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  • Legislatura: corrente
  • Parola chiave: emergenza climatica
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Legislatura n. XI - Seduta n. 56 del 28/01/20 - FREDIANI Francesca - Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)


Esame ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale"; ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta, Valle, Giaccone, Marello, Rossi Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale"; ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti, Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti"; ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi, Fava, Cane Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca, inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti"; ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco Martinetti, Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico"; ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani Disabato, Martinetti, Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso"; ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici"


Grazie, Presidente.
Il mio ordine del giorno si focalizza soltanto su un punto, perché quello dei colleghi appena illustrato è più generale, che è stato associato all'atto d'indirizzo relativo all'emergenza climatica. Invece il mio ordine del giorno si concentra, in particolare, sul primo tema posto dal Consigliere Marrone, che è quello relativo alla realizzazione della nuova linea Torino-Lione.
Come sempre, quando si affronta questo tema, lo si fa in modo piuttosto approssimativo e ideologico. Si ripresenta questa nuova linea come la soluzione di problemi che, in realtà, in primis probabilmente nemmeno esistono, ma che sicuramente non richiedono come soluzione la costruzione di un'opera che, invece, nell'immediato soprattutto, è altamente impattante.
Ho trovato un articolo - ne ho preso solo qualche estratto per non tediarvi con troppi numeri - che riassume un po' quelli che sono i dati reali e che purtroppo, mancano sempre quando si discute di questo tema. Nel tunnel autostradale del Frejus, dipinto dai sostenitori del nuovo traforo ferroviario come un inferno di asfalto intasato da numerosi TIR che inquinerebbero tutto l'arco alpino, ogni giorno passano 2.154 mezzi pesanti. Sulla tangenziale di Torino di camion ne passano ogni giorno non 2.000, ma 37.000. Ed è vero che il collega Marrone ha proprio citato il traffico della tangenziale come motivo d'inquinamento, ma non ha saputo spiegarci la correlazione tra il traffico della tangenziale e quello che passa o passerebbe nel tunnel del Frejus, semplicemente perché non c'è correlazione, sono due tipi di traffico profondamente diversi. Tant'è che sull'autostrada Torino-Milano ogni giorno corrono 13.500 mezzi pesanti.
Parliamo di quasi dieci il minuto, uno ogni sei secondi, e il traffico è sei volte quello del traforo autostradale del Frejus. Quindi, la domanda che sorge spontanea è perché non si è spostato questo traffico su gomma sulla rete ferroviaria ad alta velocità che è già stata costruita. A questa domanda nessuno, immagino, sa dare una risposta.
In realtà, tutti noi dovremmo ricordare bene per quale motivo è nato il progetto dell'alta velocità, della nuova linea Torino-Lione: per spostare i passeggeri. Inizialmente quello era lo scopo. In seguito si è scoperto che in realtà, non c'era una tale richiesta di spostamento di passeggeri e quindi si è inventata la scusa dello spostamento merci. Una scusa che, tra l'altro, si sta ancora utilizzando, senza che ci siano delle solide basi per giustificarla. Il grande imbroglio è proprio questo. Non c'è nessun intasamento di merci su quella direttrice, il traffico merci non può essere tolto dalla strada perché i mezzi che creano traffico sulle nostre strade in particolare sulla tangenziale, sono mezzi che fanno spostamenti brevi, è un traffico di breve gittata.
Prendiamo un altro dato come esempio. Sull'autostrada A32, Torino Bardonecchia, quindi quella che porta all'imbocco del tunnel del Frejus ogni giorno transitano 3.300 mezzi pesanti ma, come abbiamo detto prima solo 2.154 attraversano il tunnel che collega l'Italia alla Francia. Questo significa che un terzo del traffico che inquina la Valle di Susa è un traffico che non è diretto in Francia, ma è un traffico d'interesse locale e quindi non partecipa a questo fantomatico grande flusso di merci che dovrebbe attraversare il territorio dell'Europa. Un tempo si diceva da Kiev a Lisbona, ma ora abbiamo visto che, piano piano, vengono a mancare sempre più dei pezzetti alle estremità perché nessuno crede più realmente a questo progetto, tranne pochi che siedono in questa e, purtroppo, in altre aule.
Questo dato è un'ulteriore conferma del fatto che la strozzatura del traffico merci è un'invenzione propagandistica e mirata a realizzare un'opera, in pratica a creare cantieri che, di fatto, non porteranno nessun beneficio.
Tra l'altro, ricordiamo che - e qua c'è un altro paradosso - si vogliono fermare i TIR a Torino per caricarli su un treno. Tutti noi sappiamo che il centro intermodale si trova a Orbassano e quindi cosa succederebbe? Che i camion provenienti da Milano, dalla A4, anziché tirare dritti verso Bardonecchia, verrebbero portati sulla tangenziale torinese, aumentando ulteriormente il traffico. Se vi sembra una cosa sensata questa! Il traffico che immaginiamo di sottrarre alle Alpi, noi lo concentriamo sulla tangenziale di Torino, aumentando ulteriormente l'inquinamento che già opprime questa città.
Sempre guardando i dati, leggiamo che la Torino-Lione presuppone, nelle sue premesse, un aumento dei traffici da tre a cinque volte quelli attuali, in tutte le modalità, inclusi i camion. Dopodiché, forse, e ribadisco forse quando sarà costruita tutta - quindi non parliamo solo di quel tunnel di cui stiamo parlando in questi anni che ricordiamo è soltanto un minuscolo pezzo di quella che avrebbe dovuto essere l'intera linea finanziata dall'Europa, quando sarà costruita tutta, se e quando sarà costruita tutta forse, con adeguati incentivi, che già adesso dovremo prevedere, ma in realtà non esistono e nessuno li prevede perché siamo a livello di chiacchiera da bar quando si parla di TAV - si trasferirà dalla strada alla ferrovia soltanto il 30-40% di quel traffico. L'invito è, quando si parla di questo tema, di non infilarlo dappertutto come se fosse la soluzione, la panacea di tutti i mali, perché non lo è.
Se volete fare una discussione, facciamola con i dati, invitiamo anche persone competenti, affrontiamo una volta per tutte il tema, altrimenti evitiamo di parlarne in Consiglio regionale. Evitiamo di parlarne. Per parlarne come se fosse uno slogan e uno spot, in questo modo non portiamo nessun beneficio ai cittadini piemontesi.
Nell'atto d'indirizzo che ho presentato, che chiede di porre fine e di interrompere la realizzazione di quest'opera, troviamo anche dei riferimenti all'analisi costi-benefici. Non parlo di quella del professor Ponti, ma di quella contenuta nel "Quaderno 8" dell'Osservatorio.
Osservatorio che in questi giorni è tornato alla ribalta. Osservatorio occupato e autogestito da Foietta, che non serve a nulla, se non a far prendere il caffè ad alcune persone che stanno lì a chiacchierare, a inventarsi in un futuro che non esiste, a parlare di economia di sviluppo tra amici. Tanto cosa ci costa? Ci costa e sarebbe ora di chiuderlo.
Nel Quaderno 8, quindi un documento realizzato dall'Osservatorio, viene evidenziato un dato allarmante nel paragrafo del bilancio del carbonio risultante dalla stima delle tonnellate equivalenti di CO2 prodotte nelle fasi del progetto. Un'analisi dello stesso proponente, che ha sopravvalutato di molto le stime in esercizio, come ammesso dallo stesso Osservatorio nel successivo Quaderno 10 - che immagino tutti voi avete letto, perché tutti voi conoscete a fondo la grande opera inutile, tutti voi avete letto tutti i Quaderni dell'Osservatorio e conoscete perfettamente i dati, motivo per cui ne chiedete a gran voce la prosecuzione - ha evidenziato che l'impatto netto del progetto sarà positivo, a partire dal venticinquesimo anno dall'inizio del progetto quindi nel 2045.
Vorrei che qualcuno mi rispondesse su questo punto e mi spiegasse l'utilità di aumentare l'inquinamento in questi anni per realizzare un'opera che semmai verrà realizzata, quando sarà realizzata, oltre a essere inutile sarà talmente obsoleta e avrà inquinato tantissimo, in un momento in cui siamo qui a chiedere degli interventi per contrastare l'emergenza climatica.
Mi rivolgo anche al Consigliere Marin: lei sa che cosa succederà in alta valle, a Salbertrand? L'incredibile giro di camion di smarino che avremo in alta valle? All'ingresso del Gran Bosco di Salbertrand, di un parco naturale? Credo che tutti i Consiglieri del territorio dovrebbero unirsi per impedire questa follia. Altrimenti non possiamo dire che amiamo la montagna, che amiamo il territorio, ma dovremmo solo vergognarci, stare zitti ed evitare di toccare il tema. Altrimenti dimostriamo di essere semplicemente incoscienti, di non avere le conoscenze necessarie, oppure di "fregarcene" del territorio.
Poiché non credo che questo sia vero, invito veramente chi non conosce il progetto ad approfondirlo prima di aprire bocca e invocare cantieri, camion che girano e magari pensare a cosa succederebbe se un'opera di questo tipo venisse realizzata sul proprio territorio, sulle proprie montagne, magari nel Nord Piemonte.

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Legislatura n. XI - Seduta n. 56 del 28/01/20 - BERTOLA Giorgio - Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)


Esame ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale"; ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta, Valle, Giaccone, Marello, Rossi Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale"; ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti, Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti"; ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi, Fava, Cane Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca, inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti"; ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco Martinetti, Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico"; ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani Disabato, Martinetti, Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso"; ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici"


Grazie, Presidente.
Dichiarazione di stato di emergenza climatica e ambientale: ho un déjà-vu.
Sembra di rivivere una cosa già vista, come in quel film dove un tizio ogni giorno si sveglia e rivive lo stesso giorno per tante volte. Sarà una mia impressione o, forse, è la prima discussione che abbiamo affrontato in Consiglio regionale in questa legislatura? È assolutamente la prima discussione che abbiamo affrontato in questa legislatura.
Adesso il Consigliere Marrone dice che abbiamo voluto aprire un dibattito ma qualcuno l'ha aperto l'estate scorsa e qualcun altro l'ha chiuso in malo modo, bocciando atti d'indirizzo che chiedevano uno stato d'emergenza climatica e ambientale e facendo passare una non meglio precisata emergenza totale e globale: assolutamente nulla.
Per carità, è già meglio, è già un passo avanti rispetto al benaltrismo e al negazionismo che abbiamo visto finora, nel migliore dei casi, perché in molti casi, riferendomi anche a persone che siedono dall'altra parte di questo emiciclo, abbiamo visto anche di peggio: quando non si riesce a confutare qualcosa, è più facile offendere chi si trova di fronte. Allora offendiamo Greta e abbiamo risolto il problema! Offendiamo Greta, perch non ci piace e sparisce l'emergenza climatica, siamo tranquilli e stiamo bene.
È più facile offendere e anche un po' bullizzare sui social, una ragazzina di 16 anni (può piacere o no, ma è una ragazzina di 16 anni), postando immagini o scrivere addirittura "azzo guardi?", oppure essere d'accordo con chi la definisce "brutta", "incazzata" e "diabolica". Io non ho figli, per mi chiedo se chi in questo emiciclo ha figlie e sono "diversi", mi chiedo cosa farebbe se qualcuno offendesse così la loro figlia. Che cosa farebbero? Forse, andrebbero alla Polizia Postale. In ogni caso.
Ripeto, è già un passo avanti. Poi, per carità, si offrono inutili soluzioni a un problema, mettendo dentro il TAV, che ormai è il nuovo prezzemolo, che va bene dappertutto e su tutto.
Poi sentiamo la Lega che, nella persona del suo Capogruppo, non sa fare nulla di meglio che sovrapporre completamente la questione dei cambiamenti climatici, legata soprattutto alle emissioni climalteranti, con l'inquinamento da PM10, sovrapponendoli completamente: per la Lega sono la stessa cosa. Eh, no. Non è proprio così. Per carità, la questione dell'inquinamento da PM è importantissima, perché muoiono milioni di persone, ogni anno. Forse, vado a toccare delle corde che interessano anche da quella parte: salute e soldi. Vi dice qualcosa? Probabilmente, sì quindi magari bisogna fare qualcosa anche da quel punto di vista. Per sovrapporre completamente le due questioni è qualunquismo.
Eh, ma si dice: tanto la Cina, ormai, tanto la Cina. Fermano gli euro 2 e poi la Cina che fa? Però parliamone. Parliamo pure anche di questo, perch c'è un Piano regionale sulla qualità dell'aria che prevede la ZTL che non è stato cambiato. Il Documento di economia e finanza regionale in discussione che verrà approvato ora, anche come emendato dall'Assessore Marnati prevedere le ZTL e prevede incentivi ai Comuni che istituiscono e allargano le ZTL.
Penso che nessuno, qui dentro, riesca a immaginare che una vera ZTL sia dalle 7.30 alle 10.30. Dalle 7.30 alle 10.30 è la colazione dell'hotel, non è la ZTL, perché le ZTL serie sono qualcosa di diverso. Discutiamone e allora facciamoci una domanda: dove sono finiti gli incentivi per i privati che vogliono sostituire la loro autovettura con un mezzo meno inquinante? Dove sono finiti? Io li cerco da un po': ogni mattina guardo su Internet sul sito della Regione, magari esce qualcosa. Faccio F5, contino ad aggiornare, ma non esce nulla.
Ricordo che lo scorso autunno è stato bocciato un mio atto d'indirizzo con il quale chiedevo, poiché dei sei milioni di euro per la sostituzione dei mezzi commerciali ne erano stati spesi soltanto 600 mila euro, di provare a includere i privati, così come fa la splendida, la perfetta e la meravigliosa Lombardia. Mi è stato detto: "Sì, però, lo stiamo già facendo". Cioè, non possiamo approvare un atto d'indirizzo su una cosa che stiamo già facendo. Mi è stato detto che, al limite, potevo scrivere: "Bravo, Assessore, che lo stai già facendo". Quindi diventava un atto d'indirizzo per rafforzare l'autostima della Giunta regionale.
Peccato, però, che siamo al 28 gennaio, ma questi incentivi non ci sono quindi, se vogliamo ragionarne, parliamone. Perché, fin qui ho visto un ordine del giorno del centrodestra che, per com'era partito, è poi diventato qualcosa di diverso; è stato un po' trasformato, quando è diventato legge, ma quando è partito come ordine del giorno, sembrò più un modo per avere uno sconticino per prendere un SUV nuovo.
Parliamo anche degli OGM. Perché condivido, certamente, il no agli OGM presente nell'atto d'indirizzo del collega Marrone, che è una delle poche cose che condivido in quell'atto d'indirizzo, però diciamo anche questo perché Fratelli d'Italia ha una posizione sull'OGM che conosco e che riconosco.
Fratelli d'Italia è in una Giunta regionale, in una coalizione con Forza Italia, presieduta dal Presidente Cirio, che è lo stesso che stava a Bruxelles fino a poco tempo fa. Così, per caso, navigando su Internet sono andato a vedere un po' di cose, perché si svolge un lavoro importante al Parlamento europeo, anche sugli OGM, certo. Ho trovato una dichiarazione dell'8 giugno 2016 fatta a Strasburgo da Alberto Cirio, il quale dichiara: "Ho votato a favore di questa risoluzione, poiché sono d'accordo con l'interruzione del commercio di questo prodotto, che è un prodotto OGM" quindi, il Presidente Cirio dice di interrompere il commercio di quel prodotto - "o perlomeno ritengo che l'Unione Europea debba agire in maniera più coerente quando si parla di OGM. Non ha, infatti, senso, per la nostra produzione interna, permettere il commercio e non autorizzare la coltivazione".
È un fatto di concorrenza: no agli OGM, perché ce li fate solo arrivare e non li facciamo noi! Allora, fateceli produrre e si possono anche vendere! A me non sembra proprio un no all'OGM, ma si può sempre migliorare.
Possiamo parlare di tutto quello che desideriamo, possiamo fare discorsi possiamo dividerci, possiamo scannarci su questioni scientifiche, ma la verità è che siamo in una transizione globale. Una transizione globale che è una transizione europea, che è una transizione nazionale e che è anche una transizione regionale.
Pertanto, poiché non pretendo di parlare di massimi sistemi, dico che qui a casa nostra, ci vogliono le risorse per governare questa transizione, ci vuole un Governo regionale che sappia riconoscere che siamo in una transizione e che sappia governare questo processo. Diversamente, questo processo lo si subisce, perché tutte quelle misure che dobbiamo andare ad adottare, signori, sono anche una risposta alle crisi aziendali. È tutto connesso, nessuno di noi può più permettersi di ragionare per compartimenti stagni, perché siamo in un grande argomento che riguarda la nostra economia, il lavoro, lo sviluppo e la salute. Tutto insieme. Una transizione globale.
Tutto il resto sono soluzioni di breve respiro, sono qualunquismo da bar: "Eh, però la Cina.".
Eh, la Cina!

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Legislatura n. XI - Seduta n. 56 del 28/01/20 - SARNO Diego - Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)


Esame ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale"; ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta, Valle, Giaccone, Marello, Rossi Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale"; ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti, Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti"; ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi, Fava, Cane Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca, inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti"; ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco Martinetti, Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico"; ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani Disabato, Martinetti, Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso"; ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici"


Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Marello per avermi lasciato intervenire prima di lui.
Ci tenevo a intervenire per sollecitare solo un punto che credo sia utile in questa discussione in Consiglio.
Chiedo alla Giunta, in particolare all'Assessore Marnati, come si vuole procedere su un tema che differenzia alcuni dei documenti presentati, cioè il tema della valutazione di come interagire con il livello europeo. Credo che la maggioranza - in particolare, penso al Gruppo della Lega - abbia qualche difficoltà nel riconoscere la reale potenzialità delle politiche europee. Lo dico perché è vero che, negli ultimi mesi, ormai la considerazione politica sull'Europa è cambiata anche tra di voi, ma su un tema del genere abbiamo bisogno paradossalmente di avere più Europa e non meno Europa.
È vero che oggi stiamo ridiscutendo in qualche modo lo stato di emergenza climatica per dichiararlo a livello piemontese, ma il livello europeo, lo ribadisco, è il livello essenziale, il minimo di discussione, nel senso che possiamo fare dei ragionamenti per contribuire, come dobbiamo fare - e alcuni ordini del giorno vi pongono alcune questioni - con strumenti piemontesi per migliorare l'elemento climatico, ma noi abbiamo bisogno di avere maggiore Europa e non meno Europa.
Ritengo, anche in termini più concreti, che dovremmo spingere, dal governo regionale a quello nazionale, per condizionare il livello europeo, per avere un'Europa capace di trasformarsi sempre più come uno Stato, cioè un luogo nel quale si prendono le decisioni non con trattati non vincolanti che suggeriscono alcune decisioni, ma avere la capacità di condizionare politicamente delle politiche europee ambientaliste vere, dove gli Stati devono prendere non come opzionale quell'ipotesi e quei piani di lavoro, ma in maniera concreta.
Ci tenevo a intervenire molto brevemente, anche perché non è partito il tempo a mia disposizione, ma sto comunque abbondantemente dentro ai tempi perché volevo darvi questo come elemento, cioè avere anche quell'attenzione di portare non solo questi ordini del giorno, ma un vero piano rispetto alle politiche europee. Credo che da questo Consiglio regionale si debba provare a fare dei ragionamenti insieme per raccontare e portare in Europa un concetto di Europa diverso. Se non facciamo così, le politiche ambientaliste e ambientali avranno, comunque, dei limiti strutturali.
È importante che la Regione si assuma delle prerogative e si assuma dei compiti e degli obiettivi, ma questi devono avere quel respiro e non altro.
Un respiro europeo e non solo regionale.
Grazie.

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Legislatura n. XI - Seduta n. 56 del 28/01/20 - MARELLO Maurizio - Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)


Esame ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale"; ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta, Valle, Giaccone, Marello, Rossi Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale"; ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti, Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti"; ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi, Fava, Cane Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca, inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti"; ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco Martinetti, Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico"; ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani Disabato, Martinetti, Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso"; ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici"


Grazie, Presidente e buongiorno a tutti.
Volevo svolgere alcune brevissime considerazioni, stante l'importanza dell'argomento che stiamo trattando, cioè quello dei cambiamenti climatici e dell'emergenza climatica e ambientale.
Penso di potere dire che concordiamo sull'analisi del problema, perché è difficile dire che il grido di allarme che ci viene dai giovani, in modo particolare dalle piazze di tutto il mondo, anche dalle nostre, non sia un grido fondato su dati scientifici e su un'analisi corretta della realtà.
Questo a prescindere dalle posizioni politiche. Che l'aumento delle temperature sia un dato non semplicemente legato alla ciclicità del trascorrere del tempo, ma sia stato accelerato dal processo dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento è un dato di fatto. Così come l'inquinamento soprattutto quello dell'aria, nonostante siano state fatte politiche e interventi anche significativi.
Mi viene in mente un certo tipo d'inquinamento, quello delle acque. Pensate a come erano le nostre acque negli anni Sessanta e Settanta quando non c'erano ancora i depuratori, quindi non nascondiamoci che alcuni passaggi in termini di miglioramento ambientale sono stati fatti anche in passato.
Il dato dell'inquinamento è un dato preoccupante, così come quello del consumo del suolo e anche quello dell'impoverimento del suolo, su cui secondo me si discute troppo poco. L'infertilità del suolo è anche causata da un modello di coltivazione agricola imperante nel mondo. Anche qui da noi, dagli anni Settanta fino a oggi, finalmente si può dire che le cose stanno un po' cambiando, fino ad arrivare alla situazione attuale.
Così come credo che non possiamo non condividere tutti, a prescindere dalle posizioni politiche, le conseguenze di fatti che ho descritto in termini di salute e di mortalità. In termini anche di fenomeni migratori che probabilmente, s'intensificheranno ancora, legati alla progressiva desertificazione di certe aree del pianeta, anche in termini economici.
Tutte conseguenze che potranno peggiorare ulteriormente, se non interveniamo. Il Consigliere Grimaldi ha fatto un passaggio interessante su cui riflettiamo poco, sulle conseguenze in agricoltura determinate da produzioni agricole tipiche delle nostre zone. Penso ai vini, ad esempio che potrebbero essere fortemente pregiudicati dall'aumento della temperatura.
Le maggiori differenze in quest'Aula, come nel dibattito politico italiano e non solo, mi pare s'insinuino sono sulle soluzioni al problema. La politica non si deve limitare, ai vari livelli, a fare delle analisi - come fanno gli scienziati o come possono fare i sociologi e come possono fare le persone che si accostano ai problemi - ma deve essere in grado, fatte le analisi, di dare delle risposte. È vero che noi attenderemo la Giunta e i provvedimenti concreti.
L'Assessore Marnati proprio questa mattina in Commissione ci ha descritto il Documento di economia e finanza per quanto riguarda il comparto ambientale, tuttavia mi sento di dire che in questi mesi, com'è già stato sottolineato, sono emerse posizioni diverse, tra la vostra maggioranza di centrodestra e la nostra opposizione, dal punto di vista dell'approccio al problema climatico e ambientale ma, soprattutto, soluzioni un po' diverse nelle forme. Io, francamente, faccio fatica a comprendere le ragioni per cui vi siete ostinati a non chiedere con forza e aderire con forza alle nostre richieste sulla dichiarazione di emergenza climatico-ambientale, che è un dato di fatto, che comporta un messaggio forte, che aiuta i nostri cittadini a prendere coscienza fino in fondo della realtà ma, soprattutto sulle politiche da mettere in pista.
Da questo punto di vista ricordo un po' emblematica anche la frase del Presidente Cirio durante il precedente dibattito fatto qualche mese fa quando invocò a più riprese - ma questa è una parola che anche nel dibattito nazionale sento spesso dal centrodestra - l'uso del buonsenso: cerchiamo, di fronte a questi problemi, di usare il buonsenso. Io mi permetto di dire che il buonsenso è necessario in tutto ma, quando ci sono dei problemi così forti e così urgenti, il buonsenso da solo non è sufficiente. Il tema ambientale va affrontato con un approccio radicale e per usare un termine politico a me molto caro, riformismo. Credo che il riformismo non sia più sufficiente, ma tenuto conto dei tempi e della gravità della situazione sia necessaria una vera e propria rivoluzione. Una vera e propria rivoluzione che tocca, chiaramente, gli stili di vita delle persone, che tocca anche le politiche ambientali che vogliamo mettere in atto, ma che tocca, soprattutto, il modello economico (il nodo più difficile).
La nostra economia si è fondata per decenni, dalla rivoluzione industriale in poi, prima sul carbone e poi sul petrolio, quindi tutto il nostro sistema, non nascondiamocelo, è costruito in quel modo e quindi, già di per sé, non è facile da riformare in tempi brevi, ma è evidente che se questo sistema viene aggredito, come deve essere aggredito, questo sistema reagisce e reagiscono le lobby. Non c'è da stupirsi se una parte della politica, non solo in questo Paese - pensiamo a quello che accade negli Stati Uniti, pensiamo alle posizioni del Presidente Trump - è sensibile a questi interessi. Sapendo che questo sistema non potrà che finire perché le risorse non sono infinite.
Questo sistema ha creato, e sta creando, danni ambientali enormi, per cui il futuro non può essere quello che di economie diverse per l'ambiente, ma anche per i posti di lavoro e anche per le imprese: le economie riconducibili alla cosiddetta green economy, alle economie ambientali compatibilmente alle nuove energie.
Certo, bisogna mettere in discussione tutto: il sistema economico, il sistema sociale, il nostro modo di vivere, ma proprio per questo credo ci debba essere non semplicemente un approccio di buonsenso e di riformismo in materia ambientale, ma un approccio di coraggio. Direi che le due posizioni che finora in questi mesi sono emerse in Aula sono il buonsenso da parte vostra e, da parte nostra, la richiesta di un forte coraggio, che mi piacerebbe però ci vedesse tutti uniti, perché abbiamo bisogno di coraggio per affrontare temi che altrimenti non si risolvono da soli.
Noi, ovviamente, dovremmo affrontarli nella dimensione piemontese, perch questo è il nostro compito, ma necessitano di essere, come dicevo aggrediti e non semplicemente assecondati, perché di tempo per salvare questo pianeta non ce n'è molto. Pertanto, condivido il grido d'allarme e la preoccupazione, anche disperata, dei giovani che, a differenza di quanto non possiamo fare noi, vedono il loro futuro che è ancora, per fortuna molto lungo, anche grazie alla medicina. Insomma hanno prospettive di vita molto lunghe, vedono questo loro futuro fortemente pregiudicato.

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Legislatura n. XI - Seduta n. 56 del 28/01/20 - RIVA VERCELLOTTI Carlo - Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)


Esame ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale"; ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta, Valle, Giaccone, Marello, Rossi Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale"; ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti, Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti"; ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi, Fava, Cane Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca, inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti"; ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco Martinetti, Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico"; ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani Disabato, Martinetti, Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso"; ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici"


Grazie, Presidente.
Ho firmato con convinzione l'ordine del giorno del nostro Gruppo, a prima firma Biletta, che mette in luce il tema dell'emergenza climatica ambientale, finanche sanitaria, citando cifre che devono interpellare le coscienze, non soltanto di noi piemontesi, ma degli italiani e degli europei: 90 mila decessi dovuti alle conseguenze dell'inquinamento atmosferico, in Italia rappresentano un dato che deve interpellare le coscienze di tutti noi.
Così anche il portare in Piemonte maggiori risorse e porre la questione della specificità del Bacino padano sono temi che, in parte, avevamo già affrontato nella lunga discussione del 15 ottobre e che anche oggi emergono con forza.
Ho firmato un altro ordine del giorno, quello a prima firma Marrone; ordine del giorno che mi ha convinto per due motivi principali: anzitutto, perch afferma che esiste un'emergenza climatico-ambientale e credo che sia fondamentale che oggi, per evitare equivoci, nel centrodestra emerga questa posizione. Non lo nascondiamo: c'è un'emergenza climatico-ambientale e aggiungerei anche sanitaria, sulla quale va posta l'attenzione di tutte le Amministrazioni della nostra Repubblica: dallo Stato, alle Regioni, alle Province, fino ai nostri Comuni.
L'altro punto che mi ha particolarmente convinto è quello sui dazi.
Presidente, io sono vercellese e, come a Novara, come ad Alessandria e come a Biella, in queste terre c'è buona parte della produzione del riso dell'Italia e dell'Europa e ogni anno viviamo una concorrenza sleale dai Paesi dell'Estremo Oriente, che praticano non soltanto il dumping sociale cioè non soltanto sfruttano la manodopera in modo vergognoso, non soltanto sfruttano i minorenni, addirittura dei bambini, nelle risaie, ma applicano quello che dobbiamo definire "dumping ambientale": usano quantità di fitofarmaci, che da noi non sono consentiti; usano pesticidi, come se non ci fosse alcun problema, a differenza dei nostri risicoltori che, invece si trovano a rispettare - giustamente - tutte le norme italiane, non soltanto per quanto riguarda il tema della tutela del lavoro, ma anche per quanto riguarda la tutela ambientale.
Ho trovato passaggi molto interessanti anche negli altri ordini del giorno: sia in quello di Grimaldi che in quello della collega Disabato, fino a quello di Preioni, con il quale concordo sul fatto che bisogna richiedere più fondi allo Stato, vista la specifica situazione piemontese.
Sulla proposta di Grimaldi concordo su alcuni passaggi; il bilancio ambientale per esempio, deve iniziare a farci riflettere.
Quello che mi stupisce, e mi sono permesso di dirglielo fuori microfono, è il fatto che fino a un anno fa c'era un'altra Amministrazioni in Regione e allora tanti spunti, anche intelligenti, tante proposte d'informazione, di educazione e di formazione dei giovani, tante proposte anche coraggiose come per esempio ridurre la velocità delle auto sulle autostrade e sulle strade a scorrimento veloce, ecco mi chiedo come mai non sono state portate all'attenzione in passato, o non vengono ancora fatte oggi dal Governo nazionale.
Dico questo, perché, in passato, sui temi ambientali mi sono scontrato anche in modo deciso, con la Regione: temi oggetto di discussione proprio oggi. Quante polemiche e quante battaglie sull'abbruciamento delle stoppie che è stata una delle cause dell'inquinamento atmosferico nel Piemonte orientale e se oggi questa pratica antica è finita a seguito di una legge regionale, è solo per le sollecitazioni che sono arrivate dal mondo delle Autonomie locali del territorio vercellese.
Penso alle infrastrutture, non soltanto alla TAV, ma anche alle medie infrastrutture.
Nel mio territorio si parla, ormai da decenni, di un'infrastruttura: la Pedemontana piemontese. Quando mi sono permesso, in tante occasioni, di evidenziare il tema del bilancio ambientale (prima, Grimaldi citava la questione proprio delle quinte ambientali), non ho avuto risposte e se oggi qualcuno andasse a vedere quel progetto, promosso da ANAS insieme all'allora Amministrazione regionale (noi l'abbiamo semplicemente ereditato), vede un progetto che di attenzione ambientale ne ha davvero poca, per non dire nulla.
Penso al tema della tutela delle aree di ricarica di falda, a Valledora e in tutto il Piemonte. Penso al tema dei controlli sulle caldaie, quando tante Amministrazioni dicevano: "Cara Regione, è inutile che dici che l'aria è inquinata anche a causa dell'inefficienza delle caldaie e quando il soggetto cui deleghi la funzione, le Province e la Città metropolitana ti chiede i soldi per effettuare i controlli, non viene messo nelle condizioni di poterli fare, proprio perché non dai le risorse". Oppure penso ai tagli sul trasporto pubblico locale, che hanno impedito a tanti studenti di andare a scuola il sabato mattina, perché non c'erano più mezzi, o al taglio di corse fondamentali invece di incentivare la gente a non usare la macchina, ma i mezzi di trasporto.
Penso, ancora, agli investimenti zero sull'efficientamento energetico nel campo dell'edilizia scolastica, ben sapendo che in Piemonte è stata data la priorità al tema sismico, che è certamente rilevante, anche se siamo una regione che ha il 70% del territorio in zona 4, non sismica.
Queste sono considerazioni che ci devono portare a riflettere e dire che le questioni ambientali sono tutte delicate e importanti. Tuttavia, la volta scorsa già lo dissi nell'intervento che feci su questo argomento: è importante dare centralità all'Assessorato all'ambiente rispetto alle politiche della Regione Piemonte. Ed è soprattutto importante (questo passaggio lo ritrovo sia nell'ordine del giorno del collega Marrone sia in un passaggio dell'ordine del giorno della Consigliera Disabato) dar vita ad azioni concrete, perché è inutile fare grandi voli pindarici, grandi proclami se poi non chiediamo ai nostri Direttori delle ASL di cambiare quelle macchine "marce" degli anni Novanta, che costano e inquinano.
Diamo degli esempi concreti, siamo pragmatici.
La Consigliera Disabato parla di riqualificazione degli edifici dell'Amministrazione regionale. Io, nell'ordine del giorno di ottobre proposi proprio questo e sarebbe importante andare in quella direzione. E anche se non si è particolarmente attenti alle questioni ambientali e alla salute dei nostri concittadini piemontesi, almeno lo si faccia per ragioni di ordine economico, perché tanto più oggi investiamo in quel settore come Regione - tanto più risparmieremo nel prossimo futuro, per quanto riguarda le spese correnti che dovremo stanziare ogni anno per la manutenzione.
Per questi motivi, ritengo che il dibattito di oggi debba portarci a dire che vanno benissimo le parole, ma servono prima di tutto i fatti.
È importante che l'opposizione sia di continuo stimolo nei confronti della maggioranza e del Governo della Regione Piemonte e che la maggioranza sia anch'essa di stimolo affinché le politiche di tutela ambientale, da un lato, e la decisione di andare a chiedere allo Stato e all'Europa le risorse necessarie affermando la specificità del Piemonte e del bacino padano sui problemi dell'inquinamento atmosferico, dall'altro, vengano messe come priorità della nostra Regione.
Grazie.

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