Eurofidi, via al tavolo sindacale

È stato fissato per dopodomani, 30 marzo, il primo tavolo sindacale per risolvere la crisi occupazionale causata dalla liquidazione di Eurofidi. Lo ha annunciato l’assessora Giuseppina De Santis, intervenendo in aula, per comunicazioni, nella seduta del 28 marzo del Consiglio regionale del Pemonte.
“Il tavolo con le organizzazioni sindacali è finalizzato a trovare un accordo sulla messa in mobilità dei dipendenti”. Ci sono 75 giorni di tempo più altri 120 per l’attivazione effettiva della mobilità. In tutto i dipendenti Eurofidi erano 215, ma dalla data di avvio della procedura sono 186, perché 21 si sono già ricollocati autonomamente.
“Verosimile che 54 lavoratori (di cui 5 in maternità) lavorino alla liquidazione – ha aggiunto De Santis – mentre altri 20 fanno parte del ramo di azienda oggetto dell'otusourcing per la gestione delle pratiche del fondo centrale di garanzia. Quindi ora la questione resta aperta per 112 dipendenti”.
Per costoro, ha continuato l’assessore, “bisognerà capire varie cose, anche cosa si riuscirà a fare con la correzione della Madia, cioè se la società potrà essere compresa nel perimetro delle società cui si applica il decreto. Purtroppo Eurofidi era a maggioranza privata e partecipata in minoranza dalla Regione, ma anche l’assessore Aldo Reschigna, in Conferenza Stato Regioni sta cercando di far passare il principio che partecipate come la nostra possano essere ricomprese dal decreto relativo alle società pubbliche”.
È seguito il dibattito, nel quale Davide Gariglio (Pd), ha puntato l’attenzione sulla “salvaguardia dell’occupazione. Sappiamo che le responsabilità sono da ripartirsi anche con gli istituti bancari e gli enti centrali dello Stato che hanno inizialmente dato autorizzazioni, poi regole più severe. Ora bisogna cercare di ricollocarne il maggior numero possibile presso le partecipate e segnatamente penso a Finpiemonte”. Ad avviso di Francesca Frediani (M5s) “se parliamo di responsabilità, ce n’è per tutti. Negli anni sono stati fatti molti errori, ma c’è un’indagine in corso. Chi ha sbagliato, auguriamoci paghi: per il momento pagano soltanto i lavoratori. Il timore è che ci troveremo impreparati se il decreto Madia ricomprenderà anche questo tipo di lavoratori”.
“Da tempo le banche hanno scaricato il sistema delle garanzie – è intervenuta Claudia Porchietto (Fi) – siamo soltanto noi che non ce ne accorgiamo: rischiamo che il sistema imploda e che le imprese chiudano. Ma sono proprio le banche ad avere interesse che il sistema dei confidi sparisca. Ci vuole una politica attenta da parte della Regione: il sistema confidi rischia di collassare da un momento all’altro”. Per Raffaele Gallo (Pd) “il fatto che alcuni addetti Eurofidi siano già riuscite a ricollocarsi è la dimostrazione di una professionalità diffusa e un segnale positivo. Resta il nodo dei 112 ancora a rischio e la Madia non mi pare riesca a trovare soluzioni per il momento”. Secondo Gianluca Vignale (Mns) nella gestione di questa crisi aziendale, “la Regione – socio di minoranza – non è stata in grado di gestirne la dinamica. Tutto il sistema confidi andrà in crisi, ma nello specifico è evidente che la Giunta non ha avuto la capacità di gestire la crisi occupazionale”.