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Dettaglio seduta n.92 del 22/09/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.34 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Trasporti su ferro - Centri intermodali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 536 presentata dai Consiglieri Sozzani, Berutti, Graglia, Porchietto e Ruffino, inerente a "Integrazione interporti piemontesi"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 536, presentata dai Consiglieri Sozzani, Berutti, Graglia, Porchietto e Ruffino, avente ad oggetto "Integrazione interporti piemontesi".
La parola al Consigliere Sozzani, per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Per la verità, questa è un'interrogazione datata. Rispetto ai tempi in cui venne presentata e i tempi in cui viene discussa ci sono stati degli aggiornamenti, però forse è l'occasione per valutare nella sua interezza la problematica.
Si tratta di un problema d'integrazione degli interporti piemontesi in una logica d'attività che dovrà essere fatta non solamente per la Regione Piemonte, ma per l'intero Nord-Ovest dell'Italia.
E' risaputo che in Lombardia non esiste un interporto se non un piccolo interporto, quello di Mortara, ma non esistono interporti con le capacità di movimentazione delle merci come quelli piemontesi. In una logica di costruzione del Terzo Valico o, in ogni modo, in uno stato d'avanzamento del Terzo Valico rispetto alla realizzazione della linea Genova-Rotterdam piuttosto che la linea Lisbona-Kiev, evidentemente il Piemonte è in un ambito geografico assolutamente privilegiato rispetto agli investimenti che l'Europa aveva definito a suo tempo.
Ora, quello che soprattutto si richiede è a che punto è lo stato d'avanzamento delle attività amministrative con le Regioni confinanti quindi la Lombardia e la Liguria, affinché quest'integrazione degli interporti possa diventare una potenzialità della nostra Regione, ma anche una potenzialità economica di sviluppo dei territori nei quali gli interporti stessi sono inseriti. Inoltre, esiste una serie di interporti di tipo privato cui la Regione evidentemente non partecipa, come quello di Villanova d'Asti, come altri interporti di dimensioni ragguardevoli.
Vorremmo saper qual è l'integrazione che si va a chiedere in un ambito di una visione più globale dell'investimento della logistica piemontese, in particolare degli interporti piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola all'Assessore Balocco, per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Consigliere Sozzani, lei sa che prossimamente in II Commissione ci sarà una sessione dedicata proprio al tema della logistica e dei temi che sono oggetto della sua interrogazione.
In questa sede, mi limiterò, anche per i tempi estremamente ristretti ad accennare ad alcune questioni e, in particolare, a precisare notizie non sempre precisissime, riportate dalla stampa piemontese e anche novarese.
La questione è quella di elaborare il piano, sia con la Regione Piemonte che con altre due Regioni, la Lombardia e la Liguria, per formalizzare un piano della logistica piemontese integrato insieme con un piano della logistica delle tre Regioni che tenga conto, ovviamente, della questione dei porti, ma anche delle interconnessioni con il Nord, l'Est e l'Ovest europei.
In particolare, però, in questa fase c'è stato un approfondimento portato avanti dall'Assessorato assieme anche al Commissario di Governo della Torino-Lione, per verificare e proporre una prima bozza relativa ad una ricognizione del fabbisogno concernente gli interventi infrastrutturali in capo a RFI; stiamo parlando d'interventi infrastrutturali ferroviari.
Abbiamo quindi proposto al Ministero una serie d'interventi che definirei di minima, per dare maggiori opportunità a siti piemontesi che già agiscono sulla logistica con una certa importanza, prima di tutto CIM di Novara, ma anche RTE di Rivalta e SITO di Orbassano.
Le ipotesi d'intervento - ripeto, di minima - sulla rete ferroviaria all'interno di SITO, di CIM e di Rivalta, come alcuni interventi d'adeguamento delle linee ferroviarie che interessano questi flussi (in particolare il flusso dai porti e, quindi, sulla linea da Genova-Novi Ligure-Alessandria-Tortona-Novara) sono state definiti per una cifra assolutamente contenuta, viste anche le ricadute che questo potrebbe avere sul sistema logistico piemontese; stiamo parlando di circa 60 milioni.
Non si tratta - vorrei precisare, ancora - di un piano della logistica anche perché un piano della logistica piemontese, ripeto, deve essere integrato con la questione dei porti e anche con la Regione Lombardia evidentemente, non prevede come unici siti della logistica i tre che ho citato, ma sicuramente dovrà tenere conto anche di altre potenziali aree già oggi servite in modo magari inadeguato dal punto di vista ferroviario ma specialmente inadeguato dal punto di vista della viabilità. Penso specialmente allo scalo merci di Alessandria.
Il ragionamento che stiamo conducendo, di cui riferirò anche in Commissione nei prossimi giorni, è proprio di agire su questi siti, non ultimo anche il sito di Mondovì, che ha una certa rilevanza per quanto riguarda il suo essere nell'adiacenza del porto di Vado Ligure, che è uno dei porti che ha più potenzialità, come lei sa, perché ha un pescaggio che permette già fin d'ora l'attracco delle navi di maggior carico. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Centri intermodali - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 466 presentata dai Consiglieri Andrissi, Bertola, Campo e Valetti, inerente a "Messa in sicurezza del territorio su cui sorge il CIM di Novara e dei territori limitrofi, come prescritto dalla Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 466, presentata dai Consiglieri Andrissi, Bertola, Campo e Valetti, inerente a "Messa in sicurezza del territorio su cui sorge il CIM di Novara e dei territori limitrofi, come prescritto dalla Regione Piemonte".
La parola al Consigliere Andrissi, per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo sempre di aree d'interscambio, però lo affrontiamo dal punto di vista del rischio idrogeologico, in questo caso.
La storia di CIM è emblematica di una storia di un'opera voluta da Finpiemonte e il Comune di Novara, realizzata in un'area dove non poteva essere realizzata, in altre parole parliamo del bacino d'esondazione, con una frequenza di esondazione di circa ogni dieci anni, del fiume Terdoppio.
E' un'opera che nasce nel 1987 su accordo di Finpiemonte e il Comune di Novara, accede a dei fondi, quali il Fondo Investimenti Occupazione (FIO) e vede la sua realizzazione verso la fine degli anni Novanta. Ad oggi, l'area interportuale è inserita nella fascia "B" del piano stralcio dell'Autorità di Bacino.
Quindi, l'area presenta forti criticità d'ordine idrogeologico legata all'immediata vicinanza del fiume Terdoppio.
La valutazione d'impatto ambientale per la realizzazione dell'opera prevedeva una serie di opere che andassero a mitigare quello che era il rischio idrogeologico. Ne cito tre che la Regione Piemonte, con nota del 30 marzo 2000, prescrive di subordinare alla realizzazione di tale opera.
Queste opere non sono mai state realizzate: in primo luogo, "che la fascia fluviale per l'ampiezza di 150 metri sia sistemata a verde con essenze arbustive e arboree tipiche del paesaggio fluviale"; in secondo luogo "dovrà essere ripristinato ed infittito il corridoio ecologico a lato della sponda sinistra del Terdoppio"; terzo e ultimo punto, "è indispensabile per la fattibilità dell'opera, al fine delle necessarie garanzie di sicurezza per gli abitanti limitrofi - sia del Comune di S. Agabio che del Comune di Pernate - la risoluzione delle problematiche idrauliche e ambientali del torrente Terdoppio".
Seguirà un cronoprogramma che avrebbe dovuto prevedere la realizzazione di un canale scolmatore per l'intercettazione delle piene. Ma tutto ciò non avvenne assolutamente. Tra l'altro, per la realizzazione di questo canale scolmatore si prevedeva la partecipazione all'80% del Comune di Novara.
In buona sostanza, cosa possiamo dire? Che le opere a protezione prescritte dalla Regione e previste dalla Valutazione di Impatto Ambientale non sono state realizzate e l'abitato di Pernate vive sotto l'incubo di tornare a galleggiare con i canotti per le vie del proprio paese.
Noi chiediamo quali e quanti controlli, verifiche e visite ispettive sono state effettuate presso il Centro Intermodale Merci di Novara, perch ad oggi ci risulta solo un'ispezione del 2001 del Ministero; quali soggetti hanno compiuto le verifiche di cui al punto precedente; come sia stato possibile proseguire i lavori dell'opera - perché negli anni il CIM ha raddoppiato la sua superficie - senza ottemperare alle prescrizioni definite in maniera puntuale dalla Regione e dal Ministero; quali azioni nel pieno della propria competenza, la Regione intenda mettere in atto per far realizzare quanto prima tutte le opere necessarie alla messa in sicurezza del territorio su cui sorge il CIM e dei territori limitrofi considerando anche - aggiungerei io - che è previsto un CIM 2 nel bacino imbrifero sempre del Terdoppio e a nord dell'abitato di Pernate (tutto il precipitato sul terreno che viene reso impermeabile andrà a ricadere ovviamente, sempre sull'abitato di Pernate).
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Ricordo che per le interrogazioni indifferibili e urgenti sono previsti soltanto due minuti per l'illustrazione.
Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente.
Consigliere, la vicenda risale, come lei ricordava, al 2000. Devo dire però, che il problema della pericolosità del torrente Terdoppio e dell'assetto idrogeologico del territorio sussiste indipendentemente dalla presenza di CIM e indipendentemente dal possibile ampliamento del CIM stesso. Anche perché, tra l'altro, le ipotesi di progettazione urbanistica d'ampliamento del CIM sono ancora tutte da definire e, per quel che ne so non dovrebbero interessare in modo diretto la zona a cui lei fa riferimento con la sua interrogazione.
Il problema del Terdoppio - la messa in sicurezza di quel torrente e di quel territorio - ha avuto più analisi e più interventi nel tempo, anche con alcune contraddizioni tra previsioni (prima, ad esempio, si prevedevano ondate di piena a 175 metri cubi/secondo, per poi essere ampliate a 255).
Insomma, c'è una situazione di analisi e di approfondimento sul territorio che deve essere chiarita.
A questo proposito, proprio nell'ottobre scorso (2014), il mio Assessorato ha richiesto al Settore Difesa del Suolo Decentrato Opere Pubbliche di riavviare un approfondimento, in collaborazione, ovviamente con l'Autorità di Bacino, e questi approfondimenti hanno prodotto una nuova ipotesi progettuale, tra l'altro non particolarmente dispendiosa, che è poi stata inserita nella piattaforma ReNDiS, finalizzata ad eventuali interventi/finanziamenti da parte di Italiasicura dello Stato.
Questa nuova ipotesi progettuale è stata presentata nel novembre scorso sia a CIM che al Comune di Novara ed è stata condivisa. In questa fase si sta approfondendo l'ipotesi progettuale stessa, arrivando, appunto, ad una progettazione di carattere definitivo. E' importante giungere alla progettazione definitiva proprio perché, come lei sa, nelle piattaforme ReNDiS il livello di progettazione è elemento determinante per il finanziamento stesso.
E' nostra intenzione - in accordo con Italiasicura - inserire questo progetto tra quelli che dovranno essere finanziati nel primo stralcio d'intervento previsto dal Governo, che riguarda le cosiddette "Aree metropolitane e urbane". Nello schema di interventi previsti, ne esistono tre e interesseranno l'Area metropolitana torinese, l'area di Alessandria (in particolare Spinetta) e l'area di Novara, per quanto riguarda il Terdoppio.
Ma stiamo parlando di interventi progettuali in questo caso non onerosissimi, quindi io spero affrontabili in tempi decisamente brevi.
Ripeto che quest'intervento, indipendentemente dalla presenza di CIM (o, ancora di più, dai possibili ampliamenti di CIM), dev'essere realizzato proprio per mettere in sicurezza l'area, la città di Novara in particolare ma ancor di più i Comuni limitrofi.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 540 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Gestione linea storica Torino-Modane da parte di TELT e interventi previsti per la Nuova Linea Torino Lione (NLTL)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 540 inerente a "Gestione linea storica Torino-Modane da parte di TELT e interventi previsti per la Nuova Linea Torino Lione (NLTL)", presentata dalla Consigliera Frediani, che la illustra.
Consigliera Frediani, poiché risultano ancora 13 interrogazioni da discutere, le chiedo gentilmente di rispettare i due minuti previsti per l'illustrazione.
Prego; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sarò breve, anche perché è un progetto che tutti noi dovremmo abbondantemente conoscere.
Nelle premesse dell'interrogazione, ovviamente, cito tutti i vari passaggi relativi agli accordi fra Italia e Francia per arrivare a gestire il lavoro relativo alla grande opera (tra parentesi inutile) su cui stiamo lavorando in collaborazione con i Paesi oltrefrontiera.
In particolare, quello che interessa ai fini dell'interrogazione è ci che è successo a partire dal 23 febbraio 2015, quando è stata sciolta LTF ed è subentrata TELT, il nuovo soggetto esecutore che dovrà realizzare l'opera.
In base agli accordi del 30 gennaio 2012 tra lo Stato italiano e quello francese per la realizzazione e l'esercizio della nuova linea, si prevede all'articolo 24 la modifica alla Convenzione del 29 gennaio 1951, e, nello specifico, che entro il termine di due anni dalla sottoscrizione dell'accordo in questione le parti s'impegnano ad apportare le modifiche utili alla Convenzione del 29 gennaio del 1951 relativa alle stazioni internazionali di Modane e Ventimiglia e alle sezioni ferroviarie comprese fra queste stazioni e le frontiere.
Gli stessi accordi (facciamo dunque riferimento ad accordi passati ovviamente) prevedono all'articolo 25 che l'ente promotore stabilisca dei canoni di utilizzo della sezione transfrontaliera e del tratto di linea storica compreso tra le interconnessioni.
Cosa succede a febbraio? Accade che con questo nuovo accordo questo precedente punto viene modificato: viene eliminato il vincolo dei due anni e viene sostituito con una data da stabilire in seguito.
La stessa variazione prevede anche di dare in gestione (non solo quindi, stabilire i canoni di utilizzo) oltre i tratti di valico, anche tutto il tratto di linea storica incluso tra le interconnessioni della nuova linea (quindi tra Bussoleno e Saint Jean de Maurienne), creando un monopolio sulla gestione del traffico transfrontaliero e un possibile conflitto di interessi (TELT è anche il soggetto che si occupa di realizzare la linea ad alta velocità).
Le nostre domande sono quindi relative a questi nuovi accordi e al fatto che TELT possa arrivare a gestire anche questo tratto di linea storica. Inoltre, abbiamo chiesto delle informazioni in merito alle opere di mitigazione e ammodernamento previste per la tratta tra Avigliana e Bussoleno, quindi i tempi e i costi di realizzazione, gli sviluppo previsti per la tratta nazionale dell'Alta Velocità Torino-Lione.
Infine, chiediamo se la linea storica non sia già sufficiente a coprire le necessità di trasporto previste.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Intervengo molto sinteticamente, perché la Consigliera avrà modo di leggere la risposta scritta che le consegnerò.
Per quanto riguarda la questione del cosiddetto "conflitto d'interesse" come lei lo considera, devo ricordare che questa competenza di NLTL rispetto alle due linee è in ogni caso verificata e controllata dalla Commissione intergovernativa, che è un organismo che prevede la presenza di due governi e che ovviamente ha tutte le possibilità di controllo. Oltre a questo vi è anche, nel caso specifico italiano, vi è anche l'Autorità di regolazione dei trasporti.
Per quanto riguarda la questione della progettazione del tratto Avigliana-Bussoleno, cioè l'adeguamento della storica e degli interventi di mitigazione sulla stessa linea e per quanto riguarda gli sviluppi sulla tratta nazionale, devo dire che i due punti si collegano, in quanto il progetto preliminare della tratta nazionale è fermo al CIPE dal 2011 e c'è una fase d'approfondimento progettuale, che dovrà andare in CIPE, come pare, non troppo avanti nel tempo. Si tratta ovviamente del progetto preliminare.
All'interno di questo progetto preliminare stiamo promuovendo d'accordo con il Commissario di Governo, l'ipotesi di anticipare alcune opere relative alla tratta nazionale, molto limitate dal punto di vista della finanziabilità degli interventi, ma molto importanti indipendentemente dalla costruzione della tratta nazionale. Anche se devo precisare che non è corretto quello che lei dice, cioè che sia stata abbandonata l'ipotesi di costruire la tratta nazionale nel tratto tra Avigliana e Orbassano. Semplicemente sono stati definiti dei lotti di intervento e questo è un lotto seguente a quello che è stato approvato recentemente a livello di progetto definitivo, che è in fase di progettazione esecutiva.
Riteniamo che le opere di anticipazione siano molto importanti per il territorio. Stiamo parlando di opere che sono collegate al progetto della tratta nazionale, in particolare l'intervento sul San Luigi di Orbassano l'intervento su Buttigliera e la fermata a Ferrere.
Invece ci sono interventi che sono già finanziabili attraverso accordi di programma del 2014 e del 2008, che riguardano San Paolo e Le Gru.
E' chiaro che tutti questi interventi, se condotti in modo unitario che prevedono un intervento totale per 69 milioni e mezzo - di cui 20 milioni sono frutto di accordi di programma, mentre i 49 milioni e mezzo previsti sarebbero collegati alle anticipazioni, quindi finanziabili attraverso RFI - sono ritenuti, credo anche dal territorio indipendentemente da questioni più generali rispetto all'opera assolutamente importanti.
Per quanto riguarda le previsioni rispetto alla quantità di merci che interesseranno la linea, questa è una storia antica su cui ci sono stati approfondimenti ed analisi di ogni genere. Nella risposta li citerò e così pure i vari documenti.
Preciso, ancora una volta, che il fatto che sia stata abbandonata l'ipotesi della tratta nazionale è assolutamente da smentire.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Non ha risposto alle domande che ho fatto.



PRESIDENTE

Dal punto di vista politico quella è un'altra questione, però lei non ha diritto di replica e quindi.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Consigliera, non ha diritto di replica, ne discuterà in un altro momento.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 499 presentata dai Consiglieri Bertola e Andrissi, inerente a "Nuovo progetto di discarica di inerti ad Alice Castello a due passi dalla discarica Alice2"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
499.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Assessore Valmaggia, periodicamente ci troviamo in Aula a parlare di discariche e spesso anche di Valledora e di Alice.
Io spero, non perché non abbia piacere di conversare con lei su argomenti di varia natura, in futuro di non dovermi più trovare a fare interrogazioni su questo tema. Ma questo accadrà solo se si metterà finalmente mano ad un piano serio per risolvere una volta per tutte i problemi gravissimi che ha la Valledora.
In questo caso parliamo di fatti risalenti a maggio 2015, quando abbiamo presentato quest'interrogazione. Abbiamo appreso, infatti, nel maggio 2015 che è stato presentato in Provincia di Vercelli un progetto per creare un sito di 100 mila metri cubi - come se non bastasse tutto ciò che c'era già prima - per il conferimento di rifiuti inerti, proprio a due passi dalla discarica di Alice2.
A fine giugno era prevista la prima Conferenza dei Servizi per iniziare la fase d'istruttoria per il rilascio dell'autorizzazione a questo progetto. Nel settembre dello scorso anno Alice Ambiente non aveva ancora presentato il progetto di messa in sicurezza permanente e si attendeva che la Provincia di Vercelli, attraverso la Conferenza dei Servizi, facesse il punto della situazione e stabilisse le tappe successive del progetto di bonifica.
Alla data alla quale abbiamo presentato l'interrogazione, non si riscontravano ancora azioni apprezzabili per un corretto ripristino ambientale di quell'area.
Quindi, per questo motivo interroghiamo la Giunta per conoscere gli aggiornamenti circa la messa in sicurezza permanente del sito in cui è nato e della discarica Alice2, argomento già oggetto di interrogazioni in passato, per sapere se intende intervenire e prendere provvedimenti per impedire un ulteriore carico ambientale e un rischio ulteriore per la salute dei cittadini in una zona che, come abbiamo detto più volte, è già ampiamente compromessa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Premesso che la Regione non ha competenza nei procedimenti di bonifica dei siti, nel senso che la competenza è in capo ai Comuni e alle Province si riportano gli elementi acquisiti dalla Provincia di Vercelli. Poich questa è una bonifica che ha durata lunga, mi limito agli ultimi passaggi.
Nella Conferenza dei Servizi del giugno 2014 è stata rappresentata la necessità di rivedere integralmente la tipologia d'intervento di bonifica attraverso la progettazione di un intervento di Messa in Sicurezza Permanente (MISP). Quindi è stato redatto questo progetto, che è stato visto in successive Conferenze dei Servizi e la Provincia deve procedere all'assunzione della Determinazione di approvazioni del verbale della Conferenza dei Servizi del 30 marzo 2015 e del conseguente progetto di MISP. Con lo stesso atto verrà inoltre definito di quadro prescrittivo di riferimento entro cui dovrà essere operata la chiusura, mediante realizzazione del capping, del sistema "Alice" e conseguente attivazione della fase di gestione post-operativa.
Il cronoprogramma del progetto prevede (cito solo i titoli): capping e regimazione delle acque meteoriche gestione del percolato gestione biogas e monitoraggio delle aree esterne interventi sulla falda raggiungimento obiettivi di qualità dei metalli monitoraggio falda monitoraggio post-MISP monitoraggio della MISP.
Il cronoprogramma di quest'intervento, compresi i monitoraggi, durerà dieci anni dall'approvazione del progetto, quindi siamo in fase d'approvazione del progetto complessivo, in modo da portarlo avanti nelle fasi operative.
Ci sono delle garanzie finanziarie e la ditta ha chiesto di poter rimodulare e aggiornare le garanzie finanziarie già prestate a favore della Regione Piemonte, fermo restando che sul progetto di Messa in Sicurezza Permanente saranno prestate nuove garanzie e che quelle vecchie dovranno rimanere comunque valide.
Sul secondo quesito (se s'intende intervenire e assumere provvedimenti per impedire un ulteriore carico ambientale a rischio per la salute dei cittadini), si evidenzia che l'approvazione e il rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione di impianti di recupero e smaltimento rifiuti risultano in capo alla Provincia territorialmente competente.
La ditta Valchiesa Ambiente ha presentato istanza di pronuncia di compatibilità ambientale relativamente al progetto di "Discarica per rifiuti inerti in località Valchiesa nel Comune di Alice Castello". Quindi c'è il progetto che è stato portato avanti. La suddetta ditta ha anche presentato alla Provincia di Vercelli istanza di autorizzazione ai sensi dell'articolo 208 del D.Lgs. n. 152/2006.
Come risulta dalla documentazione presentata con l'istanza, il progetto consiste nell'allestimento di una discarica per rifiuti inerti non pericolosi in un sito estrattivo pregresso ed esaurito in località Valchiesa di Alice Castello, per il recupero e risistemazione ambientale dell'ex sito di cava; la vasca originata dagli scavi di inerti risulta già esistente. L'allestimento della discarica sarà proceduto dalle operazioni normali d'attuazione.
In attesa di disporre del verbale della Conferenza dei Servizi del 25 giugno 2015, la Provincia ha anticipato per le vie brevi che l'azienda ha chiesto la sospensione del procedimento per adeguare il progetto presentato, in quanto risultava molto carente. Quindi questa seconda parte è ancora in stand by.


Argomento: Montagna

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 449 presentata dai Consiglieri Ferrentino e Rostagno, inerente a "Misure per il recupero e la valorizzazione dei Borghi alpini"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 449.
La parola al Consigliere Ferrentino per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
La data di quest'interrogazione è 28 aprile, quindi è un documento datato, ma allo stesso tempo è quanto mai attuale; di conseguenza, è molto importante che ci sia una risposta da parte dell'Assessore.
Nel Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, la Misura 322, all'Azione B, aveva destinato importanti risorse per la realizzazione di organici programmi integrati ed interventi volti al recupero e allo sviluppo di un numero limitato di Borgate montane. Era una Misura che ha favorito, in questi sette anni trascorsi, il recupero ed interventi di ristrutturazione importanti nelle Borgate dei Comuni montani del Piemonte.
Poiché nel PSR 2014-2020 analoga misura non trovava collocazione, ho presentato quest'interrogazione per avere risposta dall'Assessore rispetto al PSR in gestione, se intende dare risposta a questo processo di rivitalizzazione delle Borgate montane che, con i 40 milioni dei sei anni precedenti, aveva dato importanti risposte.
Ovviamente, come Amministratore di Comune montano, ho ritenuto quest'intervento precedente molto importante e quindi sarebbe auspicabile che, anche se con forme diverse, interventi che mirano a recuperare e a permettere la residenzialità nei Borghi alpini possano trovare elementi di supporto anche nell'attuale programmazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore allo sviluppo della montagna

Grazie, Presidente.
Effettivamente la Misura 322 del passato PSR ha dato risultati molto interessanti e ha avuto un investimento di circa 33 milioni di euro, quindi cifre anche consistenti. Nel nuovo PSR 2014-2020, la Misura di riferimento è la Misura 7, denominata "Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali". E' una Misura che sostiene l'infrastrutturazione delle telecomunicazioni, la conservazione del patrimonio naturale e lo sviluppo dei siti di pregio, gli interventi di riqualificazione degli elementi tipici del paesaggio, ed è una Misura che assomma a 43 milioni di euro nel suo complesso, unitamente alle risorse che i singoli Piani di Sviluppo Locali assegnano ai GAL anche tramite la Misura 19.
Quindi c'è intenzione di proseguire il percorso fatto, sicuramente con l'attenzione che diceva in modo puntuale il Consigliere Ferrentino, in una modalità nuova, finalizzata al ritorno delle persone a vivere in ambiente montano e a creare anche opportunità di lavoro.


Argomento: Calamità naturali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 553 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Fondi per danni alluvionali e opere pubbliche"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 553.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente. Sarò veloce.
E' una questione che trattiamo da tempo. Sulla base dell'ultima Finanziaria, avevamo chiesto di inserire sia sulla legge 18 che sulla legge 38 alcuni milioni di euro a sostegno dei danni degli ultimi fatti alluvionali e c'era stato risposto che era in corso una trattativa col Governo, finalizza chiaramente ad avere un riscontro importante legato a quei fondi.
A questo punto, vogliamo capire se il confronto col Governo c'è stato e naturalmente sapere quante risorse, ad oggi, siano state caricate sulla nostra Regione al fine di poter evadere tutta la serie dei danni che hanno colpito buona parte del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente.
E' evidente che "il piatto piange", questa non è certo una novità: la legge 18 non è finanziata da quattro anni; la legge 38 è finanziata sul bilancio 2015 per tre milioni di euro, di cui assegnati 1,3 milioni.
Quindi, per quanto riguarda le risorse che sono state e si stanno utilizzando in questo periodo, sono sostanzialmente le risorse che sono state messe a disposizione dalla Regione (dieci milioni di euro) per l'evento dell'autunno 2014, a cui si sono aggiunti i 31 milioni di euro da parte del Governo per la calamità naturale.
Per quanto riguarda l'evento del marzo 2015, ci sono poi i 9,1 milioni di euro, sempre messi a disposizione dal Governo per quanto riguarda la calamità naturale e poi gli 8,660 milioni di euro che invece provengono dai fondi di perequazione dell'Unione Europea.
Le progettazioni sono in gran parte avvenute e sono in fase d'assegnazione, ovviamente con tempi diversi rispetto alle risorse previste per l'evento del 2014 e per quelle previste per l'evento del 2015.
Per quanto riguarda gli interventi dello Stato, noi abbiamo preparato dei progetti - ripeto quanto già detto prima rispondendo all'interrogazione del Consigliere Sozzani - che riguardano le aree metropolitane urbane ossia, ripeto, Area Metropolitana Torinese, Alessandria, Novara e Vercelli.
Qui i fondi sono, a livello nazionale, di un miliardo e tre. Noi aspiriamo ad ottenere un qualche finanziamento su queste opere, appunto da quel fondo.
Ancora più urgente - e in effetti qui siamo fermi ormai da alcuni mesi è la possibilità di attingere, da parte nostra, il fondo di rotazione previsto, ma non ancora disponibile, da Italia Sicura di 100 milioni, fondo di rotazione per le progettazioni.
Questo è essenziale perché, come voi sapete, noi non possiamo progettare se non abbiamo le risorse disponibili per l'intera opera.
Questo, evidentemente, è un cane che si morde la coda: impedendo la progettazione, s'impedisce poi la cantierabilità delle opere stesse.
Il fondo di rotazione, quindi, è un aspetto assolutamente urgente e assolutamente importante che stiamo seguendo ma per ora, ripeto, quelle risorse non sono ancora disponibili a livello nazionale.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 507 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Chiusura e esuberi allo stabilimento Gruppo ELCO di Leinì (TOP) - ex Corona"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 507.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Questa volta direi che potrei darla quasi per illustrata, nel senso che m'interessano più che altro gli aggiornamenti in merito alla situazione di questa azienda, soprattutto alla luce del fatto che sono partite le lettere di licenziamento, ricevute proprio a partire da ieri dai lavoratori.
Vorrei quindi capire a che punto siamo e che cosa si può fare per cercare di arginare quest'ulteriore crisi che lascia, tra l'altro, sulla strada lavoratori che per la stragrande maggioranza sono al di sopra dei cinquant'anni, quindi difficilmente ricollocabili.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Credo sia utile ripercorrere un po' tutta la storia, perché questo ci permette di capire il quadro attuale della situazione ELCO di Leinì.
Nel 2014 è stato siglato un verbale di accordo sindacale ai sensi dell'articolo 47 della legge 428/90 tra la società ELCO s.p.a. e la società CORONA s.r.l., la RSU aziendale del sito produttivo di Leinì e le Organizzazioni sindacali FILCTEM-CGIL e FIOM-CGIL, che prevedeva il trasferimento dei dipendenti da Corona a ELCO.
Questo è il passaggio da cui nasce il contesto attuale.
Nella stessa data è stato siglato anche un verbale di conciliazione individuale con tutti i lavoratori dell'unità produttiva di Leinì, ai sensi dell'articolo 411 c.p.c., nel quale i lavoratori stessi prendevano atto che era stato siglato il predetto verbale sindacale; ne condividevano il contenuto e ne accettavano le modalità ed i criteri dei trasferimenti concordati.
Allo stesso tempo i lavoratori, con la firma apposta sul citato verbale di conciliazione, prendevano altresì atto che al 30 novembre 2015 condizionatamente al mancato raggiungimento del riequilibrio finanziario dell'unità produttiva di Leinì, sarebbero stati risolti tutti i rapporti lavoro.
Siamo alla data del 31 luglio 2014, quindi più o meno un anno fa.
In data 3 ottobre 2014 la società ELCO e la società Corona, in seguito al raggiungimento degli accordi descritti ai punti precedenti, stipulavano un contratto d'acquisto di ramo d'azienda, avente per oggetto la progettazione, l'organizzazione e la costruzione di circuiti stampati esercitata nel sito di Leinì. Inoltre, la società ELCO subentrava nei contratti di lavoro subordinato esistenti nella stessa unità, impegnandosi a mantenere l'attività produttiva nello stesso sito fino al 30 novembre 2015, così com'era stato previsto dagli accordi sindacali sottoscritti nel 2014.
In data 2 dicembre 2014, presso la Regione Piemonte veniva sottoscritto l'accordo sulla richiesta di cassa integrazione guadagni straordinaria per il periodo dal 1° novembre 2014 al 31 ottobre 2015. La CIGS, presentata da ELCO al Ministero del Lavoro e successivamente regolarmente autorizzata interessava 42 dipendenti dell'unità, quindi la totalità dei dipendenti presenti all'interno dello stabilimento.
In data 5 giugno 2015 ELCO ha attivato una procedura di licenziamento collettivo per cessazione d'attività del sito di Leinì.
La società ha motivato tale decisione sostenendo che l'obiettivo, che era stato siglato dall'accordo iniziale, non è stato raggiunto; così com'era stato indicato nel verbale di conciliazione individuale, nonché nel contratto d'acquisto del ramo d'azienda, e che quest'obiettivo fissato dagli accordi sindacali iniziali non era stato raggiunto.
Le cause del mancato raggiungimento dell'obiettivo sarebbero primariamente riconducibili all'evoluzione negativa della crisi che ha coinvolto il settore a cui fa riferimento la ELCO, con il generale calo dei volumi d'attività, dovuto anche alla perdita di competitività nei confronti dei paesi emergenti. Nonostante la procedura di licenziamento collettivo come previsto dalla normativa vigente, fosse ancora nei 45 giorni della fase sindacale, la Regione ha incontrato ELCO (anche se non erano decorsi i termini previsti dalla trattativa), il consulente della società Corona e la FIOM-CGIL l'8 luglio dell'anno in corso. Alla riunione erano presenti anche il Comune di Leinì e la Città metropolitana.
Nell'incontro, il presidente del C.d.A. di ELCO ha ribadito le motivazioni che avevano preso, cioè di cessare l'attività del sito di Leinì, ovvero il mancato raggiungimento delle condizioni per la continuità produttiva previste negli accordi sottoscritti in sede sindacale l'anno precedente.
Su specifica richiesta della Regione, il rappresentante di ELCO si è detto disponibile a mantenere aperto il sito piemontese, purch s'intervenga operando una riduzione del personale che metta in equilibrio la struttura dei costi e dei ricavi. Quindi una riduzione solo parziale del personale presente all'interno dello stabilimento.
Questo consentirebbe eventualmente, come peraltro richiesto anche dal sindacato, di ricorrere al contratto di solidarietà; ipotesi invece non percorribile qualora si mantenga l'attuale struttura.
Qualora i 45 giorni della fase sindacale della procedura di licenziamento collettivo si concludano senza che azienda e organizzazioni sindacali trovino un accordo, la Regione Piemonte convocherà le parti per esperire, nei 30 giorni previsti, la fase istituzionale prevista dalla contrattazione.
Come ho già detto nelle parti precedenti, nulla sarà intentato perch abbiamo incontrato le parti, anche separatamente in incontri informali oltre all'incontro di cui ho detto precedentemente, per cercare di trovare una soluzione. Avendo manifestato l'amministratore delegato di ELCO la disponibilità di mantenere aperto l'impianto, forse è necessario valutare che cosa è meglio scegliere tra la chiusura definitiva o il mantenimento anche se parziale, del livello occupazionale.
Siamo in questa fase di contrattazione istituzionale ma, come vi ho detto, qualsiasi attività che possa essere attivata per salvare l'apertura dello stabilimento, anche con un diverso livello d'occupazione, siamo disponibili a tentarlo, per cercare appunto di trovare una soluzione.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 581 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Attività informativa della Regione Piemonte sulle azioni europee"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 581.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie.
In relazione all'importanza dei fondi europei per questa Regione, nel lavoro che svolgiamo sui territori con tutti i soggetti interessati obiettivamente, viene a mancare, a mio modesto parere, un primo elemento chiaramente anche per gli amministratori - di confronto, ma soprattutto di conoscenza negli ambiti provinciali.
A mio avviso, è un elemento determinante, perché è chiaro che, poi, c'è tutto un mondo che, giustamente, opera dal punto di vista professionale - e ci mancherebbe, anche perché diventerebbe particolarmente complicato per l'Ente operare in termini informativi - però ritengo fondamentale, visto anche tutto il lavoro di rivoluzione che si sta compiendo in ambito provinciale, comprendere come in qualche modo si possono creare punti informativi di un certo tipo e, soprattutto, dare delle risposte esaustive.
Naturalmente, attraverso l'interrogazione si chiede di conoscere quali azioni attiva il Settore Affari Europei dell'Ufficio di Bruxelles, quindi quali azioni mette in atto anche in sinergia tra Bruxelles e la Regione naturalmente, quale sia il grado di incidenza delle attività informative e divulgative della Regione circa i finanziamenti dell'Unione Europea e se non risultino alla Giunta regionale dei vuoti informativi soprattutto in termini di quanto stavo dicendo precedentemente.
In prospettiva di un settennato, che può essere determinante per questa Regione, ritengo importante intervenire per migliorare ciò che obiettivamente può essere una chiave di volta dell'economia regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Mi scuso per aver abusato del tempo prima, ma cercherò di recuperare.
Condivido il fatto che si debba cercare di pubblicizzare e far conoscere al meglio sui territori la programmazione dei fondi comunitari.
Ricordo soltanto che, in data 12 giugno, all'interno del Comitato di Sorveglianza è stato approvato il Piano di Comunicazione, che è una delle linee previste all'interno dei programmi operativi dei fondi comunitari, e per quello che mi riguarda, il Piano di Comunicazione dell'FSE.
Quindi, parliamo del 12 giugno 2015.
Ad oggi siamo in grado di far partire il nuovo Piano di Comunicazione per la programmazione dei fondi comunitari. Dico soltanto in modo molto sintetico che i Piani di Comunicazione utilizzati nelle programmazioni precedenti, dalle valutazioni che sono state compiute, sono Piani di Comunicazione che ci hanno testimoniato un grado d'attenzione e anche di efficacia molto alto.
Provo a riassumere i tre livelli sui quali intendiamo intervenire: un livello più "istituzionale/diffuso", orientato ad informare e sensibilizzare il grande pubblico sulle scelte strategiche della Regione un livello "tematico/mirato", fatto in modo specifico per quello che riguarda i contenuti e le linee dell'FSE; un livello "tecnico", misto di politica, quindi della parte più legata alle scelte, e che utilizzi anche strumenti di settore legati ai settori specifici che possono interagire con l'altro strumento operativo, che è lo strumento derivante dal fondo del FESR.
Saranno utilizzati i siti d'interesse regionale, quindi i siti internet d'interesse regionale, il notiziario elettronico dell'Enti locali, testata giornalistica locali, incontri territoriali (che, peraltro, si stanno già facendo, forse oggi possiamo dire che sono effettuati un po' troppo occasionale e poco), un mailing istituzionale che permetterà anche di raggiungere le istituzioni, quali i Comuni, all'interno del quale il programma operativo incide. Spero di avere fornito utili elementi.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione n. 538 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Partecipazione della Regione Piemonte ad Expo 2015"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 538.
La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore alla cultura

Grazie.
La risposta all'interrogazione è molto, molto lunga, quindi non so se magari, posso consegnare tutta la relazione che abbiamo preparato, perch sono più di sei pagine.
Brevemente, posso riassumere dicendo che noi siamo stati presenti come Regione Piemonte con cinque modalità: una prima e una seconda modalità che riguardano le due settimane di protagonismo che sono state programmate nei mesi di giugno e di ottobre; una presenza all'interno del Padiglione Cina che si è appena conclusa; una partecipazione al Cluster del cacao, insieme alla Città di Torino, e, naturalmente, la presenza della Regione Piemonte insieme a tutte le altre Regioni, a Vinitaly, che è stata pagata dal Turismo per buona parte e dai Consorzi.
E' naturale aver fatto un lavoro congiunto anche con la Città di Torino, soprattutto per quanto riguarda la creazione di un sito, dove è stata inserita tutta la nostra programmazione culturale di questi mesi (avevamo fatto una selezione degli eventi più importanti); così come abbiamo avviato un lavoro di comunicazione, che si è svolto in diverse tranche.
Infine, ricordo che, naturalmente con le ATL di riferimento, abbiamo messo in piedi dei servizi di collegamento con Expo. Queste sono le azioni.
Consigliera Frediani, le consegno la risposta dove sono elencate singolarmente tutte le determinazioni, perché, francamente, non mi sembra il caso di elencargliele tutte; naturalmente, sono a disposizione per quanto riguarda un approfondimento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per la replica.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Aspetto di leggere il documento ma, al di là dei dati, mi sarebbe piaciuto capire - magari avremmo occasione di parlarne anche in Commissione quali sono state le effettive ricadute, che non vedremo subito ovviamente; una valutazione sul ritorno rispetto agli investimenti della Regione in quest'evento.


Argomento: Attivita' di promozione

Interrogazione n. 539 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Istituzione e selezione progetti Hangar Point"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 539.
La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Il progetto Hangar Point è una delle linee d'intervento del programma che l'Assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte ha messo in piedi, dal titolo "Hangar. Re-inventare il futuro" dedicato alla trasformazione d'impresa nel settore culturale e turistico.
Hangar Point, attraverso un servizio d'accompagnamento alle realtà interessate, si pone l'obiettivo di favorire lo sviluppo delle organizzazioni attive nel campo culturale, le loro capacità manageriali e d'analisi critica dei problemi, di fornire strumenti e metodologie per raggiungere una maggiore sostenibilità economica ed occupazionale delle organizzazioni, nonché la creazione di reti territoriali e tematiche e l'aumento dell'impatto sociale, culturale ed economico per il bacino di riferimento. La gestione di tale programma è affidata alla Fondazione Piemonte dal Vivo, ente strumentale della Regione Piemonte.
La Fondazione, attraverso la gestione del centro servizi Hangar Point garantisce un'azione d'accompagnamento alle realtà culturali che ne fanno richiesta. Le realtà che intendono partecipare al progetto possono presentare la propria organizzazione e il proprio progetto di sviluppo rispondendo a periodiche call ed evidenziando i propri bisogni formativi e di supporto.
Per la gestione di Hangar Point, la Fondazione Live Piemonte dal Vivo ha presentato un progetto e relativo budget previsionale pari a 66.500,00 euro (consegnerò tutte le voci di spesa dettagliate, eviterei di leggerle a voce alta).
Attualmente la Fondazione Piemonte dal Vivo ha attivato tre incarichi professionali della durata di sei mesi ciascuno per i professionisti esperti in project management, comunicazione strategica e fundraising.
I professionisti sono stati scelti tramite un'apposita selezione pubblica per ciascun profilo (anche di questo fornirò i nominativi e i curricula allegati).
Per quanto concerne le modalità di svolgimento dei servizio, le realtà culturali selezionate attraverso le call periodiche sono seguite dal team di esperti, coordinati dal project manager. L'accompagnamento prevede un programma di incontri periodici, sia presso la sede di Hangar Point sia presso le sedi delle organizzazioni, con una frequenza più intensa nei primi quattro mesi e di monitoraggio nei successivi due mesi.
La selezione delle realtà culturali avviene sulla base di un progetto di sviluppo strategico che ciascuna di esse presenta e che può riguardare l'introduzione di nuovi progetti/prodotti culturali o l'efficientamento interno della propria struttura.
I criteri di valutazione dei progetti, rispondenti agli obiettivi di Hangar Point sono: l'impatto del progetto in termini di ricadute interne all'organizzazione; elementi utili a favorire una maggiore sostenibilità economica; elementi d'innovazione del progetto; elementi del progetto che favoriscono la creazione di reti territoriali; eventuali ricadute economiche e/o occupazionali; congruità del gruppo di lavoro rispetto al progetto.
Il progetto presentato dalla Fondazione Piemonte Live prevede che il processo e i suoi risultati siano oggetto di valutazione con la duplice finalità di verificare i risultati del servizio e implementare una banca dati sul sistema culturale piemontese.
La valutazione prevedrà la verifica di risultati in termini di customer satisfaction, in itinere e in chiusura di percorso, ma soprattutto consisterà nella misurazione di indicatori obiettivi di risultati di business nei due anni successivi l'intervento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Ho già manifestato i miei dubbi in Commissione rispetto al problema. Mi rimane una domanda: ne sentivamo il bisogno? Aveva bisogno di questo la cultura piemontese? Non lo so.
Non ho visto i dati, non ho visto se c'è stato un ritorno, non so ancora valutare se sia un qualcosa che porterà benefici al sistema culturale. Ora come ora, sia guardando il sito, sia ascoltando la risposta che essendo priva di dati, non so valutare appieno, mi sembra un po' - mi si passi il termine - fuffa.
Fino ad ora parliamo di progetti d'accompagnamento, ma non mi pare che ci sia traccia della concretezza che servirebbe al sistema culturale piemontese.


Argomento: Trasporti a fune

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 554 presentata dai Consiglieri Bertola, Frediani e Valetti, inerente a "Chiusura seggiovia Scodello Alpe di Mera"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgenten. 554.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo della seggiovia Scopello Alpe di Mera. L'Alpe di Mera è una stupenda località situata in Valsesia, all'interno del Comune di Scopello alle pendici del Monte Rosa, collegata al Comune sottostante tramite un impianto di seggiovia.
Il proprietario del suddetto impianto è la società per azioni Alpe di Mera, mentre la gestione è in mano alla società Monterosa 2000, già proprietaria degli impianti di Alagna, come previsto da un accordo del 2014 tra la Regione, la Provincia di Vercelli e la società Monterosa 2000.
La Regione aveva precedentemente siglato un accordo di investimenti per l'area montana in questione nel 2006 per il rilancio del comprensorio montano della Valsesia per rilanciare le attività sportive invernali e non con la stessa Monterosa 2000 e gli altri enti coinvolti titolato "Completamento del sistema sciistico della Valsesia".
Come riportato nell'accordo di investimenti suddetto per il comprensorio sciistico Alpe di Mera la Regione Piemonte ha provveduto a trasferire un finanziamento pari a 2.500.000 alla società pubblica Alpe di Mera S.p.A., sulla base della compartecipazione azionaria spettante a ciascun ente nella società (Provincia di Vercelli, Comunità montana Valsesia, Comune di Scopello e la Camera di Commercio di Vercelli).
Ricordo che l'impianto di risalita dell'Alpe di Mera non è utilizzato solo d'inverno, ma anche nel periodo estivo sia per il normale escursionismo sia per altre attività sportive. L'assenza, durante il periodo estivo della disponibilità di impianti di risalita, com'è successo quest'estate (l'interrogazione risale a quel periodo), porterebbe ad un aumento dell'utilizzo dell'automobile in un ambiente montano dove sarebbe necessario limitare l'impatto per la salvaguardia dell'ecosistema.
In alternativa, i turisti che quest'estate avrebbero visitato l'Alpe di Mera, in assenza di un servizio di trasporto adeguato, avranno optato per mete diverse, compromettendo la stagione estiva di quella località.
Ripeto, l'estate scorsa abbiamo presentato quest'interrogazione per sapere a quanto ammonterebbe il risparmio per la Regione Piemonte con la chiusura estiva dell'impianto e il danno subito dalle strutture turistiche locali. Vorremo saper quali misure e/o mezzi ecocompatibili s'intendono adottare per evitare un calo di afflusso turistico in loco causato dalla chiusura estiva della seggiovia di Scopello e quali alternative metterebbe a disposizione la Regione Piemonte per salvaguardare l'offerta turistica estiva dell'Alpe di Mera, senza creare quell'impatto sull'ambiente che si potrebbe avere con la salita tramite mezzi motorizzati (auto, ecc.).



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore al turismo

Lei, Consigliere, ha già letto quasi tutti i dati.
L'evoluzione è che abbiamo fatto un incontro con il Vicepresidente Reschigna e anche un incontro con Monterosa 2000, innanzitutto per dare avvio ad un tavolo tecnico - che, devo dire, è quasi alle conclusioni - per capire esattamente come integrare le due stazioni, al fine di garantirne un miglior funzionamento e soprattutto al fine di creare un progetto integrato che preveda, tra l'altro, una diversificazione dell'offerta.
Siamo andati anche con il Presidente Chiamparino ad incontrare in Valsesia sia Monterosa 2000 sia Alpe di Mera, quindi stiamo lavorando ad un progetto turistico integrato, per il quale la Società Alpe di Mera confluirebbe all'interno di Monterosa 2000 e secondo cui il comprensorio Monterosa sarebbe dedicato ad un turismo di uno sci più impegnativo e invece Alpe di Mera sarebbe destinato alle famiglie.
Sarà mia cura, alla luce dei risultati di questo tavolo tecnico, perch bisogna valutare anche i costi e come tecnicamente realizzare questa finalità, darne notizia.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Parigi.


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Interrogazione n. 502, presentata dal Consigliere Marrone, inerente a "Quote mirate di intervento dei richiedenti asilo"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 502.
Consigliere Marrone, lei ha diritto di replica e non d'illustrazione.
La parola, quindi, all'Assessore Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessore all'immigrazione

Grazie, Presidente.
La risposta a quest'interrogazione, per la verità, è molto sintetica poiché l'interrogante chiede se corrisponda a verità che esistano ad oggi quote mirate di interventi concordate con il Comune di Torino, per esempio nei POR, per l'inserimento lavorativo a richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria. La mia risposta è no.
Il quesito proseguiva così: "In caso affermativo" - quindi non è questo il caso - "a quanti corrispondano in termini di fondi stanziati e interventi realizzati". Al momento non esiste alcun accordo con il Comune di Torino per delle quote d'inserimento di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola, per la replica, al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Assessore, di questo chiarimento, che mi pone però un divertente interrogativo: come mai, cioè, nel progetto dello SPRAR del Comune di Torino - ovvero del sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati - a firma Piero Fassino e inviato al Ministero dell'Interno invece, si affermi esattamente quello di cui chiedevo conto, ovvero che esistono dei rapporti tra Comune di Torino e Regione Piemonte, che partono addirittura dal 2008, di creazione di borse lavoro da attivarsi poi all'interno dello SPRAR di Torino, ma finanziate con il POR regionale e quindi con i Fondi strutturali europei gestiti dalla Regione Piemonte.
Sinceramente la risposta dell'Assessore non mi stupisce, perché anche a me sembrava strano che un progetto comunale desse conto di questa linea d'attività e non ne chiarisse poi i dettagli e i numeri. Non capisco solo come mai il Sindaco del nostro Capoluogo debba sostanzialmente millantare una falsità - perché questo, di fatto, mi è stato confermato - nei confronti del Ministro dell'Interno Alfano.
Questa, chiaramente, sarà una questione che verificheremo nelle sedi opportune, però colgo soltanto l'occasione per rinnovare invece all'Assessore, anche in questa sede, la richiesta di quel piano d'inserimento lavorativo, che io ho letto all'interno dell'allegato della delibera di Giunta regionale, che tratta la strategia rispetto ai richiedenti asilo della Regione Piemonte e che lo stesso Assessore Cerutti in quell'atto annuncia - non ho capito se di aver redatto o di voler redigere - di voler inviare al Ministero a Roma per poi trasformarlo, dopo il loro visto, in una delibera di Giunta regionale.
Penso sia interesse del Consiglio, e non solo mio personale come Consigliere, attivare il confronto prima che ci sia il parere nazionale del Governo e non a posteriori.
Grazie.


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 582 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Situazione accoglienza migranti in Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 582.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Alla luce di una situazione naturalmente ampiamente delicata, quella che conosciamo tutti, legata alla situazione dei migranti, quel che si vuole capire è, appunto, qual è il numero di migranti ad oggi arrivati in Regione Piemonte e qual è il piano organizzativo di distribuzione, o comunque di collocazione, di queste persone, proprio al fine di fare un po' di chiarezza e di poter avere anche contezza della situazione reale.
L'obiettivo è di poter dare, nel confronto con le persone, delle informazioni reali e non strumentali, come molte volte si teme accada o viene fatto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora all'immigrazione

Grazie, Presidente.
Come chiesto dal Consigliere Berutti, possiamo dire che le presenze effettive in Piemonte al 7 settembre - quindi a qualche settimana fa, per avere un dato ufficiale - sono 6.873. Per far fronte all'emergenza sbarchi l'8 settembre scorso è stato richiesto alle Prefetture del Piemonte di provvedere all'accoglienza di ulteriori 1.781 migranti, con le quote spettanti ad ogni Provincia, secondo i criteri ridefiniti in sede di tavolo di coordinamento regionale. Li ricordo: il 40% su Torino e provincia e il 60% sul resto del Piemonte. A Torino e provincia, quindi, ne spetterebbero 712, ad Alessandria 217, a Cuneo 296, a Vercelli 88, a Novara 186, ad Asti 110, a Biella 91 e a Verbania 81, per un totale, appunto, di 1.781.
Questi dati rappresentano la situazione e la fotografia ai primi di settembre e l'incremento di questi nuovi arrivi; però, come sappiamo - ne abbiamo già anche discusso nella passata seduta - un conto sono le persone che vengono inviate e un conto, poi, quelle che si fermano: non necessariamente, quindi, il dato coincide. Al massimo, pertanto, possiamo avere un incremento di 1.781 persone, ma sappiamo che questo dato sarà sicuramente inferiore.
Per rispondere al terzo quesito del Consigliere, esistono appunto dei criteri numerici di ripartizione, cui facevo riferimento, sia per quanto riguarda la Regione al proprio interno sia per quanto riguarda la suddivisione fra le Regioni. Al Piemonte, come sapete, spetta circa il 7 degli arrivi su tutto il nostro Paese.
Per essere precisi anche rispetto al dato fornito di 6.873, noi sappiamo che una parte delle presenze è relativa ai nuovi arrivi e l'altra rientra invece all'interno del sistema SPRAR, che è quello gestito direttamente dai Comuni. In Piemonte sono titolari di strutture SPRAR 25 Comuni, che ospitano complessivamente 831 persone. Si tratta perlopiù di una forma d'accoglienza diffusa, cioè organizzata in piccoli nuclei d'appartamento.
Le quattro Province sedi di progetti SPRAR sono: Torino, con 677 persone; Alessandria, con 83 persone; Asti, con 50 persone e Biella, con 21 persone.
Pertanto, nel Piano che la Regione vuole mettere a punto abbiamo, da una parte, l'obiettivo di fare in modo che con il nuovo bando SPRAR tutte le Province siano titolari di progetti e, poi, man mano che l'accoglienza viene attivata dalle Prefetture, venga a cambiare, quindi a trasformarsi in progetti SPRAR.
Un altro aspetto importante che riteniamo meriti attenzione (più volte abbiamo detto che è l'elemento critico di tutto il sistema) è il tema dell'attesa, per quanto riguarda le Commissioni territoriali che esaminano le situazioni dei singoli richiedenti asilo.
Sappiamo che dal 1° giugno c'è stato un incremento (una Commissione in più a Genova, che esamina anche i casi di Alessandria) e l'ultimo dato pervenuto è che in questi mesi del 2015 (quindi un anno non ancora completato) c'è stato un aumento dei casi analizzati: dai 3.300 del 2014 ai 4.500 di questi mesi del 2015. E' un netto incremento che ci fa sperare in un miglioramento dei tempi d'attesa, che - in ogni caso - nonostante quest'incremento, continuano ad essere rilevanti.
L'altra questione importante è il tema dei Centri di Prima Accoglienza: i cosiddetti hub. Auspichiamo - poiché non lo gestiamo noi direttamente che venga attivato a breve il secondo Centro di Prima Accoglienza nell'astigiano (Castello d'Annone). Inoltre, nel Piano che abbiamo definito nella deliberazione dei primi d'agosto, ragioniamo relativamente all'attività generale, sia rispetto ai protocolli d'intesa per le attività di volontariato (stiamo lavorando al vademecum) sia sulla formazione degli operatori sia su quello cui faceva riferimento il Consigliere Marrone, cioè la trasformazione delle esperienze di volontariato in possibili tirocini.
Al momento, non c'è ancora un piano definito: si sta definendo in questo momento come saranno utilizzati i fondi del FAMI, il Fondo unificato dei richiedenti asilo, cioè il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione.
Da questo punto di vista, avrò modo di coinvolgere la Commissione competente ed i Consiglieri, prima che vi sia una programmazione puntuale.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 527 presentata dai Consiglieri Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Valetti, inerente a "Fondo di sostegno alla locazione"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 527.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione si occupa del fondo di sostegno alla locazione.
Con la DGR del 29 settembre 2014 sono state approvate le misure d'intervento da porre in essere nell'anno 2014, al fine di fornire delle risposte alle problematiche abitative nel settore dell'affitto dei cittadini residenti in Piemonte. Stiamo parlando del fondo per il sostegno alla locazione, con le linee d'intervento regionali in materia di politiche abitative nel settore dell'affitto, per l'anno 2014.
Con la DGR del 3 novembre 2014 è stato approvato lo schema dei bandi di concorso e i moduli di domanda utilizzabili dai Comuni e finalizzati alle richieste di contributo per i canoni di locazione 2013, ed indicazioni operative per i Comuni. Tali bandi ponevano il limite temporale di presentazione della domanda da parte dei cittadini.
L'assegnazione dei contributi, sia in termini d'ammissibilità sia di entità dello stesso, dipende direttamente dal valore dell'indice ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente) del richiedente, escludendo tutti coloro che hanno un ISEE superiore ai 6.186 euro l'anno e riducendo il contributo a chi ha un ISEE superiore ai 4.000 euro l'anno.
Cosa è successo nel frattempo? E' successo che il Governo nazionale ha rivisto le modalità di calcolo dell'ISEE, sul quale sono impostati i requisiti per l'accesso alle prestazioni d'assistenza sociale.
Il nuovo metodo di calcolo dell'ISEE è entrato in vigore il 1° gennaio 2015, mentre il termine di scadenza dei bandi era dicembre 2015. Entro dicembre 2015, in altre parole, bisognava presentare le domande.
Alcune famiglie che hanno partecipato al bando entro un determinato periodo (dicembre 2014) hanno calcolato l'indice ISEE con indicatori 2014 mentre altre persone che hanno presentato la domanda a distanza di 10-15 giorni sono state penalizzate, perché, con la nuova normativa, il calcolo dell'indice ISEE avviene con gli indicatori 2015. Il nuovo indicatore ha predisposto determinati fattori che comportano una discriminazione e penalizzazione: alcune famiglie non riescono ad usufruire del fondo, perch con il nuovo calcolo dell'indice ISEE risultano avere un reddito maggiore.
E' presumibile, pertanto, che molte domande presentate a gennaio, e che sono state accolte, oggi risultino non accoglibili applicando il nuovo metodo di calcolo dell'indice ISEE.
Evidentemente, questi comportamenti violano.



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, vada alla conclusione, perché aveva solo due minuti.



BATZELLA Stefania

Sto terminando, Presidente. E' importante: le chiedo solo un attimo per cortesia.
Questi comportamenti - dicevo - violano i più elementari principi di equità, e ricordo che parliamo di famiglie che hanno una situazione economica disastrosa.
Interrogo, pertanto, l'Assessore e la Giunta per sapere chi abbia effettivamente scelto le date di inizio e fine del periodo di presentazione delle domande, essendo previsto un nuovo calcolo dell'indicatore ISEE.
Inoltre, chiedo cosa s'intende fare per le domande di chi, pur avendo le stesse condizioni di altri, ha una modalità di calcolo differente. Chiedo ancora, se siano state inviate ai Comuni delle indicazioni operative particolari che prevedano valutazioni omogenee per i richiedenti allineandoli alle condizioni del 2014, e in che modo s'intenda tenere conto delle sentenze del TAR del Lazio, che hanno dichiarato illegittimo in più parti il metodo di calcolo ISEE.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Consigliera Batzella, sarò molto onesto e non girerò attorno alla questione menando il can per l'aia.
La questione del bando 2014 ha avuto una specificità, dal punto di vista organizzativo e gestionale, che ovviamente non si ripeterà più nel bando che abbiamo predisposto nel 2015. La particolarità gestionale del 2014 è legata alla situazione che lei ha lucidamente e rigorosamente illustrato.
Il bando del 2014 sul fondo affitti si pone dentro un quadro che si è modificato. Perché? Perché il bando il bando andava dal 1° dicembre 2014 al 26 gennaio 2015, ma nel frattempo la normativa dell'ISEE si è modificata a partire dal 1° gennaio 2015.
Mi pare che la prima domanda che venga messa in evidenza è: chi mai ha scelto la tempistica? L'ho scelta io, quindi la scelta della tempistica è stata una scelta d'ordine politico, che fa capo alla responsabilità esclusiva dell'Assessore. Perché l'Assessore ha scelto di fare quest'operazione uscendo con questa tempistica? Perché la decisione era quella di fare in modo che il bando del 2014 uscisse e iniziasse effettivamente nel 2014 e non l'anno dopo, com'era usuale fare in altre circostanze. Questa è stata la ragione: il bando del 2014 doveva uscire nel 2014.
Il Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che decide perentoriamente la data del 1° gennaio 2015 è del novembre 2014 quindi è successivo alla nostra deliberazione. E' chiaro che nel momento in cui noi siamo venuti a conoscenza e abbiamo saputo di quest'indicazione perentoria da parte del Ministero, abbiamo avuto due riunioni a Roma per cercare di chiedere uno slittamento nell'introduzione del nuovo ISEE.
Questo non è stato possibile, per cui noi abbiamo dovuto gestire la situazione tenendo conto di questo vincolo: fino al 31 dicembre 2014 valeva l'ISEE precedente, dal 1° gennaio 2015 valeva un altro ISEE con un calcolo diverso.
Abbiamo operato in questo modo: anzitutto, abbiamo chiesto un parere formale all'Avvocatura della Regione, il cui parere è allegato alla risposta che le consegnerò, dove si chiarisce in maniera inequivocabile che, dal punto di vista giuridico, non era più possibile dal 1° gennaio 2015 raccogliere delle domande con l'ISEE precedente, perché da quel momento si poteva fare domanda soltanto con l'ISEE valido, che era quello richiesto dal Ministero.
Allora, in questo quadro, successivamente al parere ricevuto dall'Avvocatura della Regione Piemonte, abbiamo dato in più occasioni, e anche questi sono allegati alla risposta, delle circolari a firma mia o a firma del Direttore della Coesione sociale, in cui davamo delle indicazioni operative ai Comuni capofila, per fare in modo che non venissero penalizzati quei cittadini che si rivolgevano agli sportelli dopo il 1 gennaio e non avevano ancora materialmente in mano il nuovo ISEE, perché la situazione poi è stata questa. Nel senso che l'ISEE è stato introdotto dal 1° gennaio, ma materialmente i cittadini lo hanno avuto a disposizione a partire da maggio, perché i CAF non erano ancora pronti a rilasciare il nuovo ISEE. Quindi, abbiamo fatto in modo, e le carte lo dimostrano, che questa particolarità che si è generata in questo bando venisse gestita nella maniera più pragmatica possibile e meno penalizzante possibile nei confronti dei cittadini. E' chiaro che le problematicità tipiche di questo bando sono alla radice irrisolvibili per questa questione, ma è chiaro che con il nuovo bando questo problema sarà già risolto, sarà già superato.
Questo discorso ha avuto questa particolarità. Ad ogni modo, tutta la documentazione è allegata e avrà modo di vedere puntualmente come abbiamo operato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 472 presentata dal Consigliere Monaco, inerente a "Retribuzione in prestazione aggiuntiva - Diversità di trattamento ospedalieri - 118"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n.
472.
Consigliere Monaco, lei avrà soltanto diritto di replica.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il procedimento di riorganizzazione del sistema 118, attraverso l'attivazione di bandi di mobilità di personale 118, aveva tra le sue finalità proprio quella di stabilizzare un sistema sino ad ora retto da modalità operative non strutturali, quali appunto le prestazioni aggiuntive che avrebbero dovuto avere carattere transitorio e che invece, nel corso del tempo, a causa delle note carenze d'organico, è divenuta pratica consolidata.
Proprio a supporto di quest'obiettivo, cioè evitare il permanere di una situazione che doveva essere provvisoria, la deliberazione di Giunta del 25 maggio scorso, relativa allo sblocco delle assunzioni per l'area dell'emergenza territoriale ed ospedaliera, ha permesso la quasi totale copertura degli organici, portando così al rafforzamento strutturale dei due sistemi dell'emergenza.
Dove sussistono ancora temporanee situazioni residuali d'impiego della retribuzione in prestazioni aggiuntive (dovute a gravi carenze in via di risoluzione, siamo al completamento) vengono utilizzati i medesimi criteri d'accesso e retribuzione per tutto il personale afferente all'Azienda sanitaria titolare del provvedimento. In ogni caso, siamo alla conclusione di questa differenziazione che era determinata dalla situazione passata.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
La parola al Consigliere Monaco, per la replica.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Volevo soltanto aggiungere che oggettivamente non è che io vedessi male questo meccanismo della retribuzione aggiuntiva, che può essere anche un'ulteriore motivazione di incentivazione rispetto al personale, tuttavia persiste ancora qualche anomalia, qualche discriminazione. Sembra alfine discriminante, laddove esiste un sistema pubblico che viene pagato in due modi diversi.
Un esempio che aggiungo all'interrogazione, perché è successivo al momento dell'iscrizione dell'interrogazione: ricordo che l'unico sistema che vive ancora con la pronta disponibilità in caso di mutua, malattia eccetera, esiste ancora nel sistema 118, mentre per gli altri siamo tutti operatori che dobbiamo essere a disposizione del servizio, salvo il fatto che abbiamo una pletora di persone che oggi ricevono, pagate dal Sistema Sanitario nazionale, la pronta disponibilità, e in caso di mutua, malattie o quant'altro possa accadere ad un lavoratore che non si presenta in servizio o telefona all'ultimo momento c'è un personale che è pagato in pronta disponibilità. Cosa che non succede invece per la parte ospedaliera o per qualunque altro sistema sanitario.
Rimane un'anomalia che o viene estesa alla parte ospedaliera, oppure deve essere in qualche maniera rivisitata per portare equità e comparazione dei sistemi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 11.12 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Referendum abrogativo e consultivo

Ordine del giorno n. 472 presentato dai Consiglieri Andrissi, Batzella Bono, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a"Impegno del Consiglio regionale a deliberare per presentare richiesta di referendum abrogativo dell'art. 35 e art. 37 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Chiediamo di inserire un ordine del giorno, a prima firma del Consigliere Andrissi, riguardante l'impegno che vorremmo che questo Consiglio regionale prendesse e cioè promuovere il referendum abrogativo degli articoli 35 e 37 dello "Sblocca Italia".
Poiché anche la Conferenza dei Presidenti e delle Assemblee legislative lo hanno proposto, in altre Regioni è stato promosso dall'Ufficio di Presidenza e questo Consiglio regionale non ha inteso farlo, lo presentiamo noi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali

Richiesta, da parte del Consigliere Bono di una comunicazione della Giunta regionale dopo il giudizio di parifica della Corte dei Conti sul bilancio della Regione Piemonte


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente sostengo la richiesta di inserimento del nuovo punto all'o.d.g. avanzata dal mio Capogruppo.
Ne approfitto, però, per sottolineare che non abbiamo inteso chiedere una comunicazione in merito alla situazione del bilancio della Regione Piemonte solo perché sappiamo dell'assenza del Vicepresidente Reschigna.
Evidenzio, però, che mi sembra surreale, dopo una sentenza della Corte dei Conti che riparifica il rendiconto del 2013 a 5,2 miliardi di euro di disavanzo (quindi probabilmente il rendiconto del 2014 passerà da un miliardo e 264 a quattro miliardi), discutere di nomine o quant'altro.



PRESIDENTE

Non è stata fatta una comunicazione in sede di Commissione?



BONO Davide

No, no, non era ancora pervenuto il giudizio di parifica della Corte dei Conti.
Noi chiediamo, comunque, appena tornerà il Vicepresidente Reschigna, di convocare una seduta dedicata alla situazione del bilancio regionale, al fine di ricevere tutte le informazioni in merito alla modifica del rendiconto e poi del bilancio. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, me ne farò carico e comunicherò la sua richiesta al Vicepresidente Reschigna.
L'ordine del giorno è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali della seduta del 15 settembre 2015.


Argomento:

b) Deliberazione della Carta Etica da parte dell'Ufficio di Presidenza


PRESIDENTE

Comunico che l'Ufficio di Presidenza ha deliberato la Carta Etica, così com'era stata sollecitata da alcuni colleghi del Consiglio. Vi sarà dunque recapitata e chi lo riterrà, potrà apporre la propria firma e verrà pubblicata sul sito istituzionale.


Argomento:

c) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caputo, Pentenero, Reschigna, Rossi e Valmaggia.


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 28 luglio 2015.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale Mario Angeli, deceduto il 23 luglio 2015


PRESIDENTE

Il 23 luglio 2015 è scomparso, all'età di 73 anni, il Consigliere regionale della VI Legislatura, Mario Angeli, originario del Comune ligure di Crocefieschi, dov'era nato il 23 ottobre del 1941.
Ferroviere dal 1971 al 1975, è stato membro della Segreteria provinciale del Sindacato ferrovieri italiani-CGIL e, dal 1975 al 1980 Segretario della sezione di Novi Ligure del PSI, partito di cui è stato un esponente di spicco.
Dal 1980 al 1985 ha ricoperto la carica di Vicesindaco e Assessore di Novi Ligure, Comune che dal 1985, per un decennio, ha guidato come Sindaco.
Dal 1999 al 2004 è stato Consigliere comunale novese.
Nel corso della sua lunga attività sindacale, politica e amministrativa, ha inoltre fatto parte della Segreteria del Ministero dei Trasporti con incarico per il Settore Ferrovie dello Stato.
Mario Angeli viene eletto in Consiglio regionale nel 1995, nella circoscrizione di Alessandria, per la lista Patto dei Democratici, e fu Presidente della Giunta delle Elezioni e componente della II Commissione (Urbanistica), della III Commissione (Agricoltura) e della IV (Sanità e Assistenza).
Di Mario Angeli desidero ricordare le doti umane e politiche apprezzate dai cittadini novesi e da coloro che hanno collaborato con lui nei momenti più rilevanti dell'attività consiliare e della vita amministrativa della nostra Regione.
Ai funerali che si sono svolti a Novi Ligure il 25 luglio scorso era presente il Consigliere regionale Domenico Ravetti, in rappresentanza dell'intera Assemblea.
Alla moglie Maria e al figlio Alessandro desidero rinnovare, a nome del Consiglio, le più sentite condoglianze e i sensi della nota solidarietà e vicinanza.
Invito i presenti ad osservare un minuto di silenzio in memoria del già Consigliere regionale Mario Angeli.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.22, riprende alle ore 11.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Se l'Aula acconsente, invito a posticipare nel primo pomeriggio l'esame del punto 3) all'o.d.g. inerente a "Nomine" e procedere all'esame del punto 4), relativo alla proposta di deliberazione n. 109 "Assestamento del bilancio 2015 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2014 e rideterminato in fase di riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi", presentata dall'Ufficio di Presidenza.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 109, inerente a "Assestamento di bilancio 2015 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consultivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2014 rideterminato in fase di accertamento straordinario dei residui attivi e passivi"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 109, inerente a "Assestamento del bilancio 2015 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2014 e rideterminato in fase di riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi" presentata dall'Ufficio di Presidenza, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Vi sono richieste d'intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un breve intervento di commento ai dati che abbiamo già esaminato durante la seduta di Commissione, perché ritengo utile ed importante comunicare in Aula le riflessioni che abbiamo fatto in sede d'esame di Commissione. Perché nonostante si parli di cifre infinitamente inferiori rispetto al bilancio generale della Regione, il bilancio del Consiglio regionale è comunque un momento che richiede attenzione, perch ripeto la battuta - è una sorta di "bilancio di casa", quindi ci vuole la massima attenzione anche su quello.
Volevo fare un richiamo - inevitabile, quando si parla delle risorse del Consiglio regionale e delle spese del Consiglio regionale - ad una parte anche preponderante delle spese del Consiglio, che ovviamente riguarda il costo nostro, il costo che hanno i Consiglieri regionali.
Dobbiamo ancora registrare - ma era inevitabile che fosse così - le uscite per i vitalizi degli ex Consiglieri. L'anno scorso avevamo fatto un tentativo di abrogarli, e questa è cosa nota. Sempre l'anno scorso, è passato un timido intervento denominato "Contributo di solidarietà" che andava in percentuale rispetto alla quota che gli ex Consiglieri percepiscono; contributo di solidarietà che, nonostante fosse stato - a dire del Vicepresidente Boeti, ma non ho motivo di dubitare delle sue parole - concordato, in qualche modo, concertato con l'Associazione ex Consiglieri, cosa già peraltro anomala, è stato successivamente anche ricusato, rifiutato perché ci sono stati dei ricorsi al TAR (quindi abbiamo dovuto anche spendere altri soldi per resistere in giudizio, cosa veramente assurda).
Noi abbiamo proposto un nuovo intervento, accogliendo non solo le suggestioni e le osservazioni che, per fortuna, vengono anche da fuori, dai cittadini, ma anche le riflessioni fatte dallo stesso Vicepresidente Boeti (mi piace citarlo, oggi), il quale diceva che sarebbe comunque opportuno provare ad eliminare almeno il cumulo tra vitalizi, perché magari - cosa non proprio nota a coloro che non sono, come noi, addetti ai lavori - ci sono dei nostri concittadini piemontesi ex Consiglieri regionali che essendo stati anche parlamentari, di vitalizi ne prendono due, per cui sarebbe il caso di eliminare almeno questo privilegio che è ancora più odioso del privilegio del vitalizio. Quindi, almeno nella nostra autonomia di Consiglieri regionali, avevamo proposto di legiferare in modo da togliere il vitalizio da ex Consigliere regionale a chi già ne percepisce uno da ex parlamentare nazionale o europeo.
Abbiamo presentato una proposta di legge in tal senso e ci auguriamo possa essere discussa nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, magari unitamente agli interventi proprio sui costi della politica, sulle retribuzioni dei Consiglieri regionali, per ora annunciati dal Partito Democratico che, a distanza di un anno - ma non è mai troppo tardi - è giunto forse ad una decisione su ciò che noi proponevamo già un anno fa e quindi speriamo di poter discutere di tutti e due i temi al più presto in questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Il Consigliere Vignale aveva chiesto di intervenire? Prego.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Sì, avevo chiesto anche di intervenire precedentemente, all'apertura dei lavori del Consiglio, ma lo farò nel pomeriggio, nell'apertura del Consiglio pomeridiano, per ricordare ciò di cui la Presidenza si è dimenticata. Ripeto, lo rimandiamo alla discussione del pomeriggio, visto che stiamo discutendo una norma.
In molti casi, la discussione relativa al bilancio e all'assestamento del Consiglio regionale è una discussione che, come credo nella giornata di oggi, prende poco tempo e viene anche approvata sostanzialmente a larga maggioranza, a differenza di quanto avviene con la presentazione e la discussione del bilancio complessivo della Regione Piemonte, che riguarda complessivamente i fondi relativi alle politiche che la Giunta regionale e la Regione Piemonte compiono.
Noi crediamo sia invece estremamente significativo perché, mentre non perdiamo occasione per ricordare a noi stessi dall'interno quelli che sono i tagli che si devono apportare, i privilegi che i Consiglieri regionali hanno e che quindi vanno in qualche modo tagliati, ci dimentichiamo di dire che cosa è avvenuto all'interno di quest'Aula e che cosa non sta avvenendo all'interno di un altro pezzo d'istituzione regionale.
Intanto in quest'Aula è avvenuto, nell'arco degli ultimi cinque anni e trasversalmente anche all'aspetto legato alle cause oggi in corso o chiuse un processo di risanamento e di riduzione dei costi del Consiglio regionale (che, per tradurlo, sono i costi della politica). Ricordo che all'interno del bilancio vi sono alcuni costi che sono fissi (quelli del personale delle utenze, delle sedi e quant'altro) e invece ve ne sono altri che sono stati nel corso degli anni variabili.
Oggi il Consiglio regionale costa circa 30 milioni di euro in meno di quanto non costasse nel 2010. Dico appositamente nel 2010 perché si sono fatti dei tagli significativi rispetto al numero dei Consiglieri (da 60 a 50, l'ha votato questo Consiglio regionale, non è che l'ha deciso un'entità sovrana superiore), perché ci si è ridotti lo stipendio (io penso di aver votato almeno tre riduzioni), perché è stato fatto un taglio ai vitalizi e perché è stato fatto un taglio assolutamente rilevante, cioè la totalità rispetto alle spese dei Gruppi consiliari. Dopo arriviamo a questo, ma prima si dovrà fare una valutazione di carattere generale che ho già fatto in Commissione, quindi qualche collega mi scuserà se la risente, ma temo che la risentirà molte altre volte.
Noi siamo andati in I Commissione e il Vicepresidente Reschigna ci ha spiegato la situazione drammatica dei conti della Regione. Perfetto. Cosa non nota. Nota per il Vicepresidente da quando fa il Vicepresidente; era un po' meno nota quando faceva il Capogruppo dell'opposizione, che nel 2014 lo ricordo - ha presentato (il suo Gruppo consiliare) emendamenti per 101 milioni di euro. Quindi, se mai avessimo approvato anche solo una parte residuale di quegli emendamenti, oggi il dissesto della Regione sarebbe ben superiore a quello in cui ci troviamo. Ma, al di là di questo, che è una discussione che faremo quando voteremo il bilancio, quando una famiglia un'azienda o qualunque soggetto ha delle difficoltà economiche cerca di "tirare la cinghia" - e credo che il Consiglio regionale l'abbia fatto tanto, secondo me troppo e dopo motiverò dove l'ha fatto troppo - prova a ridurre le spese e a fare efficienza.
Allora, che cosa è avvenuto in questo anno (così parliamo ancora dell'anno in cui governa il centrosinistra)? Sono state apportate ulteriori riduzioni di spesa, di quella che appunto viene definita la spesa della politica, relativamente alle spese del Consiglio regionale, tant'è che oggi il Consiglio regionale risparmia 11,5 milioni di euro e sette milioni li riconsegna alla Giunta. Badate, è vero quello che sosteneva prima il collega Bertola, dicendo che i 50 milioni di euro di cassa di trasferimento alla Giunta sono una parte, se vogliamo, residuale rispetto ai molti miliardi di euro del bilancio della Regione Piemonte, ma oggi sono ossigeno puro, nel senso che, come tutti i colleghi sanno, oggi (come ieri) non vi sono i 300.000 euro, i 500.000 euro, il milione di euro per intervenire nelle spese di pronto intervento dopo un'alluvione, quindi sette milioni di euro sono una parte significativa.
I 30 che, nel corso degli anni, sono stati risparmiati e che, se li assommassimo dal 2010 ad oggi, credo che arriveremmo a quasi un centinaio di milioni di euro complessivi che il Consiglio regionale - lo risottolineo ha risparmiato, sono invece una risorsa assolutamente consistente.
Cosa avviene però in quest'azienda Regione? Avviene una cosa che, se avvenisse in un'azienda o in una famiglia, sarebbe assolutamente non condivisa da nessuno. L'azienda Regione ha due Direzioni, perché, lo ricordiamo, la Regione è composta, da una parte, dal Consiglio regionale e dall'altra, dal Presidente della Giunta, tant'è che i vertici di questi due soggetti guadagnano lo stesso, e lo dico non in termini speculativi monetari, ma per dire come la legge abbia voluto dare la stessa valenza al Presidente del Consiglio come al Presidente della Giunta. Avviene che per ciò che riguarda il mondo della politica all'interno del Consiglio, la Direzione Consiglio regionale dell'azienda Piemonte fa efficienza negli ultimi anni per 30 milioni di euro e quest'anno per 11 milioni di euro.
Questo significa che, rispetto a ciò che la Giunta ci ha dato come spesa preventivata, ne risparmiano 11.
Perché avviene questo? Perché rispetto a prima c'è una situazione di oggettiva contrazione di tutte quelle che sono state le spese per poter svolgere il nostro lavoro. Ma di questo parleremo dopo.
Dall'altra parte, invece, c'è la Giunta regionale che fa pedagogia di efficienza; infatti il Presidente Chiamparino ci ricorda quasi ogni settimana che il nostro stipendio è eccessivo e che abbiamo uno stipendio eccessivo perché per il ruolo che ricopriamo guadagniamo troppo. Ma il Presidente Chiamparino dimentica che ogni Consigliere ha un budget per lo svolgimento delle proprie funzioni in termini di personale (risottolineo di personale), cioè persone che ci aiutano a fare bene il nostro compito altrimenti veramente lo stipendio che i piemontesi ci pagano sarebbe uno stipendio inutile nel momento in cui non saremmo più in grado di fare il nostro compito - che, per quanto riguarda i Consiglieri dell'opposizione, è quello di controllare l'operato della Giunta e di fare attività legislativa o, comunque, d'indirizzo nei confronti della Giunta. Noi abbiamo una spesa complessiva che è inferiore ai 60 mila euro per singolo Consigliere.
La Giunta regionale, invece, ha un budget complessivo per singolo Assessore che è di 260 mila euro.
La cosa che qualcuno mi deve spiegare - e lo dico perché da Assessore al personale abbiamo anche provveduto a ridurre, non con gran felicità dei miei colleghi Assessori, le spese di comunicazione d'ogni singolo Assessorato.
Ogni singolo Assessorato oggi ha 250 mila euro per svolgere il proprio compito, però, attenzione: il singolo Assessorato per i dipendenti suoi quelli di fiducia. Infatti, l'Assessore Balocco, l'Assessore De Santis l'Assessore Ferrero, l'Assessore Ferraris, l'Assessore Cerutti e gli altri hanno tutti i dipendenti del loro Assessorato che già lavorano per le politiche che la Giunta deve portare avanti. Ed è corretto che sia così.
Però io non ho mai visto un'azienda all'interno della quale c'è una Direzione che risparmia e che fa il 90% dell'efficienza e un'altra che ne fa il 10. Non ho mai visto una famiglia in cui una parte si accolla il 90 del minor reddito che la famiglia percepisce e un'altra parte che continuando, invece, a fare la cicala se ne accolla soltanto il 10%. Così come in un'azienda non ho mai visto il Direttore della Direzione che risparmia il 10% dire a quello che già risparmia il 90%: "Guarda che devi risparmiare di più".
Negli 80 milioni di euro del bilancio del Consiglio, rammento che la spesa d'ogni singolo Consigliere regionale è una spesa residuale. L'aspetto più significativo è il costo complessivo, ma noi a quello badiamo sempre con molta e grande attenzione. Pertanto, se quest'Assemblea vuole essere un'Assemblea che merita lo stipendio che prende e la spesa che costa bisogna che abbia la dignità di ribadire che noi siamo l'Assemblea legislativa del Piemonte e che per fare le leggi che servono ai piemontesi e per svolgere l'attività di controllo, bisogna avere un aiuto necessario per non demandare (che è quello che sta avvenendo oggi) l'attività di governo alla Giunta, senza che si abbiano più gli strumenti per fare l'adeguato controllo o l'adeguata attività d'indirizzo.
Questo è il compito che quest'Assemblea ha, se vuole tornare ad essere quello che era il Consiglio regionale, che era ed è un'Assemblea importante, perché la Giunta - lo dico, avendolo fatto - è un soggetto esecutore. La Giunta esegue ciò che il Consiglio regionale le dice di fare in termini di norme, in termini di appostazioni in bilancio, in termini di politiche.
Quindi, se vogliamo riprenderci questo ruolo, credo che occorra fare qualche ragionamento sulla difficoltà che abbiamo nello svolgere il nostro ruolo con un contraltare, che è assolutamente restio ad attività di risparmio.
Va bene: sono stati tagliati tre Direttori, perché ieri è stato fatto il bando, è stato ripreso il Segretario Generale (quindi arriviamo ad 11) è stato "tagliato" qualche Direttore; i dirigenti semplicemente sono andati in pensione, quindi le Direzioni sono state fatte per numero quasi pari al numero dei Direttori. Ma mi volete dire qual è un euro di risparmio che gli Assessori si sono accollati? Hanno tagliato le auto blu? No. Si sono ridotti le spese di comunicazione? No.
Allora mi dovete spiegare per quale motivo.
Guardate, anche per quanto riguarda il rispetto dei tempi, ognuno faccia, rispetto alla dignità dell'Assemblea, ciò che crede. E' interessante che quest'atto passi in dieci minuti, così ce lo leviamo? E votiamolo! Io devo rispettare i dieci minuti? E' giusto: votiamolo! Per credo che ci siano dei momenti in cui uno prova a riflettere sul fatto che magari, bisogna ridare dignità ad un luogo che costa. Perché sapete qual è la prospettiva che abbiamo davanti? Se ci diciamo la verità, la prospettiva che abbiamo davanti - e oggi sta già avvenendo - è quella di avere un Consiglio regionale sempre più svilito, che conta meno e che viene anche remunerato meno.
Io non mi nascondo su questo, perché votai contro la legge che soppresse tutti i fondi ai Gruppi consiliari. Questo è stato un errore perché a fronte di soggetti che sbagliano, non c'è l'intervento che cancella lo strumento.
Ieri la Corte dei Conti ha pubblicato i 5.000 dipendenti infedeli.
Guardate che, di quei 5.000, il 95% non sono mica amministratori pubblici.
E allora cosa facciamo? Cassiamo i Comuni o cassiamo delle Direzioni perch dentro a quelle Direzioni ci sono dipendenti dell'Ente (non persone elette) infedeli? No, si fa un intervento che sani quella situazione.
I fondi che avevano prima i Gruppi erano troppi? Probabilmente. Dipende da come venivano utilizzati, forse sì, forse no. Però credo che questo sia un tema da porre all'attenzione, come l'attenzione va posta sul tema dell'efficienza, perché il Presidente Chiamparino e la sua Giunta saranno credibili nel fare i richiami al Consiglio regionale il giorno in cui taglieranno significativamente, almeno tanto quanto ha fatto il Consiglio regionale, le loro spese. Il giorno in cui avranno fatto questo, allora si potranno presentare dicendo che il bilancio del Consiglio regionale e la spesa dei Consiglieri regionali deve essere ridotta. In caso contrario no altrimenti, come stavo dicendo, andiamo verso una realtà che sarà questa come in parte è oggi: i Consiglieri vengono il giorno del Consiglio vengono ad una o due Commissioni e poi vanno a fare il loro lavoro. Perch diremmo nuovamente una cosa che non sta nella realtà se non pensassimo che noi siamo la classe dirigente e l'Amministrazione pubblica di questa Regione.
Nessuna classe dirigente di un'azienda guadagna meno di noi. Se noi mettiamo questo Ente nelle condizioni di pensare "vengo per divertirmi tanto i redditi li ho da un'altra parte, il guadagno lo faccio da un'altra parte e la mia attenzione la dedico alla mia azienda e non all'attività del Consiglio", il rischio è che il Consiglio regionale faccia quello che a volte rischia di fare, cioè una sinecura oppure schiacciare il dito in modo silenzioso e senza ragionare sugli atti e sulle conseguenze di ciò che la Giunta ci propone.
Non è quello che noi intendiamo fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Penso che il Consiglio si attenda dal mio intervento una posizione opposta a quanto appena rappresentato dal Consigliere Vignale. Abbiamo una visione e una posizione sui costi della politica, sulla politica in generale, sulla responsabilità che ha avuto - e temiamo che avrà ancora sul declino politico ed economico di questo Paese, che vada correlato ai propri stipendi. Di solito, per rispondere al Consigliere Vignale un'azienda ha una classe dirigente che viene anche valutata dai propri azionisti, in questo caso i cittadini, di conseguenza il proprio stipendio soprattutto la parte variabile - i premi e quant'altro - vengono commisurati anche ai risultati che si ottengono.
Purtroppo devo dire che i risultati della Regione Piemonte negli ultimi quindici anni non mi sembrano così brillanti, ditemi se a voi sembrano così brillanti, forse ho vissuto in un'altra Regione, almeno negli ultimi cinque anni. Il tema del risparmio della comunicazione rispetto ai Gruppi consiliari e rispetto agli Assessori è un tema che condividiamo. Nel senso che se un risparmio lo fa il Consiglio regionale, pensiamo che sia giusto lo facciano anche gli Assessori, anche perché la Giunta non ha bisogno di grandi battage mediatici e pubblicitari in quanto i giornali e i media anche non canonici, sono già abbastanza propensi a far passare le informazioni della Giunta.
E' vero, questo sì, ci dovrebbe essere un riequilibrio nella spesa per la comunicazione, perché è una cosa condivisibile. Spesso le azioni e le attività dei Consiglieri di maggioranza e d'opposizione fanno fatica ad uscire anche quando sono proposte interessanti e stimolanti per quanto riguarda gli interessi dell'opinione pubblica. Al contrario, le proposte della Giunta, alcune volte, escono con paginoni sui giornali o sui siti internet, magari senza avere una reale e concreta applicazione. Quanto volte lo abbiamo visto? Da questo punto di vista un taglio, quindi una compartecipazione alla riduzione della spesa da parte degli Assessorati, è ovvio che si debba fare, ma non colpendo sempre e solo il Consiglio regionale. Invece, sulla parte degli stipendi, proprio per la premessa che ho fatto prima, penso che si possa e si debba fare ancora. E' ovvio che nessuno è obbligato a fare il Consigliere regionale, cari colleghi. Giustamente se uno ha un'azienda redditizia, un'attività libero-professionale, un posto da manager pubblico in cui guadagna di più del Consigliere regionale e gli piace fare quel mestiere, può semplicemente tornare al suo incarico, non fare entrambi male. Noi siamo assolutamente contrari all'idea dei cosiddetti stakanovisti dell'impiego pubblico, delle nomine, o anche delle attività private. Essere multitasking, com'è dimostrato dalle recenti ricerche delle neuroscienze non funziona tantissimo: né negli uomini né nelle donne.
Fare tante cose insieme, non rende. Potremmo citare tanti manager pubblici che accumulavano incarichi come se fossero stellette e poi, alla fine, facevano male tutto. Penso che non sia una linea difensiva in questo senso, in un momento in cui ancora l'opinione pubblica è molto attenta alle spese e alle attività dei Consigli regionali, proprio perché si tende a commisurare stipendio con risultati.
Mi sembra questo un quadro abbastanza chiaro e una richiesta abbastanza condivisibile, quando un Paese in difficoltà economica richiede risultati impegno e miglioramento effettivo e concreto della situazione economica e sociale.
Questi discorsi, forse, si potevano fare dieci anni fa, non dico che siano completamente non condivisibili in toto nella loro essenza, ma non sono assolutamente condivisibile per il momento storico che stiamo affrontando.
Siamo forti sostenitori di una riduzione, di un'eliminazione dei vitalizi come ha detto il Capogruppo Bertola. Abbiamo presentato una legge anzitutto per eliminare il cumulo di vitalizi. Prima cosa, penso che sia evidente a tutti. Evitare che si prendano tre pensioni: dal Parlamento nazionale, dal Parlamento europeo e dal parlamentino regionale, a fronte di tante persone che vivono con la pensione minima. Penso che un minimo di riconoscimento della situazione reale potrebbe eliminare molte conseguenze negative che abbiamo quando ci presentiamo come amministratori pubblici all'esterno.
Aspettiamo con ansia, come ho avuto modo di dire in Commissione, la proposta di legge della maggioranza sull'equiparazione dello stipendio di Consiglieri regionali a quello del Sindaco del Comune capoluogo, nonch ricordo, Presidente della Città metropolitana. Un'equiparazione che riteniamo giusta, che è stata proposta in primis dal Partito Democratico dal Presidente Renzi e dal Presidente Chiamparino. Dopo aver proposto almeno due volte una riduzione degli stipendi, noi ci siamo arresi e abbiamo deciso che lasciamo il compito alla maggioranza. poiché non vogliamo impegnare in discussioni un po' sterili il Consiglio proprio per il discorso dell'efficienza dei risultati, non tanto di retribuzione evitiamo di insistere sulla nostra proposta di legge.
Attendiamo quella della maggioranza e valuteremo nel merito. E' ovvio che si poteva già fare quest'anno, è già stato ricordato che si attendeva una modifica del sistema previdenziale e della situazione previdenziale dei Consiglieri regionali. Tema che condividiamo, perché riteniamo che sia giusto che ognuno di noi, che proviene da una situazione lavorativa in cui versava i contributi ad una cassa, ad esempio riguardante la sua professione, possa contribuirvi in quella cassa, oppure avere una cassa o del sistema pubblico, quindi l'INPS o, comunque, ad hoc per i Consiglieri regionali e parlamentari.
Mi sembra che il Governo nazionale, Presidente Laus, non sia tanto attento al tema, e mi sembra che abbia temi un po' più grandi da affrontare. Temi, alcuni dei quali abbiamo anche noi contribuito a portare all'attenzione pubblica, come ad esempio la contabilizzazione non corretta del DL n. 35. Si poteva già fare quest'anno la proposta di legge sulla riduzione degli stipendi, ma noi chiediamo veramente alla maggioranza di non indugiare oltre, di presentare questa proposta di legge e riuscire ad approvarla entro dicembre, non dico come regalo natalizio ai cittadini piemontesi, per arrivare all'anno nuovo con una legge approvata. Ovviamene mi rivolgo anche al Capogruppo Gariglio, ai due Vicepresidenti del Partito Democratico e ai Capigruppo degli altri Gruppi di maggioranza come SEL Scelta Civica, Moderati e Insieme per Chiamparino.
Si può fare, si deve fare, ci sarebbero ulteriori risparmi.
Dall'eliminazione dei vitalizi, come sappiamo, ci sarebbero otto milioni di euro di risparmio. Noi abbiamo un avanzo di 11 milioni di euro, che io spero sia realmente confermato dall'analisi dei residui attivi e dei residui passivi. Sappiamo che, tendenzialmente, i residui attivi tendono un po' a sparire nel bilancio della Regione Piemonte e del Consiglio regionale, mentre i residui passivi tendono a rimanere. Quattro milioni e due sono stati saggiamente messi dal Presidente del Consiglio nel fondo di riserva, proprio per non sapere né leggere né scrivere ed essere abbastanza sicuri nel prosieguo dell'anno; sette milioni di euro sono il reale avanzo che potremmo riutilizzare in assestamento, magari con un ordine del giorno condiviso, sui vari capitoli che sono carenti. E' ovvio che sette milioni di euro, pensando al novero di capitoli dell'assestamento che non hanno una copertura, hanno una copertura molto modesta, sono pochi, ma sono sempre un segnale che il Consiglio regionale dà.
Chiudo dicendo che se il Consiglio regionale dà questo segnale è ovvio che si poteva, e crediamo si debba fare di più, quindi continueremo a stimolare su questo tema l'Assemblea per dare un messaggio chiaro ai piemontesi che la classe politica dirigenziale del Piemonte, come la definiva il Consigliere Vignale, ha compreso la situazione di povertà assoluta in cui versa il 7% della popolazione e di disoccupazione in cui versa l'11% dei cittadini piemontesi e il 12% a livello nazionale. Quindi stanno lavorando per dare un segnale diretto sulla riduzione dei propri emolumenti, ma soprattutto per portare un Consiglio efficiente che faccia leggi, ma che faccia leggi che servano per far ripartire il Piemonte e soprattutto, cercare di mettere a posto il mostruoso debito regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Restituirò dei minuti, in termini di tempo, Presidente, così almeno quelli utilizzati dal Consigliere Vignale verranno compensati da quanti ne utilizzerò io.
Premesso che il gruppo di Forza Italia non può che essere d'accordo con quanto espresso dal mio collega Gianluca Vignale, credo di poter dire che molte sono le persone che - io guardavo i colleghi della maggioranza - nel sentire esprimere con tanta serietà, coerenza e competenza il pensiero di un Consigliere corretto e serio, ne hanno condiviso il pensiero. Occorre poi avere la capacità, ad un certo punto, di mettere da parte l'ipocrisia e di dire chiaramente cosa si pensa, perché ormai, soprattutto in questo Consiglio regionale, sembra che sia più facile parlare di quanto ci riduciamo i compensi, anziché parlare di quante competenze dobbiamo mettere per fare seriamente i Consiglieri regionali.
Pertanto, non posso che condividere quanto detto da Gianluca Vignale ma credo che sia anche importante capire, Presidente, cosa lei pensa di quest'Assemblea regionale.
Io chiedo a lei un intervento, Presidente, su questo svilire sistematicamente quest'Aula, anche da parte della Giunta che, a colpi di maggioranza o di contingentamento, sta portando avanti una serie di interventi legislativi significativi che cambieranno anche gli assetti istituzionali della Regione. Proprio in questo momento in I Commissione è in corso un dibattito sul DDL 145, dove auspichiamo che non avvenga ciò che noi immaginiamo già: nel momento in cui l'opposizione presenterà emendamenti sensati, perché lavora sul territorio, a prescindere dai compensi di noi amministratori, probabilmente ci ritroveremo a vedere i tempi contingentati in Aula.
Presidente, lei è il Presidente di tutti, e credo che oggi sia importante capire cosa il nostro Presidente del Consiglio regionale pensi occorra fare per dare autorevolezza a quest'Aula.
Ci aspettiamo, quindi, un intervento serio di difesa dell'Istituzione e non da prima pagina dei giornali locali o meno, da parte del Presidente del Consiglio regionale.
Sa, Presidente, diventa difficile continuare a sentire bordate a livello nazionale e avere un Presidente del Consiglio che, anziché prendere un aereo di linea per andare a vedere una finale, sicuramente importantissima per l'orgoglio italiano (ma dove si poteva tranquillamente andare con un aereo di linea), fa spendere 200 mila euro.
A questo punto vorrei capire - mi rivolgo anche al Presidente Chiamparino - come possiamo immaginare di sentire continuamente battute ironiche, e non soltanto, sui consessi elettorali o sulle aule dei Consigli regionali, anche da parte di chi rappresenta la maggioranza relativa a livello nazionale, e poi vedere sperperare, sistematicamente, le risorse di noi italiani con una facilità e con un'arroganza che sicuramente non attengono ad una delle più alte cariche istituzionali.
Spero, quindi, che nel suo ruolo, Presidente, lei sappia ridare dignità ad un'Aula che la pretende, perché lavora con serietà e dedizione.
Mi permetto di dire al mio collega Davide Bono, che stimo molto, che in questi ultimi quindici anni è cambiata la classe dirigente qui all'interno anche a fronte del fatto che coloro che probabilmente hanno contribuito (non solo loro, ma ricordo anche tutta la funzione pubblica), ad elevare il livello del debito a numeri così difficili da digerire da parte di tutti i cittadini piemontesi, oggi non sono più in queste Aule.
Pertanto, non credo sia soltanto una questione di soldi, ma sia una questione di meriti.
Ribadisco e continuo a dire che chi ha competenze e chi lavora con serietà deve essere pagato dal Paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Ritengo che sia necessario - e glielo chiedo quale garante di tutti i Consiglieri e anche come spunto per quello che sta avvenendo nel Paese tra garantiti e non garantiti - fare in modo che a questo punto venga individuato il modo per far sì che anche i contributi pensionistici dei lavoratori dipendenti non vengano versati. Voi sapete che tutti i lavoratori autonomi stanno per operare quest'esercizio. Questo ha un costo.
Già stiamo assistendo ad un Paese che vede due categorie - i garantiti e i non garantiti - quindi è fondamentale valutare quest'aspetto.
I contributi quindi (anche questi sono soldi veri per le casse dello Stato, visto che lo stipendio dei Consiglieri, come rilevato dai Grillini) devono essere sospesi per tutti, senza fare distinzioni tra dipendenti e lavoratori autonomi, che sono quelli che arrancano di più.
E' la raccomandazione che facciamo come Gruppo Lega e anche lasciatecelo dire, come liberali.
Grazie.



PRESIDENTE

Mi piacerebbe fare un intervento politico e mi piacerebbe fare un intervento politico non da questo posto. Mi piacerebbe tantissimo fare un intervento politico da un'altra parte e parlare e discutere della riorganizzazione della struttura di tutta l'architettura del nostro Paese intervenire politicamente e dire se sono d'accordo, se non sono d'accordo il perché e con quale sfaccettature, però, essendo sono stato investito per questo ruolo, credo non sia opportuno, secondo me, un intervento di natura politica, soprattutto per le riforme in atto e per quello che sarà il futuro dell'ente regionale.
Quello che posso dire è che, come Presidente del Consiglio, ho sempre tenuto la barra diritta e ferma per tutelare e difendere, compatibilmente con i dettati normativi, le prerogative di questo Consiglio.
Ho sempre difeso la funzione dei singoli Consiglieri, anche nelle Conferenze dei Capigruppo. Spesso traccio una linea di demarcazione tra i lavori del Consiglio e i lavori della Giunta, quindi i poteri del Consiglio, che ha un ruolo d'indirizzo, di programmazione e di pianificazione, rispetto all'organo esecutivo della Giunta.
Andare ad interferire potrebbe magari alimentare dubbi interpretativi sul Presidente che rappresenta tutta l'Assemblea.
Capisco le sollecitazioni di una parte dell'Assemblea, però secondo me sarebbe opportuno che io continuassi a fare il mio lavoro così come lo sto facendo.
Se arrivano suggerimenti legittimi, come mi sono arrivati dal collega Vignale, anche all'interno della Conferenza dei Capigruppo, su come possiamo eventualmente utilizzare meglio le risorse interne e metterle a disposizione dei Consiglieri per facilitare ancora di più il ruolo di controllo e di legislatore, da parte del Consigliere, le ascolto con assoluto piacere.
Lei mi vuol fare dire cose che io preferisco dire nel mio partito o in altri campi.
Le faccio un esempio, così magari è più contenta e soddisfatta: non tutto o non tutti i provvedimenti della Giunta regionale - l'ho detto anche alla Conferenza dei Capigruppo - trovano sempre il mio consenso, ma io faccio il Presidente del Consiglio, quindi devo gestire l'Aula. Mi sembra inopportuna un'ingerenza, da parte del Presidente, su questioni prettamente politiche. Su questo ci sono i Consiglieri di maggioranza e voi mi spiegate sempre - giustamente e correttamente - che io non devo essere un membro del Partito Democratico nella gestione dell'Aula.
Proprio per i vostri suggerimenti, in questo momento mi è preclusa la possibilità di fare un intervento di natura politica. Troverò pero l'occasione, in qualche spazio politico, di dire effettivamente di cosa penso dell'attuale riforma, dell'Aula legislativa e di tutti i risparmi che questa Regione ha comunque fatto, rispetto a quelli della Giunta dagli anni passati ad oggi.
Non mi voglio sottrarre: so che lei mi stima e so che crede a quanto io sto dicendo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Fino a poco fa non avevo chiesto la parola e penso di interpretare lo stesso pensiero in capo ai miei colleghi del Partito Democratico e dei Gruppi di maggioranza, perché in verità la discussione che c'è stata in Aula è certamente correlata al tema dei costi del Consiglio, ma va ben oltre il contenuto specifico dell'atto che andiamo a votare.
L'atto che abbiamo analizzato in Commissione e che oggi portiamo in Aula è l'assestamento al bilancio del Consiglio, a seguito del riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, ed è un atto che registra contabilmente l'effetto di decisioni che sono state assunte negli anni e nei mesi passasti; e quindi l'ulteriore tranche di risparmi che vengono accertati e in parte restituiti alla disponibilità della Giunta come normativamente si deve fare, non sono l'effetto del caso, ma l'effetto contabile di scelte sulle indennità e sui costi di funzionamento dell'Aula che sono state assunte con provvedimenti dell'anno scorso e di alcuni mesi fa.
Dal punto di vista contenutistico, quindi, effettivamente non vi è molto da dire. Sarà poi più interessante dire, in sede di discussione di bilancio, cosa fare dell'avanzo che abbiamo registrato e che restituiamo alla Giunta. E' vero, infatti, che tecnicamente lo si restituisce alla Giunta, ma è altresì vero - immagino - che poi quella sarà una delle poste d'entrata dell'assestamento al bilancio che andremo a valutare da qui a qualche settimana; e quindi ragionevolmente su quello il Consiglio esprimerà delle linee d'indirizzo nel complessivo rispetto del bilancio non isolando, cioè, i sette milioni che restituiamo da tutto il resto e non ignorando la situazione drammatica dal punto di vista finanziario, che registra 15 anni di scoramenti in termini di disavanzo a cui comunque anche come Aula, dobbiamo dare risposta.
Detto ciò, la discussione è poi andata oltre e si è tornati a dibattere delle indennità dei Consiglieri, dei costi dei Gruppi e dell'Assemblea delle spese di comunicazione e dei collaboratori di Assessori e Consiglieri. E la proposta di legge su cui abbiamo praticamente ultimato i lavori - la stiamo affinando dal punto di vista tecnico - vorrà aprire la discussione a 360 gradi sui costi della politica, perché è evidente che non si può prendere a spizzichi e a bocconi il tema e considerare solo l'aspetto che riguarda strettamente l'indennità o il costo del Consigliere e non farsi invece carico, come Assemblea elettiva, di un discorso più organico e più generale.
Occorre però - e chiudo su questo, perché non la voglio fare lunga partire da dati oggettivi. E a questo proposito mi spiace dovermi ripetere rispetto ad interventi già registrati e già fatti in Aula: all'interno di questa proposta di legge, noi proporremo una riduzione del costo del Consigliere regionale, sapendo che la linea è quella dell'equiparazione del trattamento dei sottoscritti rispetto a quello del Sindaco della Città capoluogo di Regione e tenendo presente che comunque andiamo a confrontare due situazioni che normativamente sono molto diverse. Quindi, tutti gli escamotage possibili cercheranno di tener conto di questa difficoltà normativa che però c'è.
Se alla fine del percorso o al suo inizio, infatti, noi ci limitassimo a confrontare i cedolini, non avremmo la fotografia effettiva del costo per l'Ente delle due figure. Ricordo che il Sindaco della Città capoluogo, come qualunque Sindaco, oltre all'indennità lorda ha una serie di rimborsi spese che sono un costo per l'Ente ma non figurano nel rispettivo cedolino, ha un trattamento di fine rapporto che risulta dal bilancio dell'Ente ma che - se si guarda solo il cedolino - non si vede, perché è frutto di una mensilità annua accantonata sul bilancio comunale, ha la garanzia previdenziale ai sensi previsti dal Testo unico degli Enti locali (con un versamento equivalente di contributi, per i dipendenti in aspettativa, corrispondente a quelli che il datore di lavoro avrebbe versato all'Ente, alla ditta all'impresa di riferimento e, per gli autonomi, in forma forfetaria secondo un tabellare previsto da un disciplinare nazionale); e invece, nel caso dei Consiglieri regionali, la previdenza è una "camera oscura" dove c'è un vuoto normativo, in quanto è inesistente. E non c'è neanche alcun versamento - almeno, a quanto risulta per il sottoscritto - per i dipendenti pubblici, a cui viene garantita la figuratività dei contributi ma per i quali il bilancio dell'Ente Regione non versa alcunché.
Ovviamente, poi, se quella figuratività conterà non solo come anni ma anche come cifra al fine del computo della pensione, per il sistema Stato quello certamente sarà un costo: al mancato versamento, infatti, se corrisponde un calcolo previdenziale, c'è poi un mancato introito per l'Ente previdenziale, che in questo caso non è a carico della Regione, ma dello Stato e comunque del sistema-Paese.
E' chiara, quindi, la difficoltà di trattare il tema, soprattutto se si parte da un principio - che però va, appunto, contestualizzato d'equiparazione di due status che al momento sono diversi.
E anche sul tema dei vitalizi, che non riguarda noi seduti in questa legislatura ma tutti i trattamenti precedenti, io auspico che qualunque iniziativa venga dettata e ispirata da un principio di ragionevolezza.
Infatti, se l'affermazione "aboliamo il vitalizio all'ex Consigliere regionale, se ha già un'altra forma di vitalizio", presa tout court, pu certamente essere efficace dal punto di vista mediatico, nasconde in s un'irragionevolezza, perché se non commisuriamo l'entità dei due vitalizi e individuiamo - come abbiamo fatto nella legge approvata da quest'Aula - una percentuale fissa comunque sia, quest'aspetto non rende il provvedimento ragionevole: lo può ritenere o portare ad essere opportuno, però non ragionevole nei risultati.
Io mi auguro dunque che, se e quando si tornerà sul tema, si tenga conto anche in questo caso del complesso della situazione e si parametri l'entità dei singoli vitalizi. Altrimenti prendiamo un'iniziativa così, pur di prenderla, che probabilmente poi ci espone a ricorsi, magari ragionevolmente anche vinti; tant'è che una parte di questi risparmi che registriamo giustamente vengono messi a fondo di riserva e non restituiti perché non si sa mai come potrebbe andare a risultare l'esito dei ricorsi che sono stati presentati e quindi in qualche modo dobbiamo anche cautelarci come Ente per poi non creare problemi, negli anni futuri, al nostro bilancio.
Chiudo dunque su questo. Dal punto di vista della delibera espressamente oggetto del voto di oggi, il giudizio non può che essere positivo in termini generali perché, sia pur di poco, diamo un contributo ad un miglioramento dei conti di questo Ente, i cui conti complessivi sono quelli che conosciamo. Questo contributo, però, non soddisfa le esigenze dell'Ente, il cui disavanzo ha molti più zeri di quelli del risparmio che riusciamo e possiamo determinare con le decisioni che afferiscono al solo bilancio di Consiglio, ma comunque è importante. Il voto, quindi, non pu che essere positivo.
Sul tema di carattere più generale, ovviamente la discussione dev'essere seria e approfondita e mi sento di condividere - e chiudo su questo - il discorso per cui tutto va parametrato all'entità del bilancio di cui stiamo parlando: non si può pretendere, cioè, che un bilancio di 80 milioni si faccia carico delle esigenze di una Regione il cui bilancio complessivo è di miliardi. Altrimenti rischiamo di fare come avviene nel comparto degli Enti locali, rispetto a Stato e Regioni, per cui in termini di finanza generale quel comparto incide più o meno per il 10%, ma sul versante del rispetto del Patto di stabilità, e quindi dello sforzo che negli anni è stato chiesto ai Comuni, ha inciso per più del 50% su un comparto che rappresentava il 10, soffocando le finanze locali di moltissime realtà pur virtuose.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Volevo aggiungere alcuni elementi ad una discussione già ampia che finora è stata svolta in riferimento al funzionamento dell'Aula, quindi al bilancio che ci apprestiamo ad approvare.
Nel caso specifico, nell'ambito della nostra dichiarazione di voto articoleremo la motivazione per cui rispetto a questo bilancio vi è una considerazione positiva. Evidentemente, i risparmi sono un elemento di raggiungimento, e sicuramente di miglioramento, dell'efficienza, ma anche un'analisi complessiva va fatta rispetto ad un minor funzionamento dell'Aula, come dicevamo prima, nonostante che in questa legislatura vi sia un apporto e un entusiasmo rispetto all'attività quotidiana di tutti noi per rendere quantomeno il nostro lavoro in termini assolutamente fruttuosi anche ai fini di un'analisi critica; ma l'analisi critica deve avere comunque valenza di proposta rispetto al miglioramento delle leggi e dell'attività che viene condotta in generale all'interno dell'Aula medesima, e mi riferisco anche alle interrogazioni, alle interpellanze alle question time, a tutto il lavoro che ad ogni Consigliere è consentito svolgere al fine di raggiungere obiettivi specifici.
E' chiaro - ho sentito gli interventi precedenti - che, anche sotto il profilo della componente previdenziale, più volte abbiamo discusso della parificazione dei Consiglieri rispetto allo stipendio del Sindaco della Città capoluogo. Nella mia precedente esperienza, quella della Presidenza della Provincia, vi era comunque un'indicazione specifica sulle norme di copertura previdenziale, mentre, come diceva giustamente il Consigliere Appiano, per il Consigliere regionale non c'è proprio la copertura previdenziale.
Quindi, su questo sarà bene che nell'ambito dell'Aula si apra quanto prima un dibattito per conoscere la posizione rispetto a questa riduzione dei compensi avvenuta all'interno della legge regionale, cioè per conoscere l'idea che si ha su questo tema, che mi sembra sia stato sollecitato da più interventi questa mattina in Aula, anche provenienti da banchi di differente colore politico.
Questo è l'elemento fondamentale perché, senza una corretta interpretazione del lavoro che stiamo facendo, si riduce, come dicevamo prima, a questo obiettivo del Consiglio comunale. Non è e non deve essere questa la mera Aula che approva e ascolta i provvedimenti di Giunta, deve esserci un'autonomia dell'Aula rispetto a provvedimenti che, come diceva giustamente il Consigliere Vignale, devono dare alla Giunta gli indirizzi entro i quali muoversi, cioè il solco entro il quale la Giunta deve realizzare le proprie iniziative e le proprie attività ed il solco entro il quale l'Aula svolgerà le valutazioni rispetto agli indirizzi che aveva precedentemente dato.
Questi sono i concetti su cui teniamo un punto fermo; continuiamo a ribadirlo anche perché capiamo che il populismo, oggi, individua coloro che fanno attività politica come il capro espiatorio di tutti i mali del secolo nell'ambito dell'attività condotta nel suo complesso sia essa di tipo nazionale, regionale o anche nelle semplici attività politiche nei piccoli e nei grandi Comuni, dove comunque sovrintende anche una gran dose di volontariato. Oggi, effettivamente, mettersi al servizio della cosa pubblica è sempre più difficile ed è sempre più imbarazzante rispetto al populismo dilagante, però si sa che con il populismo, anche la storia lo insegna, non si va molto distante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Vedo con particolare interesse che, oggettivamente, anzich sull'argomento della proposta di deliberazione, il dibattito si appassiona su temi che non trovano oggi iscrizione e discussione. Dei tanti temi toccati è evidente che la valutazione dei costi reali è materia sentita e condivisibile, perché, a differenza di alcuni dirigenti, come è stato sottolineato, alcune sono attività misurabili, mentre l'attività del parlamentare, del politico o qualunque attività affine diventa relativamente poco misurabile, se non a distanza di tempo, per le attività e per quanto gli viene riconosciuto.
Questa rincorsa al ribasso ha delle conseguenze, lo si deve dire secondo me, va estesa a tutta la sfera della politica e a tutto ciò che gira intorno al mondo della politica, per riportare in asse e in ordine alcuni temi.
Ricordo che, la settimana scorsa, l'Aula ha votato unanimemente- ne sono lieto - sul tema riguardante un revisore dei conti, il quale residente ad Avola, era stato dal Ministro della salute indirizzato e spedito ad Alessandria a fare il revisore: per un costo di stipendio pari a 14 mila euro ci sarebbe costato 40 mila euro di rimborso spese.
Mi risulta che il giorno 18 settembre, a seguito di quell'ordine del giorno, sia pervenuta, da parte dell'attore, la formalizzazione di quella rinuncia sia al Ministero della salute che all'ASO di Alessandria.
In coerenza - credo - con anche i Gruppi che sono portabandiera - o almeno si dichiarano tali - del taglio del costo della politica, condivido delle frasi che ho sentito, una in particolare mi ha colpito, che per chiede, ad un certo punto, anche una spiegazione: il collega Bono ha detto che tante cose insieme non rendono perché diventa difficile farle. Lo abbiamo già detto e lo abbiamo condiviso sette giorni fa, ma, ahimè - sarà oggetto di una question time nel pomeriggio - mi domando se è possibile che in un ente pubblico, o, meglio, a gestione partecipata da enti pubblici cosa che è accaduta poche ore fa - abbiamo la possibilità di nominare un Presidente di un C.d.A. senza evidenza pubblica del bando - è cosa, secondo me, gravissima. Ha già un incarico assunto dieci giorni fa, gliene diamo un altro anche sul nostro territorio! Quindi, la continuità territoriale, che abbiamo invocato - proponiamo e suggeriamo come elemento anche di favorire un'area piuttosto che un'altra decade nel momento in cui il soggetto è della nostra parte, perché è un guru, perché è bravo. Con un costo di 12.000 euro di stipendio, ci sono 10.000 euro di rimborso spese e 10.000 mila euro per indennità di trasferta, che credo si sovrapponga al rimborso spese, e ci dice che fa due incarichi uguali! In contraddittorio con quanto è stato detto, cioè che tante cose insieme non si possono fare, gli diamo anche un premio se si raggiungono degli obiettivi, e nel caso di specie si tratta di rifiuti, ma non di una riduzione della quantità di rifiuti prodotti, ma di comunicazione o quant'alto si era deliberato! Quindi, sono 30.000 euro di rimborso spese per 12.000 euro di stipendio! Presidente, al di là dell'aspetto sul quale ci stiamo soffermando cioè quelli che sono i soggetti più esposti: i Consiglieri, cosa fanno quanto prendono, perché evidentemente poco valgono (vorrebbe tradursi in questo) - credo che la politica, il Consiglio e anche l'attività di Giunta debbano andare nella direzione di scoprire queste pieghe per fare chiarezza una volta per tutte. Una società che sia partecipata da un ente pubblico (che siano Comuni, o Province o Regioni) deve dare evidenza dei bandi per questi signori.
A parità di curriculum, capisco che, probabilmente, se si tratta di un guru, per alcune forze politiche è il faro e lo spirito di riferimento, ma evidentemente, non può essere così per tutta la cosa pubblica. Il guru va bene nel loro caso, ma se è di Avola non ci va più bene. Allora delle due l'una: o smentiamo quanto è stato detto la settimana scorsa, quindi la territorialità non sarà più richiesta come elemento discriminante, oppure se appartiene alla mia parte politica va bene anche se vive a 500 chilometri di distanza, lavora a 700 chilometri e ci abbia promesso di lavorare nel nostro territorio in video conferenza.
Questi sono i temi su cui dobbiamo fare il punto della situazione perché le regole devono valere per tutti. Se ci deve essere un bando, io avrei partecipato a quest'evento, ma non l'ho visto pubblicato. Mi chiedo come abbia fatto a saperlo chi ha vinto il bando, perché è importante sapere dove ha preso la notizia. Io l'attendevo e volevo presentare fisicamente la mia domanda di partecipazione, per poi dimettermi dal Consiglio.
Ora scopriamo che diamo 12.000 euro di stipendio e 25.000 di rimborso spese. C'è qualcosa che non quadra! Otto giorni fa abbiamo detto che valeva la territorialità (e non consideriamo i curriculum, che erano altrettanto brillanti); oggi, perché particolarmente bravi, l'Ente si può permettere di pagare queste cifre.
Ritengo che su questi temi la politica si debba interrogare, oltre a far passare legittimamente lo spot che il Consigliere costa troppo, perch forse fa poco.
Mi auguro che l'Aula e gli stessi soggetti proponenti che sostengono questa bandiera riconoscano che il Consiglio sta svolgendo la propria attività al massimo e comunque con moltissimo impegno. Questo ha un costo oggettivo che è stato visto e che è difficilmente misurabile rispetto alle altre aziende, che può essere - in questo caso - la quantità di atti prodotti.
E' auspicabile anche la bontà sulle finalità, però, in merito al sottobosco che si muove in una maniera legata a rimborsi spese spropositate, promettendo che il lavoro viene svolto mediante video conferenza, ritengo non solo che occorra interrogarci, ma anche suggerire delle regole più certe, perché sono sempre soldi dei cittadini, sia quelli che vengono dati ai Consiglieri sia quelli che vengono dati a questi Presidenti, peraltro attraverso delle tassazioni altissime.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 109.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Chiedo la parola per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Annullo la votazione.
Colleghi, concedo la parola per dichiarazione di voto, però, se siete un pochino più attenti, evito di fare questi errori. Lo chiedo a titolo di gentilezza e cortesia, come sempre.
La parola al Consigliere Vignale, per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Presidente, noi siamo anche attenti, ma il collega Monaco ha terminato dieci secondi fa. Pertanto, non essendoci la possibilità di prenotare gli interventi, diciamo che l'attenzione deve essere almeno reciproca.
Esprimeremo un voto favorevole sulla proposta di deliberazione presentata, ovviamente rimandando le valutazioni a due momenti: il primo relativamente all'assestamento del bilancio, rispetto all'utilizzo dei sette milioni di euro che il Consiglio distribuisce alla Giunta.
E' evidente che, oggi, in merito a queste risorse (il Vicepresidente ce lo ridirebbe, così come ce l'ha detto l'anno scorso), ancorché siano fondi legati al Consiglio, il Consiglio decide di non dare un indirizzo. Non so se questo sia corretto; almeno l'anno scorso abbiamo discusso se questo indirizzo fosse condiviso o meno, pertanto, poiché sono risorse che restituiamo, potremmo almeno individuare, con un atto d'indirizzo, dei temi di carattere generale sui quali indirizzare tali risorse.
Il secondo aspetto, invece, è relativo al discorso più generale che abbiamo cercato di fare, che declineremo con alcune proposte di legge che non avranno costi per l'Amministrazione - tanto per intenderci - e soprattutto per i cittadini piemontesi, ma che potranno essere, invece d'aiuto ai Gruppi consiliari. Ci auguriamo che, su questo, le parole che hanno espresso alcuni colleghi, anche di maggioranza, si declinino in atti concreti. Mi riferisco alle parole pubbliche, perché credo che privatamente i quattro quinti dei componenti di questo Consiglio regionale pensino le cose che il nostro Gruppo, e non solo, ha avuto modo di dire, però ci sono quelli che ne parlano al bar e quelli che lo dicono in aula: io tengo conto di quelli che lo dicono in aula. Così come cercheremo di vedere se si declinano in atti concreti le attività di efficienza che la Giunta regionale sarà portata a fare, ricordando sempre che questo è un compito che ha il Consiglio nella definizione del bilancio.
Pertanto, esprimiamo un voto favorevole. Faccio solo presente che il Presidente del Consiglio deve decidere se fare l'arbitro, se fare politica o la via di mezzo.



PRESIDENTE

Ho deciso di fare l'arbitro.



VIGNALE Gian Luca

Però lo faccia sempre, altrimenti le elenco i casi in cui non l'ha fatto.
Noi non abbiamo bisogno di un arbitro, perché, per quello, è come quando ci sono le tavole rotonde dove c'è chi passa la parola: diverso è quando c'è un moderatore. Noi abbiamo bisogno di un Presidente del Consiglio che tuteli l'Aula e che sia più attento alla tutela dell'Aula che alla presenza sui giornali.
Questo credo sia un compito del Presidente del Consiglio, che speriamo venga attuato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

La Lega Nord esprime parere favorevole sulla proposta di deliberazione.
Desideriamo, però, porre l'accento su quanto ho già evidenziato, rispetto ai contributi che costituiscono un costo per lo Stato.
Ricordo che il costo per le pensioni e i contributi è stato definito da Cottarelli una spesa di 400 miliardi l'anno. Inviteremmo, pertanto, la Giunta a fare una riflessione: mi risulta, dalla deliberazione, che non esista un taglio riguardante gli Assessori e il Presidente, e credo sia veramente poco elegante per loro, in un momento come questo, non dare una sforbiciata.
Considero alquanto imbarazzante che siate seduti di fronte a noi e non pensiate minimamente a sforbiciarvi qualcosa. E' un invito: anche un minimo, simbolico. Capiamo tutti che non è quello che salva i bilanci della Regione, ma forse può aiutare. Ci sono dei gesti che sono simbolici ed importanti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 109, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Relativamente al punto 5) dell'o.d.g., la proposta di deliberazione n.
78, inerente a "Legge regionale 29 dicembre 2006, n. 37, art. 10. Piano regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l'esercizio della pesca. Stralcio relativo alla componente ittica", presentata dalla Giunta regionale, suggerirei all'Aula di congedare i Consiglieri e di indire una Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.37)



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