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Dettaglio seduta n.91 del 15/09/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione a risposta immediata n. 630 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Riorganizzazione in ARPA-Piemonte"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
630, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Credo che l'oggetto dell'interrogazione sia noto a tutti: tutti avranno letto in questo mese i giornali, soprattutto l'edizione nazionale del quotidiano La Stampa, la quale riportava la notizia della riorganizzazione dell'ARPA-Piemonte che ha cominciato a ripensare la sua macchina agli inizi di luglio, tra l'altro mentre il Consiglio regionale stava iniziando una discussione molto articolata su una legge ancora ferma in Commissione.
Posto il tema dell'inopportunità - secondo me - di una riorganizzazione interna mentre è in discussione una legge regionale di ristrutturazione dell'Ente stesso, il Direttore generale dell'ARPA agli inizi di agosto ha nominato - com'è appunto riportato dai giornali - alcuni Direttori di area vasta, in particolare l'area del Vercellese, del Biellese e del Novarese.
Come hanno giustamente ricordato i giornali, i Direttori di Dipartimento provinciale di Novara, Anna Maria Livraga, e di Vercelli Giancarlo Cuttica, sono stati di fatto rimossi dall'incarico che sarebbe scaduto qualche giorno dopo, cioè a fine agosto, senza che tra l'altro sia stato prospettato loro - peraltro in coerenza con la normativa vigente visto che erano dirigenti dell'ARPA da anni e per di più con un curriculum ben più ampio, anche in questo senso, di quello della persona poi scelta alcun incarico in ragione della professionalità posseduta. Inoltre costoro hanno saputo - cosa secondo me assai sgradevole, anche se questo non è oggetto del question time - non da una lettera e non da una comunicazione della scelta di nomi diversi.
Come dico nel question time, appunto, non risultano comunicazioni successive all'atto che motivino la scelta e che contengano la richiesta agli ex Direttori di svolgere altri incarichi. Ricordo come l'Assessore Valmaggia abbia dichiarato su La Stampa stessa di non essere al corrente della situazione vercellese e come abbia confermato che il criterio della nomina sia stato quello dell'esame dei curriculum dei candidati con l'aggiunta della discrezionalità del Direttore.
Posto ovviamente che la discrezionalità è quella del Direttore generale e secondo me, però, l'Assessorato avrebbe fatto bene a dire che vi è un'inopportunità, in generale, nel continuare con questa riorganizzazione mentre è in corso l'esame di una legge in pieno dibattimento in Commissione la richiesta riguarda intanto se l'Assessore ha verificato la presenza di regole per l'affidamento di incarichi dirigenziali coerenti con la normativa di riferimento, nonché il regolare iter delle procedure di selezione e valutazione delle candidature.
Dopo il deposito del presente question time, infatti, ci risulta inoltre che ci siano stati altri casi, fra cui, per esempio, la non scelta di alcuni dirigenti e Direttori di settore, in quanto secondo il Direttore ci sarebbero state troppo poche candidature. E a questo proposito inspiegabilmente? - tutti i sindacati - non so se si siano messi d'accordo denunciano questa situazione.
Guardate, io non credo nelle tesi complottistiche. Non credo che sia stato rimosso un Direttore o non sia stato scelto per il suo curriculum o per le posizioni avute sul territorio: non credo. Non lo credo perch ritengo che il Direttore Robotto non farebbe mai una scelta del genere. Ma è un po' strano - lo dico così - che tutte le persone che hanno detto anche solo "mah" o "bah" rispetto ad una riforma che non condividevano, siano guarda caso - state messe ai margini; e, caso strano, questa discrezionalità ha superato curriculum molto più forti che erano in campo.
Per quanto un Direttore abbia giustamente la discrezionalità e la legittimità di scegliere anche oltre i curriculum, credo che quanto avvenuto sia non solo inopportuno ma debba essere segnalato anche dall'Assessore competente, per quanto ci sia un'autonomia tra l'ARPA e la Regione Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere, le ricordo che per l'illustrazione sono a disposizione tre minuti e per la risposta della Giunta cinque.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Premesso che la revisione organizzativa dell'ARPA è stata prevista e votata da questo Consiglio con la legge regionale n. 1 del gennaio 2015 dove all'articolo 19 si individuava proprio un ridimensionamento del numero delle articolazioni organizzative interne all'ARPA e in cui, in particolare, si prevedeva la riduzione dei precedenti otto Dipartimenti provinciali ad un numero non superiore a quattro, a seguito di quanto stabilito dalla suddetta legge regionale, è stato demandato al Direttore generale di attuare questo indirizzo, peraltro condiviso anche dal Comitato regionale di indirizzo di ARPA (che è un organo che indirizza le scelte di ARPA-Piemonte, che comprende le rappresentanze delle Amministrazioni regionale, provinciali e dell'ANCI) che a maggio 2015 approvava questo piano, che poi è stato verificato positivamente anche dalla Regione in veste di autorità vigilante a luglio 2015 e successivamente pubblicato, con decreto del Presidente della Giunta regionale, sul BUR il 30 luglio 2015.
A seguito di queste indicazioni e scelte politiche, che nascono da quest'Aula, si è avviato un percorso di informazione e comunicazione sul processo riorganizzativo all'interno dell'agenzia con le organizzazioni sindacali.
Ci risulta che in data 22 giugno è stato approvato e pubblicato l'avviso interno per il conferimento degli incarichi dirigenziali di responsabile delle nuove Strutture Complesse e, in data 23 giugno 2015 l'avviso interno per il conferimento degli incarichi dirigenziali di Responsabile delle nuove Strutture Semplici.
Gli avvisi sono stati approvati in applicazione dei criteri del Regolamento interno sul conferimento degli incarichi dirigenziali. Quindi la procedura è analoga a tutte quelle precedentemente indette, a fare data dall'anno 2009.
In previsione di questa revisione organizzativa, gli incarichi dirigenziali all'inizio dell'anno 2015 di Responsabile di Struttura Complessa scaduti, tra i quali quello del dottor Cuttica, non sono stati riattribuiti ma prorogati fino all'entrata in vigore del nuovo assetto.
Quindi, già i direttori erano in una situazione di prorogatio.
Per la selezione del nuovo Direttore del quadrante nord-est sono pervenute 11 candidature, corredate dal curriculum vitae, che sono state valutate tra loro comparativamente utilizzando i criteri di cui al vigente contratto integrativo aziendale.
Nella rosa dei candidati non c'erano soltanto i tre già direttori ma tutti e quattro, perché da quattro Dipartimenti si è passati ad uno solo quindi oltre all'ingegner Barbera (già Direttore del Dipartimento di Biella), la dottoressa Livraga (già Direttore del Dipartimento di Novara) il dottor Cuttica (già Direttore del Dipartimento di Vercelli) e il dottor Maffiotti (già Direttore del Dipartimento di Alessandria). E' chiaro che se si passa da quattro Dipartimenti ad uno solo, tre restano a casa.
L'individuazione ad opera del Direttore Generale è caduta su uno dei quattro, l'ingegner Barbera, per le ragioni e le argomentazioni espresse all'interno del provvedimento di nomina, che è pubblicato per intero sulla intranet del sito istituzionale e, poi, all'albo pretorio dell'Agenzia dal 13 al 27 agosto per la durata prevista per legge.
Proprio in ragione della riduzione del numero delle strutture imposta dalla legge, che ha determinato un passaggio da 19 a 12 Strutture Complesse, successivamente sono stati riaperti i termini per la presentazione di ulteriori candidature alla procedura per il conferimento degli incarichi di Responsabile di Struttura Semplice.
Nel frattempo, si è chiesto ai già responsabili delle previgenti Strutture Complesse di concorrere al passaggio di consegna al nuovo responsabile per individuare successivamente - mi pare la scadenza sia entro fine settembre - la formulazione di nuove proposte entro fine settembre per nuovi incarichi per i Direttori che non sono stati riconfermati. Quindi, in questa fase transitoria c'è un incarico di collaborazione nel passaggio di consegna al nuovo Responsabile, concorrendo all'esercizio delle funzioni di competenza della nuova articolazione organizzativa con l'obiettivo di accompagnare la riorganizzazione dell'Agenzia. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore Valmaggia.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione a risposta immediata n. 640 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente ad "Approvazione obiettivi personale dirigente"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
640, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Torniamo a parlare degli obiettivi dei dirigenti, che è un tema che come l'Assessore saprà, ci sta molto a cuore. Qualche mese fa avevamo sollevato un caso che aveva suscitato un po' di clamore mediatico, ma al di là di questo siamo qui per verificare se ci siano stati effettivamente dei cambiamenti in merito al meccanismo di assegnazione premi e anche di definizione degli obiettivi, quindi di raggiungimento degli obiettivi.
Dalla nostra indagine banalmente eseguita sul web, ci risulta che non siano ancora pubblicati gli obiettivi per l'anno 2015 per il personale dirigente, nonostante una deliberazione di Giunta regionale del 31 luglio 2015. Quindi, chiediamo se il motivo di questo ritardo sia dovuto a qualche aspetto tecnico o se ci sia una difficoltà nel definire gli obiettivi.
Cioè, noi diamo per scontato che gli obiettivi, a questo punto, siano definiti e che ci sia soltanto un qualche problema organizzativo che ne impedisce la diffusione.
La domanda di questa interrogazione più che altro riguarda la tempistica: siamo a settembre, quindi mancano pochi mesi alla fine dell'anno, e in considerazione di questo chiediamo se si pensa di riparametrare gli importi correlati al raggiungimento di questi obiettivi quindi rivalutare i premi.
Tenendo presente che ci troviamo ormai ben oltre la metà dell'anno suppongo che saranno obiettivi non raggiungibili nell'arco di tre mesi.
Allora, vogliamo conoscere le intenzioni della Giunta in merito a questi premi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Ringrazio la Consigliera per aver posto questo tema - al quale cerco di rispondere - che nelle premesse forse è un po' riassunto esageratamente quindi rischia di essere confuso.
In merito alle sue considerazioni in premessa, le rispondo sul primo punto: effettivamente, quanto lei asserisce è giusto riconoscerlo, quindi una buona individuazione degli obiettivi deve essere alla base di un processo di incentivazione. Proprio in relazione a questo tenga presente che quest'anno abbiamo posto in essere una serie di interventi importanti nella macchina organizzativa, per cui lo stesso rinnovamento e riaggiornamento del sistema delle Direzioni e dei Settori porta a questo obiettivo, cioè in qualche modo a cercare di migliorare il processo, per devono esserci obiettivi più sfidanti, più innovativi, più realistici con i tempi e, se vogliamo, anche più misurabili.
In generale, il processo comporta un iter lungo e noi abbiamo cercato di abbreviarlo rispetto allo scorso anno quando gli obiettivi dei dirigenti sono stati portati alla conclusione nel mese di ottobre dell'anno prima abbiamo cercato di anticipare questo processo arrivando a portare gli obiettivi - quindi, posso anche passare al secondo e al terzo punto - dei Direttori con una delibera di luglio. Questo tempo è stato giustificato anche dal fatto che più volte l'Organismo di Valutazione (OIV) ha richiesto che gli obiettivi stessi fossero effettivamente più sfidanti e più interessanti da questo punto di vista, e ci sono anche i verbali di Giunta che lo possono testimoniare.
Comunque, occorre dire che il processo prevede che prima si diano gli obiettivi ai Direttori, quindi gli obiettivi consuntivi dell'anno prima si valutano a gennaio-febbraio. Pertanto, per essere proprio perfetti dovremmo riuscire ad assegnarli per la primavera ai direttori, i quali, il mese dopo, potrebbero essere più veloci e arrivare, all'inizio dell'estate a completare gli obiettivi dei dirigenti.
Francamente, pensare di anticipare troppo può creare anche dei problemi interni, perché, nel frattempo, la politica muove, c'è un trapasso da un anno all'altro, ci sono necessità in corso che certe volte creano ostacoli alla celerità che lei richiede.
In ogni caso, gli obiettivi per il 2014 non li aveva previsti questa Giunta; dovremmo - semmai - interrogare la Giunta precedente, ma in questo momento non c'è neanche la possibilità di trovare una risposta. E', per una risposta certamente ponderata e, quindi, si prende atto.
Riguardo agli obiettivi dei Direttori regionali, quest'anno siamo arrivati a luglio, per i motivi che ho detto. Lo scorso anno, per l'anno precedente, si era arrivati ad ottobre, pertanto abbiamo già anticipato.
In merito alla pubblicazione degli obiettivi dei Dirigenti (cosa che per l'anno prossimo solleciterò di anticipare, come tempi, poiché è un'esigenza di trasparenza per tutti, non solo per la Consigliera Frediani), le confermo che il CSI ha già ricevuto mandato per pubblicarli.
Nei prossimi giorni saranno inseriti e pubblicati nella sezione "Trasparenza".
Riguardo all'oggetto dell'interrogazione posso rispondere, brevemente che forse quello che lei prevede relativamente alle mensilità sarebbe bello in un mondo perfetto; in questo frangente, che perfetto non è, cerchiamo di renderlo almeno perfettibile. Non si può pensare, però, di frazionare più di tanto, pertanto la sua richiesta, in questa fase, non è accettabile perché l'iter da rispettare, perlomeno in questa fase di collaudo - ma possiamo migliorarci - si protrae in fasi più lunghe.
Ritengo, dunque, che in questo momento la sua richiesta, contenuta nell'interrogazione, non sia perseguibile.
Spero di essere stato abbastanza chiaro nella risposta e sono a disposizione per ulteriori approfondimenti.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 636 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Intensificazione guasti bus Sadem - gestione reclami utenti - abbonamenti BIP"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 636, presentata dalla Consigliera Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Riporto in Aula il tema del trasporto pubblico locale e, molto probabilmente, non sarà questa l'ultima volta, proprio per il protrarsi di problemi a mio parere sempre più gravi, al riguardo.
Il problema è stato parzialmente risolto, se pensiamo all'inaugurazione dei nuovi bus della Sadem, avvenuta sabato a Pinerolo. C'è, però, la necessità di avere dei ritorni in merito ai controlli effettuati sui ritardi costanti, piuttosto che sulle problematiche relative al funzionamento dei bus.
Faccio un piccolo inciso, poi vado alla domanda finale: emerge sempre più l'esigenza di capire qual è il ruolo della Città metropolitana nell'ambito del trasporto pubblico locale, in merito ad una riorganizzazione che non è stata partecipata dai territori, con delle linee che sono in sovrapposizione al treno e altre che, invece, sono carenti.
Poi, ovviamente, c'è l'esigenza del viaggiare sicuri. In sintesi, occorre una migliore riorganizzazione dei trasporti.
All'Assessore chiedo - se possibile - di avere un rendiconto sui controlli effettuati a tutela dei pendolari. Sappiamo quanto ampio ed aspro sia quel territorio e quale sia, ovviamente, la necessità di avere un servizio efficiente e sicuro.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Come la Consigliera sicuramente sa, la Direzione Trasporti svolge - per ora, in attesa che l'Agenzia della Mobilità Piemontese abbia totale avvio un ruolo di controllo e, in qualche caso, di indirizzo rispetto all'attività di programmazione e gestione svolta dai vari Enti in delega (in questo caso, la Città metropolitana).
Quali sono gli interventi da parte della Direzione e dell'Assessorato? E' chiaro che sono state date indicazioni per quanto riguarda le priorità, cioè che il servizio sia rivolto evidentemente a chi di questo servizio ha necessità e bisogno: innanzitutto, chi lo utilizza per lavoro o studio.
In sede d'incontro con la Città metropolitana ed anche con gli amministratori del territorio (ci sono già stati degli incontri di questo genere e ne seguiranno altri), è stato chiesto agli amministratori presenti di spostare in orari di alta domanda i servizi bus in fascia di morbida.
Tali corse, tra l'altro, sono spesso sovrapposte al treno.
L'eliminazione di tali sovrapposizioni, ove non giustificate, è pienamente rispondente alle indicazioni date dalla Regione fin dal febbraio scorso, con apposito atto di indirizzo. Devo dire che, per ora, non sempre la riprogrammazione ha tenuto conto di questa indicazione.
Sono allo studio della Città metropolitana itinerari diversi dagli attuali, per risolvere anche in questo modo situazioni di ritardi ormai consolidati da parte dei bus stessi.
In merito ai ritardi dei treni, sono dovuti - specialmente per quanto riguarda quella linea - ad inefficienze e deficit infrastrutturali. La Regione ha chiesto a RFI una mappatura completa dei passaggi a livello che sarebbe vantaggioso sopprimere e una valutazione delle eventuali opere da realizzare a questo fine. A seguito di tale ricognizione, sono già fissati incontri di consultazione con gli amministratori locali.
Per quanto riguarda le difformità tra i servizi bus programmati ed effettuati, c'è una serie di controlli che in questo caso funziona in modo abbastanza preciso. Gli autobus che svolgono il servizio extraurbano della Città metropolitana sono dotati di sistema satellitare che consente il monitoraggio del mezzo in ogni momento della giornata. Da questo, risulta che solo un servizio non sarebbe stato effettuato, in partenza da Perosa.
Ne è derivata una formale contestazione al Consorzio.
Per quanto riguarda la situazione dei mezzi, ha già detto lei: la Sadem ha provveduto in questi ultimi giorni ad inaugurare l'ampliamento del parco bus che utilizzerà su quell'ambito territoriale.
In sede del prossimo incontro con gli amministratori si farà il punto insieme alla Città metropolitana, anche sullo stato di avanzamento dei servizi ai viaggiatori, anche alla luce del fatto che non esistono impedimenti tecnici alla codifica informatica del credito trasporti BIP anche oltre l'area Formula, che è sicuramente un sistema da superare.
Grazie.


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 631 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Nuovo PSR 2014-2020"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 631 presentata dalla Consigliera Gancia, che ha la parola per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
L'oggetto dell'interrogazione è il nuovo PSR 2014-2020.
Considerato che in data 17/12/2013, con Regolamento UE n. 135/2013 è stato approvato il Regolamento Comunitario per il Sostegno allo Sviluppo Rurale del FEASR; considerato che numerose Regioni italiane, ed in particolare quelle ricadenti nella Pianura Padana, hanno già approvato il nuovo PSR e hanno già aperto i nuovi bandi per finanziare iniziative ed investimenti alle proprie aziende agricole; considerato, inoltre, che il nuovo PSR della nostra Regione appare in uno stato di approvazione comunitario molto arretrato e che sarebbero state avanzate, da parte degli uffici comunitari preposti, circa 900 osservazioni alla proposta inviata a Bruxelles per l'approvazione della Regione Piemonte e che ciò comporta inevitabilmente dei gravi ritardi nel finanziamento delle aziende agricole piemontesi, se non addirittura la dispersione stessa dei fondi e soprattutto un problema nei confronti di quelle italiane dirette concorrenti, si interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere quali tempi siano previsti per la chiusura della trattativa con Bruxelles per l'approvazione del nuovo PSR.
Pertanto, chiediamo quando saranno aperti i bandi per il finanziamento dei beneficiari, che da oltre due anni attendono le nuove risorse finanziarie per programmare le loro attività.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Leggo per essere più preciso, questa volta.
L'articolo 26, paragrafo 4 del Regolamento (UE) n. 1303/2013, recante disposizioni comuni sui fondi comunitari e di investimento europei stabilisce che i programmi (fra cui i programmi di sviluppo rurale, PSR) sono presentati alla Commissione entro tre mesi dalla presentazione dell'accordo di partenariato. Lo Stato italiano ha presentato l'accordo di partenariato il 22 luglio 2014 e la maggior parte delle Regioni ha notificato la proposta di PSR entro il mese di luglio 2014.
La Regione Piemonte ha notificato la proposta di PSR il 1° settembre 2014 a causa dell'interruzione dei lavori preparatori dovuta alla fine anticipata della legislatura. L'articolo 26, paragrafo 2 del regolamento (UE) n. 1303/2013 prevede, infatti, che l'elaborazione dei programmi deve avvenire in cooperazione con il partenariato. Merita segnalare che la Regione Abruzzo, interessata come il Piemonte dalla fine anticipata della legislatura, ha notificato la propria proposta di PSR il 15 dicembre 2014.
A tutt'oggi sono stati approvati i PSR italiani di Bolzano, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Trento, Umbria e Veneto.
La proposta di PSR della Regione Piemonte ha ricevuto osservazioni formali dai Servizi della Commissione europea, in numero di 808, il 2 marzo 2015. Sulla base di tali osservazioni e dell'esito dell'incontro bilaterale con i Servizi della Commissione tenutosi a Bruxelles il 22 e 23 aprile 2015, l'autorità di gestione del PSR-Piemonte ha predisposto le necessarie modifiche e integrazioni, anche a seguito di consultazioni del Tavolo verde e del Tavolo montagna. Dette modifiche e integrazioni sono state oggetto di costanti consultazioni informali con i Servizi della Commissione, culminate nell'invio informale di una nuova versione completa del PSR il 16 luglio 2015. Sulla base di tale versione, i Servizi della Commissione hanno comunicato ulteriori osservazioni informali su singoli punti fino all'11 settembre 2015.
Nel corso del 2014 ARPEA - questo lo dico perché non siamo stati fermi ha erogato 142 milioni di euro di aiuti per lo sviluppo rurale cofinanziati dal FEASR. Nel 2015 l'autorità di gestione del PSR ha adottato, fra l'altro, le disposizioni previste dal regolamento sulla transizione, emanando bandi che utilizzano sia economie della programmazione 2007-2013 che risorse della nuova programmazione, garantendo la prosecuzione del flusso finanziario ai beneficiari dello sviluppo rurale nel 2015 e nei primi mesi del 2016.
In particolare, nel corso del 2015 ARPEA ha effettuato a tutt'oggi pagamenti sul PSR (risorse cofinanziate) per 85 milioni di euro ed è in corso di autorizzazione un decreto di pagamento per ulteriori 21 milioni di euro; i pagamenti proseguiranno nei mesi successivi.
Tutto ciò premesso, e fatte salve ulteriori osservazioni informali dei Servizi della Commissione europea, alle quali l'autorità di gestione risponderà tempestivamente, la proposta finale di PSR, già oggi inserita nel sistema informatico di interscambio con la Commissione europea, sarà notificata a breve (poiché il documento è di ieri, posso dire che abbiamo buona contezza di farlo domani o dopodomani al massimo), a seguito di autorizzazione della Commissione stessa.
Ai sensi dell'articolo 47 del regolamento, entro tre mesi dalla notifica dell'approvazione del PSR sarà costituito il Comitato di sorveglianza.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 632 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a "Inserimento dello strumento di rilevamento dell'INR o indicatore del tempo di protombina nel nomenclatore tariffario"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 632, presentata dal Consigliere Appiano.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce da una segnalazione specifica, ma in realtà riveste carattere generale e quindi è un'interrogazione conoscitiva.
Il caso segnalato è il caso di un minore che, a seguito di una disfunzione della valvola mitralica, è stato oggetto di un intervento chirurgico per la sostituzione della valvola medesima.
A seguito di quest'intervento, sorge la necessità di assumere un farmaco anticoagulante, in prima battuta, per diverse volte a settimana e poi, nel prosieguo del tempo, con una tempistica inferiore, ma tendenzialmente per tutto l'arco della vita. Ovviamente, questo farmaco coagulante deve essere dosato e il dosaggio necessita di una misurazione specifica ogniqualvolta venga assunta. Quindi, ripeto, in prima battuta più volte nella medesima settimana.
Questo esame, salvo l'idea di farlo a pagamento, può essere effettuato presso un ambulatorio del servizio sanitario regionale che fornisca appunto, tale servizio. Lo scopo dell'esame è di definire la misurazione e quindi ci si reca in ambulatorio, dove viene eseguito l'esame, e poi i risultati dell'esame vengono trasmessi all'ospedale di riferimento, il quale dà risposta sul corretto dosaggio del farmaco da assumere.
E' evidente, da un lato, il fortissimo disagio, se questa è la procedura da seguire, visto che si tratta di un arco temporale indefinito senza un termine, peraltro che inizia, in questo caso, in una fascia d'età molto giovane (si tratta di un minore, di un adolescente); dall'altro lato l'estrema onerosità, anche per il sistema sanitario se questi esami devono essere effettuati in un ambulatorio tutte le settimane, più volte a settimana.
Poiché esiste la possibilità di acquisto di un misuratore e quindi di fare questa misurazione direttamente a domicilio per ottenerne il dosaggio corretto, sistema che probabilmente diventa anche più economico anche per lo stesso sistema sanitario, perché evita di recarsi in ambulatorio più volte a settimana, vorrei sapere se è vero che questo strumento non sia inserito nel nomenclatore e, se la risposta è negativa, se si intende sollecitare l'inserimento nel nomenclatore di questo dispositivo in modo da venire incontro all'esigenza economica della famiglia e permettere un vantaggio per la persona, avendo anche in prospettiva un minor costo appunto per il sistema sanitario medesimo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Appiano mi segnala, opportunamente, il caso di un minore torinese a cui è stata sostituita la valvola mitralica in un recente intervento chirurgico e che necessita, come è stato bene illustrato, di uno strumento di misurazione specifico per le motivazioni prima richiamate.
In sostanza, l'inserimento di questo strumento non è attualmente previsto nel nomenclatore tariffario nazionale del Ministero della Salute.
Noi, come Amministrazione regionale, concordiamo con il Consigliere Appiano sull'opportunità di fare inserire questo strumento nell'aggiornamento periodico del nomenclatore che, come sapete, perché ne parliamo da tempo, è molto atteso da vari soggetti e categorie e riguarda anche altri strumenti, altri ausili.
Mi farò portavoce presso il Ministero della Salute di questa esigenza tuttavia, è chiaro che la soluzione non dipende dal Piemonte che, come ben sapete, è ancora - speriamo soltanto ancora per qualche mese - sottoposto al piano di rientro del debito e quindi impossibilitato ad intervenire sui cosiddetti extra LEA, perché avrebbero questa caratteristica.
In ogni caso, interverremo nei confronti del Ministero e stiamo lavorando intensamente per concludere questa fase del piano di rientro e come abbiamo avuto modo di dire, ormai in diverse occasioni, l'obiettivo che ci poniamo è di uscirne fuori all'inizio del prossimo anno. Dopodich riacquistiamo l'autonomia che oggi non abbiamo e quindi compiere qualche scelta giustificabile anche sul piano economico. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 633 presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Organizzazione della rete nefrologica del Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 633, presentata dal Consigliere Rossi, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Alcune premesse rispetto alla mia interrogazione.
Ogni anno, nella nostra Regione, circa 700 casi di nefropatia giungono ad un grado di insufficienza renale che va trattata con dialisi. Di questi casi, circa il 20% ha indicazione al trapianto renale, mentre il restante viene trattato a vita con dialisi.
In Piemonte la rete nefrologica ha raggiunto livelli di eccellenza, in controtendenza rispetto al panorama nazionale, tant'è che il numero dei pazienti in trattamento dialitico negli ultimi cinque anni si è stabilizzato e non è aumentato, com'è accaduto, invece, nelle altre Regioni.
Sottolineo che diminuire o stabilizzare il numero dei pazienti in trattamento dialitico significa migliorare la salute del cittadino, ma anche sgravare da un costo, dal momento che il trattamento in dialisi è fra i più costosi.
Vi è un'altra caratteristica positiva della rete nefrologica piemontese: il nostro sistema riesce a garantire uniformità su tutto il territorio regionale. Le varie strutture (hub e spoke) sono in rete fra loro e riescono, sia nell'atto trapianto, sia nell'atto ambulatoriale, a garantire una cura nefropatica.
Sappiamo, inoltre, che con la DGR n. 1-924 entro il 31 ottobre di quest'anno bisognerà definire la completa determinazione delle Unità Operative (semplici, complesse, posti letto, eccetera).
L'applicazione della DGR 1-600, così come rivista dalla n. 1-924 prevede, però, un unico Centro Trapianti in Regione Piemonte (attualmente ce ne sono due, uno a Torino e uno a Novara); si parla, inoltre, di due reparti di nefrologia con posti letto autonomi e di 18 nefrologie con dialisi senza posti letto.
L'interpretazione della dicitura "nefrologia senza posti letto", che poi è l'oggetto di questa interrogazione, è dunque cruciale. Perché se fosse interpretata rigidamente, nel senso che è vietato ricoverare tout court, significherebbe andare ad indebolire questa rete nefrologica, che essendo un'eccellenza, ha prodotto dei risultati importanti. Se, invece, le cose dovessero rimanere così come sono adesso, ovvero che le nefrologie nella maggior parte dei casi in Piemonte, già ricoverano in comune con le altre specialità, condividendo struttura logistica, personale e risorse quindi senza un aggravio ulteriore, non andremmo incontro ad alcun indebolimento.
Costato ancora che, calcolando l'invecchiamento della popolazione, le patologie nefrologiche sono destinate ad aumentare.
Infine - sottolineatura a cui tengo in maniera particolare - il Centro Trapianti presso l'Ospedale Molinette di Torino è il primo in Italia l'eccellenza della nostra rete! - ad avere addirittura un primato nazionale.
La domanda quindi che pongo all'Assessore è se sia possibile nell'applicazione e nel riordino della rete ospedaliera, tenere insieme, da un lato, la necessità di adeguare la rete ospedaliera al Regolamento e al Patto per la salute, e, dall'altro lato, valorizzare la rete nefrologica piemontese, in quanto modello di eccellenza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Rossi teme il depotenziamento della rete nefrologica piemontese e pone una serie di domande specifiche, con l'obiettivo di garantire i bisogni di salute della popolazione che necessita di questi interventi. Questo è, evidentemente, anche il nostro obiettivo - è l'obiettivo di tutta la Regione - e quindi non posso che concordare su queste sollecitazioni che ha voluto esprimere nell'interrogazione.
Tali esigenze ce le siamo poste nella rivisitazione della rete ospedaliera, con la delibera che è stata prima citata, che, come il Consigliere saprà, richiama perfettamente alcuni parametri previsti dal Patto del salute, in modo particolare, per quanto riguarda alcuni rapporti relativamente ai bacini di utenza (il riferimento a 2,4 milioni, con tutte le questioni citate anche nella deliberazione, sulle quali non mi soffermo ulteriormente).
Immagino che sia possibile offrire una risposta alle sollecitazioni che sono state indicate. La tematica, peraltro, è stata anche oggetto di un confronto che è avvenuto in questi mesi in Assessorato, che deve consentirci di non far arretrare il nostro sistema, che gode assolutamente di buona qualità.
Le modalità organizzative, evidentemente, dovranno essere comunque coerenti con l'obiettivo di carattere generale, che è quello della semplificazione del sistema, e le strutture dovranno avere anche una quantità sufficiente di interventi per poter garantirne la sicurezza, che è l'altro obiettivo primario (è stato una delle stelle polari) del nostro intervento sulla rete ospedaliera.
Ad oggi, senza contraddire la delibera stessa e sapendo di aver applicato un parametro su una popolazione di quattro e mezzo (ne abbiamo indicata una, in sostanza), vediamo se è possibile trovare una soluzione, a saldi invariati, all'interno di questo schema e in base alle riflessioni che abbiamo fatto sin qui: io penso di sì.
Siamo in una fase importante e delicata; le Aziende Ospedalieri e le Aziende Sanitarie Regionali tutte stanno predisponendo, come vi è noto, gli atti aziendali che saranno presentati alla fine di questa settimana (entro il 21 settembre) all'Amministrazione regionale, che dovrà verificarne la coerenza con le delibere che abbiamo assunto e, qualora dovessero risultare dei problemi o delle mancanze attraverso i Piani, dovrà cercare ulteriori modalità, in ogni caso sempre a saldo zero.
All'interno di questo ragionamento, io credo che qualche soluzione si potrà trovare, con una precisazione fondamentale, anche agli effetti della coerenza con le decisioni che abbiamo assunto, che saranno, in ogni caso oggetto di valutazione da parte della Commissione di monitoraggio nazionale.
Per quanto riguarda il tema di quali spoke e DEA di primo livello con volumi di attività che possono eventualmente giustificare la codifica del codice 29 di nefrologia, anche in questo caso io credo che il reparto non potrà avere letti dedicati - è uno dei punti di valutazione, vedremo come fare - ma dovranno essere inseriti nella Divisione di Medicina generale o in Dipartimenti coerenti, e gli spazi edilizi, la struttura logistica nonché il personale di assistenza infermieristica e OSS, non potranno essere dedicati esclusivamente a questa attività.
In sostanza, al di là delle questioni tecniche e dei codici, il principio che in ogni caso deve valere nella valutazione anche degli atti aziendali è quello di garantire coerenza, evitando di continuare a perpetuare comportamenti che magari c'erano in passato. Si tratta, quindi di aggiungere qualche elemento di modificazione, ma, in ogni caso, vi posso garantire che a saldi invariati troveremo delle soluzioni.
Mi pare che i Direttori generali siano già entrati in questa logica e suppongo che ci faranno qualche proposta, che noi valuteremo complessivamente, in modo che sia coerente, per non farci rispondere evidentemente "no" da chi ci dovrà valutare all'inizio di novembre.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 638 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Laboratorio di Emodinamica di Moncalieri"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 638, presentata dal Consigliere Bertola, che la illustra.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione rappresenta un aggiornamento dovuto e necessario su una questione molto importante, inerente al laboratorio di emodinamica di Moncalieri.
È noto che la DRG 1-600 del 19 novembre 2014 e successive modificazioni prevede la disattivazione di questo reparto. Nella delibera si evince che nel quadrante Torino sud-est ci saranno due strutture spoke (Moncalieri e Chieri) e poi un hub presso la Città della salute e della scienza; si dice che la struttura hub sarà sufficiente per coprire il fabbisogno di laboratori di emodinamica per il quadrante Torino sud-est.
Non è una novità quella della proposta del 2014 di disattivazione dell'emodinamica, perché la stessa cosa l'aveva già chiesta la Giunta Cota con la delibera del 28 dicembre 2012; in seguito non si era poi proceduto con la disattivazione per via di ricorsi, ma anche e soprattutto per una mobilitazione a livello territoriale, sostenuta - questa era stata l'impressione - da tutti gli esponenti del centrosinistra, non solo a livello locale, ma anche a livello regionale, giacché a quel tempo il centrosinistra era all'opposizione. Era venuto in soccorso il parere tecnico fornito dal GISE (Società Italiana di Cardiologia Invasiva) che relativamente ai dati, alle performance del laboratorio di emodinamica, del tutto in linea sia per quantità sia per qualità agli standard, diceva: "Questi dati segnalano come l'esistenza del laboratorio in oggetto risponda ad una effettiva necessità e difficilmente potrebbe essere vicariato dal potenziamento di laboratori vicini". E più avanti: "Si ritiene che sarebbe quindi opportuno continuare a garantire l'attività corrente del laboratorio di emodinamica di Moncalieri".
Basandoci ancora proprio su quel parere del 2012, quest'anno avevamo proposto un atto di indirizzo che chiedeva un impegno preciso a questa Giunta regionale: modificare la delibera 1-600 per mantenere aperto questo importante presidio. Lo facevamo non solo perché ne eravamo e ne siamo fortemente convinti, ma anche perché durante un Consiglio comunale aperto a Moncalieri era stato approvato all'unanimità un atto di indirizzo dalla consiliatura passata - eravamo ad aprile 2015, poco più di un mese prima delle elezioni - che all'unanimità chiedeva alla Giunta regionale di mantenere l'emodinamica di Moncalieri. Sapete bene che si era in campagna elettorale, quindi ad una nostra richiesta precisa di impegno di questa Giunta regionale fatta in quest'Aula di Consiglio con un atto di indirizzo si era risposto, da parte del Partito Democratico, con un altro atto di indirizzo: era stato bocciato il nostro ed era invece passato un ordine del giorno firmato da esponenti del Partito Democratico, soprattutto dal Capogruppo del Partito Democratico e Segretario del Partito Democratico Davide Gariglio, che è anche moncalierese (come me).
Questo ordine del giorno non chiedeva certamente di modificare la delibera, ma chiedeva di approfondire la possibilità di creare due centri di emodinamica, articolati ciascuno su due laboratori, ecc., quindi unificarli con l'emodinamica di Moncalieri. Ma non è un impegno preciso: è un impegno ad approfondire in qualche modo la questione col Ministero.
Visto che non se n'è più saputo nulla e che il 21 settembre saranno presentati gli atti aziendali da parte del Direttore generale, siccome la sensazione è un po' che in quel momento il Partito Democratico abbia voluto tamponare la situazione, anche perché poi a livello territoriale si è andati a dire: "Abbiamo salvato l'emodinamica, salveremo l'emodinamica" allora ci sembra più che giusto e doveroso chiedere, con questa interrogazione, cosa che ne è stato di quell'approfondimento con il Ministero.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Credo che il collega Bertola, nell'interrogare la Giunta su questo tema, in qualche passaggio dimentichi alcune questioni che ci portano a dire, di fatto - bisogna essere sinceri - che la Regione Piemonte è in piano di rientro. Lo ripeto perché questo vuol dire che i nostri limiti sono evidenti. Voglio anche dire che, secondo me, questo ogni tanto viene messo in discussione, dicendo: "Si può assumere una delibera e qualcosa cambia". No. Avete visto la recente sentenza del TAR che riguardava un tema non dico analogo, ma l'emodinamica, la Cellini, l'Humanitas, e anche lì vi era un ricorso dei privati: ebbene, la conclusione è che quello che vale è ciò che è definito nei piani operativi. Ho voluto richiamare questo, in modo da essere sinceri, altrimenti rischiamo di produrre illusioni.
Il collega ha richiamato un passaggio, l'ultimo, e l'ha collegato alle vicende elettorali che vi erano in quel periodo. Noi ci siamo assunti questo impegno dovuto ed eravamo anche convinti, sulla base di una sollecitazione del Consiglio, di fare un approfondimento che riprendesse una vecchia proposta avanzata dalla Giunta precedente, quella dell'emodinamica unica in due sedi e tutte quelle cose che sono state richiamate, frutto di una valutazione e di un lavoro che aveva fatto il GISE (Società Italiana di Cardiologia Invasiva). Quello studio, nel momento in cui era stato presentato al Ministero dell'Economia e della Salute ahimè, e dico ahimè perché era capitato così - non era stato valutato positivamente e infatti il Ministero ha continuato ad assumere questa posizione, che è quella antica per quanto riguarda Moncalieri.
Sulla base di questa sollecitazione, abbiamo avviato un confronto con alcuni uffici del Ministero della Salute. E' un approfondimento che bisogna completare, con le modalità che erano state immaginate dalla Giunta precedente. Mi pare che ci sia un giudizio negativo, che il Ministero continua a mantenere. Stiamo valutando altre possibilità: con un po' di flessibilità e con un po' di elasticità, stiamo valutando e stiamo ancora approfondendo il tema con il Ministero. Noi immaginiamo, nel giro di un mese o massimo due, di avere una risposta - possibilmente concordata altrimenti non serve a nulla - per dare un riscontro a un'esigenza che sentiamo anche noi, che sente il Consiglio. E' chiaro che deve trattarsi di un'ipotesi condivisa.
Quindi, alla domanda specifica "qual è il risultato?", la risposta non può che essere la seguente: "E' ancora in corso, abbiamo ancora bisogno per quello che abbiamo capito, di un mese o due per approfondire ulteriormente con il Ministero e poi vedremo un po' che cosa fare". Però io credo che sia possibile - non voglio suscitare delle speranze - individuare qualche modalità che non sia quella antica che era stata immaginata; forse uno spazio c'è, ma questo lo vedremo strada facendo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 639 presentata dal Consigliere Campo, inerente a "Riorganizzazione laboratori analisi area Piemonte sud ovest"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 639, presentata dal Consigliere Campo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione veniamo a chiedere un'opinione su una situazione che ci pare di contraddizione rispetto alle soluzioni applicate nella riforma ospedaliera, nel senso che, analizzando tutte le varie strutture, ci siamo accorti che nell'area Piemonte sud-ovest verranno assegnate le seguenti strutture complesse di laboratorio analisi: una per l'ASL-CN2 per 170.520 residenti, zero per l'ASL-CN1 per circa 421.000 residenti e una per l'ASO-Santa Croce e Carle.
Questo fatto è il contrario di quello che succede nell'area sud-est dove per maggiore efficienza la riorganizzazione prevede che gli esami specialistici siano inviati all'hub ASO santi Antonio e Biagio, mentre si individua il laboratorio hub ad alta automazione presso l'ASL, in ragione della modernità della struttura del Cardinal Massaia.
Nel Cuneese, quindi nell'area dove invece si va ad individuare la struttura ad alta automazione presso la hub Santa Croce e Carle, la situazione è analoga, nel senso che per fare una cosa del genere bisogna fare dei lavori, che peraltro sono già stati messi a bando ad aprile mentre l'ASL avrebbe le strutture già pronte sia a Savigliano sia a Mondovì. In particolare, Savigliano sarebbe una localizzazione più baricentrica rispetto all'intera provincia.
Di conseguenza, ci chiediamo quale sia il motivo e se non alla luce dei nuovi atti aziendali che si stanno presentando, anzi di cui probabilmente l'Assessore e il Direttore Moirano sono già a conoscenza - che ci sarebbe piaciuto discutere se si fosse potuto fare un Consiglio un po' prima e non in scadenza di approvazione. Ci piacerebbe capire se queste valutazioni e queste decisioni sono state riviste proprio alla luce di una maggiore efficienza nell'attivazione di queste strutture (infatti all'ASL sarebbe di pronta attuazione) e alla luce dei risparmi economici, in quanto non sarebbero necessari lavori di adattamento. Non solo: anche dal punto di vista organizzativo, mentre le strutture dell'ASL sono già informaticamente e telematicamente integrate sia a livello di ASL sia di distretti con l'ASO, non vi è reciprocità, nel senso che l'ASO è collegata all'ASL, ma non con le sedi distrettuali. Quindi, anche da quel punto di vista ci saranno lavori da fare.
Ci chiediamo quindi se si intenda cambiare orientamento su questo tipo di scelte e in quale modo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

I colleghi sanno che questo tema dell'accorpamento dei laboratori è un tema di grande delicatezza, che sta determinando una grande tensione perché, per forza di cose, quando si parla di accorpamenti vuol dire riduzione anche di strutture complesse. Trovo anche legittimo che emergono delle letture diversificate dei problemi in base a chi propone la lettura.
In ogni caso, indipendentemente dalle esigenze che possono essere evidenziate magari da parte di qualche medico responsabile di struttura complessa, resta il fatto che noi abbiamo un obiettivo e credo che dobbiamo occuparci di questo, come fa il collega Campo, che è quello di concentrare le attività in poche sedi. Questo è fondamentale.
Personalmente non sono in grado di fare quello che il collega ha dimostrato di saper fare, cioè valutare quale sia la più utile e la più adatta e dove collocarla. Come Assessore, avendo qualche informazione, non sono in grado di poterlo fare.
Noi abbiamo nominato dei Direttori, che hanno questo compito, perch hanno le competenze per poterlo fare. La legge assegna loro alcuni compiti ma quello che noi abbiamo stabilito è che l'ASO-Santa Croce e Carle (l'abbiamo fatto nel mese di marzo) è il riferimento come sede per gli esami specialistici dell'ASL-Cuneo 1, Cuneo 2 e Asti.
In più, c'è un elemento che, secondo me, può garantirci da tentazioni e pressioni che possono esserci a livello locale e che, come i colleghi sanno, avendo definito gli obiettivi dei Direttori, abbiamo dato anche un'indicazione precisa, ovvero che le scelte negli atti aziendali non saranno soltanto scelte delle singole aziende, ma dovranno essere delle scelte coordinate con tutti gli altri Direttori generali sui temi sui quali è necessario il coordinamento.
Quindi, suppongo, conoscendo i Direttori dei quali abbiamo fiducia, che saranno in grado di valutare e avranno valutato tutte le questioni che prima sono state indicate: i supporti tecnico-logistici, le sedi vuote, gli appalti in corso. Immagino che negli atti aziendali si terrà conto di questo.
E' chiaro che vedremo questi atti aziendali quanto prima, manca ancora qualche giorno, ma ho fiducia che i Direttori avranno saputo valutare attentamente le questioni anche di carattere organizzativo e soprattutto l'obiettivo che è quello di una razionalizzazione di questi servizi sanitari.


Argomento: Personale socio - assistenziale

Interrogazione a risposta immediata n. 634 presentata dal Consigliere Ravetti, inerente a "Integrazione della delibera n. 427397 del 2014 contenente la disciplina in deroga in materia di tirocini a favore delle persone disabili, svantaggiate e particolarmente svantaggiate, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 634 presentata dal Consigliere Ravetti, che dà per illustrata l'interrogazione.
La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

In merito all'interrogazione, credo sia utile fare una premessa.
La DGR citata nell'interrogazione ha, di fatto, anticipato le linee guide nazionali emanate il 22 gennaio di quest'anno, che hanno introdotto alcune tipologie di tirocini finalizzati all'inclusione sociale, in deroga rispetto a quanto era stato recepito dalla deliberazione precedente.
Siamo consapevoli - e abbiamo fatto alcuni incontri con i consorzi socio-assistenziali - che questa deliberazione non risolve tutti gli aspetti legati ai tirocini oppure alle esperienze per chi ha una ridotta capacità lavorativa. Gli strumenti che abbiamo a disposizione non sono in grado di coprire tutte le specificità delle attività che sono messe in atto dai consorzi.
Infatti, con il coordinamento dei consorzi è stato attivato un tavolo che sta lavorando su un progetto specifico di attivazione sociale chiamato PASS, che vede il coinvolgimento non solo della Direzione Lavoro, ma della Direzione Politiche Sociali e che prevedrà la possibilità di attivare tirocini per progetti per le persone che hanno una ridottissima capacità lavorativa, il cui spazio di intervento è al confine tra quello che è l'inserimento lavorativo e il progetto di utilità sociale.
Prevediamo di riuscire ad integrare la deliberazione attuale e quindi a concludere il percorso entro la fine del mese di ottobre, perché essendo un'esperienza che è a cavallo tra il progetto sociale e il progetto lavorativo, ha la necessità di avere l'avallo dell'Ispettorato del Lavoro.
Diversamente, corriamo il rischio di mettere in difficoltà le aziende o i soggetti pubblici o privati che danno la disponibilità ad accogliere persone per le quali è attivato un progetto di utilità sociale.
Immaginiamo di concludere il percorso entro il mese di ottobre e quindi di integrare la deliberazione, che, come ho ricordato, ha già introdotto un ulteriore passaggio rispetto alla deliberazione iniziale, con la quale era stata avviata la possibilità di attivare tirocini lavorativi per i soggetti con disabilità e con le caratteristiche che sono citate all'interno della deliberazione.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione a risposta immediata n. 635 presentata del Consigliere Sozzani, inerente a "Attività di tintolavanderia. Proroga del termine per la designazione del responsabile tecnico"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 635, presentata dal Consigliere Sozzani, che ha la parola per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione riguarda parecchi artigiani in Piemonte, tutti i titolari delle tintolavanderie. La legge n. 8 del 2013 prevede l'inserimento in ambito di queste microstrutture - di fatto, vanno individuate in questo senso - di un responsabile tecnico. Responsabile tecnico che deve avere una serie di requisiti piuttosto articolati. Oltre alla qualifica professionale, un numero di anni di esperienza fatti o con apprendistato oppure attraverso la titolarità del negozio. Al di là di questi aspetti, vi è anche la necessità di un corso di 450 ore che il responsabile tecnico deve fare.
Essendo queste, come dicevo prima, quasi tutte delle microaziende composte dal solo titolare dell'attività, crea una serie di problemi. Una serie di problemi di duplice natura. Primo la realizzazione dei corsi nell'ambito del territorio piemontese che devono essere svolti in tempi relativamente brevi (entro il 30 settembre 2015). Quindi o vi è questa figura inserita all'interno di queste strutture artigiane, oppure è prevista, per legge, la chiusura dell'attività stessa.
Questi corsi sono piuttosto lunghi, quindi dovevano essere fatti in orari particolari - non tutti i giorni, altrimenti si prevede la chiusura stessa del negozio - si chiede di intervenire tempestivamente per rendere concretamente realizzabile e fruibile il corso di formazione tramite la diluizione dell'impatto economico e temporale delle 450 ore, che non devono essere consecutive.
In sostanza, si chiede una duplice attività, una possibilità di regolamentazione del corso, ma anche una proroga nei termini di nomina del responsabile tecnico, per evitare la chiusura di tantissimi negozi che si troverebbero tutti con lo stesso problema.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Con la legge regionale 8/2013 (articoli 34 e 39) è disciplinato nella Regione Piemonte l'esercizio dell'attività di tintolavanderia in attuazione di quanto previsto dalla legge n. 84/2006; in particolare, sono stati definiti i criteri generali per le iniziative di formazione professionale e dettate le disposizioni per l'esercizio delle funzioni amministrative degli enti locali.
È previsto che l'esercizio dell'attività sia soggetto a SCIA da presentare alla SUAP competente per territorio e che, per ogni sede dell'impresa dove è esercitata l'attività,sia designato un responsabile tecnico in possesso dell'idoneità professionale, che deve presenziare durante lo svolgimento dell'attività.
È prevista una disposizione transitoria, in base alla quale le imprese che già esercitano attività di tintolavanderia, in sede di prima applicazione della legge, devono designare il responsabile tecnico entro 30 giorni, quindi il 30 settembre 2015, pena il divieto di proseguire l'esercizio dell'attività.
È stato individuato il termine 30 settembre 2015 per consentire in ogni caso alle imprese in esercizio alla data di entrata in vigore della legge regionale 8/2013, di conseguire il requisito di cui alla lettera d) dell'articolo 2, comma 2, della legge n. 84 del 2006 e, nel frattempo, dare possibilità alle agenzie formative di organizzare i corsi di qualificazione tecnico-professionale della durata di almeno 450 ore, secondo i criteri individuati nelle linee guida della formazione regionale.
Su questo aspetto, preciso che questa formazione nel nostro sistema sta oggi nei corsi a libero mercato (corsi riconosciuti articolo 14 della LR 63) e questa diluizione è già nelle possibilità esistenti: gli utenti potrebbero concordare con l'agenzia formativa pagamenti a rate, frequenza su un corso con un calendario con orario serale diluito nel tempo, ecc. La Regione, però, non può imporre queste condizioni alle agenzie, le quali del resto, hanno già tutto l'interesse a venire incontro alle esigenze degli utenti.
Da un punto di vista tecnico, non sussistono le condizioni necessarie per prorogare invia amministrativa di cui all'articolo 39, comma 4.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 637 presentata del Consigliere Graglia, inerente a "Perfezionamento del decreto interministeriale di autorizzazione alle Regione alla stipula dei mutui per interventi di edilizia scolastica"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 637, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione deriva dal fatto di fare il punto della situazione del bando di edilizia scolastica. Mi faccio portavoce della preoccupazione di diverse amministrazioni che mi hanno sollecitato in questa direzione.
Accertato il fatto che sono 65 milioni scarsi la quota assegnata al Piemonte, scorrendo nella graduatoria, mi pare di ricordare che siano 118 i Comuni interessati, c'è il grosso ostacolo che i Comuni devono aggiudicare i lavori entro il 31 ottobre, quindi una data molto vicina.
Mi pare di capire che il decreto che permette alle Regioni di istituire i mutui, sia stato firmato solo da un Ministro su tre. Questo corrisponde ad un grave ostacolo, impedendo ai Comuni di procedere, rischiando così di perdere in contributo. Ci chiedevamo se il Presidente, il Governatore del Piemonte, in quanto Presidente della Conferenza dei servizi, potesse sbloccare la situazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Intanto, come coordinamento delle Regioni, alla Conferenza delle Regioni è stato chiesto - e sicuramente il nostro Presidente si farà carico di quanto le Regioni hanno espresso all'interno del coordinamento - di chiedere al Ministero la proroga della data entro la quale devono iniziare i lavori.
E' evidente che, in questo momento, i Comuni fanno molta fatica a stipulare contratti, quindi è difficile che possano dichiarare l'inizio lavori entro il 30 ottobre; pertanto abbiamo richiesto una proroga e sicuramente il Presidente si farà carico di tale richiesta di tutte le Regioni.
In particolare, occorre evidenziare che, è vero, manca la firma di due Ministri sul provvedimento che permette di avviare i mutui e, nello specifico, ci sono due questioni che hanno ulteriormente bloccato la vicenda. Provo a leggere alcuni passaggi.
La nota che è stata inviata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, "Struttura e dimissioni per coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione di edilizia scolastica" ha posto un quesito giuridico all'Autorità Nazionale Anticorruzione sulla possibilità di autorizzare, in via eccezionale, nell'attesa della firma del decreto e tenuto conto della certezza dell'esito dei procedimenti in corso per l'assegnazione dei finanziamenti, lo svolgimento di gare d'appalto ai lavori pubblici la cui aggiudicazione definitiva sia condizionata al perfezionarsi dei procedimenti in essere, volti all'assegnazione del finanziamento regionale.
L'ANAC ha risposto dicendo che si ritiene che, ai fini dell'indizione delle gare d'appalto da parte degli Enti locali per gli interventi previsti, di ripartizione delle risorse, sia necessario e sufficiente attendere l'adozione del decreto interministeriale, quindi occorre necessariamente spostare in avanti la data di avvio dei lavori. Su questi passaggi, stiamo attendendo che il Ministero si esprima, quindi possa risolvere la questione: o il decreto viene firmato in tempo utile oppure si sposta il termine di inizio lavori.
Il parere dell'ANAC lascia aperti molti dubbi sull'inizio e sull'avvio delle gare per l'assegnazione dei lavori e, quindi, sulla stipula dei contratti.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.52 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 16.01)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caputo, Ferraris e Ferrentino.


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Esame ordine del giorno n. 463 presentato dai Consiglieri Giaccone Allemano, Baricco, Boeti, Conticelli, Ferrentino, Ottria e Valle, inerente a "Accoglienza dei profughi in Piemonte"; ordine del giorno n. 467 presentato dai Consiglieri Marrone, Gancia, Pichetto Fratin e Vignale inerente a "Costituzione Commissione speciale di inchiesta su 'Gestione dell'accoglienza dei richiedenti asilo', ai sensi dell'art. 31 del vigente Statuto regionale, nonché dell'art. 43 del Regolamento consiliare'"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 463 e dell'ordine del giorno n. 467, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Il mio intervento sul tema dell'immigrazione è sicuramente arricchito dall'incontro che abbiamo avuto - maggioranza ed opposizione - con il Sindaco di Villar Pellice, che ha chiesto con forza un intervento anche della Regione Piemonte in merito al problema dell'insediamento di 60 profughi in una struttura all'interno del territorio del suo Comune.
Ricordiamo che si tratta di un Comune alpino di poco più di mille abitanti quindi siamo veramente ad un rapporto tra persone arrivate e popolazione molto squilibrato.
Cosa ci insegna questa storia? Innanzitutto che manca un processo di coinvolgimento delle amministrazioni a tutti i livelli, dai più alti ai più bassi, ed è come se la rilevanza politica che il Governo italiano non riesce ad avere nel consesso internazionale si ribaltasse e rincarasse la dose verso gli Enti più piccoli, ignorando del tutto il ruolo di responsabilità territoriale verso i cittadini ed il problema sociale dell'integrazione di queste persone.
L'insediamento di nuove persone arriva dalla Prefettura senza preavvisi sufficienti, senza concertazione e, soprattutto, senza predisporre quelle strutture e quei servizi che già mancano per i cittadini residenti (parliamo di strutture sanitarie e di trasporto). Sostanzialmente andiamo a collocare persone in luoghi senza copertura di servizi: non ci sono autobus e treni per i cittadini in Villar Pellice perché, come sappiamo, sono stati tolti. Figuriamoci se vogliamo integrare queste persone e farle andare a lavorare: non ci sono posti di lavoro, neanche nel volontariato, per tutti questi ragazzi.
Secondo noi, quindi, sono giuste le preoccupazioni del Primo Cittadino.
A questo punto cosa succede? Intanto, diamo per scontato che l'accoglimento dei profughi sia un qualcosa sancito da leggi internazionali (e non si mette neppure in discussione), tuttavia serve un processo decisionale che coinvolga tutti dal Primo Cittadino fino all'ultimo, relativamente a queste assegnazioni.
La Regione ha il suo ruolo politico in tutto ciò e deve farsi garante dei Comuni affinché le persone vengano distribuite in modo equo.
Non si possono imporre scelte di questo tipo: un Comune non ha il dovere di ricevere persone, però l'accoglienza va inserita in un contesto concertativo dove non stiamo a farci la guerra a vicenda. E' ovvio che quando le persone sono qui da qualche parte si devono mettere; quindi prima di tutto occorrerà lavorare sul fenomeno di prevenzione, e anche come enti locali dare una certa impressione di resistenza al fenomeno, nel senso che bisogna anche farsi sentire dalla parte degli ultimi cittadini, che sono giustamente spaventati da un fenomeno che ha proporzioni bibliche.
Occorre, quindi, anche farsi carico di spiegare ai cittadini da cosa questi fenomeni hanno origine: ci sono anche le responsabilità nazionali e internazionali, perché l'immigrazione e i grandi flussi migratori sono provocati dalle guerre, che sono alimentate da scelte politiche sbagliate in cui i nostri Governi - passati e presenti - non sono del tutto immuni da responsabilità, perché non si sta facendo nulla per cercare di controllare il fenomeno sul posto.
Noi abbiamo chiesto - e lo chiediamo anche in sede parlamentare - la creazione di corridoi umanitari per verificare sul posto, nei luoghi di guerra, le persone che vogliono chiedere asilo e accettarle, perché è più facile riuscire a controllare il fenomeno in quelle sedi, non quando centinaia di migliaia di vittime hanno già attraversato i mari. Il fenomeno controllato all'origine è molto più gestibile e i numeri sono ben diversi.
Con tutto rispetto per le persone che cercano una condizione migliore di vita, la priorità deve andare ovviamente ai luoghi di guerra. Questo è un dovere. Tutto il resto non è un dovere, per cui la concertazione con le popolazioni locali è fondamentale e il fenomeno va spiegato dalla "A" alla "Z". Non va imposto, altrimenti avremo un rifiuto totale su tutta la linea.
Questo fenomeno è già iniziato adesso: figuriamoci nei prossimi anni in cui i processi migratori sono forse destinati ad aumentare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ovviamente il dibattito è stato interessante, se non in alcuni tratti surreale, da parte di alcuni Consiglieri di opposizione, che forse si sono dimenticati che nel decennio passato qualche responsabilità di Governo l'hanno avuta.
M rivolgo alla Consigliera Gancia, che si ricorderà che Maroni è stato il Ministro che ha trattato l'ultima grande crisi ed anche la gestione dei fondi dell'emergenza Nord Africa; oppure si ricorderà di sicuro il Consigliere Marrone che la scorsa legislatura aveva qui dentro un Assessore alla Protezione Civile (certo, non si saranno simpatici, ma non si dimenticherà che è dello stesso partito); così come.
GANCIA Gianna (fuori microfono) Noi siamo bestie, e le bestie non hanno memoria.



GRIMALDI Marco

Guardi, io non le ho dato della bestia, lo sta facendo lei interrompendomi, dopodiché.



PRESIDENTE

Lasciamo parlare il Consigliere Grimaldi, Consigliera Gancia.



GRIMALDI Marco

Le sto solo ricordando che quando lei diceva "ci sono grandi responsabilità politiche", sì, ne avete tantissime, e sullo spreco dei soldi vorrei ricordarvi che ci sono fior fior di inchieste che parlano di alcune cooperative e di alcune aziende create esattamente il giorno stesso in cui sono usciti i fondi allora dell'emergenza Nord Africa, ma guardate che noi non abbiamo dubbi che ci siano stati anche fenomeni corruttivi e fenomeni degenerativi dietro questo, ma vi dico di più - e lo dico al Consigliere Vignale, che è il terzo che cito.
E' certo che ci sono organizzazioni criminali, così come sappiamo che ci sono, ad ogni viaggio, 1.500/2.500 euro (3.000 dollari) per un viaggio che parte dalla Turchia o dalla Libia.
A chi vanno questi 400 milioni di euro? Tutto questo ammasso va alle organizzazioni criminali; però tutto questo.



(Commenti del Consigliere Vignale)



GRIMALDI Marco

Ha ragione, Vignale. Certo, c'è qualcuno che specula lì dentro e spesso ci sono anche organizzazioni criminali, ma guardate che l'unica alternativa, come diceva prima il Consigliere Valetti, sono proprio quei corridoi umanitari di cui nessuno vuole parlare, anche quelli dei corridoi di pace, anche quelli che vanno dalla Siria fino all'Europa; quelli che per esempio, potrebbero servire alla Turchia e soprattutto alla popolazione di Kobane ad uscire da quel territorio di guerra, ma soprattutto a far sì che gli aiuti umanitari arrivino lì, fino a Kobane. E' troppo facile infatti, scandalizzarsi e avere un po' di pietismo per un bambino che viene proprio da lì, una volta morto; poi, dopo una settimana e anche dopo la grande apertura della Germania, cosa succede? Succede che i Governi ritornano a fare il loro mestiere, ritornano a parlare di quote e di Schengen; e dei corridoi umanitari non parla più nessuno.
Per fortuna anche il Corriere della Sera ha cambiato posizione e finalmente inizia a chiedersi se in un momento di guerra non sarebbe utile smettere di parlare di questi esodi come di viaggi della speranza e iniziare a parlare di fuga, come diceva il Consigliere Ravetti.
Per questo - lo dico così - se vogliamo mischiare a questo il tema della criminalità e dell'illegalità, allora facciamolo strutturalmente e facciamolo in un territorio che ha visto la "rosarnizzazione" di un pezzo di economia. Lo dico solo perché non è che fa comodo parlare della ghetto economy solo quando c'è qualche inchiesta sul caporalato. Vorrei ricordarvi che in questa regione, dei 70.000 immigrati che lavorano nelle nostre campagne e nella nostra agricoltura, almeno 15-20.000 sono irregolari. E possiamo dirci che alcuni Sindaci - caso strano di centrodestra, ma di questo mi scuserete - pensano sia normale che quelle popolazioni vivano in quelle baraccopoli? Che vivano, magari, senza una doccia o senza quei bagni? E - scusate - in questo contesto non c'è un pezzo di economia legale italiana, che continua a speculare, chiamando questo fenomeno emergenza umanitaria, quando in realtà stiamo parlando semplicemente di un sistema che fa comodo replicare all'infinito? Quelle persone, infatti, vengono mal pagate, vengono pagate magari cinque o dieci euro al giorno, quando ne dovrebbero ricevere 35-40; e magari fanno anche pagare loro i trasporti e forse dicono loro che è giusto pagare il caporale, perché si sta pagando il lavoro: è questo che sta succedendo in alcune campagne piemontesi! Guardate allora che se vogliamo parlare di illegalità, l'illegalità è strutturale in questo Paese. Ma non è che si inventa per le crisi umanitarie: la mafia c'è e le organizzazioni criminali ci sono in questa Italia e ci sono in questa Europa e semplicemente, se noi non daremo delle risposte, queste si sostituiranno agli Stati, sia nei viaggi che nell'arrivo dei migranti.
Ovviamente, quindi, noi sosterremo la proposta del Consigliere Giaccone e credo che la Regione per la prima volta in questi anni abbia almeno provato ad avere un ruolo di governo di questa crisi e abbia cercato di interloquire con tutti gli Enti locali; certo, si può sempre far meglio. Ma la cosa secondo me importante è anche il secondo passaggio contenuto nella mozione del Consigliere Giaccone, quello che invita anche le comunità locali, e soprattutto i cittadini, a provare anch'essi a prendersi una parte di questa responsabilità.
E' chiaro che devono essere gli Enti locali ad aiutare questi progetti.
Il Comune di Torino ci sta provando, cercando di mettere in relazione le famiglie e alcuni cittadini che probabilmente potranno aiutare in queste emergenze con alcuni profughi. E' chiaro che non è facile ed è chiaro che è possibile fare questo tipo di lavoro su procedure già avviate, dove i controlli dello status di profugo siano già stati effettuati. Credo per che la Regione Piemonte, per la prima volta in questi anni, possa non solo far vedere l'inversione di tendenza, ma possa anche immaginare un modello alternativo per le Regioni italiane in tema di accoglienza.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altri Consiglieri iscritti a parlare, la parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessore all'immigrazione

Grazie, Presidente.
Ringrazio i Consiglieri, che con la presentazione di questi atti ci hanno permesso di affrontare una questione importante che è diventata in questi giorni, ormai da settimane, "la questione" su cui sicuramente si sta ragionando a tutti i livelli.
E' chiaro che alcuni degli interventi che ho potuto ascoltare hanno affrontato il tema anche al di là delle competenze regionali, com'è giusto che sia. A questo proposito io credo - e riporto delle parole del Presidente Chiamparino - che questo sia un tema sul quale si gioca il futuro politico dell'Europa. Io ne sono fermamente convinta e penso che su questo tema potremo capire se l'Europa ha un futuro non solo economico, ma anche politico.
Detto questo e avendo sicuramente un senso del limite rispetto alle azioni che possiamo mettere in campo come Regione - al di là del vento che in questi giorni è cambiato, seppur poi, comunque, con elementi che sembrano essere sempre di stop and go, perché abbiamo visto ieri che la riunione di ieri dei Ministri dell'Interno degli Stati europei non è proprio andata come avremmo voluto - certo rilevo che ci sono una sensibilità e un contesto generale che si sono modificati.
Mi preme però sottolineare che come Regione da subito indipendentemente da questo contesto, abbiamo sempre detto - e anche qui cito di nuovo il Presidente Chiamparino - che noi avremmo fatto la nostra parte, senza tentennamenti, e che quindi avremmo applicato l'accordo Stato Regioni del luglio 2014, cercando appunto di venire incontro e fare la nostra parte nella distribuzione della presenza dei richiedenti asilo su tutte le Regioni, proporzionalmente rispetto alla percentuale della popolazione; a dire il vero, proporzionalmente rispetto alla percentuale delle singole Regioni nell'accesso al Fondo sulle politiche sociali.
Noi siamo stati subito, quindi, una Regione che al Nord ha deciso di accogliere. Dopodiché, però, noi vediamo che in realtà tutte le Regioni indipendentemente dalle posizioni politiche, stanno facendo la propria parte. Noi al momento siamo ad una presenza del 7% rispetto ai richiedenti asilo, ma analogamente il Veneto è al 7% e la Lombardia è al 15%. Quindi al di là delle posizioni, in realtà quello che io chiamo il dovere dell'accoglienza sta portando ad avere una distribuzione uniforme.
Come Regione siamo intervenuti da subito, appena insediati, nel concordare con la Prefettura di Torino - che è la Prefettura che fa da capofila al tavolo regionale - sul fatto che si ragionasse anche su un riequilibrio tra Torino e la sua provincia e le altre Province, destinando i richiedenti asilo per il 60% alle altre Province e per il 40% a Torino e la sua provincia.
Certo, come dice il Consigliere Vignale, noi siamo attenti ai numeri nel senso che abbiamo monitorato mano a mano le presenze e ai primi di settembre possiamo dire che quelle sul nostro territorio sono state quantificate come pari a 6.873, conteggiando qui tutte le presenze comprese quelle SPRAR, che sono quelle che vengono gestite dai Comuni a differenza di quelle che rimandano ad un'accoglienza più di carattere strutturale, su cui poi tornerò. E abbiamo poi l'ultima circolare del Ministero dell'Interno, sempre dei primi di settembre, che destina al nostro territorio 1.781 nuovi arrivi.
Ho parlato proprio del sistema SPRAR - che è l'acronimo per sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati - perché abbiamo avuto l'ambizione che qui è stata riportata da più interventi - di mettere in campo, con la delibera dei primi di agosto, un piano regionale per l'accoglienza dei flussi non programmati, proprio in un'ottica di trasformare l'attività che la nostra Regione porta avanti su tutti i livelli da emergenziale a strutturale. Questa, infatti, è la strada perché effettivamente non si abbiano poi i problemi che in parte abbiamo rilevato e che in parte continueranno ad esserci, perché è logico che il nostro Paese (e anche la nostra Regione) al momento non è pronto in modo compiuto all'accoglienza.
Quindi, da questo punto di vista, l'obiettivo è che quelle strutture cosiddette CAS (centri di accoglienza straordinaria), che le Prefetture stanno gestendo (stanno facendo i bandi su tutto il territorio), vengano gradualmente trasformate tutte in sistema SPRAR, cioè in sistema che i Comuni gestiscono direttamente.
Al di là di quelle che possono essere problematiche così come le abbiamo affrontate prima con la Sindaca di Villar Pellice e rispetto all'incontro cui faceva riferimento il Consigliere Valetti, certo sono problematiche non da poco e che non sottovalutiamo. Riteniamo molto importante che i Comuni che decidono di accogliere siano anche sostenuti rispetto ad esigenze, interventi di carattere economico e interventi premiali.
Ci sarà un nuovo bando SPRAR per 10.000 nuovi posti su tutto il nostro Paese favorendo quei Comuni dove non c'è ancora un progetto SPRAR. Da questo punto di vista - ci si chiedeva qual è il ruolo della Regione - la nostra logica è di accompagnare i Comuni nel trasformare l'accoglienza (che adesso è gestita direttamente dalle Prefetture) in accoglienza SPRAR, in modo che divenga strutturale, quindi che i Comuni possano percepire delle opportunità per loro stessi.
In questo piano, così come si ricordava, noi abbiamo inserito diversi elementi, che sono stati ricordati dal Consigliere Appiano, e io li riprendo. A livello regionale pensiamo di avere almeno due centri di prima accoglienza, i cosiddetti hub: Settimo ha funzionato in questa direzione e speriamo che a breve possa partire il sito a Castello di Annone. Poi abbiamo anche provveduto ad una ricognizione delle nostre strutture e abbiamo messo a disposizione della Prefettura di Torino l'ex hotel Crumiere a Villar Pellice.
Sicuramente, le problematiche legate al rapporto tra popolazione e persone ospitate possono essere un pochino più importanti rispetto ai centri più grandi; allora, pensiamo proprio di agire, per esempio attraverso nuovi interventi sulle corse dei bus, che favoriranno non solo le persone ospitate ma anche gli abitanti del paese e della valle. Questo è un semplice esempio per dire che la progettualità che vogliamo mettere in campo deve dare anche nuove opportunità agli stessi abitanti, perché le considerazioni rispetto a nuovi posti di lavoro e a nuovi servizi che andrebbero alle persone ospitate, in realtà, sono affermazioni che in qualche modo noi dovremmo essere in grado di sostenere e anche di ribaltare, proprio perché non solo ci sono persone che hanno posti di lavoro nell'accoglienza, ma pensiamo che anche nell'offerta di nuovi servizi possano esserci opportunità per gli stessi abitanti dei Comuni che ospitano.
In questo nostro piano abbiamo altri punti, quali il sostegno ai protocolli d'intesa per le attività di volontariato, che si stanno portando avanti in molti Comuni con esempi molto positivi (che credo gli stessi Consiglieri abbiano avuto modo di conoscere in quanto riportati dalla stampa locale), e sono veramente tanti; ci sono anche situazioni dove la prima diffidenza si è trasformata in un'accoglienza positiva proprio perch questi ragazzi sono stati coinvolti in progetti di pubblica utilità. Poi superati i primi sei mesi, possono essere inseriti in progetti di lavoro in tirocini. Proprio per questo, stiamo elaborando un vademecum che consegneremo a tutti gli Amministratori proprio per far comprendere quali sono le caratteristiche dell'ospitalità e dell'accoglienza sia in relazione al lavoro e sia in relazione a quelli che, per esempio, sono i temi sanitari.
Un altro punto importante del nostro piano è il tema della formazione non tanto la formazione di coloro che arrivano, per i quali sono sicuramente previsti, almeno inizialmente, i corsi di italiano e, poi, dei percorsi per inserimenti lavorativi, ma la formazione degli operatori che fanno accoglienza, perché ci devono essere anche qui dei criteri uniformi nell'accoglienza che andiamo a prevedere.
Un'ultima questione che suscita particolare attenzione - non è l'unico obiettivo, ma uno degli obiettivi, e se la nostra regione si chiama Piemonte forse una ragione ci sarà - riguarda il ripopolamento delle aree montane anche con il coinvolgimento di persone che arrivano nella nostra regione e che possono magari intraprendere percorsi, quali tirocini o percorsi imprenditoriali. Da questo punto di vista, è chiaro che il lavoro che il mio Assessorato può portare avanti è da condividere - qui vengo anche già all'atto di indirizzo - con gli altri colleghi per quanto riguarda la competenza sulla montagna, così come la competenza sull'agricoltura, per esempio nel riutilizzo di aree agricole.
La progettualità è molto ampia, avremo modo di utilizzare ulteriori fondi europei. Esiste un fondo europeo denominato FAMI (Fondo asilo migrazione e integrazione) che, da questo punto di vista, potremo impiegare proprio per definire delle progettualità legate soprattutto ad inserimenti lavorativi, nonché a progettualità sui rimpatri, che è un'altra delle questioni presenti. Su questo è chiaro che il nostro monitoraggio è stretto rispetto ad una questione che non è stata toccata da nessun Consigliere che però ritengo molto importante, quale il monitoraggio dei tempi di attesa delle commissioni per i richiedenti asilo. Sappiamo che sono tempi molto lunghi e che il 50%, a seconda della nazionalità, alla fine dell'iter non ottiene lo status di rifugiato e neanche la protezione umanitaria quindi, da questo punto di vista, occorre pensare anche a progetti legati al rimpatrio.
Il sostegno all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Giaccone va nella logica di mobilitare le competenze interne ai vari Assessorati, in particolare alcuni, come ho appena detto, con sicuramente un'intensificazione, così come rispetto a quanto ripreso dal Consigliere Grimaldi. Cioè, dobbiamo essere sempre di più anche noi parte attiva nel coinvolgimento anche dei singoli, che in questo momento, lo abbiamo visto si stanno mobilitando, in una logica che può essere quella del rifugio diffuso. Ci sono esperienze positive a Torino, ma anche, per esempio, ad Asti, dove sono state coinvolte delle famiglie di migranti. Pertanto, da questo punto di vista si può continuare un lavoro proficuo.
Avremo modo di riaggiornarci man mano rispetto anche alla progettualità del fondo europeo FAMI e credo che ci siano le condizioni per fare un lavoro che da emergenziale divenga strutturale, proprio perché questo fenomeno può essere strumentalizzato o, con responsabilità, governato.
Noi abbiamo scelto questa seconda strada anche sposando quello che crediamo essere un dovere per la nostra Regione, che è quello dell'accoglienza.



PRESIDENTE

Il Consigliere Giaccone intende apportare una modifica all'ordine del giorno.
Consigliere, vuole venire presso la Presidenza?



(Il Consigliere Giaccone si reca presso il banco della Presidenza)



PRESIDENTE

L'ordine del giorno presentato dal Consigliere Giaccone viene così modificato al primo paragrafo: "Ritenuto che sia compito delle istituzioni nel loro complesso, approfondire politiche di rimozione delle cause di tale esodo e fornire risposte tempestive e soluzioni concrete, oltre che necessarie rassicurazioni", e continua nel testo originario.
Al terzo paragrafo: "L'Assessore competente ha intrapreso azioni finalizzate all'accoglienza ai rifugiati, mobilitando le potenzialità espresse dal territorio e le realtà che lo compongono (DGR 5/08/2015 n. 3 2013)".
Nel dispositivo - "Impegna la Giunta" - la prima parte viene soppressa.
Il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 463, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 467, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Pesca

Esame proposta di deliberazione n. 78, inerente a "Legge regionale 29 dicembre 2006, n. 37, art. 10. Piano regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l'esercizio della pesca. Stralcio relativo alla componente ittica" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 78, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Su questa proposta di deliberazione pendono 80 emendamenti, presentati dal Consigliere Vignale.
Mi pare ci sia stato un colloquio tra l'Assessore e il Consigliere stesso, rispetto all'ipotesi di trovare - se non oggi, in un altro momento una soluzione, con la possibilità di ritiro degli emendamenti da parte del Consigliere Vignale.
Invito, pertanto, i Capigruppo ad una riunione in Sala A, per cercare di capire se ci sono le condizioni per uscire da questa situazione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.36, riprende alle ore 17.02)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore alla caccia e pesca

Grazie, Presidente.
In seguito all'incontro che abbiamo avuto in sede di Capigruppo chiederei, se è possibile, di rinviare al prossimo Consiglio l'approvazione del Piano ittico regionale. Nel frattempo, ci siamo dati l'opportunità di incontrarci per una seduta di approfondimento anche con l'ascolto dei rappresentanti delle associazioni dei pescatori.
Mi pare sia una soluzione condivisa, piacendo al Presidente del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Va bene.
La seduta può continuare. Procediamo con l'esame degli ordini del giorno, non essendoci altri disegni di legge da discutere.


Argomento: Condizione femminile - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 378 presentato dai Consiglieri Baricco Accossato, Appiano, Boeti, Caputo, Conticelli, Ferrentino Ottria e Ravetti inerente a "Rispetto della segretezza del parto"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 378, avente ad oggetto "Rispetto della segretezza del parto", presentato dai Consiglieri Baricco Accossato, Appiano, Boeti, Caputo, Conticelli, Ferrentino Ottria e Ravetti di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Baricco per l'illustrazione.



BARICCO Enrica

Grazie, Presidente.
Parliamo di segretezza del parto. Il diritto per le gestanti di partorire in segretezza è tutelato da un Decreto del Presidente della Repubblica del 3 novembre 2000, oltre che dalla legge n. 54 del 1983.
Questo diritto consiste nella possibilità per la donna partoriente che ritenga di non essere in grado di fornire al suo nato le indispensabili cure educative e formative di partorire senza essere nominata nell'atto di nascita.
Ricordiamo che dal 1953 ad oggi ci sono stati 90 mila bambini non riconosciuti e che ogni anno nascono 400 bambini non riconosciuti, che il parto è assicurato gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale con tutte le garanzie fornite a donne e ai loro nati e che, in base alle leggi vigenti, l'identità delle donne che non hanno riconosciuto i loro nati pu essere divulgata solamente dopo cento anni dal parto; inoltre, in base alle leggi vigenti, i bambini non riconosciuti vengono segnalati ai tribunali che provvedono alla loro adozione.
Tuttavia, nel 2013 c'è stata una pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale la legge sulla segretezza del parto nella parte in cui non prevede la possibilità per l'adottato di conoscere le proprie origini.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, la Camera dei Deputati ha varato una proposta di modifica della legge del 2000, che prevede la possibilità di ricontattare le madri ancorché non abbiano revocato la loro scelta di restare nell'anonimato. Inoltre, la proposta del Parlamento prevede la possibilità di ricontattare i famigliari anche nel caso in cui la donna sia defunta, calpestando la loro volontà che evidentemente non pu più essere né confermata e neanche smentita. Alcune volte questo è accaduto, provocando enormi problemi, perché di colpo emergono nella vita di una famiglia magari ricostituita secondo una nuova storia.
Con questo ordine del giorno chiediamo che in sede di Conferenza Stato Regioni venga mantenuto l'attuale impianto normativo, in quanto le norme vigenti garantiscono le occorrenti prestazioni sanitarie prima, durante e dopo il parto alle donne che intendano rimanere nell'anonimato.
Chiediamo al Senato, dove dovrà passare la legge, chiamato a votare il disegno di legge già approvato alla Camera, di modificarlo prevedendo l'accesso all'identità solo delle donne che hanno preventivamente e autonomamente deciso di rinunciare all'anonimato. Questo può essere un desiderio che si fa vivo, ma è coscienza e volontà della donna poterlo fare.
Chiedo inoltre di eliminare l'accesso all'identità della donna defunta.
Questo ci pare veramente assai grave, poiché gravemente lesivo della sua immagine e fortemente invasivo sulla scelta della donna, che nel frattempo potrebbe aver costruito un'altra famiglia.
A nostro parere, è necessario mantenere immutato l'attuale impianto legislativo conservando il pieno diritto della madre a mantenere l'oblio il diritto dell'adottato può essere quindi riconosciuto entro certi limiti a volte può succedere, ovvero quando la donna decidesse autonomamente di revocare le propria decisione presa in passato.
Oltre a questo abbiamo specificato l'esigenza di ripristinare l'età per richiedere l'accesso alle informazioni da 18 a 25, poiché reputiamo che a 18 anni la personalità del figlio sia ancora in via di formazione e ricevere un eventuale secondo rifiuto potrebbe risultare psicologicamente devastante.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Baricco.
La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Credo che quest'ordine del giorno ponga una questione che ormai richiederà sempre di più l'intervento del legislatore, non credo quello regionale, ma soprattutto quello nazionale, con massima attenzione e forse, anche di organismi superiori quali l'organismo europeo competente.
Si tratta di un conflitto fra diritti e più volte i legislatori inciampano nella trappola del diritto. È legittimo che esista la determinazione di un soggetto di non riconoscere il proprio figlio. Questo valeva per la paternità, fermo restando che poi il giudice può convocare l'interessato, se esiste una causa di riconoscimento. Per fortuna esiste anche per la madre la possibilità di partorire in assoluta sicurezza, in un ospedale o nelle strutture preposte, per avere la possibilità di lasciare in affido alla collettività il proprio figlio, vedendo poi quali sono i percorsi da fare.
Ritengo che il Giudice della Corte Costituzionale abbia fatto bene a sollevare la questione, perché il diritto di chi nulla ha chiesto ed è arrivato di sapere, com'è sancito dalla legge, la sua origine biologica deve essere in qualche maniera assicurato. Non trovo nessuna lesività rispetto ad una donna che abbia fatto una scelta di non essere identificata e che dopo 25 anni dall'evento possa essere - attenzione - contattata solo ed esclusivamente dal Giudice per chiederle se vuole o meno revocare o vuole oppure no riconoscere il figlio, perché c'è una persona che la vuole incontrare. Il Giudice ha avuto conto di questa cosa, perché altrimenti abbiamo la prevalenza di un diritto rispetto ad un altro diritto.
L'unico elemento di critica che mi sento di apportare è proprio quello di stigmatizzare che non vi possa essere un diritto prevalente. Ho dei dubbi anche per quanto riguarda il limite dell'età. Se in Italia abbiamo la facoltà di guidare l'automobile, di votare e avere tutti i criteri e i crismi per scegliere qualunque cosa, financo di votare, il diritto all'accesso ai dati, se ne abbiamo necessità o voglia, attraverso un Giudice (quindi non in modo diretto), mi sembra che non possa essere negato oppure portato, come prevedeva la legge, a cento anni. Insomma, nasco e dopo cento anni riesco ad avere accesso ai dati? Anche in tal caso, la donna in questione era defunta. Oggi sa che può lasciare il figlio in ospedale e che dopo cento anni qualcuno può andare a recriminare o a chiedere la sua identità.
Il Giudice della Corte Costituzionale ha suggerito di spostare questo limite a 25 anni e solo attraverso la sua mediazione, quindi lasciando ancora la totale libertà e determinazione della madre di poter decidere se accogliere o meno l'istanza di ricevimento. Non mi sembra lesivo prevedere che, dopo 25 anni, questa persona possa essere consultata da un Giudice per chiederle se ha piacere di essere identificata solo perché ha costruito un percorso di vita. Se ha fatto una scelta, credo che l'abbia fatta in totale coscienza e non saranno né i 25, né i 30 o i 100 anni dopo ad inficiare la trasparenza e la legittimità della sua scelta di fronte alla collettività garantita dalla legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 378 - come di seguito modificato - il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine

Esame ordine del giorno n. 449 presentato dal Consigliere Monaco, inerente a "Nomina rappresentante ministeriale Collegio sindacale ASO-SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo - Alessandria"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 449, avente ad oggetto "Nomina rappresentante ministeriale Collegio sindacale ASO SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo - Alessandria", presentato dal Consigliere Monaco di cui al punto 8) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno nasce da lontano.
Nell'ambito del riordino e nel tentativo di risparmiare sui costi della politica, nella nostra Regione abbiamo assunto tempo fa un dispositivo che riduce da cinque a tre il numero dei componenti del Collegio dei revisori dei conti nelle ASL, riducendo di due unità le nomine in capo alla Regione Piemonte.
Ad oggi, i tre revisori sono nominati uno dal Ministero della Salute (è suo diritto e facoltà) nell'ambito di un gruppo di candidati che ne abbiano, evidentemente, presentato istanza; un altro componente deriva dal Ministero dell'Economia e delle Finanze; un terzo è di nomina del Consiglio regionale.
Gli emolumenti di questi revisori dei conti sono comparabili al 10 degli emolumenti corrisposti ai Direttori Generali, quindi variano intorno ai 14.000 euro lordi l'anno, compresi i premi di produzione eventualmente riconosciuti. La nostra legge regionale prevede che siano invece riconosciuti rimborsi spesa pari a quelli di un Dirigente regionale in missione.
Forse il Ministro della Salute ha immaginato l'Italia un po' più corta perché, evidentemente, gli è sfuggita la dinamica di quanto possano venire realmente a costare gli spostamenti, avendo tutto il territorio nazionale da coprire. Nel mese di agosto, infatti, proprio nello stesso periodo in cui si tagliavano dieci miliardi di euro alla sanità in termini di risparmio oggettivo e reale, ha nominato presso l'ASL di Alessandria il dottor Cannata, persona di grandissima dignità e con un prestigioso curriculum, ma che, ahimè, viene da Avola, in provincia di Siracusa.
L'unica assonanza che ravvedo è probabilmente legata alla lettera "A" di Alessandria e di Avola.
Parliamo di circa 14 o 16 riunioni l'anno: si tratta di 3.000 chilometri, tra andata e ritorno, più i pernottamenti e le spese, che, a conti fatti, andrebbero a gravare sulle casse delle nostre ASL (in questo caso della ASO di Alessandria) in maniera non controllabile con cifre che si aggirano intorno ai 4.000-5.000 euro ogni mese (solo di rimborsi spese!), a fronte di uno stipendio di 1.400 euro lordi.
Ad oggi è stata depositata una proposta di legge finalizzata a commisurare la cifra dei rimborsi spesa fino a un tetto massimo, ma ne discuteremo prima in Commissione e poi in Aula, in modo tale che ci sia anche una maggiore prudenza da parte di chi nomina e anche di chi accetta.
A fronte di una para-polemica di missive (in realtà non c'è stata alcuna polemica), il neonominato revisore aveva dichiarato di rinunciare.
Ahimè, risulta la rinuncia soltanto a mezzo di telefonata fatta al Direttore Generale di Alessandria; ad oggi, mancano, tuttavia, gli atti formalizzati e ufficiali. Trattandosi di un Sindaco di una città di 35.000 abitanti qual è Avola, dubito che non sappia la differenza tra una telefonata e una PEC o una raccomandata! Ma non è questo l'oggetto del contendere.
Con questo atto di indirizzo si chiede alla Giunta di intervenire presso il Governo per questa o per nomine simili. E' vero che il Ministero delle Finanze nomina da Roma il suo rappresentante, ma possiamo anche dire che il rappresentante viene per tutti da Roma, non soltanto in un caso.
Ritengo, quindi, che le personalità di spicco che sono state indirizzate ad Alessandria troveranno, grazie al loro curriculum, sicuramente spazi adeguati per la loro grande capacità e professionalità. Allo stesso tempo si chiede alla Giunta di intervenire presso il Ministero e richiedere i criteri, al di là dei meriti e delle capacità, con cui possono essere indicati dei soggetti che vanno a gravare fortemente sulle casse della Regione, peraltro con bilanci non controllabili, perché - lo ricordo - il rimborso spesa, di fatto, non è un costo fisso.
E' auspicabile, in prospettiva, prevedere un costo fisso come rimborso spesa: in tal modo, anche i nostri Direttori potranno iscriverlo in bilancio, in coerenza con quanto stabilito nell'ambito della riduzione del numero dei componenti del Collegio dei revisori. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Naturalmente questa mozione ci vede concordi e le informazioni dateci dal collega Monaco sono preziose per capire l'evolversi della situazione anche rispetto alle notizie giornalistiche a cui noi eravamo fermi, con il passo indietro del dottor Cannata.
Chiaramente, in un'ottica di risparmio, queste scelte pongono degli interrogativi, essendo fortemente discordi rispetto a un panorama in cui si tende a tagliare in tutti i settori della sanità. Mantenere un rimborso spese per persone che risiedono dall'altra parte della nostra nazione è comunque un malcostume, probabilmente, che non deve più accadere. Non deve più accadere perché, dal Piemonte alla Sicilia, penso ci siano altre persone che possiedono i requisiti per effettuare la stessa funzione del designato dal Governo.
Quindi daremo parere favorevole alla mozione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Come i colleghi ricorderanno, noi non eravamo favorevoli alla riduzione da tre a uno dei Consiglieri di nomina regionale. Questo perché, in un momento in cui vi è la necessità di mettere ordine sul sistema dei conti della sanità, l'impegno anche quotidiano dell'Assessore Saitta è più che mai di attualità.
La questione sollevata dal collega con il suo documento non è una novità: è una questione che hanno già affrontato anche altre Regioni.
Quindi, da parte nostra, condividiamo il contenuto dell'ordine del giorno ma credo che sia anche superabile, ancor prima del manifestare giustamente - al Ministero della Sanità o anche dell'Economia.
In questo caso è successo in un settore, ma ci sono molti altri esempi di pernottamenti nelle città piemontesi di nominati dal Ministero della Sanità e dal Ministero dell'Economia: per la verifica sindacale di un giorno si arriva il giorno prima, c'è l'hotel, la cena, il pranzo e così via. Quindi vedete come viene vanificato quello che era lo spirito di spending review del provvedimento di un anno fa.
Il problema si è posto anche su altre Regioni e alcune l'hanno risolto in un modo molto semplice, qualcuna anche in modo tranchant: la Lombardia non dà rimborso e ha messo in provvedimento che, per quelli di nomina di Enti diversi dalla Regione, sia l'Ente di nomina a intervenire con il rimborso. Il risultato in Lombardia è che vengono nominati, da parte del Ministero dell'Economia e da parte del Ministero della Sanità, solo soggetti che sono a cinque chilometri dal luogo di verifica. Chissà perch non succede in Regione Piemonte e qui invece vengono nominati dalla Sicilia.
Credo che il testo del disegno di legge presentato dal collega Monaco che prevede nel 10% il rimborso spese, naturalmente documentato (chilometrico o altre spese), sia una forma equa. Quindi, pur votando l'ordine del giorno, invito davvero i colleghi del Consiglio, la Presidenza e naturalmente il Presidente della Commissione di merito che dovrà discuterlo, ad accelerare sul disegno di legge del Consigliere Monaco, che vede la nostra completa condivisione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Ritengo che la questione sollevata dal collega Monaco sia assolutamente rilevante. Noi stessi, in un'interrogazione all'Assessore alla sanità avevamo sottolineato la questione dell'anomalia di nomine fatte dai Ministeri completamente inopportune perché di persone molto lontane e quindi, con costi a carico della mano pubblica, in particolare delle nostre ASL, esorbitanti.
Per farla breve, credo che l'ordine del giorno qui presentato possa essere approvato. Mi permetto di suggerire al collega una riscrittura che vada a togliere i riferimenti alla persona, al singolo, ai dati nominativi perché tanto non ci porta a nulla di più formalizzarli. Sappiamo che c'è un dato, ed è quello che è. Suggerirei, per quanto riguarda la parte di impegno, di soprassedere sui primi due punti, perché tanto il Ministero non spiegherà mai le ragioni per cui ha nominato Tizio o Caio e non revocherà la nomina; di mantenere il punto terzo, cioè chiedere che i Ministeri della Salute e delle Finanze inseriscano come criterio l'attenzione del territorio.
Soprattutto, penso che l'elemento risolutivo sia quello a cui faceva riferimento anche il collega Pichetto e che è già nella proposta di legge del Consigliere Monaco, che mi auguro possa passare in Commissione legislativa, ossia mettere un tetto forfettario ai rimborsi, per cui se io so che ho - devo giustificare, portare pezze giustificative per avere i rimborsi - dei rimborsi spese mensili che sono il 10% della mia retribuzione, quindi sotto ai 200 euro, mi regolerò di conseguenza. In questo modo, automaticamente tutti quelli che devono prendere l'aereo per venire qui o fermarsi a dormire rifiuteranno l'incarico.
Credo che questo criterio possa essere opportuno e ritengo che il collega Monaco abbia trovato un accorgimento intelligente per consentirci di risparmiare denaro pubblico e per avere revisori dei conti che, oltre ad essere bravi, abitano anche a non troppe centinaia di chilometri di distanza dall'Ente che devono controllare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno - il collega lo sa - ha già provocato l'effetto, una volta reso pubblico, nel senso che a noi risulta che la persona nominata si è dimessa e che il Ministero sta procedendo alle nuove nomine. Quindi, come il collega Gariglio ricordava, nella parte conclusiva di questo ordine del giorno vi è un riferimento a dimissioni ormai, di fatto, avvenute.
Volevo soltanto esprimere un'opinione in ordine alla terza parte, che è quella più importante, perché indica una modalità, che poi è stata ripresa dal collega Pichetto poco fa.
Credo che, al di là di chi paga, che sia la Regione o che sia lo Stato è bene che né l'una né l'altro sprechino; quindi, il principio della territorialità è un principio importante, perché non siamo in un altro mondo, nel senso che ci sono professionalità. So che la Lombardia ha dato questa indicazione che sostanzialmente dice: "Volete nominare qualcuno? Spendete i soldi e spende lo Stato". Ma alla fine spendiamo tutti assieme.
Per cui il principio della territorialità mi sembra il più utile.
E' chiaro che questo ordine del giorno - di fatto, mi sembra questa l'indicazione data dal collega Monaco - è quello di impegnare per quello che è possibile il Ministero a porre fine ad una prassi ormai consolidata che non è recente, dove per motivi diversi, quando è il momento della nomina dei rappresentanti dei Ministeri, prevalgono molto spesso tentazioni diverse, che fanno parte di alcune abitudini "umane" consolidate.
Io sono perfettamente d'accordo, com'è stato espresso, su questa indicazione da dare al Ministero per quanto riguarda le modalità di nomina cioè questo riferimento al principio della territorialità. Lo facciamo per quello che vale, però credo che, al di là di questo ma indipendentemente dall'ordine del giorno, sono sicuramente convinto che questo tema siamo in grado di porlo anche nella Conferenza Stato-Regioni. E' chiaro che un ordine del giorno può essere applicato o non applicato, le tentazioni ci sono, ma stabilire questo principio con una prassi in qualche intesa e in qualche accordo può essere forse la modalità migliore.
Quindi, il collega ha già provocato l'effetto delle dimissioni. Ho letto l'intervista in Sicilia, perché ero lì, da parte del Sindaco di Avola che, dopo avere fatto alcune dichiarazioni, si è dimesso con motivazioni diverse, dicendo che non sapeva; però si è dimesso e quindi non c'è più.
Per cui l'indicazione mi sembra utile.
Invito anche io, come ha fatto il Presidente Gariglio, a togliere questi riferimenti che ormai sono superati dal fatto che il revisore si è già dimesso.



PRESIDENTE

Il Consigliere Monaco ha modificato l'ordine del giorno. Leggo le modifiche.
Nella parte dell'ordine del giorno che inizia con "Premesso che" l'ultimo comma è stato modificato in "che il rappresentante designato è residente nel Comune di Avola" ed è stato tolto ogni riferimento a nome e cognome della persona in oggetto.
Il capoverso che recita "Considerato che si tratta di una persona residente nel Comune di Avola (provincia di Siracusa)" è stato rimosso.
Anche la parte seguente che fa riferimento specificatamente ad una persona è stata cancellata. L'ordine del giorno continua con "Considerato che il Ministero della Salute" e in quello che possiamo considerare il terzo comma le parole "che la persona nominata dal Ministero è indagata" sono rimosse.
Dopodiché vi è il paragrafo che inizia con le seguenti parole: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta"; di questo paragrafo è mantenuto solo l'ultimo comma e non i primi due, cioè è mantenuto il comma che recita "impegnarsi presso il Ministero della Salute e delle Finanze affinché venga inserita come regola della scelta, nel futuro, in merito alla designazione dei rappresentanti ministeriali presso i Collegi sindacali, non soltanto la valutazione dei curricula, ma anche il criterio di territorialità e di minor spesa possibile per le Casse dello Stato".
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 449, come modificato, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Ordine del giorno n. 73 presentato dai Consiglieri Graglia e Gancia inerente a "Azioni per lo sviluppo del complesso del Castello di Racconigi"; ordine del giorno n. 89 presentato dai Consiglieri Caputo Allemano, Appiano, Chiapello, Gariglio e Ravetti, inerente a "Recupero e valorizzazione del Castello Reale di Racconigi"; ordine del giorno n. 286 presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi, Batzella, Bertola, Bono Mighetti e Valetti, inerente a "Sviluppo del complesso del Castello di Racconigi"; ordine del giorno n. 428 presentato dai Consiglieri Caputo Accossato, Appiano, Conticelli, Ferrentino e Ravetti, inerente a "Realizzazione del Circuito delle Residenze Reali del Piemonte" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 73, 89, 286 e 428 riguardanti il Complesso del Castello di Racconigi, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Il PD ha chiesto che gli ordini del giorno n. 89 e n. 428, che hanno come prima firmataria la Consigliera Caputo, siano rinviati ad altra seduta del Consiglio, essendo assente la Consigliera Caputo.
Chiedo però ai firmatari degli altri due ordini del giorno, il n. 73 il n. 286, se desiderano chiedere la discussione dei loro ordini del giorno oppure se pensano di adeguarsi alla richiesta presentata, e quindi di discutere in un altro momento gli ordini del giorno relativi al Complesso di Racconigi.
La parola al Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

Va bene il rinvio. Considerato che è stato uno dei primi ordini del giorno che ho presentato e che è trascorso un anno e mezzo, non penso che cambi molto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Trattandosi di un'assenza per maternità, non posso che essere solidale ed aspettare la collega Caputo.



PRESIDENTE

Pertanto, l'esame degli ordini del giorno relativi al Castello di Racconigi viene rinviato ad altra seduta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Norme generali sui trasporti

Esame mozione n. 285 presentata dai Consiglieri Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani, Vignale "Disegno di legge sulla concorrenza - Criticità rispetto alle modifiche al Codice delle assicurazioni private"; mozione n. 260 presentata dai Consiglieri Accossato, Allemano, Caputo, Chiapello, Motta e Ravetti, inerente a "Sostegno per l'approvazione in sede parlamentare della proposta di legge presentata dall'Onorevole Sara Moretto in accordo con la Confederazione Nazionale dell'Artigianato, Confartigianato, Cna e Casartigiani recante: 'Modifica al Codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7/9/2005, n. 209, in materia di assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore'"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 285, avente ad oggetto "Disegno di legge sulla concorrenza - Criticità rispetto alle modifiche al Codice delle assicurazioni private", presentata dai Consiglieri Graglia, Berutti Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani e Vignale, e della mozione n.
260 presentata dai Consiglieri Accossato, Allemano, Caputo, Chiapello Motta e Ravetti, inerente a "Sostegno per l'approvazione in sede parlamentare della proposta di legge presentata dall'Onorevole Sara Moretto in accordo con la Confederazione Nazionale dell'Artigianato Confartigianato, Cna e Casartigiani recante: 'Modifica al Codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7/9/2005, n. 209, in materia di assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore'", di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato per l'illustrazione della mozione n. 260; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

A proposito di anzianità degli ordini del giorno e delle mozioni, anche questo è stato presentato a gennaio e poco dopo è stato presentato quello dei colleghi di Forza Italia. E' talmente antico che rischia di essere obsoleto. Per questo mi stavo consultando con la collega Chiapello per capire se addirittura non sia arrivato a soluzione in Parlamento. Per onestamente non abbiamo informazioni conclusive, pertanto velocemente cerco di presentare comunque la mozione e le sue motivazioni.
Abbiamo peraltro già scambiato alcune considerazioni con il Consigliere Graglia, che è primo firmatario dell'altro ordine del giorno, concordando sulla reciproca condivisione dei provvedimenti.
La mia mozione ha un titolo molto complicato, ma in realtà il tema che tratta è quello del rapporto tra assicurazioni, i loro clienti e le imprese artigiane dei carrozzieri. E' un rapporto che a più riprese viene preso in considerazione nel decreto sulla concorrenza. A dispetto del titolo "decreto sulla concorrenza", il provvedimento, su questi temi e per come è stato affrontato in questi mesi, tende a limitare la libertà di scelta del cliente, in aperta contraddizione con il principio della concorrenza.
Sono questioni che hanno una forte rilevanza anche in termini economici. Tutti i soggetti in gioco devono poter agire sul mercato in termini di piena libertà. Il consumatore nel poter scegliere l'interlocutore che ritiene (l'artigiano che ritiene di sua fiducia) e il comparto degli artigiani e dei carrozzieri, di non doversi assoggettare in un regime di monopolio alle assicurazioni.
Altrettanto, noi sappiamo che c'è il tema delle assicurazioni che hanno a cuore la questione delle frodi, delle truffe e quindi devono avere la possibilità di avere strumenti di maggiore controllo ed efficacia del sistema dei rimborsi, rispetto al quale tutti rischiamo di essere messi in difficoltà.
In questi mesi la soluzione individuata nel decreto è sembrata, a molti di noi, sicuramente a tutti i soggetti firmatari queste mozioni andare a senso unico nei confronti del soggetto più forte, che è quello del comparto delle assicurazioni. Da questo punto di vista, sarebbe opportuno un intervento organico. Ecco perché con la nostra mozione sosteniamo anche il fatto che in Parlamento venga votata una normativa onnicomprensiva sul rapporto con le assicurazioni (codice delle assicurazioni), quindi si dia la spinta all'approvazione di questa proposta di legge che, peraltro, ha trovato ampia concordanza con il mondo delle associazioni di categoria interessate, oltreché un intervento emendativo nei confronti del decreto sulla concorrenza.
Da questo punto di vista, il 15 luglio, in risposta ad un'interrogazione del Consigliere Ferrentino sul medesimo argomento l'Assessore De Santis, in qualche modo, ci ha rassicurato ribadendo che le nostre stesse posizioni, e le posizioni che sono indicate in questi ordini del giorno, sono state presentate dai rappresentanti delle Regioni nella Conferenza Stato-Regioni , anche con la presentazione di emendamenti al decreto. A fronte di un primo diniego e di una certa resistenza da parte del Ministero ad accogliere questi emendamenti - che vanno sempre nel senso di aumentare e di affermare la libertà di scelta dell'assicurato - il Ministero avrebbe, negli ultimi incontri della Conferenza Stato-Regioni dato disponibilità ad accettare, in sede parlamentare, emendamenti di questo tipo.
Onestamente ammetto di non sapere l'esito dei lavori parlamentari, ma mi comunicano adesso che il provvedimento è in Commissione.
Proprio perché ci sono i lavori parlamentari in corso, credo che sia ancora più opportuno un pronunciamento del nostro Consiglio regionale, che affianchi quello che il nostro Assessore e gli altri Assessori regionali hanno già portato nella Conferenza Stato-Regioni, e che riguarda i soggetti interessati che ci hanno, con forza, richiesto che venga garantito il diritto di scelta del consumatore e la tutela delle sue esigenze.
Mi fermerei qui e ringrazio per l'attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione della mozione n.
285.



GRAGLIA Franco

Mi ripeterò in alcuni passaggi, tuttavia mi sembra giusto intervenire.
Come è noto, il Consiglio dei Ministri, in data 20 febbraio 2015, ha approvato il disegno di legge sulla concorrenza nell'ambito del quale sono previste modifiche al codice delle assicurazioni private. La finalità del disegno di legge sulla concorrenza, ai sensi dell'articolo 1, è quella di rimuovere ostacoli, regolare l'apertura dei mercati, promuovere lo sviluppo della concorrenza e garantire la tutela dei consumatori, anche in applicazione dei principi del diritto dell'Unione Europea in materia di libera circolazione.
I provvedimenti, pur avendo come obiettivo la promozione della concorrenza nel mercato, l'abbattimento dei costi dei premi e la dominazione delle frodi, sembrerebbe consegnare il mercato della riparazione nelle mani delle compagnie assicurative, in contrasto con lo spirito di apertura al mercato. Infatti, il provvedimento prevedrebbe la sostanziale limitazione della libertà di cessione del credito, derivante dal risarcimento di un sinistro, attraverso la proposta della compagnia assicurativa di uno sconto sul prezzo di polizza a fronte della sottoscrizione della rinuncia stessa. Inoltre, il disegno di legge stabilirebbe la limitazione anche della facoltà di scelta del riparatore di fiducia, prevedendo la possibilità di uno sconto sul premio assicurativo a fronte dell'opzione di carrozzerie convenzionate per la riparazione del danno.
Ricordo anche che sul tema della libertà di cessione del credito è intervenuta a favore la Corte di Cassazione, che ha confermato il principio del carattere non strettamente personale del credito stesso. La sottoscrizione, da parte dell'assicurato, dell'obbligo di rivolgersi a carrozzerie convenzionate determinerebbe, in capo alle compagnie assicuratrici, un maggior peso contrattuale rispetto alle imprese di riparazione, con evidente abuso di posizione dominante.
Inoltre, il provvedimento del Consiglio dei Ministri interviene anche sulla interoperabilità e portabilità dei dispositivi dell'attività del veicolo, stabilendo che siano garantite da operatori provider di telematica assicurativa, i cui dati identificativi sono comunicati all'IVASS da parte delle imprese di assicurazione che ne utilizzano i servizi.
Tuttavia, in armonia con lo spirito di concorrenza alla base del disegno di legge, dovrebbe essere previsto il contrario, il principio della libera scelta da parte dell'utente del provider, cui affidare le attività di installazione, interoperabilità, portabilità dei dispositivi di registrazione.
Alla luce delle considerazioni di cui sopra, il disegno di legge sulla concorrenza si configurerebbe come una limitazione della libertà dei cittadini e delle imprese, confermando la preoccupazione che da tempo è stata avanzata dalle assicurazioni di categoria coinvolte.
Riteniamo che un provvedimento, che ha come obiettivo di promuovere lo sviluppo della concorrenza e garantire la tutela dei consumatori, dovrebbe stimolare la crescita economica, anziché frenarla. In merito, come diceva la Consigliera Accossato, sono già stati presentati diversi emendamenti per la rivisitazione delle disposizioni di cui sopra, che apportano correttivi al disegno di legge affinché sia effettivamente garantito e favorito lo sviluppo del libero mercato. Pensiamo, quindi, che sia opportuno intervenire per l'accoglimento di tali emendamenti affinché non sia messa a rischio la sopravvivenza di migliaia di officine che operano nel mercato dell'autoriparazione e siano tutelati i diritti dei consumatori, evitando forme di abuso di posizione dominante da parte delle imprese di assicurazioni.
Chiediamo, quindi, con quest'atto, che il Consiglio regionale impegni il Presidente e la Giunta ad attivarsi affinché il Governo accolga le istanze presentate e possa essere così garantita la pienezza dei principi di libera concorrenza.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenir la consigliera Chiapello; ne ha facoltà.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Solo per precisare che le modifiche richieste sono state approvate dalla Commissione parlamentare competente. Ci auguriamo che vengano anche approvate dal Parlamento e dal Senato.
L'ordine del giorno in oggetto, anche se datato, è attuale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chiapello.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sulla mozione n. 285, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indico la votazione palese sulla mozione n. 260, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso in corso La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.51, riprende alle ore 18.23)


Argomento: Condizione femminile - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 378 presentato dai Consiglieri Baricco Accossato, Appiano, Boeti, Caputo, Conticelli, Ferrentino Ottria e Ravetti inerente a "Rispetto della segretezza del parto" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prima di ripetere la votazione sulla mozione n. 260, preciso che nell'ordine del giorno relativo al rispetto della segretezza del parto, la prima firmataria ha omesso di precisare che erano state apportate due modifiche.
La voce "Impegna la Giunta regionale del Piemonte in via principale" è cancellata, mentre il comma seguente suona in questo modo: "A richiamare l'esigenza che il Senato, chiamato a votare il disegno di legge approvato alla Camera in data 18 giugno 2015, emendi il testo di legge, nel senso di prevedere l'accesso all'identità e solo delle donne che preventivamente e autonomamente abbiano deciso di rinunciare all'anonimato".


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Norme generali sui trasporti

Esame mozione n. 285 presentata dai Consiglieri Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani, Vignale "Disegno di legge sulla concorrenza - Criticità rispetto alle modifiche al Codice delle assicurazioni private"; mozione n. 260 presentata dai Consiglieri Accossato, Allemano, Caputo, Chiapello, Motta e Ravetti, inerente a "Sostegno per l'approvazione in sede parlamentare della proposta di legge presentata dall'Onorevole Sara Moretto in accordo con la Confederazione Nazionale dell'Artigianato, Confartigianato, Cna e Casartigiani recante: 'Modifica al Codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7/9/2005, n. 209, in materia di assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore'" (seguito)


PRESIDENTE

Ripetiamo la votazione della mozione n. 260.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 260, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame mozione n. 278 presentato dai presentato dai Consiglieri Batzella Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Riconoscimento della Fibromialgia o sindrome fibromialgica"; mozione n. 259 presentata dai Consiglieri Boeti, Corgnati, Ferrentino, Gariglio Ottria, Ravetti e Valle, inerente a "Riconoscimento della sindrome fibromialgica e individuazione di adeguate forme di sostegno a chi ne è affetto"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 278, cui è attratta la mozione n. 259, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Le due mozioni, trattando lo stesso argomento, verranno discusse insieme.
Essendo state proposte delle modifiche alla mozione 259, chiedo al Consigliere Ravetti di presentarle, e poi procediamo con la discussione in merito.



RAVETTI Domenico

Presidente, la modificheremmo in tal senso, nella parte in cui impegniamo la Giunta.
Primo punto: "Il Consiglio impegna la Giunta regionale affinché la Conferenza delle Regioni si attivi nei confronti del Governo nazionale per il riconoscimento della patologia all'oggetto".
Il secondo punto non cambia: "A sollecitare le Aziende Sanitarie piemontesi ad individuare percorsi multidisciplinari e multiprofessionali per la corretta gestione della malattia e adeguati criteri per la valutazione delle abilità lavorative delle persone affette, nonché ad istituire corsi rivolti alla formazione degli operatori per la corretta gestione della malattia".
Terzo punto: "Impegniamo la Giunta a promuovere percorsi per individuare, all'interno dei servizi offerti nelle diverse ASL, figure mediche specialistiche preposte alla certificazione della malattia".
Ci fermiamo così.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Illustro la mozione.
Entrambi chiediamo il riconoscimento della fibromalgia o, più precisamente, sindrome fibromialgica.
Si tratta di una sindrome caratterizzata - per far capire di cosa si tratta - da dolore muscolare diffuso e associato a rigidità. Sono in corso continui studi ed è sempre un progredire di ricerca e di studi in merito a questa malattia, che tale non viene riconosciuta.
Prevalentemente queste persone hanno forte dolore localizzato alla colonna vertebrale, alle spalle, al cingolo pelvico, alle braccia, ai polsi e alle mani. Oltre a questo forte ed intenso dolore muscolare sono soggetti a rialzo termico, quindi hanno febbre, sbalzi di umore ed astenia (astenia significa che queste persone sono soggette ad un affaticamento cronico quindi permanente). Hanno problemi di insonnia e tutto questo non permette loro di vivere una vita normale, non solo personale, ma anche di gruppo ed una vita lavorativa come tutte le altre persone.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l'esistenza della fibromalgia nel 1992 e l'ha classificata in un codice (M79.7) praticamente classificando questa sindrome all'interno delle malattie del sistema muscolare e connettivo.
Anche lo stesso Parlamento europeo si è occupato di questa sindrome nel 2009 - quindi parliamo di sei anni fa - in modo da riconoscerla come una malattia vera e propria e ha sollecitato tutti gli Stati membri affinch facessero altrettanto e affinché ci sia una sensibilizzazione nel campo della medicina, fra gli stessi medici e fra tutti gli operatori che operano nel campo della sanità. L'invito era volto anche ad incoraggiare l'accesso alla diagnosi e a tutti i trattamenti medico-terapeutici e a promuovere lo sviluppo di programmi da mettere in atto, come ha accennato anche il Consigliere Ravetti poc'anzi, per la raccolta dei dati su questa malattia.
In Italia i pazienti affetti dalla sindrome fibromialgica sono circa un milione e mezzo-due milioni e questa sindrome colpisce prevalentemente il sesso femminile rispetto a quello maschile. Nel nostro Paese non è previsto il riconoscimento di questa malattia che di conseguenza non rientra nei LEA.
Cosa chiediamo? Qual è il nostro obiettivo? E' quello che questa sindrome venga riconosciuta come malattia vera e propria e venga inserita nei LEA, quindi che ci sia una partecipazione alla spesa sanitaria per questi pazienti che non hanno alcun riconoscimento: costoro sono infatti sottoposti a numerosi esami esosi e non hanno l'esenzione ticket. Stessa cosa dicasi per tutti quei lavoratori che hanno bisogno di stare a casa e di permessi lavorativi, perché non stanno bene e non possono svolgere una normale attività lavorativa. Noi chiediamo anche questo, non solo che la sindrome venga riconosciuta come malattia vera e propria e che rientri nei LEA, ma anche che venga riconosciuta ai pazienti la compartecipazione alla spesa sanitaria: per tutti gli esami che vengono effettuati ci dev'essere un'esenzione dai ticket e devono essere introdotti i permessi lavorativi.
Vorrei ricordare che a marzo 2012, esattamente l'8 marzo, qui a Torino presso la Città della Salute e della Scienza (precisamente presso l'Ospedale Molinette), è stato aperto il primo ambulatorio nella Regione Piemonte che si occupa appunto della fibromialgia, in collaborazione con reumatologi e psicologi che se ne occupano. E oltre a reumatologi e psicologi, ci sono anche degli psichiatri, perché questi pazienti sono soggetti ad un forte carico di stress: non riuscendo a dormire bene infatti, questo affaticamento cronico e continuo sicuramente influisce a livello del sistema nervoso centrale.
Osservo quindi che, se esiste questo ambulatorio che si occupa e si prende cura dei pazienti affetti dalla sindrome fibromialgica, è un controsenso che questa non venga riconosciuta come malattia vera e propria o che non rientri nei LEA.
L'Associazione italiana sindrome fibromialgica a giugno di quest'anno quindi qualche mese fa, ha presentato un'istanza presso il Ministero della Salute. Pare che questa istanza sia stata presa in considerazione e che anche a Roma stiano lavorando e si stiano attivando in merito.
Cosa chiediamo, quindi? Chiediamo che il Consiglio regionale impegni la Giunta regionale e l'Assessore ad attivarsi affinché a livello nazionale siano approvate le normative necessarie a prevedere il riconoscimento della fibromialgia (o sindrome fibromialgica), con conseguente classificazione nel nomenclatore, che - come già detto e affermato più volte - sarebbe da rivedere, nonché il riconoscimento ai lavoratori affetti da questa patologia di permessi di astensione dal lavoro per la cura della sintomatologia: dev'essere riconosciuto a questi lavoratori un permesso lavorativo che oggi non viene riconosciuto perché la sindrome non è classificata come malattia e non rientra nei LEA e nelle linee nazionali del sistema sanitario.
Chiediamo inoltre l'esenzione dal pagamento del ticket e dei farmaci che eventualmente vengono prescritti: ci dev'essere una compartecipazione alla spesa sanitaria.
Vorrei concludere citando un biglietto che adesso non ho qui, perch l'ho dimenticato sulla mia scrivania. Ho ricevuto questo biglietto da parte di pazienti affetti da fibromialgia, in cui c'era scritto: "Aiutateci a vivere e non a sopravvivere".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella, per il suo intervento, che considero esaustivo e valevole per l'intero Consiglio regionale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento su questi due atti di indirizzo, passiamo alle votazioni.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 278, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 259, come modificata, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame ordine del giorno n. 395 presentato dai Consiglieri Mighetti Andrissi, Bono, Campo, Frediani e Valetti, inerente a "Salvaguardia sistema dei controlli vitivinicoli e attività di analisi attualmente svolto nel laboratorio agrochimico di Alessandria"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 395, avente ad oggetto "Salvaguardia sistema dei controlli vitivinicoli e attività di analisi attualmente svolto nel laboratorio agrochimico di Alessandria", di cui al punto 12) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
La questione del laboratorio agrochimico di Alessandria è una questione che si apre a metà di quest'anno. Cosa succede? Ad Alessandria c'è un laboratorio agrochimico che fa le analisi sul vino, non per stabilire parametri qualitativi, ma parametri di sicurezza sul vino che noi andiamo produrre e a consumare nella Regione. Il laboratorio agrochimico aveva un grosso problema: era, ed è ancora, situato in un fabbricato per il quale la Regione Piemonte paga un affitto; e si tratta di un affitto veramente cospicuo.
Noi capiamo l'esigenza della Regione di spostare questo servizio altrove, con minori costi di esercizio. Cosa chiediamo, però, nella nostra mozione? Chiediamo che il servizio che viene offerto dal laboratorio agrochimico venga preservato, perché eventuali ricorsi ad altri sistemi per ottenere queste analisi potrebbero, a nostro modo di vedere, inficiare il controllo sul prodotto, il quale arriva sulle nostre tavole e viene consumato.
Non dobbiamo dimenticarci il motivo per cui è nato questo laboratorio: nuove leggi sono state redatte dal legislatore in conseguenza di grossissimi problemi relativi alla sofisticazione del vino, cioè problemi che hanno causato non solo dei pericoli per la nostra salute, ma decessi di persone innocenti che consumavano questo prodotto.
In questo settore non è possibile abbassare la guardia; non è possibile lasciare nulla al caso; non è possibile, dal nostro punto di vista lasciare che i privati svolgano i controlli, perché sappiamo benissimo come laboratori privati possono essere in qualche modo coinvolti in processi economici, per cui i controlli vanno a farsi benedire. In provincia di Alessandria, abbiamo un'esperienza fresca fresca di laboratori che le analisi, per esempio, in materia di cave le facevano, ma sulla carta.
Pertanto, chiediamo con forza che questo servizio rimanga in piedi.
Chiediamo che il servizio del laboratorio agrochimico sia inserito nell'attività dell'Istituto Zooprofilattico perché le diverse opzioni emerse anche dai colloqui con l'Assessore Ferrero erano relative ad una possibile collaborazione, da una parte, con ARPA e, dall'altra, con l'Istituto Zooprofilattico.
Siccome ARPA ha dismesso nel tempo tutte le attività di analisi sulla sicurezza degli alimenti, che sono state tutte attribuite all'Istituto Zooprofilattico, riteniamo necessario attivare questa collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico. Tale collaborazione, però, deve fare rimanere intatto il corpo del laboratorio agrochimico in altra sede, sempre ad Alessandria (chiaramente l'Istituto Zooprofilattico ha una sede in Alessandria), ma con la conservazione di tutte le caratteristiche del laboratorio in essere, cioè personale, conoscenze, certificazioni e materiale che, al momento, il laboratorio agrochimico detiene, sia materiale di strumentazione, che ha avuto dei costi negli anni (è stato acquistato materiale per circa 200-300 mila euro negli ultimi anni) e sia materiale anche in deperimento, reagenti e altro, con costi per l'acquisto e costi per lo smaltimento, nell'eventualità che questi materiali vengano dismessi, quindi costituirebbe un doppio danno.
Per questo chiediamo all'Assessore Ferrero non solo di approvare l'impegno, ma che venga aggiunto il mantenimento dello stesso organico del Laboratorio attuale. Chiedo all'Assessore Ferrero cosa ne pensa ed eventualmente, procediamo alla modifica. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Rispetto a questo tema abbiamo già avuto modo di scambiarci delle opinioni. Avendo dovuto affrontare una situazione abbastanza delicata, in cui i costi di affitto sommati ai costi di gestione portavano i costi delle analisi a sfiorare i livelli di analisi che non sono compatibili con quelle enologiche, diciamo così, ci sembrava corretto, in accordo con il Patrimonio, recedere dal contratto di affitto, che era troppo oneroso per essere tenuto in piedi.
Abbiamo chiesto ai soggetti pubblici presenti sul territorio di Alessandria una collaborazione per lo svolgimento delle analisi che servono al nostro Servizio Antisofisofisticazioni, con lo spirito di mantenere sul territorio di Alessandria queste funzioni, in quanto sarebbe stato troppo facile riportarle centralmente a Torino e, secondo me, non sarebbe giusto per il territorio alessandrino e neppure portare analisi vitivinicole in un'area metropolitana, quindi tutte le volte prendere i campioni da Asti Alessandria e Cuneo e portarli a Torino.
Abbiamo chiesto ad ARPA e all'Istituto Zooprofilattico, ma nessuno dei due istituti, ad oggi, è in grado di svolgere le analisi per noi. ARPA ci ha dato una prospettiva possibilmente ad inizio del prossimo anno; quindi l'idea è di valutare la prospettiva che ci dà ARPA, nel frattempo l'Istituto Zooprofilattico ci ha proposto una possibilità in ordine ai locali, ma non di svolgimento di analisi.
Se voi viete favorevoli, in accordo con il Vicepresidente Reschigna direi di accogliere l'ordine del giorno, però di fermarlo a quando dice "venga preservata l'attività di analisi e controllo vitivinicola attualmente esercitata dal nostro Ente", punto, senza dire perché e per come, perché vincolarla all'Istituto Zooprofilattico potrebbe essere una via non praticabile.



PRESIDENTE

Prego.



MIGHETTI Paolo

Chiedo solo un attimo per raccapezzarmi.



PRESIDENTE

D'accordo.



MIGHETTI Paolo

Vengo a modificare l'impegno.



PRESIDENTE

Deve venire a siglare un attimo...



(Il Consigliere Mighetti si reca presso il banco della Presidenza)



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è così modificato: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta affinché venga preservata l'attività di analisi e controllo vitivinicolo attualmente esercitata dal nostro Ente".
Con questa modifica, il parere della Giunta è favorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 395, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 430 presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola Frediani e Mighetti, inerente a "Tavolo di lavoro per potenziamento infrastruttura ferroviaria Torino-Pinerolo con i Comuni interessati dalla linea e applicazione di un modello partecipativo per le infrastrutture piemontesi"; ordine del giorno n. 403 presentato dai Consiglieri Valle Accossato, Boeti, Caputo, Corgnati e Gallo, inerente a "Realizzazione della fermata 'San Paolo di Torino' della linea di sistema ferroviario metropolitano denominato SFM5 (Orbassano-Torino-Stura/Chivasso)"; mozione n. 245 presentata dai Consiglieri Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Collegamento ferroviario Torino Malpensa"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 430, avente ad oggetto "Tavolo di lavoro per potenziamento infrastruttura ferroviaria Torino Pinerolo con i Comuni interessati dalla linea e applicazione di un modello partecipativo per le infrastrutture piemontesi", presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola, Frediani e Mighetti, e n. 403, avente ad oggetto "Realizzazione della fermata 'San Paolo di Torino' della linea di sistema ferroviario metropolitano denominato SFM5 (Orbassano-Torino Stura/Chivasso)", presentato dai Consiglieri Valle, Accossato, Boeti Caputo, Corgnati e Gallo, di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 430.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con quest'atto di indirizzo abbiamo voluto fornire uno strumento di lavoro alle Amministrazioni, perché siamo consci e memori del risultato del famoso monitoraggio effettuato dalla Regione sulle linee più problematiche: le linee ferroviarie locali.
La linea ferroviaria Torino-Pinerolo è una di quelle linee con maggiori problemi tecnici. Pertanto, consapevoli dei fondi messi a disposizione dalla Banca Europea per gli Investimenti, seppure in una formula che dovrebbe essere cofinanziata dagli Enti locali (una buona parte) - questo agevolerebbe parecchio il percorso dell'approvvigionamento di questi fondi sarebbe importante realizzare opere di potenziamento della rete ferroviaria locale. Si tratta di fondi dedicati, che ammontano a circa un miliardo di euro a livello nazionale e che ci sembra giusto portare alla conoscenza anche dei Consiglieri (l'Assessorato senza dubbio ne è a conoscenza).
Il modello partecipativo, per una volta senza l'intervento degli Accordi di Programma che coinvolgono lo Stato centrale e la rete ferroviaria nazionale, coinvolge gli Enti in una forma di partecipazione per decidere le priorità delle opere, in base alle esigenze del territorio.
Vi sono, pertanto, diversi progetti (alcuni definitivi) della rete ferroviaria italiana di potenziamento delle infrastrutture. Chiediamo che si faccia una valutazione con le risorse disponibili dei piani di ammortamento, una valutazione dei costi-benefici per fare un investimento che, in questo caso, sarebbe largamente cofinanziato da un ente terzo.
Pertanto, si viene incontro agli Enti locali e magari anche ai soggetti privati che vedono un'opportunità nel potenziamento della rete ferroviaria.
Parliamo anche di aziende che possono utilizzare la rete ferroviaria per il trasporto delle merci, oltre che dei passeggeri.
Quello che si chiede con l'ordine del giorno è che l'Assessorato convochi un tavolo di lavoro con i Sindaci dell'area pinerolese - la parte sud-ovest di Torino - come un modello sperimentale per l'allocazione dei fondi per le infrastrutture. Auspichiamo che questo modello venga, poi utilizzato anche in altri territori e che non sia solo un'operazione spot.
Chiediamo, inoltre, come clausola aggiuntiva di questo ordine del giorno, che si stabilisca con l'ente deputato al dimensionamento delle tracce treno l'adeguatezza dei tempi di percorrenza, nell'ottica di un miglioramento del servizio. Questo lavoro fino adesso non è stato fatto.
Purtroppo, i risultati della qualità del servizio e del suo dimensionamento sono stati molto trascurati durante la messa a punto del precedente contratto ferroviario da parte dell'Assessore Bonino, con la Giunta Cota.
Cerchiamo di rimediare - se possiamo - a questi errori, prima che, anche a causa di problemi finanziari della Regione, il settore del comparto ferroviario subisca un tracollo. Questo succederà, se non aumentiamo la redditività del servizio e se non lo rendiamo un po' più efficiente.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 403.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno segue un'interrogazione che avevo presentato insieme al Consigliere Gallo nel mese di febbraio, nella quale chiedevamo alla Giunta le sue intenzioni rispetto all'inserimento della fermata "San Paolo" della linea del SFM5 all'interno dell'Accordo di Programma con RFI.
Avevamo ricevuto rassicurazioni positive in merito, pertanto abbiamo voluto dare seguito presentando questo ordine del giorno. La fermata insiste sulla linea che da Orbassano, passando per Stura, collega Chivasso e serve Borgo San Paolo, in una zona particolarmente trafficata, densamente abitata, ma non servita né dalla metropolitana attuale né da quella che speriamo verrà realizzata prossimamente. Acquista, pertanto, un valore particolarmente significativo, oltre ad essere in prospettiva un nodo di scambio con la linea n. 3.
Consideriamo particolarmente importante poterla recuperare, perlomeno in sede di progettazione e, poi - speriamo - di futura realizzazione.
Grazie.



PRESIDENTE

A questi due ordini del giorno è aggregata la mozione n. 245, avente ad oggetto "Collegamento ferroviario Torino-Malpensa", presentata dal Consigliere Andrissi ed altri.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.
Colleghi, poiché siamo in chiusura di seduta, se vogliamo votare i documenti occorre che non ci siano altri interventi; diversamente, chiudo la seduta e votiamo la prossima volta.
Prego, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Faccio un'estrema sintesi di questa mozione.
Nel 2001 il CIPE prevedeva la realizzazione del sistema ferroviario "Accessibilità ferroviaria Malpensa. Piemonte - Corridoi Ferroviari Accesso Malpensa , Piemonte corridoi ferroviari accesso a Malpensa Novara".
Dal 2001 si sono succedute molte prese di posizioni e atti ufficiali il MIT nel 2003 e, nel 2004, un accordo tra il MIT e la Regione Piemonte.
In seguito, la Regione Piemonte, con delle delibere di Giunta, ratificava tali accordi.
Nel 2009, l'ultima delibera di Giunta dava un assenso all'accesso Malpensa-Novara, potenziando la linea ferroviaria Novara-Seregno-Variante di Galliate.
Il costo di queste opere, complessivamente, era di circa 78,9 milioni di euro.
La domanda è la seguente: è possibile, oggi, fare un accordo Torino Malpensa, considerando anche che c'è un accordo tra i due aeroporti? Noi sappiamo che, senza dover costruire opere quali la ferrovia dell'Alta Velocità di Novara, la cui localizzazione è indefinita, perch non si può più realizzare, ed anche senza il potenziamento della linea ferroviaria che dicevamo prima, è possibile farlo, perché durante le Olimpiadi invernali del 2006 questo collegamento avveniva grazie a dei treni ad Alta Velocità a compartimento ridotto, che arrivavano alla stazione delle Ferrovie Nord di Milano e facevano inversione di marcia nella ferrovia. Ovviamente a compartimento ridotto, perché le banchine della stazione non consentono treni a compartimenti maggiori.
Poiché è possibile la realizzazione a costi ridotti, consentirebbe di valutare effettivamente se c'è una risposta da parte di utenti a questo servizio. Lo potremmo fare a costo zero, senza bisogno di opere infrastrutturali, quindi chiedo al Consiglio di impegnare la Giunta affinché vengano implementati dei collegamenti ferroviari sperimentali tra Torino e Malpensa; per la realizzazione di suddetto servizio vengano utilizzati, come durante le Olimpiadi, composizioni ridotte e vengano rilevati i dati dell'utilizzo di tale servizio.
In caso di andamento positivo della sperimentazione per un periodo prolungato, si proceda, se ritenuto necessario, alla realizzazione della variante di Galliate. Si valuti la non realizzazione della stazione Novara dell'Alta Velocità, in quanto il servizio alla città di Novara effettuabile nella stazione Novara FNM, come nella proposta sperimentazione, porterebbe il servizio in centro città, vicino alla stazione di Novara, sulla linea Torino-Milano. Pertanto, sarebbe logisticamente più funzionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Sulla mozione n. 245, la Giunta regionale dà un'indicazione di voto di astensione.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 430, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 403, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 245, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
La Consigliera Batzella non è riuscita a partecipare alla votazione, ma comunica il suo voto favorevole sulla mozione n. 245 agli Uffici e sarà riportato a verbale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.02)



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