Ludopatia: i Comuni entrano in gioco

Legautonomie ha presentato a Palazzo Lascaris la pubblicazione “50 pagine – Il gioco d’azzardo e la ludopatia: i Comuni entrano in gioco”, uno strumento pensato per supportare le amministrazioni locali nella lotta alla ludopatia.
“Negli ultimi anni – ha dichiarato Francesco Casciano, presidente di Legautonomie Piemonte – l’Associazione ha promosso numerose iniziative sul gioco d’azzardo. Oggi vogliamo fornire un mezzo ulteriore di sensibilizzazione, confronto e aiuto per combattere la drammatica dipendenza sempre più dilagante soprattutto tra i giovani. Conoscere il problema, entrare in gioco e cambiarne le regole è il nostro obiettivo quotidiano”.
L’Assemblea regionale ha recentemente approvato il Testo unificato sulla prevenzione e il contrasto del gioco d’azzardo patologico in Piemonte. Tra le novità più rilevanti contenute nel provvedimento, c’è la previsione del Piano triennale integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza.
“Legautonomie – ha proseguito Marita Peroglio, direttrice del coordinamento del Piemonte – parte dal risultato sul quale hanno lavorato le Istituzioni, per rilanciare la campagna contro la piaga che affligge le fasce più fragili e disagiate della popolazione. Dedichiamo quindi il primo volumetto della collana ‘50 pagine – Quaderni delle Automie’ a tutti coloro che sono coinvolti nella lotta a questo fenomeno, analizzando il problema, confrontando dati e iniziative intraprese finora”.
Peroglio ha poi sottolineato che il manuale sarà a disposizione degli utenti nell’arco di pochi giorni sul sito di Legautomie.
Nonostante la crisi economica che ha indotto le famiglie a tagliare le spese per cibo, viaggi e spesso anche su quanto ritenuto indispensabile, il gioco d’azzardo legale ha mantenuto quasi stabile il proprio giro d’affari. Dai 3,89 miliardi di euro spesi in Piemonte nel 2010 per lotterie, scommesse e pronostici, si è addirittura passati ai 4 miliardi e 935 milioni del 2015, con una flessione dello 0,5 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti. Secondo queste cifre, emerse dal rapporto ufficiale dell’Amministrazione dei Monopoli (Ams) ogni piemontese ha speso in media 1.122 euro per tentare la fortuna.
Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha stimano che i giocatori tra i 15 e i 19 anni sono stati circa 60mila in più rispetto all’anno passato. Altrettanto preoccupante la situazione degli anziani che, attratti dalle vincite facili e spinti dalla solitudine, dilapidano i propri risparmi in sale slot.
“Per contenere i danni e cercare di limitare il fenomeno – ha concluso Casciano – alcuni Comuni del Piemonte hanno emanato provvedimenti normativi che, negli ultimi anni sono stati però annullati dalla giustizia amministrativa. Nel 2015 si registrano invece numerose sentenze del Tar favorevoli, su regolamenti comunali che limitano gli orari di apertura e chiusura delle sale gioco, fissandone caratteristiche, obblighi e distanze di insediamento da strutture sensibili come scuole, ospedali e centri di aggregazione. L’auspicio che vogliamo dare ai cittadini è che queste sentenze incoraggino sempre maggiormente i Comuni ad esercitare la propria potestà regolamentare, supportati anche dalle associazioni e, in particolare, dalle Istituzioni che finora hanno dimostrato grande attenzione e sensibilità a questo delicato e preoccupante fenomeno”.