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Dettaglio seduta n.99 del 20/10/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 14.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Balocco, Ferraris, Monaco e Valmaggia.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Presidente, siamo in assenza di tutti i colleghi dell'opposizione e a noi non piace vincere facile. Potremmo intervenire ed approvare la legge in pochi minuti, ma la pregherei di sospendere per dare spazio ai ritardatari.



PRESIDENTE

Lei sa il motivo per cui non ci sono i colleghi? E' una motivazione politica?



GARIGLIO Davide

Non credo sia un problema politico, per cui la pregherei di interrompere la seduta, perché vorrei assistere i colleghi del centrodestra e del Movimento 5 Stelle nella loro attività di opposizione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.33, riprende alle ore 14.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Province - Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni - Città metropolitane

Proseguimento esame disegno di legge n. 145, inerente a "Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della Legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province sulle unioni e fusioni di Comuni)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 145, inerente a "Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della Legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 13 ottobre 2015 è iniziato l'esame del provvedimento. Il Consigliere Gariglio ha dato per letta la sua relazione i Consiglieri Vignale e Campo hanno svolto le relazioni di minoranza. In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Appiano e Grimaldi, ai quali è seguito l'intervento del Vicepresidente Reschigna.
Oggi alle ore 14.30 era presente il numero legale, ma il Consigliere Gariglio ha chiesto di sospendere la seduta per una decina di minuti perché non c'era la presenza dell'opposizione.
Proseguiamo quindi con l'esame dell'articolato e dei relativi emendamenti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Al comma 1 il testo dopo le parole "continuità nello svolgimento delle funzioni" è abrogato.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con questo primo emendamento all'articolo 1 riprendiamo il nostro intento, che è quello, anche nelle finalità, di individuare disposizioni che tendano a dare un'uniformità ai servizi e alle funzioni che vengono riorganizzate con questo disegno di legge.
Quindi, se da una parte riproporremo la nostra visione, che è quella che comunque come unica entità istituzionalmente, al momento, stabile, la Regione dovrebbe avocare a sé tutte le funzioni non fondamentali delle Province, per poi ridistribuirle in maniera ordinata con provvedimenti specifici da emanare nel giro di un periodo limitato.
Tendiamo almeno a cercare di fare in modo che le funzioni, anche qualora venissero confermate in capo alle Province o delegate come nuove alle Province non fondamentali, siano almeno di natura omogenea su tutto quello che viene definito ora come aree vaste.
Infatti, un ulteriore ramo di emendamenti che andiamo a proporre è quello di ridisegnare il discorso degli ambiti ottimali di cui si parlerà all'articolo 3, definendo, invece, le aree vaste. Questo perché? Perché in questo modo si può fare un discorso più organico sull'assegnazione di funzioni omogenee, anche per chiarezza verso i cittadini e per trasparenza nei diversi livelli di governo che vengono a configurarsi in Regione con questo disegno di legge, per garantire omogeneità di interfaccia verso i cittadini.
Quindi, il pezzo che vogliamo sopprimere è relativo a tutta una serie di specificità - che comunque sono già state illustrate con apposito disegno di legge - che riguardano il VCO e che comunque sono già oggetto di interventi nell'articolato proprio specifico quando si parla della Provincia del VCO.
Noi riteniamo che, nel definire le finalità generali di questo disegno di legge, ci debba essere soprattutto l'individuazione di ciò che deve essere un riordino ordinato e omogeneo delle funzioni tra i diversi livelli che si vengono a creare con questo testo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: "Dopo il comma 1 è inserito il comma 1 bis che recita: 1bis. Entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge il Consiglio regionale provvedere alla revisione della Legge regionale 26 aprile 2000, n. 44 Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59" Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Con quest'emendamento, di nuovo, si va a toccare tutta una serie di funzioni che vengono riallocate in maniera diversa tra Regione e Province rispetto a come era stato fatto in precedenza.
In più, si cerca di costruire la gestione in forma associata di queste funzioni, nell'ambito di accorpamenti territoriali - tra virgolette - che anche se rispettano i confini delle Province precedenti, dovrebbero vederle lavorare di concerto su questi temi, riorganizzando gli uffici, il personale e le modalità di erogazione delle funzioni attribuite.
Riteniamo necessario che alcune disposizioni normative, a cui comunque si fa riferimento per l'organizzazione delle funzioni tra Regione Province, Comuni e forme associative dei Comuni, vengano riviste nel loro complesso, in particolar modo la legge 44 del 2000, che secondo noi ha già subito tante manipolazioni.
Questo disegno di legge costituisce comunque un passo temporaneo perché ricordiamo che siamo sempre nelle more di una riforma costituzionale che potrà o meno essere confermata da referendum confermativo, e siamo comunque nelle more dell'evoluzione di tante altre cose, compresa la riorganizzazione delle forme associate di governo dei Comuni e di una ridistribuzione delle risorse dal livello centrale verso la periferia, che è tuttora in corso.
Di conseguenza, riteniamo che nel giro di un anno vadano poste le basi per il riordino complessivo dell'organizzazione delle funzioni che gli Enti locali e la Regione Piemonte si dividono sul territorio e delle modalità con cui queste vengono eseguite.
Ciò manca in questo disegno di legge, in quanto - ricordiamo continuano a mancare i Comuni. Sono tutte cose che vengono attribuite e dipendono da una serie di accordi che dovranno intercorrere tra gli enti che vengono qua riorganizzati.
Inoltre, ci sono anche alcune cose che dovranno essere normate, già previste nell'articolato.
A nostro giudizio, quindi, va anche costruito un nuovo testo cardine che individui chiaramente le ripartizioni delle funzioni.
Con quest'emendamento, quindi, chiediamo che entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, il Consiglio regionale provveda alla revisione o alla riscrittura completa della legge regionale 26 aprile 2000 n. 44.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Emendamento rubricato n. 32) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Dopo il comma 3 è inserito il 3 bis che recita: "Agli enti che subentrano nelle funzioni oggetto del riordino sono trasferiti i beni e le risorse umane, strumentali e finanziarie corrispondenti a quelli utilizzati dagli enti locali, Province e Città metropolitana, che svolgevano le funzioni prima del trasferimento, secondo le disposizioni della presente legge".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Con quest'emendamento andiamo semplicemente ad introdurre anche nelle finalità un principio cardine.
Consideriamo questa legge un po' un piano B, nel senso che, avendo visto l'impostazione generale della Giunta, e pur volendo anche difendere nel passaggio in Consiglio di questo disegno di legge, quella che, a nostro avviso, è la modalità più corretta nei confronti dei cittadini di affrontare questo riordino, qualsivoglia riorganizzazione sarà comunque il risultato dell'approvazione del disegno di legge.
Secondo noi, indipendentemente da come si vorrà riorganizzare riteniamo che vada già definito nelle finalità, aggiungendo quindi un comma, il 3 bis: "Agli Enti che subentrano nelle funzioni oggetto del riordino, sono comunque trasferiti i beni e le risorse umane, strumentali e finanziarie corrispondenti a quelli utilizzati dagli Enti locali, Province e Città metropolitane che svolgevano le funzioni prima del trasferimento secondo le disposizioni della presente legge".
Chiaramente, essendo ancora nel discorso di finalità, non stravolge tutte le disposizioni successive, ma enuncia un chiaro principio che, a nostro avviso, deve essere ribadito nella Conferenza Stato-Regioni. Non è pensabile, nonostante si stia cercando di mettere una pezza, che si possano comunque garantire funzioni.
Ricordo che in altre Regioni - mi viene in mente la Campania - sono stati fatti elenchi di funzioni da dismettere, perché non più sostenibili cosa che in Piemonte non abbiamo fatto. C'è un minimo di senso di voler garantire i servizi ai cittadini, però occorre ribadire il fatto che le risorse umane, organizzative ed economiche sono necessarie allo svolgimento di queste funzioni e vanno garantite indipendentemente dall'Ente che si ritroverà a dover esercitare tali funzioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo che questo sia un emendamento importante, perché si può definire "anti-ipocrisia". Nel momento in cui c'è un servizio per i cittadini, e questo non viene garantito con personale e beni, esso viene meno.
L'ingegneria istituzionale che si vuol portare avanti diventa ipocrisia nel momento in cui riduco il personale, ma non vado a specificare quali sono le funzioni che vengono meno.
E' questo che manca in questa Regione, dove si ha una riduzione del personale, ma non si capisce quali funzioni e quali servizi effettivamente si riducono.
E' un lavoro che doveva essere fatto di concertazione tra Regione Province, Aree metropolitane e aree vaste che vengono individuate. A mio parere, manca proprio la chiarezza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Emendamento rubricato n. 31) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: "Dopo il comma 2 è inserito il 2 bis che recita: 2bis. Alle aree vaste, ivi compresa la Città metropolitana, sono assegnate le medesime funzioni al fine di garantire omogeneità amministrativa a pari opportunità di trattamento per i cittadini piemontesi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Di nuovo vorremmo che nelle finalità venisse chiaramente specificato un obiettivo, ma proprio a livello di impostazione. Ovviamente sarà un obiettivo a tendere, perché questo riordino comporta tutta una serie di aspetti che saranno da definire in seguito, però vorremmo che venisse specificato, il più chiaramente possibile, che alle aree vaste, quindi queste nuove strutture di gestione in forma associata e questo riordino delle competenze attraverso quell'ente Città metropolitana che nella Delrio è definito in maniera.
Come si vuole dire per elencazione piuttosto che per principio, e quindi per individuazione di scopi dell'esistenza di tale realtà, vadano comunque assegnate le medesime funzioni, al fine di garantire omogeneità amministrativa e pari opportunità di trattamento per i cittadini piemontesi.
Ciò che chiediamo è di scrivere, almeno nei principi ispiratori e nelle finalità di questa legge, che si cerchi di andare verso degli interlocutori certi, indipendentemente da dove si abita, e che io sappia che quando mi rivolgo ad un'area vasta, sia che viva in quella che era la Provincia di Torino, e che purtroppo è diventata la Città metropolitana tout court...
Perché qui, signori, abbiamo creato un'entità che nel resto del mondo è qualcosa di diverso, e che, in realtà, ha l'ambizione di essere sostanzialmente, una Provincia e persino qualcosa di più (mentre dovrebbe essere qualcosa di diverso). Altrimenti, potevamo comodamente chiamarla "Provincia potenziata" o qualcosa del genere.
In generale, fra i due tipi di aree vaste che sono individuate dalla legge Delrio e che non sono né sovrapposte né esclusive, bisognerebbe individuare dei criteri per cui le funzioni in più che vengono assegnate dal livello regionale (ovviamente quelle fondamentali assegnate dalla legge Delrio sono quelle) siano perlomeno omogenee. L'emendamento, dunque, è in questo senso.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, solo per riepilogare. Sull'articolo 1 abbiamo illustrato gli emendamenti rubricati n. 29), 30), 31) e 32). Sono dunque terminati; è corretto? Prima di porre in votazione gli emendamenti relativi all'articolo 1 cedo la parola all'Assessore Reschigna per esprimere il parere della Giunta regionale; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Il parere su tutti gli emendamenti è negativo.
Relativamente all'emendamento n. 30), ricordo che la revisione della legge n. 44 in parte viene fatta con questa legge; le altre parti saranno oggetto di interventi legislativi adeguati.
In merito all'emendamento n. 31), faccio presente che è la stessa Legge Delrio che crea un percorso differenziato tra funzioni che attribuisce alle aree vaste e le funzioni che attribuisce alla Città metropolitana, a partire dalle funzioni fondamentali che la legge nazionale assegna alle Province.
Il tema dell'emendamento n. 32) non è ipocrisia, Consigliere Andrissi: è una questione che viene affrontata nella legge all'articolo 12, laddove si parla proprio dei rapporti attivi e passavi, dei trasferimenti di beni e di risorse umane.
Pertanto, gli emendamenti sull'articolo 1 ricevono tutti parere negativo da parte della Giunta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Don Milani" di Vinovo (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "Don Milani", scuola primaria, classe V E di Vinovo in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Province - Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni - Città metropolitane

Proseguimento esame disegno di legge n. 145, inerente a "Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della Legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province sulle unioni e fusioni di Comuni)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 145.
Se non vi sono ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione gli emendamenti che insistono sull'articolo 1.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Non è prevista la discussione generale sull'articolo?



PRESIDENTE

Sì, può intervenire, se desidera.
Prego, Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 1 e gli emendamenti ad esso collegati intervengono ovviamente, sulla finalità: diciamo, dunque, che è l'articolo della norma che, in modo più generale, affronta la norma stessa.
Vi sono, però, alcuni principi contenuti all'interno dell'articolo, in particolar modo al comma 1, dove si parla di sussidiarietà differenziazione, adeguatezza e continuità nello svolgimento delle funzioni, che crediamo - come vedremo poi nella discussione dei singoli articoli e della legge - che non vengano, di per sé, declinati all'interno della legge stessa, soprattutto il principio di sussidiarietà.
Noi crediamo che i limiti di questa norma siano sostanzialmente due: il primo è quello di cercare di mettere una "pezza" alla norma Delrio quindi intervenire per mantenere, di fatto, non soltanto le Province perch esistono (fintanto che non c'è una riforma costituzionale), ma per iniziare già a prefigurare nuovi soggetti di area vasta (come poi vedremo negli articoli successivi) in anticipazione con l'approvazione della riforma costituzionale.
Noi crediamo che soprattutto questo aspetto non risponda né ai principi di sussidiarietà, né tantomeno a quelli di semplificazione, ricordati al comma 2. Perché se questa proposta di legge verrà approvata così com'è, a seconda del luogo in cui uno abita, vi saranno soggetti differenti verso i quali interfacciarsi. Cioè se una funzione rimane in capo alle Province, in qualità di cittadino, di impresa, di associazione o qualunque sia il soggetto, mi interfaccio con la Provincia; se riguarda una funzione che è stata destinata ad un ambito, non mi rifaccio alla Provincia di Asti ma al nuovo ambito Asti-Alessandria; se si parla di formazione professionale come di molti altri temi che vanno in deroga agli articoli 2 e 3, se abito in Provincia di Torino il mio ente di riferimento è la Città metropolitana se abito in un'altra delle sei Province piemontesi (salvo quella di Verbania) il mio ente di riferimento sono le Province; se abito in provincia di Verbania, per un tema ancora differente rispetto a quello della Provincia di Torino, il mio ente di riferimento è la Provincia di Verbania.
Questo rischia di creare una difficoltà di relazione fra il mondo dei cittadini, delle imprese e gli Enti di area vasta. A legge approvata quindi, sarà estremamente complesso per i cittadini, per le imprese e per gli altri soggetti, relazionarsi con le Province.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Riprendo le osservazioni che ha appena fatto il Consigliere Vignale perché è un tema di cui abbiamo discusso in Commissione e che ritornerà nella discussione dell'articolato di questo disegno di legge.
Noi siamo, invece, assolutamente a favore di questo modello; modello che, finalmente, attua una differenziazione all'interno del sistema delle autonomie locali tra le realtà metropolitane e le realtà non metropolitane.
E' un disegno di legge che, in qualche modo, ha un antenato, la legge 142/90, che istituiva le Città metropolitane. In questo Paese ci sono voluti 25 anni (dal 1990 ad oggi) per attuarlo. C'è stata una riflessione ponderata e oggi è chiaro che, in attuazione di questo modello, ci troveremo ad avere una sorta di "federalismo differenziato", diremmo con un linguaggio della fine degli anni Novanta, cioè degli Enti che, in ragione della loro particolarità, hanno un rilievo anche costituzionale (si tratta di Enti che sono stati recentemente costituzionalizzati e che quindi eserciteranno delle funzioni differenti rispetto agli altri Enti cosiddetti di area vasta).
Dunque, questo è un disegno che sperimenteremo per la prima volta nel nostro ordinamento. Sicuramente - ha ragione il collega Vignale - è un disegno la cui attuazione creerà problematiche che verranno affrontate anche per l'Amministrazione regionale non sarà facile farsi carico della gestione di servizi a macchia di leopardo. Crediamo, però, che la ratio della norma sia giusta e quindi sposiamo l'attuazione e i contenuti di questo disegno di legge.
.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Il problema dell'articolo 1, proprio perché stiamo parlando di finalità e di oggetto, è che dovrebbe effettivamente specificare i principi ispiratori della norma.
È evidente che con la norma si vogliono riordinare le funzioni tuttavia, l'unica citazione relativa al modo in cui le si vuole riordinare è quella che recita: "La presente legge promuove la semplificazione e l'efficacia della gestione da parte delle Province delle funzioni loro conferite disponendone l'esercizio in forma associata".
Al di là del fatto che si affidano ulteriori funzioni a entità di livello provinciale che, tendenzialmente, spariranno - quindi si fa, per certi versi, in futilità, perché ci ritroveremo qua a vedere come riordinare queste cose successivamente l'abolizione delle Province - manca una definizione di come si pensa di riordinare le funzioni; sotto questo profilo, ad esempio, non si definisce un elenco chiaro di funzioni.
Qui manca qualcosa - che con questa norma di legge, sostanzialmente, si vorrebbe sostituire e innovare rispetto alla legge n. 44 di antica data già più volte modificata - infatti non si dice chiaramente quale sarà il risultato in termini di funzioni gestite, come e da chi, per cui, comunque entra in quell'insieme di norme. Ricordiamo che tutte le Regioni sono state chiamate a normare, c'è chi l'ha fatto prima e chi l'ha fatto dopo, c'è chi l'ha fatto senza rinviare ad ulteriori provvedimenti, mentre, qui sostanzialmente, tiriamo un attimo il calcio alla palla e rimandiamo il problema per tante questioni.
Noi avremmo voluto che nei principi ispiratori ci fosse anche il richiamo alla necessità di garantire le risorse, perché - ricordiamo dalla Delrio al DPCM e a tutto quello che è venuto fuori - si delinea un contesto di norme nazionali che sono disomogenee nel chiedere alle Regioni di riordinare le funzioni.
Quindi, c'è disomogeneità e c'è anche incoerenza, perché prima si dice una cosa e, poi, se ne fa un'altra, è il caso dei centri per l'impiego; lo stesso avviene sul personale e sulle risorse disponibili.
Allora, come legislatore - per carità, non sono l'esperto, essendo al mio primo mandato - idealmente mi verrebbe da dire che nelle finalità di una norma proverei a mettere quello che vorrei che questa norma ottenesse come risultato finale nell'applicazione, ben conscio che siamo in presenza di qualcosa che crea una serie di situazioni transitorie; infatti, tutte le disposizioni sulle risorse economiche che ci sono in questa norma sono al più valide per quest'anno, fino a fine anno - quindi, ragazzi, due mesi! Nei principi della norma io avrei messo qualcosa di più ampio respiro con un po' più di coraggio; lo ripeto: continuiamo a peccare di timidezza e di subordinazione alle imposizioni governative senza un reale tentativo di confronto, che vuole dire anche pretendere cose da chi è chiamato ad esercitare le funzioni sul territorio verso chi al centro sta cercando di fare risparmi sulla pelle degli altri. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 33) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Il comma 1 è così riscritto: "Sono confermate in capo alle Province le funzioni fondamentali di area vasta previste dal comma 85 dell'art. 1 della legge 7 aprile 2014, n. 56: pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti dì competenza pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale autorizzazione e controllo in materia di trasporto privalo, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale d) raccolta ed elaborazione di dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali e) gestione dell'edilizia scolastica f) controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con questo articolo noi intendiamo ribadire il principio che alle Province quali rimangono ora debbano essere lasciate esclusivamente le funzioni obbligatorie, e non veniteci a dire che non si può richiamare la norma nazionale perché lo fate anche voi in altre parti.
Quello che noi qui facciamo è quello che, in realtà, non è stato fatto introducendo un allegato b) da qualche parte o comunque un'elencazione di quello che le Province devono fare.
Qui cominciamo con il comma 1 ribadendo che le Province devono svolgere le loro funzioni fondamentali. Questo non è banale perché ricordo che comunque, nel corso dell'articolato andiamo a sottrarre almeno la funzione programmatoria sul trasporto pubblico locale alle Province, quella che comunque, è una delle funzioni fondamentali loro assegnate.
Quindi, nella nostra visione - questo fa parte del contesto della nostra attività emendativa, perché noi vediamo più correttamente, e continuerò a ripeterlo - è necessario presentare un interlocutore credibile nell'esercizio delle funzioni sul territorio; e questo interlocutore credibile, per quanto inefficiente e fino ad oggi disastrato - o meglio ancora per un po' disastrato - è comunque l'unico interlocutore che resta stabile in questo contesto istituzionale: la Regione.
Di conseguenza, dal nostro punto di vista, le Province devono cominciare a ragionare nel senso della cessazione della loro esistenza quindi le loro funzioni devono essere riallocate negli ambiti ottimali per la loro gestione, e questo deve essere frutto di un ragionamento che deve avvenire funzione per funzione o in una revisione, tipo della legge n. 44 che ridefinisca le modalità in cui la Pubblica Amministrazione, dal livello regionale in giù, intende svolgere le sua funzione amministrativa sul territorio.
Di conseguenza, questo è l'articolo iniziale che dice: "Alle Province si lascia solo ciò che per forza la legge nazionale gli conferisce, fino al superamento della stessa". Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 34) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Dopo il comma 1 è inserito il comma 1 bis: "Sono riallocate in capo alla Regione tutte le funzioni amministrative non espressamente assegnate dalla legge 7 aprile 2014, n. 56, già conferite alle Province, per esigenze di gestione unitaria ed in coerenza con i compiti della Regione di programmazione e di coordinamento del sistema degli enti locali, ai sensi degli articoli 117 e 118 della Costituzione ed in base ai già citati principi di sussidiarietà, adeguatezza e continuità di svolgimento delle funzioni stesse".
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è l'altro pezzo che dice che le Province fanno solo quello che gli è espressamente richiesto dalla legge, tutto il resto è riallocato in capo alla Regione, salvo quanto eventualmente nel seguito si può decidere di riorganizzare.
Questo, di nuovo, perché è chiaro che c'è uno sforzo riorganizzativo necessario, ma di questo siamo a conoscenza attraverso l'approvazione della legge Delrio. Quello che mi stupisce è che siamo arrivati così tardi ad impostare questo discorso. Nonostante questo, nulla vieta - come hanno fatto altre Regioni - di provare a farlo, anche dandosi degli obiettivi nel tempo, cadenzati sul prossimo periodo (sei mesi, un anno, ecc.), a seconda delle tematiche.
E' questo che noi chiediamo: noi chiediamo, all'unico ente che oggi è in grado di assumersi una responsabilità di fronte ai cittadini, anche in virtù di una legge elettorale che ha dentro le preferenze, e che quindi permette ai cittadini di controllare direttamente l'operato dei propri eletti, di farsi garante nei confronti di funzioni che saranno ancora esercitate da entità che io chiamo "zombie", come le Province attuali, che hanno, come direzione politica, una specie di supplenza da parte dei Sindaci e dei Consiglieri comunali del territorio.
Ricordo che noi, anche a livello nazionale, contestiamo fortemente sia la modalità in cui queste figure vengono elette (con una legge che attribuisce anche i pesi ai singoli Comuni) sia il fatto che se si è eletti per fare il Sindaco e amministrare un Comune - vieppiù, chiamati ad amministrare Comuni grossi - non si ha sicuramente il tempo di dedicarsi a tale attività, o meglio, ci si dedicherà in maniera part time e probabilmente anche con scarso entusiasmo. Lo dico, perché in provincia di Cuneo c'è stata una lista unica, quindi sono stati eletti gli unici rappresentanti indicati, il che pone il problema, ad esempio, di "cosa succede, se viene a mancare uno?".
Ma, al di là delle osservazioni puntuali, la questione è che le Province sono una realtà che sta cessando di esistere; si poteva discutere sul merito dell'utilità della loro esistenza - come istituzione - o meno ma la scelta ibrida di garantire un'esistenza vegetativa e continuarla purtroppo, anche con questo provvedimento di legge, richiamandosi addirittura alla Costituzione, per paura di prendersi responsabilità di natura forte, di contrasto rispetto al Governo nazionale, secondo noi è una scelta debole, che porterà malfunzionamenti della macchina amministrativa sul territorio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ritengo che quest'emendamento sia decisamente importante, perch sottolinea la mancanza di coerenza da parte di chi ci governa: si è dichiarato all'Italia intera che le Province non c'erano più, ma poi ci si è trovati a gestire un organo di secondo livello e si è dato il via libera a tutte le Regioni di passare le funzioni (non quelle fondamentali ovviamente) da un organo all'altro, e si è creato un bailamme nell'organizzazione di aree vaste e Unioni dei Comuni, differente da Regione a Regione.
Quello che noi vogliamo è innanzitutto la coerenza politica. Nel momento in cui si dice che le Province non ci sono più, non si approvano leggi come la Delrio (tra l'altro, è stato premiato, mantenendolo Ministro) e, nel momento in cui questo avviene, perlomeno deve esserci chiarezza. Non bisogna lasciare, cioè, ad ogni Regione la possibilità di fare ciò che vuole su funzioni che rimbalzano da aree vaste ad Unioni dei Comuni, in una confusione generalizzata sul territorio nazionale.
L'emendamento mette chiarezza, riportando alla Regione (che è l'unico ente amministrativo che rimane saldo), al di là delle funzioni fondamentali delle aree vaste, quelle non fondamentali, attribuendo alla Regione un ruolo di coordinamento, mantenendo, però, un braccio operativo con Uffici dislocati sul territorio.
Questo è un emendamento fondamentale, per quella che noi consideriamo una riforma chiara delle aree vaste delle nostre Province.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 35) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Dopo il comma 1 è inserito il comma 1 ter: "La Regione esercita le funzioni riallocate anche avvalendosi degli Uffici provinciali, assicurando la continuità e la diffusione sul territorio dei servizi rivolti al cittadino e alle imprese".
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo che, nel contesto dell'assunzione di responsabilità da parte della Regine, e quindi del richiamo delle funzioni amministrative delegate alle Province - quelle non fondamentali - venga garantito il presidio del territorio.
Pertanto, diciamo: "La Regione esercita le funzioni riallocate anche avvalendosi degli Uffici provinciali, assicurando la continuità.", ecc.
Ci rendiamo conto che questa è anche l'intenzione: vale la pena specificarla chiaramente, perché - lo continuo a dire - purtroppo le leggi italiane, e non solo quelle regionali, nel non voler affermare alcune cose chiaramente, nascondono poi i lacciuoli con cui certe questioni vengono cambiate, anche contro quanto si era dichiarato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 36) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Il comma 2 è abrogato.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è facile da illustrare.
Avendo esaminato gli emendamenti precedenti, i commi successivi vengono a cadere. Infatti, con quest'emendamento abroghiamo il comma 2.
Grazie.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 71) non è ricevibile.
Emendamento rubricato n. 74) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia, Ruffino: Il comma 2, dell'art. 2, del disegno di legge n. 145, è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 74) intende sopprimere il comma 2. Questa è la prima parte della legge che crea una "marmellata" istituzionale, che peserà profondamente su quella che sarà un'attività di complicazione delle relazioni fra i cittadini e gli Enti locali.
Noi riteniamo che, oggi, avremmo dovuto attuare la legge Delrio. E' evidente che c'è anche un aspetto che non si può non considerare di stranezza: la nostra Regione soccorre le Province, in particolar modo i dipendenti, che vengono messi in mobilità da una legge nazionale che ha presentato il Partito Democratico, con il primo Ministro Delrio e con l'assenso del Presidente nazionale dell'ANCI, nonché oggi Sindaco metropolitano, ed una Giunta regionale e una maggioranza regionale dello stesso colore politico, che si fanno carico degli errori del Governo nazionale. Deve essere chiaro che questo errore peserà, sul nostro bilancio, 20-30-40 milioni di euro (lo vedremo con esattezza quando vi saranno i trasferimenti).
Detto ciò, questo dato indica molto chiaramente come siamo di fronte ad un cinismo istituzionale come non avevamo mai visto precedentemente, come l'aspetto di ridurre la pressione fiscale a livello centrale per ribaltarla su un aumento della pressione fiscale a livello locale riducendone i trasferimenti. Ma, a complicazione di tutto ciò, il comma 2 introduce una serie di nuove funzioni che vengono date alle Province; poi vedremo che l'articolo 3, in realtà, introdurrà nuove funzioni che dovranno essere svolte non dalle Province o dagli Ambiti.
Allora noi crediamo - ed è per questo che al comma 2 presentiamo un emendamento abrogativo - che le funzioni delle Province dovevano fermarsi al comma 1, cioè confermare alle amministrazioni provinciali, salvo quanto poi prescriviamo all'articolo 5, quelle che erano le funzioni oggi in capo alle Province, perché avremmo non solo semplificato un'attività che è peraltro temporanea, perché ad approvazione della riforma costituzionale dovremo rimettere mano a questa norma, ma perché creiamo anche delle distinzioni fra quelle che sono, appunto, le funzioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 37) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Il comma 3 è abrogato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento - che è conseguente ai primi, quindi al fatto che nella nostra impostazione strategica noi domandiamo, prima di riorganizzare il tutto, di accentrare le funzioni - chiediamo l'abrogazione del comma 3 che riguarda cave e torbiere. Su questo tema (cave e torbiere) e anche sul comma successivo ci sarebbe da fare tutto un discorso, perché ci pare che si stia configurando, a partire dai discorsi già fatti ad inizio anno (non ricordo se con la legge 3, la legge di semplificazione), una sorta di deregulation nella gestione di queste tematiche.
L'opportunità di un disegno di legge di questo genere e delle esigenze che lo hanno imposto, ovvero la riforma degli Enti locali di Delrio, è quella di andare a rivedere il funzionamento di tutte le attività amministrative che sono esercitate in ambito regionale. Questo dovrebbe far scaturire una revisione complessiva di tutte le norme cardine, le norme quadro, ecc. che toccano le funzioni oggetto di questo riordino.
Quindi, a meno che non ci sia un non cambiamento nella gestione delle funzioni - e quindi parliamo delle funzioni fondamentali delle Province e della Città metropolitana e delle funzioni già gestite oggi sia dalle Province, che però cambiano perché vanno gestite in forma associata, sia dalla Regione, che però qualcuna cambia anche perché comunque dovrà farlo in accordo con le nuove realtà che si vanno costituendo sul nostro territorio - da qui dovrebbe scaturire tutta una serie di provvedimenti futuri che vadano ad agire organicamente su queste funzioni.
Badate bene, può sembrare una cosa velleitaria, però sarebbe meglio scrivere che vogliamo farle queste cose, perché mi viene in mente la riforma della governance dell'ATC, in cui si diceva: "Sì, facciamo questo tanto a breve affronteremo il tema in maniera complessiva". Qualcuno mi disse anche: "Sì, ma entro l'inizio dell'anno prossimo - lo scorso anno 2014 - sicuramente avremo cominciato ad affrontare il problema". Ebbene siamo alla fine di quest'anno e sul discorso ATC siamo ancora con quella riforma della governance, senza aver toccato veramente il tema ATC, mentre mi pare che qualcosa cominci a ribollire sotto questa governance allargata di nuovo a quadranti, aree vaste e cose del genere.
Allora, se da tutto quello che si è fatto in precedenza, che va nel senso di individuare delle aree più ampie per la gestione di certe tematiche a questa norma che va a individuare ambiti territoriali o cosiddette aree vaste in forme di gestione associata, è evidente un'esigenza di riorganizzazione delle funzioni, è altrettanto evidente che non basta riorganizzare come le stesse sono distribuite, ma deve essere riorganizzato come vengono eseguite, come vengono smarcate le funzioni. Di questo, in questa legge manca qualsiasi accenno, tranne per qualche tema specifico tipo i rifiuti o tipo i trasporti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 72) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia, Ruffino: Il comma 3, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 145, è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 72) prevede la soppressione del comma 3 dell'articolo 2 perché, similmente a quanto detto precedentemente, noi crediamo che ancorché vi siano delle valutazioni che noi possiamo fare relativamente a ciò che è meglio trasferire o meno alle amministrazioni provinciali, questa modalità sia stata fatta con disomogeneità; questo è il caso del comma 3 perché credo sia l'unico in cui vengono trasferite a tutte le Province alcuni temi, come vedremo anche per il comma 4.
Lo dicevamo precedentemente. Noi crediamo che, non tanto nel merito dell'articolo 2, quanto nella lettura degli articoli 2, 3 (relativo agli ambiti), 5 (competenze della Città metropolitana) e 8 (specificità montana del Verbano-Cusio-Ossola), abbiamo individuato più di dieci differenti deleghe in capo a differenti Province. Allora voi capite che l'Amministrazione pubblica, che già è un soggetto complesso, dovrebbe essere semplice almeno relativamente a chi è in capo una responsabilità.
Già in alcuni casi per i soggetti verso i quali noi elaboriamo leggi come in questo caso, diventa complicato sapere e capire se la responsabilità è del Comune, della Provincia, della Regione o dello Stato nel momento in cui andiamo, in qualche modo, a distinguere quelle che sono singole competenze per singole Province, devo dire che diventa più complesso, anche se va riconosciuto che il comma 3 dell'articolo 3 è uno dei pochi contenuti nella legge che, dal punto di vista delle finalità, noi condividiamo perché vi sono alcuni aspetti certamente legati a quello che è il territorio più prossimo, ai cittadini, quindi alle Province Noi abbiamo presentato anche un nuovo articolo su quelle che potrebbero essere le deleghe alle Unioni dei Comuni: laddove vi è una competenza più prossima ai cittadini, spesso viene anche esercitata in modo migliore. Ad ogni modo, nel complesso della norma, noi crediamo vi saranno delle difficoltà nel comprendere chi ha la responsabilità rispetto a cosa, ma anche rispetto a tutte quelle che saranno le modalità di rapporto che vi saranno con i singoli Enti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 65) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Nel comma 4, le parole "ad eccezione delle funzioni di polizia mineraria" sono eliminate Emendamento rubricato n. 66) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Nel comma 3, dopo le parole "coltivazione di cave e torbiere" vengono aggiunte le parole "incluse le funzioni di polizia mineraria".
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Gli emendamenti n. 65) e n. 66) si muovono su una sorta di chiamiamolo così - piano B rispetto alla nostra logica con cui ci siamo approcciati all'esame di questo disegno di legge.
Da un lato il Consigliere Campo ha ben delineato quali sono le nostre idee in merito, cioè ragionare nel senso di funzioni riallocate in Regione e portate come servizi in ambito locale attraverso Uffici decentrati.
Intuito che questa posizione non avrà molto successo, abbiamo cercato di correre ai ripari per alcune situazioni che ci sembrano potenzialmente pericolose. Potenzialmente pericolose per semplici motivi.
Al comma 3 dell'articolo 2 noi inseriamo come funzione delle Province l'iter amministrativo di autorizzazione delle cave. Benissimo. Succede per che alle Province non deleghiamo l'attività di polizia mineraria. Questo ci "perplime" per due motivi, prima cosa perché all'articolo 4 questa non delega della polizia mineraria alle Province viene inserita in un paragrafo riferito alle concessioni di acque minerali, e ci sembra un po' dubbia la formulazione. Ma, soprattutto, nel merito, noi pensiamo che sia, da un lato, necessario che l'attività di controllo sia legata all'attività amministrativa di autorizzazione; dall'altro, dal lato pratico, abbiamo potuto vedere come l'attività di polizia mineraria effettuata a livello provinciale già adesso sia molto più efficace di quella operata dalla Regione.
In Regione Piemonte abbiamo pochissimi funzionari che non sono allocati su Uffici distaccati nei singoli territori, quindi potenzialmente non possono effettuare i controlli. Parliamo di controlli molto importanti parliamo di controlli non solo rispetto alle autorizzazioni rilasciate dalle Province, quindi nel merito delle escavazioni, ma di controlli relativi alla sicurezza del lavoro.
Per quanto l'attività di escavazione sia un'attività che impiega molto poca manodopera rispetto ai volumi di affari che movimenta, è un'attività molto pericolosa. Di per sé l'escavazione è un'attività pericolosa, perch si movimentano materiali anche al di sotto di pendii che possono franare e si utilizzano dei macchinari che, di per sé, sono potenzialmente letali.
Illustro entrambi gli emendamenti, mi permetto di prendere più tempo.
Questi macchinari sono potenzialmente letali e solo la mancanza di un carter vicino ad un macchinario può far rischiare un'amputazione ad una persona. Vi sono interventi a livello di riparazione dei singoli strumenti della lavorazione, che possono causare la morte degli operatori. Vedete bene che l'attività di polizia, proprio sul luogo di lavoro, è strettamente necessaria. E' strettamente necessario che quelle attività siano un connubio tra l'attività di autorizzazione e l'attività di controllo.
Per questo noi abbiamo presentato i due emendamenti, il n. 65) e il n.
66), che agiscono sul comma 3 e comma 4, e abbiamo emendato anche altri articoli che fanno riferimento alla posizione che ha assunto l'Assessorato.
Inoltre crediamo, in un certo senso, che siano necessari degli altri contrappesi, che poi andremo ad illustrare con un successivo emendamento rispetto alla posizione dei Comuni nell'ambito di autorizzazione delle cave.
Sappiamo benissimo che sul territorio regionale l'attività dei Comuni nell'autorizzare cave ha concesso grandi spazi ma, dall'altra parte, ci sembra oltre modo penalizzante non consentire ad un'autorità comunale di vietare un'attività di escavazione, magari in un terreno già martoriato da buchi e buchetti che hanno deturpato il paesaggio o che hanno, comunque creato delle anomalie nel territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Il comma 4 è abrogato.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Questo è un emendamento conseguente al precedente. Nel contesto del "piano B", comunque, dal nostro punto di vista, le funzioni vanno gestite nella loro interezza. Non è pensabile scorporare pezzi di un'attività da una delle funzioni per farla gestire o dalle Province o dalla Regione in maniera separata. Di conseguenza, quello che ci interessa, anche dal punto di vista del legislatore, è che le funzioni siano chiaramente allocate ed in maniera uniforme sul territorio.
Siamo un po' preoccupati dal fatto che ci sarà, comunque, una differenza tra quello che sarà gestito dalla Città metropolitana e quello che sarà gestito dalle Province in forma associata, nonché del fatto che c'è una Provincia, ad area vasta, la Provincia di Cuneo, che continuerà a funzionare così com'è, con qualche aggiunta di funzione.
Di conseguenza, troviamo in tutti i commi dell'articolo 2 - che vanno già a toccare lo spezzettamento di funzioni e il riassegnamento di funzioni che prima erano gestite in modo diverso - un primo elemento deleterio del progetto di riordino. Nelle more di qualcosa che è incerto, noi modifichiamo qualcosa che aveva un suo funzionamento preordinato.
Ricordo che noi siamo per l'abolizione delle Province, anche se la legge Delrio la riteniamo un pasticcio inenarrabile perché, di fatto, non ha cancellato le Province, ma le ha solo "zombizzate" e sottratte al controllo dell'elettorato. Quello che ci preme è che il cittadino non ne abbia a detrimento da tutte queste riforme, mentre è evidente che queste leggi di riordino hanno tutte il fattore comune di applicare una norma nazionale - meglio, neanche la norma nazionale, ma ciò che poi è derivato dalla norma nazionale nelle modalità di applicazione di essa - senza ribadire l'esigenza, allo Stato centrale, che queste funzioni vanno gestite adeguatamente, indipendentemente da quale sia l'Ente locale che le deve gestire.
Fare l'ammuina, come si diceva nel Regno di Napoli, cioè spostare le cose di qua e di là per non fare capire che in realtà queste cose non stanno né di qua né di là è, tutto sommato, a detrimento dei cittadini e a detrimento dell'Ente. L'Ente si ritroverà con problemi dovuti al fatto che sul territorio queste funzioni non saranno più debitamente amministrate e dovrà intervenire senza aver fatto lo sforzo di riorganizzare se stesso per essere sostitutivo delle Province.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 73) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia, Ruffino: Al comma 4 dell'art. 2, del disegno di legge n. 145, le parole "I relativi costi trovano copertura nel diritto proporzionale e nella quota del canone disciplinati dall'articolo 25 della legge regionale 12 luglio 1994, n. 25 (Ricerca e coltivazione di acque minerali e termali) e dei relativi regolamenti attuativi" sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ne approfitto del tempo che mi dà l'emendamento per porre una questione. Noi abbiamo circa un'ottantina di emendamenti complessivamente presentati; una quindicina dei quali sono emendamenti presentati dalla Giunta regionale o dalla maggioranza, che non sono mai stati tema di discussione all'interno della Commissione, mentre gli emendamenti che il nostro Gruppo consiliare ha presentato - ma mi sembra di vedere anche quelli del Movimento 5 Stelle - sono sostanzialmente in gran parte gli emendamenti già oggetto di discussione in sede di I Commissione che poi legittimamente ripresentati all'interno dell'Aula.
Mi sembra - anche se, per la verità, ne ho letti alcuni ma non tutti che.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



VIGNALE Gian Luca

Però, per fare un esempio, l'emendamento rubricato n. 28) del Consigliere Gariglio, quello che definisce la volatilità degli ambiti, è evidente che è un tema di cui abbiamo discusso a lungo all'interno della Commissione. Dopodiché è chiaro che c'è chi è in maggioranza e chi è all'opposizione, ma è altrettanto evidente che se i problemi territoriali la maggioranza li può risolvere perché ha l'assenso da parte della Giunta anche nello sconvolgimento di quello che è un impianto - che, piaccia o non piaccia, è un impianto - e l'opposizione non lo può fare perché non ha i numeri per farlo, non è giocare a carte almeno scoperte. Nel senso che se poi uno non viene durante tutti i lavori della Commissione e non segue i lavori che sono durati quasi un mese e li risolve a tempo scaduto, è un problema di chi li ha risolti a tempo scaduto.
Devo dire che si è in difficoltà a discutere di un tema che abbiamo lungamente approfondito in sede di Commissione, a volte con posizioni che anche da parte del nostro Gruppo, sono state di rallentamento oggettivo della norma, ma molte altre volte sono state sul merito. Tant' è che oggi ci troviamo a discutere emendamenti di merito, ma che sono stati il frutto di un confronto all'interno della Commissione. E, per essere chiari, è un confronto che si è limitato al confronto, nel senso che ad eccezione forse, di tre emendamenti o un numero limitato, non ha portato delle modifiche sostanziali.
Questo è un aspetto che credo vada tenuto in considerazione, non soltanto per questa norma, ma anche per altre proposte di legge, altrimenti è inutile che stiamo in Commissione e facciamo che venire in Aula, diamo il tempo alla maggioranza di fare i propri incontri territoriali e poi si modifica le norme quando ha finito i suoi incontri territoriali. Però non mi sembra una modalità di condurre che abbia un senso e anche un rispetto del lavoro che in Commissione è stato fatto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Grimaldi: Art. 2. Dopo il comma 4, aggiungere il seguente comma 5: "A titolo di ricognizione non esaustiva, sono ricomprese tra le funzioni di cui al comma 1, le seguenti funzioni: funzioni in materia ambientale ed energetica eccettuate quelle comprese nell'Allegato A e quelle assegnate direttamente a Province e città metropolitane con legge statale emanata successivamente alla legge 7 aprile 2014, n. 56; sport; difesa del suolo, eccettuate le funzioni comprese nell'Allegato A; caccia e pesca nelle acque interne protezione civile; attività produttive".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento, in realtà, l'avevamo presentato in Commissione in una versione diversa, cioè proponendo alla Giunta di fare poi un elenco e un allegato B. Invece a questo punto noi scriviamo "a titolo di ricognizione non esaustiva" - perché ovviamente non potevamo fare una ricognizione così precisa " sono ricomprese tra le funzioni di cui al comma 1, le seguenti funzioni: funzioni in materia ambientale ed energetica eccettuate quelle comprese nell'Allegato A e quelle assegnate direttamente a Province e città metropolitane con legge statale emanata successivamente alla legge 7 aprile 2014, n. 56; sport; difesa del suolo, eccettuate le funzioni comprese nell'Allegato A; caccia e pesca nelle acque interne protezione civile; attività produttive". Queste modifiche sono finalizzate all'indicazione del Settore Commissioni consiliari che ha individuato, ai fini della certezza del diritto, che parrebbe opportuno esplicitare per quanto possibile - così diceva la relazione - le funzioni amministrative confermate in capo alle Province".
Mi si fa anche notare - e ringrazio gli Uffici dell'Aula - che questo tipo di definizione ha uno scarso contenuto normativo, perché ad un certo punto si dice "a titolo di ricognizione non esaustiva". Però faccio un invito al Presidente e all'Assessore Reschigna. Se le Commissioni ci dicono di esplicitarle meglio e noi proponiamo di fare un allegato B, la Giunta non fa l'allegato B. Oggi proviamo a mettere meglio, a titolo non esaustivo, le competenze, così come ci avete richiesto, e ci dice che ha uno scarso contenuto normativo.
Decidete voi! Noi abbiamo semplicemente provato a mettere nero su bianco una delle due ipotesi. Se però non vale la prima e non vale la seconda, allora stiamo normando una legge che ha sì, a quel punto, uno scarso valore, perché non mettiamo nero su bianco quali esattamente sono le funzioni. Così come ha scritto la Commissione il parere legislativo.
Quindi, se fossi al posto della Giunta, darei un bel parere positivo a quest'emendamento oppure ci proponga che cosa dobbiamo limare da questa formulazione, che mi pare, in realtà, assai chiara.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 70) presentato dal Consigliere Berutti Porchietto, Graglia, Vignale, Ruffino, Sozzani e Pichetto Fratin: Dopo il comma 4, dell'art. 2, del disegno di legge n. 145, è aggiunto il seguente: "4 bis. Sono altresì confermate in capo alle Province le funzioni derivanti dall'applicazione della legge regionale 18 febbraio 2010 (Recupero e valorizzazione del patrimonio escursionistico del Piemonte".
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Ho cercato di fare un emendamento di merito legato ad una tematica che riteniamo molto importante, ma soprattutto abbia più una logica di territorio provinciale, quello legato al recupero e valorizzazione del patrimonio escursionistico del Piemonte.
Le Province hanno certamente fatto un lavoro capillare; da sempre sono state il punto di riferimento di un qualcosa che è il sistema escursionistico, almeno per le Province che maggiormente hanno caratteristiche di questo tipo.
La nostra proposta emendativa nasce semplicemente da questo, cioè dall'opportunità di lasciare comunque ad un Ente che ne ha fatto un suo punto di riferimento. Questo lo danno tutta una serie di lavori, di percorsi, di sviluppo di sentieristica, cioè tutta una serie di attività a sostegno di quello che era il percorso turistico dei vari territori e avevano dato un risultato eccellente, almeno per quanto riguarda il mio territorio ma certamente anche a livello di altre Province, da come ho potuto capire con i colleghi.
Alla luce di questo, semplicemente facevamo la richiesta di poter lasciare nell'ambito provinciale questo tipo di attività legato alla legge 18 febbraio 2010. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Volevo aggiungere a quanto già indicato dal Consigliere Berutti che visto che successivamente entreremo nel merito sul fatto che si stia confondendo il cittadino rispetto ad una serie di attività che devono fare nel prossimo futuro.
Discutevo prima con il collega Vignale sul fatto che alcune cose sono nelle Province, altre sono negli ambiti ottimali, altre vanno alle Città metropolitane. Per cui oggi il cittadino che deve fare una domanda per qualche attività rispetto a cui vengono interessate le cosiddette ex Province, è chiaro che dovremo andare ad identificare il soggetto interessato affinché arrivi correttamente quel tipo di domanda piuttosto che il soggetto interessato al quale proporre l'istanza.
Qui si va ad identificare un sistema escursionistico che va ad inserirsi in un ambito di attività che noi abbiamo già segnalato nell'ambito delle legge sui parchi, su cui avevamo denunciato una serie di lacune in merito.
Per questo motivo chiediamo se è possibile inserirlo, accettando quest'emendamento, cioè che dopo il comma 4 dell'articolo 2 siano inserite le parole previste dall'emendamento.
E' chiaro che si va a chiarire un aspetto importante dal punto di vista turistico ma, soprattutto, dal punto di vista delle attività che già in questo momento le Province svolgono, in particolare le Province che hanno zone montane al proprio interno.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale sull'articolo 2.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Ci sembra il caso di ribadire che in questo articolo 2, dal titolo "Funzioni delle Province", in realtà non si procede né ad un'elencazione delle funzioni che rimangono o addivengono in capo alle Province né si riferisce ad un altro punto dove questa elencazione avviene.
Di nuovo, quindi, un elemento di poca chiarezza su quello che faranno le Province, che tra l'altro lo faranno in forma associata. Personalmente quindi, trovo difettoso il meccanismo con cui si sta definendo la rassegnazione di funzioni alle Province, quando esse le andranno a gestire obbligatoriamente in forma associata, tra altro non tutte.
Sarebbe invece stato interessante definire le modalità con cui le aree vaste, siano esse mono-provinciali, coincidenti con il territorio di più Province, o addirittura comprendenti aree che hanno peculiarità (come si ritroverà ad avere l'ambito che include la Provincia del VCO, avendo peculiarità di area montana), andranno a gestire le funzioni e come queste saranno suddivise all'interno della propria macchina amministrativa.
Di tutto questo invece non si fa cenno; così come non si fa cenno all'emanazione di eventuali ed ulteriori provvedimenti, se non degli accordi cui si farà riferimento nel successivo articolato.
E' evidente che, mancando una chiara individuazione delle funzioni nell'ambito dell'articolato della legge e degli allegati, e rimandando la definizione delle modalità di svolgimento delle funzioni ad accordi definiti dopo, sui principi dei quali ancora qua dentro nulla si dice occorrerà capire se questi accordi dovranno essere omogenei per tutte le aree vaste, o se ogni accordo sarà fatto a modo suo, cioè con peculiarità specifiche di ogni area vasta qua definita.
E' una legge che era frazionata e questo articolo 2 ha veramente uno scarso contenuto normativo, come ha sottolineato poc'anzi il Consigliere Grimaldi, perché manca di precisione. Sappiamo bene che le leggi che mancano di precisione e di chiarezza sono leggi che aprono al disordine amministrativo, perché qui stiamo parlando di come saranno svolte alcune funzioni amministrative.
Di conseguenza, non possiamo che manifestare la nostra contrarietà al testo di questo articolato, a meno che non venga corretto, ma temiamo che così non sarà, nel senso dei nostri emendamenti presentati.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Su quest'aspetto, nell'ambito della discussione generale, c'è una serie di considerazioni - sentiremo poi che cosa pensa la Giunta di questi emendamenti, quali saranno accettati e quali no - rispetto ad un chiarimento sulle funzioni che questa legge sulle Province darà alle stesse e rispetto all'attivazione di queste funzioni.
La nostra preoccupazione, nell'ambito dell'applicazione dell'articolo 2, non è solamente la definizione dei compiti di quest'area vasta, ma sulle capacità amministrative dell'esercizio di questi compiti. Oggi, lo sapete tutti, allo stato attuale le Province sono in agonia: non hanno nemmeno più i soldi per la gestione quotidiana del personale.
Dal punto di vista della filosofia su cui stiamo ragionando sotto il profilo dell'articolo 2, ci sembra bellissimo dare tutta una serie di funzioni, quando poi l'attività amministrativa esercitata quotidianamente è la mera ed esclusiva gestione del personale.
Vedete che alcune Province, anche nella gestione ordinaria della viabilità, non ce la fanno più. Hanno già annunciato tutta una serie di adempimenti per richiedere denaro all'esterno. Nel caso specifico, molte Province hanno già scritto lettere, ad esempio per il semplice taglio dell'erba lungo le strade. Non riescono ad esercitare nemmeno questa attività di manutenzione, per cui vanno in capo ai Comuni.
Al di là della definizione delle funzioni, vorremmo capire, rispetto agli emendamenti, qual è il peso specifico economico che la Regione intende mettere in campo, al fine di garantire un corretto funzionamento delle funzioni delegate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti all'articolo 2 cercano, seppur con scelte difformi, di provare ad intervenire su quello che è uno degli articoli più importanti nel dare una filosofia differente.
Proveremmo a spiegare brevemente, non solo in merito agli emendamenti da noi presentati ma anche quelli degli altri colleghi, cosa ci saremmo aspettati e come ritenevamo che si sarebbe dovuto intervenire, da un punto di vista legislativo.
Noi crediamo che certamente si poteva intervenire mantenendo quello che prevede il comma 1, cioè mantenendo le deleghe in capo alle Province, ma poi bisognava, non auspicare che il Parlamento facesse una scelta, ma prendendo atto delle scelte fatte dal Parlamento che, piaccia o non piaccia, ha previsto che le Province vengano abrogate.
E' vero che nel frattempo ci sarà un referendum confermativo e che, a Costituzione variata, non avremo più le Province, perché se succederà che i cittadini italiani confermeranno la modifica costituzionale, non avremo più le Province nel nostro ordinamento costituzionale, ma solo in quel momento si potrà fare una considerazione che pone anche una valutazione, che è una valutazione che non ha una risposta data. Ci sono differenti Regioni, pur della stessa area politica, come il Friuli, che ha fatto una scelta profondamente diverse rispetto a quella che sta facendo la Regione Piemonte.



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Sì, per carità, è una Regione a Statuto speciale, però la Costituzione vale anche per le Regioni a Statuto speciale.
La scelta è quella di attendere, di riportare a casa alcune competenze come vedremo nei commi successivi (come l'agricoltura e la formazione professionale), di riportare però in pancia alla Regione più di mille dipendenti e, a quel punto, capire se per la relazione fra Comuni e Regioni che, inevitabilmente, rileva una distanza molto grande, che però in Costituzione viene data come tale (la riforma costituzionale è stata votata dalla vostra maggioranza, o, meglio, dai Gruppi consiliari che sono gli stessi ai quali voi appartenete in questa Aula) - non esiste un Ente intermedio e si lascia la scelta alle Regioni. A mio avviso, saremmo dovuti intervenire in quel momento, per verificare se era necessario costituire dei soggetti d'area vasta oppure, anche sulla scorta del fatto che abbiamo portato a casa competenze, professionalità, dipendenti e quant'altro individuare un altro modello fra i tanti che sono nati.
Il paradosso - lo abbiamo detto da un punto di vista comunicativo - è che Renzi e Delrio sciolgono le Province; Chiamparino e Reschigna le hanno fatte rinascere, in anticipo rispetto ad una scelta futura.
Perché con l'articolo successivo, cioè quello degli ambiti, vedremo che sarà presa una scelta in anticipo e, peraltro, molto disordinata. Ma questo lo vedremo nell'articolo successivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Mi tocca solo replicare ad alcune considerazioni del collega Vignale che ha parlato, nel commentare gli emendamenti a questo articolo, di "cinismo istituzionale senza pari".
Voglio solo ricordare che la vicenda della Province, al netto del giudizio che si voglia dare della riforma nazionale sulle stesse, ha una serie, anche qui, di antenati che si sono susseguiti nel tempo. E non mi risulta che i Governi di centrodestra abbiano avuto orientamenti diversi.
Soprattutto, non mi risulta che abbiano avuto orientamenti diversi da quello che è stato poi l'epilogo della vicenda in Parlamento - i due Governi in cui le forze di centrosinistra e di centrodestra hanno collaborato, in primis il Governo Monti, in secundis il Governo Letta Governi a cui esponenti del centrodestra (Forza Italia in primis) hanno collaborato e che hanno preso una strada.
Ho qui davanti l'Assessore Saitta, che, in qualità di Presidente dell'Unione delle Province Italiane, invece, fu alfiere di una battaglia diversa. Però sappiamo la fine che ha fatto la questione.
Credo che sia apprezzabile e condivisibile la scelta (che, in realtà, è contenuta nell'articolo successivo, ma che è stata in qualche modo anticipata nella discussione dal collega Vignale), di precostituire fin d'ora l'esito che avrà la vicenda del riordino del sistema delle Amministrazioni pubbliche piemontesi.
In questa legge noi già indichiamo che un ente d'area vasta deve esistere nel nostro ordinamento (e lo credo imprescindibile in una Regione che ha più di 1.200 Comuni!); questo ente di area vasta potrà essere costruito secondo modalità che andranno discusse in questa sede. Andrà fatto, ovviamente, a Costituzione modificata, nel rispetto della legge generale che lo Stato farà.
Ma credo che sia giusto anticipare che questo ente di area vasta nei nostri desiderata sarà un ente di area più vasta - scusate il bisticcio di parole - delle vecchie Province danti causa del nuovo ente. Del resto, noi abbiamo discusso in questa Assemblea - ma anche nel Consiglio delle Autonomie Locali - di una proposta di riaccorpamento delle Province prima che venisse votata la legge nazionale Delrio.
Questa proposta di accorpamento, sulla base di studi IRES, prefigurava già lo scenario di quattro aree vaste in Piemonte. È uno scenario in discussione da parecchi anni; noi decidiamo di metterci la faccia e di anticipare questa soluzione: può piacere o meno, ma è un tema controverso.
Il Partito a cui appartengo ha, al proprio interno, posizioni diversificate, anche preoccupate. Ma credo che chi amministra si debba far carico anche di dare una rotta e un segnale, e non rincorrere le soluzioni dopo che qualcun altro le ha adottate.
In questo senso noi adottiamo una scelta, quella che prefigura quattro enti di area vasta. Credo che sia una scelta coraggiosa e credo che sia stato giusto farla già a partire da questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Reschigna, per esprimere il parere della Giunta regionale; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Molti interventi su questo articolo hanno ripreso tematiche e giudizi a livello complessivo, sulla legge Delrio; io evito di affrontare questo tema, anche perché credo che non sia l'oggetto del nostro intervento.
Dico subito che esprimo parere negativo su tutti gli emendamenti presentati, cercando, però, di articolare il ragionamento e cercando altresì, di spiegare il motivo di questa valutazione negativo.
In primo luogo, viene riproposto all'interno della legge regionale il tema delle funzioni fondamentali statali che la Delrio assegna alla Provincia. Ho già avuto modo di spiegare in Commissione che questo non pu essere oggetto di intervento legislativo regionale. Noi abbiamo competenza per ciò che attiene i fatti di decentramento amministrativo sulla base di leggi regionali che sono avvenute nel rapporto tra la Regione e le Province. Anche solo in termini di conferma, noi non abbiamo potestà legislativa per intervenire su ciò che la legge Delrio, a livello nazionale, ha attribuito alle Province come funzioni fondamentali derivanti dalla legislazione nazionale.
Seconda questione: giusto o sbagliato che sia, questo disegno di legge nasce con un'impostazione. Vorrei che fosse compreso quanto possa essere difficile cambiare l'impostazione complessiva di questo disegno di legge.
Nasce con l'impostazione di intervenire su quelle parti che si ritiene debbano essere modificate o in senso di sottrazione di funzioni amministrative affidate alle Province o in senso di attribuzione di funzioni amministrative non affidate alle Province ma che oggi vengono affidate alle Province.
Non c'è scritto all'interno di questo disegno di legge - ma è nella natura dello stesso che questo avvenga - che vengono affrontate le parti relative a conferme di decentramento amministrativo che erano in precedenza affidate alle Province sulla base di leggi regionali.
Perché il tema delle funzioni in materie escursionistiche rimane in capo alle Province? Per la semplice ragione che la legge ragionale aveva affidato la materia alle Province e questa legge non sposta questo tipo di attribuzione.
Terzo elemento: la Polizia mineraria è un tema molto importante e delicato. Perché siamo arrivati a questo tipo di determinazione? Perch nell'affrontare questo tema, abbiamo cercato proprio di sottoporre a rivisitazione critica quella che è l'esperienza attuale - vuol dire mettere in evidenza elementi postivi ed elementi negativi - che non significa necessariamente smontare tutto il sistema, ma ci dice, sostanzialmente, che in materia di Polizia mineraria (era una funzione attribuita alle Province) questa funzione non è esercitata da tutte le Province - questo elemento è stato oggetto di forti segnalazioni da parte delle stesse associazioni - o perlomeno, in alcuni casi, questa funzione di Polizia mineraria viene esercitata dalle Province con parametri di intervento e con disomogeneità di intervento molto forti e spiccate.
Sotto questo aspetto e alla luce di queste considerazioni, è stata riattribuita in capo alla Regione questo tipo di funzione, perché, nella misura in cui vi è una difficoltà all'esercizio di questa funzione o altro elemento di criticità - c'è una disomogeneità nell'applicazione, al punto tale che sostanzialmente avviene concretamente quanto voi avete dichiarato - cioè che, a seconda del luogo dove c'è l'impresa, a volte, ci sono parametri di intervento molto diversi l'uno dall'altro - in questo modo ripristiniamo una condizione di totale omogeneità.
Queste sono le ragioni per cui, al di là degli emendamenti che hanno una natura meramente soppressiva di commi o dell'articolo nel suo complesso, noi esprimiamo un parere negativo sull'insieme degli emendamenti presentati.
In alcuni casi, lo ripeto, come quella questione legata alla funzione dell'attività escursionistica, dare parere negativo all'emendamento non significa sottrarlo alle Province, ma ribadire che questa funzione è già affidata alle Province e siccome non viene modificata viene mantenuta in capo alle Province. Però, credo che al Consiglio regionale sia abbastanza comprensibile che diventa un po' complicato modificare l'impostazione di un disegno di legge di una tale complessità inserendo anche parzialmente, con il rischio di dimenticare alcune delle funzioni che erano state delegate una sorta di conferma dello status quo.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Non può.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Due cose non mi sono chiare.
Giustamente, si dice che le funzioni minerarie è bene che le Regione le tenga per armonizzare, però, a quanto mi risulta, alla fine, i dipendenti che svolgono queste funzioni sono tre: uno va in pensione tra un mese e di fatto hanno più di 105 cave a testa, se ho capito bene. Quindi, non mi è chiaro se assorbiamo o meno i dipendenti e come funzionerà questa partita.
In secondo luogo, non mi è chiaro il parere negativo relativamente al nostro emendamento, in quanto non sarà esaustivo ma, di fatto, è quanto ci chiedeva la Commissione, cioè di mettere nero su bianco quali erano le funzioni. Io ho provato a farlo, le ripeto: se non sono proprio tutte, le aggiunga lei quelle che mancano oppure togliamo "a titolo esaustivo" perché, in realtà, credo di avere scritto quasi tutto in quell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna per i chiarimenti.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Per quanto riguarda il primo elemento, è chiaro che ci sono alcune funzioni che in questo momento soffrono di carenze di organico, alcuni dei dipendenti che sono oggi impiegati nelle Province per l'esercizio di queste funzioni transiteranno nei ruoli organici straordinari della Giunta.
E' evidente che, poi, c'è un altro problema, che è rilevante sotto il profilo della futura organizzazione della Regione: con questa legge, per tutti i meccanismi, ma indipendentemente dal fatto se ci si riappropria o meno di una funzione, noi tendiamo sostanzialmente ad ampliare la presenza di figure professionali di tipo amministrativo, mentre avremo carenze complessive di figure professionali sotto il profilo tecnico. Questa è una questione che sotto il profilo organizzativo la Regione dovrà essere in grado di affrontare.
La seconda questione riguarda l'emendamento rubricato n. 4): con quest'emendamento, di fatto, si immagina di dover confermare in capo alle Province o in capo alla Regione - in capo alle Province in questo caso una serie di funzioni. E' vero, ma vale l'impostazione che ho detto io di questo disegno di legge - poi io rispetto le opinioni degli Uffici legislativi del Consiglio, sia ben chiaro - ma non è pensabile di affrontare temi modificando tutta l'impostazione - giusta o sbagliata che sia - del disegno di legge dal momento in cui è stato elaborato, discusso e confrontato anche con le Province.
Mettere "a titolo di ricognizione non esaustiva" significa fondamentalmente, dire tutto e il contrario di tutto. Peraltro, all'interno di quest'emendamento viene messa come funzione ambientale: è una funzione che la Regione conferma ma, attenzione, questo significherebbe sostanzialmente contraddire un altro pezzo del disegno di legge perché noi sulla funzione ambientale ci stiamo muovendo in un regime di compartecipazione dei costi (di avvalimento in tema di compartecipazione dei costi).
Signori, mi tocca fare anche l'Assessore al bilancio e oggi non è certamente la giornata più simpatica di quelle che abbiamo vissuto finora anche se nulla di imprevisto è venuto fuori, sia ben chiaro, sotto questo aspetto. Però, su questo fronte, passiamo - e non possiamo fare altrimenti da impegni sul bilancio della Regione, che nell'anno migliore della precedente legislatura hanno voluto dire 38 milioni di euro, a 57 milioni di euro. Tale spesa non è più espandibile, altrimenti significa che questa Regione diventa un soggetto che eroga stipendi, perché ogni volta che espandiamo una spesa noi riduciamo un altro ambito di intervento delle politiche regionali.
Allora, sotto questo aspetto erano poche le risorse che in passato venivano trasferite alle Province, non commettiamo l'errore opposto immaginando che la Regione sia l'unico soggetto che in questo momento deve affrontare la difficile fase di transizione della legge Delrio.



PRESIDENTE

Grazie per i chiarimenti.
Il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 74), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio alla delegazione della Parrocchia "Divina Providenza" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i fedeli della Parrocchia "Divina Provvidenza" di Torino, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Province - Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni - Città metropolitane

Proseguimento esame disegno di legge n. 145, inerente a "Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della Legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province sulle unioni e fusioni di Comuni)"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 145.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 72), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 65), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 73) sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 70), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 75) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia, Ruffino: L'art. 3, del disegno di legge 145, è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo è il primo degli emendamenti riguardanti l'articolo 3.
L'articolo 3 è, fra tutti gli articoli della norma, uno di quelli verso i quali nutriamo maggiore criticità (poi vedremo l'articolo 9, sulle modalità di erogazione delle risorse).
L'articolo 3 prevede - ed è per questo che chiediamo l'abrogazione tanto dell'articolo, quanto, poi, dei commi - che vengano individuati tre ambiti distinti per l'esercizio delle funzioni date all'articolo 2.
E' evidente che vi è una contrarietà, e non soltanto per la modalità con cui è stato attuato. Ma noi non possiamo non fare una valutazione rispetto ad un disegno più generale.
Il Consigliere Gariglio affermava: "Abbiamo già visto altri soggetti, e sono voluti intervenire nel merito". E' vero: è vero, cioè, che quando ci sono state le ultime elezioni politiche tutti i partiti politici - salvo un numero molto limitato - si sono dichiarati favorevoli all'abrogazione delle Province. L'ha fatto il Partito Democratico e l'ha fatto il Presidente Renzi con la modifica non solo della legge sulle funzioni delle Province ma anche con l'abrogazione delle Province. Il paradosso è che il Partito Democratico non può vendersi come il soggetto che abroga le Province e il soggetto che le ricrea: deve capire che cosa vuol fare. Perché questo sta avvenendo.
Noi oggi stiamo, a tutti gli effetti, ripercorrendo la tesi Saitta cioè il Governo nazionale fa una modifica costituzionale con la quale va ad abrogare le Province, mentre il governo regionale fa una norma con la quale crea i quattro quadranti che l'allora Presidente Saitta aveva individuato nell'allora modifica non costituzionale, ma accorpamento delle Province voluto dal Governo Monti. Questo sta accadendo. L'articolo 3 dice che il Piemonte avrà quattro nuove Province, ancorché la modifica della Costituzione - votata dal Partito Democratico, voluta dall'attuale Primo Ministro - ne ha voluto la cancellazione, quindi non si possono giocare due parti in commedia: deve essere assolutamente chiaro che il Partito Democratico vuole gli ambiti sovracomunali, vuole le Province.
Lo dico perché molto spesso ricordo gli attacchi che venivano fatti al centrodestra poiché la Lega ha sempre difeso, almeno in modo coerente l'istituto delle Province. All'epoca, l'attacco che veniva fatto al centrodestra anche dai banchi del centrosinistra, soprattutto a livello nazionale, ma non solo, era: "Voi difendete le poltrone, voi difendete gli Enti di secondo livello". E' quello che state facendo, cioè l'articolo 3 crea quattro Province e, come dicevamo, il paradosso politico è che oggi ciò che viene distrutto a livello nazionale viene ricostruito a livello locale, con un piccolo presupposto che i piemontesi devono sapere: la ricostruzione delle Province, che il Governo nazione, la maggioranza nazionale ha abolito, alla Regione Piemonte, in termini di bilancio della Regione, costa come minimo 20 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente perché non ci sono i trasferimenti da parte dello Stato.
Questo è il "cinismo istituzionale" perché, quando andremo a fare la finanziaria del 2016, dovremo sapere che più di 50 milioni di euro sono già prenotati per il trasferimento alle Amministrazioni provinciali. Allora è chiaro che noi partiamo, rispetto pure ai 30 milioni vecchi, con 20 milioni di euro in meno con i quali costruire un bilancio già dissestato, che è quello del 2016.
Questo è uno dei tanti problemi che abbiamo e che tentate di nascondere, da una parte con la cancellazione e la messa in mobilità dei dipendenti e, dall'altra parte, con il portare in casa alcune funzioni che non vediamo con un aspetto sbagliato, ma che ha un gravame sul bilancio della Regione Piemonte assolutamente significativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Su quest'aspetto - mi legherò ad altri aspetti negli articoli successivi - devo dire che, nell'ambito dell'attività precedente dal punto di vista dell'azione amministrativa in qualità di Presidente della Provincia di Novara, sulla politica di quadrante ci fu un grande dibattito a livello locale che vide una serie di criticità rispetto all'attuale dibattito, per il quale noi facemmo una proposta di quadrante. Oggi ci troviamo nella legge proprio quella risoluzione che allora molti amministratori, anche di centrosinistra, non volevano nell'ambito della politica di quadrante, guarda caso, sotto una forma differente rispetto a un'azione coercitiva come quella del Presidente Renzi, che ha voluto una legge nazionale sull'abolizione - apparente abolizione, usiamo questo termine - delle Province. Evidentemente torna il quadrante, come torna l'Asti-Cuneo.
Su questo aspetto vorrei capire, sotto un profilo politico attenzione, non intervengo sotto un profilo amministrativo - perché questi ambiti ottimali vanno a identificarsi con una serie di iniziative che sono il trasporto pubblico locale piuttosto che l'ambiente e quindi si va a ricalcare la legge 7 sui rifiuti (ne parlavo questa mattina anche con altri colleghi). Vorrei capire, dal punto di vista politico, qual è l'opinione della Giunta, ad esempio, sulla legge 7, che mi sembra essere una legge in fase di modificazione; peraltro, l'ambito ottimale che noi prevediamo delle Province, guarda caso, è quello della legge 7 sui rifiuti, quindi vi è una difficile interpretazione di quali sono gli obiettivi finali della Giunta rispetto, invece, agli intendimenti amministrativi.
Questa è un po' la preoccupazione, perché poi, alla fine della fiera se vogliamo modificare un sistema di governance dal punto di vista amministrativo, che questo articolo 3 prevede, i costi li ha citati prima il Consigliere Vignale: deve essere accantonata una cinquantina di milioni di euro. Si tratta quindi di un'apparente abolizione delle Province, perch in realtà costano molto di più di quando erano in vita in modo autonomo a fronte dei contributi che le stesse percepivano. Ecco, si vuol capire questo tipo di filosofia.
Quando arriveremo sugli articoli che riguardano - guarda caso - i rifiuti, entreremo nel dettaglio, vedremo delle incongruenze nell'azione amministrativa prevista in questa legge dal collega del Vicepresidente (al quale oggi facciamo gli auguri perché ieri non è stato bene), Valmaggia. Vi sono, infatti, due visioni differenti o, perlomeno, due apparenti visioni differenti nei confronti di un'azione amministrativa che vada a incidere su ambiti territoriali ottimali come questi rispetto a quanto previsto nell'applicazione di leggi specifiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente. Sarò rapido.
Volevo solo puntualizzare un elemento, e ne approfitto in ogni occasione in cui si parla di ambiti. Abbiamo corso quando si è parlato di ATC per fare un ambito ATC dove abbiamo messo insieme Cuneese, Astigiano e Alessandrino e oggi, invece, ridividiamo gli ambiti in un logica che, pur condividendo quello che hanno detto i colleghi, forse è più idonea.
Di conseguenza, confidando nella sempre premurosa attenzione del Vicepresidente nell'espletare tutti i vari punti, colgo un'ulteriore occasione per evidenziare questo aspetto. Forse aveva più senso anche all'epoca, dove si è corso molto, pensarci un po' di più e magari fare qualcosa di più lineare in un discorso che si faceva dall'inizio e che poi poteva proseguire su questa logica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 40) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Il comma 1 è così riscritto: "1. Le funzioni amministrative attribuite alle Province di cui all'articolo 2 e le funzioni attribuite alla Città metropolitana di cui all'articolo 5 sono da intendersi come funzioni di area vasta".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
In questa serie di emendamenti, noi proponiamo una riformulazione del discorso degli ambiti in un senso di maggiore coerenza rispetto alla norma nazionale. Sostanzialmente, chiediamo che questi che vengono chiamati in questo articolo ambiti territoriali, vengano definiti aree vaste, che alla fine sono quello che effettivamente vanno ad essere, anche se è una terminologia che non ci piace e anche se, comunque, coincidono con gli ex territori provinciali, almeno in un caso. In questo modo, però, andiamo almeno a individuare una definizione unitaria per tutte le realtà, che quindi vanno dalla Provincia di Cuneo, che rimane sostanzialmente se stessa, all'aggregazione di quattro Province, compresa una montana, alla stessa Città metropolitana.
Questo perché? Perché sarebbe bello e ci saremmo aspettati che in un disegno di legge di riordino, dove si parla di efficienza, di semplicità ecc., le cose fossero chiaramente scritte per quello che sono. Invece s'introducono terminologie che confondono il cittadino o, comunque, chi non approfondisce l'esame di questa legge, definendo di nuovo degli ambiti territoriali, quando gli ambiti territoriali, per certi versi, sono quelli che, sostanzialmente, si vorrebbero superare con questa legge. O, come minimo, ridefinire successivamente gli ambiti di esercizio, ma ad un livello un po' più ampio, quindi almeno a livello di quadrante o di area vasta. Cosa che continua a mancare.
Questo continua ad essere un testo di legge che fa un po' cadere le braccia per la confusione che introduce anche nelle terminologie, ma per l'assenza di definizioni precise e per l'assenza di elencazioni precise delle funzioni e dei riferimenti. Ricordo ancora che, nell'articolo prima dove si parlava di polizia mineraria, lo si faceva nel comma in cui si trattava di acque minerali e non in quello in cui si trattava di cave.
Stiamo gestendo un articolato, sostanzialmente, inconcludente, che pu indurre in confusione.
Abbiamo pensato, allora, di introdurre la definizione di aree vaste che, comunque, è prevista dalla legge Delrio e che la legge Delrio indica come Città metropolitana e aree provinciali, o di ordine superiore, come entità di area vasta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Emendamento rubricato n. 41) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Il comma 1 è così riscritto: "1bis. Sono individuate per lo svolgimento delle funzioni cui all'articolo 2 le seguenti aree vaste, oltre alla Città metropolitana: a) Area vasta 1: Novarese, Vercellese, Biellese e Verbano-Cusio-Ossola; b) Area vasta 1: Artigiano e Alessandrino; c) Area vasta 3: Cuneese".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Si tratta di un emendamento conseguente al precedente, sostanzialmente ridefiniamo quello che era il comma 1, riscrivendolo e definendo le aree vaste, in modo che si abbia una definizione omogenea per cui, oltre alla Città metropolitana che è un'area vasta ai sensi della legge Delrio, sono aree vaste anche le nuove entità di natura provinciale o sovraprovinciale individuate dalla legge di riordino.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Al comma 2 le parole: "degli ambiti territoriali ottimali" sono sostituite da: "delle aree vaste".
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Si tratta di emendamenti di coordinamento. Eliminiamo l'ambiguità introdotta dalle parole "ambiti territoriali ottimali", introducendo il concetto di area vasta che è quello a cui, effettivamente, secondo noi facendo seguito ad una norma nazionale che di questo tratta, bisognava introdurre in questo provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Emendamento rubricato n. 43) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Il comma 3 è così riscritto: "Tutte le funzioni assegnate alle Province sono esercitate a livello di area vasta".
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Ribadiamo che tutte le funzioni che vengono assegnate alle Province, e noi vorremmo veramente sperare che fosse così, sono esercitate a livello di area vasta. Purtroppo, abbiamo notato la presenza di un emendamento della Giunta sulla protezione civile che introduce l'ennesima eccezione alla regola.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Emendamento rubricato n. 28) presentato dal Consigliere Gariglio: Dopo il comma 3 dell'articolo 3 (ambiti territoriali per l'esercizio delle funzioni confermate, attribuite e delegate alle Province) del disegno di legge n. 145 è inserito il seguente: "3 bis. Mediante apposite intese quadro, stipulate tra Regione e le Province interessate, possono essere individuate funzioni che, per ragioni di efficienza organizzativa ed esercizio ottimale, sono esercitate in forma associata accorpando due o più ambiti territoriali individuati al comma 1".
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

L'emendamento rubricato n. 28) ha la finalità di consentire che alcune funzioni che noi deleghiamo alle Province, vengano svolte non a livello di ambito territoriale ottimale, ma a livello di più ambiti territoriali ottimali congiunti.
In altri termini, è un emendamento che può consentire che alcune funzioni siano svolte, faccio un esempio, dall'ambito territoriale Asti Alessandria, insieme all'ambito territoriale Cuneo. Ricordo che noi abbiamo già fatto una scelta, ad esempio per l'ATC, di individuare un unico ente gestore per tutto il sud Piemonte. E abbiamo fatto anche la scelta di chiedere alla Giunta regionale che la programmazione e l'esercizio delle gare per il trasporto pubblico locale, siano fatte a livello di tutto il sud Piemonte unito. Questo, in ragione del fatto che non si tratta di due mondi così divisi; specie la Provincia di Asti, che è la provincia baricentrica, ha relazioni con le realtà di Cuneo e di Alessandria.
Quest'emendamento consente, su alcune limitate funzioni, la possibilità di avere un esercizio su scala sovraordinata. Presidente, per non intervenire più nella discussione generale, vorrei ricordare al Consigliere Vignale che c'è una differenza sostanziale tra quello che stiamo per realizzare, tra le attività legislativa in Parlamento, quella in Consiglio regionale e quello che c'era prima.
Primo: le Province sono costituzionalizzate.
Secondo: il potere ordinamentale, rispetto alle Province, spetterà alle Regioni.
Terzo: la governance delle Province è nuova.
Quarto: la legittimazione è di secondo grado e non più di primo.
Quinto: i poteri delle Province sono determinate, non abbiamo più un ente a valenza politica generale.
Sesto: i politici che amministrano le Province sono amministratori locali che lo fanno a titolo assolutamente gratuito e di servizio.
Ci tengo a dire che l'istituzione degli Enti di area vasta è prevista con questo disegno di legge. E io lo rivendico assolutamente. Non si pu pensare di amministrare un Ente, una Regione con 1.206 Comuni, senza nessun livello di governo intermedio. È necessario. Si va verso una soluzione qualcuno l'ha definita la soluzione Saitta, ma la soluzione Saitta era quella di mantenere le Province con i poteri che avevano, con la dignità costituzionale che avevano, con il sistema ordinamentale in capo al testo unico degli Enti locali che avevano, portandole da otto a quattro.
Qual è il problema? Se le Province avessero pensato prima ad una riforma di se stesse, non saremmo oggi a livello che abbiamo. Ed è colpa di una classe politica delle Province, ma anche nostra in generale perch nessuno può chiamarsi fuori, di non aver fatto prima quella riforma. Negli incontri che mi è capitato di fare su questo tema in giro per il Piemonte sono stati fatti due esempi ricorrenti. Uno è quello del modello delle Banche Popolari, l'altro è quello del modello delle Banche di Credito Cooperativo. Le Banche Popolari, per anni, sono state silenti rispetto alle richieste di autoriformarsi. Tant'è che è intervenuto il Governo che, in un provvedimento, ha riformato, manu militari, le banche popolari e ora non abbiamo più le banche che conoscevamo.
Le banche di Credito Cooperativo, visto il precedente infausto, hanno deciso, al loro interno, di pensare sé stesse una riforma rispetto alle sollecitazioni che arrivavano dalla comunità e dalla politica e hanno, in qualche modo, esse stesse scritto una riforma per evitare di essere riformate da altre. Credo che qui, purtroppo, abbiamo assistito a Province incapaci di regolamentarsi e di autoriformarsi, c'è stato un intervento dall'esterno che non è stato sicuramente il migliore possibile.
Noi oggi dobbiamo, in questo modo, cercare di trovare una sistemazione creando un Ente di area vasta indispensabile per questo territorio e, la butto lì, per il futuro, iniziare a pensare come Regione un'autoriforma di noi stessi e un'autoorganizzazione di noi stessi, per evitare che un domani la nostra incapacità di autoriformarci, unita al fatto che la classe dirigente della Regione, negli ultimi anni, purtroppo, e qui nessuno si pu tirare fuori, non ha dato troppo brillante prova di sé, ecco che tutto questo non porti presto ad una riforma manu militari delle Regioni piuttosto che un tentativo più lungimirante e più saggio delle Regioni di andare a rinormarsi e a rilegittimarsi di fronte all'opinione pubblica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
Emendamento rubricato n. 103) presentato dai Consiglieri Berutti, Vignale e Sozzani: Al comma 5, dell'articolo 3, del disegno di legge n. 145, dopo le parole: "compresa l'istituzione di Uffici comuni", sono aggiunte le seguenti: "la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, predispone di linee guida per la stipula degli accordi di cui al presente comma".
Emendamento rubricato n. 44) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: Il comma 8 è abrogato.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Quest'emendamento è relativamente semplice ed è conseguente a tutto il discorso precedente, cioè quello di abrogare il comma 8, dove si parla di gestione singola delle funzioni da parte delle Province.
Ci sembrerebbe il caso che di gestioni singole non si parlasse più da questo momento in avanti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: Dopo il comma 9 è aggiunto, infine, il seguente: "9bis. Le funzioni confermate ai sensi degli articoli 2 e 5 in capo alle Province e alla Città metropolitana in materia di protezione civile, sono esercitate dalle stesse in forma singola" La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Qui non è che cominciamo a dialogare. La logica di questa legge cerca di costruire un sistema a geometrie variabili, dove l'elemento prevalente è l'identificazione di qual è l'ambito territoriale ottimale per l'esercizio di una specifica funzione.
Se parliamo di protezione civile, non possiamo immaginare che la gestione della protezione civile avvenga su grandi territori; in primis perché c'è una storia ed è una storia che noi leggiamo in senso positivo di capacità da parte delle Province (le piccole e le grandi) di poter esercitare questa funzione. C'è un legame tra l'attività istituzionale delle Province nell'esercizio di questa funzione e le associazioni del volontariato. C'è un legame tra le Province e il sistema dei Comuni.
Ecco perché ribadiamo che la funzione sulla protezione civile viene continuata ad essere esercitata a livello di singola Provincia.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Emendamento rubricato n. 39) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Mighetti, Valetti, Bono, Batzella, Frediani, Andrissi: La rubrica dell'articolo 3 è così riscritta: "Esercizio in qualità di area vasta delle funzioni confermate, attribuite e delegate alle Province" La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Con quest'emendamento noi riscriviamo la rubrica dell'articolo, perch non si parla più di ambiti territoriali ottimali, ma di aree vaste.
Sottolineo il fatto che non è che chiamando le cose "ambiti territoriali ottimali" andiamo ad individuare gli ambiti territoriali ottimali per l'esercizio delle funzioni, anche perché vengono individuate con fini coincidenti con quelli delle Province, per alcuni in forma associata e per altri no.
Altro sarebbe stato - ed era quello che, in effetti, chiedevamo noi il fatto di dire "si definiscono le competenze, laddove sono sul territorio e laddove sono rientranti in Regioni e si rimanda a provvedimenti specifici per la definizione", visto che non lo si è fatto qua, perché non c'è in questa legge una chiara definizione, neanche di quali siano le funzioni.
Però di quali siano gli ambiti effettivi di ottimizzazione della gestione di queste funzioni sarebbe stata utile se si fosse rimandato ad un'analisi puntuale sulle singole funzioni - cosa che sarebbe dovuta avvenire dalla legge Delrio in avanti e quindi non in questi ultimi mesi - per individuare la vera geometria variabile di amministrazione delle diverse funzioni sul territorio e non semplicemente gli ambiti territoriali ricalati sulle Province esistenti, eventualmente derogati a provincia singola, ma possibilmente gestiti in forma associata laddove si mettono insieme delle Province in ambito.
Questo è disordine e, per certi versi, temo anche dal punto di vista della conoscenza del funzionamento di questa macchina - e questo mi dispiace, perché purtroppo da questo disegno di legge si evince una confusione anche nella testa di chi l'ha scritto, nel proporre questo tipo di organizzazione. Non è possibile pensare che si è fatto un allegato A però non siano individuate chiaramente quali sono le funzioni che vengono esercitate dalle Province e come si intervenga a spot in qualche punto citando le leggi regionali e in altri punti ricomprendendo in qualsiasi forma sia stato assegnato dalle leggi regionali precedentemente. E richiamo l'articolo 5 dove si parla di Città metropolitana, dopo che ci è stato detto che all'articolo 2 non si può dire che si prende la legge Delrio e si assegnano le funzioni secondo la legge Delrio. Per la Città metropolitana invece, prendiamo la legge Delrio e si dice che fa le funzioni che dice la stessa legge Delrio.
Quindi, c'è un'incoerenza trasversale che attraverso tutta questa proposta di legge, e questo mi dispiace.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'aspetto su cui vi è un'ulteriore criticità relativamente all'articolo 3 è non solo e soltanto l'emendamento n. 17) della Giunta regionale, che comunque, rispetto alla discussione fatta in Commissione, individua una delega che è conferita alle Province ed esercitata in forma singola, cioè quelle relative ai sensi degli articoli 2 e 5 in materia di protezione civile, ma vi è anche l'emendamento n. 28) del Presidente Gariglio, che accuratamente non ha illustrato, relativamente al quale è possibile un'altra modalità ancora rispetto a quella che noi abbiamo indicato, cioè che voi avete indicato all'interno della legge e sulla quale abbiamo discusso per lungo tempo.
Credo che quando si discute di riforme, che a tutti gli effetti sono riforme territoriali della nostra Regione, questa modalità di procedere per scelte che non sono neppure scelte di maggioranza o di opposizione, ma sono scelte dettate dalle richieste che gli amministratori locali possono avanzare alla maggioranza, perché trovano un ipotetico riscontro, ma non possono avanzare alla minoranza, perché non trovano alcun tipo di riscontro, non credo che sia una modalità con cui ci si può confrontare.
Dopodiché ognuno opera come crede.
Devo dire che riprendere l'attività che è stata svolta in sede di Commissione con l'atteggiamento che fra il menefreghismo, il non ascolto e il resto, sarebbe assolutamente significativa.
Mi domando se qualcuno ascolta, perché noi possiamo anche recitare.



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

No, ma lo dico in termini generali. Possiamo anche fare un'opera.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali (fuori microfono)

Non ho perso una battuta dei suoi interventi!



VIGNALE Gian Luca

Allora lei è bravissimo! Perché lei riesce a chiamare il Capogruppo farlo venire da lei, parlargli insieme e ascoltare anche me.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali (fuori microfono)

Non le dico con chi stavo parlando perché è un problema importante per la Regione!



VIGNALE Gian Luca

Sospenda la seduta! Cosa vuole che le dica?



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali (fuori microfono)

Non ho perso una battuta, Consigliere Vignale!



VIGNALE Gian Luca

Questo conferma quanto dicevo precedentemente, cioè che l'unica modalità in cui ci si fa comprendere è quella che abbiamo esercitato in sede di Commissione, perché quando si cerca di intervenire sul merito, c'è una modalità che è quella del confronto su un tema, che non è la legge in cui ci sono parti contrapposte ma è la ridefinizione dell'organizzazione delle funzioni che gli Enti locali esercitano all'interno della nostra Regione.
Rispetto a questa modalità è evidente che sia per forma sia per sostanza non ci può essere una condivisione. Per quanto riguarda la forma è per quello che dicevamo prima, perché per sostanza.
Il Presidente Gariglio prima ricordava la bontà della riforma, ma devo dire che se la bontà della riforma è l'elezione indiretta, ci tenevamo volentieri l'elezione diretta; se poi vogliamo far finta di prendere in giro i cittadini dicendo che il risparmio derivante dalle Province. che è pari a zero, anzi le Province oggi hanno un costo per l'Amministrazione regionale che prima non c'era, invece su quello degli emolumenti che non diamo più ai Presidenti, agli Assessori e quant'altro è sufficiente farsi due calcoli per capire che, con quegli emolumenti, non pagavamo neanche mezza giornata di attività di un ente. Questo è quello che si pensa e che viene riprodotto: quando una classe dirigente decide di suicidarsi, lo fa come state facendo, nel senso che lo fa credendo che sia inutile e, in quanto inutile, intanto gli si annulla lo stipendio e anche il potere elettivo.
Questa è una classe dirigente che si suicida e state intraprendendo oggi e anche nelle giornate successive, una modalità che va verso il suicidio di una classe dirigente, perché quando affermo il fatto che chi ha fatto come lui, o come tanti altri, il Presidente della Provincia, l'ha fatto sottraendo denaro pubblico ai cittadini, quella è una classe dirigente suicida.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Sotto il profilo di risposta ai due emendamenti presentati, sia dal gruppo del PD, con il Consigliere Gariglio, sia della Giunta, ripeto semplicemente quanto dicevo prima sulla preoccupazione della governance della futura area vasta.
Mentre nell'ambito dell'emendamento 17) si determina che, per quanto riguarda la Protezione civile, viene definita la singola applicazione nell'ambito del territorio provinciale, dal punto di vista dell'emendamento 28), invece, andiamo a definire un esercizio ottimale, in forma associata degli ambiti ottimali.
Come già denunciato nell'intervento precedente, vi sono adempimenti e competenze, di tipo provinciale, svolte a livello provinciale, altre svolte in un ambito territoriale ottimale e altre svolte in futuro - perch immagino che l'emendamento 28) sarà sicuramente accettato - in ambito di accorpamento degli ambiti territoriali ottimali.
Pensate alla confusione, dal punto di vista amministrativo, in cui stiamo andando.
Nel dibattito che stiamo facendo sta venendo fuori l'importanza delle Province, perché andiamo a risparmiare.
Sapete quant'è il risparmio, rispetto al costo delle Province, per aver abolito la classe politica? L'1% del costo delle Province.
Non si discute mai del costo dei dirigenti che lavorano nelle pubbliche amministrazioni. Ormai i 100 mila euro, nell'ambito delle pubbliche amministrazioni, sono compensi di tipo normale.
Si toccano i costi della politica dei singoli Consiglieri, del Presidente della Provincia, dei Consiglieri della Provincia e degli Assessori, ma non si va a toccare i compensi dei dirigenti che lavorano in questi enti, per i quali ancora continuano a lavorare con gli stessi stipendi di prima.
In questo periodo, nell'ambito della Provincia di Novara c'è stato un anno di congelamento, in cui non si sapeva cosa dovevano fare. Molti hanno fatto poco o nulla, in attesa delle nuove competenze, ma lo stipendio non è stato toccato.
Forse andrebbe fatta una visione più complessiva del costo della politica anche di questi enti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo è uno degli articoli che fa pensare a come sia stata preparata questa proposta di legge, perché veramente si evidenzia, nella definizione di questi ambiti territoriali ottimali, la timidezza dell'approccio. In prima battuta non si va effettivamente a vedere o, meglio, non lo si è fatto nell'articolo 1, dove si doveva dire che cosa si voleva ottenere con questo disegno di legge, e non lo si fa neanche nella parte attuativa laddove si va a dire come riorganizziamo le aree di livello sovracomunale e sottoregionale, cui andiamo a delegare alcune funzioni, che non sono solo quelle fondamentali attribuite alle Province dalla Delrio.
E' evidente che se si voleva veramente fare una riorganizzazione, la cosiddetta "geometria variabile", si sarebbe dovuto ragionare, definendo specificamente nella norma quale fosse la geometria variabile per funzione.
Per certi versi ha ragione l'Assessore Reschigna quando dice che per la protezione civile occorre fare una pensata e per la gestione dei rifiuti o dell'energia un'altra. E' ovvio che gli ambiti di gestione di queste tematiche possono essere diverse, perché le peculiarità territoriali amministrative o sociali su cui si interviene per queste funzioni sono diverse, però, mentre si pensa quali sono, occorre effettivamente andare ad analizzare funzione per funzione.
Ciò che emerge da questo articolo, così come dai precedenti, è che per alcune funzioni forse si è fatta questa pensata, però forse ci sarebbe piaciuto, magari in Commissione, conoscere le motivazioni per cui alcune cose vengono ridelegate e riordinate in vario modo, e altre invece no rientrando nel mare magnum del comma 1 dell'articolo 2 dove si dice: "Tutto ciò che in altri provvedimenti è delegato rimane delegato".
Non si sono fatte ricognizioni puntuali, né troviamo il fatto che si rimandi a provvedimenti successivi la definizione di tutto ciò che non è stato chiaramente esplicitato, ma solo di alcune specifiche questioni che magari, comprensibilmente, saranno forse quelle più pressanti, dal punto di vista degli interventi che la Giunta intende fare in futuro, o magari di sensibilizzazioni che sono arrivate dal livello nazionale: penso al discorso dei rifiuti come quello della protezione civile, che ha una rilevanza diretta dovuta agli eventi accaduti nel passato recente sul territorio regionale, dovuti al dissesto.
Di nuovo, quindi, è un articolo dallo scarso contenuto normativo perché va a porre mano a modalità di riorganizzazione di qualcosa che non è stato chiaramente definito - lo vedremo poi nella fase attuativa - e ad introdurre confusione, perché definire ambiti territoriali ottimali, e poi in altri articoli avremmo anche le aree territorialmente omogenee, abbiamo sempre ATO, ATO e ATO che ci ripiovono da tutte le parti, mentre invece da un'altra parte diciamo che no invece gli ATO li vogliamo eliminare.
Non stiamo facendo chiarezza. Le parole sono importanti, così come sono importanti i contenuti e in questo articolo in particolare c'è una significativa confusione, sia nei contenuti sia nella terminologia utilizzata. Motivo per cui abbiamo almeno provato, sapendo bene che comunque già c'era stata bocciata l'impostazione complessiva, a dare definizioni che fossero coerenti con la norma nazionale che, ripeto, è una pessima norma perché mirata più...



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Consigliere Campo, ha tre minuti a disposizione e siamo già quattro minuti e mezzo.



CAMPO Mauro

Sì, ma non interviene nessun altro, mi rubo un minuto, giusto per giusto, per fare una considerazione.



PRESIDENTE

Questo non vuol dire niente e quindi ha tre minuti. Concluda nei tre minuti.



CAMPO Mauro

Finisco, finisco.
Allora interveniamo tutti, benissimo.
Grazie.



PRESIDENTE

Non c'è problema, avete il diritto di farlo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Ho chiesto la parola a seguito dell'intervento del Consigliere Campo che stranamente mi vede molto d'accordo (non so se devo fare qualche esame però statisticamente ci sono delle probabilità e il calcolo delle probabilità fa sì che possa succedere).
Avendo seguito tutto il travagliato iter della questione "Province", a partire dal primo grande disegno di legge - Patroni Griffi, per capirci che vedeva posizioni articolate sul territorio, io ero uno di quelli che aveva sostenuto, rispetto al quadrante del Piemonte est, che bisognasse fare Biella-Vercelli e Novara-Verbania, questo con una valutazione rispetto alle funzioni da gestire: quell'area era troppo vasta per le funzioni che la norma nazionale lasciava alle Province. Di conseguenza, un'area eccessivamente vasta rendeva di difficile gestione quelle funzioni (molto banalmente, pensiamo solo a tutta la partita delle strade provinciali rispetto a quelle del quadrante est).
E proprio sulla battaglia delle funzioni - e con un po' di movimento politico - si era arrivati ad un equilibrio, ad un accordo con la proposta della Regione Piemonte rispetto alla "zonizzazione" delle Province su quel provvedimento, che poi non è andato a buon fine.
Ora siamo a trattare rispetto alla legge Delrio, che lascia quelle stesse funzioni e delega le Regioni di ridefinire le altre.
Per rimanere su questo articolo 3 - semmai mi riserverò di intervenire successivamente su altri articoli o nella parte di discussione generale il ragionamento che doveva essere fatto, se volevamo riportalo in legge,Vicepresidente Reschigna, era quello relativo a tutte le eventuali funzioni che vanno gestite a livello sovracomunale (sono tre). Oppure non inserivo l'articolo 3 - infatti c'è un nostro emendamento che lo abroga - e lasciavo alla norma ordinaria l'individuazione delle funzioni che dovevano essere gestite a livello di ambito, con ambiti chiaramente da definire, ma rispetto all'attività da svolgere.
Un articolo di questo genere, che prevede, al di là della valutazione generale sulla norma, tutta questa bardatura di norma, con addirittura altri addentellati (a sua volta, arriviamo all'articolo dove la Città metropolitana ha funzioni diverse dalle altre), senza entrare nel merito delle singole, lo trovo quanto mai difficoltoso.
Poniamoci nella condizione non di chi tutti i giorni "paciocca" nella melma e quindi ragiona in mezzo a questi commi, ma dell'ordinario cittadino, che, a questo punto, non capisce più se è dell'ambito, se è dell'area vasta, se è della Provincia, se è dell'Unione dei Comuni, se è del singolo Comune (ma a sua volta abbiamo il singolo Comune in convenzione e, a sua volta ancora, l'Unione di Comuni è divisa fra Unione di Comuni montani e le altre Unioni di Comuni): ma chi riesce ancora a raccapezzarsi? Ecco perché avrei preferito non vedere l'articolo 3.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Io credo che questi ambiti ottimali, come diceva prima il Consigliere Campo, andavano identificati per funzione. Ma non è stato fatto. Inoltre quando si parla di "geometrie variabili", dovremmo identificare ogni funzione e specificare perché vado ad individuare quell'ambito ottimale.
Anche questo non viene fatto.
La cosa grave - a nostro avviso aggravata ulteriormente dall'emendamento 28) - è che io non credo che l'ambito ottimale per la gestione dei rifiuti sia quello di mettere insieme la Provincia di Novara di Vercelli, di Biella e del Cusio-Ossola. Questo, semmai, vuol dire sprecare soldi, energie e inquinare solo l'ambiente. Dipende, però, da quello che avete in testa e da ciò che avete scritto nel Piano Regionale Rifiuti: voi avete in testa di produrre combustibile solido secondario per bruciarlo, avete in mente solo l'incenerimento e non sapete fare altro.
Qual è il problema? Il problema è la Provincia di Vercelli, che ha migliorato la sua raccolta differenziata rispetto a quando è stata varata la legge n. 7 sulla governance (che prevedeva questo ATO del quadrante nord), e questo vi frega sul tonnellaggio per fare un nuovo inceneritore.
Adesso, invece, con l'emendamento 28), mettiamo insieme anche Asti e Alessandria e arriviamo ad una massa critica che consente di fare l'inceneritore: il coincenerimento con 100 chilometri andata e ritorno probabilmente salterà e verrà fuori l'opzione Roma del nuovo inceneritore.
Quest'emendamento...
Assessore, è inutile che fa così ogni volta che parlo, porca miseria! Non è che io mi metto a fare così ogni volta che interviene lei, Assessore Reschigna.
Se no ci mettiamo tutti a fare le facce, a fare pernacchie o qualcosa di simile!



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali (fiori microfono)

Non ho fatto pernacchie! E non ho fatto neanche gestacci!



PRESIDENTE

Vada avanti, Consigliere Andrissi! La possibilità di toccarsi la faccia esiste per qualunque individuo.



ANDRISSI Gianpaolo

Sì, sì, allora ci toccheremo la faccia anche noi quanto interverrete voi!



PRESIDENTE

Vada pure avanti, Consigliere.



ANDRISSI Gianpaolo

Noi abbiamo questa netta impressione, ma è avvalorata da quanto avete scritto nel Piano Regionale Rifiuti, basta leggere queste 500 pagine inutili che avete scritto, dove non si dice nulla di nuovo, ma solo cose vecchie, trite e ritrite, sempre nella stessa logica. Tutto ciò viene avvalorato da quest'emendamento n. 28).
Alla storia l'ardua sentenza: se dico cose che non sono esatte, sono pronto anche a correggere il tiro. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente, sarò brevissimo.
Non si può far altro che ribadire il concetto espresso dal collega Andrissi: noi non vorremmo che le dimensioni e le conformazioni degli ATO fossero definite da interessi specifici, men che meno interessi industriali.
Dal momento che i territori hanno delle specificità, che noi spiegheremo bene negli emendamenti ai nostri Piani (anche sui rifiuti), e tali specificità devono tener conto delle differenze dei territori. Non cerchiamo, quindi, di fare accorpamenti funzionali ad interessi momentanei specifici di un periodo storico. Se riscontriamo delle crisi sulle gestioni di qualunque ambito che è sotto la competenza regionale, dovremmo essere un po' più lungimiranti e guardare ad accorpamenti che corrispondono alle specificità territoriali che - queste invece sì - perdurano e ci saranno anche dopo le emergenze contingenti.
Allora, guardiamo in avanti. Perché noi facciamo di tutto per non pensar male, ma talvolta gli assembramenti sembrano calati su delle necessità industriali del breve periodo. E questo non è accettabile per un'Amministrazione che vuole guardare oltre il proprio naso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Reschigna, per esprimere il parere della Giunta regionale; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Consigliere Andrissi, mi spiace, ma non era un gesto offensivo nei suoi confronti: sono un po' cotto, ho il raffreddore, eccetera. D'altra parte però, in quest'Aula è consentito ad un Consigliere dire che chi scrive le leggi ha una confusione mentale; ma se io mi stropiccio la faccia, diventa una ragione quasi offensiva nei confronti di un Consigliere! Siccome le leggi non le scrivo io - sia chiaro questo principio! almeno su di me potete rivolgere tutte le critiche che ritenete, ma abbiate la compiacenza di non tirare mai in ballo nei nostri dibattiti terze persone, perché questo è l'abc della politica e dei rapporti in quest'Aula.
È l'abc della politica! Perché mi sono stropicciato la faccia? Perché quando abbiamo ragionato in termini di individuazione di ambiti territoriali ottimali, a tutto abbiamo pensato tranne che a interessi industriali o alla questione specifica dello smaltimento dei rifiuti. Ma lo giuro! Non abbiamo fatto un ragionamento per nulla condizionato da questo tipo di dimensione.
Poi quando il Consiglio regionale affronterà il Piano provinciale dei rifiuti, credo che affronterà nel merito le scelte che certamente possono riguardare anche una dimensione territoriale più ampia. Alla luce della crescita di questa regione anche in termini di provincia, ha ragione il Consigliere Andrissi: fino a qualche anno fa, la provincia di Vercelli era negletta sotto il profilo della raccolta differenziata, mentre, adesso anche la provincia di Vercelli non è negletta sotto il profilo delle percentuali sulla raccolta differenziata. Quindi, ci sono tutte le condizioni in questa regione: non parliamo unicamente in termini di smaltimento finale di quote residuali - perché stiamo ragionando di quote residuali sui rifiuti - attraverso la logica dell'incenerimento.
Abbiamo fatto un ragionamento diverso, con tutti i limiti che ho cercato di rappresentare nel lavoro in Commissione, e abbiamo detto: in questa fase ci accontentiamo unicamente di fare un'operazione del tipo "lascio questo alle Province, mi prendo questo come Regione"? Era un'operazione di bassissimo respiro, perché non ha nessuna capacità di guardare al futuro! Possiamo immaginare che in questa Regione, che consta di 1.204 Comuni non debba esserci un soggetto di area vasta? Io dico di no, perch l'inesistenza di un soggetto di area vasta significherebbe un'operazione di fortissimo centralismo regionale! E un'operazione di fortissimo centralismo regionale caricherebbe la Regione di una pluralità di funzioni amministrative che inevitabilmente la distoglierebbero da quelli che dovrebbero essere ancora oggi i suoi compiti fondamentali: essere un soggetto che fa buone leggi e che cerca di riportare anche elementi di programmazione nel proprio comportamento. Questo è il punto.
E' chiaro che quest'operazione ha un limite evidente in questa fase che ho rappresentato, perché si presenta come mera sommatoria, o multiplo degli attuali confini amministrativi delle Province; potevamo fare diversamente. Quando, completata la riforma del Titolo V della Costituzione, potremo ragionare, invece, non solamente rispetto a multipli degli attuali confini amministrativi delle Province, probabilmente, in quella fase, noi saremo in grado di individuare ambiti territoriali ottimali che tengano più conto delle relazioni sul piano economico, delle relazioni sul piano del sistema dei servizi e delle relazioni sul piano delle infrastrutture. Ed è evidente che queste relazioni, oggi, non sono così concretizzate in capo alle attuali Province e ai confini amministrativi, perché la Provincia di Vercelli, per alcuni aspetti, quale la sua conformazione geografica, è portata, inevitabilmente, nella sua parte sud, più a interloquire con l'area metropolitana torinese piuttosto che con il nord della provincia di Vercelli. La stessa logica potrebbe riguardare la Provincia di Asti che, in parte, ha relazioni con Alessandria, ma, in parte, ha relazioni consistenti con la Città metropolitana di Torino e, in parte, ha relazioni consistenti con un pezzo della Provincia di Cuneo.
Allora, questa è la prospettiva: concepiamo questo disegno che vuole essere per alcuni aspetti anticipatore di una riforma, un "cercare di guardare avanti", con tutti i limiti; ci diamo questa fase di sperimentazione - poi ci torno su questo termine "fase di sperimentazione" per cercare di darci tutti insieme degli strumenti che ci consentano sostanzialmente di guardare alle future aree vaste - lo ripeto - non in termini di confini amministrativi, ma in una logica di variabilità che tenga conto del sistema delle relazioni, che dovrebbe essere l'elemento più importante e fondamentale.
Perché questa fase di sperimentazione? Attenzione, non è chiuso il dibattito né a livello nazionale né a livello regionale su quale sarà la natura di questo soggetto di area vasta, perché c'è chi pensa che la natura di questo soggetto di area vasta sia di tipo ascendente, dal sistema dei Comuni, e c'è chi pensa che questo soggetto di area vasta abbia una natura discendente, configurandosi come mera articolazione organizzativa della Regione.
Noi vogliamo scommettere su una logica che in Piemonte cerca sostanzialmente, di mettere in campo buone pratiche - con tutte le difficoltà che certamente ci sono note e che devono essere affrontate, ma sono buone pratiche - per dire che non possiamo tirare fuori i Comuni da questo tipo di operazione.
Ultimo elemento (che dico così): in questa fase ci potevano essere anche altre scelte. La Regione poteva portarsi in capo tutto, ma non abbiamo voluto, sarebbe stata una scelta non solo deresponsabilizzante per il territorio, ma suicida per la Regione, perché portare a casa tutto in questo momento avrebbe voluto dire caricare di pesi organizzativi terribili la Regione Piemonte. Guardate, ripeto questo dato: il complesso di tutta questa operazione vale circa 1.500 dipendenti. Immaginate cosa voglia dire per la Regione riportarsi a casa, di colpo, 1.500 dipendenti e immaginare una riorganizzazione del proprio lavoro e della propria capacità organizzativa così sconvolgente! Questo è il punto, oltre a quei problemi a cui ho cercato di fare riferimento, quindi c'è la massima disponibilità.
Abbiamo voluto all'interno di questa legge, proprio su richiesta del dibattito che si è svolto all'interno della Commissione, rafforzare anche gli elementi di intervento da parte del Consiglio regionale e della Commissione, perché è una fase di sperimentazione complicata. Non sarà semplice da compiere, ma è una fase di sperimentazione che vogliamo giocarci fino in fondo, perché, se funziona - lo dico così - avremmo immaginato, con tutti i limiti e le necessità di revisione, una riorganizzazione profonda che guarda al futuro della nostra Regione. Se non funzionasse, è chiaro che, a questo punto, le scelte potranno essere diverse.
Sotto questo aspetto, esprimo parere negativo relativamente agli emendamenti, tranne quello del Consigliere Gariglio - non perché lo presenta il Consigliere Gariglio, ma in quanto consegna un elemento di ulteriore flessibilità nell'individuazione degli ambiti territoriali confacenti in relazione all'esercizio delle funzioni - e quello della Giunta.
Per quanto riguarda un emendamento che era stato proposto dal Consigliere Vignale, il parere è negativo perché quel ruolo della Commissione nella valutazione prima della sottoscrizione degli accordi tra Regione e singole Province è previsto dal comma precedente; per cui, mi sembra sia stato recepito quell'elemento che era stato considerato e sollevato nei lavori di Commissione prevedendone, sostanzialmente, la continuità nelle varie fasi di realizzazione di questa legge.
Lo ripeto, è un concetto che ho espresso più volte in Commissione: questa è una legge che è stata sufficientemente complicata da scrivere e sarà sufficientemente complicato gestirla, ed è per questo che è essenziale e importante un confronto di merito ma anche un ruolo costante di rapporto con il Consiglio regionale durante tutte le sue fasi di attuazione.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione degli emendamenti.
Il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 75), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 42), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 103), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 76) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia, Ruffino: Il comma 1, dell'art. 4, del disegno di legge n. 145, è sostituito dal seguente: "1. La Città metropolitana di Torino, quale ente di vasta area, svolge un ruolo di sviluppo strategico del territorio metropolitano, di promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della Città metropolitana, nonché provvede alla cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento n. 76) modifica il comma 1, dove individua la Città metropolitana come ente di area vasta, che svolge uno sviluppo strategico.
E', in sostanza, quanto viene riportato nell'attuale comma 1 dell'articolo 4, ma vengono tolte le ultime tre righe del comma uno: "La Città metropolitana svolge, inoltre, un'azione di governo del territorio metropolitano e di coordinamento dei Comuni che la compongono e delle loro forme associative, favorendo i programmi di sviluppo socio-economico".
Sappiamo che, per una scelta errata del legislatore nazionale, la Provincia di Torino diventa Città metropolitana: un'unica Città metropolitana che comprende non soltanto 315 Comuni, ma anche il capoluogo regionale e la prima cintura - che oggettivamente è una conurbazione unica seppure con le dovute differenze, ma uniche - nonché le parti rurali e montane di quella che era la provincia di Torino, che oggi la Città metropolitana non è in grado di rappresentare. Lo vediamo in modo plastico ogni giorno in cui degli amministratori locali pongono un problema.
Intanto, vi è un aspetto molto banale: il Sindaco metropolitano non è eletto e la tanto acclamata elezione di secondo livello attribuisce alla nostra città un voto, per esempio, ad un Consigliere comunale di Torino che è quaranta volte superiore ad un voto di un Consigliere comunale di un piccolo Comune. Pertanto, è assolutamente evidente che il voto dei Consiglieri dei grandi Comuni sono sufficienti, non solo ad eleggere il Sindaco metropolitano, ma anche l'intera Assemblea, che quindi non si cura dei territori della seconda e terza cintura.
Per questo motivo, non soltanto cancelliamo questo aspetto, ma introduciamo anche delle funzioni e delle deleghe che andrebbero conferite alle Unioni dei Comuni.
Ricordiamo, poi, un altro aspetto, perché - come abbiamo detto precedentemente - non si possono cantare due canzoni differenti, essendo all'interno dello stesso partito. Infatti, abbiamo, all'interno di quest'Aula, ma anche all'esterno, il Sindaco metropolitano che manda una lettera ai Sindaci, dicendo "Abbiamo sbagliato a emanare la legge Delrio" questo è un aspetto significativo e andrebbe detto al partito nel quale milita - ma anche i Sindaci dei Comuni del PD o del centrosinistra della provincia di Torino che dicono: "La Delrio è stata un grande errore".
Ricordo che la Delrio non è stata votata per un'imposizione del Presidente della Repubblica, c'è stata una scelta voluta e seguita pervicacemente dal centrosinistra e quindi questo è quello sul quale noi oggi stiamo legiferando e inevitabilmente - non discuto l'emendamento successivo, Presidente - anche rispetto all'articolo 4, cioè quello sulla Città metropolitana, un adempimento di una legge che il Governo Renzi ha voluto e che noi, in qualche modo, dobbiamo attuare.
Tuttavia, ripeto, non è sfortuna: è stata una scelta pervicace di un governo che, seguendo le stesse indicazioni del Presidente Gariglio (che è diventato più renziano di quanto non lo fosse), individua quella che è la buona comunicazione e crede che la buona comunicazione sia sufficiente a gestire relazioni complesse quali sono, per esempio, quelle di 315 Comuni che rappresentano aree fortemente disomogenee fra loro. Non avviene, perch ha approvato una legge che può anche rappresentare positiva agli occhi dell'opinione pubblica poiché si cancellano le Province, ma noi scopriamo che - voilà! - le Province, invece, non sono mai state cancellate, dato che le stiamo rifacendo. Nel frattempo, abbiamo levato legittimazione a chi era eletto all'interno delle Province; al di là dell'aspetto dell'indennità avere una legittimazione popolare e non avere un'investitura di chi vale 800 o di chi vale quattro, aveva anche un senso di rappresentanza.
Le ultime due assemblee svolte all'interno di questa ex Provincia, cioè della Città metropolitana, hanno visto la partecipazione del 30% dei Sindaci. Ovviamente tutto questo, nella logica della buona comunicazione non interessa. Credo che, quando il 70% dei Sindaci si assenta, per esempio, dall'approvare il bilancio, significa che in quell'Ente non ritrova alcun soggetto in grado di dare una risposta. Temiamo che.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, ha superato il tempo a sua disposizione.



VIGNALE Gian Luca

Ho finito davvero, Presidente, non discutendo l'emendamento successivo...



PRESIDENTE

Secondo me, è opportuno mantenersi nei tre minuti che sono attribuiti e interrompersi e riprendere il discorso all'emendamento successivo altrimenti c'è il pericolo di fare figli e figliastri, e non è corretto.
Ci sono altri interventi sull'emendamento n. 76)? Prego, Consigliere Sozzani, ha disposizione due minuti, prenda pure la parola.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Nell'ambito delle funzioni amministrative che devono essere assegnate alla Città metropolitana, che avrà anche un peso specifico ridondante rispetto agli altri Sindaci che parteciperanno all'assemblea della Città metropolitana, evidentemente viene dato un potere di gestione sicuramente molto ampio; molto ampio soprattutto rispetto a una serie di compiti che la Città metropolitana stessa dovrà svolgere, con delle difficoltà anche dal punto di vista operativo.
Rispetto a una Città metropolitana come la città di Torino, ma come tutte le altre città capoluogo a livello nazionale che abbiano una serie di competenze di questo genere, si discute per andare a reperire le risorse che il Consigliere Vignale citava poc'anzi nell'ambito dei costi della politica applicata alle Città metropolitane. Vi sarà una ridondanza di potere, ma anche una ridondanza di costi perché non vi sono le strutture necessarie per la gestione effettiva di questo potere.
L'emendamento che noi stiamo proponendo è proprio un riordino delle funzioni che devono essere viste con un obiettivo molto semplice: quello della semplificazione amministrativa, che invece in questa legge non sta avvenendo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 45) è ritirato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Gancia e Benvenuto: Al comma 2 dell'articolo 4 sostituire la dicitura: "2. La Regione e la Città metropolitana di Torino possono concordare anche." con la seguente: "2. La Regione e la Città metropolitana di Torino devono concordare anche.".
La parola al Consigliere Segretario Benvenuto in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento riguarda la relazione tra Regione, Città metropolitana e Comuni. In questo periodo di passaggio dei testimoni, anche per quanto riguarda l'imposizione fatta dalla legge Delrio, i Comuni non devono essere tralasciati e quest'emendamento serve per legare sempre di più la Regione alla Città metropolitana insieme ai Comuni, proprio perché i Comuni possono avere delle anomalie legislative.
Con quest'emendamento si cerca di unire la Città metropolitana e la Regione per far sì che i Comuni non si sentano già in questo momento ancora più isolati, proprio perché i piccoli Comuni sono estremamente lontani come diceva il Consigliere Vignale.
Siamo convinti che si può cercare di unire quei piccoli Comuni che hanno già le loro debolezze per non essere così rappresentativi, al fine di poter fare gruppo ed essere più vicini alla Città metropolitana, che per quanto ci riguarda rimane comunque sempre un'imposizione da parte della legge Delrio e del Partito Democratico.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Benvenuto.
Emendamento rubricato n. 77) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia, Ruffino.
Al comma 2 dell'articolo 4, le parole "possono concordare, anche tramite intese" sono sostituite dalle seguenti: "concordano, tramite intese".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento abbastanza semplice che proponiamo alla Giunta.
Si tratta di una modifica che, sempre un in ambito di ottimizzazione della legge che andiamo a discutere, non dà delle problematiche sotto il profilo dei costi per la Giunta, ma fornisce semplicemente un aspetto di chiarimento dell'articolo medesimo.
E' quindi un emendamento di merito e non di altro genere, nel quale semplicemente, al fine di migliorare le intese fra i Comuni per il raggiungimento degli obiettivi della legge, si chiede di sostituite le parole "possono concordare, anche tramite intese" con le parole "concordano, tramite intese", in modo tale che ci possa essere una migliore applicazione dell'articolo e quindi una migliore comprensione dello stesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 78) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia, Ruffino: Al comma 2 dell'articolo 4, le parole "Le intese costituiscono il quadro delle iniziative programmatiche e degli interventi regionali volti al rafforzamento della competitività e della coesione sociale del territorio metropolitano" sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il comma 2 dell'articolo 4 individua delle modalità che certamente possono essere scritte all'interno di una norma, ma che anche, qualora non lo fossero, potrebbero ovviamente avvenire lo stesso. Questo articolo sostanzialmente prevede che la Regione e la Città metropolitana possano concordare, anche tramite intese (le intese di cui parlava prima il collega Sozzani), le principali azioni e i progetti di interesse della Città metropolitana. Noi dicevamo "concordano" e non "possono concordare" perch dare una possibilità e un dovere ci paiono due cose distinte.
Invece ci pare che sia limitativo quanto si dice, nella parte successiva: "Le intese costituiscono il quadro delle iniziative programmatiche e gli interventi regionali volti al rafforzamento della competitività e della coesione sociale del territorio metropolitano". Lo diciamo perché possiamo fare un numero significativo di esempi come aspetti che non sono oggetto di intese, sono certamente interventi che hanno a che fare con la competitività e la coesione sociale. Noi immaginiamo che, in tutto quelli che sono i fondi europei relativi al FSE e all'FSR, non siano tutti soggetti di intese con la Città metropolitana, ma sono due interventi assolutamente significativi relativi alla competitività e alla coesione sociale.
Così come, su altri aspetti che possono riguardare tanto da una parte il welfare quanto da un'altra attività di promozione territoriale, sono aspetti estremamente significativi, ma crediamo non siano oggetto di intese semplicemente perché sono normati da leggi regionali che, in qualche modo sovrastano l'attuale ruolo che si dà alla Città metropolitana. Per questo motivo crediamo che queste ultime tre righe possano essere eliminate.
Faccio una precisazione. Lo dico per questa legge e anche per altre: nessuno mette in discussione il buono operato degli Uffici nel momento in cui scrivono le norme. E' assolutamente evidente che, nel momento in cui una Giunta regionale licenzia una legge, il provvedimento è della Giunta non più di chi l'ha scritto. Se la Giunta intendeva modificare una parte come è noto a chiunque faccia il legislatore, non solo alla Giunta, ma anche chi presenta dei PDL, ha la modalità per farlo. Solo perché non vi siano fraintendimenti nel rispetto del lavoro che le persone svolgono.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Aggiungo solo alcune considerazioni a quanto detto precedentemente dal Consigliere Vignale.
Come abbiamo già discusso in Commissione, la Città metropolitana, dal punto di vista del peso specifico che la stessa ha nell'ambito amministrativa di una Regione, fa sì che ci sia pariteticamente delle intese tra la Regione e la Città metropolitana per obiettivi di miglioramento, di coesione sociale, di attività della competitività e del territorio metropolitano.
Questo concetto va considerato anche per gli altri territori omogenei anche per gli altri ATO. Non c'è differenza tra il quadrante di cui discutevamo prima, rispetto alla realizzazione di intese di questo genere tra Regioni e gli altri ATO, differenziando in modo sostanziale quest'intesa che possa essere fatta con la Città metropolitana, quindi con tutto il suo territorio, rispetto agli ATO Alessandria e Asti piuttosto che al quadrante delle Province che vengono considerate.
La nostra preoccupazione era quella di mantenere un equilibrio e una omogeneità di intendimenti. Questi accordi erano gli stessi che avvenivano precedentemente nell'ambito Regioni e Province, oggi semplicemente cambiamo il nome. Ci deve essere un'omogeneità affinché nell'intero territorio piemontese ci possa essere lo stesso metodo di applicazione della legge che andiamo a discutere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 79) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia, Ruffino: Al comma 2, dell'articolo 4, del disegno di legge n. 145 le parole: "le intese costituiscono il quadro delle iniziative programmatiche e degli interventi regionali" sono sostituite dalle seguenti: le intese definiscono gli interventi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Nell'emendamento n. 79) si sostituiscono le parole "le intese costituiscono il quadro delle iniziative programmatiche e degli interventi regionali" con "le intese definiscono gli interventi regionali".
E' un po' quanto facevano riferimento i colleghi nei loro interventi. È vero che noi abbiamo negli articoli successivi, cioè in quelli relativi alle funzioni in capo alle Regioni, una serie di aspetti che valgono per tutti, ma l'aspetto che rileviamo all'interno del comma 2, dell'articolo 4 dove si parla del "quadro di iniziative programmatiche", cioè "la Regione definisce un quadro di iniziative programmatiche che svolge con la Città metropolitana" noi crediamo sia limitativo.
E' certamente vero che la norma nazionale individua la Città metropolitana con un soggetto differente rispetto ad altri, ed è altresì vero che le Città metropolitane, laddove siano realizzate in modo normale non quella di Torino, cercano di avere un ruolo di sviluppo economico perché, sostanzialmente, sono una grande città che va oltre i suo confini.
Non prevedere, nel quadro di iniziative programmatiche finalizzate allo sviluppo negli altri quadranti o nelle altre Province del Piemonte, ci pare limitativo. E' evidente che non avviene così, ma è altrettanto evidente che la legge questo dice.
Vediamo quanto la legge prevede in capo alle Città metropolitane vediamo che le stesse funzioni non vengono ribadite in capo o agli ambiti o alle singole Province. Residua qualcosa sul Verbano-Cusio-Ossola perché ha la specificità che vedremo nell'articolo 8.
Crediamo, al di là di questi emendamenti che paiono meramente correttivi di parole, che in realtà vada garantita un'uniformità del trattamento, ancorché fra soggetti fra loro differenti, perché nella nostra realtà regionale ne avremmo tre: la Città metropolitana, le Province "normali" e la specificità montana della Provincia del VCO, per una serie di interventi che siano omogenei su tutto il territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

A compimento del Consigliere Vignale. L'elemento di preoccupazione che abbiamo sul diverso trattamento è sul perché non siano state ribadite queste considerazioni che vengono fatte per la Città metropolitana, quasi dando un'importanza maggiore alla Città metropolitana, rispetto agli altri accorpamenti.
In realtà, la Città metropolitana non è altro che il capoluogo di Regione più il territorio della Provincia di cui ne faceva parte.
Non vediamo differenze sostanziale, ne vediamo - e ci preoccupano - le differenze sotto il profilo della gestione di questo territorio, così come viene fatto. Vedremo quali difficoltà vi saranno nel prosieguo della discussione legislativa. Stiamo cercando di far notare che, rispetto ad altre applicazioni fatte da altre Regioni italiane - che, peraltro, questa legge l'hanno portata a termine mesi fa - vi è una situazione di confusione maggiore, che avviene probabilmente a livello piemontese, per mantenere tutta una serie di aspetti che sono stati suggeriti dalle comunità locali.
Per cui ci saranno state comunità locali di serie A, com'è la Città metropolitana, piuttosto che comunità locali di altra serie, come sono il resto delle Province piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Gancia e Benvenuto: Dopo il comma 2 dell'art. 4 si aggiunge il seguente comma: "2 bis. La Regione e la Città metropolitana di Torino promuovono sostengono e tutelano la cultura, la lingua e le tradizioni piemontesi che si identificano come patrimonio comune utile allo sviluppo dei territori".
La parola al Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Nel disegno di legge si fa un gran parlare di coesione dei territori di sviluppo in rete, di creazione di sinergie, ma mai si cita la cultura piemontese come elemento unificante e comune dei diversi territori che compongono le aree vaste.
Questo per quanto ci riguarda è un emendamento molto importante, perch non viene mai inserito il tema della cultura piemontese e nel nostro patrimonio linguistico, e questa potrebbe essere un'ottima occasione, non solo per una questione di identificazione dal punto di vista economico e commerciale, ma anche dal punto di vista turistico.
Lo sviluppo dei territori passa, per quanto ci riguarda, anche e soprattutto attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico della nostra Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Benvenuto.
Emendamento rubricato n. 80) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia e Ruffino: Dopo il comma 2 dell'art. 4 del disegno di legge n. 145, è aggiunto il seguente: "2 bis. Le intese di cui al comma 2, relative ad azioni e progetti che coinvolgono comuni o unioni di comuni, devono essere sottoscritte anche dai comuni o unioni di comuni stessi".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Chiederemmo un minimo di attenzione alla Giunta e ai colleghi, perch al di là di quello che possiamo dire, non tutti gli emendamenti sono uguali. Chiunque ha fatto attività emendativa sa bene che questo avviene e noi all'emendamento n. 80) attribuiamo una certa importanza.
Che cosa dice l'emendamento n. 80)? La norma dice: "La Regione e la Città metropolitana possono concordare intese per attività di sostegno sviluppo socio-economico sostenibile del territorio, con particolare attenzione agli aspetti rurali e montani dello stesso". Questo dice l'articolo 4.
Noi crediamo, in particolar modo rispetto alle parole "con particolare attenzione agli aspetti rurali e montani dello stesso", ma non solo quelle che prevedere - come dice l'emendamento n. 80 - che "le intese relative ad azioni e progetti che coinvolgono Comuni o unioni di Comuni devono essere sottoscritte anche dai Comuni o unioni di Comuni stessi" sia importante.
E' il primo emendamento che affronta il problema della relazione tra la Regione e gli Enti di area vasta - in questo caso la Città metropolitana e le Amministrazioni comunali, perché crediamo che sia un tema che questa legge un po' dimentica.
Lo vedremo anche su un articolo dedicato alle Unioni dei Comuni.
Seppure in una riforma che noi riteniamo anticipatrice rispetto a ciò che avremmo potuto fare successivamente, noi non abbiamo mai detto che non serve un Ente di area sovracomunale; diciamo solo che abbiamo agito con troppa fretta. Non possiamo prescindere dal grande lavoro che il nostro territorio ha fatto in tema di unioni dei Comuni.
Il Vicepresidente sa bene se questa legge fosse stata approvata quattro o cinque anni fa, la nostra Regione aveva un po' di associazionismo volontario di Comuni, ma che salvo il tema delle Comunità montane non aveva una realtà strutturata.
Oggi, oltre alle Unioni montane abbiamo anche un'altra serie di Unioni di Comuni di collina e di pianura e quant'altro che sono sorte. Quindi, non individuare questo strumento anche nella Città metropolitana per le attività di programmazione e sviluppo e, come dice la legge, sviluppo socio economico sostenibile del territorio, con particolare attenzione agli aspetti rurali e montani dello stesso, ci pare che si sorpassino delle realtà.
A noi piacerebbe, ad esempio, che se parlassimo di un progetto sulla Val di Susa - dico una cosa semplice, ma la dico volutamente - in realtà ci sarà da fare un lavoro, come la Giunta sta facendo e come la precedente Amministrazione aveva fatto, per valutare qual è la migliore modalità per utilizzare gli oneri. Credo che non debba essere solo la Regione e la Città metropolitana, ma la Regione, la Città metropolitana e le realtà territoriali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Su questo aggiungo degli elementi di preoccupazione che rappresento magari in termine percentuali, che magari ai colleghi dell'Aula è sfuggito.
Qualora ci fosse questo tipo d'intesa fra il Presidente della Città metropolitana e il Presidente della Regione, quindi il Presidente Chiamparino, e dovessero discutere, e poi viene riportato agli altri Comuni per far capire l'intervento del Consigliere Vignale agli altri Comuni e la comunicazione di questa intesa per sottoporla al voto, la sola alzata di mano del Sindaco Fassino, in quanto Presidente della Città metropolitana supera il 70% del valore contrattuale. Quindi, tutti gli altri Comuni alzano la manina rispetto ad un'azione critica piuttosto che propositiva sapendo che una mano sola vale oltre il 70%.
Quest'area vasta dovrebbe essere vasta, ma è un'area quanto mai piccola, perché un uomo solo può decidere per il resto dell'intera comunità, mente prima, essendo una Provincia composta da una serie di amministratori e da una serie di Consiglieri che arrivavano da più zone, in questo senso erano democraticamente eletti e sostenuti in funzione degli accordi che venivano trovati nell'ambito della Provincia stessa.
Invece, adesso - ed è questa la preoccupazione per la quale chiediamo che ci possa essere una considerazione di questi Comuni più piccoli - in un ambito di interpretazione normativa, vale il peso specifico di un uomo solo che alza la mano. Forse, probabilmente vi è l'uomo solo al comando che oggi è di moda in più Enti amministrativi e anche nella Città metropolitana l'uomo solo al comando in questo senso è certificato dalla legge e dal peso specifico che la legge gli dà.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Nel confermare quella che è la linea che hanno già evidenziato i miei colleghi, ci terrei a risottolineare quanto sia importante e non sicuramente strumentale quest'emendamento.
So che, in particolare, il Vicepresidente, che ha fatto un lavoro insieme a tutto il Consiglio all'interno della Commissione, sa benissimo quanto abbiamo dibattuto con grande preoccupazione quello che era il ruolo della Città metropolitana non tanto in funzione dei desiderata dei singoli Consiglieri regionali, quanto relativamente alle istanze che i vari Comuni hanno evidenziato anche all'opposizione.
Vorrei soltanto ricordare, ma credo che lo sappiamo in molti all'interno di quest'Aula, che negli ultimi consessi pubblici attinenti alle riunioni delle Assemblee o, comunque, anche degli incontri più ristretti sull'Area metropolitana e sulla Città metropolitana, hanno segnato sempre una partecipazione molto scarsa dei Comuni al di fuori della città di Torino, segnale che c'è grande diffidenza, grande preoccupazione e grande senso di impotenza da parte dei Comuni, soprattutto della seconda cintura di quella che era la Provincia di Torino.
Ritengo che questo sia un emendamento assolutamente di buonsenso, che sottolinea come la Regione Piemonte, nel momento in cui vuole mettere mano al riordino di funzioni amministrative, voglia dare però un segnale ai Comuni dell'Area metropolitana che parteciperanno all'attività politica e pubblica della Città metropolitana. Il tema delle intese, inteso proprio come senso della parola "intesa", deve essere sottolineato anche all'interno di questa normativa.
Quindi, chiediamo al Vicepresidente e alla Giunta di tenere fortemente in considerazione questi emendamenti, perché, come il Vicepresidente Reschigna sa, non sono emendamenti ostruzionistici, ma sono di contenuto.
Diamo un segnale, se veramente vogliamo darlo, che non pensiamo soltanto ad un rapporto tra la Regione e la Città di Torino, ma tra la Regione e l'Area metropolitana di Torino.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Quest'emendamento posto all'articolo 4 tratta un tema che deve essere visto su una logica molto più ampia, cioè quella legata alla necessità chiaramente in una fase ampiamente evolutiva della riorganizzazione degli enti locali in genere.
Mi riferisco alle varie evoluzioni, dal punto di vista della Delrio, e ovviamente tutto quello che stiamo vivendo, in quanto sempre di più la fanno da padroni i grandi Comuni e gli Enti locali di grandi dimensioni.
Noi crediamo che, in una logica di democrazia, ma soprattutto in una logica di rispetto e di una maggiore condivisione delle dinamiche, delle strategie e delle scelte, quando viene invocata tutta una serie di azioni che devono essere condivise e portate avanti, quindi quando si richiede agli amministratori un certo tipo di orientamento, questo discorso deve essere, a nostro avviso, recepito anche dal punto di vista legislativo.
Questo credo sia un segnale di grande maturazione, ma soprattutto di grande evoluzione politica che oggi il sistema ci chiede. Quest'emendamento ha una funzione che dovrebbe essere punto cardine su una legge importante di rivoluzione, o quanto meno di cambiamento, che rappresenta l'inizio di un percorso in altri contesti e in altre proposte legislative.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Faccio una brevissima riflessione sulla Città metropolitana.
Sono trent'anni che parliamo di Città metropolitana all'interno del nostro Paese. Da un lato è certamente apprezzabile il fatto che la legge Delrio abbia risolto questo problema, passando da una fase di mera enunciazione ad una fase di concretizzazione, ma dall'altro è evidente che quando parliamo di Città metropolitana come trasposizione dei confini delle precedenti Province, c'è l'Area metropolitana di Milano che va bene, c'è quella di Firenze che va bene, ma c'è quella di Torino che ha quegli elementi di coinvolgimento dei territori che, di per sé, non sono ascrivibili all'interno della Città metropolitana.
Sugli emendamenti presentati, il parere della Giunta è negativo sull'emendamento 3) presentato dai Consiglieri Gancia e Benvenuto, perch il tema della tutela delle minoranze linguistiche è funzione fondamentale che la Delrio assegna alle Province e alla Città metropolitana, quindi è un tema già affidato alle stesse.
Il parere è negativo sull'emendamento 1), sempre dei Consiglieri Gancia e Benvenuto; negativo sull'emendamento 78), a firma del Consigliere Vignale; negativo sull'emendamento 79) del Consigliere Vignale.
Sull'emendamento 77) il parere sarebbe favorevole purché venga modificato, nel senso che venga sostituito tutto il primo comma, dalla parole "dalla Regione Piemonte" fino a "legge 56/2014". La parte finale del comma 1 recita: "La Città metropolitana svolge, inoltre, un'azione di governo del territorio metropolitano e di coordinamento dei comuni che la compongono e delle loro forme associative, favorendo i programmi di sviluppo socio-economico". Essa rimarrebbe all'interno del comma 1. Quindi sostituirebbe l'emendamento 76) dalle parole "La Regione Piemonte" alle parole "legge 56/2014".
E' chiaro? Rimarrebbe la parte finale, dalle parole "La Città metropolitana" fino alla fine del primo comma; mentre il primo pezzo del primo comma verrebbe sostituito con l'emendamento 76). L'abbiamo verificato, non ci sono incongruenze.
Parere positivo sull'emendamento 77); positivo sull'emendamento 80) purché vengano aggiunte, dopo le parole "relative ad azioni e progetti che coinvolgono" la parola "direttamente", perché teoricamente tutte le intese tra la Regione e la Città metropolitana coinvolgono i Comuni. Credo che le intese che coinvolgono specificatamente alcuni Comuni abbiano un senso peraltro, è già così che avviene - siano sottoscritte anche dai Comuni, le altre invece no.
Con queste modifiche, il parere è favorevole sugli emendamenti 76), 77) e 80) contrario sugli altri.



PRESIDENTE

Se il Consigliere Vignale accetta le modifiche, dovrebbe recarsi al banco della Presidenza per controfirmarlo.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Non sostituisce tutto il primo comma, ma sostituisce il pezzo del primo comma, da "La Regione Piemonte" fino a "legge 56/2014". E' il primo periodo del primo comma.



PRESIDENTE

Perfetto.
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 76), come modificato, sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 77), come modificato, sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 78), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 79), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 80), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 81) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia, Ruffino.
Il comma 2, dell'art. 5, del disegno di legge n. 145, è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti a quest'articolo intervengono dal comma 2 in avanti perché il comma 1, che ci piaccia o meno, non è altro che l'applicazione della legge Delrio: noi abbiamo detto cosa pensiamo della norma, ma quello è, ed è corretto che sia.
In realtà, l'articolo 5 - è un altro aspetto che noi non condividiamo attribuisce una serie di competenze che sono distinte rispetto a quella delle altre Province.
Vi sono anche aspetti condivisibili; pongo un esempio, che riguarda proprio il comma 2: il comma 2 prevede che il tema degli usi civici diventi di competenza della Città metropolitana. Vedremo poi all'articolo 8 che diventa di competenza della Provincia del VCO.
Noi chiediamo, come avevamo anticipato nel corso della discussione in sede di Commissione - inviterei, quindi, ad una lettura collegata dell'emendamento soppressivo del comma 2 con un emendamento che introduce le sperimentazioni - che sul tema relativo agli usi civici, così come su quello relativo alle foreste, che non si attribuiscano queste competenze in modo esclusivo oggi alla Provincia di Torino e poi (lo vedremo) a quella di Verbania, ma vengano individuate come "gestioni sperimentali". Continuiamo ad attribuirle alla Città metropolitana e alla Provincia del VCO, ma se vediamo che, tanto in materia di foreste, quanto in materia di usi civici queste modalità funzionano, chiediamo altresì di esportarle al resto delle Province piemontesi.
In realtà, noi chiediamo l'abrogazione del comma 2, ma perché ne abbiamo dato una riformulazione nelle sperimentazioni gestionali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Mi associo a quanto diceva poc'anzi il Consigliere Vignale.
Noi chiediamo alla Giunta una considerazione positiva rispetto all'attività di sperimentazione, perché riteniamo che, soprattutto nell'ambito degli usi civici (anche in quello delle foreste, che in realtà si lega con la legge da poco approvata sui parchi), si vada a completare un quadro normativo che, altrimenti, sarebbe differenziato Provincia per Provincia, con delle disomogeneità evidenti nell'ambito dell'applicazione della legge.
Il fatto che questa sperimentazione possa essere accettata dalla Giunta e allargata anche alle altre Province, ci sembra una proposta di buonsenso e va a definire una serie di emendamenti che sono stati presentati rispetto a questo articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 82) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Graglia, Berutti, Porchietto e Ruffino: Il comma 3, dell'art. 5, del disegno di legge n. 145, è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
A differenza dell'emendamento precedente, che prova a introdurre una differente modalità, ma che ha un fine comune all'emendamento n. 82), cioè evitare che vi siano delle funzioni che rimangono in capo solo ed esclusivamente ad un soggetto, il comma 3 (quindi, quello su cui interviene l'emendamento n. 72) è una delle parti che noi riteniamo più critiche della norma. Infatti, tanto in tema di formazione quanto in tema di ambiente riteniamo non corretto che la formazione realizzata nelle sei Province piemontesi (che non sono Torino e il VCO) sia gestita dalla Regione e invece, la formazione del VCO (soprattutto per i numeri della Provincia di Torino) sia in capo alla Città metropolitana.
I motivi sono due. Peraltro, è un dibattito che si è aperto anche in seno alla maggioranza ed è una chiara richiesta del Sindaco metropolitano.
Infatti, omogeneità vorrebbe che, nel momento in cui si parla di formazione professionale e di orientamento, come modificato dalla norma, e di individuazione dei profili professionali su cui andare a formare, cioè tutto ciò che è contenuto nella legge n. 63/1995, la competenza sia in capo interamente alle Regioni, altrimenti diventa davvero difficile da far comprendere; tant'è che una delle osservazioni che in modo più puntuale i soggetti che abbiamo audito hanno posto relativamente al comma 3 dell'articolo 5 è questa differenziazione esistente.
Anche in tema ambientale, pensate quanto è stato positivo creare, da parte della Regione, un sistema regionale, che non è solo degli enti di gestione ma della Rete Natura 2000, che contiene tutto (SIC, ZPS, enti di gestione e quant'altro gestiti in modo unitario), ancorché abbia soggetti differenti ma gestiti con una programmazione unitaria.
Così noi avremo una modalità di gestione della Rete Natura 2000 che è in capo alla Città metropolitana, quindi in Provincia di Torino è in capo alla Città metropolitana, mentre nelle altre Province è in capo alla Regione. Quindi, la Regione provvede alla programmazione sulla Rete Natura 2000, cioè sul Piemonte, con un buco, che è quello della Provincia di Torino. Voi capite che, da un punto di vista delle politiche per l'ambiente, diventa difficile, intanto per grandezza della Provincia, per importanza ambientale e quant'altro, fare differenti programmazioni di carattere ambientale.
Quindi, questo è uno dei commi dell'intera legge che noi riteniamo più delicati, perché risponde inevitabilmente ad una richiesta politica e non tanto ad una necessità di omogeneità di gestione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Rispetto a questa particolarità di cui diceva il Consigliere Vignale relativamente all'articolo 8 e all'articolo 5 (quindi, VCO e Città metropolitana), va aggiunto un altro elemento: la Regione Piemonte sta perdendo molti soldi anche, ad esempio, nell'ambito dei progetti della difesa del suolo e della protezione civile perché non ha una piattaforma informatica regionale che dialoghi con i Ministeri. Pensate che stiamo perdendo milioni di euro relativamente alla possibilità di portare a casa progetti di questo genere per l'assenza di quanto indicato. In questo articolo - è un'informazione che do al Consiglio - si parla di digitalizzazione che, guarda caso, per quanto riguarda la Città metropolitana viene prescritta in un accordo Regione-Città metropolitana come pure nell'ambito del VCO, mentre nelle altre Province non viene menzionata questa possibilità.
Sappiate che a livello nazionale, complessivamente, vi è un gap logistico dal punto di vista della mancata informatizzazione delle aree in cui si può usare liberamente internet. Pensate che il Sole 24 Ore dice che il valore complessivo è calcolato in 42 miliardi di minori introiti, di tipo commerciale e di tipo istituzionale, per la nostra nazione. Anche qui si pone una domanda circa i motivi di questa differenziazione territoriale tra la Città metropolitana e il resto del Piemonte rispetto ad una serie di iniziative di questo genere, che sono sacrosante.
Capisco che le leggi vengono fatte dalla Giunta e vengono discusse in Commissione senza intervenire, ma in un ambito di evidenze di questo genere forse sarebbe il caso di mettervi mano.



PRESIDENTE

Prima di procedere, solo per amore di chiarezza, l'articolo 85, al comma 4, recita: "La Giunta e i relatori possono esprimere i loro pareri sugli emendamenti e subemendamenti prima che siano posti in votazione". Una volta che li abbiamo posti in votazione non si può più intervenire...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

E' per la discussione di prima, giusto?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Alla fine degli emendamenti si può fare una dichiarazione per tre minuti mettendoli insieme, prima che siano posti in votazione, Consigliere Bono.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Va bene.
Ognuno ha il diritto di fare quello che vuole nel rispetto del Regolamento Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 104) presentato dai Consiglieri Berutti, Vignale Sozzani.
Al comma 3, dell'art. 5, del disegno di legge n. 145, le parole: "Sono inoltre, delegate" sono sostituite dalle seguenti: "Sono, inoltre conferite".
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

In materia di formazione professionale, sostanzialmente, sostituiamo le parole "Sono, inoltre, delegate" con le parole "Sono, inoltre, conferite" le funzioni. Solo quello, è una proposta di modifica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 46) presentato dai Consiglieri Frediani, Campo Bono, Bertola, Mighetti, Andrissi, Valetti, Batzella: "La lettera a) del comma 3 dell'art. 5 è abrogata".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In relazione a quest'emendamento, che chiede l'abrogazione della lettera a) del comma 3 dell'articolo 5, mi ricollego a quanto diceva il collega Vignale in merito alla disparità di trattamento circa le competenze sul tema della formazione per la Città metropolitana, il VCO e le Province.
Noi chiediamo che sia la Regione a riassumere in sé queste funzioni senza delegarle. Attraverso l'abrogazione di questo comma, chiediamo non venga delegata questa funzione, anche in virtù del ruolo che la Regione svolge in merito all'utilizzo dei fondi strutturali e in merito alla pianificazione sull'utilizzo di questi fondi. Proprio questa funzione di regia che la Regione esercita su un'area molto vasta, rende imprescindibile il mantenimento della funzione in capo alla Regione stessa.
Abbiamo già avuto modo di parlare di questo aspetto in Commissione speriamo che ci sia occasione di confrontarci anche qui in Aula per uscire da questo vicolo cieco.
Mi pare di capire che l'Assessore non fosse molto propenso ad accettare questa nostra visione, però noi riteniamo che sia veramente il modo più logico e razionale di gestire questa importantissima funzione, centrale in un momento in cui la nostra Regione ha, più che mai, bisogno di investire in modo razionale nella formazione e pianificare su area vasta, e non soltanto in modo settoriale, distinguendo tra Provincia, Città metropolitana e VCO.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 83) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia, Ruffino: Il comma 4, dell'art. 5, del disegno di legge n. 145, è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 83) è quello che cassa il comma 4.
Anche qui, vale un po' il ragionamento che facevamo precedentemente, ma non solo e non tanto sulla difformità delle funzioni tra Città metropolitana e altri enti, perché il comma 4 (che l'emendamento n. 83) vuole cassare) prevede che, in materia di sistema di informatizzazione e digitalizzazione, la Regione e la Città metropolitana collaborano per la costruzione e lo sviluppo delle reti infrastrutturali dei dati e dei servizi online.
E' evidente che questo comma ha una grande importanza rispetto, per esempio, ai molti milioni di euro, tra FESR e FEASR, che noi dobbiamo investire sulla banda larga e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Pertanto, in un progetto di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, che - se non ricordo male - nei fondi europei vale 80 milioni di euro, c'è un progetto per le sette Province piemontesi perché questo tema non è ricompreso nell'articolo 8, per la provincia del Verbano-Cusio-Ossola - e poi, invece, ce n'è uno singolo, non solo sulle reti, per la provincia di Torino, ma anche sui servizi online. Cioè estremizzo, perché ci sta - nella norma facciamo il fascicolo sanitario elettronico per le sette Province piemontesi e poi facciamo il fascicolo elettronico per la Città metropolitana.
E' evidente che questo non avverrà, ma è altrettanto evidente che ci che è scritto in norma, compresi i servizi online, a questo può portare non è detto che porti, ma può portare. Lo dico per un motivo molto banale: voi sapete, molti colleghi sapranno, e la Giunta sa con certezza, che esiste già, nella nostra regione, un servizio di facilitazione digitale che si chiama "Piemontefacile". Non contenti di avere un singolo soggetto di erogazione di servizi digitali ai cittadini, abbiamo creato anche "Torinofacile", che è una duplicazione (se volete, "Piemontefacile" lo è di "Torinofacile", è indifferente) dello stesso servizio.
Se, cioè, io accedo a "Torinofacile" posso fare tutto ciò che faccio su "Piemontefacile". E' evidente che questo comma non sta in piedi se non nelle richieste della Città metropolitana - che posso comprendere - ma noi chiediamo anche che vi sia da parte della Regione Piemonte un ruolo nel mettere un limite a quelle competenze che si possono svolgere con aree più trainanti, ma che non debbono comparire all'interno di una legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Rispetto agli aspetti che il collega Vignale ha evidenziato, chiedo se non sia possibile, anche in questo caso, come nel precedente, ipotizzare un periodo di verifica che possa diventare l'attività indicata per la Città metropolitana, come un elemento di tipo sperimentale, affinché possa essere applicato alle altre Province piemontesi.
Come ho detto poc'anzi, sarebbe necessario prevedere una piattaforma informatica per i progetti, dove i Sindaci e le Pubbliche Amministrazioni possano inserire elementi. Prima abbiamo parlato di protezione civile, che viene assegnata alle singole Province: bene, per i progetti di protezione civile non vi è una piattaforma specifica entro la quale poterli inserire ed entro la quale il Ministero possa verificare, e quindi finanziare progetti di questo genere.
E' un'assenza grave, che va ad incidere fortemente sul territorio piemontese.
Pertanto, se fosse possibile valutare una sperimentazione nell'ambito della Città metropolitana - che è completa, perché è la città capoluogo più il territorio dei Comuni circostanti - tale per cui tale sperimentazione prima o poi, possa essere riprodotta anche sulle altre Province, sarebbe sicuramente un elemento interessante affinché la Giunta possa inserire questa parola e trovare una soluzione che vada ad omogeneizzare (uso ancora questo termine) un trattamento univoco rispetto a tutti i territori piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 84) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Pichetto Fratin, Berutti, Porchietto, Graglia, Ruffino: Il comma 5, dell'articolo 5, del disegno di legge n. 145, è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 84) cassa il comma 5, perché - di nuovo - sul comma 5 prevediamo che la Città metropolitana esercita le funzioni amministrative in materia di trasporto pubblico locale, secondo le disposizioni stabilite nella l.r. n. 1/2000, che è quella sui trasporti. Pertanto, abbiamo modificato la legge n. 1/2000, avendo costituito l'Agenzia per i trasporti e stiamo obbligando anche le Amministrazioni locali che non hanno ancora aderito, ad aderire, con modalità che a volte sono dubbie (lo dico io, eh) rispetto alla possibilità di sollecitazione. Segnalo che ci sono molte Amministrazioni importanti di centrosinistra che non vogliono aderire all'Agenzia per la mobilità: non c'è solo la Provincia di Vercelli, come tante volte si evoca.
Dopodiché, si dice: "Questa è una norma regionale, quindi vale per tutti. Siete tutti obbligati a entrare, ma questo non vale per la Provincia di Torino".
Capite che questo diventa difficilmente spiegabile al resto degli amministratori locali, che non vuol dire solo i sette Presidenti delle Province, ma vuol dire le decine di Amministrazioni comunali che abbiamo obbligato ad aderire all'Agenzia per i trasporti. Altrimenti, la Regione pur comprendendo la distinzione esistente tra la Città metropolitana (perché la Delrio la individua come tale), ecc. ecc., rischia di non essere terza e rischia di far sì che il peso politico di un singolo capoluogo o di un singolo soggetto (Piero Fassino ha certamente un peso politico significativo) incida in una legislazione regionale.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Vignale.
Colleghi, mancano dieci minuti alla conclusione del Consiglio: credo sia opportuno lavorare correttamente anche in questi dieci minuti.
Prego.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, ma è come il sabato, prima che suoni la campanella! Dicevo: comprendo e capisco che un Sindaco importante abbia una capacità di persuasione anche normativa, però la Regione, come prima lo erano le Province nei confronti dei Comuni, dovrebbe sempre cercare di avere un atteggiamento che tuteli tanto la piccola Amministrazione quanto il capoluogo regionale.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale dell'articolo 5.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Ripeto sinteticamente l'intervento che ho svolto in Commissione, su questo articolo.
Personalmente, non sono convinto del sistema duale che viene introdotto all'articolo 5, che distingue Città metropolitana e altre Province in misura più forte rispetto a quanto la legge nazionale stessa non preveda come distinzione di ruoli. Questo, in particolare, in materia di formazione professionale e orientamento, che mi convince ancor meno, anche perch vengono richiamati due articoli di due leggi regionali le cui funzioni verrebbero delegate (comma 3) alla Città metropolitana: uno di una legge del 2000 che fa riferimento alla gestione di attività formative all'istituzione di Commissioni esaminatrici e così via; l'altro invece è di una legge del 1995 in cui si legge che "le Province individuano i fabbisogni formativi avvalendosi dell'Osservatorio regionale".
Quindi, da un lato, noi deleghiamo delle funzioni nell'ambito di principi che vengono concertati a livello regionale e poi, all'articolo 7 comma 5, del provvedimento in discussione, richiamiamo un compito della Regione che, sentite Città metropolitane e Province, fa una pianificazione.
Secondo me, questi due elementi possono creare confusione e contrasto, per cui sull'emendamento soppressivo della lettera a) del comma 3 dell'articolo 5, che è l'emendamento n. 46), personalmente voterò a favore e, nel caso (probabile) in cui quest'emendamento non venga accolto, non parteciperò al voto sull'articolo 5.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Qui il discorso da fare sarebbe lungo, ma sostanzialmente qual è il problema? Il problema è di nuovo quello di funzioni che vengono delegate a un'entità definita dalla legge Delrio, che in Regione Piemonte sostituisce di fatto la Provincia di Torino senza portare alcuna innovazione.
Per quanto riguarda l'articolo precedente, personalmente lo considero uno dei pochi articoli di questo disegno di legge scritto bene e che ha veramente un contenuto; invece, nell'articolo 5 andiamo a sovrapporre purtroppo, a una realtà che nel lontano.
Sono vent'anni circa che si parla di Città metropolitana: alla fine degli anni Novanta, la prima definizione di Città metropolitana, era Area metropolitana di Torino, riferendosi esclusivamente al Comune di Torino e ai Comuni limitrofi che avessero stretta relazione con il Comune di Torino.
Nell'accezione attuale, che purtroppo gli ha dato la legge Delrio, la Città metropolitana di Torino è un Ente che si trova a dover gestire situazioni che non le competono per come dovrebbe essere una Città metropolitana e per come sono le altre Città metropolitane piemontesi.
Sotto questo profilo, noi siamo favorevoli a tutta la serie di emendamenti che ha presentato il centrodestra, in quanto vediamo in maniera sostanzialmente negativa l'assegnazione di funzioni che dovrebbero essere proprie di entità che vanno a tutelare l'ambiente, il territorio e l'agricoltura, che non sono - secondo noi - nell'accezione di Città metropolitana. In questo senso, voteremo a favore degli emendamenti dell'opposizione e, qualora non venissero accolti, voteremo contro l'articolo 5.


Argomento:

Richiesta, da parte del Consigliere Pichetto Fratin, di comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Giudizio di parifica della Corte dei Conti"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Il mio intervento, se me lo permette, è sull'ordine dei lavori, visto che siamo quasi alla fine della seduta.



PRESIDENTE

Va bene.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Considerato che stamattina c'è stato il giudizio di parifica da parte della Corte dei Conti e abbiamo visto le notizie delle agenzie, vorrei chiedere la disponibilità della Giunta regionale, domani mattina, in apertura di Consiglio, a svolgere una comunicazione in merito per darne informazione al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Mi pare di capire che ci sia la disponibilità della Giunta.


Argomento: Province - Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni - Città metropolitane

Proseguimento esame disegno di legge n. 145, inerente a "Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della Legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province sulle unioni e fusioni di Comuni)"


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame del disegno di legge n. 145.
Vi sono ancora altri interventi per dichiarazione di voto sugli emendamenti e sull'articolo 5)? No.
Il parere della Giunta? Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
Mi rendo conto che questo è uno degli articoli più discussi. Voglio ricordare che la stessa legge Delrio introduce una forma duale differenziata tra le Province e la Città metropolitana già a partire dalle funzioni fondamentali e che tutte le leggi regionali hanno affrontato questo tema rafforzando, nell'ambito dell'intervento legislativo della Regione, questa componente duale.
Per queste ragioni, noi crediamo invece di dover confermare il testo che è stato presentato, quindi esprimiamo parere negativo su tutti gli emendamenti, con due considerazioni finali.
La prima è relativa al comma 5, che riguarda il trasporto pubblico locale: questa norma non fa altro che confermare il provvedimento di riorganizzazione del trasporto pubblico locale già assunto da parte del Consiglio regionale con la costituzione dell'Agenzia sulla mobilità regionale.
La seconda consiste nella conferma di un elemento emerso nel dibattito ovvero che anche questi elementi caratterizzanti sul ruolo specifico della Città metropolitana - vedremo successivamente il ruolo della Provincia esclusivamente montana - sono concepiti dalla Regione Piemonte e dall'Amministrazione regionale come una fase di sperimentazione; tali elementi possono portare in futuro anche a un'estensione di qualcuna di queste competenze alle altre Province, oppure a un rafforzamento delle Unioni montane relativamente ad alcuni elementi specifici.
Mi pare - non ho ancora avuto modo di vederlo - che sia stato presentato un emendamento, che vedremo successivamente, sulla natura di sperimentazione e, quando arriveremo lì, ci confronteremo su questo tema.



PRESIDENTE

Chiudiamo qui i nostri lavori; riprenderemo domani con la votazione degli emendamenti.
Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.59)



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