Dopo i saluti dei vicepresidenti del Consiglio regionale, Nino Boeti e Daniela Ruffino, quest'ultima anche nel ruolo di delegata alla Consulta Elette, e di Cinzia Pecchio, presidente della Consulta femminile, sono intervenuti, moderati da Bruno Mellano, Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale: Enrico Sbriglia, provveditore regionale dell’amministrazione Penitenziaria del Piemonte e della Valle d’Aosta, Nadia Garis, responsabile service “Un minuto di silenzio contro la violenza sulle donne” dell’Interclub Zonta Italia, Walter Rista, presidente associazione “Ovale oltre le sbarre Onlus”. Presenti in sala, i consiglieri regionali Elvio Rostagno, Valentina Caputo, Domenico Ravetti; Maria Pia Brunato, garante delle carceri della Città di Torino, e Assuntina Di Rienzo, direttrice del carcere di Ivrea, dove il volume è stato stampato. Gli attori Stefania Rosso (Compagnia Liberipensatori “Paul Valéry”) ed Enrico Dusio (Compagnia Accademia dei Folli) hanno letto alcuni brani tratti dal libro.
Frutto di una intensa attività di sensibilizzazione promossa per il terzo anno consecutivo dai club Zonta d’Italia e dal dipartimento per l’amministrazione penitenziaria del Piemonte e Valle d’Aosta con l’associazione “Ovale oltre le sbarre”, la squadra di rugby del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino e la Federazione Italiana Rugby, il libro fa parte della campagna “Zonta says no” che, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2014, ha promosso un minuto di silenzio sui campi di rugby di tutti gli istituti penitenziari d’Italia per ribadire che la violenza contro le donne non è un problema solo delle donne.
Stampato nel carcere di Ivrea, contiene una prefazione a più voci, tra cui il contributo di Gian Carlo Caselli, e si presenta con gli scritti dei detenuti in forma originale, poi tradotti anche in lingua inglese. Molti degli uomini che hanno voluto lasciare la loro testimonianza sono in carcere proprio per reati legati alla violenza sulle donne. Chiude il volume la testimonianza di diverse donne detenute.
Il libro vuole essere anche un esempio di attività riabilitative per incentivare nei detenuti una riflessione culturale partendo dal proprio vissuto e dall’elaborazione dell’esperienza.
emaccanti
I fatti in breve
- Presentato a Palazzo Lascaris il libro “Giù le mani dalle donne - Voci dal carcere”, testimonianze e riflessioni scritte dai detenuti delle carceri piemontesi contro la violenza sulle donne.
- Frutto di una intensa attività di sensibilizzazione promossa per il terzo anno consecutivo dai club Zonta d’Italia e dal dipartimento per l’amministrazione penitenziaria del Piemonte e Valle d’Aosta con l’associazione “Ovale oltre le sbarre”, la squadra di rugby del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino e la Federazione Italiana Rugby, il libro fa parte della campagna “Zonta says no”.
- All’iniziativa, proposta dal Garante dei detenuti, hanno partecipato anche la Consulta Elette e la Consulta Femminile.
Dichiarazioni
“Le carceri hanno bisogno dell’aiuto delle istituzioni. Viviamo un inverno dei diritti umani. La coscienza femminile ha fatto grandi passi avanti, ma la coscienza civile è rimasta indietro. Viviamo una guerra di genere dentro le nostre famiglie, sui posti di lavoro. Occorre fare di più, anche dai luoghi meno prevedibili. E’ bello e utile pensare che questi pensieri siano fioriti in carcere. Almeno in questo un passo avanti è stato fatto”. Enrico Sbriglia, provveditore regionale dell’amministrazione Penitenziaria del Piemonte e della Valle d’Aosta
“La violenza sulle donne non è una questione di genere cui dare risposte di genere. Occorre che ne parlino soprattutto gli uomini, che abbiamo cercato di raggiungere attraverso il rugby, sport che coniuga forza e prestanza fisica al rispetto delle regole, e all’interno del carcere, dove un tempo chi vi entrava per aver compiuto violenza sulle donne veniva considerato un paria”. Nadia Garis, responsabile service “Un minuto di silenzio contro la violenza sulle donne” dell’Interclub Zonta Italia
“Gettare semi di consapevolezza, stimolare il dubbio che rispettare le regole possa essere un valore positivo e salvifico, è l’impegno che Ovale oltre le sbarre porta avanti dal 2010 attraverso l’insegnamento e la pratica del rugby. La pubblicazione di questo libro racconta che andare a meta si può, proprio mettendo in gioco il rispetto e la lealtà, anche verso le donne”. Walter Rista, presidente associazione “Ovale oltre le sbarre Onlus”
Link associati
- Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale
- Associazione “Ovale oltre le sbarre”
- Zonta International
- Consulta Femminile regionale
- Consulta delle Elette del Piemonte
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