Consiglio Regionale del Piemonte

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Crisi Borgolon e Centri per l'impiego

Chiusura Borgolon di Varallo Pombia (No)

Una delegazione dei lavoratori della Borgolon di Varallo Pombia è stata ricevuta in Consiglio regionale. All’ordine del giorno la chiusura, confermata dalla proprietà Aquafil di Arco di Trento, dello stabilimento tessile piemontese. Sono 42 i dipendenti, ha denunciato la rappresentante Cgil, che perderanno il posto senza nemmeno poter accedere alla cassa integrazione. I lavoratori hanno spiegato come si siano trovati di fronte alla notizia della chiusura e del conseguente trasferimento della produzione in Slovenia, solo grazie a notizie di stampa uscite sui giornali del Trentino. “L’azienda che produce filati non risulta essere in crisi e ha un portafoglio ordini importante”, è stato spiegato. L’unico motivo addotto dalla proprietà per trasferire tutto in Slovenia è “l’alto costo dell’energia elettrica per lo stabilimento di Varallo”.

Lo stabilimento, che solo pochi anni fa contava circa 100 dipendenti è molto antico ed è di fatto la vecchia filatura di Varallo. Da venerdì è stato dichiarato sciopero a oltranza, con presidio dello stabilimento. L’azienda ha già spento le macchine.

L’incontro è stato coordinato da Giorgio Bertola (M5s) ed erano presenti i consiglieri regionali di maggioranza e opposizione eletti nel collegio di Novara. L’assessore Augusto Ferrari ha garantito il massimo interesse da parte della Regione sulla difficile vertenza e ha assicurato che l’Istituzione farà le dovute pressioni con la proprietà quantomeno perché si apra un tavolo di crisi, al fine di tutelare le famiglie coinvolte.

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Crisi centri per l'impiego 

Poter constatare l’immediata definizione della fase di transizione, essere informati passo passo, godere nel frattempo degli stessi diritti degli altri dipendenti della Città Metropolitana di Torino, e procedere con l’adeguamento della legge regionale in materia. È quanto hanno chiesto le organizzazioni sindacali nel corso dell’incontro in Consiglio regionale, svoltosi mercoledì 17 marzo, in merito al personale dei Centri per l’impiego.

Insieme all’assessora regionale al Lavoro Giovanna Pentenero, erano presenti i presidenti della Prima commissione Vittorio Barazzotto, della Terza Raffaele Gallo; Silvana Accossato, Andrea Appiano, Antonio Ferrentino e Daniele Valle (Pd); Francesca Frediani (M5S); e Marco Grimaldi (Sel).

È stata sottolineata la volontà di rimanere dipendenti pubblici e scongiurare l’eventualità che l’assegnazione temporanea all’Agenzia per il lavoro (Apl), possa in realtà tradursi nel definitivo trasferimento a un ente non territoriale e di natura prettamente strumentale.

Se dovrà esserci una transizione - hanno richiesto le organizzazioni - questa dovrà essere solo verso l’ente che ha la titolarità dei servizi e delle funzioni, ossia la Regione Piemonte.

Dopo l’illustrazione delle problematiche venutesi a creare dopo la riforma delle Province, è stata data lettura di un documento unitario in cui si fa cenno al “lento degrado dell’etica del servizio pubblico con una continua cessione al privato: le recenti scelte e le modalità operative dell’Apl sono infatti totalmente proiettate a dirottare le risorse pubbliche verso i soggetti privati accreditati a scapito della qualità del nostro servizio e dei diritti degli utenti”.

Infine, è stato denunciato come si sia ancora in attesa della implementazione dell’organico, a fronte della presenza di precari, sempre in bilico di contratto in contratto, non ancora stabilizzati a distanza di anni di lavoro continuativo per l’ente pubblico.

Da parte sua, l’assessora Pentenero ha garantito che verranno vagliate tutte le possibilità, secondo quanto previsto dalle normative.

mbocchio