piemontesi a una curvatura che vede una preoccupazione orientata anche sulla difesa dell'operato di chi queste decisioni le ha assunte. Non c'è nulla di illegittimo in tutto questo, è una curvatura della modalità e dello stile con cui si governa una Regione che sposta l'attenzione, sposta il rischio dagli Assessori ai Sindaci e sposta l'attenzione dai cittadini al ceto politico, a chi è che si salvaguarda di più in base al tipo di testo che approviamo.
Qui emerge una seconda considerazione: il centrodestra non si è vantato in questi anni di essere la coalizione che più voleva essere vicino ai Sindaci e agli amministratori locali? La risposta è quella di scaricare su di loro le eventuali responsabilità delle decisioni che verranno assunte per tutelare la qualità dell'aria e la salute dei cittadini. Credo che in questa scelta non ci sia molta vicinanza nei confronti degli amministratori, ma c'è uno scaricabarile su eventuali responsabilità che sulla base di quello che è accaduto in passato, potrebbero accadere anche in futuro.
Mi auguro che ci sia, nel corso della discussione anche degli emendamenti lo spazio per rivedere questa impostazione di fondo e per fare in modo che non ci sia una corsa a scaricare la responsabilità, ma al contrario ad assumersi responsabilità e dare una mano, prima di tutto ai cittadini, e anche ai nostri amministratori sul territorio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Coluccio; ne ha facoltà.



COLUCCIO Pasquale

Grazie, Presidente.
Il tema mi impone di contribuire alla discussione, anche perché la proposta di Piano di qualità dell'aria rappresenta uno strumento fondamentale per tutelare una categoria di bene indivisibile, cioè che nessuno può decidere o meno di utilizzare nella propria vita quotidiana. Ragion per cui, ci si sarebbe aspettato di avere una visione strategica in questo Piano, cosa che, a nostro avviso, non c'è stata.
Innegabilmente può sembrare più che altro una raccolta di buone intenzioni però non lo riteniamo adeguatamente incisivo. È inaccettabile che, nella Regione dove si registrano ogni anno livelli di PM10 tra i più alti d'Europa, si presenti un Piano che non metta al centro interventi strutturali sui trasporti pubblici, sull'efficienza energetica degli edifici e sulla transizione verso un'economia a basse emissioni.
Noi riteniamo che le criticità principali sono evidenti, a partire dall'assenza di misure incisive per il trasporto pubblico locale. Non si rilevano interventi mirati per incentivare l'uso del TPL, come la creazione di corsie preferenziali, l'introduzione del biglietto unico regionale, una vera integrazione tra le reti di trasporto. Continuare a puntare prevalentemente sul trasporto privato non farà che aggravare i problemi di inquinamento e congestionamento.
Ahimè, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, tutte quelle infrastrutture che, per carità di Dio, sono partite e sono anche a buon punto, sono ancora lontane da divenire, soprattutto per quanto riguarda l'alta velocità. Se pensate che oggi un treno ordinariamente può portare circa 22 container, già un treno solo vorrebbe dire togliere dalla strada 22 TIR che hanno un impatto che tutti conosciamo.
Sono insufficienti anche gli interventi per il riscaldamento domestico. I sistemi di riscaldamento a biomassa e gasolio sono tra le principali fonti di inquinamento, ma non ci sono anche qui azioni concrete per promuovere la sostituzione degli impianti obsoleti. Mi piacerebbe capire - ma magari questo sarà argomento di un'altra seduta - anche con quale sistematicità vengono fatti i controlli delle emissioni delle caldaie.
C'è anche una debole attenzione all'industria; non ci sono chiari incentivi per favorire la transizione ecologica delle attività produttive o per introdurre limiti più severi sulle emissioni industriali.
Ultima cosa, ma non ultima per importanza: manca un'azione di monitoraggio e trasparenza. Non è previsto un sistema rigoroso e accessibile per monitorare i progressi del Piano né strumenti che coinvolgano attivamente i cittadini e i Comuni nella sua attuazione. Questo Piano regionale per la qualità dell'aria, così com'è, ahimè, rischia di essere l'ennesima occasione sprecata per affrontare in maniera veramente seria un problema che ha un certo peso nella vita di tutti e nello sviluppo, in generale, di una Regione e di un Paese.
Ciò che servirebbe è un cambio di passo deciso, con un documento che non solo dichiari buone intenzioni, ma che si traduca in azioni anche concrete misurabili e adeguatamente finanziate.
Come rappresentanti del Movimento 5 Stelle chiediamo con forza sottolineiamo "con forza" - che la Giunta regionale riveda il Piano introducendo misure concrete, ambiziose e in linea con le migliori pratiche europee.
Direi che spesso e volentieri, e questo è un cattivo costume italiano, si fa fatica anche a copiare nelle buone pratiche, invece questo bisognerebbe imparare a farlo, ma neanche andando, a volte, fuori dall'Italia perch basta semplicemente spostarsi un po' più a Nord.
La salute dei cittadini piemontesi e la tutela dell'ambiente non possono essere in nessun modo sacrificate sull'altare di interessi di "conto respiro", ma deve assolutamente avere la priorità su tutto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cera.



CERA Valentina

Grazie, Presidente.
Vorrei sottolineare, durante questo dibattito, cose che in fondo sono state già dette, ma proverò a riassumerle in questo modo.
Riteniamo che questo Piano della qualità dell'aria non sia sufficientemente coraggioso: ci sono accenni a delle giuste misure, ma non si va fino in fondo.
Lungi dall'essere una credenza ideologica, la causalità c'è ed esiste non soltanto la correlazione tra salute pubblica e qualità dell'aria di questa nostra regione. I dati ce lo dicono, l'OMS ce lo dice: ci si ammala di più in un luogo inquinato e questo piano non riesce a dare le risposte concrete, di cui invece il nostro territorio ha bisogno.
Si scarica spesso sui Comuni, anche qui, lungi dal rispettare quello che è stato un proclama di questa maggioranza e cioè la vicinanza con gli amministratori locali, con i Sindaci e le Sindache di questo territorio; si scarica su di loro con questo Piano della qualità dell'aria tutta una serie di responsabilità e non si sta loro realmente e concretamente accanto.
Riteniamo che la discussione non possa esaurirsi, ma entreremo nel merito con gli emendamenti che abbiamo tutte le forze di opposizione presentato ma che una discussione un pochino più seria e più approfondita per andare verso ciò che il collega diceva poc'anzi, cioè misure concrete, reali, ben finanziate per porre rimedio a quello che è un problema di salute pubblica perché di questo si tratta.
Il cambiamento climatico è qui ora e non è l'Unione Europea a quell'ente cattivo che ci impone cose irrealizzabili, ma ci dice semplicemente che bisogna cambiare passo, bisogna cambiare direzione, bisogna che il trasporto pubblico diventi efficiente, accessibile e che sia una risposta ai bisogni di mobilità dei cittadini e cittadine; una risposta seria.
Abbiamo audito in tutta una serie di Commissioni comitati di viaggiatori che ci hanno descritto quanto inaffidabile sia il servizio su ferro di questa nostra Regione: non si riesce ad andare al lavoro, non si riesce a rispettare appuntamenti, non si riesce ad avere un trasporto affidabile.
In questo Piano della qualità dell'aria non vediamo risposte concrete e decise, non vediamo questa Giunta riuscire a prendere di petto la situazione sul trasporto pubblico.
Non vediamo, inoltre, incentivi per quanto riguarda le modalità di riscaldamento delle nostre abitazioni, che dovrebbero essere maggiori dovrebbero avere più forza per andare verso quella agognata transizione ecologica da cui dipende il futuro non del pianeta, ma il futuro dell'umanità su questo pianeta. Se non ci mettiamo in testa che il cambiamento climatico è qui e ora e che questo problema va affrontato adesso, con coraggio e con misure concrete, non riusciremo mai ad entrare nel merito reale della questione.
Solo questo: chiediamo che ci sia un ulteriore momento di confronto, magari in V Commissione, come veniva detto poc'anzi. Chiediamo che gli emendamenti, che sono emendamenti di merito, senza alcuna funzione ostruzionistica, vengano presi in considerazione, perché possono migliorare questo Piano della qualità dell'aria.
Sono sicura e convinta che tutte e tutti sappiamo qual è la direzione giusta da intraprendere per salvaguardare questo pianeta, questo nostro territorio, per stare davvero vicino agli amministratori locali e per provare a migliorare una situazione che peggiora la vita di tutti i piemontesi e di tutte le piemontesi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Ci tenevo anch'io a intervenire brevemente sul Piano di cui stiamo discutendo.
Oggi ci troviamo - non è la prima volta e non è l'unico argomento su cui ci troviamo a comportarci in questo modo, perché le norme ci accompagnano in questo senso - a fare discussioni con un elevato contenuto formale e ben poco di sostanziale.
Chi ha avuto voglia di esaminare il Piano si sarà reso conto che è un documento enorme, molto difficile da analizzare per tutti i colleghi e che richiede una mole di competenze tecniche e significative che molti di noi nel proprio bagaglio professionale e tecnico, difficilmente hanno, anche al di là dei Consiglieri. Penso, in particolare, a chi, come noi, deve svolgere un ruolo di opposizione: difficilmente può contare su questo numero di professionalità anche all'interno dei propri uffici e staff.
Siamo portati a discutere pro forma documenti, contenuti, misure, proposte analisi della situazione e degli scenari ad attendere. Qui parliamo dell'oggi, ma parliamo anche del futuro, come detto proprio poco fa. In realtà, non riusciamo a entrare davvero nel merito: qui stiamo soddisfacendo un requisito formale, cioè una discussione che dobbiamo fare su un documento che va approvato. Le strutture tecniche e la pressione giurisdizionale esterna sul tema spingono l'Amministrazione regionale quindi senza colpa di chi lo sta proponendo, a predisporre documenti che contengono di tutto e di più, per mettersi al riparo da responsabilità per aver detto che abbiamo previsto tutto; che abbiamo parlato veramente di tutto; che abbiamo analizzato veramente tutto, mettendoci al riparo da eventuali conseguenze successive.
Siamo freschi di archiviazione di procedimenti penali intentati nei confronti dei già Sindaci e già Presidenti della nostra Regione.



(Commenti fuori microfono)



VALLE Daniele

Ci sarà l'appello, però intanto al momento non è andata benissimo. Questo spinge, in una logica difensiva, a preparare documenti come quello di oggi che, per la loro complessità, risultano indigeribili a un'Assemblea legislativa.
Come dovrebbe funzionare in realtà? Qui dovremmo discutere di strumenti snelli che fissino pochi obiettivi e pochi strumenti, ma chiari, cui affiancare risorse certe, in maniera da renderli sostenibili e misurabili nel tempo nella loro attuazione. Dopodiché, da lì in poi, la loro attuazione by day, la loro declinazione nelle minutaglie, l'analisi degli scenari possibili e la loro evoluzione nel corso del tempo non dovrebbero essere oggetto di discussione di quest'anno, almeno a mio giudizio.
Invece noi da molto tempo, e non soltanto su questo tema, sviliamo il ruolo di queste assemblee che possono discutere, per la loro natura, di principi fondamentali relativi alle questioni di cui stiamo discutendo soltanto per salvarci la coscienza e ripararci dalle responsabilità di un sacco di altre vicende.
Mi viene in mente quando nella scorsa consiliatura abbiamo modificato le prescrizioni relative al diesel, su proposta dei Consiglieri e non della Giunta, in maniera che non ci fosse la proposta di nessuno e che la responsabilità potesse essere condivisa, poiché il procedimento giudiziario era ancora in corso, affinché venisse condiviso da tutta l'Aula. Questo secondo me, non fa bene alla funzionalità delle nostre assemblee.
Il nostro giudizio complessivamente non può che essere negativo su questa proposta. Abbiamo diverse proposte di emendamento e speriamo che alcune di queste possano trovare accoglimento in una logica di condivisione, ma in prospettiva il nostro auspicio è che si possa arrivare a discutere in quest'Aula di documenti che siano intellegibili da chi discute, che prevedano pochi strumenti e pochi obiettivi e che, soprattutto, accanto a questi pochi strumenti e pochi obiettivi, prevedano delle risorse certe e dei tempi di attuazione verificabili, non soltanto da noi, ma anche da chi ci guarda fuori di qui.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Questo Piano approda in Consiglio regionale dopo alcune puntate fatte in Commissione consiliare. Ringrazio l'Assessore Marnati per il confronto che c'è stato in questi mesi. Sappiamo che è stato un confronto a volte intersecato anche da proteste esterne e da osservazioni che sono arrivate da soggetti della società civile.
In linea con quanto hanno già detto i colleghi del Partito Democratico sottolineo che al momento ci pare non chiara la copertura finanziaria di tutte le misure che sono delineate all'interno del Piano. Riteniamo che una parte di queste misure necessiti di risorse di cui oggi non è così chiara l'origine e la fonte. Questo mi sembra l'aspetto più importante.
Questo Piano ha a che vedere con le politiche ambientali, come hanno già detto molto bene alcuni colleghi, ma anche con le politiche della salute.
Sappiamo bene che la qualità dell'aria è responsabile di una buona parte delle patologie legate al sistema respiratorio. Non avere certezza della copertura finanziaria di alcune misure che sono contemplate nel Piano chiaramente non ci rassicura poi sull'efficacia e sulla previsione dei risultati che sono enunciati.
L'altro aspetto riguarda il fatto che le proteste che si sono manifestate ci inducono a pensare che, forse, non siano state adottate tutte le procedure per confrontarsi preventivamente con i corpi intermedi. Faccio l'esempio del mondo dell'agricoltura che, anche in modo abbastanza rumoroso, ha manifestato la propria contrarietà su alcuni aspetti.
Credo che un piano, cioè uno strumento di programmazione che ha un respiro temporale ampio, debba essere sottoposto a un vaglio di confronto e di concertazione con i corpi intermedi preventivo. Bene che su alcuni punti ci siano stati dei correttivi e delle modifiche; penso, ad esempio, alla copertura dei liquami che ha destato così tante polemiche e tante contestazioni e penso al tema degli abbruciamenti, sempre per fare degli esempi che attengono al mondo dell'agricoltura.
Bene che ci sia stato un ascolto, e lo dico essendo a inizio legislatura per cui, dovendo magari mettere a punto delle modalità metodologiche per il resto del mandato, credo che in futuro si debbano adottare delle modalità un po' più anticipate e non così all'ultimo minuto, solo per rispondere a proteste o a contestazioni.
Credo che, anche a margine - magari non è stato detto in Aula, ma lo abbiamo letto sui giornali e lo abbiamo ascoltato in altre sedi - emerga magari non da parte dell'Assessore, ma da altre componenti della maggioranza che oggi guida la Regione, una sorta di diffidenza verso le politiche ambientali, come se fossero semplicemente un freno, un modo per ostacolare lo sviluppo economico della nostra Regione.
Noi, invece, riteniamo che il Piano della qualità dell'aria sia uno strumento di sviluppo e sia di aiuto anche alle attività produttive che trainano l'economia del Piemonte, perché l'inquinamento, sia esso di fonte industriale, di fonte agricola, di fonte abitativa o legata alla mobilità nuoce non solo alla salute dei cittadini piemontesi, ma anche alla possibilità dei nostri concittadini di svolgere le attività che poi alimentano il PIL della nostra Regione. Quindi, questo Piano è anche uno strumento economico, non soltanto uno strumento di tutela dell'ambiente.
Nell'evoluzione dei lavori, alla fine si è arrivati a un risultato migliore rispetto a quello da cui si era partiti, ma credo che l'approccio culturale necessiti ancora di avvicinamento tra le forze politiche.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
L'accordo era di chiudere la seduta alle ore 17 e mancano dieci minuti.
Chiedo ai Capigruppo cosa intendono fare: se iniziare con l'illustrazione degli emendamenti o chiudere la seduta.
Proseguiamo con l'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Unia (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Unia per l'illustrazione.



UNIA Alberto

Grazie, Presidente.
Questo emendamento mira a creare degli indicatori su cui fare delle valutazioni da attuare nei futuri Piani di qualità dell'aria per evitare azioni inefficaci.
Si inserisce nel monitoraggio degli effetti e delle misure passate e si prevede una valutazione annuale dettagliata dei risultati ottenuti dalle misure dei passati PRQA. Questa valutazione include un confronto fra le emissioni previste e quelle effettivamente ridotte, considerando sia i costi sia i benefici ambientali. Tali risultati determineranno le misure da adottare nei Piani qualità dell'aria futuri.



PRESIDENTE

Grazie, collega Unia.
Emendamento rubricato n. 7) presentato da Unia (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Unia per l'illustrazione.



UNIA Alberto

Grazie, Presidente.
Questo emendamento si sviluppa per il seguente motivo: utilizzare solo un anno di dati meteorologici può fornire una visione limitata e distorta degli effetti delle misure alla qualità dell'aria - è già venuto fuori diverse volte durante la discussione odierna - soprattutto considerando l'estrema variabilità delle condizioni climatiche. Posso citare, ad esempio, anni in cui, grazie a condizioni favorevoli - se non sbaglio, il 2023 è uno di questi - si sono rilevati valori molto più bassi, mentre in altri anni c'è l'effetto opposto. Mi viene in mente un anno come il 2017 in cui gli incendi in Val di Susa hanno compromesso in maniera importante la qualità dell'aria. Si prenderebbe come riferimento un anno che non è indicativo di una situazione di normalità, ma di situazione emergenziale.
Grazie.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 8) presentato da Unia (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 9) presentato da Unia (primo firmatario).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Unia per l'illustrazione.



UNIA Alberto

L'emendamento rubricato n. 8) cita questo: si inserisce il principio di precauzione nei dati di emissione. Quindi, si inserisce l'obbligo di adottare un principio di precauzione nel calcolo delle emissioni. Le stime delle emissioni saranno effettuate su base prudenziale, utilizzando i valori massimi previsti per ciascun inquinante, al fine di evitare sottovalutazione degli impatti.
Questo principio garantisce che le stime siano conservative e si evitino possibili rischi sottostimati.
L'emendamento rubricato n. 9) riguarda l'adeguamento alle nuove direttive europee, quindi l'aggiornamento automatico del Piano della qualità dell'aria entro sei mesi dall'adozione della nuova direttiva sulla qualità dell'aria. Tale clausola serve a garantire l'adattamento alle norme comunitarie più stringenti sui livelli massimi di inquinanti.
Questo emendamento vuole tener conto delle nuove normative che impongono limiti più restrittivi sugli inquinanti, obbligando le Regioni ad un adeguamento continuo.



PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 35) presentato da Conticelli (prima firmataria).
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 35) riguarda, come dicevamo questa mattina, la rilevazione dell'inquinamento, in particolare di PFAS.
Chiediamo che ci sia un monitoraggio specifico in tutte le province piemontesi, perché anche su questo tema il piano è molto vago; parla di nuovi inquinanti senza entrare nel merito e nello specifico, però se non lo aggiorniamo, è un po' difficile capire perché stiamo facendo un ragionamento del piano.
Noi chiediamo un monitoraggio specifico per la rilevazione, con relazioni annuali, in primo luogo nei corpi idrici, ma non solo, e poi anche che sia stilato dalle ASL un programma di sorveglianza sanitaria.
Naturalmente, è un tema molto nuovo; per questo parliamo di monitoraggio e di sorveglianza, però è un tema che purtroppo si svilupperà, in cui bisognerà entrare nel merito in questi anni di applicazione della modifica del piano.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Verzella.



VERZELLA Emanuela

Grazie, Presidente.
Prendo la parola per appoggiare completamente questa richiesta emendativa che riguarda PFAS.
I PFAS sono dei composti chimici che, come è stato approvato da organismi scientifici, hanno una tendenza all'accumulo all'interno del corpo umano e a interferire con le funzioni endocrine e con la comunicazione intercellulare. Sono, quindi, all'origine di un certo numero di forme di cancro e, soprattutto, entrano nel nostro organismo attraverso l'acqua.
La rilevazione di questi PFAS è assolutamente fondamentale e in questo piano non c'è. Si tratta di nuovi allarmi che dobbiamo cogliere e dobbiamo coglierli anche collegandomi al discorso precedente, perché questi composti chimici, che hanno una formula chimica abbastanza complicata che le mie competenze minime non sono in grado, in questo momento, di riferirvi, hanno comunque la loro presenza anche in luoghi discosti dai centri metropolitani e, quindi, ogni tipo di cautela, di monitoraggio e di test periodici sulla popolazione sono assolutamente auspicabili e sono auspicabili, soprattutto in relazione alla presenza di attività produttive che possono produrne e che sono ben note.
Alcune di queste attività produttive si trovano in zone di confine ed è per questo che va correlata la nostra azione di monitoraggio all'interno diciamo, di quei piani interregionali di cui parlavo prima in discussione generale.
Su questi, anche in rapporto alla prossima adozione del Piano dei rifiuti speciali, sarebbe assolutamente importante che i due piani dialogassero anche su questo tipo di inquinante dell'aria, perché il nostro futuro passa anche attraverso questo tipo di controlli, che in questo momento sembrano più distanti dalle emergenze che tocchiamo con mano, che abbiamo citato prima, per quanto riguarda, per esempio, il traffico, la produzione di energia, le attività agricole e quant'altro.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Gianna

Grazie, Presidente.
Come già detto dalla collega Conticelli e da chi mi ha preceduto, chiediamo sia istituito un programma di monitoraggio specifico per la rilevazione del PFAS, perché altamente nocivo.
Peraltro, all'interno della nostra regione, abbiamo territori che presentano contaminazioni in tal senso, come quello di Spinetta Marengo per il quale, in questi giorni, è partito uno specifico controllo sanitario, dopo che gli abitanti di Spinetta Marengo lo richiedevano da molto tempo e ora, finalmente, è partita una analisi sanitarie specifica.
È indispensabile identificare un piano di monitoraggio particolare con una sorveglianza sanitaria della popolazione ubicata in queste zone sensibili per permettere di avere il controllo della situazione e, quindi, evitare la presenza di ulteriori siti contaminati che possano procurare gravi danni alla salute della popolazione.
È necessario un programma di monitoraggio specifico, articolato su base provinciale, che ci permetta di avere una costante salvaguardia del territorio. Sappiamo quanto i PFAS siano pericolosi per la salute degli uomini e delle donne della nostra regione, ma sappiamo anche quanto sia pericolosa la sua presenza all'interno dei territori contaminati.
Pertanto, abbiamo la necessità di avere un piano di monitoraggio particolare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
Mancano due minuti alle ore 17. Come da accordi, chiudo i lavori e ricordo la Conferenza dei Capigruppo che si svolgerà qui in Aula. Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 16.59)



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