Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.96 del 13/10/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 694 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Quali sono i risvolti ottenuti dalle misure rivolte allo sviluppo economico delle aree della Valle di Susa interessate dalla realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione"


PRESIDENTE

Buongiorno colleghi.
Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
694, presentata dalla Consigliera Frediani.
Risponderà l'Assessore Ferraris, cui tutti i colleghi della Giunta regionale hanno delegato le relative risposte.
CAMPO Mauro (fuori microfono) Però per farle così...
Veramente, denota scarsa serietà da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, se ritiene può illustrarla.



FREDIANI Francesca

Scusi, Presidente, senza nulla togliere all'Assessore Ferraris, mi cadono veramente le braccia! Non è possibile! Tra l'altro, l'Assessore non ha neanche informato della sua assenza.
Sinceramente, non mi viene neanche voglia di esporre la mia interrogazione.
Senza nulla togliere all'Assessore Ferraris, ma è un argomento che mi sembrava d'interesse dell'Assessore di riferimento.



PRESIDENTE

Le risposte sono redatte dagli Uffici competenti.



FREDIANI Francesca

Ho capito, però se questo è il rispetto verso il lavoro dei Consiglieri, non ci siamo per niente! CAMPO Mauro (fuori microfono) Se no, andiamo direttamente in Assessorato a parlare con i funzionari!



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



FREDIANI Francesca

CAMPO Mauro (fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Già lo facciamo, però...



PRESIDENTE

L'interrogazione è sempre rivolta alla Giunta: gli Uffici competenti rispondono, quindi...



(Commenti del Consigliere Campo)



PRESIDENTE

Sapete che le risposte, normalmente, sono scritte dagli Uffici competenti, quindi le risposte sono corrette.



FREDIANI Francesca

Posso chiedere, intanto, se è attiva la diretta-video?



PRESIDENTE

E' attiva.



FREDIANI Francesca

Siccome abbiamo la possibilità di "illustrare" l'interrogazione l'esposizione rappresenta anche un momento di confronto con l'Assessore: sarebbe auspicabile, quindi, che l'Assessore ascolti, perché nei testi scritti non sempre si dice tutto quello che si vuole dire.



PRESIDENTE

Mi dica solo se intende illustrarla o meno.



FREDIANI Francesca

No, no, la illustro, per carità. Mi permetta, però, di fare le mie rimostranze.
Con quest'interrogazione noi chiediamo conto degli esiti rispetto alle misure rivolte allo sviluppo economico delle aree della Val di Susa, in particolare rispetto al TAV, ovvero a tutte le misure che sono state studiate a fronte dell'avvio dei cantieri in Val di Susa.
In particolare, ci siamo riferiti alla legge n. 4/2011 - quindi alla versione nostrana della Demarche Grand Chantier, che prevedeva di avere ricadute sul territorio - e alla famosa DGR 443, che compie quasi un anno di cui abbiamo già chiesto il ritiro qualche mese fa, senza successo secondo la quale le ditte danneggiate dai No-TAV avrebbero diritto di accedere, ovviamente previa richiesta e con l'apertura di un apposito bando (adesso sapremo se questo bando è stato aperto o meno), ad un fondo che permetta di ricevere delle agevolazioni per riparare i danni subiti dai No TAV.
A distanza di un anno non è stato portato a termine quasi nessun procedimento nei confronti dei No-TAV: dunque, dei fantomatici atti vandalici verso le ditte valsusine non si sa nulla, se non che c'è stata l'assoluzione nei confronti di quattro attivisti indagati per gli attentati così venivano definiti - alla Geomont.
Abbiamo, dunque, un'assoluzione e nessun'altra prova concreta di danneggiamenti verso queste ditte.
La delibera è ancora attiva, quindi ci chiediamo se, alla fine, ci sia stata qualche richiesta effettiva, da parte di chi e con quali risultati proprio per accedere a questi fondi previsti dalla suddetta DGR.
Per quanto riguarda, invece, le ricadute positive previste dalla Demarche Grand Chantier, in salsa valsusina, non possiamo che notare che al momento, in Val Susa queste grosse ricadute non ci sono state: all'interno del cantiere, infatti, lavorano principalmente ditte che arrivano dall'esterno, quindi non valsusine e neanche piemontesi. Pare quindi, che il lavoro abbia subito pochissime ricadute positive, per cui non si è registrato alcun aumento occupazionale per la popolazione valsusina.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che arrivano delle notizie allarmanti dalle aule dei Tribunali: tutti sanno che in questi giorni è in corso il processo relativo alle indagini "San Michele" e negli atti preliminari del processo emergono già questioni che sollevano qualche dubbio in riferimento alle ditte che hanno lavorato nel cantiere. Sappiamo, anche se i giornali lo hanno denunciato a bassa voce, che le strade interne al cantiere sono state asfaltate da una ditta coinvolta nell'indagine "San Michele" parliamo, quindi, di una ditta che è sfuggita al controllo di tutti gli Enti preposti - che è entrata a lavorare nel cantiere per asfaltare (parliamo della ditta di Toro) grazie ad un legame con la ditta Lazzaro.
Noi sappiamo esattamente quali sono queste ditte e non abbiamo paura di fare nomi e cognomi. Sappiamo che queste ditte hanno anche il controllo sulle cave in Val di Susa e che hanno depositato del materiale che viene definito "porcheria" all'interno della cava di Sant'Ambrogio: sono tutti aspetti che emergeranno durante il processo e di cui avremo conto a chiusura del processo.
Siamo altresì preoccupati perché all'interno della delibera del CIPE che ha approvato il progetto definitivo è previsto il deposito dello smarino in una cava a cielo aperto a Caprie e in una cava a Torrazza. La cava di Caprie è di proprietà di una ditta che, tra l'altro, non figura all'interno dell'indagine, ma che viene citata in diverse intercettazioni anche lei, probabilmente, oggetto d'intimidazione mafiosa.
A fronte di tutto questo, vorrei sapere cosa intende fare la Regione con i nostri soldi, con i soldi pubblici; che tipo di tutela intenda attuare verso i cittadini e che cosa ha fatto finora. Perché - lo ricordiamo - la Demarche Grand Chantier non significa alzare il telefono a fare pressioni per dare lavoro alle ditte locali, cosa che qualche Senatore e qualche Consigliere ha fatto; significa semplicemente garantire dei vantaggi al territorio.
Vediamo, però, in che modo lo ha fatto, e soprattutto se lo ha fatto in questo anno. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Risponde l'Assessore Ferraris; ne ha facoltà.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore regionale

Tenterò di rispondere sintetizzando; mi spiace se non potrò arricchire di contenuti il dibattito politico, per le competenze che non mi riguardano.
Relativamente alla misura di cui alla DGR 1-7100 del 17 febbraio 2014 nonostante le pressanti richieste del territorio che ne hanno preceduto l'approvazione, la preventiva condivisione con lo stesso territorio e la comunicazione capillare in occasione dell'attivazione dei relativi bandi (maggio 2014) effettuata dalla Direzione regionale e da Finpiemonte nei confronti dei Comuni e delle associazioni imprenditoriali, le richieste d'intervento sulla linea A sono state solo 21, di cui soltanto sei in possesso dei requisiti previsti e quindi ammesse. Sulla linea B l'unica richiesta d'intervento è stata archiviata per mancanza di requisiti.
Ricordo che la linea A era a sostegno dello sviluppo delle aree interessate dal cantiere della Torino-Lione, mentre la linea B si riferiva al Fondo di garanzia per lo sviluppo della Valle di Susa.
Quanto alla misura di cui alla DGR 443 del 21 ottobre 2014 da lei citata, a favore delle imprese che abbiano subito danni a seguito di attentati e azioni violente connessi ai lavori della nuova linea Torino Lione ad alta velocità e finalizzata alla concessione di garanzie fideiussorie a fronte di finanziamenti e anticipazioni bancarie, nonché di operazioni societarie, contratti, accordi di moratoria purché finalizzati alla prosecuzione dell'attività aziendale, si tratta di una tipologia d'intervento che va modulata su casi concreti, che possono essere molto diversi l'uno dall'altro e che richiedono la ricerca di soluzioni differenziate.
Al momento, nessun caso risulta portato all'attenzione di Finpiemonte ad eccezione di uno, che non è andato a buon fine per motivi legati ad una procedura fallimentare in corso.
Si sta pertanto valutando un ulteriore piano di comunicazione nei confronti dei territori interessati che coinvolga, oltre ai Comuni e alle imprese, anche il sistema bancario e dei confidi, per migliorare la conoscenza delle misure in questione e di altre misure regionali attive (ad esempio di quelle a favore di artigianato, commercio, turismo), su cui pu essere attivata la garanzia prevista dalla linea B.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Caccia

Interrogazione a risposta immediata n. 696 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Prelievo della Pernice bianca nei siti della Rete Natura 2000"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 696, presentata dal Consigliere Bertola.
Credo che l'interrogante sia stato già avvisato: l'Assessore è all'estero per lavoro, quindi risponderà l'Assessore Ferraris.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ringrazio, a distanza, anche l'Assessore Ferrero, perché almeno lui ha avuto la cortesia e la buona creanza di telefonarmi ieri sera per avvisarmi che non avrebbe potuto rispondere all'interrogazione, ma che avrebbe lasciato l'incombenza all'Assessore Ferraris; è una forma di cortesia e buona creanza che, apprendo questa mattina, altri Assessori non hanno avuto.
Parliamo del prelievo della pernice bianca nei siti della Rete Natura 2000. Il primo riferimento è la recentissima DGR n. 2150 del 28 settembre 2015, riguardante la nuova stagione venatoria 2015-2016, in cui la pernice bianca, purtroppo, è stata inserita tra le specie cacciabili, prevedendo un prelievo di 80 esemplari nei 17 Comprensori alpini e di 30 nelle Aziende faunistico-venatorie.
Cito una frase della delibera: "Ritenuto opportuno disporre che l'approvazione dei piani di prelievo numerico della pernice bianca, non produce effetti relativamente ai territori di Rete Natura 2000 fino all'esito positivo della valutazione d'incidenza".
Infatti, sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 40 dell'8 ottobre 2015 abbiamo letto che il Comprensorio Alpino TO1 ha richiesto la possibilità d'attività venatoria sulla pernice bianca all'interno dello ZPS della Val Troncea. Quindi, il 14 settembre è stato avviato il procedimento per la valutazione d'incidenza come previsto dalle leggi vigenti in materia, con termine il 12 novembre 2015.
Lo scorso anno, la Giunta regionale aveva scelto una strada diversa e a nostro avviso, molto più opportuna, perché nella delibera di un anno fa (esattamente l'anno prima, parliamo della delibera n. 320 del 16 settembre 2014) si diceva: "Le specie pernice bianca e lepre variabile sono soggette a variazioni numeriche causate dai mutamenti climatici e da numerose altre variabili quali la predazione, le alterazioni ambientali conseguenti all'uso turistico della montagna, le attività umane, condizioni tutte che comportando un andamento tendente alla diminuzione, nel corso degli anni potrebbero portare ad un depauperamento della specie in questione che non sono oggetto di ripopolamento artificiale".
Poiché la pernice bianca non viene immessa artificialmente come altre specie, un anno fa si pensava fosse giusto tutelarla; evidentemente, si pensava fosse giusto tutelarla per farne aumentare il numero e, magari poi, spararle quest'anno, perché quest'anno è stata inserita tra le specie cacciabili.
Tra l'altro, l'Assessore, fino a maggio di quest'anno, diceva che nel 2013 la caccia era stata autorizzata dalla Giunta Cota sulla pernice bianca per soli 85 esemplari sull'intero arco alpino piemontese: un numero così basso - diceva l'Assessore Ferrero - che da solo spiega la condizione di rischio in cui si trova la specie. La caccia alla pernice bianca, così come quella alla lepre variabile - cito ancora l'Assessore - altra specie di fauna tipica alpina, è vietata dal calendario venatorio da noi deliberato per la prossima stagione. La volontà di tutelare questa come altre specie a rischio resta intatta, si diceva a maggio 2015; poi, invece, la recente delibera ha affermato esattamente il contrario.
In riferimento a questo, interroghiamo la Giunta regionale per sapere come sia stato possibile dedurre che i piani di prelievo della pernice bianca non costituiscano effetti negativi relativamente ai territori della Rete Natura 2000, senza la necessaria valutazione d'incidenza preventiva.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore regionale

Ringrazio l'interrogante per l'argomento; cerco di sintetizzare la risposta dell'Assessore Ferrero.
La deliberazione di Giunta n. 17-2150 del 28 settembre 2015 approvando i piani di prelievo numerico dalla fauna tipica alpina proposti dagli istituti venatori, al secondo trattino, dispone che "l'approvazione dei piani di prelievo numerico della pernice bianca non produce effetti relativamente ai territori di Rete Natura 2000, fino all'esito positivo della valutazione di incidenza di cui alla lettera d) articolo 3 'Divieti' Titolo II delle misure di conservazione approvate con DGR n. 54-7409 del 7 aprile 2014.".
Il provvedimento d'approvazione dei piani in discorso non assume quindi nessuna conclusione in merito allo stato di conservazione della pernice bianca nelle aree a Rete Natura 2000 in generale e in Val Troncea in particolare; tali pronunciamenti sono d'esclusiva competenza dell'Assessorato Ambiente - Direzione Ambiente che li emanerà al termine dell'istruttoria prevista dalle misure di conservazione approvate dalla DGR n. 54-7409 del 7 aprile 2014.
I piani di prelievo numerici della fauna tipica alpina sono stati approvati in applicazione del calendario venatorio e dei "Criteri per la formulazione dei piani di prelievo e per il prelievo della tipica fauna alpina" e per quanto riguarda la specifica area ZPS-IT1110080 citata dall'interrogazione, allo stato attuale, ai sensi dell'articolo 3 lettera d) delle misure di conservazione, vige il divieto di caccia alla pernice bianca; tale stato d'interdizione perdurerà fino a quando la Direzione Ambiente non esaurirà positivamente il procedimento di valutazione d'incidenza già avviato. In caso di esito negativo, la pernice bianca non potrà essere cacciata all'interno della citata area Rete Natura 2000 per tutta la stagione venatoria 2015-2016.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Visto che la risposta è un po' tecnica, chiedo all'interrogante se ne vuole una copia, che è a disposizione.


Argomento: Comitato RAI - Telecomunicazioni

Interrogazione a risposta immediata n. 691 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Mancanza segnale RAI in Val Curone"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 691 presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Tra l'altro, le situazioni si sono avvicendate nel tempo e un Sindaco particolarmente battagliero, nel frattempo, ha scritto a mezzo mondo addirittura, gli ha risposto la Presidenza del Consiglio. La situazione ormai, ha toccato tutti i contesti possibili, però, effettivamente, è abbastanza paradossale. Infatti, posso capire quei canali che vivono di pubblicità e che, magari, avendo difficoltà economiche, cercano di risparmiare e staccano i ripetitori, ma nel momento in cui si parla di Rai la situazione è delicata e allo stesso tempo paradossale.
Allora, da alcuni mesi, ormai, questa situazione si protrae in tutta la valle e i canali RAI non riescono ad essere agganciati dalle televisioni.
E' stato proposto di tutto, di non pagare il canone e di fare una protesta emblematica, però credo che la Regione in quanto ente di riferimento (soprattutto è l'ente territoriale più importante prima di quello nazionale, perché comunque le problematiche sono di carattere locale) debba intervenire.
Per questo, interrogo se non sia opportuno che, in qualche modo, chi di competenza (l'Assessore, il Presidente o i Consiglieri d'amministrazione nazionale) si muova per cercare di sbloccare una situazione che, ribadisco sta diventando effettivamente una barzelletta, perché i cittadini pagano il canone come tutti gli altri. Anche la questione di non pagare il canone perché non si vede la RAI mi sembra una follia.
Non penso che i problemi siano insormontabili: sappiamo benissimo che la RAI è uno di quegli organi dove sicuramente non si lesinano le spese (per non alimentare altre affermazioni), ma certamente, nel momento in cui c'è da coprire un territorio e dare un servizio, alla fine non viene fatto.
Pertanto, s'interroga chi di dovere, però la cosa più importante è fare una riflessione congiunta per cercare di arrivare ad un obiettivo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore regionale

Cerco di sintetizzare la risposta dell'Assessore Valmaggia.
La Regione ha puntualmente approfondito la problematica oggetto dell'interrogazione attraverso numerosi contatti con gli uffici tecnici di RAI, di RAI Way e dell'Ispettorato Territoriale delle Comunicazioni.
I colloqui, che anticipano una comunicazione formale al CTO della RAI inviata in questi giorni, hanno permesso, almeno in via preliminare, di ricostruire un quadro decisamente complesso.
Le motivazioni del disservizio sono con tutta probabilità da rintracciarsi nell'accensione di nuovi servizi che riguardano l'offerta complessiva disponibile sul digitale terrestre, resa possibile attraverso ulteriori redistribuzioni dello spettro radiofrequenziale.
Questi servizi, in sostanza nuove TV appartenenti al mercato privato veicolati legittimamente attraverso lo stesso canale utilizzato da RAI confliggono ed interferiscono con questi ultimi, rendendo difficoltosa, se non impossibile, la normale ricezione televisiva.
RAI dovrà necessariamente abbandonare questi spazi per migrare verso le nuove assegnazioni stabilite dal MISE, spostando i canali RAI1, RAI2, RAI3 e RAI News24, ovvero l'intero MUX1, attraverso una complessa opera di ricanalizzazione su gran parte del territorio nazionale; operazione già calendarizzata e che richiederà tutto il 2016.
La conformazione della nostra regione complica ulteriormente tali operazioni: esistono, infatti, svariati punti d'emissione del segnale televisivo, necessari al fine di coprire al meglio il territorio. Tutti questi punti necessitano, ovviamente, delle stesse operazioni di riconfigurazione in situ.
Nel caso della Val Curone queste operazioni dovrebbero essere operate da RAI in un particolare regime d'urgenza, al fine di far cessare al più presto i disturbi, ripristinando la corretta ricezione dei programmi.
L'attesa comunicazione RAI dovrebbe confermare quanto sopra riportato definendo un quadro temporale preciso per detti interventi.
Mi permetto di ricordare - aggiunge l'Assessore Valmaggia - che la Regione Piemonte, nonostante non abbia competenze di sorta nell'ambito televisivo e tanto meno nell'assegnazione delle risorse frequenziali (prerogative dello Stato, queste), ha negli ultimi anni esercitato azioni di varia natura tese ad accompagnare il passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale attraverso un insieme d'azioni il cui scopo dichiarato è sempre stato quello di contenere e, se possibile, eliminare il disagio dei cittadini e del territorio nel suo insieme.
Tra tutte, si distingue senza dubbio l'adeguamento tecnologico degli oltre 140 ripetitori appartenenti alle Comunità montane, operazione resa possibile solo da un difficoltoso reperimento delle risorse, accompagnato da una costante azione di sensibilizzazione nei confronti del MISE tradotta, in seguito, nello stanziamento economico straordinario e complementare all'azione del Piemonte.
L'esperienza, positivamente conclusa, ha permesso ai cittadini delle aree in questione di continuare ad usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo, altrimenti compromesso dal mutamento tecnologico in essere.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 697 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a "Attuazione dell'Accordo di Programma relativo alle infrastrutture della linea SFM5"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 697.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
L'interrogazione ha origine da un'informativa che avevo chiesto a fine novembre dell'anno scorso all'Assessore Balocco, relativa alle infrastrutture della Linea Ferroviaria Metropolitana 5, quella per cui è prevista l'attestazione finale presso il San Luigi, con realizzazione di stazione ferroviaria.
L'informativa affermava che il 12 febbraio 2014 veniva siglato l'Accordo di Programma tra Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di Grugliasco, Comune di Orbassano e Agenzia Mobilità Metropolitana, che definisce e finanzia le opere infrastrutturali necessarie per l'attivazione della Linea 5 del servizio ferroviario metropolitano Orbassano-Torino Stura.
Il costo previsto per le opere indicate nell'Accordo ammonta a 18 milioni e 500 mila euro, di cui nove milioni e 300 mila a carico della Regione, già stanziati sul bilancio 2014 e sul pluriennale 2014/2016, con prenotazione di impegni, in allora, nel 2015.
Si tratta di un'intesa strategica che permette di realizzare un ulteriore intervento infrastrutturale per il potenziamento del trasporto locale, nell'ambito delle compensazioni del termovalorizzatore, nonché una prima opera connessa alla futura realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.
Nello specifico, oltre ai nove milioni e 300 mila euro della Regione tre milioni e 700 mila sono l'investimento di TRM e cinque milioni e mezzo l'investimento di RFI.
L'Accordo di Programma disciplina l'attuazione di vari interventi primo tra i quali la progettazione e realizzazione delle opere infrastrutturali relative allo scalo merci di Orbassano della Linea SFM5 e alla fermata "Ospedale San Luigi" di Orbassano, il cui soggetto attuatore è RFI. Un'informativa della Direzione regionale Trasporti sull'Accordo di Programma, datata 2014, indicava come termine per la consegna della progettazione definitiva marzo 2015, con avvio dei lavori a gennaio 2016 la conclusione a giugno 2018 e la messa in esercizio entro il 2018.
Un altro intervento indicato è relativo alla progettazione e realizzazione delle opere di regimentazione idraulica relative al Movicentro e all'accesso alla fermata, il cui soggetto attuatore è la Provincia di Torino o la Città Metropolitana.
In base all'informativa citata in precedenza, l'avvio dei lavori era previsto per giugno 2015, con termine a novembre prossimo e messa in funzione entro l'anno in corso.
Un ulteriore intervento previsto riguarda la fermata "Borgata Quaglia Le Gru" di Grugliasco, sempre con soggetto attuatore RFI. L'informativa citata indicava in fase d'avvio il progetto definitivo.
Constatato che l'attuazione dell'accordo relativo a questa linea ferroviaria va nella direzione di incrementare l'offerta di trasporto sostenibile in un'area a forte domanda di mobilità e, pertanto, che è di fondamentale importanza per garantire adeguati servizi ai cittadini in tale ambito; constatato che non sfugge a nessuno che siamo a metà ottobre 2015 e che, quindi, alcuni dei termini indicati nell'informativa di fine 2014 sono scaduti e altri sono prossimi alla scadenza, interrogo l'Assessore regionale competente (o chi per lui) per sapere, alla luce di quanto esposto in premessa, quale sia attualmente lo stato d'attuazione dell'Accordo di Programma relativo alle infrastrutture della linea del Servizio Ferroviario Metropolitano 5.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore regionale

In data 12 febbraio 2014 è stato sottoscritto tra Regione Piemonte Provincia di Torino, Comune di Grugliasco, Comune di Orbassano, Agenzia Mobilità Metropolitana e Regionale con la sottoscrizione per adesione di RFI spa l'Accordo di Programma per l'attuazione delle opere infrastrutturali necessarie per l'attivazione della futura linea del sistema ferroviario metropolitano denominata SFM5 (Orbassano-Torino Stura/Chivasso).
L'Accordo di Programma disciplina l'attuazione dei seguenti interventi: 1) progettazione e realizzazione delle opere infrastrutturali relative all'itinerario interno allo scalo merci di Orbassano della futura linea SFM 5 e alla fermata "Ospedale San Luigi" di Orbassano; il Soggetto attuatore è RFI spa 2) progettazione e realizzazione delle opere di regimazione idraulica per mettere in sicurezza il Movicentro e l'accesso alla fermata; il Soggetto attuatore è la Provincia di Torino 3) studio di fattibilità e progettazione preliminare fermata "Borgata Quaglia/Le Gru" di Grugliasco; il soggetto attuatore è RFI spa.
Il costo previsto per le suddette opere ammonta complessivamente a euro 18.500.000, la cui copertura finanziaria è prevista in Accordo di Programma ( e nella relativa Convenzione attuativa sottoscritta il 21 luglio 2014 tra Regione Piemonte, RFI e TRM) a valere sulle risorse finanziarie riportate nella tabella che consegnerò, ma che sintetizzo. Alla Regione il 51% della quota parte sugli importi totali, a TRM il 18%, a RFI il 31%, per il primo lotto, per un totale di euro 17.800.000; per la seconda parte, euro 400.000 al 100% di TRM; per la terza parte, la Regione Piemonte a euro 330.000 col 100%. Tutto ciò per un totale complessivo di euro 18.500.000. Queste sono le differenziazioni degli investimenti e delle risorse messe a disposizione.
Si segnala che le risorse finanziarie regionali, ammontanti complessivamente a euro 9.300.000, sono già state stanziate e impegnate sul Bilancio Annuale per euro 4.300.000 e per euro 5.000.000 sono state prenotate nel 2014 sul Bilancio Pluriennale, annualità 2015 e ora, in mancanza di assegnazione e in occasione dell'assestamento di Bilancio richieste sul Bilancio Pluriennale sull'annualità 2017.
Con nota del 7 luglio 2015, il Commissario straordinario del Governo per l'Asse ferroviario Torino-Lione ha comunicato che, conseguentemente al percorso attuativo approvato il 30 luglio u.s. nell'Osservatorio Tecnico convenuto dallo stesso Commissario con i vertici di RFI e del MIT e concordato con il Ministro Delrio e il Sottosegretario Lotti, i due suddetti interventi ricadenti nel Comune di Orbassano (relativi alla nuova fermata "FM5 - Orbassano San Luigi" e opere connesse), attualmente previsti nell'Accordo di Programma e non ancora avviati, rientrerebbero tra gli interventi in anticipazione del progetto preliminare della Tratta Nazionale.
Alla luce di quest'ultima circostanza, il Commissario ha proposto di modificare l'Accordo di Programma con lo stralcio dei due suddetti interventi ricadenti nel Comune di Orbassano e la loro sostituzione con altri due interventi, rispettivamente le due nuove fermate "FM5 Grugliasco/Quaglia-Le Gru" e "FM5 - Torino/San Paolo".
Al fine, quindi, di valutare la proposta del Commissario, è in corso la convocazione, ai sensi dell'articolo 11 dell'Accordo di Programma, di una riunione del Collegio di Vigilanza per il giorno mercoledì 28 ottobre 2015 alle ore 10. Al Collegio di Vigilanza verrà altresì invitato a partecipare il Commissario straordinario del Governo per l'Asse ferroviario Torino Lione, al fine di illustrare nel dettaglio la suddetta proposta modificativa dell'Accordo originario.
Per quanto riguarda l'attuale stato d'attuazione dei suddetti interventi, così come previsti nell'Accordo di Programma, il Soggetto attuatore RFI ha comunicato il seguente avanzamento: per l'intervento n. 1 (fermata San Luigi di Orbassano ed itinerario servizio passeggeri SFM5 all'interno dello scalo merci di Orbassano) è stata definita da RFI/Italferr la soluzione progettuale, a livello di progettazione definitiva, compatibile con il progetto della Tratta Nazionale del nuovo collegamento Torino-Lione, al fine di minimizzare le false spese, in accordo con gli input del Commissario straordinario del Governo per l'intervento n. 2 (Fabbricato ipogeo e parcheggio d'interscambio della fermata San Luigi di Orbassano), è in corso a cura di RFI/Italferr la relativa progettazione definitiva, che avrà termine nei primi mesi del 2016; per accertare la fattibilità tecnica della soluzione individuata (riutilizzo terre da scavo del nuovo sottovia, nei riempimenti necessari per il parcheggio d'interscambio) sono in corso accertamenti tecnici coordinati dal Commissario di Governo con Città Metropolitana, Regione Direzione regionale Ambiente e ARPA per l'intervento n. 3 (fermata Quaglia-Le Gru), è stato completato, a cura di RFI, un primo studio di fattibilità che ha individuato due soluzioni progettuali alternative (un sovrattraversamento dei binari con passerella pedonale e, in alternativa, un sottoattraversamento degli stessi); ad oggi è in corso, su richiesta dell'Amministrazione comunale.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Presidente, c'è troppa confusione: non riesco a sentire niente!



PRESIDENTE

Colleghi, c'è troppo rumore. Vi invito a fare silenzio, grazie.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore regionale

Ad oggi è in corso, su richiesta dell'Amministrazione comunale e dell'Agenzia della Mobilità Regionale, un ulteriore approfondimento per inserire nella soluzione progettuale un manufatto che consenta agli utenti che scendono dal treno di attraversare anche la strada adiacente alla futura fermata ferroviaria con apposito sovra/sottopasso pedonale. Il seguito lo sapremo in avanzamento lavori.
Ho terminato. Lascio copia scritta della risposta.


Argomento: Sistema informativo regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 698 presentata dal Consigliere Barazzotto, inerente a "Tempistiche di pagamento da parte del CSI Piemonte a ditte individuali incaricate presso il Comune di Biella"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 698, presentata dal Consigliere Barazzotto, che ha la parola per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Anch'io mi associo alla lamentela della Consigliera Frediani e apprezzo lo sforzo dell'Assessore Ferraris, ma sarebbe carino se potessero rispondere direttamente gli Assessori interessati. Con questa speranza, mi avvio alla presentazione sintetica dell'interrogazione in oggetto, entrando subito nel merito e facendo un esempio particolare, ma che estendo ad un caso più generale.
Il Comune di Biella ha deciso di cedere una parte della propria gestione informatica al CSI Piemonte e tale decisione fu presa nella Giunta precedente. Io non ero d'accordo, lo dico, e purtroppo la storia nel futuro mi ha dato ragione. E' stata ratificata dall'attuale Giunta nel dicembre 2014. Questa decisione ha coinvolto in particolare i servizi di tre ditte individuali, e precisamente: Biellaweb di Casalvolone Alessandro; Magellano Progetti; CM-Info di Cristiano Milani.
Per quanto riguarda i tre consulenti del Comune di Biella, faccio volutamente riferimento ai lavoratori, perché dietro a quelle prestazioni professionali c'è il lavoro di tre qualificati professionisti che da anni si occupavano della gestione informatica, tra l'altro, senza mai dare problemi. I problemi sorgono dopo. Questi signori sono stati individuati anche dal CSI-Piemonte come professionisti qualificati, al fine di affidare la gestione dei servizi per conto del CSI all'interno del Comune stesso. Un accordo di massima è stato preso già alla fine del 2014, ma da quel momento viene formalizzato solo a metà del 2015, malgrado ci siano stati svariati solleciti d'invio precedenti. Da gennaio, le tre ditte individuali intanto erogano i propri servizi al Comune con continuità.
A questo punto, il contratto viene regolarmente firmato e riconsegnato da ciascun interessato al CSI-Piemonte e vengono emesse le fatture per chiedere il pagamento dei servizi svolti nel 2015, a partire da gennaio. Le prime fatture emesse dalle ditte sono datate luglio 2015. Aggiungo che diversamente da quanto previsto per il pagamento da parte della Pubblica Amministrazione, il CSI impone un pagamento a 60 giorni. Trascorso questo periodo di tempo, tuttavia, scadute le fatture ad oggi, malgrado vari solleciti all'ufficio acquisti e all'ufficio contabilità, fra cui due formali datati 18 e 23 settembre 2015, le ditte non hanno ricevuto risposta o hanno avuto risposte del tipo: "Sappiamo, ma non sappiamo quando saremo in grado da pagare".
Faccio una parentesi, perché una delle tre ditte decide intanto di emettere fattura per ciascuna mensilità arretrata (non unica) a luglio comprendente tutto il periodo e si viene a trovare nella situazione, se si vuole, ancora peggiore avendo anticipato l'IVA. Tale ditta individuale decide anche di non rinnovare l'accordo con il CSI a causa di evidenti difficoltà ricezione e pagamenti, quindi perdiamo anche professionalità.
Vorrei capire, Assessore, se questo caso si riferisce solo a Biella o se invece è un problema che riguarda tutto il Piemonte, perché allora siamo in presenza di un fatto grave.
La Regione ha delle responsabilità su questo e vorrei capire se sono solo della Regione o se invece sono riguardanti il CSI. Precisamente di chiedere conto al CSI delle tempistiche di pagamento delle fatture ai fornitori attivandosi e non solo preoccupandosi perché oggi presento un'interrogazione. Si presenta l'interrogazione perché non si pagano le persone nel caso in cui la situazione creatasi fosse unica, affinché il CSI provveda, senza ulteriori indugi, a saldare le pendenze nei confronti dei lavoratori che attengono a quanto dovuto, ormai da quasi dieci mesi.
Al Comune di Biella aggiungo che, invece, i pagamenti vengono effettuati regolarmente. Sarà interessante, ma lo svilupperò in seguito in altre interrogazioni, capire se questo caso riguarda solo specificamente la città di Biella o se riguarda tutto il resto del Piemonte.
Assessore, ha tutta la mia solidarietà, capisco la sua difficoltà perché l'argomento non è di sua competenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore regionale

Proverò a dare una risposta, non sarà forse completa. Da parte dell'Assessore De Santis mi è stata data questa comunicazione.
Attualmente il ritardo di pagamento del CSI-Piemonte per la pluralità dei fornitori si attesta a circa 150 giorni oltre la scadenza della fattura, mentre per i fornitori individuali (soggetti a ritenuta d'acconto) tale ritardo è ridotto, in quanto si cerca di garantire il pagamento entro la fine del mese successivo a quello di scadenza.
Rispetto, quindi, alla tipologia dei fornitori segnalati, se si tratta come indicato - di ditte individuali, essendo queste equiparate nella prassi ai fornitori individuali, si procederà al relativo pagamento entro la fine del mese successivo a quello di scadenza.
Si evidenzia che il Consorzio si è uniformato alla disciplina che regola i pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, che prevede per le transazioni commerciali, il rispetto obbligatorio del termine di 30 giorni per il pagamento del corrispettivo dovuto, fermo restando che le parti possono pattuire - purché in modo espresso - un termine per il pagamento superiore a 30 giorni, quando ciò sia giustificato dalla natura o dall'oggetto del contratto o dalla circostanze esistenti al momento della sua conclusione. In ogni caso, tale termine non può mai essere superiore ai 60 giorni. Tale termine di pagamento a 60 giorni data fattura viene applicato dal Consorzio ai contratti di manutenzione e per risorse professionali.
Per ciò che concerne la gestione dei servizi informativi del Comune di Biella, assunta dal CSI a partire dal 1/1 u.s., si sottolinea che essa s'inquadra nell'ottica di rendere sinergici tali servizi con quelli forniti dal Consorzio agli altri enti piemontesi. Il subentro del CSI è caratterizzato anche dalla contestuale predisposizione di un piano d'evoluzione dei medesimi. Per molti fornitori in essere il Comune di Biella al 31 dicembre 2014, il CSI (dopo una fase di valutazione tecnica e di prospettiva) ha rinnovato gli affidamenti in quanto individuati al momento quali unici in gradi di garantire la continuità del servizio.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione a risposta immediata n. 690 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Contributi ATO alle Unione dei Comuni"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 690.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Mi consenta prima di fare una premessa. La Giunta c'impartisce spesso lezioni sulle modalità, quantità e qualità di lavoro. Devo dire che, una situazione quale quella odierna, in dieci anni di Consiglio, raramente l'ho vista. Almeno gli Assessori avevano non soltanto il dovere, ma la buona educazione di venire a rispondere agli interroganti. Credo che sia un compito della Presidenza del Consiglio rammentare qual è il dovere che hanno nei confronti dell'Aula e il motivo per cui vengono pagati. Quando inizieranno a fare bene il proprio lavoro, allora potranno anche discettare su quello altrui.
Detto ciò, e comprendendo come sia assolutamente inutile il lavoro che stiamo svolgendo, ho anche ascoltato la risposta dell'Assessore Ferraris.
La Giunta è un organo collegiale, per carità, ma quando risponde con la "notina" preparata dagli Uffici che noi dobbiamo pagare entro 60 giorni nessuno ha sorriso perché nessuno ha ascoltato. E' un po' come la lezione scolastica quando non c'è il docente, ma c'è un registratore. Questo è quello che stiamo facendo: un atto assolutamente inutile, con l'Assessore Ferraris che ha dieci "notine" e che le replica. Di questo atto inutile, me ne faccio parte almeno per avere un foglio in mano.
Qual è il problema? Il problema è che la Regione affronta, con una lentezza elefantiaca, il trapasso dalle Comunità montane alle Unioni dei Comuni. Un aspetto fondamentale della vita possibile delle Unioni dei Comuni sono i fondi delle Autorità d'ambito, i fondi d'ATO derivanti da una legge regionale che finanziano le opere pubbliche, relative alla prevenzione degli assesti idrogeologici e quant'altro, all'interno delle Unioni dei Comuni.
I Fondi ATO corrispondono ad una cifra superiore ai 20 milioni di euro e che oggi devono essere.
Assessore, se è compito suo rispondere, deve almeno fare finta di ascoltarmi e poi leggermi la sua "notina", altrimenti si chiama presa per il "culo".



PRESIDENTE

Consigliere! Questi termini non sono ammessi in Aula e lo sa benissimo. Ha fatto anche parte della Giunta.



VIGNALE Gian Luca

Io ero sempre presente, per cui posso permettermi di dirlo.
Una presa in giro? E' una presa in giro al Consiglio e anche al sottoscritto. Visto che, tendenzialmente, nella vita, non mi faccio prendere in giro, non mi faccio prendere in giro neanche da questa Giunta.
Come si ripartiscono le risorse all'interno delle future Unioni Montane? Si ripartiscono per quota parte di territorio. Noi avevamo 48 Comunità montane che, per norma regionale, sono state trasformate in 22.
Allora fu semplice fare la somma perché noi definimmo i confini ma soprattutto, addizionammo la Comunità montana A, con la Comunità montana B.
Come l'Assessore non saprà, ma gli sarà stato scritto, oggi abbiamo oggi una nuova norma, dal 2014, che ha consentito ai Comuni di aggregarsi fra loro. Se le quote ATO per singoli Comuni non vengono scomposte, cosa che chiediamo da almeno un anno anche all'interno dell'intergruppo degli Amici della Montagna, non sarà mai possibile attribuire alle singole Unioni di Comuni montani o ai singoli Comuni che non hanno aderito alle Unioni Montane le risorse.
Ho inviato una lettera più di un anno fa all'ATO chiedendo se avevano già pensato alla ripartizione. Non è avvenuta. Abbiamo presentato un'interrogazione quasi un anno fa - poco cambia che oggi ci sia o non ci sia - all'Assessore alla montagna. La risposta allora è stata esattamente quella che mi darete oggi. Comunque, ad oggi, nulla è avvenuto.
Rammento che con le risorse ATO si pagano anche gli stipendi dei dipendenti - poi devono essere reintegrati - ma, soprattutto, con le risorse ATO, si mettono in campo 20-25 milioni di euro solo regionali, solo dei fondi ATO, più tutti quelli che avvengono in compartecipazione, in aggiunta da parte delle amministrazioni locali, che rappresentano 30-40 milioni di euro di investimenti all'interno della nostra regione.
Vorremmo sapere se, quando e come queste risorse verranno destinate perché di questo non abbiamo notizia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Visto che sono in Consiglio regionale da un po' di anni che, ricordo quando l'Assessore Cavallera aveva lo stesso compito dell'Assessore Ferraris nella scorsa Giunta.
Queste cose, purtroppo, sono da stigmatizzare e auspichiamo che la Giunta sia presente per le risposte, ma le risposte sono sempre state date perché la Giunta, come lei diceva, è un organo collegiale e la risposta pu essere resa da qualche componente della stessa.
La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Invito il Consigliere Vignale ad avere un po' di pazienza, da un lato e un po' di cortesia, dall'altro, perché non siamo qui per perdere il nostro tempo; anzi, se io rispondo alle interrogazioni è perché ci teniamo a rispondere. Poi, se in questo caso non sono la persona competente, sono in qualche modo delegato a farlo, quindi mi assumo anche l'onere di cercare di interpretare le sue esigenze. Chiedo venia se non sarò esaustivo.
Con l'interrogazione si richiede di fornire chiarimenti in merito alla possibilità d'intervenire con una potestà d'indirizzo e coordinamento regionale nei confronti delle Autorità d'ambito, al fine di ridefinire le procedure di ripartizione dei fondi di cui all'articolo 8, comma 4, della l.r. 13/1997.
Al riguardo, si osserva che l'articolo 8, comma 4, della legge regionale 20 gennaio 1997 n. 13 richiamata dispone che l'Autorità d'ambito destini una quota della tariffa, non inferiore al 3%, alle attività di difesa e tutela dell'assetto idrogeologico del territorio montano e che detti fondi siano assegnati alle Comunità montane sulla base di Accordi di Programma per l'attuazione di specifici interventi connessi alla tutela e alla produzione delle risorse idriche e delle relative attività di sistemazione idrogeologica del territorio.
Giova anzitutto rilevare come una potestà d'indirizzo e coordinamento sia stata già esercitata con l'emanazione di apposite "Linee guida per l'elaborazione del Programma degli interventi di sistemazione idrogeologica e manutenzione montana", approvate con la deliberazione della Giunta regionale n. 1-13451 dell'8 marzo 2010.
Tale provvedimento ha definito un quadro organico di regole e criteri direttivi per l'individuazione degli interventi finanziabili con la quota tariffaria suddetta e la rendicontazione degli stessi da parte delle Comunità montane, tuttora vigente anche se in fase di rimeditazione e revisione, alla luce delle sopravvenute modifiche d'assetto dei livelli di governo del sistema delle Autonomie locali piemontesi.
Ci si riferisce, in particolare, alla riforma del sistema degli Enti locali avviata con la legge regionale 11/2012, che ha introdotto una nuova regolamentazione della gestione associata e il superamento delle Comunità montane e collinari e proseguita con la successiva legge regionale 3/2014 da lei ricordata, che ha declinato le funzioni amministrative delle nuove Unioni montane, prevedendo in particolare che le funzioni già conferite alle sopprimende Comunità montane siano trasferite alle nuove forme associative, nonché ai singoli Comuni montani (in parte, questa è la risposta che lei cercava) non inclusi nel relativo ambito, che comunque le eserciteranno mediante convenzione con un'Unione montana.
Nell'ambito delle funzioni già conferite, assumono particolare rilievo quelle attinenti alla sistemazione idrogeologica e idraulico-forestale, ai sensi dell'articolo 3, commi 2 lettera c) e 3 lettera b) della legge regionale 3/2014.
Tale processo di transizione dalle Comunità montane alle nuove Unioni montane, ormai in fase di completa definizione, ha indubbiamente comportato l'esigenza di procedere ad una revisione delle attuali procedure, stante il mutato assetto organizzativo e territoriale dei soggetti destinatari dei fondi.
Inoltre, nel corso dei vari anni di applicazione delle suddette linee guida è emersa l'ulteriore esigenza di assicurare maggiore attenzione alle finalità di semplificazione e snellimento della programmazione degli interventi, salvaguardando però l'esigenza di maggiore chiarezza sull'utilizzo dei fondi in questione; mi pare sia questo l'oggetto del contendere.
Per tale ragione, le attuali linee guida sono in fase di sostanziale e complessiva revisione privilegiando - rispetto all'odierna regolazione dettata con un provvedimento della Giunta regionale - un approccio di tipo consensuale tra i diversi soggetti coinvolti (Autorità d'ambito, Regione ed Unioni montane).
A tal proposito, occorre evidenziare come il vigente quadro normativo di governo del servizio idrico integrato imputi alla Regione un generale ruolo di governo delle politiche di tutela, riqualificazione e corretta utilizzazione delle risorse idriche e dunque di controllo e coordinamento delle azioni previste dall'articolo 8, comma 4 della legge regionale 13/1997, nonché alle Autorità d'ambito il parimenti importante ruolo di organizzazione e governo del servizio idrico integrato, come d'altronde resta incontestato il fondamentale ruolo di salvaguardia dell'assetto idrogeologico dei territori montani esercitato tradizionalmente dalle Comunità montane ed oggi demandato alle nuove Unioni montane.
Dunque, le anzidette funzioni non possono che collocarsi in un contesto di obiettivi condivisi tra la Regione, le Unioni montane e le relative Autorità d'ambito di riferimento. Per tale ragione, occorre definire un programma di azioni condiviso e finalizzato all'efficace ed efficiente destinazione delle risorse individuate dal legislatore regionale nel richiamato articolo 8, comma 4, in ossequio alle finalità ivi indicate ed ai sensi dell'articolo 15 della legge 241/1990.
A tal fine, le Direzioni "Ambiente, Governo e Tutela del Territorio" e "Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Montagna, Foreste, Protezione Civile Trasporti e Logistica" stanno definendo uno schema di "Accordo per la programmazione degli interventi connessi alla tutela e alla produzione delle risorse idriche e delle relative attività di sistemazione idrogeologica del territorio montano e relativo finanziamento, ai sensi dell'art. 8, comma 4, della l.r. 13/1997", che sarà prossimamente sottoposto all'esame della Conferenza regionale dell'Ambiente, quale sede di concertazione e condivisione dei provvedimenti in materia ambientale d'interesse per gli Enti locali, istituita con la legge regionale 7/2012.
Inoltre si evidenzia come, per addivenire quanto prima alla riforma delle procedure in parola e garantire la più ampia adesione da parte delle Unioni montane piemontesi, risulti fondamentale che le Autorità d'ambito e altresì la delegazione regionale piemontese dell'Unione Nazionale Comuni Comunità, Enti montani (UNCEM) adottino ogni iniziativa necessaria a favorire la più ampia concertazione e condivisione del suddetto accordo.
In sintesi, le principali novità introdotte con le nuove procedure oggetto di pattuizione riguardano: la predisposizione del Programma dell'Unione montana, in sostituzione dei vigenti Piani di Manutenzione Montana (PISIMM), recante una migliore definizione delle strategie d'intervento mediante l'individuazione delle macrocategorie di intervento finanziabili con i fondi in oggetto, nonch dei relativi obiettivi da perseguire, in coerenza con gli strumenti di pianificazione sovraordinata (quali il Piano di gestione del Fiume Po, il Piano di Assetto Idrogeologico, il Piano forestale regionale ecc.) la predisposizione, sempre da parte delle Unioni montane, di un Piano degli interventi annuale deputato ad un ambito più operativo, in quanto finalizzato ad individuare puntualmente i progetti prioritari e coerenti con le strategie ed i contenuti del Programma dell'Unione montana e dunque meritevoli di finanziamento la concertazione della tempistica e delle modalità sia delle procedure d'approvazione dei suddetti programmi, sia delle relative attività di rendicontazione e correlato trasferimento dei fondi, da parte delle Autorità d'ambito alle Unioni montane di riferimento la previsione, quale utile strumento di semplificazione dell'attuazione degli interventi ed al contempo di presidio e tutela del territorio montano, della possibilità di esecuzione degli interventi suddetti tramite convenzione con la Regione o proprio Ente.
In conclusione, con riferimento all'iter di approvazione del suddetto Accordo di Programmazione, si segnala che, nelle prossime settimane s'intende dare avvio alle fasi di concertazione e condivisione tra Regione Unioni Montane, UNCEM e Autorità d'ambito, attraverso l'attivazione di specifici tavoli tecnici che permettano alla Conferenza regionale dell'Ambiente di effettuare la valutazione definitiva sui nuovi criteri per l'attribuzione e l'erogazione dei fondi in argomento.
Una volta condivisi i relativi contenuti, lo schema d'accordo dovrà essere approvato entro la fine del 2015, quindi tra breve, con apposito provvedimento della Giunta regionale.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Referendum abrogativo e consultivo

Interrogazione a risposta immediata n. 692 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Trivellazioni petrolifere"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 692, presentata dalla Consigliera Gancia, che ha la parola per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
L'oggetto sono le trivellazioni petrolifere. Premesso che dieci Consigli regionali hanno deliberato a favore del referendum antitrivelle e hanno depositato in Cassazione numero sei quesiti referendari per svincolare le trivellazioni dalle norme del Decreto "Sblocca Italia" e dal Decreto "Sviluppo", interroghiamo la Giunta regionale affinché chiarisca inequivocabilmente, poiché il parere non è vincolante ma deve essere dato se la Giunta è favorevole o contraria alle trivellazioni petrolifere in Piemonte.
Vogliamo far presente al Presidente e all'Assessore l'importanza per l'economia locale di avere quest'informazione; non diamo per ora un giudizio, ma semplicemente rimarchiamo l'importanza degli insediamenti industriali che si trovano nei luoghi in cui, eventualmente, dovessero essere fatte le trivellazioni, perché ci sono aziende alimentari ed altre aziende che devono capire se fare o meno investimenti.
Questa indecisione non giustificata della Regione Piemonte sta provocando danni all'economia della Regione proprio perché rende incapaci gli imprenditori di prendere decisioni in merito alle loro attività.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore regionale

Provo a rispondere sul tema con una risposta che è già sintetica da parte dell'Assessore.
La recente decisione di dieci Consigli regionali di proporre un referendum per svincolare alcune norme sulle trivellazioni dal Decreto Sblocca Italia e dal Decreto Sviluppo non è un tema che riguarda direttamente il Piemonte, considerato che gli articoli oggetto dei quesiti referendari si riferiscono alla possibilità per le compagnie petrolifere di operare entro 12 miglia dalla costa. Nel caso specifico citato in premessa si tratta quindi di una questione che interessa soprattutto i territori italiani con affaccio sul mare, preoccupati per la tutela ambientale delle aree marine.
Più in generale, sul complesso tema delle trivellazioni, il punto non è essere favorevoli o contrari: non ci può essere una risposta definitiva in termini di aut aut riguardo al reperimento di risorse di primaria importanza, ma si ritiene ovviamente necessario rispettare le specifiche procedure autorizzative cui gli enti devono attenersi per consentire l'insieme delle attività di reperimento degli idrocarburi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 693 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Ospedale Unico - tre Ospedali, una sola gestione"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 693, presentata dalla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Cercherò d'essere veloce.
Faccio soltanto una piccola premessa prima di entrare nella domanda secca dell'interrogazione a risposta immediata, in particolare perché oggi si parla di Oftalmico e di ospedale monospecialistico. Nel mio question time si parla di una possibile unificazione di tre ospedali (Chieri Carmagnola e Moncalieri).
Leggo brevemente alcuni stralci dei giornali: "In arrivo la medicina d'urgenza che nell'ASL 5 non ancora esiste". Per quanto riguarda Moncalieri: "Per l'autunno prossimo sarà pronto il nuovo blocco di sale operatorie di Moncalieri". Ancora: "Per i posti letto dell'ASL-Torino 5 che sono 460, non sono previste riduzioni, anche se andranno a sparire alcuni reparti, come quello di Geriatria a Carmagnola. Lo stesso vale per Diabetologia, che non sarà più servizio ospedaliero, ma si perderanno i posti letto".
Poi c'è ancora un trafiletto riguardante la Geriatria: "Geriatria addio! Carmagnola perde geriatria. Rimangono Chirurgia generale, Medicina lungodegenza e Riabilitazione".
La stessa attenzione che ha avuto per me, Presidente, la deve avere per l'Aula rispetto al silenzio e per questo la ringrazio.
Un altro titolo: "Il Pronto Soccorso. In tutte e tre le sedi rimarranno le attività di pronto soccorso diagnostico. L'ospedale continuerà a non funzionare al massimo delle sue potenzialità", dice il Comitato San Lorenzo di Carmagnola. Ancora uno stralcio: "Discorso a parte per Urologia, un tempo fiore all'occhiello e oggi penalizzata dalla mancanza di un reparto di terapia intensiva".
Infine, vi è una dichiarazione di un Assessore, di cui non faccio il nome: "E' ancora presto per parlare dell'ospedale unico. Qualche servizio a Carmagnola rimarrà comunque e noi continueremo a vigilare". Viene quasi da essere preoccupati.
Ancora un titolo: "Tocca alla politica e alla Regione realizzare questo ospedale unico, trovando le risorse". Altra dichiarazione: "Il problema è: l'Assessore regionale alla sanità Saitta è credibile quando parla del nuovo ospedale unico?".
Infine, un Sindaco dice: "Certo, il rischio è che alla fine manchino i soldi per farlo, ma noi dobbiamo ragionare come se ci fossero".
Ho presentato il question time per cercare di capire, poiché questa proposta è stata fatta durante i lavori dell'Assemblea dei Comuni dell'ASL Torino 5, che cosa ci sia di vero nella costruzione di quest'ospedale unico. Non entro assolutamente nel merito della bontà del progetto, perch lo faremo in altra sede e in altro momento per poi, chiaramente, riportarlo in discussione in Aula. Chiedo, però, all'Assessore di sapere se la Giunta regionale ha formalmente predisposto la proposta in oggetto individuando l'area interessata per ospitare il nuovo ospedale unico.
E' una casualità che oggi venga discusso questo question time, ma certamente, visto che è legato anche al tema dell'Oftalmico, fa riflettere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Devo dire che probabilmente l'entusiasmo per il contenuto del tema ha fatto modo che gran parte dell'intervento della collega fosse un po' fuori tema, nel senso che l'interrogazione che mi è stata posta.



(Commenti della Consigliera Ruffino)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sono in grado di intervenire su tutto, non ho problemi, perché seguo i temi.
Però l'interrogazione che mi ha posto la collega è esclusivamente per questo: per sapere se la Giunta regionale ha formalmente predisposto la proposta in oggetto, in altre parole la sede dell'Ospedale unico. Mi pare che il tema sia questo.
La situazione è la seguente. Com'è noto, i tre ospedali (Moncalieri Chieri, Carmagnola) sono vecchi ospedali; ospedali degli infermi, si diceva una volta, molto spesso in vecchi conventi. Sappiamo qual è la situazione di Moncalieri, nonostante tutti gli interventi di manutenzione che si possono fare, ordinari e straordinari.
Oggi diventa difficile rispondere alla domanda nuova di salute soprattutto con una modalità in grado di garantire quei processi funzionali che sono innovativi. Sapete che c'è stato e c'è qualche problema a Moncalieri, essendo stati chiusi, per motivi strutturali, tre ospedali. Noi abbiamo avanzato ai Sindaci quest'ipotesi - soltanto un'ipotesi - e devo dire che, su quel territorio, tutte le amministrazioni comunali hanno convenuto sulla necessità di guardare al futuro, perché per questi tre ospedali non è possibile immaginare un futuro, a meno di continuare con una logica di carattere antico.
Le tre amministrazioni comunali hanno deciso, in un'assemblea, di cominciare a lavorare per la realizzazione di un ospedale unico che sia in grado di fornire un'offerta sanitaria più adeguata ai cambiamenti, quindi un ospedale nuovo; un ospedale che può anche essere finanziato attraverso le economie che si realizzano da un'unica struttura: passare da tre strutture vecchie con costi enormi sul piano gestionale ad un ospedale unico comporta sicuramente un risparmio, non soltanto funzionale e gestionale, ma anche derivante da una migliore organizzazione del personale.
Le amministrazioni ci hanno praticamente chiesto questo: la realizzazione di un ospedale.
Personalmente, ho trovato questa proposta di grande interesse. La Giunta l'ha trovato di grande interesse e questa discussione è avvenuta soltanto qualche settimana fa. Con le amministrazioni comunali sottoscriveremo, così come c'è stato chiesto, un'intesa per definire un percorso in grado di incominciare a lavorare concretamente sulle disponibilità, non soltanto della Regione, ma anche delle amministrazioni comunali. La realizzazione di un ospedale nuovo vuol dire, per forza di cose, a meno che si voglia continuare a pensare che tutto possa continuare come nel passato, che quando sarà stato realizzato, i tre ospedali non saranno più strutture ospedaliere, quindi occorrerà immaginare di fare quello che non è capitato in questi anni: si realizza un ospedale nuovo e si chiude quello vecchio.
Pensate a Biella: c'è l'ospedale nuovo e c'è ancora l'ospedale vecchio pensate a quello che probabilmente capiterà, per quanto riguarda Verduno anche se ultimamente le amministrazioni si sono impegnate a lavorare: ospedale nuovo a Verduno e restano quelli di Alba e di Bra.
Quindi la Regione s'impegnerà, con le amministrazioni, ma mi pare che su questo ci sia disponibilità, a realizzare l'ospedale nuovo nel momento in cui le amministrazioni s'impegneranno a dismettere in futuro - non subito, ma quando l'ospedale sarà pronto - le vecchie strutture e a fare in modo che siano in qualche maniera "piazzabili" sul mercato, in modo da costituire una delle fonti d'entrata.
Questa è la situazione.
Nell'intesa che faremo, istituiremo anche un gruppo di lavoro che deciderà le caratteristiche che dovrà avere la nuova struttura ospedaliera: ospedale moderno, ospedale semplice, dotato di tutte le tecnologie necessarie, che acquisterà un ruolo anche diverso, perché è un ospedale nuovo. Noi abbiamo il problema di vecchie strutture ospedaliere; questo sarebbe un ospedale nuovo e importante, e si deciderà sulle modalità insieme alle amministrazioni comunali, della localizzazione.
Noi non vogliamo assolutamente imporre nulla, ma chiederemo ai Sindaci di lavorare in questo senso. E' chiaro che la localizzazione dovrà garantire alcuni punti fermi e alcuni principi: che sia centrale, che sia facilmente raggiungibile e che abbia i trasporti.
Queste sono le condizioni essenziali.
Quindi, non tanto riferendomi alla rassegna stampa cui la collega si è rifatta richiamando altre questioni, ma alla domanda che mi ha posto su questo tema, ossia, se la Giunta regionale ha formalmente predisposto la proposta in oggetto, cioè della "coalizzazione", rispondo "no", perch questo lo decideremo insieme ai Sindaci.
Siamo nella fase d'avvio, ma devo dire che le amministrazioni comunali di quelle zone si sono dimostrate veramente attente e capaci di guardare al futuro, senza difendere, per gli anni a venire, strutture che probabilmente non possono né ampliarsi né essere dotate di quelle strutture in grado di garantire una migliore cura.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 695 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Riordino residenzialità psichiatrica"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 695.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il tema è ben conosciuto sia dall'Assemblea sia dall'Assessore Saitta.
Parlo ovviamente della delibera n. 30 del 3 giugno 2015 di riordino dei servizi psichiatrici, in parte modifica dalla delibera di inizio settembre.
L'argomento è stato anche oggetto di una Commissione, la scorsa settimana, in cui abbiamo audito associazioni erogatori privati di servizi residenziali per pazienti psichiatrici e rappresentanti delle associazioni di familiari di pazienti psichiatrici.
C'è una preoccupazione molto forte e molto viva che riguarda la destinazione delle comunità alloggio e dei gruppi appartamenti, i quali fino ad oggi non erano accreditati all'esercizio delle loro funzioni. E' giusto e sacrosanto, quindi, che vengano sottoposte ad un iter autorizzatorio e d'accreditamento, ma ciò che preoccupa è la destinazione.
I Piani nazionali d'azione per la salute mentale - i cosiddetti PNASM e i vari recepimenti a livello regionale, prevedono che le comunità alloggio e i gruppi appartamento passino nelle cosiddette strutture residenziali psichiatriche SPR3. Queste sarebbero strutture non a valenza terapeutico-riabilitativa, ma a valenza socio-assistenziale, quindi avrebbero la compartecipazione, per il 60%, dalle politiche sociali (guardo anche l'Assessore responsabile delle politiche sociali). Avrebbero, quindi un'esigibilità ridotta del servizio, in relazione alla compatibilità finanziaria: se ci sono le risorse finanziarie, erogate dalle Regione ai consorzi o ai Comuni che gestiscono direttamente i servizi socio assistenziali, si potrà garantire l'erogazione del servizio, altrimenti no soprattutto nel caso in cui ci sia un cittadino o una famiglia che non abbia le risorse o un reddito ISEE sufficiente.
Si apre, quindi, anche un problema con le multiformi tipologie di gruppi appartamento e di comunità alloggi presenti in Piemonte, con gruppi appartamento in cui sono presenti funzioni terapeutiche-riabilitative erogate da professionisti, e non solo socio-assistenziali.
Vi è un quesito, a tutto oggi ancora irrisolto, da parte delle associazioni dei familiari e degli erogatori, per sapere se entro il 2 dicembre, data ultima di presentazione della richiesta dell'autorizzazione questi gruppi appartamento debbano presentare una richiesta d'autorizzazione per essere SRP3, oppure possono chiedere un'autorizzazione per essere SRP2.
Ci dev'essere una risposta chiara e precisa da parte dell'Assessorato perché, stando alla delibera, documento ufficiale ed istituzionale con cui l'Assessore e la Giunta hanno affrontato la questione, dovrebbero chiedere l'autorizzazione per essere SRP3.
Poiché in Commissione si è detto che si valuterà a seguire, nell'arco del successivo anno, se ci saranno modifiche a salire verso un'assistenza sanitaria, oggi con l'interrogazione si vuole avere una risposta chiara ed evidente, magari con un'integrazione - se possibile - alla DGR, che possa stanare qualunque ansia e perplessità da parte degli erogatori privati e delle associazioni dei familiari.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ho già avuto modo di rispondere al collega Bono e anche ad altri suoi colleghi su questo tema, avendo dedicato due sedute della Commissione - una nostra interna - in cui il dottor De Micheli ha avuto anche modo di entrare nei particolari sulle modalità che intendiamo seguire per dare una soluzione al problema.
Ultimamente, come sappiamo, c'è stata anche una consultazione, in cui abbiamo avuto modo di intervenire di nuovo sul tema.
Ripeto, quindi, quanto ho avuto modo di dire in Commissione al Consiglio, che probabilmente non ha l'informazione completa come l'abbiamo noi che partecipiamo alla Commissione.
E' stata assunta quella delibera e poi è stata fatta una successiva modificazione. Credo valga anche la pena di dire, in quest'occasione, che non è prevista nessuna riduzione dello stanziamento per il settore della psichiatria. Lo dico perché si è diffusa quest'opinione; addirittura qualcuno ha immaginato o interpretato che i fatti recenti che sono capitati nella nostra città derivino da una riduzione di risorse. Non è assolutamente vero! Le risorse sono identiche nel 2015 e lo saranno anche nel 2016.
Per quanto concerne le risorse, quindi, non v'è alcuna penalizzazione per quanto riguarda la quota non a carico del Servizio Sanitario, la quota sociale, anche per il 2015 sarà garantita completamente e noi immaginiamo se non ci saranno resistenze, di trovare anche per il 2016 delle soluzioni che consentiranno di non gravare sui cittadini più di tanto per quanto riguarda la parte assistenziale.
Stiamo lavorando in questo senso, per uscire dal piano di rientro, che viene spesso banalizzato, con l'obiettivo di ottenere quell'autonomia che ci consentirà di dare risposte ad una fascia importante dell'opinione pubblica.
Ma sul tema di carattere specifico, il collega pone una questione puntuale e particolare di cui abbiamo discusso. Io, però, al di là della questione particolare, vorrei che si tenesse conto del fatto che l'operazione che è stata avviata (è ciò che ha detto in Commissione il dottor De Micheli) è praticamente questa: dobbiamo riorganizzare questo servizio, anche per quanto riguarda i gruppi d'appartamento. Dobbiamo fare in modo che siano accreditati: chi viene pagato dal sistema sanitario deve essere una struttura accreditata. E non era così (credo che anche il collega Bono sia d'accordo su questo).
Tuttavia, per fare quest'operazione è chiaro che bisogna invertire rispetto al passato: la prima esigenza che abbiamo è quella di capire oggi, qual è la domanda in questo settore, ossia - partire dal paziente.
Perché prima di decidere come deve essere l'offerta sanitaria - cioè quello che la Regione comprerà, per garantire una domanda in questo settore bisogna capire realmente qual è la domanda. Stiamo quindi partendo - questo è il primo dato - dalla presa in carico del paziente: vogliamo sapere qual è la situazione paziente per paziente (da quanto tempo è in una struttura se ci sono stati dei miglioramenti oppure no) e, sulla base di questo decidere quale deve essere l'offerta.
Preferiamo, questa volta, partire dal paziente, ossia partire dalla domanda anziché dall'offerta, per evitare che la domanda poi venga adeguata alle esigenze dell'offerta.
Quali sono le modalità concrete? Anche in questo caso, mi richiamo al lavoro della Commissione: l'ultima volta abbiamo nuovamente lanciato un appello ai produttori e anche alle associazioni di partecipare ad un lavoro per entrare nel merito puntuale; perché se la questione si riduce alla solita contesa politica ("voi non dovevate fare quella delibera", eccetera eccetera) non si va da nessuna parte.
Abbiamo chiesto al dottor De Micheli di cominciare a sentire i produttori e c'è disponibilità a lavorare in tal senso. Lavoreranno i produttori e le associazioni; sulla base del lavoro e delle valutazioni che emergeranno, si deciderà di assumere, qualora necessario (e penso proprio di sì), le modifiche necessarie, che possono essere anche diverse.
Vi posso assicurare che, anziché essere un lavoro che possiamo esprimere noi sulle opinioni politiche, sarà un lavoro molto tecnico; sulla base di quello, evidentemente, assumeremo le dovute decisioni anche in ordine ai tempi.
In ogni caso, c'interessa risolvere il problema, così come ci chiede la Corte dei Conti (e non mi sembra un fatto banale), così come c'è stato chiesto, per anni e in modo irrisolto, da parte del Comitato di Monitoraggio del Ministero della Salute e dell'Economia.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 689 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Grave violazione del diritto allo studio e del carattere pubblico dell'istruzione presso l'Istituto Tecnico Economico Mossotti di Novara"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 689, presentata dal Consigliere Grimaldi, che la illustra.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto quest'interrogazione a risposta immediata ha già ricevuto una risposta di fatto, nel senso che il 22 settembre 2015 la Dirigente scolastica dell'Istituto Mossotti ha fatto circolare una nuova normativa interna alla scuola che prevedeva, in qualche modo, la trasformazione del contributo volontario in un contributo obbligatorio.
Cos'è successo? Si è inviata una circolare a tutte le famiglie e a tutti gli studenti, ricordando che chi non avrebbe sostenuto questo "contributo volontario", di fatto sarebbe stato escluso dalle gite e da tutte le attività extracurricolari. Tra l'altro, citando un decreto regio sosteneva quello che il Ministero più volte ha ribadito, e cioè che "facoltativo" vuol dire facoltativo, per cui non può mai diventare obbligatorio. Anzi, ad un certo punto, il Ministero precisa: "In primo luogo, non pare superfluo precisare che i versamenti in questione sono assolutamente volontari, anche in ossequio al principio di obbligatorietà e gratuità dell'istruzione".
Che cosa succederà nei giorni successivi? L'Unione degli Studenti ha presentato una vertenza al Provveditore agli studi, che, purtroppo, non ha risposto, spiegando che in qualche modo si pensava che il decreto regio fosse un qualcosa di dimenticato alle nostre spalle, anche perché citarlo per un contenuto obbligatorio in qualche modo ormai è fuori dalla nostra Costituzione repubblicana.
Grazie anche al deposito di quest'interrogazione e d'altre interrogazioni da parte di Parlamentari, qualche giorno dopo la preside pare lo abbia archiviato. Peccato che nel frattempo erano decorsi i termini, quindi la gran parte degli studenti aveva volontariamente o meglio, obbligatoriamente versato questo contributo.
All'Assessore Pentenero facciamo un'ulteriore precisazione: a noi risulta che questo sia uno dei tanti casi (forse, in questo caso, fatto in maniera più virulenta e anche più cattiva - posso dirlo? - nei confronti dei bambini e dei ragazzi di questo istituto). Perché rendere "obbligatorio" il contributo, vuole dire anche metterli in una lista nella quale le persone che non pagano sono fuori da quella istituzione, fuori dalle gite scolastiche, fuori dal meccanismo degli stage...
È una cosa intollerabile in questo Paese. Peccato - e lo dico all'Assessore, che immagino racconterà un altro pezzo della storia, cioè quella successiva - che ci siano tantissimi istituti che, proprio perch lamentano un sottofinaziamento da parte delle Province, da parte dello Stato e magari della Regione stessa, stanno cercando di rendere questi contributi facoltativi sempre più obbligatori, magari redigendo proprio degli elenchi di persone che non pagano, o magari invitando le persone a non partecipare alle offerte extracurricolari visto che non hanno messo la scuola nelle condizioni di poter svolgere le proprie attività.
Il senso di quest'interrogazione è quello di chiedere all'Assessore e al Presidente Chiamparino di mandare un messaggio a tutti i presidi che surrettiziamente, stanno utilizzando questa normativa in maniera errata.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
In merito alla questione specifica, intanto occorre precisare che in data 1° ottobre il Dirigente dell'Ufficio Scolastico Territoriale di Novara ha inviato una lettera alla preside chiedendo di chiarire in merito alla questione.
La preside ha risposta in data 2 ottobre, dicendo che probabilmente c'era stato un fraintendimento rispetto alle circolari che erano state fatte sul contributo volontario e che il contributo è da intendersi assolutamente volontario e non obbligatorio, chiedendo anche scusa alle famiglie e agli studenti. Quindi il fatto specifico è stato affrontato e credo risolto.
E' evidente che c'è un trend complessivo, da parte dei dirigenti, in modo particolare delle scuole superiori, di richiesta di un contributo aggiuntivo per il funzionamento non tanto della quotidianità quanto dell'integrazione dell'offerta formativa.
Credo che, per trasparenza, sia necessario chiedere a tutti i Dirigenti scolastici che specifichino in modo chiaro e preciso che trattasi di contributo volontario e non di contributo obbligatorio; che nel modo più assoluto non deve essere identificata alcuna forma di discriminazione alla partecipazione delle attività previste dal piano scolastico della scuola stessa. Quindi, con il Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale, che ha competenza diretta, cercheremo di specificare ancora meglio e, pertanto, di avere garanzia su un fatto: nel momento in cui il Consiglio d'Istituto richiede un'integrazione contributiva questa ha assolutamente il carattere di volontarietà.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pentenero.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 11.06 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 11.08)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Balocco, Chiamparino, Conticelli Ferrero e Valmaggia.


Argomento:

b) Ricevimento Consiglieri comunali Comune di Casale Monferrato


PRESIDENTE

Informo che oggi, alle ore 13.15, presso il mio ufficio, ricever alcuni Consiglieri comunali di Casale Monferrato che, insieme con una piccola rappresentanza, presenteranno le oltre 7.000 firme raccolte e ne illustreranno brevemente le finalità: "Contro la chiusura delle attività interventistiche presso la Clinica Sant'Anna in Casale Monferrato a sostegno del potenziamento della sanità casalese".


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Situazione Ospedale Oftalmico" presentata dai Consiglieri Vignale Porchietto, Berutti, Marrone, Bono, Bertola, Gancia, Pichetto Fratin Graglia, Sozzani, Ruffino e Batzella (Atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 495; mozione n. 495)


PRESIDENTE

La seduta è convocata in sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale, con l'esame del punto 2) all'o.d.g., inerente a "Situazione Ospedale Oftalmico".
Chiedo chi vuole intervenire per l'illustrazione.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
La mozione verrà illustrata dal Consigliere Vignale.
Io, invece, volevo chiedere a lei, Presidente, a tutta l'Aula e a tutti i Consiglieri se è possibile che venga accolta una delegazione in difesa dell'Ospedale Oftalmico. Chiedono se possono essere ricevuti dall'Assessore e anche dai Consiglieri che ne vogliono prendere parte al termine della seduta, oppure quando lo riterrete opportuno, perché ci sono tante persone che avrebbero bisogno di parlare e di essere ascoltate. Grazie.



PRESIDENTE

E' chiara la richiesta.
Il Consiglio è stato già pianificato e programmato per oggi, per lasciatemi qualche minuto, poi vi darò la risposta, ma solo ed esclusivamente eventualmente, a seconda delle disponibilità, dopo la chiusura del Consiglio, che terminerà alle ore 13, perché questo è l'accordo cui si è pervenuti in sede di Conferenza dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nell'illustrare l'ordine del giorno, tengo a svolgere una premessa perché, senza grandi poteri di vaticinio, oggi si rischia che la discussione sulla garanzia di servizi sanitari alla nostra regione verta su "di chi è la colpa". Partendo dal presupposto che a noi non interessa di chi è la colpa, segnaliamo anche un altro aspetto, così cerchiamo non tanto di prevenire, perché non sempre la prevenzione è possibile, ma di mettere i puntini sulle "i" su quanto è avvenuto.
Nell'aprile 2012, è stato approvato in Consiglio regionale quello che viene definito l'emendamento "salva Oftalmico" e vi è stata una serie di dichiarazioni favorevoli rispetto all'emendamento che è stato approvato quella del Presidente Laus, quella del Vicepresidente Reschigna, quella del collega Boeti e anche quella del sottoscritto, che era il presentatore di quell'emendamento.
Cosa diceva l'emendamento che oggi, lo ricordo, è presente all'interno del nostro Piano socio-sanitario (l'emendamento recitava, quindi il nostro Piano Socio Sanitario recita)? L'Ospedale Oftalmico doveva essere, qualora necessario, trasferito nella futura e costruenda Città della Salute, tant'è che il collega Laus e il collega Boeti dicono: "Visto che nel documento di programmazione continuavamo a leggere che si trattava di un ospedale da dismettere e da trasferire senza alcun accenno alla destinazione futura c'è parsa una scelta inaccettabile che abbiamo contrastato e, alla fine Giunta e maggioranza hanno dovuto fare un passo indietro, perché una mobilitazione dell'Oftalmico in tempi brevi sarebbe servita solamente per far lievitare i costi e a penalizzare i servizi".
Detto ciò, perché abbiamo voluto convocare un Consiglio straordinario ancorché questa maggioranza si sia già espressa e si sia espressa la Giunta con la delibera n. 1-600, che ha sostanzialmente cancellato dalle strutture sanitarie l'Oftalmico? Successivamente, si è espressa la maggioranza respingendo due ordini del giorno che le opposizioni avevano presentato nel mese di luglio, ma, soprattutto, la certificazione di quanto era inevitabilmente atteso l'abbiamo avuta dagli atti aziendali, nel senso che all'interno dell'Oftalmico non soltanto operano 30 medici e tutto il personale, ma tutto questo personale è oggi organizzato, come sempre avviene all'interno delle strutture sanitarie, in Strutture Complesse e in Strutture Semplici.
Gli atti aziendali, che non potevano fare altrimenti - perché è la delibera n. 1-600 che dice quello - hanno cancellato tutte le cinque Strutture Complesse che erano presenti all'interno dell'Ospedale Oftalmico senza ripartirle in nessun altro ospedale della nostra provincia, ma questo lo vedremo in seguito.
Allora, era inevitabile convocare una sessione straordinaria.
Ricordiamo non solo che cos'è l'Oftalmico, ma qual è il bacino di servizio per i pazienti piemontesi, di Torino e della provincia dell'Oftalmico.
Nel 2014, all'Oftalmico sono stati compiuti più di 14 mila interventi chirurgici, oltre 60 mila interventi in visite diagnostiche e oltre 50 mila passaggi in pronto soccorso.
Chi sono i beneficiari del Presidio sanitario di via Juvarra? I beneficiari sono per il 22% cittadini che risiedono nell'ASL1, quindi teoricamente vicini al Presidio Oftalmico; il 21% sono cittadini che risiedono nell'ASL2 (quindi, sempre nella nostra città); poi, abbiamo una percentuale superiore al 20%, cioè il 22%, che vive nella TO3 (Val di Susa Val Sangone, Pinerolese); il 14% che vive nella TO4 (Ciriacese, Valli di Lanzo e Canavese) e il 9% che vive nella TO5, quindi la parte sud della pianura di Torino (Carmagnola, Moncalieri e Chieri, per intenderci).
E quali sono le situazioni che oggi vivono quelle realtà, cioè tanto quelle torinesi ma anche quelle provinciali? Quali sono i tempi d'attesa per esempio, per una visita specialistica all'interno di quei Presidi? Potrei citarveli perché sono sul sito della Regione Piemonte, con un'avvertenza, Assessore: i dati di pubblicazione che noi riuscimmo ad ottenere sono del 2013, quindi andrebbero anche aggiornati. Cioè, la vostra Giunta non ha mai aggiornato i dati relativamente alle prestazioni ed è un obbligo che deriva, prima, da una mozione e, poi, da una DGR della Giunta regionale, quindi è un compito farlo. Al di là di questo, solo in termini di trasparenza, cosa ci dicono i dati del 2013, che, ahimè, non sono migliorati, anzi, sono peggiorati? Ci dicono che occorrono mediamente 150 giorni, per arrivare anche a più di 300, per una visita specialistica. Per esempio, per quello che forse è l'intervento numericamente più significativo all'interno dell'Ospedale Oftalmico, ma di tutte le strutture di oculistica all'interno della nostra regione, chi si opera di cataratta oggi ha prenotato la visita tra aprile e settembre-ottobre di un anno fa, cioè nel 2014. Pertanto, arriviamo a superare anche i 400 giorni per un intervento di cataratta, certo non le urgenze.
Nella lettura dei dati, consiglio anche di non guardare il privato perché è evidente che il privato dice: "In un giorno, presso la struttura 'XY' fai la visita". Sì, in un giorno, fintanto che hanno le disponibilità economiche; finite le disponibilità economiche, non si tratta più di un giorno, ma si arriva anche a 220 giorni d'attesa.
Ritengo, pertanto, che occorra investire nel settore dell'oculistica perché in quest'ambito, molto più che in altre realtà regionali, in termini di visite diagnostiche e di interventi abbiamo tempi decisamente più lunghi. Invece, si decide di chiudere l'Oftalmico.
E allora, qual è la scelta relativa alla chiusura dell'Oftalmico? Intanto, ve n'è una che ha ricordato l'Assessore, nell'ultimo intervento in risposta ad un'interrogazione dei colleghi del Movimento 5 Stelle relativa al superameno del polo monospecialistico. Anche da questo punto di vista occorre intendersi: l'Assessore, la settimana scorsa in Commissione e in moltissimi altre situazioni, ha fatto presente come sia necessario superare gli interventi nei piccoli ospedali, perché laddove (questo lo dice la letteratura internazionale, non solo l'Assessore) esiste una piccola casistica, il rischio per i pazienti è anche maggiore.
Questo è un po' come il mantra dei Piani di rientro, del "difendete i primariati", ecc.
Ma allora, se questa tesi vale, dovrebbe valere ancor più per un ospedale monospecialistico, che effettua un numero significativo di interventi che nessun'altra struttura, in tutto il Piemonte, effettua. Non casualmente è un riferimento regionale e non casualmente, quando la Città della Salute ha un'urgenza, il soggetto di riferimento è l'Ospedale Oftalmico, e non viceversa.
Secondo quest'assioma, il modello monospecialistico dovrebbe essere un sistema che funziona. Non solo, guardiamo cosa accade nel mondo, altrimenti richiamo di vivere nel nostro provincialismo o secondo principi che sento dai tempi dell'Assessore Valpreda in poi: l'ospedale monospecialistico (però solo quello oculistico, non gli altri) è superato.
Quali sono gli ospedali monospecialistici, per esempio nell'oculistica? Sono i più prestigiosi servizi ospedalieri legati all'oculistica: l'Ospedale di Losanna, di Miami, di Londra, lo stesso ospedale di Roma, il Karolinska Institutet svedese. Insomma, tutti i più grandi centri in cui vengono effettuati i più importanti interventi sono monospecialistici. La Regione Lazio aveva compiuto una scelta simile alla nostra, ma è tornata indietro; la Regione Lombardia sta ragionando (è al termine del percorso) se creare un polo monospecialistico.
Il problema di cui discutiamo, però, non riguarda solo l'oftalmologia: se l'ospedale monospecialistico è superato, allora è superato il CTO, è superato il Regina Margherita, il Gaslini, l'ospedale oncologico di Candiolo. Tutti gli ospedali monospecialistici piemontesi e italiani sono superati, altrimenti si tratta di una scusa non scientifica, dietro la quale, in qualche modo, nascondersi.
Se - noi riteniamo - il problema non è scientifico, quale può essere l'altra motivazione per cui una Regione interviene chiudendo degli ospedali, o meglio trasformando dei servizi che oggi sono ospedalieri in servizi non ospedalieri, ma esclusivamente ambulatoriali o - come l'Assessore ha più volte ricordato - una Città della Salute, quindi un poliambulatorio? La motivazione è relativa ai costi.
Vogliamo ricordare quali sono stati i costi sostenuti per l'Ospedale Oftalmico? Ricordo che rispetto a via Cherasco, non come ha detto l'Assessore (un passante), ma il Direttore generale, insieme al Direttore sanitario, in seguito ad una visita autorizzata o meno (i soggetti che hanno più titolo per svolgere questo tipo d'attività) si sono recati in via Cherasco e hanno dichiarato agli organi di stampa, nel mese di luglio, che quella struttura non è idonea ad ospitare l'Oftalmico. Certamente non è idonea ad ospitarlo tutto, ma quanto è stato speso negli ultimi anni? Circa 20 milioni di euro per fare dell'Oftalmico - soprattutto all'interno magari un po' meno all'esterno, ma quella è la facciata - uno dei presidi che in termini di non vetustà (anzi, nuove sale operatorie), in termini di interventi energetici, in termini di sicurezza e quant'altro ha avuto il maggiore numero di investimenti.
Al di là degli investimenti sostenuti, quanto servirebbe per spostare l'ospedale Oftalmico in un'altra sede? Ipotizziamo che via Cherasco sia capiente: quanto serve per spostare l'Oftalmico in un'altra sede allestendo le nuove sale operatorie, predisponendo i nuovi servizi e quant'altro? Un numero smisurato di milioni di euro. Quindi, è economico? Da questo punto di vista, no. E' economico da un punto di vista dei costi andando a sparpagliare il servizio sul territorio? No, non fosse altro per alcuni servizi che non garantiremo più. Evidentemente, non garantiremo più un pronto soccorso h24; non saremo più in grado di garantirlo.
E allora - badate - il nostro timore non è soltanto - e termino - lo "spezzatino", perché è evidente che chiudendo il polo di via Juvarra, i clinici, coloro i quali lavorano, i dipendenti infermieristici e quant'altro saranno assegnati ad altri settori. Non è solo l'aspetto dello "spezzatino", che è inevitabile, perché nel momento in cui si chiude un ospedale, stante le situazioni ad oggi, non c'è un altro luogo dove trasferirlo interamente.
Noi siamo contrari per un motivo, che è soltanto economico. Continuiamo ad essere favorevoli al trasferimento presso la Città della Salute, perch quando si fa un nuovo ospedale, occorre che questo abbia una branca rappresentata anche dall'oftalmologia, e l'Oftalmico, all'interno della nuova Città della Salute, rappresenta l'hub dell'oftalmologia piemontese in termini d'eccellenza. Siamo contrari per una questione di costi, perch ovunque lo spostiamo, dobbiamo sostenere una quantità di spese che non sono giustificabili.
Siamo contrari per una questione di servizi, perché ovunque oggi lo spostiamo - rispetto almeno a quelle che sono le indicazioni attuali - non c'è una struttura in grado di ospitarlo interamente, quindi si perde il pronto soccorso, si perde un'équipe h24 che nessun altro oggi è in grado di garantire in Piemonte, salvo l'Ospedale Oftalmico.
E allora qual è la motivazione? Perché o uno ha una vocazione al martirio (è possibile tutto, nella vita), oppure ci deve essere un motivo per cui uno fa una scelta. E il motivo - ahimè - non può essere che quello di natura economica. In realtà, cioè, il personale che oggi all'Oftalmico si dedica esclusivamente ad attività e interventi riguardanti la prevenzione di malattie, la cura, l'intervento diabetologico, la riabilitazione visiva (tutto quello che può essere contenuto), venendo sparpagliato eroga meno servizi e meno produzione sanitaria. Questo rappresenta inevitabilmente un risparmio per l'Amministrazione e un'erogazione inferiore di servizi per i cittadini piemontesi.
Questo si deve sapere.
Io, dell'Assessore Monferino rispettavo un fatto, e ho terminato davvero: quando prendeva una decisione, che poteva anche modificare, com'è accaduto con l'Ospedale Oftalmico, aveva almeno la dignità di difenderla.
Vede, Assessore, la risposta che lei ha dato 15 giorni fa ("l'Oftalmico verrà trasferito interamente in un unico luogo e non verranno meno i servizi"), ad oggi non è realizzabile.
Noi abbiamo una situazione paradossale in cui, essendo stato approvato l'atto aziendale, ad oggi non abbiamo neanche le strutture complesse esistenti né all'interno dell'Oftalmico né da altre parti. E non mi dica perché siamo un po' stufi delle solite tre risposte a qualunque piano le si ponga - che difendiamo i primariati, perché le linee guida che voi avete scritto individuano l'organizzazione della sanità con le strutture complesse e le strutture semplici, e che non c'è altra modalità per farlo ma queste strutture complesse e queste strutture semplici oggi non sono previste, poiché non sono né nell'atto aziendale né al Martini né alla Città della Salute né da qualche altra parte: non ci sono più.
L'Ospedale Oftalmico e i suoi dipendenti (dai responsabili di strutture complesse a scendere) sono dei fantasmi che operano all'interno di una struttura a tempo. E allora credo che, com'è stato fatto precedentemente ci vada un po' di coerenza rispetto alle scelte.
Quando presentai l'emendamento che, sostanzialmente, consentì all'Ospedale Oftalmico di rimanere dov'è oggi, ero in maggioranza, non ero all'opposizione, e il mio emendamento venne approvato non all'unanimità dei presenti: venne approvato da una maggioranza che era fatta da una parte di colleghi che l'avevano condiviso e una parte (la totalità) di colleghi dell'opposizione che, perché ci credevano o per motivi strumentali, lo fecero diventare una modifica sostanziale al Piano Socio Sanitario.
La cosa che noi vi chiediamo è di avere la stessa coerenza: non si pu cambiare idea dopo tre anni. Se l'Oftalmico è - tanto poi avrò la replica tutto quello che avete dichiarato, oggi non può essere una cosa diversa. E allora, quando si gestisce la cosa pubblica, bisogna certamente avere a cuore l'interesse dei cittadini e delle risorse dei cittadini - devo dire che noi un intervento significativo l'abbiamo fatto e l'abbiamo anche pagato elettoralmente - ma bisogna anche avere un minimo di coerenza rispetto a ciò che si dice. Altrimenti, se poi le persone pensano che quando noi parliamo sono solo chiacchiere e niente di più, qualche volta dobbiamo anche dargli ragione.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Scusate, signori, purtroppo il Regolamento non ve lo permette.
Vi comprendiamo, però non si può applaudire in Aula.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
A nome di tutto il Gruppo del Movimento 5 Stelle, sono a ribadire ancora una volta la nostra contrarietà.



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, collega.
Dimenticavo di comunicare all'Aula e a chi ci ascolta che alle ore 13.30, presso la Sala Viglione, il sottoscritto e l'Assessore Saitta offrono la disponibilità a un breve confronto con una delegazione. I Consiglieri interessati possono recarsi in Sala Viglione.
Prego, collega Batzella, continui pure.



BATZELLA Stefania

Come dicevo, noi del Movimento 5 Stelle siamo qui per ribadire ancora una volta la contrarietà alla chiusura dell'Ospedale Oftalmico e allo smembramento di tale presidio. Vi ricordo che l'Oftalmico è un ospedale d'eccellenza e di riferimento regionale per l'oculistica. Inoltre, è uno dei maggiori centri per la diagnosi e la terapia medico-chirurgica della retina e del trapianto di cornea. In questo presidio ci sono diversi studi diversi centri d'eccellenza: il centro per lo studio del glaucoma, per la chirurgia vitreoretinica, la traumatologia oculare, l'oftalmoplastica, il trapianto delle cornee, ecc. Ci sono veramente molte attività, fra le quali ricordiamoci che sono molto importanti la riabilitazione visiva di primo livello e quella di secondo livello regionale.
Il collega Vignale ha parlato di presidi d'eccellenza che sono sparsi nel resto del mondo e ha citato rilevanti ospedali monospecialistici: uno dei più importanti è il Moorfields Eye Hospital di Londra, come l'Hopital Jules Gonin di Losanna, poi c'è il Karolinska University Hospital che si trova in Svezia e poi ce n'è uno di rilevanza mondiale a Miami. Sapete qual è la cosa che ci fa più riflettere? Che la Regione Lombardia sta studiando e sta cercando di progettare - l'ospedale monospecialistico in oculistica ha ispirato tutti gli operatori sanitari e le istituzioni - un grande ospedale monospecialistico di oculistica nell'area metropolitana milanese.
Qua in Piemonte vogliamo chiudere e smembrare un ospedale monospecialistico d'eccellenza, mentre la Regione che ci è accanto, di confine, la Regione Lombardia, invece, sta prendendo in seria considerazione l'idea di poter costruire un ospedale monospecialistico. Qui in Piemonte, a quanto pare, la situazione è completamente differente.
Vi ricordo che l'ospedale Oftalmico è anche sede di scuola di specializzazione d'oftalmologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Torino; non solo, ma ci sono anche i corsi di laurea in ortottica e assistenti in oftalmologia. Poi, all'interno del presidio ci sono anche altri servizi d'eccellenza: i laboratori analisi, la radiologia il servizio di medicina interna, il servizio di diabetologia e il servizio di cardiologia.
Un altro elemento importante che bisogna mettere in evidenza è l'organizzazione dipartimentale. L'ospedale ha un'organizzazione di tipo dipartimentale e si svolge secondo i seguenti principi: c'è l'utilizzo a livello dipartimentale dei posti letto e delle sale operatorie, c'è la condivisione di tutte le apparecchiature di diagnosi e di terapia, c'è anche la condivisione di tutto il personale.



(Alcuni Consiglieri espongono sul proprio banco una cartolina recante una scritta di protesta contro la chiusura dell'Ospedale Oftalmico)



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Batzella.
Gentilmente, a titolo di cortesia, chiedo ai Consiglieri di togliere le cartoline perché non si possono esporre, non per volontà mia, ma solo ed esclusivamente perché c'è un Regolamento. Io, quando leggo il Regolamento sono abituato a leggerlo tutto. Pure io ho la cartolina, ma non ho detto niente e so che non la posso esporre in questa sede. Di conseguenza riponiamo le cartoline. Grazie per la vostra compostezza.
Prego, collega Batzella, continui il suo intervento.



BATZELLA Stefania

Parlavo dell'organizzazione dipartimentale, che comporta anche il lavoro in équipe: c'è anche la condivisione di tutto il personale medico e anche del personale infermieristico. Questo tipo d'organizzazione ha consentito finora al presidio di effettuare un elevato numero di prestazioni chirurgiche, di ricovero ambulatoriale e di pronto soccorso, a fronte di un numero limitato di operatori. Che cosa significa? Che c'è stato anche un risparmio e continua ad esserci un risparmio. Cioè noi abbiamo dei medici, dei professionisti, degli operatori sanitari infermieri, tutti, nessuno escluso, che lavorano in équipe, e questo presidio va avanti grazie all'impegno, alla buona volontà, alla dedizione e alla professionalità di questi professionisti, che voi avete sempre sottovalutato e non avete mai coinvolto.
Prima di prendere delle decisioni, fuori c'era uno slogan che diceva: "Basta con i politici che non ascoltano i cittadini!". Ebbene, è giunto il momento di ascoltare i cittadini e di ascoltare anche gli operatori, perch questi operatori - qui in aula oggi sono presenti cittadini, pazienti medici, infermieri, caposala, sindacalisti, ci sono varie figure - vogliono delle risposte, vogliono delle garanzie, anche perché voi finora avete penalizzato fortemente l'ASL-TO1 chiudendo l'Ospedale Valdese e volete fare la medesima cosa chiudendo anche l'Oftalmico.
Vorrei sapere quali sono i risparmi, vorrei proprio vederli sulla carta quali sono i risparmi dello smembramento di un ospedale d'eccellenza.
Quando in Italia le cose funzionano bene, arrivano i distruttori. Dove passa lei, Assessore Saitta, distrugge tutto con le sue mani di forbice! E' ora di finirla con i tagli. I cittadini vogliono delle risposte e voi non siete niente e nessuno per assumere decisioni scellerate e azzardate in questo modo. Parlate sempre di risparmi, ma quale risparmi! Vorrei vedere sulla carta, nero su bianco, quali sono i risparmi. Risparmi non ce ne sono.
Vi racconto una storia che avete iniziato voi. Inizialmente, una parte delle attività dell'Ospedale Oftalmico era destinata in una struttura di via Cherasco. Non sapevamo in che condizioni fosse la struttura e se poteva contenere le parti delle attività, ma lo sappiamo benissimo che non poteva contenere parte delle attività. Di giorno cosa sarebbe avvenuto all'interno di quella struttura di via Cherasco? Una batteria di laboratori. Se i pazienti, la sera, avessero avuto bisogno, si sarebbero dovuti rivolgere al pronto soccorso delle Molinette. Quindi una parte in via Cherasco e una parte alle Molinette, Città della Salute. In seguito c'è stato un sopralluogo da parte del Direttore sanitario e del Direttore generale, i quali hanno dichiarato la non idoneità dei locali, quindi l'Assessore ha dichiarato la non idoneità della struttura. C'erano parecchi lavori di ristrutturazione da fare, quindi un incremento notevole ed ulteriori costi.
Noi le notizie le apprendiamo dai giornali, figuriamoci se la Giunta si confronta con la Commissione competente, si confronta con i Consiglieri regionali e ancora meno con i Consiglieri d'opposizione. Questa Giunta non si confronta, sembra di essere in un sistema dittatoriale, più che democratico, dove si decide in pochi: decide la Giunta e il Consiglio viene bypassato! Questo è quello che succede da quando c'è la Giunta Chiamparino quindi da un anno e mezzo.
Non potendo utilizzare la struttura di via Cherasco, allora una parte d'attività saranno destinate alle Molinette, Città della Salute e della Scienza, e una parte al San Giovanni Bosco. Vi rendete conto che non siete più credibili? Anche quando, Assessore, rilascia dichiarazioni del tipo "non facciamo tagli", "non declassiamo", "non chiudiamo". Allora siamo tutti pazzi? Tutte le persone che manifestano, che si lamentano, che sono qui presenti, sono tutte pazze? Decidiamo di manifestare tanto per manifestare? Ci sono dei motivi specifici. Noi non possiamo assolutamente chiudere quest'ospedale perché quest'ospedale è stato completamente ristrutturato, sono stati spesi milioni di euro presi dalle tasche dei contribuenti e dei cittadini. Tutti i cittadini pagano le tasse sulla sanità.
Credo che tutti i cittadini abbiano il diritto di poter usufruire dei servizi. Ci sono cinque sale operatorie nuove, tre ristrutturate nel 1998 una nel 1996 e l'ultima è stata ristrutturata nel 2004. Mi chiedo: se si decide di trasferire tutte le attività, parlando di sale operatorie, tutta la strumentalizzazione, tutti gli apparecchi delicati che svolgono particolari funzioni rispetto ad altre apparecchiature, come verranno trasportati? Quanti soldi dovremmo dare alle ditte dei traslochi? Faccio un esempio. Due anni fa, quando è stato chiuso l'Ospedale Valdese è stata trasferita una TAC dal Valdese all'Oftalmico. Per questo trasferimento - il percorso tra i due ospedali è limitato, non stiamo parlando di un chilometraggio ampio - ci sono voluti 1.800 euro. Quanto spenderemo? Quali saranno i costi per il trasferimento? Avete la certezza di garantire il proseguimento e la continuità di tutte le attività? Credo proprio di no.
In questo modo mandate in confusione i cittadini. Stiamo parlando di persone che hanno patologie particolari. Pensate ai non vedenti sballottati da una parte all'altra della città. Per fare un certo tipo d'esame devono andare al San Giovanni Bosco, ma per farne un altro alle Molinette.
Vi rendete conto di quello che state facendo? Cercate di rinsavire finché siete in tempo! Ascoltate i cittadini, ascoltate gli operatori, i professionisti che ci hanno fornito un sacco di documentazione e hanno dato la documentazione all'Assessore. E l'Assessore cosa fa? L'Assessore continua a rifiutare gli incontri, non si presenta alle manifestazioni, non risponde agli operatori. E' così! E' ora di dire basta! Non possiamo più andare avanti così. Ascolti! Non vuole ascoltare la Consigliera Batzella una Consigliera d'opposizione rompiscatole perché fa opposizione? Ascolti i cittadini, ascolti i professionisti.
Ogni volta che entro in quell'ospedale mi piange il cuore. Sono andata l'altro giorno ed era strapieno. C'erano molte persone in attesa di essere visitate, il personale è gentile. Vi ricordo che ci sono 54.000 passaggi di pronto soccorso l'anno, ci sono oltre 14.000 interventi chirurgici l'anno.
Ricordate tutto questo, non dimenticatelo! Una cosa importante. Le infezioni ospedaliere, cosiddette nosocomiali.
Se noi pensiamo alle infezioni ospedaliere.



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, aveva dieci minuti.



BATZELLA Stefania

Mi concedono del tempo i colleghi del mio Gruppo perché non tutti intervengono.



PRESIDENTE

Non si può, l'unico che può concedere ulteriore tempo sono io e glielo concedo.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente, non avevo dubbi della sua gentilezza.
Dicevo, pensate alle infezioni ospedaliere. Il tasso d'incidenza mondiale in chirurgia oculistica è dello 0,7-0,13%, all'ospedale oftalmico il tasso d'incidenza è dello 0,013%. Che cosa significa? Che nel numero totale di interventi chirurgici - nel 2014 sono stati 14.634 - ci sono state solo due infezioni ospedaliere. Andate a cercare, documentatevi anche nella letteratura clinica se ci sono altri presidi che hanno una percentuale così bassa, al di sotto della soglia, come l'Ospedale Oftalmico, che in questo primo semestre del 2015 ha avuto un incremento delle attività. Ha avuto un più 14% nel totale degli interventi chirurgici ha avuto un più 4% per quanto riguarda gli interventi di cataratta, quindi sono aumentati rispetto allo scorso anno del 4% in più. Molto importante da sottolineare è che c'è stato un incremento del 40% per quanto riguarda le intravitreali rispetto al 2014. Immaginate: stiamo parlando di un ospedale d'eccellenza e poi vogliamo chiuderlo e smembrarlo.
Ancora, vi volevo parlare degli altri servizi. Se penso al centro di riabilitazione visiva, che è molto importante soprattutto per i non vedenti, le prestazioni effettuate nel 2014 sono state 8.082. Pensate quante ce ne sono state. Il laboratorio analisi presente all'interno del presidio ha eseguito 505 mila prestazioni; la radiologia 26.900 prestazioni, di cui 3.977 TAC. Se parliamo di numeri relativi alle prestazioni, ci stiamo dentro alla grande.
Diabetologia e malattie del ricambio, 22.451 prestazioni! Ricordatevi che è il centro di riferimento regionale per retinopatia diabetica. E' molto importante, ricordatelo; a questa struttura afferiscono anche i pazienti che sono residenti non soltanto a Torino, ma nelle varie Province del Piemonte.
Cardiologia, 8.800 prestazioni; medicina interna, oltre 10.000 prestazioni.
Ma voi vi rendete conto di ciò che stiamo parlando? Poi, i costi. Nel 2014, la produzione è stata di 20 milioni di euro. I costi di produzione sono stati di 6.781.000 euro e i costi del personale oltre 12 milioni di euro, per un totale di 19 milioni di euro circa. C'è stato un risparmio addirittura di un milione di euro! Quindi, in quell'ospedale sono bravi, risparmiano, lavorano con gran professionalità, lavorano bene, perché svolgono un servizio d'eccellenza, e risparmiano pure! Noi cosa facciamo? Invece di premiare questi professionisti chiudiamo l'ospedale, li penalizziamo. E' questo quello che vogliamo garantire ai cittadini? E' questo il nostro ruolo politico? E' questo quello che deve fare un'assemblea legislativa, che rappresenta tutto il Piemonte? No, non è questo, signori. Non è questo.
Chiedo a tutti i presenti e a tutti i miei colleghi Consiglieri anche delle altre Regioni di riflettere tutti bene e a lungo e di ragionare con la vostra testa, di non prendere ordini, come si dice, di "scuderia" e di partito. Ricordatevi che ciascuno di noi può avere bisogno e se non abbiamo bisogno noi, possono avere bisogno i nostri familiari, i nostri amici chiunque! E chiunque di voi appoggi questa scelta scellerata è complice di questo scempio e sono complici di questa scelta anche coloro che tacciono.
Veramente, faccio un appello accorato, dal profondo del cuore: riflettete, cerchiamo di salvare quest'ospedale finché siamo in tempo! Assessore, veramente, rinsavisca, deve cercare di rinsavire! Mi viene in mente l'Orlando furioso che doveva bere la pozione magica per rinsavire. Finché è in tempo lo faccia, Assessore! Lo faccia, perch lei oggi è Assessore e domani non sarà più su quella poltrona, se lo ricordi. Grazie.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Questo vale per tutti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Sandro Pertini" di Giaveno (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "Sandro Pertini" di Giaveno in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Situazione Ospedale Oftalmico" presentata dai Consiglieri Vignale Porchietto, Berutti, Marrone, Bono, Bertola, Gancia, Pichetto Fratin Graglia, Sozzani, Ruffino e Batzella (Atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 495; mozione n. 495) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con il dibattito relativo a "Situazione Ospedale Oftalmico".
La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Sarò meno accalorato, ma garantisco che userò la mia testa, non avendo preso ordini di scuderia ed essendo poco avvezzo agli stessi.
Credo che ci sia un pregiudizio di fondo e capita spesso quando parliamo di sanità, vediamo un punto e non vediamo un sistema. Il sistema è quello sanitario regionale, quindi è evidente che parlare della chiusura dell'Ospedale Oftalmico come di un'amputazione e di una perdita perenne di servizi è un'operazione non corretta, perché stiamo ragionando all'interno di un percorso. Peraltro, in tale percorso troviamo - cosa che accade raramente - una coerenza bipartisan che è ineccepibile.
Io devo leggere, e lo farò soltanto in quest'occasione, una nota al Piano Socio Sanitario Regionale adottato il 3 aprile 2012 dalla Giunta Cota, dove si dice: "Vista la sempre maggiore necessità di organizzazione multiprofessionale nella gestione efficace della moderna medicina l'Oftalmico è destinato ad essere inserito nell'ambito di un contesto ospedaliero dotato di tutte le attività specialistiche complementari, ad oggi identificato nella futura Città della Salute. Fino ad allora l'attuale attività oftalmologia continuerà ad essere ospitata nel presidio di Via Juvarra". Questo veniva scritto in modo inequivocabile nel 2012.
Viene ripreso dalla deliberazione n. 1-600 del dicembre 2014 e viene poi trasferito negli atti aziendali di cui ci darà contezza l'Assessore, ma a noi risulta che sia l'atto aziendale della Città della Salute che quello della TO2 prevedano un hub di oculistica. Dunque, è del tutto evidente che c'è coerenza, ma soprattutto c'è un percorso all''interno del quale va vista la riconversione, perché non si tratta di chiusura.
Secondo elemento. I colleghi hanno parlato con convinzione personale del trend verso gli ospedali monospecialistici; penso che se facciamo una grossolana ricognizione della letteratura in proposito troviamo almeno altrettanta, se non maggiore, documentazione a favore di strutture integrate. Lo stesso percorso Città della Salute, che condividiamo perché è spesso una sollecitazione delle maggioranze attraverso mozioni e ordini del giorno, va nella direzione non di avere tre ospedali, diciamo, assemblati ma un unico ospedale che svolga anche funzioni di carattere specialistico.
Credo che questo sia un argomento, con tutto rispetto per le scelte della Lombardia, che lascia il tempo che trova, perché la letteratura va in tutt'altra direzione.
E' vero che l'ospedale è stato ristrutturato in modo sostanziale, ma è anche vero che la tecnologia oggi consente di svolgere prestazioni molto complesse in spazi estremamente ridotti e compattati; non credo che verranno smontati i pannelli fotovoltaici o l'impiantistica, ma credo che la struttura, così com'è, potrà servire ad attività che richiedono spazi più ampi di quelli utilizzati attualmente.
Terzo punto. Ho ascoltato con attenzione il collega Vignale, che ha fatto un'attenta disamina dei flussi che afferiscono all'Ospedale Oftalmico; ho sommato le percentuali che lui ha riportato: vuol dire che l'utenza è al 94% dell'area metropolitana. Il che vuol dire che serve un milione e 100 mila persone, dopodiché in Piemonte siamo quattro milioni e mezzo, il che significa che evidentemente la stessa attività può essere svolta anche in strutture a carattere territoriale, quindi non certamente monospecialistiche; non mi risulta che non si facciano interventi anche complessi a Cuneo, piuttosto che ad Alessandria, Novara o altre città.
Ha parlato anche di esiti e credo che la cataratta, così come altri interventi complessi siano interventi che sono consentiti ovviamente quando c'è il know how, quando c'è la competenza, in spazi e strutture, anche periferiche, proprio perché si tratta di interventi che hanno subito un'evoluzione estremamente rapida e tecnologica, alla portata di chiunque sappia lavorare con scienza e coscienza.
Inoltre, faccio notare che i codici non bianchi e non verdi sono il 2,5% e questi afferiscono a patologie complesse, alla traumatologia, alla neurologia, quindi evidentemente tutto quello che è la vera urgenza va affrontato in altra sede; lì si svolge un'attività che ovviamente pu essere svolta tranquillamente in altre sedi, magari anche con maggiore comfort della stessa utenza metropolitana.
Concludo, chiedendo garanzie all'Assessore sul fatto che l'attività venga mantenuta in tutte le sue articolazioni, finché non ci sono locali idonei. Si parla di un sopralluogo, ma mi risulta che sia stato fatto in condizioni non di perfetta intesa, quindi sicuramente ci sarà modo di tornare su una verifica dell'adeguatezza degli spazi destinati ad ospitare le due hub e chiediamo anche che ci siano indicazioni in merito al riuso della struttura e ad una gestione che consenta i risparmi e le economie di scala alle quali tutti ambiamo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
E' la seconda volta, nella giornata di oggi, che si parla di riuso di strutture ospedaliere che vorrebbero essere allocate altrove. Se n'è parlato prima nel mio question time relativo all'unificazione degli ospedali di Moncalieri, Carmagnola e Chieri con non molti elementi ed ora in relazione a questa struttura importante per Torino e per tutto il territorio piemontese.
Abbiamo sentito tantissimi numeri che fanno riflettere. Non mi ripeto ma cito soltanto i 44 minuti d'attesa per l'accesso diretto per i feriti (sicuramente significativi) piuttosto che i 26.000 passaggi di radiologia o i 22.451 per la diabetologia o le 10.000 prestazioni per la medicina interna.
Penso che si possa anche ribadire che un ospedale, che è stato costruito nella metà del XIX secolo, è stato sottoposto ad una ristrutturazione completa con i fondi dell'ex articolo 20. I 40 pannelli per il risparmio energetico sono sicuramente significativi, così come lo sono i cinque milioni di risparmio, dei quali una parte è legata all'incremento dell'attività chirurgica e una parte è legata ad interventi eseguiti in convenzione. Quindi, si sta parlando di cinque milioni di risparmio.
Penso che sicuramente tutti i Consiglieri presenti in Aula siano andati a leggere le relazioni ed i numeri, che sono significativi. Ho sentito prima.
E' quasi impossibile intervenire, Presidente. Io posso anche smettere di parlare.



PRESIDENTE

No, lei ha tutto il suo tempo.
Prego, Consigliera.



RUFFINO Daniela

Ho sentito qualche domanda che arriva anche da interessanti relazioni.
La prima è: perché chiudere un ospedale, come l'Oftalmico, che è necessario? Inoltre: perché lo si giudica superfluo? Direi che è quasi impossibile rispondere se leggiamo i dati della relazione del 2014 soprattutto se si parla di chiusure e se non viene detto, in modo preciso quali altri strutture sanitarie dovranno farsi carico della mole di lavoro svolta oggi dall'Oftalmico. E' veramente una mole notevole e sono sicura che chi interverrà dopo di me citerà i numeri al riguardo.
Verrebbe da dire che un ospedale deve essere chiuso perché è anti economico ed anche perché chi pratica la sanità e chi offre dei servizi non ha l'obbligo di una fabbrica, ossia di dare una resa, ma di curare. In secondo luogo, perché la sanità è un servizio dato ai cittadini, che viene finanziato dalla fiscalità generale - questo è un appunto importantissimo già pagata con le tasse. Quindi, la sanità non deve produrre ricchezza, ma deve essere gestita con oculatezza e senza sprechi ed essere, come abbiamo detto tante volte in quest'Aula, compatibile con i bilanci statali e regionali.
Ancora una domanda: perché un ospedale monospecialistico, se ben gestito, è un lusso che non ci possiamo permettere? Veniamo messi con le spalle al muro se c'è una decisione del genere.
L'altro punto che mi sono presa riguarda l'alternativa che si pone tra il morire di fame e perdere un occhio. Ma siamo davvero arrivati a questo punto e davvero il bilancio regionale non è in grado di dare una risposta in questo senso? Ancora un'altra domanda: come si fa a chiudere un ospedale dove ci sono cinque sale operatorie che funzionano e sono già state fatte tante spese legate all'ammodernamento, con un risparmio che ho citato prima, per andare a creare nuovi spazi in altri ospedali, che dovranno ovviamente essere adeguati o in ogni modo pensati e costruiti con l'ottica di trasportare le apparecchiature e ricompattare anche tutta un'attività.
Serve, Assessore, un preventivo di spesa; serve capire quali saranno i reali risparmi che verranno ipotizzati in questo Piano di riordino, perch se non si hanno questi, è assolutamente impossibile ogni confronto. Questo sicuramente a tutela del paziente, ma anche a tutela del personale che ha lavorato bene, con un grande impegno e con grande professionalità. In caso contrario, non saremmo riusciti ad avere questi numeri.
Credo possa far riflettere l'attenzione che, da parte dei piemontesi viene data alla sanità. Chiudo, citando la manifestazione che c'è stata sabato a Pinerolo e la necessità di avere delle risorse umane per poter rispondere agli atti aziendali di recente emanazione.
Pertanto, Assessore, la richiesta che facciamo è anche quella di dare le risposte alle domande che, in sintesi, ho cercato di esporre in modo chiaro. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente e colleghi, svolgerò il mio intervento su due piani uno è un po' sulla ricostruzione, ma credo che serva a poco perch riguarda, forse, le questioni della polemica politica tra maggioranza e minoranza, allora, prima, dopo, eccetera, ma credo che questo non interessi; un altro, invece, è relativo al futuro dei servizi che oggi sono nell'ospedale psichiatrico.
Eviterò evidentemente di polemizzare, anche se posso dire alla collega Batzella che, forse, oggi è inopportuno parlare di Lombardia; credo che sia proprio inopportuno per quello che sta succedendo oggi in Lombardia. Non mi pare proprio che questo riferimento che fa spesso della Lombardia sia coerente con il Movimento a cui lei appartiene, e soprattutto oggi, perch parliamo di sanità privata, e lei lo sa.
Così come credo che, ogni tanto, sia necessario che il tema della coerenza sia un tema che debba riguardare tutti, sicuramente noi. Ma credo che ci sia un momento in cui bisogna mettersi a posto anche con se stessi.
Oggi si parla di grande numero di interventi, grande attività produttiva e poi la stessa persona contemporaneamente difende anche interventi, come a Susa, sotto i cento parti all'anno. Cioè, bisogna mettersi d'accordo...



(Proteste provenenti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Non interrompete.



(Proteste provenenti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Altrimenti interrompo il Consiglio a data da destinarsi.



(Proteste provenenti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Quando parla.
Collega Batzella, deve stare zitta! Ci sono delle regole: quando parla il Presidente nessuno può parlare.
Questa è la prima regola, la più importante. Quando parla un Consigliere il Consigliere non può essere interrotto, e vale anche quando parla la Giunta. Poi ci saranno altri interventi e negli interventi si pu intervenire.
Sono delle regole e vanno applicate per il rispetto vostro.
Io chiedo a voi, gentilmente, a titolo di cortesia, mettetemi nelle condizioni di assolvere al meglio alle mie funzioni, perché questa non è n la Camera né il Senato per quanto riguarda gli ultimi spettacoli che sono stati dati.
Prego, Assessore.



(Proteste provenenti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.08, riprende alle ore 12.13)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego, Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ricomincio con la ricostruzione, anche se trovo più interessante la parte della nostra discussione di cui dirò dopo.
Il tema dell'Oftalmico è un tema ormai "antico". Lo dico soprattutto a chi non conosce il percorso seguito, perché è chiaro che il collega Vignale, come altri colleghi, lo conosce, però magari risentendolo potrà essere più preciso e magari - spero - rivedere qualche sua opinione sulla base di quello che dirò tra poco.
Già nel 2011, quando venne deliberato l'addendum al piano di rientro la Regione Piemonte, per motivi diversi e non certamente dipendenti da chi ci ha preceduto, era una Regione in piano di rientro, cioè una Regione commissariata, con un'autonomia ridotta praticamente a zero.
Già nel 2011 questo problema era stato esaminato nell'addendum al Piano di rientro: ciò vuol dire che tutte le nostre scelte sono sempre state esaminate ed approvate dal Ministero del Tesoro e dal Ministero della Salute.
Già nel 2011, quindi, quando venne avviata questa procedura s'incominciò a parlare dell'Oftalmico.
Come giustamente ha ricordato il collega Vignale, il suo emendamento al Piano Socio Sanitario 2012-2015 non diceva che l'Oftalmico sarebbe rimasto lì dov'è.
E' stato ricordato, ma io voglio rileggerlo tutto, perché ognuno potrebbe utilizzare soltanto la parte che gli potrebbe essere più utile ad un confronto di carattere politico, anziché immaginare soluzioni utili.
A pagina 60 è scritto, per quanto riguarda l'Oftalmico: "Tra gli ospedali da dismettere per trasferimento attività, indicando in nota quanto segue: 'Vista la sempre maggiore necessità di organizzazione multiprofessionali nella gestione efficace della moderna medica l'Oftalmico è destinato ad essere inserito nell'ambito di un contesto ospedaliero dotato di tutte le attività specialistiche complementari a oggi identificato nella struttura che riceverà la futura Città della Salute'".
La Giunta di allora, dove era presente anche il collega Vignale assunse questa scelta (credo votata anche da lui), con cui esprimeva l'opinione che l'inserimento dell'Oftalmico in una struttura multispecialistica fosse utile.
Si può cambiare opinione, e mi pare che l'abbia cambiata abbondantemente, utilizzando anche dei dati, perché ha fatto la difesa di ospedali monospecialistici.
Questa era la posizione che aveva assunto allora la Giunta regionale ma non è stato un passaggio secondario. Lo dico perché si possono fare tutte le parti in commedia, ma c'è un limite che vale per tutti. Soltanto nel 2013, quindi poco dopo, con la delibera della Giunta regionale dal titolo "Interventi di revisione della rete ospedaliera", si torna ancora su questo tema e viene puntualmente riconfermato tutto, quindi con l'approvazione della Giunta e, suppongo, anche della maggioranza.
VIGNALE Gian luca (fuori microfono) Quando passava in Consiglio.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sì.
Poi c'è ancora un altro atto che il collega.
Capisco anche l'imbarazzo a cambiare opinione così repentinamente, ma con la delibera del 30 dicembre 2013, dal titolo "Programma operativo 2013 2015": programma di azione 14.1.2, riconversione della struttura ospedaliera", è indicato e ripetuto ciò che era stato deciso precedentemente nelle altre delibere.
Questo percorso, quindi, non ha poi subito modifiche.
A mio avviso, se posso dirlo, la questione riguarda i tempi dell'esecuzione di quei lavori prima richiamati, perché se quei lavori sono stati realizzati e finanziati quando la Giunta precedente aveva deciso di trasferire, allora c'è da preoccuparsi perché non doveva farli. Non doveva farli perché aveva scelto di fare un'altra cosa.
Possiamo dire così? L'ho detto sul piano della buona amministrazione poi vedremo sulla questione dell'organizzazione dell'ospedale.
Detto questo, e ricostruito per brevi cenni il passato - potrei ancora essere più preciso - vorrei dire, vedendo in Aula altre persone, oltre ai Consiglieri, che suppongo essere dipendenti attenti a questo tema, che qui è stata fatta un'operazione nel tempo, non soltanto recentemente. Non è mai stato detto prima e non l'abbiamo detto adesso - personalmente ricalcher questo punto - che stiamo parlando della chiusura dell'Oftalmico, ma stiamo parlando del trasferimento delle attività sanitarie, e non soltanto sanitarie (penso al centro di riabilitazione prima citato), all'interno di altre strutture (poi vi dirò le motivazioni, con più forza rispetto a quelle che il collega Vignale ha dimenticato).
Questo è il vero tema.
Anche oggi abbiamo sentito notizie allarmistiche: invece no, resta.
L'ambizione che abbiamo è di ricollocarlo, per garantire un obiettivo che potrebbe sembrare banale, ma più che a garantire posizioni di potere, è teso a garantire una maggiore sicurezza dei cittadini. Una maggiore sicurezza dei cittadini.
Su questo ritornerò, essendo un tema importante e, oltre alle questioni del dibattito, credo che l'Assessore alla sanità non sia tanto l'Assessore al mantenimento dello status quo - e la Giunta e la maggioranza evidentemente - ma sia la figura di colui che deve garantire più sicurezza ai cittadini.
Personalmente, credo che il tema sia questo.
La decisione è già stata assunta, ma non oggi. Oggi è stato confermato dai Direttori all'interno dell'atto aziendale, com'era giusto e doveroso.
E' chiaro e mi rendo perfettamente conto - e il collega Allemano ha fatto un richiamo utilissimo - che un'operazione di trasferimento è un'operazione complessa che riguarda i dipendenti, che riguarda i primari e che riguarda i pazienti; anzi, invertiamo: pazienti, dipendenti e primari.
Il tema è questo. Che ci siano resistenze è logico, vale per tutti quanti: quando siamo abituati a lavorare, collega Batzella, nello stesso posto, è normale che vi siano delle resistenze.
Resistenza dei primari? E' normale e giusto che avvenga.
In questa lunga discussione e nelle varie manifestazioni, ho sentito persone, ma un primario in modo particolare - non ricordo il nome perch non ho l'abitudine di fissare i nomi - che addirittura ha detto: "Se andiamo alla Città della Salute, l'infezione.".
È possibile che per difendere una posizione si getti discredito sul sistema sanitario? Io a quel primario posso dire che se non è convinto della sanità pubblica, può occuparsi di sanità privata, dove.



(Commenti del Consigliere Vignale)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ecco, quella persona che lei conosce perfettamente.
Può fare della sanità privata; probabilmente è già presente lì. Magari gli rende molto di più, ma la sanità pubblica va difesa e tutti devono restare all'interno delle regole della sanità pubblica.
Questo è il tema.
A me non pare che il quadro sia quello. Ho incontrato persone, non le stesse persone che la collega Batzella e qualcun altro volevano farmi incontrare, ma lo ha fatto il Direttore Soro: ha incontrato delle persone e sono state esaminate delle questioni.
Avere un confronto non significa cambiare opinione. Avere un confronto vuol dire come attuare al meglio questa decisione, che non cambierà, che è stata assunta da quattro anni a questa parte e che noi abbiamo confermato.
Perché - e tornerò sull'argomento - quest'indicazione, che viene riconfermata anche negli atti aziendali, Città della Salute e San Giovanni Bosco? Si è scelto di distribuire le attività in due centri, che sono hub di secondo livello. Hub di secondo livello! Non stiamo parlando di...
Quindi, da un punto di vista della classificazione, la collocazione non avviene in una lungodegenza - come qualcuno immagina - né in una casa di riposo, ma in un hub di secondo livello! Parliamo della Città della Salute unico caso (credo) in Italia! È un ospedale importante, con grandi eccellenze, che non ha...



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Lo sa soltanto lei.



PRESIDENTE

Vada avanti, Assessore.
Scusate, ma...
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Presidente, però non va bene intervenire! Non si può interrompere l'Assessore!



PRESIDENTE

Vada avanti, Assessore.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Colleghi, ve l'ho già chiesto più volte, per cortesia! Collega Vignale!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Parliamo di due hub di secondo livello, di cui uno con grandi eccellenze.
Quindi, la collocazione alla Città della Salute, indipendentemente dal luogo, su cui farò delle precisazioni, è tesa ad elevare il livello delle prestazioni. Credo che sia arcinoto che l'inserimento delle attività attualmente esercitate presso l'ospedale Oftalmico in strutture hub di secondo livello, come la Città della Salute e il San Giovanni Bosco, porti vantaggi sia dal punto di vista dei pazienti che dal punto di vista professionale per tutti gli operatori, dai primari in poi.
Innanzitutto, questo trasferimento in hub di secondo livello consente di garantire ai pazienti attualmente curati presso l'Oftalmico tutte le attività di supporto diagnostico e terapeutico necessarie (quindi consulenza, specialistica e quant'altro) non presenti attualmente all'Oftalmico. E tutto questo senza trasferimento dei pazienti! In secondo luogo, il fatto di essere a fianco di altre strutture e di altre eccellenze è importante per gli operatori, perché si crea un'osmosi: l'équipe. Abbiamo visto le cose straordinarie che sono state fatte in questi mesi alla Città della Salute: non era soltanto una struttura, era un'équipe! Probabilmente, dal contatto con altre eccellenze potrà derivare anche una crescita degli operatori sanitari. Penso al caso del Maria Vittoria all'Oculistica: poiché vicino c'era la struttura neonatale, si sono dedicati alla retinopatia dei neonati. In sostanza, l'osmosi che si crea tra questo tipo di specializzazione e altre strutture è utile, fa crescere e aumentano le eccellenze, anziché chiudersi all'interno del proprio steccato.
In terzo luogo, l'integrazione tra gli specialisti affina anche le tecniche e le ricerche.
Tutto questo si traduce in un aumento della qualità dell'assistenza per i pazienti. Questo è il tema: aumenta la qualità dell'assistenza. Questo è l'obiettivo, poi è chiaro che bisogna gestirlo, e su questo dir evidentemente qualcosa.
Nel trattamento dei pazienti, questa modalità mette a disposizione tutti i supporti eventualmente necessari, compresi quelli legati all'assistenza in emergenza e in intensiva, in particolare i casi di complicanze ed emergenze cardiovascolari e neurologiche. Possiamo ignorare quest'aspetto solo perché siamo abituati a lavorare sempre in quella modalità? Il tema delle emergenze cardiovascolari e neurologiche non ci deve interessare? Invito veramente chi ha gran competenza in materia a spendere qualche parola di verità, che non vuol dire distruggere l'Oftalmico, ma elevare l'attività che viene fatta oggi all'Oftalmico in una sede diversa.
Il punto è come arrivare a quest'obiettivo: gli atti aziendali la scelta l'hanno compiuta, perché sono stati approvati dai Direttori. Noi abbiamo verificato che sono coerenti con la delibera 1-600 di un anno fa.
Quindi se il tema è ritornare indietro, questo è un modo...



(Commenti in aula)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Si può dire, si può ripetere qualunque cosa! Il collega Vignale (che ha partecipato) sa perfettamente che questa è una condizione che ci consentirà di uscire dal commissariamento, perch c'era stato richiesto allora come adesso (e condividiamo la richiesta perché non è un fatto formale). Ci consentirà di uscire dal piano di rientro, che non è una banalità. Uscire dal piano di rientro vuol dire riacquistare autonomia.
A qualche collega che, giustamente, talvolta ha posto il problema del finanziamento agli extra LEA, cioè per i più bisognosi, faccio presente che quello ci consentirà di farlo! E ci consentirà anche di far uscire dal piano di rientro quello che non è stato fatto in questi cinque anni di piano di rientro. Si era pensato di far quadrare i conti non assumendo più persone, ma tutto questo ha comportato solo una riduzione dell'attività sanitaria. Abbiamo ripreso soltanto quest'anno con 600 assunzioni, ma bisogna fare ancora di più! Possiamo immaginare di ricostruire il sistema...



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Non ne hai assunta una ad oggi: non raccontare palle!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ma non è assolutamente vero! Non è assolutamente vero! Ti dispiace questo, ma non è assolutamente vero. Non è assolutamente vero. Questo è il tema.
Io credo che il percorso per arrivare a questo obiettivo, che è un obiettivo di grandissimo livello...
Dimenticavo anche un'altra questione, che non mi sembra banale: essere dentro una struttura come un hub, vuol dire far parte di un'organizzazione più complessa. E far parte di un'organizzazione più complessa, oltre ai vantaggi che sono stati citati, permette anche di avere una maggiore attenzione da chi ha responsabilità di controllo delle attività che vengono svolte e di verifica dei risultati. Verifica dei risultati! Io non so se esiste "un'isola felice": qualcuno me lo dica! Ma immaginare che tutto sia perfetto nella sanità pubblica...
C'è qualche spazio d'intervento e di miglioramento? Se io penso all'Oftalmico del passato, quello di tanti anni fa, il fatto di mantenere questa posizione di difesa che cosa ha portato? Si riduce, si riduce, poi Avigliana... Cioè possiamo assistere allo spegnimento di questa cosa perch le modalità di cura sono cambiate enormemente? Non possiamo guardare a qualcosa di più alto e di più importante? Per quanto riguarda i dipendenti, vi do la mia rassicurazione: resteranno tutti! Resteranno tutti, ve lo sto dicendo io!



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Non sono uno che non sa le cose! Poi se volete credere alle paure...



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Scusate! Io sto facendo del mio meglio, colleghi, ma la gestione dell'Aula è un po' delicata e mi rimetto a voi! Non mi mettete in difficoltà.
Prego, Assessore.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Tutti i dipendenti saranno utili, nessuno andrà via: lo ripeto ed è un impegno scritto negli atti aziendali.
Ripeto anche che il Pronto Soccorso sarà h24.



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Se si vuol credere alle cose non vere, si può fare! Nessuno andrà via. Manterremo il pronto soccorso h24: l'ho detto qui ma è chiaro che non viene riferito o viene riferito strumentalmente, ma sarà h24, quindi verrà mantenuto tutto.
I dipendenti non devono avere timore: può nutrire qualche timore qualche primario, perché il numero si è ridotto, e questo lo capisco. Ma attenzione a saldare due esigenze diverse, l'organizzazione con le esigenze di carattere particolare. Perché se è così, rischiamo tutti quanti compreso me, evidentemente, di trovarci in una situazione più per esigenze diverse che io non voglio neppure qualificare.
Come avverrà il percorso? Il giorno 20, l'atto aziendale andrà a Roma tutti gli atti aziendali andranno a Roma - al Ministero dell'Economia e delle Finanze per essere analizzati nell'esame - spero - ultimo a cui saremo sottoposti per uscire da questo commissariamento, che avverrà a novembre. Questo sarà un esame che dovremmo abbastanza superare; nel frattempo, ho dato disposizione ai tre Direttori (della 1, della 2 e della Città della Salute) di lavorare sotto la supervisione della Regione Piemonte e della dottoressa Zandonà, che si occupa della parte ospedaliera.
Questo lavoro deve raggiungere gli obiettivi che ho indicato, che sono praticamente questi. Ho letto quella relazione: in ogni caso, la scelta definitiva deve garantire tutte le attività, garantirle bene sul piano dell'organizzazione, non creare problemi ai pazienti e mantenere evidentemente - dico una cosa che ho detto prima - anche il Centro di riabilitazione visiva.
Saranno studiate le soluzioni più adeguate: noi abbiamo il dovere di governare, abbiamo questa responsabilità, abbiamo questo dovere e lo faremo, perché vi posso garantire che non abbiamo nessun'intenzione di creare problemi ai pazienti e neppure di fare a meno dei nostri dipendenti che, devo dire, in questi anni di taglio al personale, hanno pagato enormemente! Se il sistema regge è perché hanno lavorato nonostante i tagli compiuti in passato, tanto per essere molto chiari! Allora, il tema è questo: prepareranno una proposta di ricollocazione dei servizi e i Direttori, a quel punto, avendo una proposta che deve avere queste caratteristiche - è chiaro che verificherò personalmente - cosa faranno? Inizieranno un lavoro e un confronto con le organizzazioni sindacali - come avviene in tutti i percorsi di questo tipo (è successo per il CTO, per il Maria Adelaide e per altri) - attento e puntuale.
In base a quello che sarà fatto e alle modalità che saranno decise si definiranno i tempi, cioè non capiterà, tanto per essere molto chiari quello che è successo con il Valdese, cioè che si è chiuso il Valdese e non si è pensato ai servizi alternativi, e abbiamo dovuto noi fare oggi al Sant'Anna la Breast Unit, non accadrà una cosa di questo tipo! E' chiaro che se il tema era quello, anch'io avrei protestato! Oggi non è così! Vi sto dicendo che l'operazione di chiusura delle attività in quell'edificio arriverà soltanto nel momento in cui si dirà che l'attività è fatta presso la tal via e quando ci sarà tutta l'attività preparatoria e organizzativa del personale; evidentemente, cambiare vuol dire fare modifiche anche di organizzazione, e questo è il lavoro che faremo.
Mi fermo qui, spero di avere dato qualche informazione. Si può anche non credere, ma siccome non siamo...



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Siccome non siamo né pazzi né irresponsabili, rappresentiamo una maggioranza molto ampia di questa Regione, teniamo conto degli interessi della nostra comunità, teniamo conto degli interessi...



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Il pubblico non può parlare!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Teniamo conto degli interessi della nostra comunità, e devo dire che soltanto qualcuno può credere che si fanno operazioni per danneggiare. Non è assolutamente questo e, in ogni caso, saremo messi alla prova con questo percorso che vi ho indicato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Sono iscritti per intervenire i Consiglieri Marrone, Porchietto Sozzani, Gancia e Monaco, però avviso i colleghi che entro le ore 13 c'è da illustrare e da votare l'ordine del giorno n. 494 presentato dal Consigliere Monaco, inerente a "Salvaguardia eccellenze Ospedale Oftalmico", nonché la mozione n. 495 presentata dai Consiglieri Vignale Porchietto, Ruffino, Bono, Bertola, Batzella, Pichetto Fratin, Berutti e Sozzani, inerente a "Salvaguardia dell'Ospedale Oftalmico fino a individuazione di una nuova, funzionale sede nella costruenda Città della Salute".



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non si può posticipare.
Comunico ai colleghi e a chi mi ascolta che nella Conferenza dei Presidenti è stata stabilita la sessione straordinaria e che entro le ore 13, che vengano approvati o meno gli atti, dovrà concludersi la discussione senza possibilità di riprenderla nel pomeriggio: ho avuto il visto di tutti i Capigruppi.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Per consentire la votazione, sarò davvero molto sintetico.
La ringrazio, Presidente, per avermi consentito di intervenire dopo l'Assessore, per potermi togliere la soddisfazione di dirgli una cosa: non continui a ripetere questo mantra della sua crociata contro i primari perché non ci crede nessuno! Non ci credono i cittadini, perché non mi sembra che qui ci sia una sfilza di camici bianchi con la targhetta da primario. Non ci credono tutti gli altri operatori e, soprattutto, non ci credono i pazienti! Davvero mi limito a sottolineare la triste e un po' imbarazzata posizione in cui adesso si trova la maggioranza che ha lasciato al Consigliere Allemano questo scomodo ruolo d'avvocato d'ufficio - mi permetto di dire, con tutto il rispetto, rappresentato anche con scarsa convinzione - e, sostanzialmente, dover implicitamente ammettere la realtà dei fatti.
Questo è stato un blitz da colpo di mano agostano, compiuto in un periodo d'interruzione d'attività politica, avvenuto senza alcuna reale comunicazione preventiva e disertando tutte le possibili occasioni di confronto, perché, sinceramente, alle assemblee precedenti rispetto all'adozione della scelta della formalizzazione della Giunta e dell'ASL ci ricordiamo solo il Presidente Laus, o meglio il gemello buono del Presidente Laus, che adesso vorremmo tanto venisse in aula e ci ricordasse il suo intervento in quell'assemblea.
Chiedo al gemello cattivo del Presidente Laus buono di cercarlo e riportarcelo in aula, così ci può ricordare.



PRESIDENTE

Lo faccio uscire da questo corpo!



MARRONE Maurizio

Benissimo! Ci può ricordare - dicevo - quale fu la sua posizione, che raccolse anche parecchio applausi, rappresentata in quella circostanza.
Non c'è stato alcun reale confronto, non solo con la cittadinanza, gli operatori e i pazienti del comitato, ma nemmeno con il Consiglio.
Oggettivamente, abbiamo mai fatto un sopralluogo nei nuovi locali che sono stati individuati? Assolutamente no. E' stata fatta una stima delle spese e dei tagli di spesa che si dovrebbero conseguire? Assolutamente no.
E' stata fatta una verifica.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Scusate!



MARRONE Maurizio

E' stata fatta una verifica sull'apporto che dovrebbe sopraggiungere con i passi successivi del percorso? No.
Lei, Assessore, chiede, non solo a noi dell'opposizione, che siamo ovviamente cattivi, di destra, ma a tutta la cittadinanza, di fidarsi a scatola chiusa. Vi siete presi una delega in bianco per nascondere quella che, a nostro modo di vedere, è la realtà. A voi hanno chiesto di portare degli scalpi a Roma, al Tavolo Massicci, per cui non capisco come facciate a giustificare un taglio e una chiusura di presidi sanitari con la scusa di aumentare le assunzioni in ambito sanitario.
E' un controsenso assoluto e non regge! Non regge per il semplice fatto che quest'operazione (sapete benissimo) non è sostenuta da dati: rimane sempre avvolta nel mistero e viene portata avanti solo con proclami di massima, senza alcun dettaglio numerico, senza alcuna garanzia di numeri.
Vi chiedo veramente, se avete un'onestà intellettuale in quest'operazione, se davvero non temete il confronto, di bloccare tutto.
Congelate tutto, portate almeno noi Consiglieri e rappresentanti più attivi della cittadinanza a vedere, a toccare con mano, in quei luoghi, in quella che voi indicate come nuova sede, come intendete riorganizzare il servizio.
Fino ad allora, non stupitevi se nessuno vi crederà: hanno perfettamente ragione, e noi con loro.



PRESIDENTE

Volevo fare una domanda, anche se nemmeno il Presidente pu interloquire con il pubblico: la persona che applaude è sempre la stessa o cambia? Non si può applaudire! Se adesso vi chiedo di uscire, si perde tempo e non c'è la possibilità di procedere con l'illustrazione, pertanto lo sto facendo per voi: per piacere, gentilmente - è una preghiera - non si può.
Non è una regola che ho scritto io. Quando sono diventato Presidente, la prima cosa che mi hanno detto è stata: "Il Regolamento va rispettato tutto non una parte sì e una parte no".
Questo vale per voi e per i colleghi.
Sono iscritti a parlare i Consiglieri Porchietto, Sozzani, Gancia Monaco e Gariglio.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Solo pochi minuti.
MONACO Alfredo (fuori microfono) Possiamo fare una breve sospensione?



PRESIDENTE

Chiedo scusa: il Consigliere Monaco mi sta chiedendo una sospensione.
Consigliere Monaco, può dire a microfono i motivi della richiesta di sospensione? Prego.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, il Consigliere Monaco mi ha chiesto gentilmente se posso sospendere la seduta.
Io, essendo il Presidente - le sembrerà strano, ma io sono il Presidente, in quest'Aula.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Infatti ho chiesto al collega di dire a microfono quello che ha detto non a microfono.
Prego, Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere un momento di sospensione per raccordarci meglio tutti insieme, se abbiamo interesse a discutere e votare le mozioni nei tempi di intervento. Solo per questo.
Grazie.



PRESIDENTE

L'Aula acconsente alla sospensione?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

La metta in votazione, Presidente.
Ma cosa dice? Ma lei lo conosce il Regolamento?



PRESIDENTE

Io lo conosco bene.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

La sospensione?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Certo.



PRESIDENTE

L'Aula decide per la sospensione?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Accenda questi tastini, Presidente, e noi votiamo "sì" o "no".



PRESIDENTE

No, decido io. La votazione può avvenire anche per alzata di mano, e avviene sempre per alzata di mano. Viene fatta in questo modo e non si accendono i tastini.
Domanda: l'Aula acconsente alla sospensione? La seduta è sospesa.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, il collega Gariglio ha fatto cenno di sì con la testa.
Prego, Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Parlo a microfono, così evitiamo problemi.
Per le modalità usate dal collega Vignale, avremmo votato "no", perch non ci piace questo tono e modo di rivolgersi alla Presidenza del Consiglio regionale. Dopodiché, ritengo che l'istanza posta dal collega Monaco abbia un senso, perché mancano 15 minuti alla chiusura dei lavori e ci sono sei interventi.
Siamo interessati (non vogliamo nasconderci dietro un dito) ad avere il voto finale e, quindi, se serve una breve sospensione per fare il punto sui tempi di votazione, non ci sottraiamo.



PRESIDENTE

Quindi, avevo interpretato bene, ancora una volta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.46, riprende alle ore 12.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Abbiamo una tolleranza di una decina di minuti per mettere i colleghi nelle condizioni di votare gli atti d'indirizzo.
La Consigliera Porchietto ha parlato; ha la parola la Consigliera Gancia.
No, la Consigliera Porchietto ha parlato con me prima, pertanto ho fatto un errore.
Prego, Consigliera Porchietto. Abbiamo parlato privatamente.



PORCHIETTO Claudia

Presidente, non dica così, perché privatamente non avrei potuto dire certe cose che dico con piacere pubblicamente, rubando veramente soltanto un minuto, anche perché credo che in apertura di seduta il collega Vignale abbia ampiamente illustrato un pensiero non soltanto suo, ma di un Gruppo.
Mi permetto solo di aggiungere due passaggi: lo dico all'Assessore Saitta, che - lo ringrazio - è rientrato.
Le assicuro che è difficile mantenere calma e pazienza quando si passa dall'altra parte dell'Aula. Parlo per quella che un tempo era l'opposizione e che oggi è la maggioranza. Tra l'altro, chiedo scusa, lo dico nei confronti di un collega che rispetto molto, ma è significativo come oggi pur avendo firmato, non ci sia in aula Nino Boeti, il quale è stato un estremo difensore di certe linee. Ricordo le sue prese di posizione importanti.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) E' al funerale di Ferruccio Maruffi.



PORCHIETTO Claudia

Presidente, io guardo chi è in congedo e vedo che il collega non è in congedo. So che lui tiene particolarmente a questo tema e - se permette come avrebbe fatto lei, qualora fosse stato al mio posto.



PRESIDENTE

Era un atto di cortesia non parlare degli assenti e, in questo momento il collega è assente. Poteva essere anche in bagno.
Prego, collega Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Presidente, ho verificato una cosa e sto dicendo, se lei mi ascolta un attimo, che sto parlando di un collega di cui ho grande rispetto. E' il motivo per cui l'ho detto, proprio perché ho grande rispetto e so che un mio collega.



PRESIDENTE

E' al funerale di un partigiano - lo dico anche per chi ci ascolta - a rappresentare l'Istituzione regionale.
Prego.



PORCHIETTO Claudia

Chiedo scusa: già mi concede un minuto, se gentilmente mi lascia parlare la ringrazio tantissimo.
Anche il nostro collega ha sempre avuto difficoltà a comprendere e io ho una difficoltà particolare (chiedo, a questo punto, all'Assessore Saitta di aiutarmi), perché ha concluso il suo intervento dicendo che non si è n pazzi né irresponsabili. Ci mancherebbe: magari, ogni tanto, manca un po' di capacità; non parlo d'incapacità, ma magari di un po' d'assenza di capacità.
Ritengo, non avendo dovuto ricoprire il suo incarico - guardi, pur avendomelo chiesto una volta, io, con molta modestia, ho risposto "non sono in grado di farlo", e molto spesso sarebbe importante che coloro i quali non si sentono nella condizione di dover ricoprire incarichi così difficili abbiano anche l'onestà e l'accortezza di dirlo - che sia veramente non corretto, da parte sua, come rappresentante di una maggioranza, in questo momento, continuare a riportare dei dati non corretti. Più bravo di lei Assessore Saitta, c'è soltanto Ugo Cavallera, per essere bipartisan e utilizzare quella che è una radice molto democristiana per riuscire a dire tutto e il contrario di tutto! Allora, Assessore, lei ha ragione su una cosa: sicuramente (mi spiace dirlo, come cittadina piemontese e torinese) sarà il tempo a darci ragione ma noi, che siamo persone responsabili, non possiamo immaginare di aspettare che il tempo ci dia ragione. Noi abbiamo una preoccupazione: le garantisco, non è quella di difendere dei primari, anche perché questa storia deve finire. Noi conosciamo persone che operano nell'ambito sanitario e che sono anche primari, che devono essere orgogliosi di essere primari: non facciamo la storia della casta politica, dove per quattro farabutti ci devono rimettere tutti.
La stessa cosa è quando parliamo dei vertici di strutture complesse che in questi anni hanno sopperito anche alla mancanza di una classe politica, di cui - mi permetta, Assessore - fa parte anche lei, che non è di primo pelo (mi passi il termine), quindi anche nell'epoca della Presidente Bresso, quando alcuni scempi sono stati fatti e li abbiamo pagati tutti, lei c'era, ne era responsabile, ha fatto anche il Presidente della Provincia e ha difeso anche lei alcune strutture consapevole di doverle difendere.
La stessa cosa noi stiamo facendo, perché riteniamo che oggi rischiamo di perdere delle competenze e, ancora col suo intervento, mi scusi, lei non ha dato le risposte che noi ci aspettavamo. Noi chiedevamo risposte chiare il collega Marrone le ha fatto delle domande chiare, le ha chiesto di specificare cose che chiediamo da mesi, e i dati che ci sono stati forniti non dal suo Assessorato, ma da altri soggetti autorevoli - sono il risultato di un'incapacità del suo Assessorato di parlare col Consiglio regionale.
Questo Consiglio ha la necessità di avere dati, non può continuare a leggere sui giornali dati strampalati, Assessore. Allora, probabilmente questo Consiglio straordinario è il frutto di un'incapacità di governare una politica sanitaria che non si fa soltanto con gli annunci sui giornali.
E le persone oggi presenti in Aula, Assessore Saitta, stante che il centrodestra non è così bravo a mobilitare le masse di persone come invece è stato molto bravo il centrosinistra negli anni scorsi, sono qui spontaneamente, non di certo perché io o il collega Marrone o il collega Vignale siamo andati a chiedere loro la cortesia di venire qua.
Allora, un problema quest'Aula ce l'ha, e io mi assumo la responsabilità pur essendo opposizione, ed è un problema che non possiamo risolvere solo con gli annunci, ma ci vogliono scelte precise e oggettive che, ancora una volta, questa mattina non abbiamo potuto avere. Allora Assessore, le chiediamo una cortesia, tanto ormai abbiamo già capito come finiranno i possibili ricorsi qualora mai ce ne sarà un compimento nei prossimi anni, quindi sappiamo benissimo che avremo a che fare con la Giunta Chiamparino per i prossimi quattro anni. Chiediamo però alla Giunta Chiamparino, e in questo caso a lei, Assessore Saitta, di avere la consapevolezza che una politica sanitaria non si fa soltanto sui giornali ma si fa con competenza e capacità, dialogando con le persone anche dell'opposizione che, negli hanno, saputo prendere posizioni non facili all'interno della loro maggioranza.
Mi creda, se non fosse così, noi oggi non saremmo all'opposizione perché la credibilità che abbiamo ce la siamo costruita pezzo a pezzo, e se oggi diciamo che su quest'operazione lei sta sbagliando.
Mi permetto di dire lei, perché, guardi, la saccenza la sta esprimendo lei in questo momento, nessun altro; la capacità di dire tutto e il contrario di tutto la sta proponendo lei, nessun altro, anche perché questa mattina non è presente neanche il Presidente Chiamparino, quindi non possiamo parlare. C'è il Vicepresidente Reschigna, che ringrazio perché è sempre presente, ma manca il Presidente.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Il Presidente della Regione è a Roma.



PORCHIETTO Claudia

Visto che gli annunci fatti ieri dal Governo sono di un altro taglio di tre miliardi sulla spesa sanitaria, è chiaro che ci piacerebbe capire se la prossima settimana, salendo il Presidente da Roma, stante che è il Presidente della Conferenza Stato-Regioni e quindi, mi permetta, un minimo d'autorevolezza in più la potrebbe anche esprimere, ci ritroveremo magari di nuovo con delle sorprese sull'ambito sanitario.
Quindi, Assessore, queste sedute straordinarie servono non per fare demagogia, ma perché il senso di responsabilità di quest'Aula ci porta non a scaldare le sedie, ma a cercare di avere delle risposte precise.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 494 "Salvaguardia eccellenze ospedale Oftalmico" ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente. Cercherò d'essere brevissimo, dati i tempi che io stesso ho chiesto di stringere.
Il tema dell'Oftalmico è stato segnalato come, ahimè, non dipendente ad oggi, dalle scelte della Regione Piemonte in qualunque veste essa si possa collocare (bianca, rossa, gialla, verde), perché appartiene purtroppo alla storia nefasta della nostra regione. E' altresì evidente che gran parte della letteratura in ogni caso non spende sempre parole favorevoli a favore delle strutture monospecialistiche. Credo però, effettivamente, che l'Oftalmico abbia bisogno di essere rivisto.
Sono stati segnalati più volte i grandi investimenti che sono stati fatti prima e su cui mi pare abbia risposto bene l'Assessore, ma mi piace ricordare che anche in tante altre strutture furono fatti enormi investimenti, per poi vederle ridotte a strutture di fatto superate e obsolete, chiuse già dalla precedente Amministrazione. Ma stiamo parlando di Oftalmico e mi piacerebbe parlare di Oftalmico e di oculistica in senso lato.
Credo che nel tema dell'Oftalmico vadano segnalati e stigmatizzati alcuni aspetti e che occorra chiedere anche l'impegno su alcune questioni e ciò per un'economia di scala, data la maggiore complessità di pazienti perché non sono quei numeri ciclopici che abbiamo sentito stamattina quelli a cui dobbiamo fare riferimento, ma io penso che vada fatto riferimento a quella patologia e a quelle discipline di particolare complessità, anche chirurgica, di cui anche l'Oftalmico - e poi dirò perché - è un gran protagonista nella nostra regione.
Innanzitutto, l'emergenza-urgenza deve essere assicurata. Al riguardo è stato fatto riferimento ai codici bianchi e verdi. Ebbene, vi assicuro che un codice verde, che significa ad esempio un corpo metallico molto piccolo in un occhio, se portato fuori dalla cornea da mani poco esperte fa molti danni e diventa un codice giallo o altre cose, quindi è bene che lo faccia chi lo sa fare, anche se si tratta di una procedura relativamente banale. Quindi occorre che il territorio di Torino e provincia, la nostra popolazione, abbia un riferimento chiaro sull'urgenza-emergenza, ovunque sia.
Credo di averlo sentito nelle parole, ma mi sembra il caso di stigmatizzare il fatto che sicuramente tutta la professionalità oculistica dell'Oftalmico avrà un gran beneficio nel confronto in termini di sicurezza con altre discipline. E' chiaro che oggi, se abbiamo l'incidente neurologico o cardiologico, il paziente viene trasferito di brutto, ma vuol dire che è una condizione di sicurezza che diventa precaria, e si tratta di pazienti molto complessi. Ma proprio perché si tratta di questa complessità, chiedo se è possibile - ma mi pare che una prima risposta sia stata già data - che la struttura venga trasferita in blocco, che abbia delle sale operatorie dedicate.
E' evidente che non ritengo che la Città della Salute sia una struttura che dia dei problemi in termini di sicurezza nosocomiale e di infezioni nosocomiali, ma certamente non posso immaginare che l'oculistica, così come alcune altre discipline, possano entrare in sale operatorie che sono state precedentemente occupate da me, che vado a lavorare sul colon o dal collega urologo o da altre strutture. I traumatici sono dei pazienti ad alto rischio di complessità infettiva e c'è il pericolo, sul quale invito l'Assessore a vigilare con grande attenzione, che alcune discipline come quella dell'oculistica nei grandi complessi, se non hanno delle strutture dedicate e dei percorsi dedicati, vengano sopraffatte da altre strutture da altre attività chirurgiche. Ecco, questo è uno dei temi importanti.
Per quanto riguarda la particolare complessità, inviterei l'Assessore a riflettere su un tema che avevo già portato in Aula e che ho inserito nell'ordine del giorno, che è quello di rivalutare due DRG (n. 36 e n. 42).
Dal 1° gennaio, attenzione, si va a chiudere tutta l'attività chirurgica oculistica e a trasformarla in ambulatoriale, anche per quanto riguarda le forme convenzionate. Abbiamo delle scuole oculistiche di gran rilevo, che attirano pazienti dalla Valle d'Aosta e dalla Liguria: non vorrei, ahimè che i nostri pazienti e le nostre strutture oculistiche, se diventano ambulatoriali, peraltro a tariffe bassissime, espongano ad un grado d'insicurezza i nostri pazienti e disperdano una professionalità enorme acquisita dalla storia della nostra regione.
In ultimo, credo anche che, se molti professionisti si dedicano a delle attività legittime e previste dalla legge in forma privatistica e lo fanno nel rispetto della legge, portano dei benefit in termini di IRPEF regionale e in termini di IRPEF nazionale, oltre che di risposta ad una domanda di salute.
Grazie, Presidente, mi scuso se ho rubato qualche minuto in più.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Volevo intanto salutare tutti i rappresentanti qui presenti insieme al Sindaco del Comune di Scarnafigi, perché l'Oftalmico fu fondato, tra gli altri, da Casimiro Sperino, che è di Scarnafigi in provincia di Cuneo.
Abbiamo qua la rappresentanza con il Sindaco: partirono proprio da un ambulatorio in Via San Donato per poi proseguire a piccoli passi; prima partirono per le malattie degli occhi dei bambini, per poi diventare quello che conosciamo, quell'Ospedale Oftalmico che ancora oggi i vecchi torinesi chiamano Sperino.
Una breve nota storica per dire che qui nessuno è favorevole a battaglie di retroguardia o contrario a processi di razionalizzazione. Non vediamo, in questa situazione - mi riferisco all'Oftalmico - alcun tipo di principio d'economicità e troviamo gravissimo che la Giunta, ad oggi nonostante più volte vi siano state richieste, non abbia ancora fornito i risparmi che lo smembramento dell'Oftalmico dovrebbe produrre. Inoltre questo significherebbe esporre i pazienti a rischi sanitari non indifferenti e a disagi, oltre a tante altre problematiche.
Nel merito, non avendo avuto, purtroppo, ragguagli dalla Giunta abbiamo considerato, secondo i nostri calcoli, le nostre statistiche e i nostri incontri con il personale che lavora all'Oftalmico e a cui dobbiamo dire grazie, quel che s'intende fare dell'Oftalmico una scelta antieconomica, illogica, pregiudizievole del paziente. Dividere l'oftalmico in due tronconi è davvero assurdo.
Se il Presidente Chiamparino e l'Assessore Saitta vogliono fare gli immobiliaristi invece che il Presidente della Regione Piemonte e l'Assessore alla sanità, dovrebbero avere almeno la cautela di attendere la costruzione della Città della Salute e non "uccidere" l'Oftalmico con scelte improprie. Risentiamo veramente di questa mancanza di coinvolgimento e siamo veramente un po' sbalorditi, anche nel profondo delle nostre coscienze, rispetto a questi abusi di potere fatti anche nei confronti di tutti gli operatori sanitari, compresi i primari così tanto bistrattati.
Indipendentemente che si tratti dell'Assessore Saitta o di persone di parte politica diversa, credo che mantenere una posizione di questo tipo sia controproducente per i cittadini piemontesi e ci teniamo a ribadirlo con forza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Sarò velocissimo. Mi sento in dovere di intervenire perché alcuni hanno eccepito sul fatto che il PD, oggi, avrebbe una posizione di facciata. Non è così. Noi non siamo contenti che un ospedale venga chiuso. Nessun politico di buon senso può essere contento che una struttura ospedaliera venga chiusa. Anzi, a noi piacerebbe dire che facciamo un oftalmico ogni quadrante. E' grazie a scelte fatte negli anni passati se oggi siamo in una situazione di default del sistema sanitario che fa sì che i nostri Assessori debbano andare ogni due mesi a Roma, portare i libri delle cose fatte ed essere bacchettati o meno sull'aver fatto o no i compiti individuati dal Ministero, cosa che, peraltro, non nasce oggi, ma ereditiamo dal passato.
In una situazione difficile come questa, la scelta che la Giunta regionale ha fatto è una scelta che, se ci lascia per certi versi sofferenti, riteniamo corrisponda alla necessità di guardare in faccia la realtà e di cercare di fare delle cose che ci consentano di uscire da questo terribile piano di rientro e ci consentano, allo stesso tempo, di non penalizzare i cittadini, di non penalizzare i servizi erogati ai cittadini e di non penalizzare anche le persone che nella sanità ogni giorno lavorano e si sacrificano, dovendo operare quotidianamente in contesti sempre più difficili.
Voglio dirlo chiaramente: la Giunta ha preso i suoi impegni; noi, come Partito Democratico, prendiamo i nostri. Il nostro impegno è che i servizi erogati ai cittadini piemontesi e torinesi - lo dico da torinese - non vengano minimante toccati. Noi non permetteremo che vengano diminuiti i servizi alla collettività. Non permetteremo che venga, in qualche modo prevaricato il personale o, meglio, che il personale che attualmente, in modo assolutamente all'altezza, svolge il lavoro dentro questa struttura perda le proprie posizioni lavorative. Ci fidiamo delle cose che ha detto l'Assessore Saitta.
Non consentiremo che vengano fatte operazioni al buio, quale quella che è stata fatta sull'Ospedale Valdese, e non lo consentiremo per il rispetto nei confronti dei cittadini e per una coerenza intellettuale con le battaglie che abbiamo fatto nella scorsa legislatura, quando le stesse persone che oggi qui criticano questa chiusura non hanno detto una parola quando il Valdese veniva chiuso, i servizi sparpagliati sul territorio e un sacco di donne in follow-up, dopo i loro interventi, non sapevano a chi rivolgersi. Ci voleva il GPS per sapere dove continuare le proprie prestazioni e le proprie cure. Questo non lo consentiremo.
Deve essere chiaro che le scelte che vengono adottate dalla Giunta regionale, con l'avallo della maggioranza, sono scelte di questo tipo: le cose rimangono così come sono fin tanto che non sono pronte delle strutture alternative, da un momento "X" si chiude una struttura e si aprono le altre e i cittadini torinesi e gli operatori degli ospedali torinesi non devono avere nessun momento di vuoto. Questo noi lo diciamo.
Ci pare paradossale che oggi vengano fatte aspre critiche, non dico dai grillini - da loro, in qualche modo, me lo aspetto - ma dagli esponenti del centrodestra che sono responsabili di quello che è successo nell'Ospedale Valdese. Mi pare veramente una mancanza di tatto che parlino coloro che il 3 aprile 2012 erano in quest'Aula quando veniva approvata la DGR n. 167 dal titolo "Piano Socio Sanitario 2012-2015".
Rileggo il passaggio già letto dall'Assessore a proposito del presidio oftalmico: "Tra gli ospedali da dismettere per trasferimento attività indicando in nota quanto segue: 'Vista la sempre maggiore necessità di organizzazione multiprofessionali nella gestione efficace della moderna medica, l'Oftalmico è destinato ad essere inserito nell'ambito di un contesto ospedaliero dotato di tutte le attività specialistiche complementari a oggi identificato nella struttura che riceverà la futura Città della Salute'".
Questo documento, Presidente, non l'ho votato e me lo ricordo benissimo, perché il 3 aprile 2012 ero al Sant'Anna perché nascevano le mie figlie. Per un difetto della banca dati, non riesco a trovare i resoconti ma vorrei sapere quante delle persone che oggi qui hanno parlato contro questa delibera, si sono astenuti dal votarla, anche se erano Assessori della Giunta Ghigo, della Giunta Cota o membri della maggioranza.
Vorrei rispondere alla Consigliera Porchietto che parlava di mancanza della classe politica.
Immagino, conoscendo la collega, che non fosse solo rivolto a se stessa, ma fosse un'accusa che facciamo a tutti quanti. Per carità, la classe politica ha tanti limiti e noi, ciascuno pro-quota, abbiamo i nostri e se siamo qui oggi, siamo qui per gli errori della classe politica che ci ha preceduto e anche per gli errori nostri. In passato, non abbiamo avuto il coraggio di fare delle scelte che, se avessimo fatto allora, sarebbero state molto meno pesanti di quelle che facciamo oggi.
Rispetto al problema della mancanza della classe politica, la questione non si risolve rimanendo con la testa sotto la sabbia, ma si risolve affrontandola. Andando anche a dire a delle persone che sono amiche, verso cui abbiamo il massimo rispetto, che sono i pazienti abituati ad andare all'Ospedale Oftalmico, gli infermieri abituati a lavorare all'Oftalmico e affezionati a quell'ospedale, i primari - che rispettiamo e che hanno fatto, in contesti difficili, il loro lavoro e che temono che le strutture cui hanno dedicato anni di sacrifici possano evaporare - personalmente e anche direttamente, come Capogruppo, mettendoci la faccia, anche se mi associo totalmente alle belle parole del collega Allemano, che ci piacerebbe non dover fare queste cose, ma ce ne assumiamo la responsabilità e ci prendiamo anche su di noi la responsabilità che, se i fatti dovessero andare diversamente da quanto è stato detto, si sa che c'è una responsabilità.
Noi ce l'assumiamo e diciamo che non permetteremo che ci sia l'Ospedale "Valdese 2.0".
Infine, scusate se rispondo per ultimo, perché ritengo sia la chicca più gustosa, all'accusa che ci ha fatto simpaticamente, com'è suo solito la collega Gancia, di essere "immobiliaristi". Mi viene da dire "guarda da che palco proviene la predica"! Proprio da una Giunta, quella di Cota, che ha scelto l'Assessore Monferino. Quel Monferino che ha scelto un consulente, di cui non ricordo bene il nome, che ci spiegava che dovevano fare una società immobiliare non solo per metterci le attività della sanità che non servivano più, ma anche gli ospedali, come la Città della Salute che erano in produzione, che dovevamo vendere e poi affittare! Cosa su cui noi ci saremmo "dati fuoco", ma devo dire, per onestà intellettuale, a differenza del Valdese, su questo anche qualche membro della Giunta regionale ha detto "non mi sembra il caso" e hanno poi cambiato idea perché vendere gli ospedali per poi prenderli in affitto sarebbe stato veramente da guinness dei primati della cosiddetta "mancanza di leadership politica" cui la collega Porchietto brillantemente faceva riferimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
Mozione n. 495 "Salvaguardia dell'Ospedale Oftalmico fino a individuazione di una nuova, funzionale sede nella costruenda Città della Salute" presentata dai Consiglieri Vignale, Batzella, Bertola, Berutti, Bono Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione della mozione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per pochi minuti, anche non sarebbero sufficienti per replicare a quanto ho ascoltato finora.
Dico solo due cose. Ognuno ha la faccia che ha, ci mancherebbe, ma ho evitato di leggere tutto quello che è stato detto, scritto e prodotto in termini di atti nella precedente legislatura esclusivamente sull'Oftalmico.
In coerenza, manteniamo quello che è scritto nell'ordine del giorno perché nell'ordine del giorno noi chiediamo che si attui quello che è scritto nel Piano Socio Sanitario, cioè che l'Oftalmico rimanga dov'è fintanto che non possa essere trasferito nella Città della Salute. Questo dice l'ordine del giorno, è quanto dice il Piano Socio Sanitario ed è anche quella modifica che facemmo fare.
Che cosa non può essere sopportato? Ognuno, in commedia, gioca la parte che vuole, come diceva l'Assessore il quale dice "io non c'ero", poi anche su quello sarebbe facilissimo vedere quanti ordini del giorno il Consiglio provinciale, di cui era il Presidente, ha promosso a tutela dei presidi.
Che cosa non può essere accettato? Non può essere accettato che la precedente Amministrazione, con uno sforzo e un coraggio impopolare, ma titanico, ha ridotto la spesa sanitaria di 400 milioni di euro, certo in molti casi con la riduzione del personale, perché avevamo 450 milioni di euro aggiuntivi che abbiamo messo e non potevamo più mettere.
Consigliere Gariglio, bisogna conoscere i fatti: dal 2013 questa Regione ha i conti a posto, ed anche l'Assessore l'ha dovuto ammettere, ci sono i conti consuntivi che lo testimoniano, perché è stato fatto uno sforzo titanico, dove voi siete stati dei cinici senza precedenti. Voi avete giocato sulla pelle dei pazienti per portare a casa quattro voti e sull'Oftalmico avete fatto esattamente la stessa cosa, perché non ero io che partecipavo alle iniziative, alle raccolte firme, alle petizioni, ai convegni! Inoltre, il Presidente, il giorno prima della sentenza del TAR, perch non si sa mai: come l'ho salvato nell'VIII Legislatura e l'ho salvato nella II, la salvo nella X...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

C'è un limite all'indecenza, c'è un limite oltre il quale non si pu andare! Bisogna, con molta più onestà o pacatezza, se volete, assumere un po' l'atteggiamento legittimamente dimesso del collega Alemanno, ossia intervenire provando a motivare una scelta sbagliata, perché è anche un compito della maggioranza; anch'io ho votato degli atti che non condividevo, non sempre.
Ricordo, ed è la differenza rispetto a questa legislatura, che sulle emodinamiche di Ciriè e di Moncalieri e sull'l'Oftalmico vi furono atti non approvati da tutta la maggioranza, ma atti trasversali in cui il precedente Consiglio, disastrato, con coraggio assumeva decisioni su cui maggioranza e opposizione votarono insieme. Noi chiediamo questo, soprattutto a coloro i quali sono stati i paladini della tutela dell'Oftalmico. Chiediamo un minimo di coerenza, che - noi crediamo - oggi ha ancora un valore, perch se no, come dicevo, questa mattina il rischio è che le parole, se sono solo parole, siano una presa in giro.
Noi oggi voteremo a favore del documento del collega Monaco, sul quale esprimeremo un voto favorevole; io non so se passerà, ma me lo auguro. E' evidente che se l'ordine del giorno del collega Monaco passerà, lo "spezzatino" San Giovanni Bosco-Città della Salute non si farà più. Io mi auguro che passi, perché se no continuiamo ad approvare atti d'indirizzo che poi non vedono attuazione nelle DGR. Allora, c'è un limite all'indecenza, perché se questo Consiglio dà un indirizzo alla Giunta, il compito cui lei è tenuto...



PRESIDENTE

Non è stato ancora approvato.



VIGNALE Gian Luca

Mi riferisco ad altri casi...
La Giunta, che piaccia o meno, è tenuta a darne seguito. Questo è quanto noi chiediamo.
Chiedo che le votazioni avvengano per appello nominale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 494, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si sono astenuti 19 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 495, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 14 Consiglieri hanno votato NO 19 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

La seduta è terminata. Invito la delegazione a recarsi in Sala Viglione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.25)



< torna indietro