Il durante e dopo di noi e i nuovi Lea

Come si caleranno nella realtà piemontese le recenti disposizioni nazionali approvate, i nuovi Lea (Livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie) e il cosiddetto “dopo di noi”? A questi interrogativi si è cercato di dare riposta nel corso del convegno, organizzato giovedì 23 marzo a Torino dalla Fondazione promozione sociale onlus e dalle associazioni di tutela delle persone con disabilità intellettiva e autismo, con il patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato regionale per i Diritti umani. I lavori hanno analizzato le prospettive delle recenti disposizioni nazionali calate nella realtà piemontese. L’approfondimento svolto ha riguardato anche la recente deliberazione della Giunta regionale del Piemonte sugli interventi a sostegno della cura dei pazienti cronici, con particolare riferimento ai disturbi dello spettro autistico, con l’intento di tracciare i percorsi di cura (e le modalità della loro attivazione da parte degli utenti) in grado di soddisfare i bisogni di salute delle persone con disabilità intellettiva e autismo.
La seconda sessione del convegno ha visto la tavola rotonda tra le consigliere e i consiglieri regionali Andrea Appiano (Pd), Stefania Batzella (Movimento 5 Stelle), Marco Grimaldi (Sel) e Daniela Ruffino (Forza Italia)
Maria Grazia Breda della Fondazione promozione sociale, ha sottolineato l’utilità di un confronto con il Consiglio regionale e le associazioni, che intendono presentare le loro proposte di modifica delle attuali regole, ormai desuete (le prime risalgono al 1992) e totalmente inefficaci nel rispondere alle esigenze e ai diritti degli utenti coinvolti.
Arianna Porzi dell’Associazione nazionale genitori soggetti artistici (Angsa) si è soffermata su un tema che interessa molto le famiglie e le associazioni, quanto gli amministratori di enti locali e operatori del settore: in che modo, grazie alle risorse stanziate con le normative nazionali, sarà possibile realizzare comunità alloggio di tipo familiare?
Per Appiano la politica deve soprattutto ascoltare, e in quella che ha definito la “cornice ideale e giuridica”, quando di mezzo c’è la salute degli individui la sanità deve assumere un ruolo di centralità. Ha poi ricordato che, in base alla ripartizione nazionale, al Piemonte saranno destinati circa due milioni e 700 mila euro per l’edilizia dedicata (soprattutto per interventi di manutenzione), mentre il restante 58% della somma dovrà coprire i servizi e l’assistenza. Ha poi auspicato la predisposizione di una delibera-quadro sulla materia.
Batzella ha ricordato il ruolo svolto dall’opposizione in Consiglio regionale a sostengo delle cure a domicilio, non concedendo alcun margine di interpretazione al concetto che sui diritti esigibili, come quelli legati alla disabilità, non si possono fare economie di risorse.
Esprimendo il proprio parere, Grimaldi ha premesso che non può esserci un unico modo di intendere l’argomento. La via da seguire? Quella che non cancella anche anni e anni di cultura politica, come purtroppo avvenuto - ha puntualizzato - con le decisioni sulla psichiatria. Ha concluso enunciando il concetto che se si dovesse confondere l’aggettivo inguaribile con non curabile, allora la battaglia sarebbe già persa dall’inizio.
Ruffino si è infine soffermata sull’umanizzazione dell’intera gestione, auspicando il potenziamento dell’autonomia e delle risorse della Regione Piemonte per elargire servizi di qualità. Ha poi fatto cenno alla carenza di insegnanti di sostegno nella scuola e ai Centri socio-terapeutici, per sostenere il lavoro delle famiglie.
Anche il dibattito conclusivo ha ribadito come sia i nuovi Lea sia la legge sul “dopo di noi” debbano essere di piena responsabilità del settore sanitario, e solo in via subordinata e integrativa di quello socio-assistenziale.