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  • Legislatura: corrente
  • Parola chiave: emergenza climatica

Legislatura n. XI - Seduta n. 56 del 28/01/20 - FREDIANI Francesca - Argomento:


Programmazione dei lavori


Mi permetto di ricordarle che l'intesa era di discutere, come primo punto qualora l'Assessore fosse disponibile, l'ordine del giorno relativo all'Embraco.
Non so per quale motivo, poi, nell'o.d.g. dell'odierna seduta il punto sia finito dietro a quello relativo agli atti d'indirizzo sull'emergenza climatica. In ogni caso, l'intesa in Aula la scorsa settimana era questa.

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Legislatura n. XI - Seduta n. 56 del 28/01/20 - PRESIDENTE - Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)


Esame ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale"; ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta, Valle, Giaccone, Marello, Rossi Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale"; ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti, Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti"; ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi, Fava, Cane Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca, inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti"; ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco Martinetti, Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico"; ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani Disabato, Martinetti, Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso"; ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici"


Procediamo con l'esame degli ordini del giorno di cui al punto 4) all'o.d.g.
. ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale" . ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta Valle, Giaccone, Marello, Rossi, Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale" . ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti" . ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi Fava, Cane, Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti" . ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico" . ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani, Disabato, Martinetti Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso" . ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi, inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici" Come concordato nella scorsa adunanza consiliare, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento interno, procediamo con la discussione congiunta di tutti gli atti d'indirizzo citati, in quanto vertenti su argomenti analoghi o connessi.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 150.

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Legislatura n. XI - Seduta n. 56 del 28/01/20 - MARRONE Maurizio Raffaello - Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)


Esame ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale"; ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta, Valle, Giaccone, Marello, Rossi Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale"; ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti, Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti"; ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi, Fava, Cane Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca, inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti"; ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco Martinetti, Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico"; ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani Disabato, Martinetti, Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso"; ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici"


Grazie, Presidente.
Abbiamo deciso di presentare quest'ordine del giorno e siamo contenti che abbia riaperto un dibattito che, a quanto pare, ha stimolato gran parte del Consiglio regionale e tante altre forze politiche. Ha creato forse un po' di sorpresa e un po' di scompiglio nella maggioranza il fatto che proprio da Fratelli d'Italia partisse una richiesta di dichiarazione di emergenza climatica e ambientale. Però vogliamo cogliere quest'opportunità di dibattito proprio per chiarire bene la nostra posizione, che è ben desumibile anche dalla lettura del documento.
Pensiamo che dal Consiglio regionale aperto che ha trattato questo tema sia emerso un messaggio sbagliato o, meglio, che il messaggio della maggioranza sia stato travisato e forse, inconsapevolmente, un po' strumentalizzato.
Infatti, sinceramente non abbiamo apprezzato che sia passato un messaggio di chiusura a qualsiasi richiesta esterna e mancanza di sensibilità sulla questione ambientale e climatica quando, in realtà (ricordiamolo) il fatto di indire un momento di dibattito aperto in quest'Aula è stato accolto e promosso proprio da questa maggioranza.
Infatti, la tribuna anche politica e istituzionale ai movimenti giovanili che s'impegnano sul tema è stata assolutamente garantita e favorita da questa maggioranza e da questo centrodestra e l'impegno concreto su questo tema è stato non solo annunciato e confermato dialetticamente a verbale, ma anche mantenuto con l'azione politica concreta. Ed è per questo che abbiamo voluto ripresentare un atto d'indirizzo che vada sì ad accettare e quindi dichiarare formalmente questo stato di emergenza climatica e ambientale come molti altri enti pubblici e rappresentativi hanno fatto, però con una differenza di mentalità importante: non fermarsi a un approccio ideologico di dichiarazione solo simbolica e propagandistica, bensì andare a riempire questa dichiarazione con dei contenuti molto forti e anche concreti proprio perché di reale competenza regionale.
Questo perché? Perché l'attenzione al territorio e alle grandi ripercussioni anche relative alla stabilità idrogeologica e al grande disastro climatico che va a colpire tante comunità della nostra Regione non hanno mai lasciato indifferente questa maggioranza, anzi. Però riteniamo che - per fare un esempio un po' scherzoso - quando il Po va a esondare non consulta prima la lista dei Comuni che hanno dichiarato o meno lo stato di emergenza climatica per vedere dove andare a straripare. Per carità, la natura sicuramente ha una sua dinamica incontrollabile, ma la politica, in quanto amministrazione della cosa pubblica, deve porsi il tema di tutelare il territorio e anche l'ambiente, per evitare tutte le conseguenze dannose che derivano da questa emergenza, ma lo deve fare con un piglio assolutamente pragmatico. Altrimenti si rischia di andare a frustrare proprio quegli obiettivi che penso siano largamente condivisi, al di là delle appartenenze ideologiche.
Per questo voglio sottolineare - anche in coerenza con quanto detto in quel dibattito dal mio collega Bongioanni, che condivido - che non ha senso andarci a scannare su un dibattito, che è in realtà propriamente scientifico, su quella che è la dimensione quantitativa dell'impatto dell'azione antropica sull'equilibrio climatico ambientale, non perché noi vogliamo sottovalutare l'importanza di questo tema, ma proprio perché lo riteniamo massimamente importante.
Riteniamo che debbano essere gli esperti in ambito scientifico a esprimersi e che debba essere un dibattito scientifico, che sappiamo essere vivo e anche controverso, a dare le risposte in tal senso. Ma questo noi non la viviamo come uno scarico di responsabilità. Tutt'altro, noi riteniamo che a prescindere da quelle che saranno le evoluzioni del dibattito scientifico sul tema, la politica debba comunque dare delle risposte di grande responsabilità. Ed è per questo che l'ordine del giorno che noi presentiamo è pieno d'indicazioni e politiche molto concrete, che vado brevemente a enumerare.
Rivendico che queste tematiche sono assolutamente espressione della nostra visione del mondo e delle nostre linee programmatiche di centrodestra e arrivo dire, anche di destra. In realtà, la sensibilità e l'ambiente non è appannaggio di una sola forza politica, ma noi preferiamo portarle avanti con delle proposte molto concrete.
La prima che vogliamo enumerare è il tema delle grandi infrastrutture e delle grandi opere. Non possiamo pensare di rispondere all'inquinamento dell'aria, delle micropolveri e dell'inquinamento atmosferico solo con i blocchi dei singoli veicoli dei privati. Le nostre tangenziali e le autostrade della Pianura Padana sono intasate soprattutto dal traffico commerciale e dai flussi commerciali su gomma.
Riteniamo strategico, per migliorare la qualità dell'aria, investire su un'infrastruttura strategica come l'alta velocità, che non è solo la Torino Lione, ma è quel canale infrastrutturale che consentirà di spostare prevalentemente su ferro, quindi su rotaia, tutto quel flusso commerciale che valica le nostre Alpi adesso su gomma e che poi sarà in grado di connettere quei grandi flussi che, dal porto di Genova arrivano dal Mediterraneo e si dirigono al nord dell'Europa e poi a est verso Milano.
Questo è il primo tema su cui noi gradiremmo, anche per responsabilizzare il dibattito, che anche i Fridays For Future si esprimessero, perch abbiamo ravvisato una certa ambiguità sul tema, una certa sospensione di giudizio. Vediamo che le loro propaggini locali della Valle di Susa, sempre che non vado errato - ma mi sembra di essere abbastanza confortato su questa notizia - abbiano sposato il movimento No TAV e partecipino attivamente alle manifestazioni contrarie all'alta velocità ma, a livello di vertice, a livello torinese, a livello nazionale e internazionale non è chiara la posizione di quel movimento in proposito. Invece la nostra posizione è assolutamente cristallina.
Nell'ordine del giorno, proseguiamo poi con la promozione di progetti di ricerca propedeutici al rinnovamento industriale, nell'ambito dei progetti di area di crisi complessa, in particolare sul tema della mobilità sostenibile. Noi siamo i primi a credere nelle soluzioni strutturali al tema ambientale, quindi a pensare che la soluzione non sia tenere nel garage la vecchia panda del pensionato, del commerciante o dell'artigiano ma portare tutto il sistema a un salto di qualità che vada a spostare tutta la produzione, quindi anche il consumo, su sponde che siano ecosostenibili.
Questo, se vogliamo trasformarlo in politica concreta, non può essere affrontato in modo ideologico.
Vietare i diesel, vietare i motori inquinanti, limitare il traffico in tal senso, quando poi la grande produzione manifatturiera del nostro territorio è ferma a quelle tipologie di prodotto, crea semplicemente disoccupazione.
Noi viviamo uno stillicidio d'imprese, anche e soprattutto connesse all'indotto dell'automotive, che sta vivendo un vero tracollo, con storie drammatiche di operai e delle loro famiglie costrette a picchettare in pieno dicembre, durante le feste natalizie, per cercare di mantenere viva l'attenzione sul loro destino e non possiamo, sinceramente, andare di fronte a quegli operai - dove tutti noi siamo andati, di destra e di sinistra e Movimento 5 Stelle - a rispondere che devono rimanere in mezzo a una strada perché producono un bene che non è in sintonia con gli standard ambientali.
Riteniamo che la produzione vada, effettivamente, ammodernata in senso ecosostenibile, però richiamiamo anche le forze politiche, che sono espressione dell'attuale Governo, a un senso di responsabilità. Una crisi complessa verte soprattutto come progetto regionale proprio sui progetti di ricerca che vadano a investire sul motore elettrico e sulla mobilità ecosostenibile, ma hanno bisogno non solo di progettualità che la Regione garantisce, non solo di compartecipazione - parliamo di decine di milioni di euro - che la Regione e la Giunta regionale ha garantito dai fondi europei, ma ha bisogno d'impegni concreti e non di parole da parte del Governo centrale.
Prima abbiamo sentito una promessa di 150 milioni di euro, ma quando ci è stato portato in versione Babbo Natale a Palazzo Civico, abbiamo sentito ridurre la cifra a 50 milioni e nella finanziaria non abbiamo visto ancora un euro. Decreti sulle crisi complesse il Governo ne ha promulgati da quel giorno, ma a Torino non l'abbiamo mai vista comparire.
Riteniamo che, in tal senso, non basti incontrare Greta Thunberg stringerle la mano e creare photo opportunity, ma bisogna portare i quattrini, bisogna portare i milioni di euro per costruire veramente motori elettrici e non vietare semplicemente i motori inquinanti ai consumatori che li avranno comprati legittimamente.
Proseguo con l'illustrazione del mio ordine del giorno. La predisposizione di bandi di accesso a fondi strutturali europei indiretti, che premino forme di economia circolare, ammodernamento edilizio ecosostenibile, il riciclo dei rifiuti, l'agricoltura a chilometro zero e il rifiuto delle culture OGM. Ricordo che quando Greta Thunberg doveva ancora nascere, con la destra sociale dell'allora Alleanza Nazionale, l'impegno sul contrasto agli organismi geneticamente modificati per salvaguardare la qualità a livello genetico delle colture italiane piemontesi la sposava proprio la nostra componente politica. Purtroppo è una battaglia su cui, nonostante tutto, abbiamo ceduto dei passi. Tuttavia, sono dei temi fondamentali: c'è l'agricoltura biologica, c'è anche la poco conosciuta idrocoltura, tutte tecniche all'avanguardia che noi dobbiamo sostenere. So che anche la Giunta, con l'Assessore Marnati, su questo ha già anticipato un impegno molto concreto.
Ho già parlato delle limitazioni al traffico. Bisogna assolutamente tamponare l'emergenza, ma con misure che siano di sostegno, che siano incentivanti, non con misure repressive che, invece, vanno solo a mortificare il nostro tessuto economico.
Concludo con un passaggio che, davvero, ci vede ribaltare anche un po' sui nostri avversari politici, ma mi sento di dire, anche soprattutto con quel movimentismo ambientale con il quale vogliamo avere un'interlocuzione, ed è l'ultimo punto dell'invito, che è il tema dei dazi di civiltà. Qui potrebbe sembrare una battaglia ideologica, ma non è così. È il riportare tutti, nel pieno rispetto dell'intelligenza di ciascuno di noi, che il tema del mantenimento degli impegni ambientali è efficace se è globale, perch l'Europa ha un impatto infinitesimale sul degrado climatico-ambientale di tutto il globo.
Finché noi ci ritroveremo ad avere controparti in ambito asiatico, in ambito sudamericano, in tanti altri ambiti che svolgono una concorrenza pesantissima - e mi sento di dire anche sleale - nei confronti dei nostri attori economici, rispetto ai costi di produzione e poi non sono minimamente vincolati al rispetto dei diritti del lavoro, in questo caso anche dei parametri di produzione ecosostenibile e sono liberissimi di inquinare quanto, dove e come vogliono, allora vi rendete conto che tutto l'impegno mantenuto in ambito occidentale diventa assolutamente inutile.
Anzi, diventa penalizzante per i produttori occidentali. Gli impegni li vogliamo portare avanti, ma in senso vincolante per tutti. I Paesi che ritengono di approfittare del mercato globale e di non rispettare questi standard internazionali vanno sanzionati.
Spero che la nostra Greta Thunberg, che ha lanciato un messaggio importante (se siamo qui a discuterne, evidentemente, è un messaggio che ha bucato) non si limiti a manifestare nelle città occidentali, dove il diritto di libera espressione è assolutamente garantito, anzi dove i potenti e i governanti sgomitano per andare a stenderle tappeti rossi, a stringerle la mano e a farsi fotografare inchinati a livello della sua altezza, ma che invece, questo movimento abbia il coraggio di porre questo tema anche a livello internazionale.
Sono contento che il Fridays For Future venga nel nostro capoluogo piemontese a celebrare il suo meeting estivo, ad agosto, però credo sarebbero stati più incisivi se l'avessero indetto magari a Pechino contro l'inquinamento climatico o a Riyad per protestare contro l'inquinamento da idrocarburi. Però questo sinceramente, non per essere pessimista, temo che non lo vedremo mai.

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Legislatura n. XI - Seduta n. 56 del 28/01/20 - GRIMALDI Marco - Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)


Esame ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale"; ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta, Valle, Giaccone, Marello, Rossi Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale"; ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti, Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti"; ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi, Fava, Cane Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca, inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti"; ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco Martinetti, Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico"; ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani Disabato, Martinetti, Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso"; ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici"


Grazie, Presidente.
In realtà, non ho ancora capito perché la destra ce l'abbia così tanto con chi, nell'ultimo anno della sua vita, ha dedicato tutta la sua passione a rivitalizzare una discussione pubblica, che è rimasta per troppo tempo solo nelle università, nei movimenti ecologisti, nelle piazze dell'austerity e del liberismo. Lo dico perché, purtroppo, anche in quest'aula sono state tuonate parole davvero fastidiose, come "vieni avanti Gretina" o "siete dei catastrofisti".
Vi è andata male, colleghi. Questa legislatura, purtroppo, è nata sotto un segno davvero negativo: anzitutto, avete bocciato la discussione iniziale di questa legislatura proprio sui cambiamenti climatici; poi avete provato ad aprire la discussione con i ragazzi del Fridays For Future, per poi di nuovo frustrarne ogni aspettativa, bocciando prima la dichiarazione di emergenza ambientale e poi facendo ancora peggio.
Voi siete i classici esempi di negazionisti un po' "corretto grappa", alla piemontese, cioè un giorno dichiarate l'anno di svolta ambientale, magari perché Greta Thunberg è qui davanti al Palazzo della Regione e il giorno dopo spiegate che, poiché le misure dovrebbero essere strutturali e quindi, i blocchi non sono sufficienti, alla fine, senza alternativa e senza davvero mettere in campo risorse straordinarie, sia del nostro bilancio, come vi abbiamo chiesto, sia dei fondi strutturali europei riuscite solo a prevedere deroghe nel vostro futuro.
Non so se vi è chiaro, lo diciamo da mesi: magari tutta la lobbying Consigliere Marrone, che in questi anni i governatori del Nord hanno speso per l'autonomia, l'avessero anche solo in parte spesa per quella che è l'emergenza più grande del Nord Italia, che ci vede tutti accomunati, fino all'Emilia-Romagna, ed è quella ombra nera che ogni giorno respiriamo, che ogni giorno rende un po' più breve e un po' più corta anche la nostra aspettativa di vita! Già, perché l'appello che facciamo in quest'aula a tutti i parlamentari europei e italiani è proprio quella di unirsi, di unire il Nord per la nostra sopravvivenza.
Forse, quello che non avete colto della dichiarazione di stato di emergenza climatica e ambientale (altro che, Consigliere Preioni, "disagio ambientale", si chiama "emergenza climatica"!), è che prima di tutto sono a rischio le nostre attività, quelle produttive, quelle con caratteristiche economiche, e mi riferisco ai nostri vigneti, alle nostre api, alla nostra agricoltura, ma al centro sta un discorso ben più grande: senza giustizia ambientale non c'è neanche giustizia sociale.
Sapete benissimo che con noi non attaccano le polemiche su quanto sono giuste o no le piccole misure che prevedono la congestion charge nel centro di Torino. Voi le criticate perché sono di natura troppo ambientalista? Ecco, per noi sono timide e spesso anche inutili! Per noi, che pensiamo alla pedonalizzazione dei centri storici e alla moderazione del traffico su tutte le città, pensiamo che però non si possa banalizzare il tema del trasporto privato. Per questo, nella nostra dichiarazione di emergenza ambientale c'è una sfida alla città di Torino, ma prima di tutto a noi stessi: troppo comodo, troppo comodo, la sfida fra pellet e mezzi privati anzi, direi inutile! Come si fa a dividere questa discussione fra emissioni, sostanze inquinanti e cause di una vicenda che, certo, ha una storia di trent'anni? Per intenderci, nessuno pensa di dover smentire pubblicamente il Direttore dell'ARPA quando dice che la qualità dell'aria è migliorata. Certo, se consideriamo gli ultimi trent'anni, sono proprio le misure strutturali che hanno migliorato la nostra qualità dell'aria. Le misure strutturali sono quelle che hanno cambiato un pezzo di produzione, che ne hanno anche vista meno; oggettivamente, la Città di Torino con il piano regolatore, dal 1990 al 2006, ha visto la riconversione della più grande parte dei suoi spazi industriali. Pensate a Parco Dora e a quella che è stata Italia 150.
Abbiamo visto la linea 1 della Metropolitana; siamo la più grande città teleriscaldata d'Italia! Solo che a un certo punto la curva, come emerge dai dati sulle emissioni di PM10 e di polveri sottili, si è fermata: questo drastico miglioramento è fermo da troppi anni.
Assessore Marnati, varrebbe la pena citare le metafore o tirarle dalla propria parte - glielo dicevo l'altro giorno in Commissione - per intero.
Il CNR ci fa notare che, se una stanza è chiusa e ci sono dieci persone che fumano, forse non ha poi così senso chiedere solo a due o tre persone di smettere di fumare. Perché? Perché, se non si spalancano le finestre quella riduzione è poco sensibile per gli altri otto che continueranno a respirare; sicuramente, per quei due che smetteranno di fumare, ma anche per gli altri otto che continueranno a farlo.
Il punto è semplice, Assessore Marnati: le Alpi non si possono abbattere, i tunnel - per quanto vi piacciano e siate ossessionati da loro - non servono a trasportare l'aria cattiva dall'altro lato delle Alpi (per fortuna perché non ce la caviamo spostando le emissioni!). Il punto è se siete d'accordo, stato di emergenza climatica e ambientale o no, a dire che la priorità di ogni nostra politica, così come vi abbiamo detto durante la discussione sulla crisi occupazionale, ha al centro la riconversione ecologica della nostra economia.
La dico in modo molto semplice: la vicenda FCA-PSA ha al centro (il cuore) un ritardo tecnologico, promesse mancate del gruppo che ha avuto il cuore e la testa in questa città, ma anche un pezzo di futuro della mobilità sostenibile; senza dubbio.
Anche se noi mettessimo tutte le risorse pubbliche regionali sul tema dell'elettrico e delle batterie, che vede nei nostri atenei piemontesi un'eccellenza (penso alle tante donne del Politecnico, una in particolare tra l'altro, che è appena stata nominata all'EDISU proprio dagli atenei che hanno vinto tutti i concorsi europei proprio per la progettazione delle batterie del futuro), la componentistica di quelle auto e i numeri che faranno le auto elettriche del gruppo FCA non basterebbero neanche a mantenere l'occupazione a Mirafiori; figuratevi nell'indotto.
Che cosa vuol dire tutto questo? Che serve l'attenzione del Governo italiano, Consigliere Marrone? Sì, eccome, ma serve l'attenzione di tutta l'Unione Europea.
Vi do una notizia: l'Europa chiama il Piemonte. Io non so se avete sentito se siete in ascolto, ma siamo una delle quattro Regioni potenzialmente beneficiarie dei fondi in più del Green Deal. Abbiamo la possibilità, con la Lombardia - visto che ne siete così attratti, per una volta, discutiamo in una maniera più larga - la Liguria, il Veneto e l'Emilia Romagna, di studiare il più grande piano di trasporto pubblico mai esistito in questo Paese dai tempi di Cavour.
Ci avete rotto i polmoni a discutere se è o no strategica l'alta velocità senza spendere mai un minuto del vostro tempo a parlare di quanto sia necessario ridurre le emissioni su gomma o incentivare quello che è ormai un tappo vero nell'economia italiana: il fatto che le merci su ferro non è che non vanno a Lione, ma non vanno proprio da nessuna parte! Noi saremmo i primi a voler discutere con il "Consigliere sovranista energetico per un giorno" di quanto è importante non solo lasciare alle porte le politiche della Cina a chilometro zero, perché, Consigliere Marrone, non so se ha notato, ma il liberismo è entrato già dentro di noi.
Tra l'altro, continua a sbagliare: i Fridays For Future non fanno le conferenze in Cina, perché è una conferenza europea e - sa com'è! - non la fanno né in India né la possono fare.

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Legislatura n. XI - Seduta n. 56 del 28/01/20 - DISABATO Sarah - Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)


Esame ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale"; ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta, Valle, Giaccone, Marello, Rossi Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale"; ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti, Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti"; ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi, Fava, Cane Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca, inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti"; ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco Martinetti, Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico"; ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani Disabato, Martinetti, Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso"; ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici"


Grazie, Presidente.
Francamente, sono un po' confusa, perché non ho capito di quale argomento stiamo parlando: stiamo discutendo d'inquinamento, di ZTL, di traffico, di PM10 o siamo tornati alla dichiarazione dello stato d'emergenza climatica? Perché sono due aspetti totalmente diversi.
Il Gruppo della Lega ha espresso il suo disagio, in termini ambientali relativamente al problema dell'inquinamento. C'è da dire, però, che quest'argomento non ha nulla a che fare con il riscaldamento climatico.
Cioè le emissioni inquinanti sono una cosa differente dalle emissioni climalteranti dovute alla CO2 e a quei gas che contribuiscono all'aumento della temperatura media globale. Insomma, stiamo parlando di cose totalmente diverse.
Capisco che si stia cercando di strumentalizzare l'ambiente o che si stia cercando di usare le tematiche ambientali come materia di ricatto a livello torinese e anche a livello nazionale, ma non riesco a capire dove si voglia andare a parare.
Per questo motivo, sono confusa e non riesco a comprendere se devo parlare di una certa problematica o se devo intervenire su qualcos'altro.
Poiché vengono continuamente ripetute le problematiche relative al blocco del traffico, al danno arrecato ai cittadini, quasi come se ci fosse solo una parte politica che vuole effettuare questi blocchi, ci tengo a rammentare che l'accordo siglato del bacino padano impegna tante altre Regioni: non soltanto il Piemonte, ma anche il Veneto, ovvero amministrazioni di ogni forza politica e di ogni schieramento politico.
Che cosa stiamo cercando di dimostrare? Quello è un accordo sottoscritto da tutte le forze politiche. È un accordo di buonsenso, che mira a ridurre l'inquinamento nell'immediato, con misure emergenziali. Poi ci saranno sicuramente anche delle misure strutturali, ma stiamo parlando di un'altra cosa.
Torniamo, quindi, all'argomento cui ci stiamo dedicando in questa discussione, che è la dichiarazione dello stato d'emergenza climatica e ambientale.
Lo ricordo soltanto io che il 15 ottobre in Aula abbiamo ascoltato le dichiarazioni e gli interventi di numerosi esperti, tecnici e climatologi? C'erano personalità addirittura provenienti da altre parti del mondo per raccontarci gli effetti del riscaldamento globale, anche solo sul nostro territorio.
Guardate che non è una questione limitata alla Cina o al terzo mondo: stiamo parlando di problematiche che hanno un effetto immediato sul nostro territorio, sulla nostra agricoltura, sulle nostre infrastrutture e sulle produzioni agronomiche, che rappresentano un'eccellenza del Piemonte.
Ricordiamo, per esempio, i danni alla viticultura; ricordiamo i danni alla produzione di nocciole; addirittura, c'è chi parla di danni dovuti al riscaldamento climatico, quindi al cambio del clima, sulla produzione di tartufi.
Proprio in questi giorni stiamo promuovendo un'eccellenza piemontese a livello mondiale. So che il Presidente Cirio e il Vicepresidente Carosso hanno partecipato anche a una conferenza sulla tematica. Questa è una produzione che viene messa ad alto rischio dal riscaldamento climatico.
Comunque, noi abbiamo negato la dichiarazione di stato d'emergenza il 15 ottobre, di fronte a tutti questi esperti e di fronte ai ragazzi del Fridays For Future, che si sono sentiti praticamente definire "invasati".
Lo stesso Assessore all'ambiente ha chiesto loro: "Voi che cosa state facendo per cambiare lo stato delle cose? Voi urlate e vi scattate foto con Greta Thunberg, però cosa state facendo?". Peccato che lei glielo stesse dicendo con un bicchiere di plastica in mano! Certo non stava dando proprio il buon esempio.
Ma è proprio questo l'approccio che non dobbiamo tenere; sono queste le risposte che non dobbiamo dare ai ragazzi: non si devono sentire colpevolizzati per aver chiesto un'azione diretta al Governo della Regione o al Governo nazionale per andare incontro a quelle che sono le esigenze del futuro per quanto riguarda la riduzione delle emissioni dei gas climalteranti. Non si devono vergognare di venire qua a farci queste richieste! Non si devono vergognare di andare in piazza a farsi le foto con Greta Thunberg! L'atteggiamento di questa Giunta è stato davvero vergognoso, ci tengo a sottolinearlo. Tant'è che oggi ci ritroviamo in questa sede a parlare, di nuovo, della dichiarazione dello stato d'emergenza climatica a tre mesi di distanza da quella discussione.
Perché vi siete risvegliati di colpo? Vogliamo usare anche la dichiarazione dello stato d'emergenza climatica come dato di strumentalizzazione? Vogliamo allegarlo ad altri ricatti, magari da porre alla Giunta Appendino, sui blocchi del traffico, che non hanno alcuna correlazione con il discorso dell'inquinamento? Perché stiamo parlando di due cose totalmente differenti, ci tengo a sottolinearlo.
Qual è l'obiettivo, oggi? Perché l'Assessore Marnati in Commissione, la scorsa settimana, durante la discussione sul DEFR, ha detto che queste dichiarazioni lasciano il tempo che trovano. Gliel'abbiamo dovuto dire noi che era stato presentato un ordine del giorno - anzi, più di uno - che chiedeva, invece, la dichiarazione di stato d'emergenza climatica! Dunque, non siamo stati noi della minoranza a stupirci di questo atto: è il vostro Assessore che si è stupito, tant'è che è stato presentato anche un ordine del giorno che non chiede la dichiarazione dello stato di emergenza climatica, ma contiene una dichiarazione di disagio ambientale.
La volta scorsa, invece, abbiamo chiesto di riconoscere l'emergenza globale. Oggi, invece, che cosa ci stiamo apprestando a fare? Ricordiamo che la dichiarazione dello stato d'emergenza climatica - non sono parole gettate al vuoto! - è un impegno concreto che si sono assunti anche altre nazioni, tra cui l'Italia nel novembre 2019, la Spagna l'Irlanda, addirittura il Bangladesh, e che richiede la riduzione a zero delle emissioni di gas climalteranti entro un determinato tempo specifico.
Non è che stiamo dando un contentino tranquillo anche ai ragazzi del Fridays For Future, che ci hanno messo pressione: noi stiamo dichiarando una cosa ben precisa e non possiamo sicuramente limitare la discussione a quelle tre o quattro richieste presenti negli atti della maggioranza che stanno cercando di mettere una pezza a quello che è successo il 15 ottobre.
Perché, ricordiamolo, è quello il fatto: ci stiamo ripresentando tre mesi dopo con questa dichiarazione di stato d'emergenza climatica.
Noi c'eravamo e avevamo presentato un documento completo che conteneva misure concrete volte alla riduzione delle emissioni dei gas climalteranti e l'abbiamo riproposto ulteriormente oggi. Ricordo, una tra le tante, la nostra proposta di legge regionale a prima firma del collega Sacco, che richiede l'istituzione del reddito energetico regionale. Non stiamo sbandierando questa richiesta di dichiarazione così, tanto per far qualcosa, ma stiamo chiedendo misure concrete. Chiediamo di sostenere con fermezza tutte le misure individuate dal Piano regionale della qualità dell'aria e ricordiamo che in quel documento c'è anche l'ampliamento delle zone a traffico limitato. È contenuto nel Piano regionale della qualità dell'aria, quindi redatto dalla Regione.
Quando si decide di fare propaganda sui temi ambientali, magari tacciando una forza politica di essere estremista e demagogica da quel punto di vista, si devono prima leggere i documenti che presentiamo e che firmiamo per verificare effettivamente che non stiamo dicendo qualche cavolata in merito. Abbiamo chiesto di avviare un dialogo con il mondo industriale e produttivo piemontese per la predisposizione di un percorso di transizione da un modello di sviluppo lineare a uno circolare. Abbiamo chiesto di abbattere il costo dell'energia per le aziende, attraverso una maggiore quota di cofinanziamento regionale per l'efficienza energetica a fonti rinnovabili delle imprese e a definire anche nuovi criteri per l'efficientamento energetico degli edifici privati, privilegiando chi oltre ad agire sul risparmio energetico, interviene anche installando impianti che permettano di sopperire al fabbisogno residuo attraverso fonti rinnovabili. Abbiamo chiesto un programma di riqualificazione energetica degli edifici dell'Amministrazione regionale e delle pianificazioni regionali, affinché l'obiettivo generale sia il contrasto al cambiamento climatico.
Ci tengo a dirlo: questo Governo ha emanato il decreto clima, che è il primo atto concreto dedicato completamente alla lotta al cambiamento climatico. In questo decreto clima sono contenuti, ad esempio, gli stanziamenti per l'ecobonus della mobilità verde. Questi sono fondi subito disponibili per andare incontro alle esigenze del rinnovo del parco mezzi delle auto private. E ricordiamo che la nostra proposta, a prima firma del collega Bertola, che prevedeva l'ecobonus a livello regionale, è stata respinta e ci era stato detto che sarebbe stato fatto. Noi stiamo ancora attendendo, perché a livello nazionale invece l'abbiamo fatto. Dobbiamo dirlo: a un lombardo cambiare la propria auto costa molto meno che a un piemontese. Noi dobbiamo ridurre anche le distanze tra Regione e Regione perché non è possibile che per comprare la stessa auto in Lombardia e in Piemonte ci sia una differenza di 6.000 euro. Questo non è virtuoso per una Regione come la nostra. Noi dobbiamo andare a ridurre effettivamente gli inquinanti e i gas climalteranti e dobbiamo farlo con misure concrete che siano visibili e toccabili.
Nel decreto clima sono previsti bonus per le corsie preferenziali e bus per il trasporto scolastico con mezzi ecologici, per la riforestazione e l'installazione di green corner all'interno dei negozi e degli esercizi commerciali in cambio di un contributo, pubblicità dei dati ambientali e quindi la pubblicazione dei dati ambientali, rendendoli pubblici e accessibili. Queste sono azioni che sono state fatte dal nostro Governo e non soltanto, perché ad esempio l'8 luglio 2019 il Ministro Luigi Di Maio e Sergio Costa hanno firmato il decreto FER1, che ha l'obiettivo di sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili per il raggiungimento dei target europei al 2030 definiti nel Piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Quindi, a livello nazionale passi in avanti se ne stanno facendo.
A livello regionale, invece, noto, purtroppo con tanto dispiacere, che si stanno facendo attacchi e si stanno facendo ricatti all'Amministrazione e si sta utilizzando il tema dell'ambiente per fare fuffa, perché dopo tre mesi tornare in Aula con questa discussione dopo non aver dichiarato lo stato d'emergenza climatica durante il Consiglio regionale aperto sul tema è una delusione, ed è un fallimento da parte di questa Giunta.
Stiamo cercando di mettere una pezza, quindi l'Assessore Marnati non venga a dirci in Commissione che la dichiarazione dello stato d'emergenza è inutile, ma lo dica davanti a tutte le forze politiche che hanno ripresentato oggi quell'atto, perché bisogna avere anche il coraggio di prendersi la responsabilità delle proprie dichiarazioni e delle proprie azioni. Se c'è qualcuno che deve fare dichiarazioni in merito, le faccia adesso alla propria maggioranza, perché lei, Assessore, a quanto pare nemmeno sapeva della deposizione di questi atti, o sbaglio? È caduto dal pero in Commissione, diciamoci la verità! Grazie.

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