“La messa in osservazione dell’Italia da parte della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo per il sovraffollamento delle carceri e le pene inumane e degradanti cui possono essere sottoposti i detenuti è il primo nodo che ci troviamo ad affrontare e vogliamo contribuire a risolvere a sette mesi dal nostro insediamento”. Con queste parole il Garante regionale per i detenuti Bruno Mellano ha aperto, il 3 dicembre a Palazzo Lascaris, il convegno “Pene inumane e degradanti: l’effettività del rimedio risarcitorio. Applicazione, criticità, e possibili scenari della nuova disciplina dell’articolo 35ter del decreto legge n.92/2014 (convertito in legge n. 117/2014)”.
La convinzione comune è che si tratti di un tema importante che non può non essere risolto entro il maggio 2015. I provvedimenti finora messi in atto - il decreto “svuota carceri” e la possibilità di essere risarcito per chi ritiene di essere stato vittima di trattamenti inumani e degradanti - rischiano di non rivelarsi, a lungo termine, efficaci ed efficienti se non accompagnati da interventi strutturali. Ed è stato suggerito che l’ipotesi di un’amnistia o di un indulto sarebbe senza dubbio attuabile con minori ambiguità.
All'incontro erano presenti - tra gli altri - il vicepresidente e la vicepresidente dell'Assemblea Nino Boeti e Daniela Ruffino e il consigliere Gianpaolo Andrissi.
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I fatti in breve
- Convegno a Palazzo Lascaris organizzato dal Garante regionale per i detenuti.
- Il decreto svuota carceri e le possibilità di risarcimento per le vittime di trattamenti inumani rischiano di essere inefficaci se non accompagnati da interventi strutturali.
Dichiarazioni
“La messa in osservazione dell’Italia da parte della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo per il sovraffollamento delle carceri e le pene inumane e degradanti cui possono essere sottoposti i detenuti è il primo nodo che ci troviamo ad affrontare e vogliamo contribuire a risolvere a sette mesi dal nostro insediamento”, Bruno Mellano, Garante regionale per i detenuti.
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